In gran parteautodidatta nella scienza, è comunemente considerato come "il padre della microbiologia"[1]. Van Leeuwenhoek è noto soprattutto per il suo lavoro pionieristico nellamicroscopia e per i suoi contributi alla fondazione dellamicrobiologia come disciplina scientifica.
Nasce aDelft, neiPaesi Bassi, il 24 ottobre 1632 da padreartigiano cestaio, di vecchia famiglia olandese senza particolare distinzione sociale. È stata supposta una possibile origineebraica della famiglia, ma l'atto di battesimo di Antoni nella chiesa nuova di Dein e gli atti dei suoi due matrimoni testimoniano la sua appartenenza allaChiesa riformata olandese.[2] Frequenta la scuola primaria nella cittadina diWarmond, vicino aLeida, e successivamente si trasferisce aBenthuizen.[2] Avendo ricevuto nei primi anni di scuola a Warmond solo basilari nozioni dimatematica efisica, non accederà mai a studi letterari e mostrerà sempre di conoscere soltanto la sua lingua natale.[2]
In seguito, nel 1654, ritorna a Delft e vi si stabilisce fino alla morte.[2]
Microscopi di Antoni van Leeuwenhoek disegnati da Henry Baker
Il suo inizio derivò dal fabbricarsi artigianalmente delle lenti per controllare i tessuti che commerciava, successivamente affinando la propria rudimentale tecnica di costruzione si accorse che cominciava a vedere distintamente esseri di un altro mondo e cominciò ad appassionarsi, eseguendo confronti incrociati e redigendo accurate annotazioni e disegni.
La prima testimonianza scritta del suo interesse a ricerche micro-grafiche risale al 1663: essa consiste in una memoria inviata allaRoyal Society diLondra per essere pubblicata sullaPhilosophical Transactions of the Royal Society, rivista scientifica a cura della Società, riguardante alcune osservazioni sugli organi visivi, sullabocca e sulpungiglione dell'ape, sulpidocchio, e altre analisi microscopiche sullamuffa.[2]
In questa lettera Leeuwenhoek analizza per la prima volta e delinea con cura gli occhi degliinsetti e la struttura di ogni singoloommatidio, e ne intuisce la funzione per la visione a distanza, in opposizione a quella degliuccelli.[2]
La memoria è inoltre accompagnata da una lettera dell'anatomistaRegnier de Graaf che raccomanda, all'attenzione del segretario della Royal SocietyOldenburg, i risultati delle ricerche di «un geniale ricercatore di nome Leeuwenhoek che ha progettato microscopi che superano di molto quelli che si sono visti finora...».[2]
Inizialmente la fama di Leeuwenhoek è legata, infatti, quasi esclusivamente alla perfezione tecnica dei suoi strumenti fabbricati a mano, che superano in precisione e in potenza (permettono un ingrandimento di circa 270 volte) imicroscopi dell'epoca.[2] Egli aumentò la potenza di questi attraverso l'uso di tecniche nuove di osservazione, applicando, ad esempio,specchi riflettenti concavi e impiegando fonti di illuminazione artificiale, comecandele.[2]
Lettere inviate da Antoni van Leeuwenhoek alla Royal Society
Leehuwenoek compì svariate osservazioni e alcune, nonostante siano state casuali e svolte per la maggior parte senza alcun piano prestabilito, rappresentano un contributo fondamentale a ricerche già in atto, o novità assolute che inaugurano nuove vie di sperimentazione.[2]
Del primo tipo è lo studio, eseguito intorno al 1690, relativo al controverso passaggio delsangue dalle ultime ramificazioni dellearterie alle prime dellevene, che costituiva un ostacolo insormontabile per i sostenitori della nuova teoria circolatoria diHarvey.[2] Osservando al microscopio la coda delgirino e la membrana interdigitale dellarana, Leeuwenhoek poté confermare, contro i detrattori della nuova teoria sullacircolazione sanguigna (egli stesso aveva dimostrato un certo scetticismo nei suoi confronti) la scoperta annunciata daMarcello Malpighi nel 1661: l'esistenza dei vasicapillari, che formano una rete tra arterie e vene.[2]
Egli inoltre ha il merito di aver identificato iglobuli del sangue e di aver analizzato accuratamente la struttura deitessuti animali e vegetali: a Leeuwenhoek si deve la prima esatta descrizione della struttura lamellare delcristallino.[2] Ma la scoperta per cui è principalmente ricordato e che lo ha reso noto in Europa, è quella riguardante gli «animaletti» rilevati in una serie di osservazioni sperimentali condotte sui liquidi più diversi. In questo modo nascono laprotozoologia, lamicrobiologia e labatteriologia che, dapprima con curiosa confusione, quindi con un rigore sempre crescente, in tempi recenti hanno potuto rivelare tutta la loro prolificità e rilevanza per la ricerca medica.[3]
Un grande valore storico hanno le lettere indirizzate da Leeuwenhoek alla Royal Society e allo zoologoConstantijn Huygens in quanto ci permettono di seguire l'evoluzione di questa appassionata ricerca, che ha inizio ufficialmente nel 1674, con la memoria sui ritrovamenti in acqua dolce, e prosegue ininterrotta attraverso continui approfondimenti fino alla vigilia della morte di Leeuwenhoek.[4]
Esso non consiste nella semplice osservazione casuale di fatti diversi, ma nella realizzazione di condizioni di laboratorio adatte alla verifica di ipotesi già formulate sulla base di dati precedenti, e alla misurazione il più possibile quantitativa dei fenomeni.[4]
Microrganismi osservati da Antoni van Leeuwenhoek
Su queste premesse si fondano le ricerche successive che Leeuwenhoek esegue, in ordine, su liquidi naturali, quali l'acqua piovana, l'acqua dolce corrente, l'acqua di fonte, l'acqua marina, su liquidi opportunatamente modificati, versando nell'acqua pepe, zenzero, chiodi di garofano, noce moscata, e infine sugli umori del corpo animale, dallabile allosperma, in cui si individueranno chiaramente glispermatozoi come agenti della fecondazione.[4] La costruzione artificiale di ambienti diversi e delle condizioni sperimentali necessarie gli permette di descrivere con considerevole precisione i diversi comportamenti di protozoi e batteri osservati, di distinguerli, di classificarli, di misurarne le dimensioni e ladensità media, arricchendo così i dati già disponibili.[4] La serietà e rigorosità metodologica, di cui aveva consapevolezza e che spesso ostentava, si evince da una serie di osservazioni reperibili nel suo ricco epistolario, quali, per esempio, un brano di una lettera alla Royal Society del 1692, in cui egli afferma:
«lo so bene, Onorevoli Signori, che le relazioni che compongo e vi mando di tanto in tanto non sono sempre in accordo tra loro, e che vi si ritrovano delle contraddizioni; per questo voglio dire ancora una volta che è mia abitudine tenermi ai dati in mio possesso finché non sono meglio informato o finché le mie osservazioni non mi facciano volgere altrove; e non me ne vergognerò mai al punto di cambiare il mio metodo.[4]»
(Antoni van Leeuwenhoek)
o in una lettera a un amico in cui è presente una critica piuttosto sottile:
«A proposito della Tuba Fallopiana, come possa compiere ogni sorta di aspirazione è per me incomprensibile; e mi sembra di doverlo confessare, per quanto abbia udito parlare filosofi e fisici su argomenti che mi sembravano assurdi con non minore disinvoltura di quella con cui si parla dellaTuba Falloppiana. Scommetterei che dicono - è una qualità misteriosa - perché, naturalmente, sarebbe troppo semplice per gente così dotta affermare con onestà - Non lo sappiamo -.[4]»
(Antoni van Leeuwenhoek)
Illustrazione alla recensione deObservationes microscopicae Antonii Levvenhoeck... pubblicata sugliActa Eruditorum del 1682
Guadagnatosi un'eccellente reputazione e l'apprezzamento universale, ricoperto di riconoscimenti ufficiali (membro della Royal Society[5] nel 1680; membro corrispondente dellaReale Accademia delle Scienze diParigi nel 1699; insignito di una medaglia da parte dell'Università di Lovanio nel 1716)[4], visitato da studiosi e personaggi politici di tutto il mondo (celebre la visita dello zarPietro il Grande di Russia, che visitò il suo laboratorio), dopo aver visto l'edizione latina della completa collezione delle sue numerosissime lettere e relazioni, già parzialmente pubblicate negli anni precedenti, in olandese e in latino, uscita nel 1722 sotto il titolo di «Arcana Naturae, ope Exactissimorum Microscopiorum Detecta, experimentis variis comprobata, Epistolis, ad varios illustres viros, ut et ad integram, quae Londini floret, sapientem Societatem [...] datis»[4], Leehuwenoek muore vecchissimo il 26 agosto 1723, dopo aver descritto nelle sue due ultime lettere alla Royal Society del marzo e del maggio di quell'anno i sintomi dell'affezione cardiaca che lo avrebbe portato alla morte, lasciando per testamento i microscopi di cui andava tanto geloso e che non aveva mai voluto mettere in commercio alla Royal Society, di cui aveva condiviso straordinariamente lo spirito, simboleggiato nel motto, attribuito alla Società daiRe d'Inghilterra, « Nullius in verba », netto rifiuto di ogni autorità tradizionale, in nome di una personale, paziente e rigorosa ricerca sperimentale.[4]
^ King-Thom Chung e Jong-Kang Liu,Pioneers in microbiology: the human side of science, World Scientific Publishing Co. Pte Ltd, 2018,ISBN978-981-320-294-8.
Autori Vari,Antoni van Leeuwenhoek, collanaStoria della Medicina, vol. 1, Milano,Fratelli Fabbri Editori, 1964, pp. 194–196.
(EN) Alma Smith Payne,The Cleere Observer: A biography of Antoni van Leeuwenhoek,Londra, Macmillan, 1970.
John Henry,Antoni van Leeuwenhoek, inRoy Porter (a cura di),Dizionario Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali, vol. III, Milano,Franco Maria Ricci Editore, 1988, pp. 26–27.