È noto anche comeAmir Khusro oAbū l-Ḥasan Yamīn al-Dīn Khusrow (in persianoابوالحسن یمینالدین خسرﻭ,devanagariअबुल हसन यमीनुद्दीन ख़ुसरो) oAmīr Khusrow Dehlawī (in persianoامیر خسرو دهلوی, in urduامیر خسرو دہلوی?).
Di padre persiano e madre indiana, fu un personaggioeclettico che si dedicò sia alla vita ascetica sia alle arti poetiche che a quelle musicali; studioso emusicistaindio-persiano, misticoSufi e discepolo spirituale di Niẓāmuddīn Awliyāʾ aDelhi.
Per quanto riguarda l'ambito musicale è noto perché introdusse all'interno della musica classica indiana alcuni elementi appartenenti alla musica araba e persiana. Inoltre è il padre del genere delkhayal etarana. Fu un poeta di corte, infatti poetò per 7sultani musulmani di Delhi.
I suoi componimenti poetici sono scritti sia inpersiano sia inhindi. Scrisseghazal,masnavi,versi liberi equartine il tutto raccolto in 5divan in diversi periodi della sua vita me il suo lavoro principale è lakhamsè, ovvero una raccolta di 5 testi epici, prendendo come spunto la celeberrimakhamsè del poeta persianoNezami (c.1141–1209). Scrisse anche inprosa come ad esempio leKhazāʾin al-futūḥ (I tesori della conquista), detto ancheTārīkh-e ʿAlāʾī (La storia di ʿAlāʾal-Dīn Khaljī). Un'altra sua opera importante è ilNuh Sipihr e ilTughlaq-nāmah.
Khusro ha scritto composizioni inpersiano e hindavi (lingua madre dihindi eurdu); a lui è tradizionalmente attribuita l'invenzione dellatabla e delsitar, ma al riguardo vi sono pochi riscontri storici precisi.[1]
Traduzioni italiane di opere di N.K. vergate in lingua persiana
Amir Khusraw da Delhi,Le otto novelle del paradiso, a cura di A. M. Piemontese, Soveria Mannelli, Ed. Rubbettino, 1996
Amir Khusraw da Delhi,Lo specchio alessandrino, a cura di A. M. Piemontese, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1999
Amir Khusro,La storia dei quattro dervisci, ritradotta dall'inglese da A. Shah, Il punto d'Incontro, Vicenza 1992
Figura molto popolare e quasi leggendaria nel nord dell'India e inPakistan, operò soprattutto all'interno della corte del sultanato diDelhi. La sua capacità di comporre contemporaneamente in più idiomi (oltre alle lingue indiane e al persiano, conosceva anche l'arabo e ilsanscrito),[2] lo colloca tra i precursori dellapoesia multilingue. In caratteri traslitterati, ecco l'esempio di una composizione inpersiano (primo e terzo verso) e braj bhasha (secondo e quarto verso; il braj bhasha è un linguaggio dell'India centrale simile all'hindavi).
Originale
Zeehaal-e miskeen makun taghaful, duraye naina banaye batiyan; ki taab-e hijran nadaram ay jaan, na leho kaahe lagaye chhatiyan.
Traduzione inglese
Do not overlook my misery by blandishing your eyes, and weaving tales; my patience has over-brimmed, o sweetheart, why do you not take me to your bosom.