Movatterモバイル変換


[0]ホーム

URL:


Vai al contenuto
WikipediaL'enciclopedia libera
Ricerca

Angelo Santilli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Angelo Andrea Silvestro Santilli

Angelo Andrea Silvestro Santilli (Sant'Elia Fiumerapido,28 ottobre1822Napoli,15 maggio1848) è stato unfilosofo,giornalista,poeta e patriotaitaliano.

Biografia

[modifica |modifica wikitesto]

Angelo Santilli, nativo di Sant'Elia Fiumerapido (oggi in provincia di Frosinone ma all'epoca solo Sant'Elia, in Provincia di Terra di Lavoro), e figlio del medico santeliano Silvestro(nato nel 1796), sindaco del paese dal 1827 al 1829, a tredici anni si trasferì aNapoli con la madre Giuseppa Mancini, figlia del medicoEvangelista Mancini diPicinisco ma residente a San Germano (oggiCassino), e i tre fratelli, per completare gli studi. A Napoli, il giovane Angelo Santilli seguì il corso liceale presso la Scuola di Francesco Murro. All'Università fu discepolo del filosofoPasquale Galluppi e amico, fra gli altri, diLuigi Settembrini,Giuseppe Fiorelli eFrancesco De Sanctis. A soli venti anni, nel 1842, si laureò infilosofia egiurisprudenza, aprendo anche una Scuola di Diritto Morale e Costituzionale.

Ferventegiobertiano, fu attivo propugnatore, nei circoli culturali napoletani, di un'Italia federata sotto la guida dipapa Pio IX. Ebbe frequenti rapporti epistolari conTerenzio Mamiani, con ilcardinale Gizzi e con il filosofo eclettico franceseVictor Cousin. Quest'ultimo lo introdusse nel giro culturale delsocialismo utopistico europeo e soprattutto francese, ma Santilli modulò il suosocialismo secondo i propri valori cristiani ed umanitari, rifiutando la logica dellalotta di classe.

Ebbe comunque a scrivere che nelRegno di Napoli occorreva "una savia distribuzione della ricchezza"[1]. Fu presidente della Società Dantesca di Napoli e prolifico filosofo, giornalista e poeta.

Fondò e diresse i giornali "L'Enciclopedico"[2] e il quotidiano giobertiano "Critica e Verità" (9 marzo - 14 aprile 1848), fondato durante imoti rivoluzionari del '48 napoletano in cui vivacemente sosteneva che occorreva occuparsi della piaga della povertà meridionale, scrivendo il 20 marzo che: "La nazione vuole pane e lo dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto dell'indigenza, tra le sciagure della desolazione, lo chiede non a titolo di preghiera, ma diritto necessario, assoluto ... il popolo non capisce la speculativa astrazione di alcune verità, non sa i titoli dilibertà, dicostituzione, diuguaglianza ... una riforma che dimentica affatto la fisica prosperità de' popoli non è che riforma di solo nome..."[3].

Fra le sue opere filosofiche: "Le idee soggettive", che fu testo di studio nelle scuole delGranducato di Toscana; "Sul realizzamento del pensiero"; "Sviluppo filosofico dell'Autorità"; "Cenno psicologico sull'attività e la passività dello spirito"; "Individuo e Società"; "Princìpi dell'Umanità razionale"; "Il socialismo in economia" e "Lavoro, industria e capitale". Le sue poesie le pubblicava sul giornale "La Gazza". Dal 1847 si batté politicamente per l'ottenimento della Costituzione da parte di reFerdinando II di Borbone.

Malvisto e considerato individuo pericoloso dalla polizia borbonica, per i suoi scritti, la sua attività politica e i suoi discorsi pubblici, il cui numero di ascoltatori si andava infoltendo sempre di più, Santilli fu ucciso abaionettate insieme al fratello Vincenzo di 27 anni, all'amico e compaesano Filippo Picano di 18 anni e alla fantesca Carmela Rossi detta Mega da soldati svizzeri che fecero irruzione nella sua abitazione di Napoli, in Largo Monteoliveto, il 15 maggio 1848 durantei moti insurrezionali di Napoli[2][4]. Secondo i ricordi di Luigi Settembrini venne ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indicò come "il predicatore" alla soldataglia[5]. I fratelli Giuseppe (21 anni) e Giovanni (13 anni), si salvarono nascondendosi in casa della famiglia Leanza al piano superiore.

Lo ricordano due epigrafi: una sulla facciata della sua casa natia a Sant'Elia Fiumerapido e una sulla facciata della palazzina in cui abitò a Napoli, in Largo Monteoliveto, accanto alPalazzo Gravina. Di lui hanno scritto: Francesco De Sanctis,Guglielmo Pepe, Luigi Settembrini, Atto Vannucci,Giuseppe Massari,Vincenzo Grosso, Alberto Guzzardella,Mario Mandalari che volle raccogliere, in un unico volume, su desiderio del grande Francesco De Sanctis, tutte le opere di Santilli tramite il libro "Memorie e scritti di Angelo Santilli" (Roma, 1893)[6].

Note

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^Franco Della Peruta -Il Giornalismo Italiano del Risorgimento, pagina 162
  2. ^abcfr. pag 174 I. Ghiron, (1883)
  3. ^cfr. pag 162 Della Peruta, (2011)
  4. ^Storia del quindici maggio in Napoli - Pagina 63, subooks.google.it.
  5. ^Vedi pag.300 L. Settembrini (1880)
  6. ^"Memorie e scritti raccolti da Mario Mandalari"

Bibliografia

[modifica |modifica wikitesto]
  • Mario Mandalari,Memorie su Angelo Santilli, Roma, 1893.
  • Alberto Guzzardella,Angelo Santilli, un grande cattolico socialista e martire del Risorgimento Italiano, Milano, 1973.
  • Isaia Ghiron,Il valore italiano, Volume 1, Tip. nazionale degli editori Ghione e Lovesio, 1883.
  • Franco Della Peruta,Il Giornalismo Italiano del Risorgimento, FrancoAngeli, 2011.
  • Benedetto Di Mambro, inSant'Elia Fiumerapido, il Sannio, Casinum e dintorni (pag. 37-42), Roccasecca, 2017.
  • Luigi Settembrini,Ricordanze della mia vita, Volume 1, Antonio Morano, 1880.

Altri progetti

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

Controllo di autoritàVIAF(EN233249321 ·ISNI(EN0000 0004 1978 8037 ·SBNSBLV313590
Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Angelo_Santilli&oldid=147863581"
Categorie:
Categorie nascoste:

[8]ページ先頭

©2009-2025 Movatter.jp