L'impatto culturale avuto dall'omoerotismo nellaGrecia classica è una parte integrante dellastoria della sessualità umana.Le culture successive hanno articolato il proprio discorso sociologico nei riguardi dell'omosessualità e dellapederastia, soprattutto nei momenti in cui l'amore tra persone dello stesso sesso è stato maggiormente vietato, attraverso i concetti di forma, armonia e bellezza dei corpi[Cosa significa?] provenienti dallatradizione classica: lascultura greca classica, un eventualecanone di bellezza, laKalokagathia (perfezione estetica), ilnudo eroico.
Lametafora diamore greco diventa più vivida storicamente nei periodi in cui la ricezione ed accoglienza dell'antichità classica ha rappresentato un'importante influenza suimovimenti artistici ed intellettuali dominanti, innanzi tutto attraverso l'estetica[1].
A seguito del lavoro svolto sullaStoria della sessualità dal teorico franceseMichel Foucault, la validità di un "modello greco antico" utilizzabile da parte della modernacultura LGBT è stata messa fortemente in discussione[3]. Nel suo saggio intitolato "Greek Love" Alastair Blanshard vede per l'appunto il concetto di amore greco come una delle definizioni maggiormente problematiche e questione anche d'aspre divisioni all'interno delmovimento di liberazione omosessuale[4].
Come significato preminente nelle moderne lingue europee[5], la frase "amore greco" si riferisce per o più ad una varietà di pratiche omoerotiche parte del patrimonio ellenico interno allacultura occidentale[6]; le virgolette vengono spesso collocate su una od entrambe le parole per indicare che l'uso della frase viene determinato dal contesto in cui essa è posta. Serve ancor oggi spesso come frase in codice per indicare la pederastia[7] o come termine di "sanificazione" del desiderio omosessuale in contesti storici in cui esso è stato considerato inaccettabile[8].
Inlingua tedesca "griechische Liebe" (Amore greco) compare all'interno dellaletteratura tedesca a partire all'incirca dalla metà del XVIII secolo, insieme a "socratische Liebe" (Amore socratico) e "platonische Liebe" (il cosiddettoamore platonico) in riferimento all'attrazione erotica tra maschi[9]. Il mondo dell'antica Grecia divenne a partire da questo periodo sempre più un punto di riferimento positivo, per cui gli uomini omosessuali di una certa estrazione sociale ed istruzione superiore avrebbero anche potuto intraprendere ed impegnarsi in un discorso che poteva altrimenti facilmente essere considerato cometabù[10].
Nel periodo iniziale dellastoria moderna è stata accuratamente mantenuta una profonda distinzione tra l'erotismo tutto al maschile idealizzato nella tradizione dell'Eros greco antico, trattato con estrema riverenza, e lasodomia la quale rappresentava il massimo termine di disprezzo dell'epoca per indicare gli atti omosessuali ("contro-natura")[11].
Nella sua approfondita ricerca suL'omosessualità nella Grecia antica (1978), l'accademico britannicoKenneth Dover sottolinea che le definizioni/distinzioni attuali dieterosessualità eomosessualità non hanno equivalenti nellalingua greca antica; non vi è mai stata neppure alcuna nozione e significato nell'antica Grecia equivalente alla moderna concezione di preferenza oorientamento sessuale: è stato pertanto ipotizzato che qualsiasi cittadino adulto avrebbe naturalmente risposto, in tempi e modalità differenti, all'attrazione nei confronti di persone dello stesso sesso così come a quella rivolta verso persone di sesso opposto[12].
La prova riguardante l'esistenza dell'attrazione e di comportamenti omosessuali diffusi è molto più abbondante per quanto concerne gli uomini rispetto alle donne. Sia l'amore romantico che la vera e propria passione sensuale tra maschi erano spesso considerati perfettamente in linea con la norma vigente; in alcune circostanze addirittura sani ed ammirevoli. Il rapporto possibile più comune tra due maschi era quello inerente alla "paiderasteia", un'istituzione socialmente riconosciuta in cui un uomo adulto (-erastès o amante attivo) rimaneva per un certo periodo di tempo legato sentimentalmente a un maschio adolescente appartenente alla sua stessa comunità (-eromenos o amante passivo/amato)[13].
Lo studioso e autoreMartin Litchfield West interpreta la pederastia greca essenzialmente come un sostituto per l'amore eterosessuale, essendo il libero contatto tra i sessi fortemente limitato dalla società dell'epoca[14]. Sia l'arte greca che laletteratura greca ritraggono queste relazioni in uno sfondo a volte decisamente erotico-sessuale, talvolta fortemente idealizzato, educativo e pertanto non consumato sensualmente in cui il partner più anziano svolgeva un ruolo eminentemente dimentoring.
Una delle caratteristiche distintive dell'erotismo greco tra maschi era poi quella di essere ampiamente presente in ambiente militare, il cui massimo esempio costitutivo è dato dalbattaglione sacro diTebe (vedi inomosessualità militare nell'antica Grecia epederastia tebana)[15], anche se la misura in cui le relazioni omosessuali svolgessero un ruolo militare preminente al suo interno è stato in parte messo in discussione[16].
Alcune tra le più importanti e celebri narrazioni dellamitologia greca sono state interpretate come essere un riflesso dell'usanza pederastica, in particolare ilmito riguardante il rapimento diGanimede da parte diZeus con l'intenzione di farlo diventare ilcoppiere durante ilsimposio degliOlimpi[17]. Anche la vicenda riguardante il tragico amore del dioApollo nei confronti del bellissimoGiacinto viene spesso referenziata come essere uno dei maggiori miti pederastici, riguardante nello specifico lapederastia spartana.
Le principali fonti letterarie antiche riguardanti l'omosessualità greca sono lalirica greca, lacommedia antica, le opere diPlatone eSenofonte, i discorsi pronunciati all'assemblea del tribunale ateniese (Contro Timarco), lapittura vascolare greca raffigurante scene di corteggiamento e atti sessuali tra maschi[18].
Nellalingua latina con "mos Graeciae" o "mos Graecorum" ("tradizione greca" o "la via dei Greci") ci si viene a riferire a tutta una serie di comportamenti che nell'antica Roma venivano considerati come di derivazione greca comprese, ma non limitate ad esse, anche certe pratiche sessuali[19]. I comportamenti omosessuali a Roma erano accettabili solamente all'interno di un rapporto intrinsecamente diseguale; i cittadini romani maschi avrebbero in ogni caso mantenuto la loromascolinità fintanto che avessero preso il ruolo attivo-penetrante e partner sessuali appropriati potevano essere sia uomini che si dedicavano allaprostituzione maschile sia schiavi (i quali sarebbero stati quasi sempre dei non romani, quindi dei non-cittadini i quali non godevano di alcundiritti civili[20].
Nel mondo greco sia arcaico che classico la paiderasteia era stata un rapporto sociale formale tra uomini nati liberi; estrapolata dal contesto e rimodellata come prodotto di lusso di un popolo conquistato, lapederastia è venuta nell'impero romano ad esprimere ruoli che si basavano essenzialmente sul dominio e lo sfruttamento[21].
Agli schiavi venivano spesso dati nomi greci, gli stessi prostituti li assumevano a volte volentieri, indipendentemente dalla loro effettiva origine etnica: tutti i ragazzi-pueri da cui il poetaMarziale è attratto hanno nomi greci[22]. L'utilizzo degli schiavi in qualità di oggetti sessuali definisce la pederastia romana; venivano poi considerate pratiche erotiche in qualche modo di derivazione greca quelle che venivano indirizzate a ragazzi nati liberi ed apertamente corteggiati in conformità on le tradizioni elleniche dellapederastia greca[23]. La figura dell'eromenos viene successivamente tradotta a Roma col nome di pais-fanciullo, inteso come vezzeggiativo e non necessariamente indicante una precisa categoria d'età anagrafica[24].
L'Effeminatezza o una mancanza di disciplina nella gestione dell'attrazione sessuale provata verso un altro maschio minacciava la "romanità" di un uomo e quindi poteva facilmente essere denigrata come "orientale" o "greca". I timori che i modelli greci con i loro codici potessero corrompere la tradizione sociale romana (ilmos maiorum) sembrano aver indotto alla promulgazione di una legge vagamente documentata - laLex scantinia - che ha tentato di regolamentare gli aspetti delle relazioni omosessuali tra maschi nati liberi e di proteggere la gioventù romana dagli uomini adulti che emulavano i costumi grevi dellapederastia[25].
Alla fine del II secolo a.C. tuttavia, l'elevazione della letteratura e dell'arte ellenica come modelli di espressione iniziò a causare unomoerotismo diffuso, considerato sempre più come segno di urbanità e sofisticatezza[26]. Il consoleQuinto Lutazio Catulo era membro autorevole di un circolo di poeti che hanno composto brevi poesie ellenistiche com'era di moda nella tarda Repubblica. Uno dei suoi pochi frammenti superstiti è una poesia di desiderio erotico rivolta ad un maschio con un nome greco, segnalando in tal maniera la nuova estetica della cultura romana[27].
L'ellenizzazione della cultura d'élite ha influenzato anche gli atteggiamenti sessuali tra "i romani filoellenici più all'avanguardia"[28], in una maniera in parte distinta dall'effettivoorientamento sessuale o comportamento[29]; questo passaggio è venuto a compimento nella "nuova poesia" del I secolo a.C. Le poesie diGaio Valerio Catullo, scritte in forme adattate alla metrica greca, includono diversi brani di desiderio pederastico espresso per un giovane nato libero chiamato esplicitamente "Giovenzio" (Iuventius). Il suo nome latino e la sua condizione di nato libero sovverte decisamente la tradizione dell'omosessualità nell'Antica Roma[30].
Le relazioni omosessuali maschili interpretate come genere a parte conosciuto sotto il nome ideale di "amore greco" sono sempre state disconosciute all'interno di quella parte di tradizione occidentale rappresentata dalGiudeo-cristianesimo[31]. Durante il periodo post-classico la poesia d'amore indirizzata da maschi verso altri maschi è stata considerata generalmente untabù[32].
Nel 1469[33]Marsilio Ficino, esponente delrinascimento italiano e cofondatore dell'Accademia neoplatonica aFirenze, reintrodusse ilSimposio diPlatone nella cultura occidentale con la sua traduzione latina dal titolo "De Amore"[34]. IlSimposio è presto divenuto il testo più importante per la concezione dell'amore in generale nel corso delRinascimento[35]. Nel suo commento filologico all'antico filosofo greco Ficino interpreta come "amor Platonicus" e "amor Socraticus" l'allegoria idealizzata dell'amore tutto al maschile, in linea con ladottrina della Chiesa cattolica del suo tempo[36].
L'interpretazione ficiniana del Simposio ha influenzato tutta una visione filosofica che vede la ricerca della conoscenza, in particolare quella riferita alConosci te stesso, come richiedente di necessità unasublimazione del desiderio sessuale[37]. Ficino ha quindi iniziato il lungo processo storico di soppressione dell'omoerotismo dalle opere di platoniche[38], in particolare nelCarmide ove si è cercato di minimizzare il più possibile la minaccia di "esposizione della natura carnale dell'amore greco"[39]. Per Ficino l'amore platonico è stato un legame tra due uomini che favoriva una vita emotiva ed intellettuale condivisa, in quanto distinto dall'amore greco praticato storicamente nellapederastia greca consistente nell'intimo rapporto traerastès ederomenos[40].
Ficino ha quindi indirizzato l'utilizzo più moderno del termineamore platonico, per significare un amore privo del tutto disessualità. Proprio nel suo commento alSimposio Ficino attua un'accurata separazione tra l'atto disodomia - che senza mezzi termini condanna - dall'amore socratico che invece loda come la più alta forma possibile di amicizia, sostenendo che gli uomini potevano scoprire attraverso la bellezza esteriore e il sentimento di amicizia che ne consegue il bene più grande e alto possibile, ossiaDio. In tal maniera ha fatto opera dicristianizzazione ed ulteriore idealizzazione dell'amore maschile così com'era stato originariamente espresso daSocrate e riportato in forma scritta dal discepolo[41].
Durante tutto il periodo rinascimentale artisti qualiLeonardo da Vinci eMichelangelo Buonarroti hanno ampiamente utilizzato lafilosofia platonica come fonte d'ispirazione per alcune tra le loro opere più grandi. La cosiddetta riscoperta dell'antichità classica in questo periodo è stata percepita come una vera e propria esperienza liberatoria e l'amore greco come ideale del modello platonico[42]. Michelangelo si è così proposto al pubblico come un amante ideale degli uomini, che unisce l'ortodossia cattolica all'entusiasmo pagano nei suoi innumerevoli ritratti delle forme maschili, questo particolarmente accade colDavid, ma non solo[43]; il pronipote modificò in seguito le sue poesie per diminuire quanto più possibile le sue espressioni d'amore più che mai intenso rivolte al giovaneTommaso de' Cavalieri[44].
Per contro l'autore delrinascimento franceseMichel de Montaigne, la cui visione dell'amore e dell'amicizia era umanista e razionalista, respinse l'amore greco come modello nel suo saggio intitolato "De l'amitié"; egli scrisse ch'esso non corrispondeva alle esigenze sociali del suo tempo in quanto il coinvolgimento nella relazione richiedeva necessariamente una disparità di età oltre una differenza totale nelle funzioni assegnate ad ognuno dei due innamorati[45].
Montaigne intendeva l'amicizia come un rapporto tra pari nel contesto di unalibertà politica, pertanto questa intrinseca disuguaglianza esistente nell'antico amore greco ne diminuiva il valore[46]. La bellezza fisica e l'attrazione sessuale inerente al modello greco per ilsaggista e filosofo francese del '600 non erano condizioni necessarie per poter instaurare un prolifico rapporto d'amicizia e congeda i rapporti omosessuali, a cui si riferisce con la definizione di "licence grecque", come socialmente ripugnanti[47].
Anche l'importazione all'ingrosso di una qual forma di modello greco sarebbe socialmente improprio, il termine utilizzato da Montaigne sembra riferirsi soltanto ai comportamenti omosessuali per così dire licenziosi; ciò in netto contrasto col comportamento moderato vigente tra gli uomini in stato di perfetta amicizia.Quando Montaigne sceglie di presentare il proprio saggio sull'amicizia ricorrendo apertamente al modello greco "il ruolo dell'omosessualità cometropo è più importante del suo status attuale di desiderio o atto tra maschi... la "license grecque" diventa un apparecchio estetico per inquadrarne il centro focale"[48].

Il termine tedesco "griechische Liebe" (amore greco) compare all'interno dellaletteratura tedesca tra il 1750 e il 1850, insieme a "socratische Liebe" (amore socratico) e "Platonische Liebe" (amore platonico) in riferimento alle attrazioni sessuali di stampo omoerotico[49].
Il lavoro compiuto dallo storico dell'arte tedescoJohann Joachim Winckelmann ha avuto una grande influenza sulla formazione degli ideali classici nel XVIII secolo, ed è anche un punto di partenza frequente per le storie dellaletteratura gay tedesca[50]. Winckelmann ha osservato con estrema attenzione l'omoerotismo intrinseco dell'arte greca, anche se sentiva di aver lasciato in gran parte questa percezione in una forma implicita: "Avrei dovuto essere in grado di dire di più se avessi scritto per i greci, e non in una lingua moderna, che ha imposto a me alcune restrizioni"[51].
La suaomosessualità ha influenzato notevolmente la sua risposta all'arte greca e spesso su questo argomento tendeva verso ilrapsodico: "dall'ammirazione passo allo stato di estasi...", ha scritto nei riguardi dell'Apollo del Belvedere[52], "Io mi sento come se fossi trasportato aDelo e nei boschi sacri diLicia - luoghi che il dioApollo ha onorato con la sua presenza - e la statua sembra prendere vita come la meravigliosa creazione diPigmalione"[53]. Anche se al giorno d'oggi viene considerato come "astorico e utopico", il suo approccio allastoria dell'arte ha fornito un "corpo" e "una serie di tropi" per l'idea e la concezione di amore greco, "unasemantica circostanziata sull'amore greco che... alimenta i relativi discorsi settecenteschi sull'amicizia e nei confronti dell'amore generalmente inteso[54].
La "visione ideal-romantica" di Winckelmann ha ispirato i poeti tedeschi nella seconda metà del XVIII secolo e poi tutti quelli del XIX secolo[55], tra cuiGoethe il quale ha evidenziato la glorificazione di Winckelmann dei giovani maschi in stato dinudo eroico nell'anticascultura greca come centrale per una nuovaestetica del tempo moderno[56], per i quali Winckelmann stesso era un modello di amore greco come forma superiore di amicizia[57]. Anche se Winckelmann non ha inventato l'eufemismo "amore greco" per indicare l'omosessualità, è stato però considerato come una "levatrice intellettuale" per il modello greco come estetica e ideale filosofico che forma per l'intero XIX secolo il culto omosociale dell'amicizia[58].
Opere in lingua tedesca di questo periodo derivanti dalmilieu degli studi classici sull'"amore greco" sono i saggi accademici diChristoph Meiners eAlexander von Humboldt, la poesia parodica "Juno e Ganimede" diChristoph Martin Wieland e "Ein Jahr in Arkadien: Kyllenion" (Un anno in Arcadia: Kyllenion 1805), un romanzo incentrato su una storia d'amore esplicitamente omosessuale in un ambiente greco il cui autore fu il ducaAugusto di Sassonia-Gotha-Altenburg[56].

Le opere d'arte delneoclassicismo raffigurano spesso e volentieri la società antica ed una forma idealizzata di "amore greco"[59].Jacques-Louis David già a partire dalla sua tela giovanileMorte di Socrate è destinato a diventare un pittore della grecità, intriso pertanto di un forte apprezzamento nei confronti dell'"amore greco" come tributo e documentazione di relazioni di amicizia romantica disinteressata e di fraternità tutta al maschile[60].

Il concetto di amore greco era assai importante per due dei più celebri poeti delRomanticismo dilingua inglese,Lord Byron eShelley. L'età della Reggenza inInghilterra era un'epoca caratterizzata da ostilità ed una "frenesia di... persecuzione" contro gli omosessuali, i cui decenni più virulenti hanno coinciso esattamente con la vita di Byron[61].
I termini "omosessuale" e "gay" non erano ancora utilizzati, ma l'eufemismo "amore greco" tra i contemporanei di Byron divenne presto un modo di concettualizzare l'omosessualità, altrimentitabù, nei precedenti di un passato classico molto stimato. Il filosofoJeremy Bentham, per fare solo un esempio, ha fatto appello ai modelli sociali dell'antichità classica, come i legami omoerotici delbattaglione sacro e lapederastia greca, per dimostrare come questi rapporti non avessero di per sé nessun influsso nei riguardi dell'erosione del matrimonio eterosessuale o della struttura familiare[62].
L'alta considerazione per l'antichità classica nel XVIII secolo ha causato qualche aggiustamento negli atteggiamentiomofobici continentali, ma non in Inghilterra[63]. In Germania, l'alto prestigio dato dallo studio dellafilologia classica ha portato alla fine a traduzioni e saggi più onesti che hanno esaminato anche l'omoerotismo di cui era impregnata la cultura greca, inteso soprattutto comepederastia; questo nel contesto dell'indagine scientifica piuttosto che in quello della condanna morale.
I forti sentimenti religiosi e nazionalisti in Inghilterra nel complesso han fatto sì che il paese rimanesse ostile nei confronti delle espressioni d'amore tra persone dello stesso sesso[63]. Fu però proprio l'arcivescovo di Canterbury John Potter a scrivere quello che potrebbe essere il resoconto più effusivo della pederastia greca disponibile in inglese al momento, al di fuori della "List of Historical Writers Whose Works I Have Perused" che Byron ha elaborato a 19 anni[64].
Platone non era molto letto ai tempi di Byron, in contrasto con la successivaepoca vittoriana, quando le traduzioni delSimposio e delFedro sarebbero state il modo più probabile per un giovane studente di conoscere la sessualità greca[65]. L'unica traduzione inglese delSimposio, pubblicato in due parti nel 1761 e il 1767, era stata un'impresa ambiziosa dallo studioso Floyer Sydenham, che tuttavia ha tenuto a sopprimere totalmente l'omoerotismo del testo: Sydenham ha difatti regolarmente tradotto la parolaeromenos come "padrone" e "ragazzo" spesso diventa "fanciulla" o "donna"[66]. Allo stesso tempo, il curriculum classico nelle scuole di inglese passò a dare la preferenza dallo studio delle opere distoria efilosofia allapoesia latina e allalirica greca che molto spesso affrontato temi erotici[67].
Nel descrivere gli aspetti omoerotici della vita di Byron e della sua intera produzione, Louis Crompton usa il termine generico "amore greco" per coprire i modelli letterari e culturali dell'omosessualità dall'antichità classica nel suo complesso, sia greche che romane[68], così com'era la ricezione degli intellettuali, artisti e moralisti del tempo.
Per quelli come Byron che erano impregnati di letteratura classica, la frase "l'amore greco" evocava immediatamente i miti pederastici quali potevano essere le storie diGanimede e diGiacinto, nonché personaggi storici come i martiri politiciArmodio e Aristogitone, l'imperatore romano del II secoloAdriano e il suo amatoAntinoo; Byron si riferisce a tutte queste vicende nei suoi scritti.
Ma era ancora più familiare con la tradizione classica dell'amore maschile nella letteratura latina, avendo citato a più riprese o tradotto i passaggi omoerotici provenienti dalla poesia diCatullo,Orazio,Virgilio, per finire conPetronio[69] il cui nome "era sinonimo di omosessualità nel XVIII secolo a causa del suo romanzoSatyricon il quale è pieno di episodi d'amore omosessuale[70].
Nel cerchio di Byron all'università di Cambridge "Horatian" era una parola in codice per intendere labisessualità[69]. Nella sua corrispondenza, Byron e i suoi amici fanno ricorso al codice delle allusioni classiche, in uno scambio di rinvii ed elaborati giochi di parole per "Giacinti" che potrebbero essere colpito da "Quoits" (tradizionale gioco di lancio degli anelli), proprio come il mitologico Giacinto era stato accidentalmente abbattuto mentre stava giocando allancio del disco assieme ad Apollo[71].
