
Glianni di piombo identificano inItalia un periodo storico compreso tra la fine deglianni 1960 e gli inizi deglianni 1980, in cui si verificò un'estremizzazione della dialettica politica che produsse violenze di piazza,lotta armata eterrorismo.[1][2][3][4]
L'espressione deriva dall'omonimo film del1981 diretto daMargarethe von Trotta, che trattava l'esperienza storica analoga e contemporanea vissuta dallaGermania Ovest.[5] Questa espressione può anche essere vista in un contesto internazionale più ampio, comprendendo le varie attività terroristiche, come lastrategia della tensione, e di appoggio a regimi dittatoriali, come l'operazione Condor, svolte in diverse nazioni durante laguerra fredda, il conflitto a distanza traStati Uniti d'America eUnione Sovietica.
L'arco di tempo del periodo così chiamato non è perfettamente definito. Si considera solitamente dalla fine deglianni sessanta all'inizio deglianni ottanta, anche se gli anni considerati di inizio e fine possono variare in funzione delle convinzioni politiche dello storico.[6][7][8] L'inizio è solitamente individuato con lastrage di piazza Fontana.[9]
Il primo caso di scontro violento delmovimento del Sessantotto contro le forze dell'ordine si ebbe aRoma il 1º marzo 1968, durante labattaglia di Valle Giulia; esso fu il primo scontro in cui gli studenti in lotta non arretrarono ma fronteggiarono le forze di polizia. Il primo morto degli anni di piombo è spesso considerato l'agente di PoliziaAntonio Annarumma, ucciso il 19 novembre 1969 aMilano, mentre il primo atto dellastrategia della tensione che caratterizzò quegli anni fu lastrage di piazza Fontana, di matrice fascista, avvenuta a Milano il 12 dicembre1969,[10] non considerando le bombe del 25 aprile di quell'anno aMilano, che non causarono morti.
Il periodo è caratterizzato da violenze in piazza di alcune organizzazioniextraparlamentari di sinistra, comeLotta Continua, ilMovimento Studentesco o altre attive neglianni settanta. Ma si formarono anche organizzazioni terroristiche di estrema sinistra comePrima Linea e leBrigate Rosse e altre attive al di fuori dell'Italia come laRote Armee Fraktion (RAF) inGermania Ovest. In quel periodo operarono anche alcuni gruppi terroristici di estrema destra, come iNAR,Ordine Nuovo,Avanguardia Nazionale eTerza Posizione, che si contrapponevano a quelli di estrema sinistra nella lotta politica.[11]
Alcuni opinionisti e commentatori politici ritengono che riguardo agli anni di piombo «esista solo una verità giudiziaria parziale, confusa e spesso contraddittoria».[12] I commentatori francesi Marc Lazar e Marie-Anne Matard-Bonucci hanno polemizzato contro la definizione di «guerra civile a bassa intensità», emersa successivamente a quegli anni.[13][14]
Il periodo si caratterizza soprattutto per diversestragi, tutte ad opera di organizzazioni o elementi diestrema destra oppureneofascisti, spesso con l'appoggio diretto o il favoreggiamento di settori deviati dello Stato italiano (su alcuni fatti non si è ancora fatta completa luce). Tra il1968 e il1974 in Italia furono compiuti 140 attentati, tra i quali:

Altri avvenimenti di questo periodo furono le agitazioni sindacali del 1969 (il cosiddetto "autunno caldo") che portarono alla promulgazione delloStatuto dei lavoratori (legge n. 300 del 20 maggio1970), la legge Fortuna-Baslini (legge n. 898 del 1º dicembre1970) che istituì ildivorzio in Italia, e il referendum del1974, con il quale fallì il tentativo di abrogare tale legge. Un evento un po' passato sotto silenzio fu, il 15 agosto1971, la decisione del presidente americanoRichard Nixon di sospendere la convertibilità deldollaro inoro, abrogando di fatto ilsistema aureo raggiunto con gliaccordi di Bretton Woods.
Nel settembre1972, durante leOlimpiadi di Monaco di Baviera, un commando di terroristi palestinesi appartenenti aSettembre Nero uccise due atleti israeliani e ne rapì altri nove, chiedendo il rilascio di ben 234fedayin detenuti; nella sparatoria che ne seguì rimasero uccisi cinque terroristi, un pilota di elicottero, un poliziotto tedesco, e tutti i nove ostaggi israeliani.
Nell'autunno del1973 l'OPEC rincarò il prezzo del petrolio, provocando lacrisi energetica del 1973, poi seguita dallacrisi energetica del 1979. L'Italia fu costretta ad intraprendere una politica di risparmio energetico (chiamata in gergo giornalistico "austerity") che coinvolse le abitudini quotidiane degli italiani. Nel1975 ci fu la riforma del diritto di famiglia, con la quale venne sancita la parità tra i coniugi. Nello stesso anno venne abbassata la maggiore età da 21 a 18 anni con la conseguente estensione del diritto di voto ai diciottenni.
Alle elezioni amministrative del 1975 e alle politiche del 1976 si affermano i partiti della sinistra. La Democrazia Cristiana rimane il primo partito, ma il Partito Comunista Italiano ottiene ben il 33% dei consensi.
A fine1975 fu firmato iltrattato di Osimo, il quale sanciva la cessione allaJugoslavia della Zona B dell'exTerritorio Libero di Trieste, riconoscendo lo Stato di fatto venutosi a realizzare dopo la fine dellaseconda guerra mondiale. Neglianni settanta, inItalia si raggiunge il record deisequestri di persona a scopo di estorsione, compiuti soprattutto da bande della'Ndrangheta e dell'Anonima sarda: si registrarono infatti in tutto 40 rapimenti nel1974, 62 nel1975, 47 nel1976 e 75 nel1977[15]. Verso la fine deglianni settanta si fermò la crescita della popolazione italiana, che si stabilizzò poco sotto i 60 milioni di abitanti.
Sul finire deglianni sessanta l'economia italiana era cresciuta rapidamente e il miglioramento del tenore di vita, iniziato con ilmiracolo economico italiano, era percettibile. La mortalità infantile si era fortemente ridotta e l'analfabetismo era praticamente scomparso.
In quegli anni si stava anche formando una crescita culturale, con effetti favorevoli in occasione delle consultazioni elettorali. Nello stesso tempo tuttavia cominciavano le prime grandi manifestazioni e sconvolgimenti sociali, come ad esempio lacontestazione giovanile delSessantotto e l'autunno caldo.
La continua crescita delPartito Comunista Italiano non era ben vista dagliStati Uniti, che valutarono il passaggio a forme d'intervento più incisive, rispetto al precedente finanziamento della sinistra non comunista[16].

L'inizio degli anni di piombo si sovrappone al periodo dellacontestazione studentesca, che interessò l'Italia e l'Europa.
Il1969 fu un anno ancora denso di contestazioni. Dopo le proteste studentesche arrivarono le lotte dei lavoratori per i rinnovi contrattuali, con forti contrasti nei posti di lavoro e nelle fabbriche. Era il cosiddetto «autunno caldo».
Il 25 aprile di quell'annoscoppiò un ordigno a Milano, al padiglioneFIAT dellaFiera provocando diversi feriti gravi, ma nessun morto, e una bomba venne ritrovata all'Ufficio Cambi dellaStazione Centrale. Qualche mese dopo, il 9 agostoesplosero otto bombe su diversi treni, che provocarono 12 feriti. Responsabili di tutti questi attentati risultaronoFranco Freda eGiovanni Ventura, dell'organizzazione terroristica neofascistaOrdine Nuovo.
Il 19 novembre, durante una manifestazione a Milano dell'Unione Comunisti Italiani morì l'agente di poliziaAntonio Annarumma, colpito da un tubo d'acciaio mentre si trovava alla guida di un fuoristrada. Per diversi storici è la prima vittima degli anni di piombo[17].
Il 12 dicembre avvennero inItalia, nell'arco di 53 minuti, 5 attentati. Il più grave fu lastrage di piazza Fontana: aMilano una bomba esplosa nella sede dellaBanca Nazionale dell'Agricoltura provocò 17 morti e 88 feriti.
Le stragi contribuirono a far precipitare il clima già agitato. Se già c'erano turbolenze e manifestazioni di piazza che degeneravano in guerriglia urbana, il livello dello scontro si alzò sempre di più. Per gli attentati vennero immediatamente accusate anarchici o persone di sinistra che poi si riveleranno estranee, comeGiuseppe Pinelli (morto durante un interrogatorio precipitando in circostanze misteriose da una finestra della Questura di Milano) ePietro Valpreda. Comparvero all'opinione pubblica indizi di depistaggi e di collusioni occulte di settori dello stato (successivamente confermati) e si cominciò a parlare di «strage di Stato».
Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre1970 l'ex comandante fascistaJunio Valerio Borghese, a capo delFronte Nazionale, tentò uncolpo di Stato passato alla storia come «Golpe Borghese» e che, per motivi non chiariti, venne improvvisamente annullato mentre era in fase di avanzata esecuzione.
Asinistra nascono organizzazioni come iGruppi d'Azione Partigiana (GAP),Nuclei Armati Proletari (NAP),Prima Linea (PL), iComitati Comunisti Rivoluzionari (Co.Co.Ri), iProletari Armati per il Comunismo (PAC), leBrigate Rosse (BR);
Adestra ilFronte Nazionale Rivoluzionario, iNuclei Armati Rivoluzionari (NAR),Ordine Nuovo,Ordine Nero,Terza Posizione,Avanguardia Nazionale.
Nel quadro di quella che verrà poi definita da alcuni storici comestrategia della tensione, la società sembrava sempre più divisa e si formarono gruppi che facevano politica extraparlamentare e non rifiutavano la violenza. In qualche area di sinistra si passò alla clandestinità e alla lotta armata. Nella società si generò sempre più un clima di insicurezza e pericolo, anche perché non furono compiuti soltanto attentati clamorosi, ma si verificò uno stillicidio continuo di attacchi contro obiettivi minimi, singoli cittadini, forze dell'ordine, fattorini di banca, in esecuzione di disegni talvolta rimasti ignoti e misteriosi. Tra le forze governative e nell'opinione pubblica moderata prese piede lateoria degli opposti estremismi. Questa teoria fu avallata in seguito a un rapporto del prefetto di MilanoLibero Mazza, scritto successivamente agli scontri avvenuti in città il 12 dicembre 1970 tra militanti del MS e le forze dell'ordine: il testo del documento, diventato pubblico quattro mesi dopo, scatenò dure polemiche soprattutto dalla stampa e dagli uomini politici di sinistra.
L'Unità attaccò duramente il rapporto del prefetto, che metteva sullo stesso piano l'estremismo di sinistra e lo stragismo di destra,Eugenio Scalfari, futuro direttore del quotidianola Repubblica, accusò il prefetto di essere fazioso e di falsificare la realtà, il sindacoAldo Aniasi, che era sempre stato favorevole al disarmo della polizia, deplorò le tesi di Mazza, considerandole inutilmente allarmistiche e politicamente pericolose (e lamentò che del documento non gli fosse stata data visione prima dell'invio al Ministro dell'Interno Franco Restivo)[6]. Solo il vicedirettore deLa Stampa,Carlo Casalegno (ucciso nel 1977 dalleBrigate Rosse) prese le difese di Mazza[18].
Nelle manifestazioni di piazza molti manifestanti si presentano mascherati e spesso armati di spranghe, mazze, chiavi inglesi[19], bottigliemolotov.
A Milano il 3 marzo 1972 leBrigate Rosse compiono il loro primo sequestro di persona, rapendo l'ingegner Idalgo Macchiarini, dirigente della Sit-Siemens, che prelevato di fronte allo stabilimento, sarà fotografato con un cartello al collo con scritto: «Mordi e fuggi. Niente resterà impunito.Colpiscine uno per educarne cento. Tutto il potere al popolo armato!» e sottoposto ad un interrogatorio (chiamato dalle Brigate Rosse «Processo Proletario nel Carcere del Popolo») di quindici minuti sui processi di ristrutturazione in corso nella fabbrica. A questa azione ne seguiranno altre, in un crescendo di intensità e di rilevanza delle persone rapite. A Genova il 18 aprile 1974 l'obiettivo si sposta verso persone che sono parte delle strutture delle istituzioni, nella loro logica di attacco allo Stato, rapisconoMario Sossi, un magistrato che l'anno precedente era statoPM nel processo che portò alla condanna dei membri del gruppo terroristicoGruppo XXII Ottobre, Sossi fu rilasciato a Milano il 23 maggio 1974.
Pochi mesi dopo i brigatistiRenato Curcio eAlberto Franceschini furono arrestati dai carabinieri del generaleCarlo Alberto dalla Chiesa.
Almeno fino alsequestro Moro le azioni brigatiste ricevettero l'ammirazione da parte di strati della popolazione, in particolar modo da alcuni di quei gruppi sociali politicamente attivi dalla fine degli anni sessanta, mentre le loro azioni terroristiche erano condannate come opere di fascisti provocatori dalla stampa di sinistra[20].
Nel 1974 nacquero, sempre nell'area della sinistra rivoluzionaria, iNuclei Armati Proletari, che presero piede soprattutto nell'Italia centro meridionale, attivi fino al 1978, con particolare focus presso il sottoproletariato, i disoccupati e le carceri. La cui azione più eclatante avvenne nel maggio 1975 con ilSequestro Di Gennaro e rivolta nel carcere di Viterbo, quando ottennero l'accettazione delle loro condizioni prima di liberare il giudice Di Gennaro sequestrato.
I partiti di governo – laDemocrazia Cristiana, ilPartito Socialista Italiano, ilPartito Socialista Democratico Italiano, ilPartito Repubblicano Italiano e ilPartito Liberale Italiano – rafforzati dal sostegno delPartito Comunista Italiano, trovarono l'intesa politica per elaborare una serie di leggi per far fronte alla situazione di crisi che il Paese stava vivendo.
In ragione dell'emergenza terrorismo, si producono alcuni significativi interventi legislativi, sottoposti anche al vaglio della Corte costituzionale[21], che rafforzano, tra l'altro, i poteri di intervento e di uso delle armi da parte delleforze di polizia, ma sempre nel rispetto delle riserve di legge e di giurisdizione, previste dalla Costituzione.


L'anno della svolta violenta, quello che caratterizza il periodo, è probabilmente il1977, così riassunto daPrimo Moroni eNanni Balestrini[25]: «Nel '77, divampò la generalizzazione quotidiana di un conflitto politico e culturale che si ramificò in tutti i luoghi del sociale, esemplificando lo scontro che percorse tutti gli anni settanta, uno scontro duro, forse il più duro, tra le classi e dentro la classe, che si sia mai verificato dall'unità d'Italia. Quarantamila denunciati, quindicimila arrestati, quattromila condannati a migliaia di anni di galera, e poi morti e feriti, a centinaia, da entrambe le parti».
Gli obiettivi scelti dai brigatisti erano dirigenti aziendali (spesso indicati dagli stessi operai che utilizzano le BR per rompere la disciplina di fabbrica), esponenti della DC, medici e giornalisti accusati di mettere la loro capacità professionale al servizio dell'antiguerriglia[26].

L'11 marzo1977, durante scontri aBologna, le forze di polizia risposero a un lancio di molotov sparando numerosi colpi e lo studentePier Francesco Lorusso, simpatizzante diLotta Continua, cadde colpito a morte da un proiettile. Alle successive proteste degli studenti il Ministro dell'InternoFrancesco Cossiga rispose inviandomezzi cingolati nel centro di Bologna[27]. Il carabiniere Massimo Tramontani dichiarò che, all'arrivo di alcune bottiglie molotov, aveva vuotato il caricatore del proprio fucile Winchester, e successivamente, dopo che una molotov aveva causato un principio d'incendio sulla fiancata del suo camion era balzato a terra sparando con la sua pistola, ma sempre in aria. Al contrario, lavoratori della Zanichelli testimoniarono di aver visto un agente sparare contro i manifestanti diversi colpi in rapida successione, dopo essersi appoggiato col braccio destro su un'auto per mirare bene. Tramontani fu assolto perché il proiettile che uccise lo studente non fu trovato, e non si poté dimostrare che era fra quelli sparati da lui. Le perizie accertarono che quando fu colpito Lorusso e altri stavano fuggendo dalla polizia; il proiettile entrò dal petto perché si era girato un attimo indietro per guardarsi le spalle.[28][29][30]
Il 31 marzo Venezia fu scossa dai tumulti dellenotti dei fuochi del Veneto. Il 22 marzo aRoma morì l'agente di P.S.Claudio Graziosi, ucciso dal militante deiNAPAntonio Lo Muscio mentre tentava di arrestare su un autobus le due terroristeMaria Pia Vianale eFranca Salerno. Nello scambio di colpi d'arma da fuoco tra i compagni di Graziosi e l'assassino fu colpita a morte anche una guardia zoofila, Angelo Cerrai[6].
Il 5 aprile aNapoli viene rapitoGuido De Martino, figlio dell'ex segretario socialistaFrancesco De Martino, che verrà liberato il 15 maggio dopo confuse trattative e pagamento di un riscatto di un miliardo di lire. Il rapimento fu inizialmente rivendicato da un gruppo combattente diSesto San Giovanni vicino ai NAP, con telefonate a giornali e agenzie di stampa, imponendo la lettura di un loro messaggio in televisione. Questa rivendicazione venne smentita da un successivo comunicato nappista aIl Messaggero diRoma che accusava del rapimento il terrorismo nero. Sul fatto, il primo che vide coinvolto direttamente un politico italiano di alto livello, non è mai stata fatta piena luce[31].

Il 21 aprile1977 a Roma, nel corso degli eventi che seguirono lo sgombero dell'Università, militanti dell'area dell'autonomia spararono contro le forze dell'ordine. L'allievo sottufficiale di P.S.Settimio Passamonti, raggiunto da due colpi, cadde ucciso. L'agente Antonio Merenda, altri due agenti e un carabiniere furono feriti, ma si salvarono. Rimase ferita anche Patrizia Bermier, giornalista.
Il 28 aprile1977 aTorino fu ucciso dal nucleo delle Brigate Rosse formato daRocco Micaletto,Lorenzo Betassa,Raffaele Fiore eAngela Vai, l'avvocatoFulvio Croce, presidente dell'Ordine degli avvocati di Torino, nel tentativo di far saltare il processo al cosiddetto «nucleo storico» dell'organizzazione. Il 12 maggio1977 a Roma, a ponte Garibaldi, durante una manifestazione caratterizzata da duri scontri con le forze dell'ordine venne uccisa la studentessaGiorgiana Masi, feriti Elena Ascione e il carabiniere Francesco Ruggiero. Il 14 maggio1977 a Milano, nel corso di una manifestazione, alcuni manifestanti dell'area dell'Autonomia estrassero le pistole, presero la mira e aprirono il fuoco contro la polizia, uccidendo l'agente di P.S.Antonio Custra. Un fotografo riprese la scena di un dimostrante che a mani giunte punta la pistola contro la polizia e spara. È il tempo delleP38. Le pagine di cronaca delCorriere della Sera rifiutarono di pubblicare quella foto, a differenza degli altri quotidiani. Più tardi risultò che lo sparatore, identificato, non era l'assassino di Custra, e ciò bastò a farne, per alcuni, una sorta di innocente perseguitato[6].
Il 3 ottobre1977, dopo due giorni di agonia, morì aTorinoRoberto Crescenzio. Durante una manifestazione rimase gravemente ustionato a causa di unaMolotov lanciata durante un attacco al locale dove si trovava come cliente, il barAngelo Azzurro. La manifestazione era stata organizzata da vari gruppi di sinistra in risposta all'omicidio dello studente Walter Rossi avvenuto il 30 settembre a Roma ad opera di due giovani neofascisti[32].
L'inizio del1978 fu segnato da un avvenimento che provocò nelle file della destra eversiva una reazione che avrebbe avuto ripercussioni sensibili anche nei successivi anni: lastrage di Acca Larentia[26]. La sera del 7 gennaio, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, giovanimissini della sezione Acca Larentia nel quartiereTuscolano aRoma, furono uccisi a colpi di mitragliettaSkorpion sparati da un gruppo armato successivamente rivendicatosi come «Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale». La sera stessa, in seguito agli scontri con le forze dell'ordine, anche un terzo giovane attivista delFronte della Gioventù, Stefano Recchioni, fu ucciso da un colpo di pistola sparato ad altezza d'uomo dal capitano dei carabinieri Edoardo Sivori[26]. Questo fatto segnò l'inizio di un'offensiva delterrorismo nero (protagonista il gruppo armato deiNAR) non solo contro le forze antifasciste ma anche contro lo Stato, considerato corresponsabile di quel fatto di sangue. Tra gennaio e febbraio varie organizzazioni di sinistra uccisero ancheCarmine De Rosa (sorvegliante FIAT a Cassino), l'agenteFausto Dionisi aFirenze e il notaioGianfranco Spighi aPrato, mentre le BR assassinarono il consigliere di CassazioneRiccardo Palma (Roma, 14 febbraio) e il marescialloRosario Berardi (Torino, 10 marzo)[26].

Il 16 marzo1978 avvenne l'agguato di via Fani a Roma, con lo sterminio della scorta, il sequestro e il successivo assassinio dell'allora presidente della Democrazia CristianaAldo Moro, consumato il 9 maggio1978 da un commando delleBrigate Rosse, che definirono l'azione come «attacco al cuore dello Stato»[6]. Durante il processo presso la Corte d'assise diRoma la moglie di Moro,Eleonora Chiavarelli, affermò che i mitra della scorta si trovavano nei bagagliai delle auto per il fatto che «questa gente le armi non le sapeva usare perché non facevano mai esercitazioni di tiro, non avevano abitudine a maneggiarle, tanto che il mitra stava nel portabagagli. Leonardi ne parlava sempre. "Questa gente – diceva – non può avere un'arma che non sa usare. Deve saperla usare. Deve tenerla come si deve. La deve tenere a portata di mano. La radio deve funzionare, invece non funziona." Per mesi si è andati avanti così. Il maresciallo Leonardi e l'appuntato Ricci non si aspettavano un agguato, in quanto le loro armi erano riposte nel borsello e uno dei due borselli, addirittura, era in una foderina di plastica»[6]; quest'ultima frase è stata smentita dalla vedova del maresciallo Leonardi, dichiarando che il marito «ultimamente andava in giro armato perché si era accorto che una macchina lo seguiva»[6]. Uno dei brigatisti presenti in via Fani,Franco Bonisoli, dichiarò che la decisione di rapire il presidente democristiano «fu presa una settimana prima, fu fissato un giorno, poteva essere il 15, poteva essere il 17»[6].
Nel corso degli anni alcuni collaboratori hanno dichiarato che durante una visita a Washington, Moro ebbe un duro scontro con l'allora Segretario di StatoHenry Kissinger (contrario a un'eventuale entrata del PCI nel governo italiano)[33][34]. SecondoSergio Flamigni,Steve Pieczenik (consigliere del Presidente degli Stati UnitiJimmy Carter) fu il regista del «depistaggio del lago della Duchessa», con l'approvazione diFrancesco Cossiga mentre, nello stesso giorno, qualcuno faceva in modo che fosse scoperto il covo BR di via Gradoli[35].
Il 18 marzo 1978 due giorni dopo il rapimento Moro vengono assassinati a MilanoFausto Tinelli e Lorenzo (Iaio) Iannucci, all'epoca diciottenni, frequentanti il Centro Sociale Leoncavallo, uccisi da otto colpi di pistola a opera di estremisti di destra e successivamente rivendicato anche dai NAR.
In seguito all'omicidio, il 10 maggio 1978, l'allora Ministro dell'InternoFrancesco Cossiga si dimise. Il generale dei carabinieriCarlo Alberto dalla Chiesa fu incaricato il 10 agosto successivo (con decreto dell'allora Presidente del ConsiglioAndreotti) di coordinare la lotta contro il terrorismo. Dalla Chiesa impiegò tecniche innovative nelle indagini sul terrorismo ed ottenne notevoli risultati. Nel1982 fu inviato in Sicilia come prefetto per la lotta alla mafia ma, privo delle risorse e del sostegno politico del quale aveva goduto nel precedente incarico, fu totalmente lasciato solo e cadde assassinato dalla mafia a Palermo, assieme alla giovane moglie,Emanuela Setti Carraro, il 3 settembre1982.

Dal giugno1978 al dicembre1981 aumentarono gli agguati, le uccisioni e i ferimenti terroristici. Le statistiche segnalarono una continuità di attentati mai conosciuta in Europa: il numero delle organizzazioni armate attive in Italia era passato da 2 nel1969 a 91 nel1977, e a 269 nel1979. In quello stesso anno si registrò la cifra record di 659 attentati[34]. Tuttavia l'anno con più vittime fu il1980 in cui morirono 125 persone, di cui 85 nellastrage della stazione centrale di Bologna[34].
Probabilmente secondo per risonanza internazionale solo alsequestro Moro fu il sequestro del generalestatunitenseJames Lee Dozier ad opera delleBrigate Rosse, che coincise nel tempo con il periodo considerato comunemente come conclusivo di un ciclo degli anni di piombo. Il sequestro Dozier destò scalpore per la capacità delle Brigate Rosse di colpire un obiettivo militare tanto significativo: il generale era infatti all'epoca vice comandante dellaNATO nelSud Europa e venne sequestrato aVerona il 17 dicembre1981. Fu poi liberato aPadova il 28 gennaio1982 da un'azione deiNOCS.

Lentamente verso il finire del decennio gli episodi di violenza scemarono. In particolare crollò il sostegno alle Brigate Rosse dopo l'assassinio dell'operaioGuido Rossa nel1979. Rossa aveva denunciato un suo collega sorpreso a distribuire materiale di propaganda delle BR. Gli anni di piombo stavano terminando, l'opinione che la lotta armata potesse portare al cambiamento dell'assetto costituzionale dello Stato stava cessando. Lo scrittoreBifo Berardi, già esponente della sinistra extraparlamentare, ha affermato: «Alla fine del decenniosettanta ogni comportamento antilavorista venne colpevolizzato, criminalizzato e rimosso, [...] il realismo del capitale riprendeva il posto di comando, con il trionfo delle politiche neoliberiste. Iniziava la controffensiva capitalistica, la vita sociale veniva nuovamente sottomessa alla produttività, la competizione economica veniva santificata come unico criterio di progresso.»[36].
All'inizio deglianni novanta ilgiudice per le indagini preliminari diSavona Fiorenza Giorgi, nel decreto di archiviazione relativo ad un'indagine sualcune bombe esplose in città tra il1974 e il1975, compie un'analisi degli attentati avvenuti nella prima fase della strategia della tensione, in cui, tra le altre cose, cita le coperture garantite dai servizi italiani ad alcune azioni terroristiche e all'operato di personaggi comeJunio Valerio Borghese. Secondo quanto riportato dal giudice:
(Tribunale di Savona, ufficio del giudice per le indagini preliminari, Decreto di archiviazione procedimento penale 2276/90 R.G. pag 23 a 25[37].)
Le azioni terroristiche del triennio 1978-1981 intimorirono l'opinione pubblica e diedero l'impressione che fosse in atto qualcosa di inarginabile: qualcuno, drammatizzando, parlò di soglia della guerra civile[34]. In realtà (ma lo si capì solo a posteriori) quegli attacchi terroristici erano colpi di coda pericolosi, ma senza prospettive: il generaleCarlo Alberto dalla Chiesa era stato investito delle più ampie responsabilità per la lotta al terrorismo e mise presto a segno qualche colpo di grande efficacia[38].
Il 29 maggio1982 fu approvata definitivamente la legge n. 304, che prevedeva forti sconti di pena per chi avesse dato «contributi utili alla lotta contro l'eversione». Per le organizzazioni terroristiche fu una legge devastante, poiché molti militanti iniziarono a collaborare con i giudici rivelando i nomi dei complici[38].
Da quella data, fino al1988, ci furono altri colpi di coda, ma si trattava comunque di episodi relativamente isolati. L'idea che la lotta armata potesse essere un mezzo per risolvere i conflitti sociali aveva perso alquanto credito anche nelle ali estreme di entrambi gli schieramenti politici.
La fine degli anni di piombo fu segnata anche dalla fine di quella che era definita "giurisprudenza d'emergenza". Nel giugno 1985 una sentenza dellaCorte di Cassazione ridusse l'ampiezza della responsabilità in concorso morale, che prima veniva applicata agli appartenenti ad una banda armata semplicemente in quanto aderenti ad essa, ponendo quindi in primo piano la responsabilità personale dell'effettuazione dell'azione criminale per valutarne il giudizio penale[39].
La fine degli anni di piombo non significò la fine del terrorismo ma il succedersi di singoli attentati e singoli episodi tendenti ad agire sui conflitti sociali e politici non riuscì più a mettere in pericolo la forma costituzionale-parlamentare dello Stato.
Ci fu un tentativo di ricostituzione delle Brigate Rosse, con la formazione delleNuove Brigate Rosse, che pur praticando attentati e omicidi, fino al 2006, non trovarono più nella società italiana, cambiata rispetto agli anni '70, aree entro cui riprodursi fino a creare una rete terroristica simile a quella sviluppata dalle Brigate Rosse a cui si ispiravano.
Il politologoErnesto Galli della Loggia esaminò il problema dell'anomalia italiana in riferimento al terrorismo mettendo in luce come l'Italia sia il solo grande Paese europeo ove il terrorismo politico abbia una sua lunga cittadinanza (con l'eccezione dell'Irlanda del Nord e deiPaesi Baschi, che hanno problematiche differenti). La sua analisi, che imputa questa caratteristica a un fondo di violenza proprio della società italiana, suscitò consensi e dissensi[40].
Alcuni commentatori hanno sostenuto che, in contrapposizione con le spinte innovative espresse dalla società nelSessantotto, «il terrorismo riuscì paradossalmente nell'obiettivo che non era riuscito alla strategia stragista: soffocare la partecipazione democratica, ricacciare i cittadini spaventati nelle proprie case, far prevalere la logica della repressione e della paura. Gli "anni di piombo" segnarono la fine di quella stagione, che poi regredì nel cosiddetto "riflusso" deglianni '80»[41]. Secondo altri commentatori, comeIndro Montanelli eMassimo Fini, gli anni di piombo sono stati una conseguenza del Sessantotto[42], in cui i contestatori seri erano quelli che impugnarono la pistola diventando terroristi[43][44].
Lo stesso Montanelli, ferito dalle BR nel1977, perdonò i suoi attentatori dopo che si eranodissociati dallalotta armata[45] e in più occasioni si dichiarò favorevole ad un atto di clemenza verso i terroristi che si erano ravveduti[45][46], spiegando:
Agli anni di piombo s'ispirano alcune opere di narrativa italiana, quasi tutte di tipo documentaristico, con pochissimo spazio all'immaginazione[48].
Uno dei primi romanzi su questa tematica risulta essereCaro Michele, diNatalia Ginzburg. AncheAlberto Moravia scrisse sul terrorismo nel suo romanzoLa vita interiore, del 1978. Copiosa la narrativa sulla vicenda di Aldo Moro: nello stesso anno in cui accadde,Leonardo Sciascia pubblicòL'affaire Moro, mentreAlberto Arbasino diede alle stampeIn questo Stato. Trattano di questi anni anche i romanzi postumi diPier Paolo Pasolini (Petrolio) eGoffredo Parise (L'odore del sangue). La scrittrice statunitenseRachel Kushner ha ambientato nella Roma della manifestazione del marzo 1977 un capitolo del suo romanzoThe Flamethrowers (Scribner, 2013, trad. it.Il lanciafiamme, Ponte alle Grazie, 2014).Il romanzoLa guerra di Nora, scritto daAntonella Tavassi La Greca sotto forma di diario, permette di ricostruire una vicenda ambientata negli anni di piombo.
Segue un elenco di romanzi ambientati negli anni di piombo:
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