L'androceo (dal grecooikos: "dimora" eandros: "del maschio")[1] è l'apparato riproduttivo maschile dei fiori, formato da piùstami, i quali hanno come funzione la generazione deigametofiti maschili o granuli di pollini, dei quali ognuno è costituito da due parti: una sottile detta "filamento" e l'altra, spessa, detta "antera" (formata da 4 sacche polliniche e microspore).
Quando l'antera abortisce e non produce polline si parla distaminodi.
I microsporangi sono delimitati daesotelio edendotelio, internamente al quale si riscontra il "tappeto", le cui cellule sono le nutrici delle cellule madri delpolline.
Quando gli stami sono tutti liberi l'androceo è dettodialistemone, mentre se sono tutti saldati l'androceo è dettogamostemone.
Glistami, dunque, sonofoglie molto modificate formate da unpiede che si inserisce nelricettacolo del fiore, chiamatofilamento, e una porzione distale chiamataantera. Il filamento è la parte sterile dello stame, può essere molto lungo, corto o mancare, in questo caso le antere si diconosessili. Generalmente è filiforme, però può essere grosso, perfino petaloide, e può essere provvisto di appendici. L'antera è la parte fertile dello stame e suole essere costituita da due parti distinguibili, contigue, chiamateteche, unite da una zona dettaconnettivo, che è anche da dove l'antera si unisce al filamento. Generalmente è formata da due teche, o a volte da una sola come nellemalvacee ecannacee o da tre nel caso dellaMegatritheca (sterculiacee). Se si seziona l'antera perpendicolarmente lungo il suo asse, si osserva che ogni antera contiene uno o duesacchi pollinici che si estendono per tutta la lunghezza.[2][3]
Dopo la maturazione dei granuli di polline viene a prodursi la cosiddettadeiscenza, ovvero l'apertura dell'antera dalla quale verrà liberato il polline. Il tessuto responsabile si chiamaendotecio. Se l'apertura si produce per tutta la lunghezza del setto che separa i sacchi pollinici, la deiscenza avviene in senso longitudinale, che è il caso più frequente. In altri casi l'endotecio viene a localizzarsi quindi in zone limitate le quali si alzano come valve o sportelli: nella deiscenzaporicida (come nellesolanacee) dove non vi è endotecio, viene a prodursi la distruzione del tessuto all'apice dell'antera, formando così i pori da dove uscirà il polline.[2]
Il numero di stami in ogni fiore è un carattere molto variabile. Alcune specie della famiglia delleeuforbiacee hanno fiori con un solo stame (cosiddettimonandri), leoleacee invece presentano due stami (fioridiandri), mentre nellemirtacee ve ne sono numerosi (e perciò dettipoliandri). Il numero di stami può essere uguale o no al numero di petali. Così, si dice che il fiore èisostemone (oaplostemone) se presenta lo stesso numero di stami e di petali (come può osservarsi nelleliliacee eamarillidacee);anisostemone se è differente la quantità di petali rispetto agli stami (per esempio, nel genereBrassica, ci sono quattro petali e 6 stami);diplostemone, quando il numero di stami è il doppio della quantità dei petali (il genereKalanchoe, per esempio, presenta quattro petali e otto stami) ed èpolistemone quando il numero di stami è più del doppio dei petali (come nelPoncirus, con cinque petali e numerosi stami).[4]
La disposizione elicoidale di numerosi stami è la condizione primitiva nella divisione delleangiosperme, alle quali si attribuiscepoliandria primaria. La riduzione del numero di stami (oligomerizzazione) e l'andamento verso la condizioneverticillata ciclica fu una tendenza evolutiva nell'ambito delle angiosperme; inizialmente attraverso la formazione di vari cicli di stami, poi due (diplostemonia) e, finalmente, uno solo (aplostemonia). Nonostante ciò, in alcuni lignaggi di angiosperme non è infrequente che il numero di stami aumenti (poliandria secondaria), fenomeno che si osserva in specie che offrono ai loroimpollinatori una quantità di polline in special modo grande.[3] Molte volte i fiori presentano unperianzio ridotto e gli stami sono lunghi e vistosi. In questi casi la funzione di attrazione degli impollinatori la compie l'androceo. Questo tipo di fiori è di solito disposto ad infiorescenze che, per la loro forma, sembrano spazzole (cepillos) o pulisci-tubo (limpiatubos), come per esempio in alcuneleguminose (Inga uruguensis eAcacia caven) e nellemirtacee (Callistemon rigidus).[2]
Glistaminodi sono gli stami sterili che normalmente appaiono in certi fiori. La loro funzione è varia e può avere a che fare con la produzione delnettare o con la funzione attrattiva che di solito hanno ipetali.[3]
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