DopoConcamarise è il più piccolocomune della Bassa veronese. Il paese si sviluppa sotto l'argine del fiumeAdige nella parte orientale del territorio comunale, mentre nella parte opposta, adovest, sorgono numeroselocalità (Cason, Possessione, Ronchi, Guasti, Motta), collegate dastrade che solcano lacampagna coltivata e sulle quali sorgono case a corte eville d'epoca. Il territorio del comune è inoltre bagnato dalfiume Bussè e sfiora laSS434, sulla quale però ha una propria uscita e posiziona una sviluppata zona industriale.
Il toponimo "Angiari" dovrebbe essere di facile interpretazione derivando dalla parola latinaglarea, "ghiaia". Nel932 viene citato per la prima volta comeCastrum Anglareii e successivamente con i nomi diCastrum Anglerei,Anglarei eAnglari. Tutto ciò trova conferma nel fatto che nel passato qui, presso la riva dell'Adige, esisteva unporto fluviale nel quale arrivavano barche che commerciavano la ghiaia, raccolta sul letto del fiume e utilizzata come materiale edile. Il porto era a servizio di Angiari e dei comuni limitrofi (in particolar modoCerea) e resistette fino al1882 quando venne annientato dalla devastante piena dell'Adige.
Intorno all'anno1000 il nome del comune viene citato, per la prima volta, grazie ad una serie di donazioni fatte aiCanonici di Verona dalla maggiore delle famiglie dell'epoca. Lapianura che circondava Angiari era completamente coperta daboschi e dapaludi. Fu così che fino alla fine delXIII secolo si lavorò per strappare terra alle acque, per renderla coltivabile e far sorgere nuovi villaggi. In questo periodo sorsero i primi edifici sacri (Santa Maria della Croce,Pieve di San Michele) e si insediarono in paese le più potenti famiglie e casate proprietarie terriere che regnarono nei secoli successivi (Parma, Lavezzola).
Una delle lotte che gli abitanti hanno sempre combattuto è quella contro il fiume Adige, infatti si è sempre dovuto controllare il suo corso per evitare rotte che avrebbero raso al suolo il paese. Fu così che nel corso delQuattrocento si eresseroargini nuovi e resistenti e si crearono dei canali di sfogo in caso di piene improvvise.Il secolo successivo venne eliminato il bosco ad ovest del centro urbano. Della sua presenza rimangono solo i nomi delle località preesistenti (Ronco, Boschirolla, Engazzà). Nei secoli successivi Angiari seguì le sorti di tutta la Bassa provincia veronese. Prima ci fu il dominio diNapoleone seguito dal dominio austriaco (durante il quale ad Angiari si svolse una battaglia contro i francesi), che comportò un benessere economico-sociale (creazione di edifici pubblici.
Nel settembre1882 a causa di una eccezionale piena dell'Adige vi fu la rottura degli argini presso Angiari. Lo straripamento arrivò ben dentro laprovincia di Rovigo e i danni si ripercossero sulla popolazione per gli anni successivi creando problemi di salute (pellagra e altro), di denutrizione e di forte carenza di lavoro. La popolazione fu costretta in misura rilevante ad emigrare, l'obiettivo principale del flusso migratorio fu l'America meridionale ed in particolare il sud delBrasile.
Durante il 1866 Angiari venne annesso alRegno d'Italia. IlNovecento non iniziò nel migliore dei modi. L'economia subì un declino dovuto alla mancanza di manodopera. Si assistette a una vera emigrazione soprattutto verso leAmeriche che si attenuò durante ilVentennio fascista per ricominciare in occasione delle dueGuerre Mondiali. Daglianni sessanta in poi si verificò un notevole sviluppo, soprattutto economico, che dura fino ai nostri giorni, dove l'agricoltura è stata completamente modernizzata e viene affiancata dall'importante presenza dell'industria.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 21 marzo 1997.[5]
Stemma
«D'azzurro, allafarnia di verde, fustata al naturale, nodrita nella bassa collina di verde, fondata in punta, essa farnia accompagnata da duetortelli di rosso, posti nei cantoni del capo. Ornamenti esteriori da Comune.»
Gonfalone
«Drappo di rosso riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopradescritto con la iscrizione centrata (arcuata verso l'alto) in argento recante la denominazione del Comune.»
L'attuale chiesa parrocchiale sorge su un'anticapieve preesistente abbattuta nel1750. La sua costruzione iniziò nel1753 e venne terminata attorno al1770. La struttura è composta da una grandenavata, dallasagrestia e da quattrocappelle laterali oltre che da un'imponentetorre campanaria.
Questo edificio sacro prende il nome dalla contrada in cui sorge e venne costruito per opera di un noto commerciante della zona nel1523, data confermata da una visita delvescovo di Verona, scritta su undocumento dell'epoca.Nel corso del1541 lachiesa venne ampliata e dotata di tre diversialtari, uno dei quali, per opera di una donazione della potente famiglia Parma-Lavezzola, dedicato aNostra Signora della Neve. Durante questo periodo la chiesa venne arricchita condipinti eaffreschi di importante bellezza artistica. Nel1671 venne completamente rifatta la pavimentazione. Nel corso delSettecento i tre altari cambiarono intitolazione; l'altare maggiore, inmarmo, venne dedicato Beata Vergine delle Grazie, mentre i due laterali inlegno a sant'Apollonia e a san Rocco. In questo periodo la chiesetta di Santa Croce divenne sede parrocchiale a causa di lavori presso la chiesa principale di Angiari. Nel1808 venne stilato un elenco dei beni di proprietà dell'edificio religioso. Durante questo secolo la chiesetta fu meta di devozione popolare. Verso gli inizi delNovecento la chiesa finì nel dimenticatoio e abbandonata a se stessa. Solamente verso l'anno2000 iniziarono i lavori direstauro che ridonarono la splendida chiesetta di Santa Croce alla comunità e finirono nel 2014.
Chiesa di San Giacomo e San Filippo (scomparsa attorno al 1700) - XVIII secolo
Era situata lungo il corso del fiume Adige e venne nominata per la prima volta in un documento del1234 nel quale una donna lasciava i propri beni a questa chiesa. Nel corso delCinquecento l'edificio era arricchito con molti oggetti sacri, ma necessitava di un restauro immediato che, però, non venne mai eseguito. Attorno al1550 la chiesa era rimasta senzatetto e venne usata come una specie distalla, nonostante al suo interno vi fossero ancora oggetti sacri di importante valore (soprattutto trealtari). La chiesa rimase nel degrado per molti anni finché nel1695 fu venduta e qualche anno dopo abbattuta, mentre gli oggetti in essa contenuti vennero trasferiti nelle chiese vicine.
La villa si trova fuori dall'abitato di Angiari, ai confini con il comune diLegnago, nelle vicinanze dell'argine del fiumeAdige. Conserva quasi in ogni sua parte l'aspetto originariosettecentesco con i due portali, latorre colombara ed altri elementi di architettura tipici dell'epoca. La villa è circondata da una mura dotata di un maestosocancello inferro battuto del Settecento che una volta oltrepassato conduce ad un immensoparco ricco di molti tipi di piante euccelli. Annesso alla villa vi è un vasto podere coltivato.
La casa a corte, come la vediamo oggi, risale all'Ottocento, ma la struttura originaria èquattrocentesca. La villa ha unapianta rettangolare. All'interno sono presenti numerosiaffreschi, soprattutto nel salone al primo piano, che raffigurano momenti di vita quotidiana. Questi dipinti rappresentano una vera e propria ricchezza artistica e testimoniano gli stili di vita e i modi di fare dell'epoca.
Quando la presenza di Angiari è stata nominata, in un documento delX secolo, venne citata anche la presenza di uncastello che venne aggiunto in difesa dell'abitato del paese. Le dimensioni del castello erano abbastanza limitate (neanche 3000 m²) e perse potere in fretta, infatti già attorno al1150 era considerato vecchio e in disuso. La sua struttura rimase in piedi però per molto altro tempo tanto che nellemappe topografiche continuò ad essere citato. Intorno al luogo dove sorgeva la fortezza, si sviluppò l'abitato del paese, ovvero lavilla (dal francese "ville", cioè "città", "luogo abitato").
Sono da ammirare i numerosiponti incotto costruiti tra il1400 e il1500 sulfiume Bussè. Servono tutt'oggi per collegare il centro abitato del paese con le località dislocate nella parte occidentale del territorio anche se alcuni di essi, causa qualche cedimento strutturale, sono stati rimpiazzato da moderni ponti incemento armato. Questi ponti venivano costruiti a forma di dossi molto accentuati, permettendo il passaggio delle barche, in quanto il fiume Bussè è sempre stato un corso d'acqua navigabile.
L'economia trainante di questo paese è senza dubbio l'agricoltura. Da sempre sul territorio sono presenti proprietari terrieri che si sono via via trasformati in aziende agricole che produconomais,tabacco,frumento,frutta (soprattuttomele) easparago. Per quel che riguarda quest'ultima coltura, Angiari è uno dei maggiori produttori a livello nazionale grazie alla presenza di terreni sabbiosi formati dalle inondazioni del fiume Adige congeniali per la sua coltivazione.Anche l'industria fa la sua parte. Sono presenti due zone dove si sviluppa. Una, che si affaccia sulfiume Bussè, lungo laSP44, e l'altra, più recente, sul limite occidentale del territorio comunale in località Ronchi, a ridosso dellaSS434 dove sono presenti aziende di ogni genere.