Ambra | |
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Descrizione generale | |
Tipo | Sommergibile di piccola crociera |
Classe | Perla |
Proprietà | ![]() |
Cantiere | OTO,Muggiano |
Impostazione | 28 agosto 1935 |
Varo | 28 maggio 1936 |
Entrata in servizio | 4 agosto 1936 |
Destino finale | autoaffondato il 9 settembre 1943 in seguito all'armistizio |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 856,397t |
Dislocamento in emersione | 697,254 t |
Lunghezza | fuori tutto 60,18 m |
Larghezza | 6,45 m |
Pescaggio | 4,66 m |
Profondità operativa | 80 m |
Propulsione | 2 motori dieselFIAT da 1400CV totali 2 motori elettriciCRDA da 800 CV totali |
Velocità in immersione | 7,5nodi |
Velocità in emersione | 14nodi |
Autonomia | in emersione: 2500mn a 12 nodi o 5200 mn a 8 nodi in immersione:7 mn alla velocità di 7,5 nodi o 74 mn a 4 nodi |
Equipaggio | 4 ufficiali, 32 sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Armamento |
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informazioni prese da[1] | |
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L'Ambra è stato unsommergibile dellaRegia Marina.
All'inizio del 1940 si trovava aTobruch; spostato poi di base aTaranto, dopo l'entrata dell'Italia nellaseconda guerra mondiale operò sia nelgolfo di Taranto (in funzione difensiva) che nelle acque prospicientiAlessandria d'Egitto (in funzione esplorativa)[1]. Nelle prime ore del 16 dicembre 1940 fu individuato da due navi britanniche sottoposto a ben dodici ore di caccia antisommergibile, riuscendo tuttavia ad allontanarsi incolume[2].
Nel marzo 1941 (lo comandava iltenente di vascelloMario Arillo) fu inviato, insieme ai sommergibiliAscianghi eDagabur, in un'area compresa traAlessandria d'Egitto e Capo Krio; il 24 arrivò nel proprio settore d'operazioni[3]. Il 31 marzo si avviò sulla rotta di rientro, ma alle 2.37 s'imbatté in una grossanave scortata, in navigazione a circa 2000 metri di distanza ed allavelocità di 10 nodi[4]. Portatosi più vicino, alle 2.44 lanciò tresiluri contro la nave, restando in superficie anche dopo il lancio per sincerarsi del risultato: due dei siluri colpirono l'unità – si trattava del modernoincrociatore leggero britannicoHMSBonaventure, di scorta, insieme a trecacciatorpediniere, ad unconvoglio di due trasporti (ilBonaventure era forse già stato danneggiato in precedenza dalDagabur) – che s'inabissò in posizione 32°20' N e 26°35' E, portando con sé 138 uomini (23 ufficiali e 115 fra sottufficiali e marinai), mentre i superstiti furono tratti in salvo dal cacciatorpediniereHereward[1][4]. L'Ambra si allontanò quindi in immersione, eludendo sette attacchi conbombe di profondità da parte del cacciatorpediniereStuart, protrattisi per alcune ore[4]. L'azione costituì uno dei migliori successi colti dai sommergibili italiani a danni di navi da guerra[4].
Fra marzo e aprile 1942 fu convertito in sommergibile «avvicinatore» di mezzi d'assalto, con l'applicazione di tre cilindri contenitori perSLC resistenti sino alla profondità di 90 metri: erano collocati sulponte, uno a proravia dellatorretta e gli altri due, accoppiati, a poppavia di essa[5][1].
Nell'aprile 1942 gli fu affidata la sua prima missione speciale (operazione «G.A. 4»): un attacco di SLC alla base diAlessandria d'Egitto[6]. Questa missione avrebbe dovuto completare ed aggravare gli effetti dellaprecedente incursione nel porto alessandrino: suoi obiettivi sarebbero stati lacorazzataQueen Elizabeth – che, nonostante i gravissimi danni, era stata rimessa a galla e portata in unbacino galleggiante – e la grandenave appoggio sommergibiliMedway[6]. L'Ambra partì daLa Spezia il 29 aprile ed il 5 maggio attraccò nella base diLero[6]. Dopo aver imbarcato tre SLC e 9 operatori dellaXª Flottiglia MAS (4ufficiali e 5sottufficiali e marinai; 6 erano destinati all'attacco e 3 erano di riserva) giunti in aereo il 6 maggio, e dopo aver riparato alcuniguasti frattanto sopravvenuti, il sommergibile ripartì da Lero il 12 maggio, giungendo al largo di Alessandria due giorni dopo[6]. Intorno alle sette di sera si portò sufondali di dieci metri a poche centinaia di metri dalla riva, e alle 20.50 rilasciò gli SLC[6]. Tuttavia il sommergibile era stato spostato dallacorrente di qualche chilometro dal punto previsto, e il comandante Arillo ritenne di non doverlo segnalare agli equipaggi degli SLC (del resto nemmeno lui ne era certo)[6]. Del resto non fu l'unico problema: uno dei piloti degli SLC, ilcapitanocommissario Egil Chersi, si sentì male e dovette essere sostituito unitamente al suo secondo; dopo l'uscita in mare uno degli SLC, malfunzionante, dovette essere affondato ed i due operatori furono costretti a raggiungere la riva a nuoto[6]. Anche gli equipaggi degli altri due mezzi, non riuscendo a trovare il posto, dovettero affondare gli SLC e nuotare fino alla riva (tutti i 6 operatori furono poi catturati, 4 subito ed i rimanenti due il 29 giugno)[6]. L'Ambra, ripartito dalle acque alessandrine intorno alle 21, giunse a La Spezia a mezzogiorno del 24 maggio[6].
Il 1º dicembre 1942 ebbe inizio l'operazione N.A. 1 contro ilporto diAlgeri[7]. L'Ambra avrebbe dovuto portare nellarada del porto algerino un reparto misto: tre SLC con i relativi equipaggi (6 uomini) e 10 «uomini Gamma» (subacquei incursori) della X MAS (i «Gamma» erano composti da elementi sia della Marina che dell'Esercito, 5 e 5; loro comandante era iltenente delCorpo delle armi navali Agostino Morello); il sommergibile avrebbe rilasciato «Gamma» e SLC stando posato sul fondo, mentre due uomini della X MAS sarebbero rimasti in superficie, sulla sua verticale, fungendo da vedette[7]. Il 4 dicembre, nelle prime orepomeridiane, il sommergibile lasciò La Spezia, e tre giorni dopo arrivò al largo della costaalgerina; tuttavia, causa le avverse condizioni meteomarine, dovette attendere fino all'11 dicembre prima di potersi avvicinare ad Algeri per iniziare la fase finale dell'operazione[7]. Navigando a quota profonda per eludere la forte vigilanza, e con l'ecoscandaglio guasto, il sommergibile urtò bruscamente contro il fondale ad una novantina di metri, intorno alle cinque del pomeriggio; “trascinandosi” poi alla cieca, l'Ambra risalì il fondale (che saliva in vicinanza della riva) sino a raggiungere i 18 metri di profondità[7]. Tuttavia, mandate in superficie le due vedette, risultò che lacosta non era visibile, così come non si vedevano navi[7].
Ricominciando ad avanzare rasente al fondale, interrompendosi di tanto in tanto per mandare in superficie le vedette, il sommergibile si venne infine a trovare all'interno della rada, con 6mercantili ormeggiati tutt'intorno; dato che si era già in ritardo rispetto ai piani, furono fatti uscire gli incursori (prima i «Gamma», tra le 22.30 e le 23, seguiti dagli SLC tra le 23 e le 23.20)[7]. Tuttavia gli assaltatori non agirono con coordinazione: solo uno degli SLC e cinque «Gamma» riuscirono a portare a termine l'attacco, mentre gli altri si affrettarono per cercare di tornare al sommergibile e uno si consegnò alle autorità locali, facendo così scattare l'allarme[7]. Nonostante il rischio (era infatti ormai in corso la ricerca degli attaccanti) l'Ambra si trattenne sul fondo sino alle 2.54 dellanotte (il termine previsto era l'una), prima di dover ripartire senza che nessuno fosse tornato (gli incursori caddero tuttiprigionieri)[7].
Durante l'allontanamento si verificò anche unacollisione con unrelitto, fortunatamente senza conseguenze; giunto poi al largo, fu solo alle 19.45 del 12 dicembre – dopo essere rimasto immerso per 36 ore – che l'Ambra poté tornare in superficie[7]. A mezzogiorno del 15 il sommergibile attraccò a La Spezia[7]. Nonostante tutto, l'operazione «N.A. 1» risultò un discreto successo: anche se meno della metà degli incursori riuscì a piazzare le cariche esplosive, furono affondati ipiroscafiOcean Vanquisher (7174 tsl) eBerto (1493 tsl), e due altri grossi mercantili, l'Empire Centaur (7041 tsl) e l'Armattan (4558 tsl) subirono gravi danni[7][8]. Il comandante Mario Arillo ricevette laMedaglia d'oro al valor militare; dodici degli incursori furono decorati con laMedaglia d'Argento al Valor Militare ed un altro con laCroce di guerra al valor militare[7].
La terza e ultima missione dell'Ambra si svolse durante lacampagna di Sicilia[9]. Comandante del sommergibile non era più Arillo, bensì ilcapitano di corvetta Renato Ferrini[9]. Nella notte del 17-18 luglio 1943 il sommergibile, con a bordo trebarchini esplosivi MTR, si portò nei pressi diSiracusa per attaccare le navi ormeggiate in zona, ma intorno alle tre fu individuato da unaereo antisommergibile e colpito conbombe di profondità, dovendo venire a galla con gravi danni[1][9]. Rimorchiato aNapoli dallatorpedinieraPartenope, dopo riparazioni provvisorie, l'Ambra si trasferì a La Spezia il 27 luglio[9].
Alla proclamazione dell'armistizio si trovava ancora in riparazione e si autoaffondò; recuperato dai tedeschi per essere riparato, fu affondato nel porto nel 1944, durante unbombardamento aereo[1][5][10]. In tutto il sommergibile aveva svolto 31 missioni di guerra tra offensivo-esplorative, di trasferimento e di trasporto incursori, percorrendo complessivamente 16.890 miglia in superficie e 2747 in immersione, e ricevendo la Medaglia d'Argento al Valor Militare[11].
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