Il toponimo deriva dalla costituzione del territorio su cui fu impiantato l'abitato. Il borgo medioevale è situato su una collina ammantata di olivi con considerevoli differenze in elevazioni, partendo dai 275 metri s.l.m. della soglia della "Porta San Biagio", che era l'ingresso della città medioevale, fino ad arrivare ai 313 metri s.l.m. del castello Normanno e dell'attuale Piazza Umberto I, dove è situato il municipio. L'elevazione della collina su cui il paese fu fondato si attesta a di 424 ms.l.m..
Altavilla capoluogo è abitato da circa 1.800 abitanti e si estende su due dorsali della stessa collina, avendo il centro storico verso sud-ovest, mentre la parte nuova del paese costruita dopo la seconda guerra mondiale si estende verso nord-est. Il capoluogo è posizionato strategicamente avendo a est il monte Pizzuto (1403 m s.l.m.) della catena deimonti Alburni, a ovest la piana del fiumeSele e ilMar Tirreno. Il territorio comunale di 52 km quadrati è situato in parte nellapiana del Sele in e parte in collina, ed è bagnato dai fiumiCalore Lucano, che ne delimita la gran parte del confine a nord e a ovest, iltorrente Malnome a sud e il torrente Cosa a sudovest.[6]
Il territorio di Altavilla è stato abitato fin dalla preistoria come testimoniano alcuni antichi insediamenti e reperti delVII secolo a.C. trovati in località San Lorenzo.
Si ritiene che nei pressi del comune fosse situata laCarilla distrutta daAnnibale e ricordata daSilio Italico nel libro VIII deiPunica.[8] Il toponimo è rievocato dal nome della frazione Borgo Carillia.[9]
Nei pressi del territorio di Altavilla si pensa sia localizzato il campo di battaglia doveSpartaco e i suoi 60.000 schiavi ribellatisi a Roma subirono la loro ultima e definitiva sconfitta nel 71 a.C. ad opera del generale romanoGneo Pompeo Magno. Una località al di là del fiume porta ancora oggi il nome Pompeo.
La storia dell'attuale borgo di Altavilla è cominciata nella seconda metà del secolo XI, quando intorno all'anno 1080 d.C. iNormanni edificarono il paese a pianta triangolare cingendolo di mura con tre porte d'ingresso: Porta di Suso, Porta Carina e Porta San Biagio.I Ferrara scrivono nel loro libro su Altavilla:INormanni eressero il castello «nel medio evo di stile barocco e con cemento lapidiscente fu restaurato diverse volte dai diversi feudatari, ma meglio da Pompeo Colonna nel secolo XVII, come si rileva da una lapide (…) Alcune delle muraglie hanno all base la spessezza di 4 metri. Verso il 1844 il proprietario Francesco Saverio Mottola lo abbellì e lo accrebbe…[10]»
INormanni eressero anche la chiesa diSant'Egidio, nominata badia con abate mitratonullius: per questo Altavilla ha meritato il titolo dicittà sin dai primi momenti della sua storia. Fondatore del borgo medioevale è consideratoRoberto il Guiscardo, della casata francese degliAltavilla, da cui prende il nome il paese.
Nell'estate del 1553 ci fu l'assalto al castello di Altavilla da parte dei Foragidos al servizio di Isabella Villamarino e suo marito Ferrante Sanseverino, principe di Salerno. La congiura fu sventata e finirono in carcere il governatore Piscitelli, Giovanni Jacopo Scarpelli di Capaccio, Nicola Antonio Gaudiano, l'abate Mucio Capece di Napoli ed altri i quali furono sottoposti alla tortura della corda nel carcere di Porta Capuana di Napoli. I verbali degli interrogatori sono conservati nell'archivio storico di Simancas (Spagna).
Per distinguerla dalle altre città con lo stesso nome, ben cinque in Italia, al borgo fu dato il nome di Altavilla del Cilento, in seguito quello di Altavilla di Capaccio, e infine, con delibera del consiglio municipale del 9 settembre 1862 fu definitivamente adottato il nome di Altavilla "Silentina", perché situata tra i due fiumiSele eAlento. Come borgo medievale Altavilla ha avuto anche la sua modesta storia. Avendo preso parte alla congiura dei baroni controFederico II di Svevia, la città fu rasa al suolo nel1246. La breccia nelle mura fu aperta in una località ancora nota al giorno d'oggi come "muro rutto", situato in via Portanova. Per volere dello stesso imperatore nella distruzione del paese furono risparmiati il castello e "la Chiesa di Sant'Egidio, perché di regio patronato."[11] La città fu nuovamente ricostruita a pianta quadrangolare, con l'aggiunta di una nuova porta detta appuntoPorta Nova. Un insigne feudatario del paese fuCarlo di Durazzo, che la ricevette in regalo dal re di Napoli. Qualche anno più tardi lo stesso Carlo di Durazzo salì al trono di Napoli col nome diCarlo III di Napoli (1381-1387).
La rivoluzione del 1799 e il miracolo di Sant'Antonio
Un altro evento degno di nota nella storia del paese si ebbe nel 1799. Quando l'eco dellarivoluzione francese raggiunse anche il Sud d'Italia, ad Altavilla fu proclamata larepubblica. La popolazione di Altavilla si schierò con igiacobini dellarepubblica partenopea e anche nella piazza principale di Altavilla si piantò l'Albero della libertà. Un gruppo armato disanfedisti provenienti dalla vicinaEboli si prese carico di prendere con le armi la ribelle Altavilla. Il loro capo si era trincerato dietro gli alberi della foresta adiacente al paese e con un cannone da campagna comincio a colpire l'abitato. Gli abitanti, poco atti alle armi, cominciarono a disperarsi e ricorsero all'aiuto di sant'Antonio di Padova, la cui statua era venerata nella chiesa del convento deifrancescani. Gli Altavillesi vestirono la statua del santo in modo goffo con sciabola a tracolla e giberna, con schioppo e cappello a due punte e la collocarono in mezzo alla piazza. Tale vista provocò il riso beffardo del capo sanfedista che disse sprezzante: "Lo farò saltare in aria questo struppone furmiculusu" e sparò. Il suo cannone si spezzò in tredici parti e sbigottito scappò tra le bestemmie e gli sguardi attoniti dei suoi compagni. Gli Altavillesi gridarono al miracolo e istituirono una speciale devozione per il santo di Padova: è da allora che ogni anno il 13 giugno, giorno liturgico della sua festa, la statua del santo visita le famiglie del paese entrando di casa in casa. La processione del santo inizia la mattina alle 8 e termina verso le 11 di sera con grande partecipazione di popolo.
Lo sbarco delle forze alleate nellaPiana del Sele, con la cosiddettaSbarco a Salerno, che seguì a poche ore dalproclama di armistizio delle 19:42 dell'8 settembre comunicato via radio dal capo di governo, marescialloPietro Badoglio, colse di sorpresa anche gli abitanti di Altavilla che, come di tradizione il giorno 8 settembre sera, stavano celebrando la festa dellaMadonna di Montevergine, che chiude le celebrazioni festive estive in Altavilla. Le festività includono anche tradizionali fuochi di artificio e fiaccolata.
Leforze alleate cominciarono a sbarcare la mattina del 9 settembre1943 alle 3:30 del mattino per usare la massima oscurità possibile, ma l'effetto sorpresa non sortì il suo effetto, anche se lo sbarco non era stato preparato da bombardamenti aerei. Quando gli Altavillesi si resero conto dello sbarco degli Alleati, nel sentire il fragore dei colpi di cannone e dei bombardamenti che provenivano dallaPiana del Sele pressoPaestum, si prepararono al peggio. Infatti, a causa della sua posizione strategica sullaPiana del Sele, con possibilità di controllare l'area tra Paestum e Salerno, la città di Altavilla divenne subito un teatro di scontri feroci tra i Nazisti e gli Alleati, dove particolari perdite le subì la82ª Divisione Aviotrasportata Americana.Molti Altavillesi, nei giorni seguenti allo sbarco, fuggirono nei paesi dell'interno con l'intenzione di sfuggire alla battaglia che in Altavilla si prevedeva abbastanza violenta. Tra i civili, 85 furono le vittime accertate di questi giorni di conflitto sul territorio altavillese.Il 13 settembre fu il giorno in cui lo scontro bellico si fece più acceso proprio in Altavilla. I tedeschi si riorganizzarono e sferrarono il contrattacco, riconquistando Battipaglia ed Altavilla Silentina. Il generale Clark decise allora di far intervenire i paracadutisti dell'82ª Divisione Aviotrasportata statunitense ma senza i risultati attesi. Fu così che il generale Alexander decise di optare per l'intervento della squadra navale: un duro risvolto si ebbe sulla popolazione civile a causa dei bombardamenti aerei, apocalittici per entità, terrore ed orrori.
Esaudendo una richiesta del Consiglio comunale, il Presidente della Repubblica ha conferito unaMedaglia d'argento al Merito Civile al Gonfalone della Città di Altavilla Silentina, per il comportamento tenuto dalla cittadinanza, in occasione delle convulse vicende dello Sbarco alleato nel settembre 1943. Il 23 maggio2008 l'evento è stato adeguatamente solennizzato con una cerimonia pubblica, alla presenza di autorità civili e militari e del Prefetto di Salerno, Claudio Meoli.Nell'ambito delle celebrazioni, il giorno 22, un convegno farà il punto sulla storiografia dello Sbarco di Salerno, con riferimento particolare allaBattaglia di Altavilla.
Dopo la seconda guerra mondiale fu aperta una nuova strada che da Olivella permette di raggiungere il capoluogo passando per la località "Tempa di Pilato", aggiungendosi così alla prima e antica strada del Muraglione e alla strada che passa per la località della Macchia.Una nuova sezione del paese fu anche costruita e allargata dopo il conflitto mondiale. La zona della Peschiera ha raggiunto uno sviluppo considerevole con la costruzione di nuove case e nuovi edifici, come la scuola media statale Giovanni XXIII.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 24 aprile 2000.
«D'azzurro, alle tretorri di due palchi, di rosso, mattonate di nero, merlate in ogni palco di tre alla guelfa, la torre centrale, più alta e più larga, chiusa di nero e finestrata con tre finestrelle tonde, dello stesso, due ordinate in fascia nel palco inferiore, una nel palco superiore, le torri laterali chiuse di nero finestrate con due finestrelle tonde, una in ogni palco, di nero, esse torri sormontate da trestelle di otto raggi, d'oro, poste una, due, e fondate sullapianura di verde.[12] Ornamenti esteriori da Città.»
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di verde.
«Centro strategicamente importante per la sua posizione geografica, durante l'ultimo conflitto mondiale, fu teatro di devastanti bombardamenti aerei e navali che provocarono numerose vittime civili e notevoli danni al patrimonio edilizio. La popolazione seppe resistere alle più dure sofferenze dando testimonianza dei più elevati sentimenti di umana solidarietà e spirito di abnegazione verso gli sfollati e i profughi, nel soccorso dei feriti e nella sepoltura di morti di ogni nazionalità. Settembre 1943 Altavilla Silentina» — 8 novembre 2004[13]
Chiesa di San Biagio. Conserva all'interno un ciclo di tele diNicola Peccheneda, databili tra 1768 e 1769[14].
Convento di San Francesco. Realizzato nel XV secolo daiFrati Minori francescani, che costruirono una struttura a due piani, conchiostro centrale, e con una chiesa dedicata al loro fondatore sanFrancesco d'Assisi, unrefettorio, unabiblioteca, e unoratorio. Sembra che la scelta della località dove fu costruito il convento sia dovuta alla presenza di una sorgente, chiamata al giorno d'oggisorgente diSan Bernardino. Sullo stipite di pietra della porta del convento è posta la data1444. Il convento fu residenza dei Frati Minori francescani fino al1860, quando durante ilRisorgimento molti beni furono confiscati alla chiesa dal nascente stato italiano. Nel1929, l'ordine religioso deiPadri Vocazionisti fu invitato dall'allora vescovo della localediocesi di Vallo della Lucania, Mons. Francesco Cammarota, a svolgere il loro ministero in Altavilla e a gestire il Convento San Francesco. Nel1952, a causa dell'aria salubre, i Padri Vocazionisti, per volontà del loro fondatore donGiustino Russolillo, hanno scelto il Convento come casa delNoviziato Italiano dell'Ordine, a partire dal1952 al1989 e dal2001 ad oggi
Riserva naturale Foce Sele-Tanagro, sito di Interesse Comunitario IT 8050010 comprendente le fasce litoranee a destra e sinistra del fiume Sele e parte del litorale tirrenico.
Al 31 dicembre2020, ad Altavilla Silentina risultavano residenti 436 cittadini stranieri (6,2% sul totale della popolazione). Le nazionalità principali sono[16]:
In base allo statuto del comune di Altavilla Silentina le frazioni sono:
Borgo Carillia (fino al 1961Scanno): 779 abitanti[18] 20ms.l.m., situata lungo la SP 317. Sorto a partire dagli anni '40 delXX secolo, in parallelo allo sviluppo di stabilimenti della Società Agricola Industriale Meridionale (S.A.I.M.), che adesso costituiscono un complesso diarcheologia industriale; per tale motivo il luogo era noto in passato popolarmente anche come'a Sàima.[19][20]
Cerrelli: 586 abitanti[18] 50ms.l.m., situata lungo la SP 174 e la SP 314.
Cerrocupo: 234 abitanti[18] 93ms.l.m., situata lungo la SP 246.
Il principale istituto bancario del comune fino al 2013 è stato la Banca di Credito Cooperativo di Altavilla Silentina e Calabritto, in seguito acquisito dallaBanca di Credito Cooperativo dei Comuni Cilentani.
Nico Pirozzi,Fantasmi del Cilento - Da Altavilla Silentina a Lenti un'inedita storia della Shoah ungherese, Edizioni Cento Autori, 2007ISBN 978-88-01-04211-5
Oreste Mottola,I paesi delle ombre, Magna Graecia, 2007
Gerardo Iorio,Quota 424, battaglia per Altavilla Silentina, 11-17 settembre 1943, Palladio, 1998.
Alessandro e Antonio Ferrara,Cenni storici su Altavilla Silentina, Vasto, Tipografia Zaccagnini, 1898, ristampa 1999.
Rosario Messone,Bombe su Altavilla. 1943. Testimonianze di civili sull'Operazione Avalanche. Editore D&P, 2013
Rosario Messone,La Congiura Antispagnola del 1952-53 Altavilla-Capaccio. Isabella Villamarina ed il Principe di Salerno., Ed.Palladio, 2001
Giuseppe Galardi e Rosario Messone,Altavilla Silentina. Profilo storico Monumentale e Paesaggistico. Ed Palladio, 1987
Paolo Tesauro Olivieri,Le cinque Altavilla
Paolo Tesauro Olivieri,settembre 1943: la tragedia delle popolazioni nei comuni della Valle del Sele e dintorni, Studio P, 1979