| Angelo Rodinò | |
|---|---|
| Nascita | Cairo Montenotte, 23 luglio1863 |
| Morte | Genova, 13 maggio1961 |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | Regio Esercito |
| Arma | Fanteria |
| Corpo | Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea |
| Grado | Maggior generale |
| Comandanti | Oreste Baratieri |
| Guerre | Guerra d'Abissinia Prima guerra mondiale |
| Battaglie | Battaglia di Adua Battaglia di Caporetto Battaglia del solstizio |
| Comandante di | Brigata Pesaro |
| Decorazioni | vedi qui |
| dati tratti daRodino, Rudino[1] | |
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| Manuale | |
Angelo Rodinò (Cairo Montenotte,23 luglio1863 –Genova,13 maggio1961) è stato ungeneraleitaliano, decorato con laCroce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia durante il corso dellaprima guerra mondiale.
Nacque a Cairo Montenotte il 23 luglio 1863.[1] Arruolatosi nelRegio Esercito all'età di sedici anni, nel1882 risultava sottotenente, assegnato all'arma di fanteria. Promossotenente, nel1893 risultava in servizio nel44º Reggimento fanteria dellaBrigata Parma, allora al comando del maggior generale Giacinto Duboin.[2] Trasferito alRegio corpo truppe coloniali d'Eritrea, partecipò allaguerra d'Abissinia cometenente del 36ºBattaglionefanteria.[1] Il 1 marzo1896 prese parte allabattaglia di Adua che vite le forze italiane al comando del generaleOreste Baratieri contrapposte all'armata abissina guidata dalNegusMenelik II.[1] Nel1898 era in servizio, con il grado dicapitano, presso l'8º Reggimento fanteria dellaBrigata Cuneo, allora al comando del tenente generale Ippolito Sanguinetti.[3]All'atto dell'entrata in guerra delRegno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, si trovava in servizio, con il grado ditenente colonnello, presso il31º Reggimento fanteria.[1] Durante un attacco alletrincee nemiche, avvenuto il 2 luglio 1915, rimase seriamente ferito mentre al comando del suo battaglione guidava i suoi uomini.[4] Dapprima una scheggia dishrapnel lo colpì ad una gamba immobilizzandolo, e mentre sul campo di battaglia dirigeva il combattimento, unapallottola lo colpì ad un braccio, e dovette essere allontanato dalla linea del fuoco, venendo successivamente ricoverato presso unospedale diReggio Emilia per ricevere le cure del caso.[4] Per questo venne decorato con unaMedaglia d'argento al valor militare.[1]
Promossomaggiore generale il 2 marzo 1917,[5] gli viene assegnato il comando dellaBrigata Pesaro.[1] Il 24 ottobre 1917 l'esercito austro-ungarico, coadiuvato dalle forze tedesche, lanciò un massiccio attacco che portò alladisfatta di Caporetto.[6] La Brigata Pesaro si trovava a riposo e il giorno 27 fu rimandata in linea, schierata sulla linea Grafemberg-Monte Fortin-Medea a protezione dei ripiegamento del Regio Esercito.[6] Il 15 giugno1918 alla testa della sua brigata si distinse nel bloccare l'offensiva austriaca nota comebattaglia del solstizio nella zona della Val Cesilla.[7] Per questo fatto venne insignito dellaCroce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.[8] Lasciò il comando dell'unità il 30 agosto 1918, sostituito dal maggior generale Carlo Castellazzi,[9] offrendo all'atto della partenza un buono del tesoro ad ognisoldato della brigata che aveva combattuto in trincea.[1]Il 25 novembre 1918 il consiglio comunale diPesaro gli conferì la cittadinanza onoraria per alte benemerenze verso la patria acquistate nelle eroiche azioni dello Zebio, del Sober, dell'Isonzo, dell'Asolone e delMonte Grappa.[1] Nello stesso anno viene nominatoUfficiale dell'Ordine della Corona d'Italia.[1] Tra la fine dellaguerra e il dicembre 1918 fu commissario del distretto politico diGorizia,[10] avendo duri scontri con leautorità jugoslave che si lamentarono più volte del suo comportamento.[1] Il 20 gennaio 1919 il generale Lombardi comandante delVI Corpo d'armata lo decorò con medaglia d'oro per avere onorato l'Armata quale comandante della Brigata Pesaro.[1] L'11 ottobre 1919Giargio V, Re di Gran Bretagna e Irlanda, a mezzo del suo ministroWinston Churchill, lo nominò membro onorario delDistinguished Service Order.[1] Nel1920 divenne comandante della Divisione militare territoriale diPiacenza. Nello stesso anno lo troviamo "primo attore contro il nemico interno che infesta l'Italia; è riferimento alla tentata rivoluzione dell'anarchico internazionale Enrico Malatesta.Nel1932 egli chiese di essere collocato nella riserva non approvando[N 1] la disparità di trattamento economico tra gli alti ufficiali e gli ufficiali inferiori in quantoentrambi in egual misura avevano onorato la Patria.[1] Nonostante l'invito rivoltogli dareVittorio Emanuele III, che gli offrì anche la carica di senatore, non ritornò sulla sua decisione.[1]Il 29 ottobre1939 fu nominatoCommendatore dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia.[1] Si spense a Genova il 13 maggio 1961.[1]