Unanglicismo,[1]anglismo[2] oinglesismo[3] è unaparola o una costruzione dellalingua inglese che viene recepita in un'altra lingua.
Esistono tre definizioni principali dianglicismo:[senza fonte]
- secondo alcuni linguisti, il termine si adatterebbe anche a forme complesse, ad esempio allafraseologia, oppure alcalco semantico;
- secondo altri, comeArrigo Castellani, questo termine indica soltanto quelle parole che non seguono contemporaneamente lafonotassi e l'ortografia della lingua d'arrivo;
- secondo una terza definizione, condivisa daAntonio Zoppetti, sono anglicismi soltanto quei termini che non seguono l'ortografia della lingua di arrivo, cioè che non si leggono come si scrivono (e, generalmente, viceversa).
Secondo la prima definizione, quindi,nessun problema,sport emovie sono tre esempi di anglicismo, rispetto ai corrispettivi italianidi niente,diporto epellicola.
Secondo la seconda definizione,nessun problema è una locuzione italiana, poichéadattata, masport emovie rimangono anglicismi.
La terza definizione vuolenessun problema esport come espressioni italiane, mentre movie sarebbe un anglicismo, la cui alternativa italiana sarebbepellicola o anchefilm.
Molti degli anglicismi maggiormente in uso riguardano glisport (come già la parola "sport") di importazione, ai quali è legato un gergo specialistico. Nel gergo delcalcio, ad esempio, sono presenti molti termini inglesi che però vengono citati spesso anche in italiano:goal (rete, gol),corner (calcio d'angolo) etackle (contrasto), è praticato daclub (circoli, società) in cui ci sonobomber (cannonieri) emister (allenatori).Pallavolo etennis si giocano inset (suddivisione di un incontro) evitando che la palla vada innet (rete).
Passando invece al campo tecnologico, l'italiano subisce sempre di più il sopravvento di termini stranieri (perlopiù inglesi) per nominare oggetti o altro. Questa tendenza non è invece presente (o perlomeno è presente in maniera assai più limitata) in altri paesi ove è presente una tutela della lingua nazionale, come ad esempio in Francia. Termini qualicomputer hanno preso completamente il posto del corrispettivo italiano (in questo caso elaboratore, calcolatore o anche cervello elettronico), cosa che non è invece avvenuta in altre nazioni dilingua romanza. Un altro esempio può essere il terminemouse (letteralmente "topo") ovvero il puntatore elettronico. Questo termine è stato invece tradotto dai francesi (souris), spagnoli (ratón) e portoghesi (rato).
Un altro noto anglicismo èguardrail, che si è totalmente radicato da sempre nell'uso comune, visto che le alternative italiane proposte nel secolo scorso come: "guardavia", "sicurvia", "guardastrada" e l'elvetismo "guidovia" non hanno riscosso alcun successo, essendo poco usate.[4][5]
Allo stesso modo, la presenza degli anglicismi è oramai notevole o predominante in molti altri campi, tra cui compaiono quello medico, quello finanziario, quello inerente all'informazione, ecc.
Più recentemente, a partire dalla fine del secolo scorso, si è verificato un incremento degli anglicismi anche nella politica italiana. Alcuni esempi possono esseredevolution anzichédecentramento istituzionale,austerity per austerità,spending review per tagli sulla spesa pubblica, e in maniera incorrettanew town (città di fondazione) per indicare il piano di ricostruzione edile provvisoria in zone colpite da calamità oppureticket (biglietto) per la tassa sulle prestazioni sanitarie, oJobs Act (il nome di uno specifico atto del parlamento) per una riforma del diritto del lavoro. Vi è inoltre una grave mancanza di traduzioni italiane ai nomi di leggi o regolamenti ufficiali provenienti dall'Unione Europea, come ad esempio ilrecovery fund.
La diffusione degli inglesismi è favorita dalla mancanza di organi volti alla tutela della lingua ed alla formazione dineologismi per tradurre nuovi termini.
Il contrasto agli inglesismi è spesso attribuito esclusivamente ai cosiddetti "puristi", i quali identificano nell'abuso di termini inglesi una pratica negativa, o totalmente superflua, sulla base della convinzione che vi siano già parole adeguate nella lingua che riceve ilprestito.
Ma non vi è solo il "purismo" ad opporsi alla diffusione della terminologia anglosassone. Vi sono altre due correnti di pensiero: la prima, sostanzialmente tecnica, evidenzia un decremento della quantità d'informazione circolante nel sistema parlatore/ascoltatori, a causa della bassa, o nulla, comprensibilità del messaggio da parte di chi non conosce l'inglese.
La seconda, di più ampia concezione, mira a proteggere il patrimonio linguistico non solo in quanto tale, ma soprattutto in quanto elemento strutturale di ogni forma di patrimonio culturale, poiché impoverisce gli scambi informativi fra i componenti di una comunità linguistica.
Nell'Italia deglianni trenta, il regime fascista avviò una campagna diitalianizzazione volta a combattere gli inglesismi ed altri prestiti linguistici. La campagna coordinata e promossa daAchille Starace aveva come scopo l'eliminazione di parole straniere dalla lingua della quotidianità onde affievolire le potenziali influenze di culture allogene. La campagna venne estesa anche ai nomi di persona (ad esempioWanda Osiris venne ribattezzata "Vanda Osiri") ed alla toponomastica (ad esempio la cittadina piemontese diSalbertrand rinominata ex novo "Salbertrano")
Se da un lato l'iniziativa metteva in risalto la ricchezza e l'efficacia del lessico italico con termini quali "caffè" in luogo dibar, "circolo" perclub, "palla ovale" perrugby, dall'altro sviliva il significato e l'estetica dell'oggetto in questione, comecachet (in origine lacompressa medicinale) sostituito con "cialdino" esport con "diporto", quest'ultimo puntualmente evitato.
Va detto che gli interventi contro iforestierismi dellaReale Accademia d'Italia ed anche quelli di autori comePaolo Monelli con il suoBarbaro dominio, erano rivolti soprattutto contro il francese che all’epoca rappresentava la lingua dalla maggiore interferenza. Caduto il regime, l’entrata degli anglicismi è però aumentata consistentemente “per poi prendere il sopravvento su ogni altra [lingua] dopo la Seconda guerra mondiale” (Migliorini-Baldelli,Breve storia della lingua italiana, Sansoni, Firenze 1984, p. 342).
Nel 1987, l’invadenza dell’inglese nell’italiano è stata posta come un problema daArrigo Castellani attraverso un articolo intitolato il “Morbus Anglicus” (“Morbus Anglicus”, in Studi linguistici italiani, n. 13, 1987, Salerno Editrice, Roma, pp. 137–153), che lanciava un allarme di denuncia dell’anglicizzazione della lingua italiana.[6] Di parere contrario erano inveceLuca Serianni eTullio De Mauro, che contrastarono le sue tesi sostenendo che l’interferenza dell’inglese era un fenomeno normale, tesi che si è affermata in seguito nel pensiero dominante tra i linguisti. De Mauro, in particolare, mostrò con le statistiche la scarsa incidenza dell’inglese nelle voci dei dizionari (a quei tempi intorno all’1% dei lemmi) e soprattutto la loro diffusione nei linguaggi di settore, e non nella lingua comune o di base.
Negli ultimi anni, al contrario, sia Serianni[7] sia De Mauro hanno parzialmente riveduto le loro posizioni. Quest’ultimo, in particolare, dopo aver dichiarato che nel nuovo millennio “gli anglismi hanno scalzato il tradizionale primato dei francesismi e continuano a crescere con intensità, insediandosi (...) anche nel vocabolario fondamentale”[8] ha commentato che ai giorni nostri siamo di fronte a uno “tsunami anglicus”[9].
Nel 2015, in seguito alla petizione diAnnamaria Testa, “Dillo in italiano” che ha raccolto 70.000 firme contro l’abuso dell’inglese, l’Accademia della Crusca ha costituito il Gruppo Incipit per monitorare il fenomeno e arginare gli anglicismi incipienti con sostitutivi italiani. In questo contesto, il tema del ruolo e dell’impatto degli inglesismi sulla lingua italiana è tuttora aperto e al centro di dibattiti. Tra i “negazionisti” che si dichiarano non preoccupati per il fenomeno ci sono linguisti comeGiuseppe Antonelli[10] o Salvatore Sgroi.[11] Tra gli studiosi che si sono invece dichiarati allarmati ci sono autori comeGabriele Valle[12] oAntonio Zoppetti.
Di diversa consistenza è invece la lotta agli anglismi tuttora condotta nei paesifrancofoni: specialmente i governi diFrancia eQuébec sono impegnati nell'impedire l'accesso degli anglismi nella lingua quotidiana. Nel panorama francese, in particolare, un ruolo rilevante viene svolto dallaLegge Toubon.[13]
Uno dei campi in cui tale azione di contrasto si manifesta in modo rilevante è quello della terminologiainformatica, che per molte ragioni è profondamente dipendente dall'inglese. Si sono quindi creati ex novo, o ripescati artificiosamente per deduzione o costruzione dalla lingua antica, numerosi termini da utilizzare in luogo dei corrispondenti anglismi: si ha perciò un "logiciel" per il "software", un "octet" (che in verità ha originato anche l'italiano "ottetto") per il "byte" e un originale "clavardage" (contrazione diclavier, tastiera, ebavardage, chiacchiera) per la "online chat" (il termineclavardage è stato elaborato direttamente ed autorevolmente dall'Académie française). Più di recente è stato coniato un interessante neologismo:courriel = posta elettronica, creato fondendo il terminecourrier (posta) conel, abbreviazione di "elettronico" e, di conseguenza,pourriel, combinandopoubelle (pattumiera) e courriel, con il significato di "spam".
Le ragioni storiche di questo forte contrasto risiedono probabilmente nella caduta d'importanza della propria lingua nel corso delNovecento: giàlingua franca in passato, ilfrancese ha ceduto il passo all'inglese per effetto della supremazia anglo-americana nella politica internazionale e per i rilevanti progressi nei campi della tecnologia, delle scienze e dei commerci, specialmente dopo la fine dellaseconda guerra mondiale. Opacizzata lagrandeur della nazione transalpina, il timore di vedere anche la propria prestigiosa lingua adulterata da commistioni esterne ha sollecitato iniziative, come detto anche ufficiali, per la sua tutela.
Per ilQuébec, invece, la vicinanza (o forse l'accerchiamento) dell'inglese ha reso il contrasto non meno duro in un'ottica di salvaguardia dell'identità nazionale che risale alle competizioni dell'etàcoloniale nel Nuovo Continente.
In realtà qualche termine o locuzione riesce ancora ad entrare nel parlato sotto forma di traduzione, talvolta anche erronea.È il caso del "paradis fiscal" (locuzione che con identico significato è in uso anche nell'italianoparadiso fiscale), che deriva da un'erratatraduzione della locuzione originale inglese "tax haven", il cuihaven (rifugio) è stato scambiato perheaven (paradiso). Il frutto dell'errore era comunque provvisto di una espressività così suggestiva che alla fine è stato adottato al posto dell'originale.
Gli anglismi sono invece penetrati con notevole ampiezza di effetti in altre lingue, tanto da doversi registrare casi di contaminazioni alquanto significative sino a vere e proprie ibridazioni.Sono i casi dellospanglish, in cui sulla basespagnola si innestano consistenti apporti dell'inglese, e delgermish (odenglish/denglisch), in cui succede altrettanto su una base ditedesco; e per l'italiano si parla dalla seconda metà del XX secolo diitanglese (oitangliano).[14]
Anglicismo | Equivalenti italiani | Note |
---|
Account | Profilo, conto, acconto | |
Bamboo | Bambù | [15] |
Bodyguard | Guardia del corpo | |
Budget | Tetto di spesa, disponibilità economica | |
Computer | Calcolatore, elaboratore | |
Database | Banca dati, base di dati | |
Eco-friendly | Ecologico, eco-compatibile | |
Escalation | Scalata, aumento graduale, intensificazione | |
Fake news | Notizie false, bufala | |
Gangster | malvivente, malfattore, criminale | |
Guardrail | barriera stradale, guardavia, sicurvia, guardastrada, guidovia | |
Hard disk | disco rigido, disco fisso | |
Igloo | Iglù | [16] |
Jet | aviogetto, aereo a reazione | |
Killer | Assassino, sicario, omicida | |
Lime | Limetta | |
Location | Luogo, ambiente, posto | |
Make up | Trucco | |
Night club | Locale notturno | |
Offline | Disconnesso, non in linea, spento, disattivato | |
Premier | Primo ministro | |
Pusher | Spacciatore | |
Query | Interrogazione | |
Ranking | Classifica, graduatoria | |
Social Network | Rete sociale | |
Staff | Personale, organico, dipendenti | |
Steward/hostess | Assistente di volo | |
Shorts | Pantaloncini | |
Supercar | Auto supersportiva | |
T-Shirt | Maglietta (a maniche corte) | |
User | Utente, cliente, utilizzatore | |
Vintage | D'epoca, d'annata | |
Week-end | Fine settimana | |
Yacht | Panfilo | |
Zip | Cerniera lampo, chiusura lampo, lampo | |
- ^Anglicismo, inTreccani.it –Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^anglismo, inTreccani.it –Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^inglesismo, inTreccani.it –Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Bruno Migliorini,Lingua e diritto. Come tradurre guardrail?, inLingua nostra, XXIV, Firenze, Sansoni, 1963, pp. 123-124.
- ^ Aldo Gabrielli,Si dice o non si dice? Guida pratica allo scrivere e al parlare corretto, Milano, Mondadori, 1969, pp. 526-528.
- ^ Arrigo Castellani,Morbus Anglicus (PDF), suitalianourgente.it.
- ^ Giulia Carrarini,Gli anglicismi minacciano l'italiano? Quattro chiacchiere con Luca Serianni, suHuffington Post, 26 aprile 2015.URL consultato il 30 maggio 2022(archiviato il 15 luglio 2021).
- ^ Tullio De Mauro,Storia linguistica dell’Italia repubblicana dal 1946 ai nostri giorni, Bari, Laterza, 2014.
- ^ Tullio De Mauro,È irresistibile l’ascesa degli anglismi?, suInternazionale, 14 luglio 2016.URL consultato il 30 maggio 2022(archiviato il 19 dicembre 2021).
- ^Fare i conti con gli anglicismi I - I dizionari dell'uso, sutreccani.it.URL consultato l'8 febbraio 2022.
- ^I "doni" ovvero le "importazioni" dell'inglese in italiano.
- ^L’itanglish e l’insegnante di inglese, sutreccani.it.URL consultato l'8 febbraio 2022.
- ^ Antonio Zoppetti,La politica linguistica francese: impariamo dalla legge Toubon, suDiciamolo in italiano, 17 aprile 2018.URL consultato il 9 luglio 2021.
- ^ Antonio Zoppetti,Anglomania compulsiva: dai singoli “prestiti” alle regole dell’itanglese, inDiciamolo in italiano, 15 marzo 2021.URL consultato il 9 luglio 2021.
- ^bambù nell'Enciclopedia Treccani, suwww.treccani.it.
- ^iglù nell'Enciclopedia Treccani, suwww.treccani.it.URL consultato il 30 maggio 2022.