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Amintore Fanfani

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Amintore Fanfani
Amintore Fanfani nel 1983

Presidente del Senato della Repubblica
Durata mandato5 giugno 1968 –
26 giugno 1973
PredecessoreEnnio Zelioli-Lanzini
SuccessoreGiovanni Spagnolli

Durata mandato5 luglio 1976 –
1º dicembre 1982
PredecessoreGiovanni Spagnolli
SuccessoreTommaso Morlino

Durata mandato9 luglio 1985 –
18 aprile 1987
PredecessoreFrancesco Cossiga
SuccessoreGiovanni Malagodi

Presidente del Consiglio dei ministri
della Repubblica Italiana
Durata mandato19 gennaio 1954 –
10 febbraio 1954
Capo di StatoLuigi Einaudi
PredecessoreGiuseppe Pella
SuccessoreMario Scelba

Durata mandato2 luglio 1958 –
16 febbraio 1959
Capo di StatoGiovanni Gronchi
Vice presidenteAntonio Segni
PredecessoreAdone Zoli
SuccessoreAntonio Segni

Durata mandato27 luglio 1960 –
22 giugno 1963
Capo di StatoGiovanni Gronchi
Antonio Segni
PredecessoreFernando Tambroni
SuccessoreGiovanni Leone

Durata mandato1º dicembre 1982 –
4 agosto 1983
Capo di StatoSandro Pertini
PredecessoreGiovanni Spadolini
SuccessoreBettino Craxi

Durata mandato18 aprile 1987 –
29 luglio 1987
Capo di StatoFrancesco Cossiga
PredecessoreBettino Craxi
SuccessoreGiovanni Goria

Segretario della Democrazia Cristiana
Durata mandato16 luglio 1954 –
31 gennaio 1959
PresidenteAlcide De Gasperi
Adone Zoli
PredecessoreAlcide De Gasperi
SuccessoreAldo Moro

Durata mandato17 giugno 1973 –
26 luglio 1975
PresidenteBenigno Zaccagnini
PredecessoreArnaldo Forlani
SuccessoreBenigno Zaccagnini

Ministro del bilancio e della programmazione economica
Durata mandato13 aprile 1988 –
23 luglio 1989
Capo del governoCiriaco De Mita
PredecessoreEmilio Colombo
SuccessorePaolo Cirino Pomicino

Ministro dell'interno
Durata mandato16 luglio 1953 –
19 gennaio 1954
Capo del governoAlcide De Gasperi
Giuseppe Pella
PredecessoreMario Scelba
SuccessoreGiulio Andreotti

Durata mandato29 luglio 1987 –
13 aprile 1988
Capo del governoGiovanni Goria
PredecessoreOscar Luigi Scalfaro
SuccessoreAntonio Gava

Ministro degli affari esteri
Durata mandato2 luglio 1958 –
16 febbraio 1959
Capo del governoSe stesso
PredecessoreGiuseppe Pella
SuccessoreGiuseppe Pella

Durata mandato5 marzo 1965 –
5 giugno 1968
Capo del governoAldo Moro
PredecessoreGiuseppe Saragat
SuccessoreGiuseppe Medici

Ministro dell'agricoltura e delle foreste
Durata mandato26 luglio 1951 –
16 luglio 1953
Capo del governoAlcide De Gasperi
PredecessoreAntonio Segni
SuccessoreRocco Salomone

Ministro del lavoro e della previdenza sociale
Durata mandato1º giugno 1947 –
28 gennaio 1950
Capo del governoAlcide De Gasperi
PredecessoreGiuseppe Romita
SuccessoreAchille Marazza

Presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite
Durata mandato1º gennaio 1965 –
31 dicembre 1965
PredecessoreAlex Quaison-Sackey
SuccessoreAbdul Rahman Pazhwak

Senatore a vita della Repubblica Italiana
Durata mandato10 marzo 1972 –
20 novembre 1999
LegislaturaV, VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII
Gruppo
parlamentare
V-X:DC
XI:DC-PPI
XII-XIII:PPI
Tipo nominaNomina presidenziale di Giovanni Leone
Incarichi parlamentari
V legislatura:

VII-IX legislatura:

XI legislatura:

Sito istituzionale

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato5 giugno 1968 –
9 marzo 1972
LegislaturaV
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneToscana
CollegioArezzo
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato25 giugno 1946 –
4 giugno 1968
LegislaturaAC,I, II, III, IV
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneSiena
Incarichi parlamentari
I legislatura:
  • Presidente della Commissione speciale sui trasferimenti in Sardegna(dal 12/05/1951 al 12/10/1951)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDC(1943-1994)
PPI(1994-1999)
Titolo di studioLaurea in economia
ProfessioneDocente universitario

Amintore Fanfani (Pieve Santo Stefano,6 febbraio1908Roma,20 novembre1999) è stato unpolitico,economista estoricoitaliano.

È stato cinque voltepresidente del Senato della Repubblica, sei voltepresidente del Consiglio dei ministri (diventando, all’età di 79 anni e 6 mesi, il più anziano Capo del Governo dellaRepubblica Italiana) e per nove volte ministro della Repubblica (ricoprendo gli incarichi diministro degli esteri,dell'interno edel bilancio e della programmazione economica). Nel 1965 ricoprì l'incarico di presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e nel marzo del 1972 fu nominato senatore a vita dalPresidente della Repubblica Giovanni Leone. È stato segretario nazionale dellaDemocrazia Cristiana (1954-1959 / 1973-1975) e presidente del partito (1975-1976).

Considerato come uno fra i più importanti e celebripoliticiitaliani delsecondo dopoguerra e dellaPrima Repubblica, Fanfani fu una figura storica del partito dellaDemocrazia Cristiana; si distinse anche come storico dell'economia e come storico dell'arte. Oltre alla politica e agli studi, la sua grande passione fu la pittura, che esercitò sin dalla gioventù successivamente agli studi accademici[1].

Amintore Fanfani eAldo Moro furono definiti i due "cavalli di razza" dellaDemocrazia Cristiana.[2] Assieme ad Aldo Moro,Pietro Nenni,Giuseppe Saragat eUgo La Malfa, è stato artefice della svolta politica del cosiddettocentro-sinistra "organico", avvenuta poi compiutamente nella prima metà degli anni sessanta, con cui laDemocrazia Cristiana volle avvalersi della collaborazione governativa delPartito Socialista Italiano di Pietro Nenni.

Biografia

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Infanzia e studi

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Amintore Fanfani nacque il 6 febbraio1908 aPieve Santo Stefano, comune dellaValtiberina a cui rimase molto legato per tutta la sua vita; era il primo dei nove figli di Giuseppe Fanfani (1878-1943), figlio a sua volta di unfalegname ed ebanista, il quale dapprima esercitò la professioneforense ed in seguito quellanotarile e, successivamente alla volontaria adesione nellaPrima Guerra Mondiale, divenne esponente delPartito Popolare Italiano adAnghiari. Sua madre invece era Anita Leo, una casalinga decisa e di convinta fedecattolica (1884-1968), di padrecalabrese impiegato alle poste e di madreveneziana.

Pochi anni dopo la sua nascita, la famiglia si trasferì aSansepolcro. Amintore frequentò le Scuole Elementari a Pieve Santo Stefano eccetto un breve periodo a Pratieghi, frazione diBadia Tedalda[3], fu poi adUrbino, luogo in cui frequentò laScuola Media "Raffaello"; quindi aTreviso per il primo anno di Istituto Tecnico (1922-1923), dal quale nel 1923 passò al nuovoliceo scientifico diArezzo, in cui seguì anche le lezioni distoria dell'arte delprofessore epittoreGuglielmo Micheli, allievo diGiovanni Fattori e precettore diAmedeo Modigliani[4].

Militò nell'Azione Cattolicadiocesana e in quella aretina, avviando una formazione non solo legata ai precetti culturali, ma anche a quelli spirituali che avrebbe poi proseguito negli anni universitari. Si iscrisse nel 1926 all'Università Cattolica del Sacro Cuore diMilano, dove studiò nella Scuola di Scienze Politiche, economiche e sociali. A Milano visse nelCollegio Augustinianum entrando a far parte dellaFederazione Universitaria Cattolica Italiana.

Dopo aver conseguito, con il massimo dei voti e la lode, la laurea in Scienze Politiche, economiche e sociali nel1930, ottenne nel1936 la cattedra di storia delle Dottrine Economiche, sostenendo inizialmente ilcorporativismo.

Giovinezza e vicinanza al fascismo

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Si dimostrò un convinto sostenitore delcorporativismo, insieme conAgostino Gemelli e altri[5], nel quale riconobbe uno strumento provvidenziale per salvare la società italiana dalla derivaliberale (o liberista) o da quellasocialista e indirizzarla verso la realizzazione di quegli ideali di giustizia sociale suggeriti dalladottrina sociale della chiesa, una delle questioni centrali che riguardava il rapporto tra cultura cattolica e il mondo fascista[5]. Tra corporativismo di stampo cattolico e quello di stampo fascista Fanfani propendeva per quest'ultimo[6]. Collaborò con laScuola di mistica fascista, essendone professore[7] e scrivendo articoli per la sua rivistaDottrina fascista[7]. In quegli anni prese posizioni apertamenterazziste: in un saggio del 1939 affermò che «per la potenza e il futuro della Nazione gli italiani devono essere razzialmente puri»[8][9][10], e in un suo libro del 1941, illustrava «il problema della difesa della Razza come necessità biologica e come fatto spirituale di fronte all'urgente necessità di distruggere quel fenomeno dell'ebraizzazione che dall'unità d'Italia in poi dilagò in tutti i campi della cultura, della economia, della politica»[11].

Periodo milanese

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Durante il periodomilanese Fanfani fu direttore dellaRivista Internazionale di Scienze Sociali e si affermò nel panorama culturale italiano (e non solo) grazie agli studi di argomento storico-economico che hanno conservato un duraturo successo[12], come testimonia la recentissima ripubblicazione (2005) dell'operaCattolicesimo e Protestantesimo nella formazione storica del capitalismo, nella quale propose una coraggiosa interpretazione dei fenomeni di genesi del capitalismo, con particolare riferimento al condizionamento dei fattori religiosi e in sostanziale disaccordo con le tesi, allora paradigmatiche, diMax Weber. Questa opera lo portò alla ribalta tra i cattolicistatunitensi, in particolar modo fu molto apprezzata daJohn Kennedy che esplicitamente allaconvention democratica del1956 aChicago, quando era senatore, chiamò con il megafono Fanfani presente in aula indicandolo alla platea e riconobbe nell'influenza di Fanfani e del suo scritto una delle cause principali del suo ingresso in politica[13][14].

Fondazione della Democrazia Cristiana

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Negli anni trascorsi a Milano conobbeGiuseppe Dossetti eGiorgio La Pira e, dalla fine deglianni trenta, prese a partecipare assiduamente alle loro riunioni, discutendo di cattolicesimo e società.

Con l'entrata inguerra dell'Italia, il gruppo spostò la sua attenzione al ruolo che sarebbe dovuto toccare al mondo cattolico all'indomani di quella caduta delFascismo che era ormai ritenuta imminente.Con l'8 settembre del 1943, tuttavia, il gruppo si sciolse e, fino allaLiberazione, Fanfani si rifugiò inSvizzera, dove organizzò corsi universitari per i rifugiati italiani.

Rientrato inItalia, venne invitato aRoma proprio dall'amicoGiuseppe Dossetti, appena eletto alla vicesegreteria democristiana, che gli affidò la direzione dell'ufficio propaganda del partito. Ebbe in questo modo inizio la sua carriera politica, e nel mezzo secolo successivo si troverà sempre, anche se a fasi alterne, al centro della scena politica nazionale.

Eletto all'Assemblea Costituente, fece parte dellacommissione che redasse il testo della nuovaCostituzione repubblicana: sua è la formulazione delprimo articolo della Carta costituzionale: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro"[15]. Quando Dossetti abbandonò la vita pubblica (1952), si trovò catapultato sul proscenio come principale esponente della sua corrente di sinistra nel partito.

Prime esperienze ministeriali

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FuMinistro del lavoro e della previdenza sociale nelquarto (1947-1948) equinto (1948-1950) governo De Gasperi, dell'agricoltura nelsettimo governo De Gasperi (1951-1953), dell'interno nell'ottavo governo De Gasperi (1953-1953).

Fu il promotore (nel1949) del cosiddetto "piano Fanfani" che prevedeva la costruzione di oltre 300 000abitazioni popolari. Grazie alla tenacia e all'operosità di Fanfani, in pochissimo tempo furono realizzati nelle principali città numerosi nuovi alloggi diedilizia residenziale pubblica, spesso progettati daurbanisti e architetti di fama. Fece parte delgoverno Pella come ministro dell'interno.

Alla guida del partito e del governo

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Lo stesso argomento in dettaglio:Governo Fanfani I e Governo Fanfani II.

Nel1954 formò il suoprimo governo, senza però ottenere la fiducia.

Sempre nel1954 venne eletto segretario dellaDemocrazia Cristiana in quanto leader della corrente "Iniziativa democratica"; come segretario si adoperò per dotare il partito di una fitta rete di sezioni. Nel1958, a seguito del successo elettorale della DC, poté formare il suo secondo governo, con il sostegno direpubblicani esocialdemocratici, ricoprendo anche la carica di ministro degli Esteri. Il governo rappresentò un primo accenno a un nuovo corso politico, superando il cosiddettocentrismo.

A causa della contrarietà della maggioranza dellaDC all'apertura di una stagione di centro-sinistra e, soprattutto, all'eccessiva concentrazione di potere realizzatosi nelle mani del leader aretino, il Governo Fanfani II fu presto logorato dai cosiddetti "franchi tiratori", che lo misero spesso in minoranza.

È per questo che il 26 gennaio1959 Fanfani rassegnò le dimissioni del gabinetto da lui presieduto e, pochi giorni dopo, si dimise anche da segretario politico dellaDC. Al suo posto, venne nominatoAntonio Segni presidente del Consiglio di un governo monocolore, con l'appoggio esterno delPartito Liberale e i voti (non determinanti) di monarchici eMSI; inoltre, fu convocato aRoma, per il 14 marzo 1959, un consiglio nazionale della DC che avrebbe dovuto discutere della situazione politica. Tuttavia, in vista del Consiglio Nazionale, gli esponenti diIniziativa democratica si riunirono nel convento delle suore diSanta Dorotea e in quella sede, la maggioranza della corrente scelse di accantonare la linea politica di apertura a sinistra del suo leader.

La corrente diIniziativa democratica cessò così la propria esistenza come componente unitaria all'interno del partito. Da essa nacquero due nuove tendenze: idorotei (Mariano Rumor,Paolo Emilio Taviani,Emilio Colombo e, sia pure in una posizione più autonoma,Aldo Moro) eNuove Cronache, l'area che teneva assieme gli amici dell'ex-segretario Fanfani. Al Consiglio Nazionale, su indicazione deidorotei, Aldo Moro fu nominato segretario.

Dopo la sconfitta, Fanfani si ritirò nella suaToscana, meditando a lungo di abbandonare la politica attiva per ritornare all'insegnamento universitario. La battaglia congressuale dellaDC del1959, però, gli offrì nuovi stimoli. Alla guida di un cartello dicentro-sinistra, Fanfani giunse quasi a vincere il Congresso nazionale sulla base di una piattaforma politica che affermava la necessità di una collaborazione con ilPSI. Il fronte anti-fanfaniano, inizialmente sicuro della vittoria, rimase spiazzato dall'attivismo e dal recupero del leader aretino, riuscendo a rieleggere segretario Aldo Moro per pochi voti.

Ritorno al governo e primi tentativi di centro-sinistra

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Lo stesso argomento in dettaglio:Governo Fanfani III e Governo Fanfani IV.
Amintore Fanfani nel 1963

Nel1960, dopo la parentesi travagliata delGoverno Tambroni, Fanfani torna alla presidenza del Consiglio, formando il suoterzo governo. Si trattò di un monocolore democristiano appoggiato dai partiti del centro democratico, ma che poteva avvalersi anche dell'astensione non concordata dei socialisti e dei monarchici.Con Fanfani al governo e con Moro alla Segreteria, laDemocrazia Cristiana si prepara a inaugurare definitivamente la coalizione di centro-sinistra. L'impegno dei due "cavalli di razza" del partito porta infatti il Congresso nazionale, svoltosi aNapoli nel1962 ad approvare con ampia maggioranza la nuova linea di collaborazione con ilPartito Socialista Italiano.

Presentazione alla Camera delquarto governo Fanfani, 2 marzo 1962

Nel 1962, subito dopo il CongressoDC, Fanfani forma il suoquarto governo, questa volta di coalizione (DC - PSDI - PRI e con l'appoggio esterno delPSI), iniziando così l'esperienza delle maggioranze dicentro-sinistra. Sarà questo il periodo di maggiore successo della carriera di Fanfani.

In politica interna, Fanfani raggiunse importanti successi come: lanazionalizzazione dell'energia elettrica, l'estensione dell'obbligo scolastico fino ai 14 anni e l'istituzione dellascuola media unica (con i libri di testo gratuiti per i non abbienti), l'istituzione della cedolare d'acconto, la definitiva industrializzazione del paese, l'aumento delle pensioni del 30% che portò le pensioni medie a circa centomila lire l'anno con l'introduzione di un regime pensionistico assicurativo volontario per le casalinghe, l'eliminazione della censura sulle opere liriche e di prosa (pur rimanendo su quelle cinematografiche, sui varietà e su quelle televisive), l'avvio delle opere infrastrutturali come la realizzazione dell'Autostrada del sole Milano-Napoli e l'imponente opera di urbanizzazione del Paese tramite l'esproprio generale di terre ai Comuni, la riduzione della leva militare da 18 mesi a 15 mesi, il numero fisso di deputati e senatori (630 alla Camera e 315 al Senato), l'istituzione nel 1962 dellaCommissione parlamentare antimafia e - con la nomina diEttore Bernabei a direttore generale - la definitiva consacrazione dellaRai come servizio pubblico (con le trasmissioniNon è mai troppo tardi per gli adulti analfabeti oTribuna politica che dava spazio, in egual misura, a tutte le forze politiche).

Fanfani nel 1963 si recò in visita negliStati Uniti con l'obiettivo di costituire, nel quadro dellaNATO, una difesa nucleare anche sul territorio italiano facendo strada all'installazione deimissili Polaris.

La sua politica riformatrice, accusata di avere uno stampo tropposolidarista, produsse una significativa diffidenza della classe industriale e della corrente di destra della DC; i potentati multinazionali mal sopportarono l'opera di apertura aipaesi arabi condotta dal suo sodaleEnrico Mattei alla guida dell'ENI. Con il calo di consenso elettorale del1963 fu costretto alle dimissioni.

Nel1965 è ministro degli Esteri nelsecondo governo Moro, carica che ricopre anche dal1966 al1968 nelterzo governo Moro. Venne eletto presidente alla 20ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per il periodo 1965-1966: Fanfani è al 2021 l'unico italiano ad aver ricoperto tale carica.[16]

Linee di politica estera

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Fanfani aveva una forte disposizione alla diplomazia personale ma anche una particolare abilità che lo rese, sulla scena internazionale, più visibile dei politici della sua epoca[17]. Egli riteneva che l'Italia, pur essendo la più piccola e debole delle grandi potenze, fosse comunque in grado di sfruttare la forza (e la debolezza) degli altri Stati più potenti per ottenere risultati a lei favorevoli e comunque importanti[18].

Già nel 1955-1956, quando era solo segretario politico della DC, valorizzò il ruolo dell'Italia nella soluzione dellacrisi di Suez, utilizzando le capacità del giovane diplomaticoRaimondo Manzini, che lo aveva accompagnato in due viaggi inGermania Ovest e aWashington. Fanfani autorizzò Manzini a mediare, tra gli Stati Uniti e il presidenteegizianoNasser, un piano di regolamentazione permanente dei traffici nel canale su queste basi: 1) accettazione della sovranità egiziana sul canale; 2) garanzia egiziana sulla libertà di navigazione nel canale; 3) nazionalizzazione del canale con il riconoscimento egiziano degli interessi legittimi degli utenti[19]. Quando, il 29 ottobre 1956,Israele,Francia eGran Bretagna attaccarono l'Egitto, gli Stati Uniti, già predisposti verso una soluzione pacifica della crisi anche grazie all'iniziativa di Fanfani, costrinsero gli invasori a cessare il fuoco e al ritiro delle truppe, evitando l'estendersi di un conflitto ben più grave[20]. Inoltre, tale politica, oltre a indebolire il prestigio di due Stati vincitori (Francia e Gran Bretagna), permise all'Italia di presentarsi nelMediterraneo come la meno coloniale delle potenze europee; ciò fu di grande supporto alla contemporanea politica energetica del Presidente dell'Eni,Enrico Mattei, di apertura terzomondista[18].

Fanfani poté presentare l'immagine di un'Italia filo-araba, procuratrice dell'Occidente con il consenso degli Stati Uniti, soprattutto nel periodo del suosecondo (1958-1959) eterzo governo (1960-63), nel primo dei quali rivestì anche la carica di ministro degli esteri. Con tale politica, Fanfani e Mattei riuscirono a scalzare la Francia da alcune posizioni economicamente dominanti nell'Africa del Nord[18]. Inoltre, il politico toscano riuscì ad approfittare del dissidio tra gliStati Uniti e la Francia diDe Gaulle per esercitare un nuovo ruolo dell'Italia nell'ambito dellaComunità europea. Onde evitare il formarsi di una posizione dominante della Francia in Europa, infatti, gli Stati Uniti avevano convinto la Gran Bretagna a richiedere l'ingresso nellaCEE, suscitando la ferma opposizione del capo dello Stato francese. In tale scontro, Fanfani prese le parti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, indebolendo anche la posizione filo-francese dellaGermania Ovest, oggettivamente nociva alla politica dell'Italia[18].

Fanfani con ilpresidente degli Stati UnitiJohn Fitzgerald Kennedy.

Un ruolo di mediazione tra le parti, invece, fu quello assunto da Fanfani durante lacrisi dei missili di Cuba. Nella mattinata del 27 ottobre1962, infatti,Ettore Bernabei, uomo di fiducia di Fanfani, giunse nella capitale degli Stati Uniti con l'incarico di consegnare al presidenteKennedy una nota del governo italiano nella quale si accettava il ritiro dallabase italiana di San Vito dei Normanni dei missili puntati verso l'URSS[21]; poche ore dopo giunse l'analoga richiesta dell'Unione Sovietica che chiedeva il ritiro delle testate atomiche statunitensi dallaTurchia e dall'Italia[22]. Non è improbabile che la mediazione diplomatica sia stata abilmente concertata traPalazzo Chigi e il Vaticano, tenuto conto dei contenuti delradiomessaggio per l'intesa e la concordia tra i popoli trasmesso pochi giorni prima dapapa Giovanni XXIII e del fatto che i rapporti diplomatici tra laSanta Sede e l'Unione Sovietica, all'epoca, erano intrattenuti dall'Italia.

Nell'ultimo periodo in cui rivestì l'incarico di Ministro degli Esteri (1966-1968), la politica pro-araba di Fanfani ebbe minor successo. Privo del supporto diEnrico Mattei, prematuramente scomparso in un attentato aereo nel 1962, e consapevole dell'esigenza di evitare che i paesi arabi cercassero protezione aMosca, Fanfani commise l'errore di esporsi troppo e dette l'impressione di lavorare per l'uscita dell'Italia dall'Alleanza Atlantica. Ciò, oltre a fargli perdere l'appoggio degli Stati Uniti, lo fece scontrare con l'atlantismo delPresidente della RepubblicaGiuseppe Saragat, soprattutto allo scoppio dellaguerra dei sei giorni (1967), nella quale gli Stati Uniti assunsero una posizione filo-israeliana e contraria alnazionalismo arabo. Ne risultò, nella politica estera italiana, una specie di diarchia che finì per essere neutralizzata dalla prudenza e dall'immobilismo delPresidente del Consiglio Aldo Moro[23]. Fanfani, tuttavia, dette prova di grande maturità politica e, nel settembre 1967, accompagnando Saragat a Washington per tranquillizzare gli americani, seppe rimanere dietro le quinte[24].

Alla presidenza del Senato e corsa al Quirinale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1971.
Il Presidente degli Stati UnitiRichard Nixon con Fanfani in qualità di Presidente del Senato e l'ambasciatore italiano il 23 luglio1970.

Dal1968 al1973, Fanfani fu presidente delSenato. DaPalazzo Giustiniani, però, continuò per oltre un ventennio a svolgere un ruolo rilevante, abbandonando saltuariamente la seconda carica dello Stato ogni qual volta l'interesse del partito lo chiamava alla guida dellaDC o del governo. Nonostante questa seconda fase della sua lunga carriera politica lo vedesse su posizioni nettamente più moderate della prima fase, la sua persona continuò a essere oggetto di una certa freddezza da parte di potentati economici o amministrativi[25].

Durante il suo mandato come presidente del Senato hasupplito le funzioni di Presidente della Repubblica in tre distinte occasioni.[26][27][28]

Alle elezioni per la presidenza della Repubblica del dicembre1971 fu il candidato ufficiale della Democrazia Cristiana ma, dopo una lunga serie di scrutini andati a vuoto, anche a causa dell'azione sotterranea dei "franchi tiratori" del suo stesso partito, fu costretto a ritirarsi, favorendo l'elezione di Leone. Quest'ultimo, il 10 marzo1972 lo nominòsenatore a vita.

La sconfitta di Fanfani alla corsa del Quirinale segnò la fine della prima fase della politica di centrosinistra. Leone, infatti, fu eletto da una maggioranza centrista (DC-PSDI-PRI-PLI), con i voti determinanti di alcuni parlamentari delMovimento Sociale Italiano[29]. Pochi mesi dopo, in coerenza con il risultato dell'elezione presidenziale, Giulio Andreotti compose unnuovo governo appoggiato, per la prima volta dal1957, da unamaggioranza di centro.

Seconda segreteria DC e referendum sul divorzio

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Il senatore a vita Amintore Fanfani

L'esperienza del governo centrista guidato da Andreotti durò soltanto un anno, sino al giugno del 1973. Infatti, a seguito del "patto di Palazzo Giustiniani" tra Fanfani e Aldo Moro, il XII Congresso nazionale delpartito di maggioranza relativa approvò un documento favorevole al ritorno alla formula di centro-sinistra[30]. Fanfani fu rieletto segretario politico subentrando alla segreteria del suo delfinoArnaldo Forlani, che aveva avallato l'interruzione momentanea della collaborazione con ilPartito Socialista Italiano. Il ritorno alla segreteria del leader aretino non riuscì in ogni caso a evitare la progressiva crisi di una formula politica (quella del centro-sinistra) ormai irrimediabile.

Dopo le pressioni provenienti dagli ambienti cattolici, seppur con molte perplessità circa la sua riuscita, Fanfani dovette guidare il partito nella campagna per ilreferendum sull'abrogazione del divorzio, su posizioni di forte contrapposizione allo schieramento laico.Il segretario politico si ritrovò a guidare questa battaglia senza avere l'appoggio esplicito della DC:Rumor, Moro,Colombo eCossiga, infatti, erano convinti della non riuscita della battaglia referendaria.La sconfitta del referendum sul divorzio non ne provocò immediatamente le dimissioni; per poco più di un anno, infatti, Fanfani continuò a guidare il partito, seppur con l'esplicita opposizione delle correnti di sinistra.

L'attenzione di Fanfani si spostò allora sulleelezioni regionali del 1975, dove egli sperava di raggiungere un successo considerevole basando la campagna elettorale sui temi della sicurezza e dell'opposizione al crimine e al terrorismo. Invece il risultato della consultazione portò la DC al suo minimo storico, con conseguente sfiducia per il segretario uscente da parte del Consiglio Nazionale nel luglio seguente.

Congresso del 1975, presidente della DC e nuovamente presidente del Senato

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Fanfani a un comizio della DC

Gli succedetteBenigno Zaccagnini, inizialmente sostenuto dallo stesso Fanfani, che poi assunse una posizione critica nei confronti della segreteria a causa della sua linea di apertura alPCI. Fu per questo che, durante il Congresso nazionaleDC del1976 Fanfani guidò, assieme adAndreotti e ai dorotei diPiccoli eBisaglia, un cartello di correnti moderate opposte alla "linea Zaccagnini" denominato "DAF" (Dorotei-Andreotti-Fanfani). Il "DAF", però, non riuscì a imporsi e a far eleggere alla segreteria il fanfaniano Arnaldo Forlani, mettendo così in condizione Zaccagnini e la sua maggioranza - alla quale si aggregò Andreotti in cambio della designazione a presidente del consiglio - di procedere con la politica di "solidarietà nazionale" e con l'apertura al PCI.

Dopo il congresso, fu eletto presidente del consiglio nazionale della DC, carica che la nuova maggioranza zaccagniniana volle concedere a un esponente della minoranza per assicurare l'unità del partito. Partecipò in prima persona alla campagna elettorale per leelezioni del 1976, percorrendo l'Italia in macchina per decine di migliaia di chilometri e tenendo anche più comizi e interventi nella stessa giornata. Lasciò la presidenza del partito nell'ottobre seguente, a seguito della sua elezione a presidente del Senato, carica in cui fu rieletto nel1979 e che mantenne fino al dicembre1982.

Giorni del sequestro Moro e posizione trattativista

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Durante ilsequestro Moro fu l'unico esponente DC a osteggiare apertamente la linea della fermezza, fino al punto di negare al governo la sede deliberante - richiesta da Giulio Andreotti - sui provvedimenti di polizia proposti il giorno dopo il sequestro di Aldo Moro. La sua non ostilità alla linea della trattativa[31] rimase però isolata all'interno del partito. Moro stesso, dalle lettere dal carcere delleBrigate Rosse, si rivolse a Fanfani facendo affidamento sul suo "gusto antico per il grande sfondamento"; il giorno prima dell'omicidio, però, quando si attendeva un ultimo gesto possibilista verso la concessione della grazia a un brigatista ferito da parte del capo dello StatoLeone,Bartolomei, il fanfaniano presente nella direzione della DC, tacque. La famiglia Moro, in rotta con lo stato maggiore DC, rifiutò di partecipare ai funerali di Stato e pregò gli esponenti politici democristiani di astenersi dal partecipare ai funerali in forma privata aTorrita Tiberina: soltanto Fanfani, a causa della posizione aperturista assunta durante il sequestro, avrebbe potuto recarsi alle esequie nella cittadina laziale, ma non poté fare in tempo ad assistere alla cerimonia funebre perché impegnato nella commemorazione di Aldo Moro al Senato.

Congressi del '80 e '82: il cosiddettoPAF

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Ilsummit delG7 nel1983, da sinistra a destra:Pierre Trudeau,Gaston Thorn,Helmut Kohl,François Mitterrand,Ronald Reagan,Yasuhiro Nakasone,Margaret Thatcher, Amintore Fanfani

Dopo aver collaborato all'affermazione delle correnti moderate dellaDC nel Congresso nazionale del1980, che sancì l'interruzione della fase di apertura verso i comunisti ed elesse alla segreteriaFlaminio Piccoli, Fanfani decise invece di allearsi nel successivo congresso del 2-6 maggio1982 con la sinistra del partito.Assieme ai dorotei diPiccoli e alla corrente andreottiana, coi quali diede vita a una coalizione denominata con l'acronimo"PAF" (Piccoli, Andreotti, Fanfani), contribuì infatti in modo decisivo all'elezione del nuovo segretarioCiriaco De Mita e alla sconfitta di quello che un tempo era stato il suo delfino, Arnaldo Forlani, reagendo con grande dignità e fermezza alle contestazioni di alcuni delegati che sostenevano il suo ex pupillo[32]. A causa di questa scelta, la corrente fanfaniana subì una pesante scissione; il grosso della stessa, infatti, non se la sentì di seguire il leader in questa nuova avventura, preferendo rimanere assieme a Forlani nella minoranza moderata del partito.

Quinto governo Fanfani

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Lo stesso argomento in dettaglio:Governo Fanfani V.

Dal 1º dicembre1982 al 4 agosto1983 Fanfani fu Presidente del Consiglio per la quinta volta, guidando ungoverno DC - PSI - PSDI - PLI con l'appoggio esterno del PRI. Il governo Fanfani doveva traghettare il paese alle elezioni anticipate dopo la prima esperienza di un non democristiano (il segretario repubblicano Spadolini) alla guida dell'esecutivo, garantendo alla DC il vantaggio della Presidenza del Consiglio in campagna elettorale. Destò un certo scalpore, nel febbraio del1983, la decisione di Fanfani di incaricare il suo consigliere diplomatico, l'ambasciatore Remo Paolini, di rendere visita all'exre d'ItaliaUmberto II, ricoverato alla London Clinic a Londra.

"Sosta" 1983-1985, ancora presidente del Senato e sesto governo Fanfani. Ultimi incarichi di governo

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Lo stesso argomento in dettaglio:Governo Fanfani VI.

Le elezioni del 1983 determinarono un tracollo elettorale per la DC, che perse quasi il 6% dei voti attestandosi al minimo storico del 32,9% alla Camera. Il segretario De Mita considerò in parte Fanfani responsabile della sconfitta, accusandolo di non essersi impegnato a sufficienza nella campagna elettorale. Per questo Fanfani non fu ricandidato dalla DC alla presidenza del Senato, per la quale gli fu preferitoFrancesco Cossiga.

Ma dopo l'elezione di Cossiga alla Presidenza della Repubblica, nel 1985, Fanfani poté recuperare la presidenza del Senato, eletto da un'ampia maggioranza che andava dal pentapartito alPCI fino ad arrivare alMSI. La nuova e ultima presidenza diPalazzo Madama durò fino ad aprile del1987, quando Fanfani fu chiamato per lasesta volta a guidare il governo.

Si trattava di un monocolore democristiano, nato dalla reazione del segretario De Mita alla decisione di quello socialistaBettino Craxi di non rispettare il cosiddetto "patto della staffetta", che prevedeva l'alternanza a Palazzo Chigi tra lo stesso Craxi e un democristiano: De Mita tolse la fiducia al governo Craxi e promosse la nascita di un governo minoritario per andare nuovamente a elezioni anticipate. Vi fu un risvolto imprevisto nella nascita (o meglio "non nascita") del sesto governo Fanfani, perché al momento del voto di fiducia Craxi, su suggerimento del leader radicaleMarco Pannella, decise di far votare il suo partito a favore del governo, insieme agli stessi radicali, costringendo così la DC a far mancare, mediante astensioni concordate, i voti necessari alla fiducia. Dopo le elezioni del luglio 1987, che segnarono un recupero di voti da parte della DC, Fanfani ricoprì gli incarichi di ministro dell'Interno nelGoverno Goria e diMinistro del bilancio e della programmazione economica nelGoverno De Mita fino al 1989.

Dopo il 1989: presidente della Commissione Esteri del Senato, conclusione della carriera politica e morte

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Amintore Fanfani

Conclusa nel 1989 l'esperienza nel governo De Mita, Fanfani, ottantunenne, non partecipò ai successivi governi presieduti daGiulio Andreotti e caratterizzati dal cosiddetto "CAF", l'alleanza cioè conForlani e Craxi (il suo successore alMinistero del bilancio fuPaolo Cirino Pomicino, appartenere alla correnteandreottiana). La sua attività parlamentare nellaX legislatura proseguì in modo distaccato e sempre meno evidente, continuando ad esseresenatore a vita. Seguirono a partire dalla seconda metà del 1992 gli anni dei processi diTangentopoli (dai quale non venne toccato, insieme aGiovanni Spadolini), che produssero effetti deflagranti per il sistema dei partiti e per laDemocrazia Cristiana in particolare, fino allo scioglimento del partito dopo 51 anni e la nascita del nuovoPartito Popolare Italiano, alleatosi con ilPartito Democratico della Sinistra nella coalizionedell'Ulivo diRomano Prodi, exdemocristiano e Presidente dell'IRI.

Nella primavera del 1992, a seguire le ultimeelezioni politiche della cosiddettaPrima Repubblica, fu eletto presidente della commissione Esteri del Senato, che mantenne fino al 14 aprile 1994. Sarà l'ultimo incarico istituzionale ricoperto da Fanfani. Nel 1994 Fanfani aderì al PPI, senza peraltro svolgere ruoli specifici e senza una presenza evidente, ma contribuendo col voto difiducia alprimo governo Prodi. Sebbene l'incedere dell'età fosse evidente, nel febbraio del 1998 espresse la velleità di presenziare alla cerimonia per i suoi 90 anni organizzata dalSenato della Repubblica.

Fanfani si è spento il 20 novembre1999 nella sua abitazione romana incorso Rinascimento vicino aPalazzo Madama per unainsufficienza cardio-respiratoria all'età di 91 anni, in seguito ad un breve ricovero nella clinica Materdei. I funerali di Stato furono celebrati nellabasilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri il 22 novembre alla presenza delPresidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi e di molti importanti esponenti democristiani, tra cuiAntonio Gava ed Arnaldo Forlani; dopo la cerimonia funebre il feretro fu tumulato nella cappella di famiglia delcimitero di Prima Porta, dove già era stata tumulato il feretro della sua prima moglie.

Vita privata

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Fanfani si sposò due volte. La prima moglie fu Biancarosa Provasoli (1914-1968), figlia di unindustriale tessile, che sposò nel 1939. Con lei ebbe sette figli: Annamaria (1940); Grazia (1942); Marina (1944); Alberto (1947); Benedetta (1950); Giorgio (1952); Cecilia (1955). Rimasto vedovo, nel 1972 conobbeMaria Pia Tavazzani, anch'ella vedova, che sposò nel 1975, nella Basilica di San Giuseppe al Trionfale.

Fanfani nella cultura di massa

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La clamorosa "tirata d'orecchi" del 9 maggio 1979
  • APieve Santo Stefano, suo paese natale, la piazza centrale, l'istituto scolastico omnicomprensivo, un giardino pubblico e la statua davanti al Palazzo Comunale sono a lui intitolati.
  • Si dice che Fanfani abbia ottenuto che la nascenteAutostrada del Sole, seguendo il vecchio tracciato dellavia Cassia, passasse per Arezzo (capoluogo della sua provincia di nascita) invece che per Perugia o Siena: per questo la svolta piuttosto marcata che precede il casello di Arezzo fu denominata"curva Fanfani".[33]
  • Fanfani fu candidato della DC per laPresidenza della Repubblica nel 1971 ma, nel corso di una votazione, un elettore scrisse sulla sua scheda: «Nano maledetto / non sarai mai eletto». Comunemente, si ritiene che tale frase fosse indirizzata proprio all'alloraPresidente del Senato, che assisteva al conteggio delle schede. Alsesto scrutinio ilquorum non fu raggiunto e, dopo che il senatore toscano aveva detto che avrebbe ritirato la candidatura se non fosse stato eletto, su una scheda apparve la frase: «Te l'avevo detto / nano maledetto / che non venivi eletto».[34]
  • Dario Fo compose, nel1973, unacommedia intitolataIl Fanfani rapito il cuiprotagonista è, appunto, Amintore Fanfani.
  • Nello stesso anno un autore anonimo, poi rivelatosi lo scrittore umoristicoGianfranco Piazzesi, pubblicò il libroBerlinguer e il Professore, nel quale Amintore Fanfani - il "professore" - era uno dei protagonisti. Il libro fu salutato come uno dei primi romanzi del genere fantapolitico pubblicato in Italia ed ebbe un enorme successo anche all'estero, essendo stato tradotto in sei lingue e superando le 400 000 copie vendute.[35]
  • Per i molteplici incarichi istituzionali a cui venne chiamato, spesso anche quando alcuni credevano che stesse per imboccare il "viale del tramonto", venne soprannominato daIndro MontanelliRieccolo ovvero (richiamando un pupazzo che torna sempre in piedi) "ilmisirizzi".
  • Francobollo commemorativo emesso nel 2008
    Nel 1975 l'autore televisivoBruno Broccoli pubblicò un libro umoristico (Leone XIV: il successore di Paolo VI) nel quale si immaginava che Fanfani venisse eletto al Vaticano come nuovo papa.
  • Il 9 maggio 1979, primo anniversario dell'assassinio diAldo Moro, il militante democristiano Angelo Gallo si avvicinò alle spalle di Fanfani nella chiesa del Gesù e gli tirò le orecchie (gridando a gran voce la frase:"Amintore, rifonda la DC col pungolo dell'amore!") in segno di protesta per l'inerzia - a detta di Gallo - dei politici rispetto ai problemi del lavoro.[36][37]
  • Il 29 giugno1991 ricevette la cittadinanza onoraria diSansepolcro; ivi si era da tempo trasferito il ramo toscano della famiglia, aveva vissuto la carriera politica il fratello Ameglio e aveva avviato la propria suo nipoteGiuseppe; inoltre vi erano nate le prime due figlie, Maria Pia e Maria Grazia. A Sansepolcro Amintore Fanfani aveva dedicato anche alcuni tra i suoi primi studi di storia economica e sociale, tra cui il volumeUn mercante del Trecento (1934), opera assai apprezzata come esempio di metodo storiografico basato sulla ricerca archivistica.
  • Nel 2008, in occasione del centenario della nascita, lePoste Italiane hanno emesso in onore di Fanfani un francobollo commemorativo, con la formulazione - a lui attribuita - dell'art. 1 dellaCostituzione della Repubblica.[15]

Onorificenze[38]

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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito (Cile) - nastrino per uniforme ordinaria
— 27 luglio1965[39]
Balì Cavaliere di Gran Croce del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) - nastrino per uniforme ordinaria
— 14 novembre1958[40][41][42]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Piano (Santa Sede) - nastrino per uniforme ordinaria
— 12 dicembre1958[43]
Cavaliere con Gran Cordone dell'Ordine della Corona (Thailandia) - nastrino per uniforme ordinaria
— 28 settembre1960
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Michele e San Giorgio (G.C.M.G., Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
— 19 luglio1961[40][41][42]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine equestre per il merito civile e militare (San Marino) - nastrino per uniforme ordinaria
— 20 febbraio1962
Cavaliere di I classe dell'Ordine dell'Aquila azteca (Messico) - nastrino per uniforme ordinaria
— 7 maggio1965
Cavaliere di I classe dell'Ordine di Sant'Olav (Norvegia) - nastrino per uniforme ordinaria
— 2 giugno1965
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito di Germania (Germania Ovest) - nastrino per uniforme ordinaria
— 5 luglio1965
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Aquila Bianca (Polonia) - nastrino per uniforme ordinaria
— 14 ottobre1965
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del liberatore San Martín (Argentina) - nastrino per uniforme ordinaria
— 1 febbraio1966
Gran Cordone dell'Ordine nazionale del Cedro (Libano) - nastrino per uniforme ordinaria
— marzo1967
Gran Cordone dell'Ordine della Stella di Giordania (Giordania) - nastrino per uniforme ordinaria
— 30 marzo1967
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Quetzal (Guatemala) - nastrino per uniforme ordinaria
— 14 agosto1967
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Vasco Núñez de Balboa (Panama) - nastrino per uniforme ordinaria
— 25 marzo1996

Cittadinanze onorarie[38]

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Cittadino onorario di Gaiole in Chianti (Siena, Toscana) - nastrino per uniforme ordinaria
Cittadino onorario diGaiole in Chianti (Siena, Toscana)
— 29 luglio1956[44]
Cittadino onorario dello Stato del Maryland (Stati Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria
Cittadino onorario delloStato del Maryland (Stati Uniti)
— 12 giugno1961
Cittadino onorario di Filadelfia, (Pennsylvania, Stati Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria
Cittadino onorario diFiladelfia, (Pennsylvania, Stati Uniti)
— 14 giugno1961
Cittadino onorario di South San Francisco (California, Stati Uniti). - nastrino per uniforme ordinaria
Cittadino onorario diSouth San Francisco (California, Stati Uniti).
— 14 ottobre1981
Cittadino onorario di San Francisco (California, Stati Uniti). - nastrino per uniforme ordinaria
Cittadino onorario diSan Francisco (California, Stati Uniti).
— 9 agosto1982
Cittadino onorario di Arezzo (Toscana, Italia). - nastrino per uniforme ordinaria
Cittadino onorario diArezzo (Toscana, Italia).
— 1º giugno1996

Accademiche

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Laurea ad honorem - nastrino per uniforme ordinaria
Laureaad honorem
Laurea ad honorem - nastrino per uniforme ordinaria
Laureaad honorem

Altri riconoscimenti

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Brevetto del Consiglio di Stato (Repubblica Socialista di Romania) - nastrino per uniforme ordinaria
Brevetto delConsiglio di Stato (Repubblica Socialista di Romania)
— 19 maggio1973[38]

Sinossi degli incarichi di Governo

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Relativamente agli incarichi da lui svolti nei Governi della Repubblica Italiana, Fanfani è stato nominato 6 voltePresidente del consiglio dei ministri, 4 volte (di cui 2ad interim)Ministro degli affari esteri, 3 volteMinistro dell'Interno, 2 volteMinistro del lavoro e della previdenza sociale, 1 voltaMinistro dell'agricoltura e, infine, 1 voltaMinistro del bilancio e della programmazione economica.

IncaricoMandatoGoverno
Ministro del lavoro e della previdenza sociale31 maggio1947 - 23 maggio1948Governo De Gasperi IV
Ministro del lavoro e della previdenza sociale23 maggio1948 - 12 gennaio1950Governo De Gasperi V
Ministro dell'agricoltura26 luglio1951 - 29 giugno1953Governo De Gasperi VII
Ministro dell'Interno16 luglio1953 - 2 agosto1953Governo De Gasperi VIII
Ministro dell'Interno17 agosto1953 - 5 gennaio1954Governo Pella
Presidente del consiglio dei ministri18 gennaio1954 - 30 gennaio1954Governo Fanfani I
Presidente del consiglio dei ministri1º luglio1958 - 15 febbraio1959Governo Fanfani II
Ministro degli affari esteriad interim1º luglio1958 - 15 febbraio1959
Presidente del consiglio dei ministri26 luglio1960 - 21 febbraio1962Governo Fanfani III
Presidente del consiglio dei ministri21 febbraio1962 - 21 giugno1963Governo Fanfani IV
Ministro degli affari esteriad interim7 maggio1962 - 29 maggio1962
Ministro degli affari esteri5 marzo1965 - 30 dicembre1965Governo Moro II
Ministro degli affari esteri23 febbraio1966 - 24 giugno1968Governo Moro III
Presidente del consiglio dei ministri1º dicembre1982 - 4 agosto1983Governo Fanfani V
Presidente del consiglio dei ministri17 aprile1987 - 28 luglio1987Governo Fanfani VI
Ministro dell'Interno28 luglio1987 - 13 aprile1988Governo Goria
Ministro del bilancio e della programmazione economica13 aprile1988 - 22 luglio1989Governo De Mita

Opere e divulgazione politica

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  • Scisma e spirito capitalistico in Inghilterra, Milano, 1932.
  • Le origini dello spirito capitalistico in Italia, Milano, Vita e Pensiero, 1933.
  • Cattolicesimo e Protestantesimo nella formazione storica del capitalismo, 1934. - a cura di Piero Roggi, prefazione di Antonio Fazio, Venezia, Marsilio, 2006.
  • Un mercante del Trecento, Milano, Giuffrè, 1935. - rist. anast.: Sansepolcro, Coop. culturale La Pira 1984. [racconta di Giubileo di Niccolò Carsidoni, mercante dell'arte della lana in Sansepolcro, operante tra il 1348 e il 1360 secondo i documenti]
  • Saggi di storia economica italiana, Milano, 1936.
  • Il significato del corporativismo, Como, 1937.
  • Storia delle dottrine economiche. I vol. : il volontarismo, 1938; II vol.: il naturalismo, 1945.
  • Introduzione allo studio della storia economica, Milano, 1939.
  • Storia economica. Dalla crisi dell'Impero Romano al principio del secolo XVIII, Milano-Messina, Principato, 1940. - II ed. accresciuta e riveduta, Torino, UTET, 1961.
  • Indagini sulla "rivoluzione dei prezzi", Milano, Vita e Pensiero, 1940.
  • Colloqui sui poveri, Milano, Vita e Pensiero, 1942.
  • Storia del lavoro in Italia dalla fine del secolo XV agli inizi del XVIII, 1943.
  • Summula sociale, Roma, Editrice Studium, 1945.
  • Persona, beni, società in una rinnovata civiltà cristiana, Milano, 1945.
  • Economia orientata, 1946.
  • Il neovolontarismo economico statunitense, Milano-Messina, Principato, 1946.
  • Le tre città. Postille a San Luca, 1946.
  • Economia, Brescia, Morcelliana, 1948, II ed. 1953.
  • Vita economica italiana dall'antichità al XVIII secolo, Roma, Studium, 1954.
  • Autunno 1956. La Democrazia Cristiana e i problemi internazionali, Roma, Edizioni Cinque Lune, 1956.
  • Anni difficili ma non sterili, Bologna, Cappelli, 1958.
  • Da Napoli e Firenze 1954-1959. Proposte per una politica di sviluppo democratico, Milano, Garzanti, 1959.
  • Dopo Firenze. Azione per lo sviluppo democratico dell'Italia, Milano, Garzanti, 1961.
  • Centro Sinistra '62, Milano, Garzanti, 1963.
  • Una pieve in Italia, Milano, Mondadori, 1964. - Prefazione di Ettore Bernabei, Venezia, Marsilio, 2008.
  • Strategia della sopravvivenza. Proposte degli anni 1970-1971, Roma, Edizioni Cinque Lune, 1975.
  • Capitalismo, socialità, partecipazione, Milano, Mursia, 1976. - a cura di Piero Roggi, Venezia, Marsilio, 2009.
  • Giorgio La Pira. Un profilo e 24 lettere inedite, Milano, Rusconi, 1978.
  • Il Greco e Teresa d'Avila, Milano, Rusconi, 1986.
  • Riflessioni sui dialoghi per la pace 1955-1986, Roma, Edizioni Cinque Lune.
  • Amintore e Maria Pia Fanfani,La sapienza degli ultimi. Viaggio nel cuore dei poveri, San Paolo, 2011.

Diari

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  • Diari. Volume I 1943-1945: quaderni svizzeri, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2012.
  • Diari. Volume II 1949-1955, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013.
  • Diari. Volume III 1956-1959, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013.
  • Diari. Volume IV 1960-1963, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013.

Note

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  1. ^La biblioteca partecipa alla mostra in Senato sulla pittura di Amintore Fanfani, Minervaweb, Rivista online dellaBiblioteca "Giovanni Spadolini", n. 79 (Nuova Serie), febbraio 2025.
  2. ^L'espressione fu lanciata daCarlo Donat-Cattin al Consiglio nazionale del 9 novembre 1969 che elesseArnaldo Forlani segretario del partito. In tale occasione Donat Cattin affermò:«La DC ha due cavalli di razza, Fanfani e Moro, ma ha deciso di non farli correre». Dato il successo dell'espressione, il politico ligure la ripropose in occasione delleelezioni del Presidente della Repubblica del 1971, relativamente all'individuazione del candidato DC:«Non dimentichiamoci che la DC può contare solo su due cavalli di razza: Fanfani e Moro. Gli altri al più sono ottimi mezzosangue».https://www.linkiesta.it/blog/2016/02/i-cavalli-di-razza-della-prima-repubblica/, su linkiesta.it.
  3. ^La notizia è riportata da F. Ciavattini,Ricordi in libera uscita dalla Valtiberina, inAmintore Fanfani e la sua terra, Cortona 2002, p. 153.
  4. ^Per la carriera scolastica di Amintore Fanfani si vedano P. Nepi,Cultura e Politica in Amintore Fanfani, inAmintore Fanfani e la sua terra, Cortona 2002, pp. 39-40 e 74; C. Santori,Un “maturo” eccellente del Liceo scientifico “F. Redi” di Arezzo: Amintore Fanfani, inAmintore Fanfani e l’età del Centro-sinistra. Società, politica, economia, cultura. Atti del convegno (Sansepolcro 2000), Sansepolcro 2002, pp. 128-132; P. L. Porta,La formazione universitaria e il rapporto con i maestri, inAmintore Fanfani. Formazione culturale, identità e responsabilità politica, a cura di A. Cova – C. Besana, Milano 2014, p. 90.
  5. ^ab Circolo "Verso l'Europa" (a cura di),Amintore Fanfani e la sua terra, Arezzo, Calosci, 2002, p. 244,ISBN 978-88-7785-176-5.
  6. ^ Piero Barucci, Simone Misiani, Manuela Mosca (a cura di),La cultura economica tra le due guerre, collanaBiblioteca storica degli economisti italiani, Franco Angeli, 2015, p. 89 e p. 568,ISBN 978-88-917-1329-2.
    «[nota 4] Significativa, dal punto di vista della sostituzione del corporativismo di matrice cattolica con quello fascista, è la netta presa di posizione a favore di quest'ultimo da parte di Amintore Fanfani.»
  7. ^ab Istituto Luigi Sturzo (a cura di),Fanfani e la casa. Gli anni Cinquanta e il modello italiano di welfare state. Il piano INA-Casa, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2002, p. 81 e p. 442,ISBN 978-88-498-0512-3.
  8. ^ Giuseppe Gozzini,Sulla frontiera: Camillo De Piaz, la Resistenza, il Concilio e oltre, Libri Scheiwiller, 2006,ISBN 978-88-7644-494-4.URL consultato l'8 aprile 2020.
  9. ^ Bruno Vespa,Italiani voltagabbana, Mondadori, 6 novembre 2014,ISBN 978-88-520-5882-0.URL consultato l'8 aprile 2020.
  10. ^ Arrigo Petacco,L'uomo della provvidenza, UTET, 28 agosto 2018,ISBN 978-88-511-6689-2.URL consultato l'8 aprile 2020.
  11. ^ilgiornale.it,https://www.ilgiornale.it/news/insospettabili-difensori-razza-1568167.html Titolo mancante per urlurl (aiuto).
  12. ^v. Fanfani, Amintore, "La dottrina di Smith e la crisi odierna", inEconomia e Storia 24, no. 2 (marzo 1977): 147-154.
  13. ^ Lanfranco Palazzolo,Kennedy shock, Kaos Edizioni, 2010, p. 188,ISBN 978-88-7953-216-7.
  14. ^ Francesco Di Pietro,Gracchi e Kennedy - La storia va in scena, Mnamon, 2013, p. 312,ISBN 978-88-98470-17-4.
  15. ^abLa formulazione di Fanfani consentì di trovare una soluzione, approvata dalla maggioranza, dopo la prima proposta diMario Cevolotto: "L'Italia è una Repubblica democratica" e quella successiva diPalmiro Togliatti: "L'Italia è una Repubblica democratica di lavoratori".
  16. ^A quella carica Fanfani teneva parecchio: ancora da Presidente del Senato sviluppò le tematiche e le suggestioni ricevute in quell'anno di palcoscenico internazionale, dedicando le "integrazioni conoscitive al dibattito parlamentare" dellaSala Zuccari dipalazzo Giustiniani ad una serie di dibattiti sull'ecologia (nei quali fece la sua apparizione pubblica ilClub di Roma e il vulcanologoFranco Barberi).
  17. ^Sergio Romano,Guida alla politica estera italiana, Rizzoli, Milano, 2002, p. 118
  18. ^abcdSergio Romano,cit., p. 120-123
  19. ^Enrico Serra,Professione: ambasciatore d'Italia, vol. II, Franco Angeli, Milano, 2001, p. 96-97
  20. ^Enrico Serra,cit., p. 98
  21. ^Paolo Cacace,L'atomica europea: I progetti della guerra fredda, il ruolo dell'Italia, le domande del futuro, Fazi editore, Roma, 2004, pag. 94
  22. ^John T. Correll,Airpower and the Cuban Missile Crisis. In:AirForce-Magazine.com 88, agosto 2005
  23. ^Sergio Romano,cit., p. 144-147
  24. ^Sergio Romano,cit., p. 148
  25. ^Risulta, nelle varie inchieste penali condotte, che Amintore Fanfani fu l'unico presidente del consiglio a non essere stato messo a parte dell'esistenza diGladio e che fu l'unico ministro dell'interno a non essere messo a parte dei fondi neri delSISDE.
  26. ^G.U. Edizione straordinaria n. 166 del 15-06-1978, sugazzettaufficiale.it.
  27. ^Decreto del Presidente della Repubblica 15 settembre 1980, G.U. n. 254 del 16-09-1980, sugazzettaufficiale.it.
  28. ^PERTINI UFFICIO STAMPA TELESCRIVENTI BUSTA 161 SERIE U UDIENZE VOLUME 9, suarchivio.quirinale.it.
  29. ^ANSA:Natale amaro per Fanfani. Leone al Quirinale
  30. ^Storia della DC 1973-1975, sustoriadc.it.
  31. ^Massimo Pini,Craxi: una vita, un'era politica, Mondadori, 2006, afferma che "Maria Pia Fanfani confermò che il marito tra il 4 e l'8 maggio affiancò Craxi: si rivolse al cardinale Benelli dal quale seppe che le BR erano disponibili a liberare Moro in cambio della grazia" alla Ardizzone.
  32. ^La reazione ferma di Fanfani alle contestazioni irriverenti dei delegati, suyoutube.com.
    «Ho partecipato alle battaglie elettorali del 1946. del 1948 e del 1958, e se avessi avuto paura dei fischi, voi non sareste qui»
  33. ^La "curva Fanfani", suarezzonotizie.it.
  34. ^[1] Corriere della Sera - Cartoline per il Quirinale, del 24 agosto 1998 (dalla riga 38 dell'articolo)
  35. ^ Andrea Gentile,Storia di un bestseller degli anni '70 e di due profezie sbagliate, inIl Fatto quotidiano, 28 maggio 2012.URL consultato il 28 febbraio 2014.
  36. ^Parla la vedova Gallo, suadnkronos.com(archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2025).
  37. ^Morto Angelo Gallo: tirò le orecchie a Fanfani, suarchiviostorico.corriere.it.
  38. ^abcsenato.it,https://www.senato.it/application/xmanager/projects/senato/file/repository/relazioni/archiviostorico/Inventario-Fanfani.pdf Titolo mancante per urlurl (aiuto).
  39. ^patrimonio.archivio.senato.it,https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/amintore-fanfani/IT-SEN-043-004198/gran-croce-ordine-al-merito-del-cile Titolo mancante per urlurl (aiuto).
  40. ^abtse2.mm.bing.net,https://tse2.mm.bing.net/th/id/OIP.3cMw0qvwnYq3w3x9v9j7GQHaKI?rs=1&pid=ImgDetMain&o=7&rm=3 Titolo mancante per urlurl (aiuto).
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  42. ^abtse4.mm.bing.net,https://tse4.mm.bing.net/th/id/OIP.dVOeDYbnP7cV4Y9OGs8mjgHaKE?rs=1&pid=ImgDetMain&o=7&rm=3 Titolo mancante per urlurl (aiuto).
  43. ^patrimonio.archivio.senato.it,https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/amintore-fanfani/IT-SEN-043-004181/conferimento-del-titolo-cavaliere-ordine-piano Titolo mancante per urlurl (aiuto).
  44. ^patrimonio.archivio.senato.it,https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/amintore-fanfani/IT-SEN-043-004183/conferimento-della-cittadinanza-onoraria-gaiole-chianti Titolo mancante per urlurl (aiuto).
  45. ^patrimonio.archivio.senato.it,https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/amintore-fanfani/IT-SEN-043-004206/laurea-ad-honorem-conferita-dalla-university-of-san-francisco Titolo mancante per urlurl (aiuto).
  46. ^patrimonio.archivio.senato.it,https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/amintore-fanfani/IT-SEN-043-004203/laurea-ad-honorem-conferita-dalla-loyola-university-chicago Titolo mancante per urlurl (aiuto).

Bibliografia

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  • Pier Emilio Acri,Amintore Fanfani. L'uomo, lo statista e le sue radici, Rossano (CS), Ferrari Editore, 2009.ISBN 978-88-95834-38-2.
  • Giulio Andreotti,De Gasperi e il suo tempo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1956.
  • Renato Filizzola, Amintore Fanfani. Quaresime e resurrezioni, Roma, Edizioni Editalia, 1988.ISBN 88-7060-180-3.
  • Giorgio Galli,Fanfani, Milano,Feltrinelli, 1975.
  • Giorgio Galli,Storia della Democrazia Cristiana, Roma-Bari, Editori Laterza, 1978.
  • Igino Giordani,Alcide De Gasperi, il ricostruttore, Roma, Edizioni Cinque Lune, 1955.
  • Agostino Giovagnoli,Il partito italiano: la Democrazia Cristiana dal 1942 al 1994, Roma-Bari, Editori Laterza, 1996.
  • Sofia La Francesca,La linea riformista: la testimonianza dei diari di Amintore Fanfani, 1943-1959, Firenze, F. Le Monnier, 2007.ISBN 978-88-00-20702-7.
  • Vincenzo La Russa, Amintore Fanfani, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino Editore, 2006.
  • Piero Ottone,Fanfani, Milano, Longanesi, 1966.
  • Omar Ottonelli,Beyond Voluntarism and Naturalism: Amintore Fanfani's Neo-Voluntarism as an Economic Doctrine and a Theory of History, inIl Pensiero Economico Italiano, vol. 24, n. 2, 2016, pp. 125–149.
  • Nico Perrone,Il segno della DC, Bari, Edizioni Dedalo, 2002.ISBN 88-220-6253-1.
  • Luciano Radi,La Dc da De Gasperi a Fanfani, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino Editore, 2005.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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PredecessorePresidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni UniteSuccessore
Alex Quaison-Sackey1965Abdul Rahman Pazhwak

PredecessorePresidente del Senato della RepubblicaSuccessore
Ennio Zelioli-Lanzini5 giugno 1968 – 26 giugno 1973Giovanni SpagnolliI
Giovanni Spagnolli5 luglio 1976 – 1º dicembre 1982Tommaso MorlinoII
Francesco Cossiga9 luglio 1985 – 17 aprile 1987Giovanni MalagodiIII

PredecessorePresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica ItalianaSuccessore
Giuseppe Pella18 gennaio – 10 febbraio 1954Mario ScelbaI
Adone Zoli1º luglio 1958 – 15 febbraio 1959Antonio SegniII
Fernando Tambroni26 luglio 1960 – 21 giugno 1963Giovanni LeoneIII
Giovanni Spadolini1º dicembre 1982 – 4 agosto 1983Bettino CraxiIV
Bettino Craxi17 aprile – 28 luglio 1987Giovanni GoriaV

PredecessoreMinistro degli affari esteriSuccessore
Giuseppe Pella1º luglio 1958 – 15 febbraio 1959Giuseppe PellaI
Aldo Moro
(ad interim)
5 marzo – 30 dicembre 1965Aldo Moro
(ad interim)
II
Aldo Moro
(ad interim)
23 febbraio 1966 – 5 giugno 1968Giuseppe MediciIII

PredecessoreMinistro dell'internoSuccessore
Mario Scelba16 luglio 1953 – 18 gennaio 1954Giulio AndreottiI
Oscar Luigi Scalfaro28 luglio 1987 – 13 aprile 1988Antonio GavaII

PredecessoreMinistro del bilancio e della programmazione economicaSuccessore
Emilio Colombo13 aprile 1988 – 22 luglio 1989Paolo Cirino Pomicino

PredecessoreMinistro dell'agricoltura e delle foresteSuccessore
Antonio Segni26 luglio 1951 – 16 luglio 1953Rocco Salomone

PredecessoreMinistro del lavoro e della previdenza socialeSuccessore
Giuseppe Romita31 maggio 1947 – 21 gennaio 1950Achille Marazza

PredecessoreSegretario della Democrazia CristianaSuccessore
Alcide De Gasperi16 luglio 1954 – 31 gennaio 1959Aldo MoroI
Arnaldo Forlani18 giugno 1973 – 25 luglio 1975Benigno ZaccagniniII
V · D · M
Presidenti del Senato italiano
Senato SubalpinoGaspare Coller (1848) ·Giuseppe Manno (1848-1855) ·Cesare Alfieri di Sostegno (1855-1861)
Senato del RegnoRuggero Settimo (1861-1863) ·Federigo Sclopis di Salerano (1863-1864) ·Giuseppe Manno (1864-1865) ·Gabrio Casati (1865-1870) ·Vincenzo Fardella di Torrearsa (1870-1874) ·Luigi des Ambrois de Nevache (1874) ·Giuseppe Pasolini (1874-1876) ·Sebastiano Tecchio (1876-1884) ·Giacomo Durando (1884-1887) ·Domenico Farini (1887-1898) ·Giuseppe Saracco (1898-1904) ·Tancredi Canonico (1904-1908) ·Giuseppe Manfredi (1908-1918) ·Adeodato Bonasi (1918-1919) ·Tommaso Tittoni (1919-1929) ·Luigi Federzoni (1929-1939) ·Giacomo Suardo (1939-1943) ·Paolo Thaon di Revel (1943-1944) ·Pietro Tomasi della Torretta (1944-1946)
Senato della RepubblicaIvanoe Bonomi (1948-1951) ·Enrico De Nicola (1951-1952) ·Giuseppe Paratore (1952-1953) ·Meuccio Ruini (1953) ·Cesare Merzagora (1953-1967) ·Ennio Zelioli-Lanzini (1967-1968) ·Amintore Fanfani (1968-1973) ·Giovanni Spagnolli (1973-1976) ·Amintore Fanfani (1976-1982) ·Tommaso Morlino (1982-1983) ·Vittorino Colombo (1983) ·Francesco Cossiga (1983-1985) ·Amintore Fanfani (1985-1987) ·Giovanni Malagodi (1987) ·Giovanni Spadolini (1987-1994) ·Carlo Scognamiglio Pasini (1994-1996) ·Nicola Mancino (1996-2001) ·Marcello Pera (2001-2006) ·Franco Marini (2006-2008) ·Renato Schifani (2008-2013) ·Pietro Grasso (2013-2018) ·Maria Elisabetta Alberti Casellati (2018-2022) ·Ignazio La Russa (dal 2022)
V · D · M
Italia (bandiera)Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Alcide De Gasperi (1946-1953) ·Giuseppe Pella (1953-1954) ·Amintore Fanfani (1954) ·Mario Scelba (1954-1955) ·Antonio Segni (1955-1957) ·Adone Zoli (1957-1958) ·Amintore Fanfani (1958-1959) ·Antonio Segni (1959-1960) ·Fernando Tambroni (1960) ·Amintore Fanfani (1960-1963) ·Giovanni Leone (1963) ·Aldo Moro (1963-1968) ·Giovanni Leone (1968) ·Mariano Rumor (1968-1970) ·Emilio Colombo (1970-1972) ·Giulio Andreotti (1972-1973) ·Mariano Rumor (1973-1974) ·Aldo Moro (1974-1976) ·Giulio Andreotti (1976-1979) ·Francesco Cossiga (1979-1980) ·Arnaldo Forlani (1980-1981) ·Giovanni Spadolini (1981-1982) ·Amintore Fanfani (1982-1983) ·Bettino Craxi (1983-1987) ·Amintore Fanfani (1987) ·Giovanni Goria (1987-1988) ·Ciriaco De Mita (1988-1989) ·Giulio Andreotti (1989-1992) ·Giuliano Amato (1992-1993) ·Carlo Azeglio Ciampi (1993-1994) ·Silvio Berlusconi (1994-1995) ·Lamberto Dini (1995-1996) ·Romano Prodi (1996-1998) ·Massimo D'Alema (1998-2000) ·Giuliano Amato (2000-2001) ·Silvio Berlusconi (2001-2006) ·Romano Prodi (2006-2008) ·Silvio Berlusconi (2008-2011) ·Mario Monti (2011-2013) ·Enrico Letta (2013-2014) ·Matteo Renzi (2014-2016) ·Paolo Gentiloni (2016-2018) ·Giuseppe Conte (2018-2021) ·Mario Draghi (2021-2022) ·Giorgia Meloni (2022-in carica)Stendardo del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
V · D · M
Senatori a vita di nomina presidenziale
Nominati daLuigi EinaudiPietro Canonica ·Guido Castelnuovo ·Gaetano De Sanctis ·Pasquale Jannaccone ·Carlo Alberto Salustri ·Luigi Sturzo ·Arturo Toscanini (dimesso) ·Umberto Zanotti Bianco
Nominati daGiovanni GronchiGiuseppe Paratore
Nominati daAntonio SegniCesare Merzagora ·Ferruccio Parri ·Meuccio Ruini
Nominati daGiuseppe SaragatGiovanni Leone ·Eugenio Montale ·Pietro Nenni ·Vittorio Valletta
Nominati daGiovanni LeoneAmintore Fanfani
Nominati daSandro PertiniCarlo Bo ·Norberto Bobbio ·Eduardo De Filippo ·Camilla Ravera ·Leo Valiani
Nominati daFrancesco CossigaGianni Agnelli ·Giulio Andreotti ·Francesco De Martino ·Giovanni Spadolini ·Paolo Emilio Taviani
Nominati daCarlo Azeglio CiampiEmilio Colombo ·Rita Levi-Montalcini ·Mario Luzi ·Giorgio Napolitano ·Sergio Pininfarina
Nominati daGiorgio NapolitanoClaudio Abbado ·Elena Cattaneo ·Mario Monti ·Renzo Piano ·Carlo Rubbia
Nominati daSergio MattarellaLiliana Segre
V · D · M
Segretari della Democrazia Cristiana
Alcide De Gasperi (1944-1946) ·Attilio Piccioni (1946-1949) ·Giuseppe Cappi (1949) ·Paolo Emilio Taviani (1949-1950) ·Guido Gonella (1950-1953) ·Alcide De Gasperi (1953-1954) ·Amintore Fanfani (1954-1959) ·Aldo Moro (1959-1964) ·Mariano Rumor (1964-1969) ·Flaminio Piccoli (1969) ·Arnaldo Forlani (1969-1973) ·Amintore Fanfani (1973-1975) ·Benigno Zaccagnini (1975-1980) ·Flaminio Piccoli (1980-1982) ·Ciriaco De Mita (1982-1989) ·Arnaldo Forlani (1989-1992) ·Mino Martinazzoli (1992-1994)Logo della Democrazia Cristiana
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