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Amanita phalloides

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Alcuni dei contenuti riportati potrebbero generare situazioni di pericolo o danni. Le informazioni hanno solo fine illustrativo, non esortativo né didattico. L'uso di Wikipedia è a proprio rischio:leggi le avvertenze.
Tignosa verdognola
Amanita phalloides
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoFungi
DivisioneBasidiomycota
SottodivisioneAgricomycotina
ClasseAgaricomycetes
SottoclasseAgaricomycetidae
OrdineAgaricales
FamigliaAmanitaceae
GenereAmanita
SpecieA. phalloides
Nomenclatura binomiale
Amanita phalloides
(Vaill. exFr.) Link,1833
Sinonimi

vedi testo

Nomi comuni

Tignosa verdognola, Tignusa morteada

Amanita phalloides
Caratteristiche morfologiche
Cappello
convesso
Imenio
Lamelle
libere
Sporata
bianca
Velo
anello e volva
Carne
immutabile
Ecologia
Commestibilità
mortale
Manuale

L'Amanita phalloides(Vaill. ex Fr. - Link 1833), nota anche comeAmanita falloide oTignosa verdognola, è un fungobasidiomicete della famiglia delleAmanitaceae[1]. È uno sporoforo (fungo) mortale molto diffuso: a causa della sua tossicità estremamente elevata e del suo elevato polimorfismo, che lo rende somigliante a molte altre specie, congeneri e non (da qui i nomi popolari diAngelo della morte e diOvolo bastardo[2][3]), lo rende uno dei funghi più pericolosi esistenti in natura, il cui avvelenamento non trattato ha quasi sempre esito letale in quanto provoca danni irreversibili al fegato. Nel caso in cui si sopravviva ai suoi effetti, nella migliore delle ipotesi, si è costretti a ricorrere all'emodialisi a vita o al trapianto di fegato. La sua estrema tossicità è dovuta ad una sostanza chiamata“α-amanitina” che impedisce la formazione dell'RNA-messaggero da parte della polimerasi-II in umani e, in concentrazione maggiore, blocca anche la funzione della polimerasi-III. Al contrario, né la polimerasi-I in umani, né la polimerasi-III della stessa amanita sono soggette o vulnerabili all'azione dell'α-amanitina.

È una delle quattro amanite mortali presenti in Italia (le altre sono laverna, lavirosa e laporrinensis, quest'ultima molto rara).

L'Amanita phalloides, oltre ad essere letale e ad avere un elevato polimorfismo, è anche una specie parecchiocomune in quasi tutti i boschi italiani e per questo è considerato uno dei funghi più pericolosi esistenti.

Etimologia

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Dal grecophallòs (fallo) eeîdos (forma, sembianza) e cioè "a forma di fallo" per l'aspetto del fungo giovane.

A. phalloides

Descrizione della specie

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Cappello

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Di colore variabile da grigio-giallastro, a verdastro, o giallo-bruno o anche bianco nella varietàalba, di forma conico-campanulata od emisferica e poi espanso, pianeggiante, liscio, serico, senza verruche con fibrille innate.

Lamelle

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Bianche, libere al gambo, alte.

Gambo

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Bianco, spesso ornato da "zebrature" simili al colore del cappello (non facilmente distinguibili nella varietàalba), prima pieno e poi cavo nell'esemplare molto vecchio, bulboso alla base.

Anello

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Bianco con riflessi giallognoli, cadente a fazzoletto sul gambo, spesso caduco negli esemplari maturi.

Carne

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Bianca, immutabile, soda.
Assaggio assolutamente da evitare dato che solo 3-7 milligrammi di α-amanitina possono essere fatali.

  • Odore: pressoché nullo (o di rosa appassita) nel fungo fresco e giovane, di miele nel fungo adulto, fetido e cadaverico nel fungo fradicio.
  • Sapore: nullo in principio, un po' acre oppure di "nocciole" alla fine.
Illustrazione diA. phalloides accanto adAmanita citrina
Carpoforo giovane

Caratteri microscopici

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Spore

Bianche in massa, ovoidali, quasi rotonde, a reazione amiloide 9-11 × 7-9 µm.

Distribuzione e habitat

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Cresce in estate-autunno, un po' in tutta Italia, soprattutto sotto le querce ed i castagni nei boschi frondosi, non di rado anche sugli argini alberati, limitanti prati e terreni coltivati. Predilige le latifoglie ma non di rado si trova anche nei pressi di conifere.

Commestibilità

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Mortale[4]: causa danni irreversibili al fegato.
Causa lasindrome falloidea.[4]

Si tratta della specie micologica che causa la stragrande maggioranza degli avvelenamenti con esito mortale in Europa.

Contieneamanitine (di due tipi, α e β), molecole cicliche che bloccano selettivamente l'enzimaRNA polimerasi coinvolto nella sintesi proteica, efalloidine (PM 1000), altro tipo di ciclo-peptidi ugualmente dannosi per la membrana cellulare, poiché legano con l'actina, proteina strutturale che mantiene in posizione i canali ionici; in tal modo dalla cellula fuoriescono ioni sodio ed entrano ioni potassio: la cellula quindi si gonfia fino a lisare.Amanitine e falloidine sono tossine termostabili e quindi anche dopo cottura il fungo rimane velenoso mortale.

Pericoli per la salute dell'uomo

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  • Provocadanni irreversibili alfegato e la morte. Possono risultare letali anche piccolissimi frammenti (circa 0,1 milligrammi di peso fresco per ognichilogrammo di peso di chi lo ingerisce[5]), quindi circa 7 mg per un uomo adulto di 70 kg; inoltre il fungo mantiene tutte le sue proprietà velenose anche dopo la cottura, l'essiccazione e il congelamento. I primi sintomi dellasindrome falloidea possono essere avvertiti da 12 a 48 ore dopo l'ingestione, a seconda della costituzione fisica del soggetto. In questo periodo le RNA-polimerasi a livello del fegato vengono inibite: cessa quindi la sintesi proteica e ilfegato va in necrosi con effetti analoghi all'epatite virale in forma grave.
    Se l'avvelenamento è diagnosticato in tempi brevi, è possibile scongiurare il decesso del paziente; tuttavia quest'ultimo, a seguito del danno epatico riportato, dovrà ricorrere aemodialisi a vita oppure altrapianto dell'organo.
  • Terapia dell'avvelenamento da Amanita phalloides:Silibinina per via orale; 20-50 milligrammi per chilogrammo in 500 ml di soluzione di destrosio al 5% da iniettare in vena ogni sei ore per un giorno. Può inoltre venir datapenicillina in alto dosaggio. Entrambi i farmaci inibiscono l'incorporazione dell'amanitina nell'epatocita.
  • L'elevato polimorfismo dell'a. falloide aumenta enormemente il rischio di confusione con altre specie congeneri o con specie di generi differenti di amanita.

Tassonomia

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Varietà

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Sinonimi e binomi obsoleti

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  • Agaricus phalloides Vaill. ex Fr., Syst. mycol. (Lundae) 1: 13 (1821)
  • Agaricus phalloides Bull., Hist. Champ. Fr. (Paris): tab. 2, 577 (1792)
  • Amanita phalloides Secr., Mycogr. Suisse: no. 8 (1833)
  • Amanita phalloides f. citrina J.E. Lange
  • Amanita phalloides f. dunensis R. Heim, Revue Mycol., Paris 28: 9 (1963)
  • Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link, Handbuck zur Erkennung der Nutzbarsten und am Häufigsten Vorkommenden Gewächse 3: 272 (1833) f. phalloides
  • Amanita phalloides f. umbrina Ferry, (1911)
  • Amanita phalloides var. alba Costantin & L.M. Dufour, Nouv. Fl. Champ., Edn 2 (Paris): 256 (1895)
  • Amanita phalloides var. euphalloides Maire, Mém. Soc. Sci. Nat. Maroc. 45: 103 (1937)
  • Amanita phalloides var. larroquei F. Massart & Beauvais, Bull. Soc. linn. Bordeaux 5(1-3): 12 (1975)
  • Amanita phalloides var. larroquei F. Massart & Beauvais ex F. Massart, Bull. Soc. linn. Bordeaux 31(4): 223 (2004)
  • Amanita phalloides var. moravecii Pilát, Česká Mykol. 20(1): 25 (1966)
  • Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link, Handbuck zur Erkennung der Nutzbarsten und am Häufigsten Vorkommenden Gewächse 3: 272 (1833) var. phalloides
  • Amanita phalloides var. pulla Killerm., Pilze aus Bayern, Kritische Studien besonders zu M. Britzelmayr; Standortsangaben u.(kurze) Bestimmungstabellen: I. Teil: Thelephoraceen, Hydnaceen, Polyporaceen, Clavariaceen und Tremellaceen 18: 4 (1930)
  • Amanita phalloides var. striatula Peck, Ann. Rep. Reg. N.Y. St. Mus. 54: 961 (1902)
  • Amanita phalloides var. umbrina (Ferry) Maire, (1937)
  • Amanita viridis Pers., Tent. disp. meth. fung. (Lipsiae): 67 (1797)
  • Amanitina phalloides (Vaill. ex Fr.) E.-J. Gilbert, in Bresadola, Iconogr. Mycol. 27(Suppl. 1): 78 (1941)
  • Fungus phalloides Vaill., Bot. paris. (Paris): 74, tab. 14, fig. 5 (1723)
  • Venenarius phalloides (Vaill. ex Fr.) Murrill, Mycologia 4(5): 240 (1912)

Specie simili

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Lunga la lista delle specie con cui può essere confusa l'A. phalloides:

  • Ovuli di A. phalloides e di A. caesarea
    Ovuli diA. phalloides e diA. caesarea
  • Ovuli di A. phalloides e di A. caesarea
    Ovuli diA. phalloides e diA. caesarea
  • Amanita citrina (non commestibile) che presenta verruche sul cappello (totalmente assenti nellaphalloides), odore di rapa e bulbo molto pronunciato con volva diversa.
  • Amanita verna (velenoso mortale), molto simile allavar. alba, che si distingue per avere un gambo più tozzo e un cappello che a maturità è meno spianato, per il periodo di crescita più primaverile e per la regione di crescita (laverna è rara nelle Alpi e comune in Appennino, mentre laphalloides è parimenti comune).
  • Amanita virosa (velenoso mortale), anch'essa simile allavar. alba, che si distingue per l'odore ed il sapore cattivo (non assaggiare!), il cappello maggiormente conico e di dimensioni inferiori con margine lobato e il gambo più fioccoso.
  • Amanita caesarea (eccellente commestibile), cui somiglia molto allo stadio di ovolo: tuttavia la forma è diversa, in quanto nellaphalloides l'ovolo è attenuato in alto mentre nellacaesarea è attenuato in basso, e al taglio lacaesarea presenta le classiche sfumature gialle anche sul gambo, mentre laphalloides ha sfumature verdognole solo alla sezione del cappello (vedi le due fotografie qui sopra). Va ricordato che è fatto divieto di raccogliere i funghi allo stadio di ovolo per salvaguardia della biodiversità boschiva ma anche per evitare fatali confusioni di questo tipo, in quanto i funghi allo stadio di ovolo non presentano tutti i caratteri morfologici ben sviluppati così da rendere agevole una certa determinazione.
  • Allo stesso modo, unaphalloides allo stadio di ovolo può essere confusa dai più inesperti con alcune specie del genereLycoperdon (le cosiddette "vesce"), ad esempioL. pyriforme oL. perlatum.
  • Alcune specie del genereVolvaria comeVolvaria volvacea, (commestibile di scarso valore)
  • Alcune specie del genereAgaricus se trattasi diAmanita phalloides var. alba.
  • Russula virescens (ottimo commestibile), quando la "phalloides" viene maldestramente raccolta senza lavolva e quindi il cercatore poco esperto non si accorge che non è unaRussula.
  • Occasionalmente esemplari giovani di alcune forme decolorate diA. phalloides sono stati confusi con carpofori diAmanita vaginata (ottimo commestibile da cotto).

Fasi della crescita dei carpofori

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  • Carpofori giovani
    Carpofori giovani
  • Dopo un giorno
    Dopo un giorno
  • Due giorni dopo
    Due giorni dopo
  • Tre giorni dopo
    Tre giorni dopo
  • Quattro giorni dopo
    Quattro giorni dopo
  • Cinque giorni dopo
    Cinque giorni dopo
  • Sei giorni dopo
    Sei giorni dopo
  • Sette giorni dopo
    Sette giorni dopo
  • Otto giorni dopo
    Otto giorni dopo

Note

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  1. ^(EN)Amanita phalloides, inIndex Fungorum,CABI Bioscience.
  2. ^Funghi: Amanita Phalloides, susardegnatipica.it.
  3. ^Funghi velenosi: Amanita Phalloide è il più velenoso del mondo, suBlitz quotidiano, 6 giugno 2017.URL consultato il 4 gennaio 2019.
  4. ^ab Nicola Sitta, Paolo Davoli, Marco Floriani, Edoardo Suriano,Guida ragionata alla commestibilità dei funghi (PDF), suregione.piemonte.it, p. 34.URL consultato il 10 gennaio 2023.
  5. ^Amanita Phalloides – Amanita Falloide – Funghi Velenosi, sufunghimagazine.it.URL consultato il 14 agosto 2023.

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