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Altare del duca Rachis

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Altare del duca Rachis
L'altare; sul retro è visibile anche ilfonte battesimale del patriarca Callisto
Autoresconosciuto
Data737-744
MaterialeMarmo di Aurisina
Dimensioni88×144 cm
UbicazioneMuseo cristiano e tesoro del duomo,Cividale del Friuli

L'altare del duca Rachis è una delle più importanti opere scultoree dellaRinascenza liutprandea ed è conservato nelMuseo cristiano diCividale del Friuli.

È datato tra il737 e il744, periodo in cuiRachis fuduca del Friuli. Le dimensioni complessive sono 1,44 x 0,90 x 0,88 m. L'altare è stato portato nel 1947 nei pressi delduomo dalla cividalesechiesa di San Martino, dove era attestato già dal1568.

Descrizione e stile

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Composto da quattro lastre dimarmo di Aurisina, presenta alla sommità un'epigrafe latina che corre sui quattro lati: "[M]AXIMA DONA XPI ADCLARIT SVB(L)EIMI CONCESSA PEMMONI VBIQVE D(E)I REFO / RMARENTUR UT TEMPLA NAM ET INTER RELIQVA / DOMVM BEATI IOHANNIS ORNABIT PENDOLA TEGURO PVLCHRO ALT / ARE DIDABIT MARMORIS COLORE RATCHIS HIDEBOHOHLRIT".«La frase si può tradurre in questo modo: "Ratchis hidebohohrit (grande cavaliere?), con le generose donazioni lasciate a gloria di Cristo dal sublime Pemmone allo scopo di restaurare le chiese ovunque fossero rovinate, ornò fra le altre anche la chiesa di San Giovanni, arricchendo l'altare di una croce pendula posta sotto il tegurio, bello per colore di marmo". L'altare fu quindi donato dal ducaRatchis (737-744) in onore del padre, il duca Pemmone, per una chiesa dedicata aSan Giovanni Battista ed era sormontato da unciborio, da cui pendeva un ornamento, forse una croce o una corona aurea.

Visitazione

Su tre delle lastre sono presenti soggetti religiosi: laVisita di Maria Vergine alla cugina Elisabetta, detta anche semplicementeVisitazione;Cristo in maestà entro unamandorla sorretta da quattro angeli; l'Adorazione dei Magi.

Il quarto lato

Il quarto lato, che probabilmente non era visibile al pubblico, reca solo una cornice con un vano per contenere le reliquie, affiancato da due croci. L'altare in origine era dipinto a colori vivaci, infatti sulla superficie del prospetto frontale sono rintracciabili significativi residui di pigmenti alterati.

Le figure scolpite si presentano fortemente bidimensionali e si staccano nettamente dal piano di fondo, quasi un disegno a rilievo. Questi caratteri, la marcata stilizzazione delle figure e il calligrafismo d'insieme fanno assomigliare l'altare ad un monumentale cofanettoeburneo.

Coerentemente a uno stile fortemente astrattizzante di matrice tardo antica, distante dalla resa naturalistica dei soggetti, le figure umane presentano alcune deformazioni, quali quelle delle grandi mani degli angeli che sorreggono la mandorla. I volti sono caratterizzati dall'assottigliarsi del mento (volti a "pera rovesciata"). L'antinaturalismo formale e il forte rimbalzo cromatico che le superfici avevano un tempo sottolineano con forza il valore sacro e simbolico dell'opera. Si può notare inoltre come permanga una simbolicagerarchia dimensionale dei personaggi per cui hanno grandezza maggiore i personaggi di maggior rilievo quali Maria rispetto alla cugina Elisabetta e Gesù rispetto agli angeli.

Maiestas Domini

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Maiestas Domini, rilievo dell'Altare del duca Rachis

Il Cristo in maestà si colloca nel prospetto frontale dell'altare ed è stato realizzato sempre tramite la tecnica delbassorilievo. Cristo (Maiestas) ascende in cielo all'interno di una mandorla arborea, sorretta da quattro angeli ed è affiancato da altri due angeli nei quali l'iconografia deicherubini si contamina con quella deiserafini. Un delicato motivo ornamentale incornicia la scena (motivo a S raffrontate).

In origine questa lastra era impreziosita dapolicromie, paste vitree e lamine d'oro.

Adorazione dei Magi

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Adorazione dei magi

Nell'Adorazione dei Magi la Madonna si presenta assisa su un alto trono in legno con il Bambino Gesù sul grembo e, a sinistra, i tre Magi che recano dei doni. Un angelo in alto, disposto orizzontalmente, guida loro il cammino. La Vergine è connotata da una croce incisa sulla fronte; i Magi sono caratterizzati da tipiche vesti asiatiche (copricapo frigio e vesti drappeggiate).

Come nella precedente scena la superficie si presenta fortemente decorata, in linea con l'horror vacui (paura del vuoto) che caratterizza tutta la scultura barbarica. Anche qui è presente unaproporzione gerarchica dei personaggi.

Bibliografia

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  • Laura Chinellato,Arte longobarda in Friuli. L'altare di Ratchis e la riscoperta delle policromie, Udine, Forum, 2016.
  • Piero Adorno,L'arte italiana, volume 1, tomo secondo, Messina - Firenze 1998
  • Mario Brozzi,L'altare di Ratchis nella sua interpretazione simbologica, in "La porta orientale", 9-10 settembre-ottobre, 1951, pp. 3–15
  • Pierluigi De Vecchi eElda Cerchiari Necchi,I tempi dell'arte, vol. 1, Milano, Bompiani, 1999,ISBN 978-8845171079.
  • Carlo Cecchelli,Arte barbarica cividalese, in "Memorie Storico Forogiuliesi", XII-XIV, 1918, pp. 1–24
  • Carlo Cecchelli,I monumenti del Friuli dal secolo IV all'XI, Milano-Roma, 1943, pp. 1-26, ISBN non esistente.
  • Giuseppe Cuscito,Epigrafia medievale in Friuli e in Istria (secc. VI-XIII). Per un "Corpus" delle epigrafi medievali nell'Alto Adriatico, in Atti e memorie della società Istriana di Archeologia e Storia Patria, vol. CVI (LIV della Nuova Serie), Trieste 2006, pp. 20–25
  • Géza De Francovich,Il problema delle origini della scultura così detta "longobarda", in Atti del I Congresso Internazionale di Studi Longobardi, Spoleto 1951, pp. 255–273
  • Géza De Francovich,Osservazioni sull'altare di Ratchis a Cividale e sui rapporti tra Occidente e Oriente nei secoli VII e VIII D.C., in Scritti di Storia dell'Arte in Onore di Mario Salmi, I, Roma, 1961, pp. 173–236
  • Rudolf Eitelberger,Cividale in Friaul und seine Monumente, Wien, 1857, ISBN non esistente.
  • Carlo Gaberscek,Note sull'altare di Ratchis, in Memorie Storico Forogiuliesi, 1973, pp. 53–72
  • Carlo Mutinelli,L'ara di Ratchis, in Quaderni della Face, 35, 1969, pp. 9–23
  • Pio Paschini,Brevi note archeologiche sopra un gruppo di monumenti longobardi a Cividale, in "Bollettino della Civica Biblioteca e del Museo", 1-2, Udine, 1910

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