Questa voce o sezione sull'argomento centri abitati della Puglianon cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Commento:pagina per lo più scritta con toni enfatizzanti la storia, quasi a volerne risaltare la supremazia rispetto a tutto il resto; paragrafi dalle informazioni molto dubbie, da ricerca originale.
Grazie alla presenza di questi due siti, laMurgia di Altamura fu candidata per la "lista propositiva" dell'UNESCO il 1º giugno 2006, ma senza successo[8]. L'altitudine del territorio comunale varia da 351ms.l.m. a 671ms.l.m..
Il clima è di tipo submediterraneo (classificazione dei climi di Köppen Cfsa), con inverni moderatamente freddi ed estati calde e asciutte. La temperatura media del mese più freddo (gennaio) è di 6.5°, quella del mese più caldo (luglio) è di 25.3°. Le precipitazioni annuali si attestano attorno ai 550 mm, con maggiore frequenza nei mesi più freddi e pochi episodi (talvolta violenti) nei mesi estivi. La neve si presenta sporadicamente nel periodo tra dicembre e marzo, in genere associata a irruzioni di aria fredda dai quadranti nord-orientali. Da segnalare la nevicata avvenuta nel gennaio 2017, con accumuli oltre il metro anche in città[9]. Nei mesi autunnali sono piuttosto frequenti le nebbie.
Gli estremi termici dal 1925 al 2013 sono stati di -8.7° (14 gennaio 1968) e di 43.3° (10 settembre 1946)[10].
Di seguito sono riportate le medie climatiche e i valori massimi e minimi assoluti relativi al trentennio 1981-2010 registrati dalla stazione meteo gestita dallaProtezione Civile[10].
L'area di Altamura è stata agli inizi abitata daiPeuceti, di cui sono stati ritrovati solo alcuni reperti archeologici di patrimonio locale o nazionale, a causa di una commercializzazione illegale di essi, e con conseguente perdita, testimoniata da autori e documenti delSettecento e dell'Ottocento.[senza fonte]
Domenico Santoro, ad esempio, afferma che almeno fino al 1688 c'erano, sullavia Tarantina (via Carpentino), molte urne funerarie vicino a una fonte detta "Putida" (che conserva tale nome). Di queste urne non vi è più traccia, secondo quanto riportato dagli studiosi Tommaso Berloco ed Elena Silvana Saponaro.[12][13] Ciò conferma l'esistenza di una sorta dimercato nero durante ilXIX secolo, e che i reperti (vasi, monete o medaglioni) non erano sufficientemente tutelati. Anche Pietro Viti fornisce informazioni dettagliate su tali ritrovamenti.[13]Cesare Orlandi (1770) parla di ritrovamenti archeologici sia nelle vicinanze sia all'interno del perimetro dellemura megalitiche di Altamura.[14]
Non vi sono documenti storici che indichino con sicurezza il nome originario della città di Altamura prima dell'anno1000. Nei secoli passati si sono tramandate informazioni fuorvianti che attribuivano ad Altamura gli antichi nomi diPetilia eAltilia. Tali ipotesi sono state difese daDomenico Santoro (1688) e dal sacerdote D. Vitangelo Frizzale (1755), mentre sono state in seguito del tutto rigettate daOttavio Serena (1880) in quanto infondate[15], ergo esse non trovano ancora oggi conferma. La principale ragione dietro la confutazione risiede nell'assenza di fonti attendibili, quali ad esempio nomi su mappe oppure documenti commerciali relativi all'alto medioevo, che attestino uno dei suddetti toponimi per Altamura.[16]
Nellatavola peutingeriana compare solo il toponimoSublupatia, che presuppone l'esistenza di una città chiamataLupatia.I toponimiSublupatia oLupatia potrebbero essere validamente attribuiti anche alla città di Altamura. Alcuni studiosi hanno desunto che potesse esserci stata anche unaLupatia, essendo riportata laSublupatia, sebbene il toponimoLupatia non sia riportato. Secondo altri studiosi il toponimoSublupatia (oLupatia) si riferirebbe invece alla limitrofa città diSanteramo in Colle[17][18] oppure all'antico insediamento di Jesce, che verosimilmente era vicino al tracciato dellavia Appia.[19]
L'itinerario antonino riporta, invece, a SE diSilvium, oltre aSublupatia, anche la stazione di Blera, un luogo "di incerta identificazione".[17]
Sebbene il toponimoLupatia non sia riportato nei due itinerari sopracitati, il toponimo è citato dall'Anonimo ravennate (età bizantina)[20] e dal cosmografo Guidone nella sua operaGeographica (pienomedioevo).[21][22]
Nel corso del Novecento, lo studiosoGiuseppe Lugli rintracciò, utilizzando la tecnica allora innovativa dellafotogrammetria, quello che probabilmente era il percorso della via Appia daGravina in Puglia fino a Taranto. In precedenza era infatti noto e studiato solo il percorso che si svolgeva sugli attualiLazio eCampania. Lugli, analizzando le fotogrammetrie della zona, notò il tragitto di un tratturo chiamato la "Tarantina", il cui percorso portava i segni di una precedentecenturiazione e che, secondo Lugli, era ciò che restava della via Appia (considerato che i percorsi delle antiche arterie romane continuarono a essere usati nel corso del Medioevo). A conferma di ciò, vi è anche la presenza di ingenti ritrovamenti archeologici in quella zona (tra i quali l'antico insediamento di Jesce).[23][24]
Analizzando le distanze riportate nell'Itinerario antonino, Lugli ha anche assegnato i toponimi Blera e Sublupatia rispettivamente a Murgia Catena e a Taverna (tra masseria S. Filippo e masseria S. Pietro). Cionondimeno, il toponimo Murgia Catena definiva un'area molto vasta, tale da non consentire una definizione univoca della stazione della via Appia. Luciano Piepoli, in seguito, sempre basandosi sulle distanze fornite nell'Itinerario antonino e su recenti rinvenimenti archeologici, ha proposto di assegnare al toponimoSilvium la zona "Santo Staso", prossima aGravina in Puglia, a Blera l'area di Masseria Castello e a Sublupatia l'area di masseria Caione.[23][24]
Domenico Santoro (1688) documentò, nella sua opera, l'attribuzione del toponimoPetilia ad Altamura sulla base di alcune testimonianze di autori latini e di traduttori del suo periodo, che tuttavia non lasciavano identificare correttamente la posizione dell'abitato. Vi è anche una citazione dello storicoStrabone, il quale la definì "posta a capo dei Lucani".[25]. Lo storico greco, nella sua operaGeografia, confonde spesso laPetilia lucana con laPetelia situata nell'odiernaCalabria (forse l'odiernaPetilia di Policastro, anche detta Belcastro, oppureStrongoli). Secondo gli studiosi moderni, la Petilia lucana (quella tra le due che si credeva essere Altamura) andrebbe più propriamente identificata con i ritrovamenti archeologici rinvenuti sulMonte della Stella.[26]
Ottavio Serena, nella suaStoria di Altamura (rimasta incompiuta), rigetta il toponimoPetilia, e rintraccia inRaffaele Maffei il primo autore di una certa autorevolezza che ipotizzò che Petilia potesse essere stato l'antico nome di Altamura, non essendoci fonti precedenti che attestino il toponimo. L'ipotesi sul toponimo Petilia sarebbe stata poi ripresa come verità da altri scrittori per via dell'autorevolezza di cui Maffei godeva ai suoi tempi.[27]
Nelle traduzioni latine delQuattrocento eCinquecento veniva spesso fatto riferimento ad Altamura nelle note quando si parlava di Petilia. Nella traduzione dellaGeografia diClaudio Tolomeo di quel periodo (tradotto daGirolamo Ruscelli), il termine Petilia era tradotto in Italiano con "Petilia, oggi Altamura"[28], nonostante le coordinate fornite daTolomeo puntassero inequivocabilmente verso laCalabria (riferendosi quindi aPetelia e da identificarsi forse conPetilia di Policastro oppureStrongoli), come anche Vitangelo Frizzale (1755) fece notare.[29][30][31]Leandro Alberti fu il primo a confutare l'ipotesi che Petilia fosse Altamura nella suaDecrittione [sic] di tutta Italia (1550).[27]
La ricerca di origini mitologiche per una città era molto comune nell'antichità e nell'alto medioevo e da questo sarebbero scaturite le leggende suimirmidoni e sulla sua reginaAltea, fondatrice della città, chiamata Altilia. Secondo un'antica leggenda[32], il primo nucleo abitativo fu fondato col nome diAltilia oAlter Troia. Tale leggenda ha avuto una vasta fama nelle epoche successive (ad esempio, l'appellativo "Altiliensis" era usato per altamurani illustri, come ad esempioMassimo Santoro Tubito) e la si ritrova in iscrizioni e testi latini.
L'iscrizione sul portale dellachiesa di San Lorenzo sembrava essere la più antica prova della validità storica della leggenda, dal momento che conteneva esplicito riferimento ai mirmidoni, la cui regina era Altea.Domenico Santoro (1688) fu il primo autore che addusse l'iscrizione sul portale a sostegno della validità del nome Altilia, affermando che la chiesa e l'iscrizione risalivano a prima dell'anno Mille e pertanto anche la leggenda doveva essere antica.Ottavio Serena confutò le osservazioni di Domenico Santoro e postdatò di molti secoli la costruzione della chiesa e l'iscrizione.[33]
Iscrizione sul portale dellachiesa di San Lorenzo (si notino il giglio angioino e la rosetta degliOrsini Del Balzo, principi di Altamura dal 1392 al 1486)
Il toponimo Altilia compare per la prima volta in un atto del 1299 ove vi è la testimonianza di un ottantenne di nome "Sire Mundea di Gravina", il quale afferma di aver sentito dai suoi avi che la città si chiamava anticamente Altilia quando era occupata daiSaraceni.[34][35]
A tal proposito, Ottavio Serena riconduce la nascita della leggenda e del toponimo Altilia all'opera di qualche erudito "de' mezzi tempi" (Alto Medioevo), il quale, forse sulla base dei reperti archeologici ritrovati nell'area, avrebbe fatto risalire la città ai leggendarimirmidoni e alla sua leggendaria regina Altea e la chiamò Altilia forse rifacendosi al toponimo Altamura. A conferma di ciò, il diploma del 1243 della fondazione di Altamura afferma che quella terra si sarebbe chiamata "ab antico" Altamura, ossia già si chiamava Altamura da parecchio tempo.[36] Purtuttavia Ottavio Serena sembra riconoscere una certa validità al toponimo Altilia, riconoscendo che non ci sarebbe contraddizione tra l'informazione di Sire Mundea e il diploma del 1243, la prima facendo riferimento a un tempo più antico della seconda.[36]
Lo storico locale Tommaso Berloco (1985) accetta pienamente la confutazione fatta da Ottavio Serena per il toponimoPetilia, ma sembra anche mostrare delle riserve per quanto riguarda il toponimoAltilia. Tommaso Berloco elogia il lavoro critico di Ottavio Serena, frutto della nuova mentalità positivista e scientifica dell'Ottocento, ma sulla questione del toponimoAltilia Tommaso Berloco sembra rimproverare a Ottavio Serena un "eccesso di positivismo" dato che il toponimoAltilia avrebbe delle basi un po' più solide e potrebbe essersi tramandato oralmente attraverso i secoli, sebbene le narrazioni di Altea e deiMirmidoni siano puramente leggendarie e da rigettare.[37]
A tal proposito, il cronista di corte Pseudo Jamsilla (1258-1266) nel narrare le gesta diFederico II di Svevia cita le città da lui fondate e, tra queste, cita una certaAlitea, posta dall'autore in Calabria. Non avendo l'autore citato Altamura ed essendo Altamura stata fondata da Federico II di Svevia, è stato ipotizzato cheAlitea potrebbe riferirsi alla città di Altamura, oppure potrebbe trattarsi di un'altra città calabrese, come ad esempioAltilia.[38] La città fu feudo del Principe di Taranto e successivamente di Pirro Del Balzo. Si devono ai due munifici principi i lavori di restauro e ristrutturazione della Cattedrale a seguito delterremoto del 1456. Ristrutturazione che portò all'ampliamento e probabilmente al cambio di orientamento. Lavori che durarono fino alla fine della seconda metà del Quattrocento[39].
Da alcuni documenti notarili della città diGravina dell'inizio del XIII secolo, si evince l'esistenza, nella zona interessata dall'attuale Altamura, di un piccolo centro chiamatoMurum[40]. Detto toponimo si riferiva alla cinta muraria della città (mura megalitiche), i cui ruderi sono oggi visibili e integrati nei vari edifici.[40]
L'imperatoreFederico II nella visita del 1232 vide i ruderi di una città antica e decise di rifondarla costruendovi anche una basilica dedicata aSanta Maria Assunta, la cui facciata originaria si rivolgeva verso Gravina. La rifondazione di città dell'antichità abbandonate è un motivo ricorrente nelle città di nuova fondazione di Federico II di Svevia.[41]
La città fu ripopolata con gente che fu costretta a trasferirsi da altre regioni, e lo stesso Sire Mundea de Gravina racconta di aver visto piangere molti di coloro che vi si trasferirono.[42] Inoltre, nei primi anni, la città era costantemente presidiata da ufficiali e uomini d'armi del re per assicurarsi che i nuovi abitatori vi restassero e soprattutto per proteggerli dalle incursioni frequenti dei vicini, che avendo perso la loro terra intendevano riprendersela.[41]
Federico II chiamò, per abitare la città, gente anche dai paesi vicini, compresi greci ed ebrei delle zone del suo regno, concedendo franchigie e privilegi speciali ovvero la facoltà di coltivare la terra e ricostruire le case senza pagare le tasse, dividendo di fatto la città in quattro quadranti: quello greco e quello saraceno a est, quello latino e quelloebraico a ovest. Assegnò alla nuova città territorio separato e disgiunto dalle diocesi confinanti, con privilegio spedito inMelfi nel settembre1232. Conferì il titolo di arciprete aRiccardo da Brindisi in quanto la basilica erachiesa palatina con i relativi privilegi (e tale rimase fino al 1929). In seguito fu emanata anche una bolla del papaInnocenzo IV adAvignone nel1248.Ferdinando Ughelli nel Seicento dubitava su questa fondazione, attribuendola piuttosto alvescovo di Gravina tra il 1300 e il 1301. In realtà tra i vescovi di Gravina e gliarcipreti di Altamura ci sono sempre state profonde controversie, poiché i primi volevano esercitare giurisdizione su Altamura, che invece è stata esentata da Federico II. InfattiClemente V nella bolla del1307 confermò l'unione che già il reCarlo II aveva operato, dell'arcipretura di Altamura con la tesoreria dellaBasilica di San Nicola di Bari. La chiesa fu successivamente distrutta da un incendio e la successiva ricostruzione ne modificò la posizione della facciata, che fu rivolta verso est.[40]
Il reCarlo I d'Angiò nel 1271 concedette Altamura aLudovico de Bellojoco, e poi al giuristaSparano da Bari. Fu feudo di Errico de Poheriis o de Poherio e poi delconte di Minervino Giacomo Arcuzio di Capri alla fine del Trecento. Nel 1463, lo stemma comunale fu sormontato dalla corona, per volere del reFerrante d'Aragona; la città successivamente divenne feudo di varie famiglie nobiliari, a partire dagliOrsini Del Balzo e deiFarnese (1538-1734), committenti di numerosi palazzi e chiese. Gli Orsini del Balzo la ottennero nel 1482. Fu concessa a Pirro del Balzo duca di Venosa dal re Ferrante il 16 ottobre 1482, divenendo primo Principe di Altamura. Con ogni probabilità Pirro fu presente aMelfi, nella primavera del1485, al matrimonio di Troiano Caracciolo con Ippolita Sanseverino, a quello che fu il primo atto dellacongiura dei baroni contro il re. Nell'autunno anziché recarsi in Abruzzo a fronteggiareGiovanni della Rovere, che aveva invaso le terre del Regno, rimase in Puglia, dove si impadronì di Spinazzola,Genzano,Barletta; maFerrandino d'Aragona riuscì a recuperare le terre perdute ed anche Acerra ai danni di Pirro. Nei primi di settembre del1486 Pirro si sottometteva formalmente al re, ma subito dopo fu tra i baroni che giurarono di continuare la lotta contro il sovrano.Alfonso II d'Aragona allora conquistò Venosa e Pirro prese la dura decisione di sottomettersi a Ferrante (18 dicembre 1486). Ma i baroni continuavano a tramare contro il sovrano. Pirro si sentiva forte del legame con la corte (la figliaIsabella aveva appena sposatoFederico d'Aragona, fratello del re) e si accordò conRoberto Sanseverino,principe di Salerno, per uncomplotto decisivo che avrebbe preso le mosse da Roma. Ma la mancanza di determinazione gli impedì di partire: Pirro fu arrestato insieme con numerosi altri baroni il 4 luglio1487 e rinchiuso nelCastelnuovo diNapoli, da dove non uscì più. Tutte le sue proprietà furono confiscate e finirono nelle mani del genero Federico d'Aragona, che si proclamò Principe di Altamura. Essendo Isabella (1468-1533), figlia di Pirro, divenuta moglie del re di Napoli Federico, alla morte del padre nel 1491 divenne 3ªprincipessa di Altamura, dopo che lo era già stata la sorella Isotta Ginevra (1460-1530) prima di lei. Nel1506Ferdinando il Cattolico, subentrato re di Napoli durante leGuerre d'Italia, la donò a Onorato Gaetano.
Nel1531, dopo la conquista spagnola dellaPuglia, i cittadini ne riscattarono l'autonomia amministrativa, pagando alla Corona diSpagna la somma di 20.000 ducati.[43]. Nel1538, ridotta sul lastrico per i debiti, la Città si vendette aOttavio Farnese, duca diCamerino, genero diCarlo V. Fu poi dote di matrimonio diMargherita d'Austria, e in questo periodo si registrò una notevole espansione al di fuori delle mura cittadine.
Nel 1601 monsignor Giustiniani, vescovo di Gravina, che pretendeva l'annessione di Altamura alla sua diocesi, lanciò l'interdetto contro la città e addirittura lascomunica nel 1605 con l'appoggio diPapa Paolo V. Tale situazione perdurò addirittura fino al 1622, quando il nuovoPapa Gregorio XV tolse la scomunica, perché gli abitanti difesero la loro autonomia ecclesiastica[44] stabilita fin dalla fondazione dell'Imperatore Federico II.
Alla fine del XVIII secolo, e per quasi tutti gli anni novanta, l'antica nobiltà di Altamura era ancora molto potente, sia come censo che per la notevole influenza che aveva alla corte diNapoli; illuminante è l'episodio dell'aprile del 1797. I rappresentanti dei nobili altamurani, con le loro sollecitazioni riuscirono a modificare il programma del Re, allora in visita a Gravina, quasi costringendolo ad una imprevista permanenza a Altamura. La città fu per l'occasione non solo riccamente addobbata, ma sistemata anche nell'accesso e rifacendo larghi tratti di strada.[46]
Dalla Rivoluzione altamurana al Regno d'Italia (1799-1861)
Altamura accolse con entusiasmo le nuove idee giacobine, con sporadiche manifestazioni di diseredati; l'antica nobiltà fu facilmente isolata e in parte incarcerata, tuttavia anche se assai scarsi nel numero i rappresentanti della vecchia classe dirigente conservavano la loro potenza economica e politica. La città divenne il secondo cantone deldipartimento del Bradano, amministrato dai commissari governativi DonNicola Palomba eFelice Mastrangelo. Il sogno di libertà durò perciò molto poco: giunsero le truppe della Santafede[47], guidate dal cardinaleFabrizio Ruffo, alla riconquista della città. Il 10 maggio dello stesso anno, l'esercito filoborbonico entrò in città, saccheggiandola e ristabilendo al potere la nobiltà.
I corpi dei malcapitati furono gettati nei sepolcreti della chiesa, tra i gemiti dei moribondi e le grida dei feriti, tanto che, alcuni di loro furono salvati il giorno seguente dall'arrivo dei vincitori.[48]Da allora Altamura ebbe il nome"Leonessa di Puglia" per il coraggio dimostrato durante la ribellione contro i Borboni[16][49][50].
Nel 1848 scoppiarono rivolte sotto la guida diDomenico Tranaso, notaio a favore dell'Unità d'Italia. La Guardia Nazionale fu espulsa dalla città e le truppe della vicina Bari furono schierate per riprendere il controllo di Altamura. Tranaso fu arrestato e le rivolte furono represse.
La coscia di Pipino
La coscia di pipino, esposta aPorta Matera e ancora visibile attraverso un rilievo in pietra, è simbolo di ribellione dei cittadiniAltamurani verso pipino (probabile esattore di tasse) il quale accusato diderubare gli altamurani venne considerato colpevole (dai cittadini, che guidati da Donato Salvaggiulo marito di Lorena Loporcaro, riuscirono a catturarlo) e ucciso pubblicamente attraverso quattro cavalli che, legati agli arti e fatti partire, squartarono pipino. La tradizione vuole che una delle sue cosce sia stata appesa all’entrata della città (porta Matera) come simbolo di ribellione. La storia è narrata più accuratamente da una epigrafe situata nei pressi di porta Matera al disotto della coscia di pipino
Lo stemma è stato concesso con bolla papale di Bonifacio VIII nel 1485. Esso è blasonato:[51]
«Inquartato, con i colori rosso e argento, che si alternano, cominciando, da sinistra in alto, con il rosso, sormontato da una corona regia in oro, con il sottostante motto di Federico II di Svevia: "Federicus me reparavit"[52]»
Cattedrale di Santa Maria Assunta: un esempio diromanico pugliese, risale al1232, quando l'imperatoreFederico II di Svevia fece realizzare la chiesa dedicandola a Maria Assunta e la pose sotto il patronato suo e dei suoi discendenti. Essa rimase (con la relativa prelatura territoriale) quindichiesa palatina fino al 1929 ed esente dalle giurisdizioni vescovili fino all'unione con ladiocesi di Gravina nella nuovadiocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti nel 1986. L'orientamento dellacattedrale è invertito rispetto all'originario (abside ad est e facciata ad ovest, in origine, poi orientamento invertito con facciata rivolta ad est). All'epoca del sovrano angioino risale la realizzazione del portale settentrionale che oggi si apre in piazza duomo, mentre la realizzazione di una seconda torre campanaria, l'area dell'altare e dell'attualesagrestia furono aggiunte nella prima metà del Cinquecento. Opere settecentesche sono invece la loggetta tra i due campanili con le statue della Vergine tra i SS. Pietro e Paolo, le terminazioni delle torri campanarie e il rivestimento interno in marmo. In evidenza i due leoni porta-colonnine ritoccati da un artista diAndria, Maestro Antonio.
Porta Bari e Palazzo De Angelis-Viti, palazzo cinquecentesco dimora anche degliOrsini Del Balzo. Più volte rimaneggiato, si eleva su tre piani, Ha un portale sontuoso ed austero e sul loggiato si apre Porta Bari.
Palazzi Baldassarre, Martini, de Gemmis Cagnazzi, Filo, Sabini, Melodia, appartenuti a nobili famiglie di Altamura.
Claustri, tipiche piazzette o larghi che si aprono sulle vie principali delcentro storico altamurano. La denominazione locale ègnostre e sono unici nell'architettura popolare. Se ne contano circa 80 e rappresentano l'aggregarsi spontaneo di gruppi familiari o etnici (Latini,Mori,Giudei). La loro conformazione assolveva, oltre che ad una funzione sociale anche ad una difensiva: il claustro, con l'unica entrata, costituiva una trappola per i nemici che, se si fossero avventurati fin lì sarebbero rimasti imprigionati e subissati da lanci di pietre, acqua o altro. Esistono due tipi di claustri: quello di stile greco con il largo tondeggiante e al centro un pozzo o un albero; quello di stile arabo stretto e lungo con una piccola strada chiusa e in fondo un pozzo per le acque piovane. Fra i più pittoreschi e caratteristici ci sono i claustriGiudecca, Inferno,Tradimento. Molti claustri sono stati abbandonati e quindi oggi sono disabitati e mal ridotti.
Mura megalitiche di Altamura. Erano lunghe4 km, alte e larghe6 m; e racchiusero nella loro ampia e duplice cerchia (un'altra più piccola è intorno all'acropoli) la parte più alta e più sacra della città. Erette tra il VI e il III secolo a.C. sono visibili per alcuni tratti.
Campi di detenzione delle due guerre mondiali. Il campo della prima guerra mondiale era situato nei pressi de "Il Casale" Falagario Stacca, sito in via Santeramo, e ospitava circa 1000 prigionieri austro-ungarici[53][54][55]. I prigionieri venivano utilizzati per lo spietramento. Le condizioni di lavoro erano dure e il cibo scarseggiava (come per qualsiasi contadino pugliese), sebbene i detenuti venissero trattati con grande umanità[56]. La morte fu dovuta al diffondersi, all'interno del campo, della spagnola[56] e del tifo[53].Campo 65, il campo di detenzione usato durante la seconda guerra mondiale, è ampiamente testimoniato dai documenti presenti nell'USSME (Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito)[57] e si trovava nei pressi di Villa Serena su via Gravina. Fu attivo dal 1942 al 1943. Dagli stessi documenti sopra citati si apprende che ospitava internati inglesi, indiani, australiani, americani, neozelandesi, mediorientali e altri. Nel libroAuschwitz. Ero il numero 220543, dell'ingleseDenis Avey, l'autore racconta di essere stato imprigionato nel campo di concentramento di Altamura e di essere addirittura riuscito a evadere per essere poi ricatturato (pagina 124 del libro)[58]. L'autore racconta, inoltre, di essere stato trattato con molta umanità e che i prigionieri erano lasciati liberi di fare ciò che volevano in totale abbandono, sorvegliati a distanza dai carabinieri. Ciò di cui i prigionieri soffrivano era la fame, a causa dell'estrema povertà del territorio, come descritto nel libro. L'autore è stato compartecipe del conflitto, e riporta i fatti del libro come fatti storici, sebbene ci sia da aspettarsi che non tutto sia attendibile e che qualche notizia sia stata inventata o "colorita" per esigenze letterarie[59]. Ciononostante, le notizie fornite sul campo di Altamura sono assai verosimili.[senza fonte]
Cava dei dinosauri. In una cava abbandonata di località Pontrelli sono state rinvenute nel 1999, su un'area di dodicimila metri quadrati, circa ventimila orme di dinosauri, riferibili a circa 200 esemplari di 5 specie diverse[60].
Pulo di Altamura. Si trova nella Murgia Nord, nei pressi della Grotta di Lamalunga e si presenta come la più grandedolina carsica locale, larga circa 550 metri e profonda 95 metri. Ha pareti scoscese ma erbose, con uno stretto sentiero che scende fino sul fondo dove è presente un tappeto di terra fertile e coltivata. Alla base del Pulo si apre un inghiottitoio (punto della superficie carsica dove l'acqua penetra nel sottosuolo). Le doline per via della loro conformazione permettono la presenza di alcune particolari condizioni (protezione dai venti, basse temperature sul fondo, terreni ricchi di minerali) permettono un habitat che ospita flora e fauna inusuale per la zona (ad esempio il corvo reale). Su una parete rocciosa vi sono alcune caverne. Inoltre i manufatti litici ritrovati testimoniano che le caverne che si aprono nella parete furono abitate nelpaleolitico. Risulta importante l'osservazione dei fronti della dolina. In molte zone, le testate degli strati rocciosi che sporgono dalle pareti sembrano convergere a formare una blanda sinclinale, a conferma dell'origine da crollo della dolina affermata da Colamonico nel 1919. È molto probabile che il solco erosivo di nord-est più di due milioni di anni fa fosse in sotterraneo e che in corrispondenza del Pulo avesse il suo recapito finale in un inghiottitoio allargatosi via via in tal misura da annullare l'effetto arco delle rocce sovrastanti e collassare. La parete settentrionale del Pulo presenta più livelli di grotte e cunicoli, che possono definirsi cavità di interstrato.
Grotte di Altamura. Essendo l'intero territorio murgiano soggetto a fenomeni di natura carsica si trovano, anche nei pressi di Altamura, numerose grotte ricche distalattiti estalagmiti tra cui la così denominata "grotta del lesco" lungo la Statale 96 a3,5 km e la grotta di Sant'Angelo suvia Cassano nuova a circa4,5 km dalla S.S. 96, oltre a innumerevoli anfratti e inghiottitoi carsici, localmente denominati anche "grave" o "gurghi". Ma l'altopiano murgiano non è costituito unicamente dal basamento calcareo delCretacico, ma al di sopra di questa bancata di calcare compatto, benché fortemente carsificato, insistono a tratti vasti lembi (superstiti) dicalcarenite di origine più recente, che viene proprio definita col nome di "calcarenite di Gravina", esattamente quella che ha costituito per secoli il materiale dicava privilegiato per le abitazioni di tutto il territorio pugliese, impropriamente denominato come "tufi". La maggiorelavorabilità di questo materiale rispetto al calcare compatto ha determinato la diffusione delle attività di cava un po' ovunque, dove ce n'era tanto in abbondanza da poterlo sfruttare a sufficienza. In tal modo ha cominciato a svilupparsi una vera e propria cultura rupestre, che trova la massima espressione nella non troppo distante (meno di20 km in linea d'aria)gravina diMatera. Tutto ciò ha fatto sì che il territorio risulta oltremodo ricco di villaggi ipogei, spesso sviluppatisi attorno ad un culto di natura religiosa presso chiese scavate nella calcarenite, spesso religiosamente affrescate, attorno alle quali si svilupparono vere e proprie piccole comunità rupestri. Ciò anche grazie alla presenza di monaci eremiti o di piccolissimi cenobi di monaci "basiliani" che, soprattutto nell'alto Medioevo, riuscivano ad aggregare attorno all'esigenza di spiritualità e di richiesta di aiuto soprannaturale numerosi nuclei di popolazione sparsa nel territorio, allora molto più ricoperto di foreste boscate amacchia mediterranea, e più facilmente esposta alle incursioni vandaliche e soprattutto, tra l'800 e il900 circa, deisaraceni che risalivano dalmetapontino lungo ilBasento e la direttrice della "Fossa Bradanica". Nascono così i villaggi rupestri delle località "Fornello", "Pisciulo" (nei pressi della "Masseria Jesce"), "S. Giovanni", e tanti altri nuclei minori o ormai inglobati all'interno del tessuto urbano. Nel Pulo visseGuglielmo da Vercelli, ricordato daDomenico Santoro, nella suaDescrizione della città di Altamura del 1688. Secondo il Santoro san Guglielmo visse per un certo periodo comeeremita all'interno di una caverna nel lato settentrionale del Pulo di Altamura, ma sono ignote le sue fonti[63]. La presenza del santo nella città viene documentata anche daTommaso Costo.
Ha ricevuto molte influenze dal vicinodialetto di Matera e dalla vicinaGravina in Puglia e più in generale dalla fascia del dialetto barese.Un poemetto delSeicento in questo dialetto, con elementi dell'italiano arcaico, è ilCapitolo di S. Iacopo[69].
Archivio Biblioteca Museo Civico (A.B.M.C.) - Il nucleo originario di questa raccolta di libri proviene dalla biblioteca comunale nella quale erano confluite, a loro volta, le dotazioni del Regio Liceo Ginnasio e del Monte a Moltiplico, istituzione cittadina che nel Settecento aveva sostenuto la Regia Università degli Studi di Altamura e nel secolo successivo, le scuole superiori. Il patrimonio iniziale, nell'arco dei 50 anni di vita dell'Ente si è più che raddoppiato raggiungendo gli 80.000 volumi grazie ad acquisti e donazioni.
Biblioteca del Capitolo della cattedrale palatina di Altamura
Biblioteca del Centro regionale servizi educativi e culturali
Biblioteca del monastero di Santa Chiara
Biblioteca del Museo nazionale archeologico di Altamura
Museo nazionale archeologico di Altamura - Collegato con il Centro visite Lamalunga e Palazzo Baldassarre a formare la rete museale ‘Uomo di Altamura’, incentrata sui resti rinvenuti nel 1993, incastonati nelle formazioni carsiche della grotta di Lamalunga[70].
Teatro Mercadante: costruito nel 1895 per onorare la memoria del compositoreSaverio Mercadante, fu inaugurato il 17 settembre dello stesso anno e per l’occasione fu rappresentata l'opera “La Vestale”[76]. Chiuse nel 1990 per inadeguatezza alla nuova normativa in materia di sicurezza, fino al 2003, quando il Consorzio proprietario dell’immobile stipulò un accordo con la società privata Teatro Mercadante srl, che a proprie spese provvide al recupero, riconsegnandolo alla città nel 2014[76]. In occasione della riapertura, fu eseguito un concerto diretto dal maestroRiccardo Muti[77].
Ilpane di Altamura, con le sue classiche forme alto (sckuanéte) e basso (uàsce), ha ricevuto nel2005 il marchioDOP[81] dall'allora ministro dell'agricolturaGianni Alemanno. Si prepara mescolando la semola rimacinata digrano duro rigorosamente locale con acqua, sale e lievito naturale, detto "lievito madre", che si ottiene facendo fermentare una piccola quantità di pasta di pane preparata in precedenza; si lascia riposare per qualche ora e, rispettando le tradizioni, viene cotto nei forni a legna.[82]Pane di Altamura DOP
Il pane di Altamura è prodotto solo all'interno della zona d'origine con grano raccolto esclusivamente dai dintorni. Ogni forma è garantita dal Consorzio di Tutela.[83]
Durante gli anni deldopoguerra, il pane veniva preparato dalle massaie nelle proprie case (con dosi settimanali di diversi kg) e consegnato ai fornai, che passando casa per casa, raccoglievano le pagnotte. Prima di cuocerle ad ogni pagnotta veniva impresso il marchio della famiglia che aveva preparato il pane e una volta cotto veniva caricato su un carretto trainato da un mulo e riconsegnato.
Cialda fredda ePane cotto: tra i piatti tipici preparati con il pane bisogna ricordare laciallédde (italianizzato incialda) preparata con pane di Altamura raffermo al quale vengono aggiunti pomodori, cipolla, uno spicchio di aglio, cime di rape (in alternativa patate e uova) e olive precedentemente bolliti, con l'aggiunta, a crudo, di un filo d'olio extravergine di oliva eu puène quétte (pan cotto) preparato facendo bollire direttamente in acqua salata il pane con verdure di stagione: il tutto viene spolverato con formaggio (meglio se pecorino murgiano).
U cutturidde e la pecora allarezzaule sono due piatti tipici a base di carne ovina.U cutturìdde è un lesso di agnello e varie erbe selvatiche, come il finocchietto selvatico, e piselli. Un piatto simile viene anche fatto aVenosa e aTricarico dove si suole, per questa preparazione, usare carne di pecora condendola anche con salsa di pomodoro e peperoncino piccante.[84]La péchere alla rezzaule è, invece, composta da carne pecorina con aromi e verdure selvatiche, cotta lentamente inanfore di terracotta e in forno a legna.
Ilambasciune (lampascione in italiano,vambasciule in gravinese): sono dei bulbi di una pianta selvatica tipica dell'Italia meridionale, simili alla cipolla, dal sapore aspro e intenso, utilizzati come contorno per arrosti di carne. Sono degustati anche fritti, cotti sotto la cenere, lessati e conditi.
LaLenticchia di Altamura è un'Indicazione Geografica Protetta, presenta caratteristiche peculiari rispetto alle altre lenticchie. Infatti ha un’ottima consistenza e un alto contenuto di ferro e proteine, facilità di cottura e soprattutto un profumo e un sapore unici, conferiti proprio dalla terra d’origine e difficili da ritrovare altrove. Presenta una colorazione che va dalle diverse gradazioni del verde a quelle del marrone, con una forma appiattita che, in funzione della sua dimensione, sarà identificata come grande o piccola.
Padre Peppe (liquore): prodotto per la prima volta da unfrate cappuccino, padre Giuseppe Ronchi, agli inizi del XIX secolo[85], è oggi il più importante, famoso, diffuso e commercializzatoliquore altamurano. Di colore marrone scuro, ha un sapore e un profumo molto intensi, ma ovviamente ciò dipende dalla preparazione e dagli ingredienti. Secondo la tradizione il Padre Peppe si prepara immergendo i frutti verdi dell'albero delle noci a partire dal 24 giugno (giorno diSan Giovanni Battista) inalcol, con l'aggiunta di erbe, spezie e aromi vari tra i quali caffè,chiodi di garofano,cannella enoce moscata. Il tempo di macerazione può variare dai 6 mesi (per i prodotti fatti per consumo personale) ai 4 anni (nel rispetto della tradizione). All'olfatto meno esperto è possibile riconoscere solo una parte di tutti questi profumi, tra i quali spicca la cannella. Si abbina molto bene con la tradizionale pasticceria secca altamurana, a base di mandorle.
Festival nazionale del teatro comico: giunto nel 2016 alla XIV edizione, si svolge nel periodo estivo. Nella serata finale, la giuria assegna al migliore degli spettacoli presentati il premio "bombetta d'oro" (così chiamato con riferimento al cappello tipico diTotò, tra i più noti attori comici italiani al quale il festival è dedicato). Vengono inoltre assegnati i premi secondari (miglior regia, miglior attore, miglior caratterista) e il premio di maggior gradimento del pubblico, che dal 2009 è intitolato adOreste Lionello che l'anno precedente si esibì nella sua ultima esibizione teatrale.[86]
Federicus[88]: rievocazione medievale annuale in onore dell'ImperatoreFederico II di Svevia, di solito organizzato per tre giorni alla fine di aprile con addobbi medievali, numerosi stand di prodotti tipici, informazioni storiche, attività rievocative della vita medievale e corteo storico in costume.
All'interno dellacinta muraria si sviluppa il centro storico, avente una forma circolare, con strade e vicoli stretti che si incontrano alla Cattedrale, situata al centro della città. La strada principale che "taglia" il centro in due parti, delimitate daPorta Matera ePorta Bari, è detta Corso Federico II di Svevia.
Gli interventi urbanistici più significativi, che caratterizzano la città oltre le mura, sono viale Martiri 1799, via Vittorio Veneto, corso Vittorio Emanuele e il collegamento, dopo la costruzione della ferrovia, del centro storico con la stazione.
La strada principale per le entrate è la SS96, che funge da parziale circonvallazione (oggi allargata parzialmente a quattro corsie e comunicante con la SS99 che porta a Matera); altre strade principali sono via San Pio da Pietrelcina, che collega via Gravina a via Corato, via Mura Megalitiche che collega via Santeramo a via Bari incrociando via Cassano, e strade di recente costruzione che collegano via Corato a via Vecchia Buoncammino passando dalla Stazione Ferroviaria.
L'economia della Puglia tocca la città di Altamura, che presenta un'economia sviluppata e diversificata.
L'agricoltura è sempre stata una delle attività principali della città: infatti la città è noto per la produzione di cereali. Di pari passo alla produzione di cereali si è sviluppata una ricca industria di trasformazione del grano testimoniata dalla presenza di molini di medie e grosse dimensioni che fanno di Altamura uno dei poli nazionali della produzione di semole e farine.La qualità del grano, unita alla tradizione cittadina per la produzione del pane e dei prodotti da forno, hanno reso la città famosa in Italia. Infatti il pane di Altamura è stato il primo prodotto in Europa riconosciuto col marchio DOP nella categoria merceologica Panetteria e prodotti da forno[89]. Notevole è anche la rilevanza storica dei forni.[90]
Di grande rilievo è l'industria del salotto che per anni è stato il settore trainante dell'economia altamurana. Infatti la città di Altamura, assieme a Santeramo e Matera, fa parte del "triangolo del salotto"[91]. Nonostante la crisi degli ultimi anni, dovuta essenzialmente alla delocalizzazione della produzione in paesi in via di sviluppo, il salotto rappresenta ancora uno dei settori più importanti per il territorio.
Da segnalare anche le potenzialità del settore turistico, che nonostante la presenza di siti importanti notevoli quali le orme dei dinosauri, l'uomo arcaico di Lamalunga e il borgo medievale della città antica, stenta a decollare e a trovare spazio tra le attrattive turistiche regionali, sebbene Altamura sia riconosciuto quale comune ad economia prevalentemente turistica dalla regione Puglia[92].
Il trasporto pubblico all'interno della città è gestito dalle società Autolinee Marino, STP e principalmente FAL; si articola su quattro linee circolari, che toccano tutti i punti più importanti della città, comprese le periferie.[93]
La squadra calcistica storica della città è stata l'Unione Sportiva Altamura, che militò per cinque anni nel professionismo neglianni novanta e fu sciolta nel 2015. A inizianni duemila nacque ilTeam Altamura, squadra che nella stagione 2023-2024 ha vinto il girone H di Serie D accedendo interza serie. È inoltre attiva la società di calcio femminile Pink Altamura militante nel campionato dilettanti di Eccellenza.
L' A.S.D. Altafutsal milita nel girone C del campionato A2 di calcio a 5, avendo vinto i playoff nel 2024-25 di serie B, nella stagione 2019-20 dopo aver vinto il campionato di C2, vince la Coppa Puglia.
L'Altamura CalcioA 5 milita nel girone A del campionato di calcio a 5 Serie C2 e la Soccer Altamura di calcio A5 femminile che milita in Serie B.
Le società di pallacanestro che hanno sede nel comune sono la ASD Libertas Basket Altamura[96], militante fino alla stagione 2023-2024 nel Campionato di Serie C. Nella stagione 2024-2025, la stessa, non si è però iscritta al campionato.
Sempre nel mondo della pallacanestro altamurana, l'ASD Virtus 1987 Pallacanestro Altamura[97] è inserita nel girone B di Divisione Regionale 3 2023-24.
Tra le squadre di pallavolo l'Enfoservice Altamura, militante durante la stagione 2021-22 nel girone B di Serie C maschile, e la PanBiscò Leonessa Volley Altamura, che gioca nel campionato di Serie A2 femminile nella stagione 2025-26 (girone B). Storica per la città, è stata laJogging Volley Altamura, squadra pallavolistica attiva dal 1996 al 2008.
L'ASDPallamano Altamura è una società che nella stagione 2021-22 disputa il campionato di Serie B di pallamano. Nella stagione 2009-10 ha raggiunto la serie A1.
Tra le società di atletica attive ci sono l'ASD Atletic Club Altamura, fondata nel 1993, e laFutur Atletica Altamura, fondata nel 2011.
^Esetium, Norbe, Veneris, Lupicia, Sublupicia, Blera, Silitum, Venusium, Serica, quae nunc Asculus, Aquilonia, Subromula. Item civitas quae dicitur Pissandas
^ V. C. Galati e F. Canali,Architetture e ornamentazioni dalla Toscana agli "Umanesimi baronali" del Regno di Napoli alla fine del Quattrocento, p.III, ... San Mauro Forte, "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", in"Bollettino della Società di Studi Fiorentini",, in Bollettino della Società di Studi Fiorentini, vol. 2021-2022, n. 30-31..
^abcNotizie storiche della città di Gravina, Domenico Nardone
^Analogo episodio si verificò negli stessi anni inMonopoli. La città nel 1531 dovette riscattare lo stato di città libera con la somma di 40.000 ducati (anche se invero la somma effettivamente pagata si limitò ad un semplice anticipo mai seguito dal saldo finale); l'evento viene però glorificato da tutti gli storici locali (vediLa Minopoli, o sia la Monopoli manifestata di Alessandro Nardelli, 1773,Monopoli e la Monarchie nelle Puglie di Luigi Finamore Pepe, 1897,Monopoli nel Medioevo e nel Rinascimento di Francesco Antonio Glianes,Istoria di Monopoli del primicerio G. Indelli e per la documentazione specifica i documenti deIl libro Rosso della Città di Monopoli
^Cfr. Chierico,Ferdinando IV e Carolina in Altamura il 1797 in "Rassegna Pugliese" (1900). pp. 90 ss.
^Cfr. Lucarelli, La Puglia nel Risorgimento, cit. II, pp. 397-398.
^L'episodio è riportato con dovizia di documentazione nell'articolo di Francesco Maria de Robertis: “Altamura 1799: puro olocausto o ritorsione di precedente strage?” in Archivio Storico Pugliese LV 2002. Il de Robertis nota tra l'altro che il Palomba agì "senza alcun riguardo al proprio stato di sacerdote". Della stessa fonte è l'episodio dell'utilizzo nei cannoni, come proiettili per l'ultima disperata resistenza, delle monete dell'Erario Municipale, avendo ormai gli assediati esaurito tutte le munizioni.
^L'epiteto compare per la prima volta nel 1925 in un fascicolo diGiuseppe De Napoli dedicato ad Altamura. Esso sarà poi ripreso nei dépliant turistici della Pro Loco del 1973 e del 1994
^La popolazione altamurana risultò accresciuta fino a 24 000 abitanti a causa dei repubblicani fuggiaschi di Puglia e Basilicata che avevano trovato rifugio ad Altamura. La notizia è confermata anche daDomenico Sacchinelli nelle sue Memorie (bolognese-zecher, pag. 24 esacchinelli-memorie, pag. 161).
^bolognese-zecher, pag. 10, cifra fornita dall'economista Giuseppe Maria Galanti, consigliere diFerdinando IV di Borbone, nel suoRelazioni di viaggio in Terra di Bari, Terra d'Otranto (1791). La data potrebbe non riferirsi all'anno 1791 (anno di scrittura della relazione), ma a qualche anno prima.
^Alberto A. Sobrero, Immacolata Tempesta,Puglia, profili linguistici, Laterza Edizioni Scolastiche, 2002, p.57; Pier Paolo Pasolini,Canzoniere italiano: antologia della poesia popolare, Volume 1, p.112 (ivi, p.959: il poemetto "... ci è pervenuto, nella sua totalità se non nella sua integrità, per via orale, per bocca cioè dell'ottuagenario Maino di Altamura che l'ha detto alla raccoglitrice Anna Tragni")
Pubblicazione ufficiale della Città di Altamura e del Ministero dei Beni Culturali: "La grotta di Lamalunga"; Atti della I Conferenza Cittadina; Altamura, 18.12.1993; ed. 1995, V. pag. 16, ultimo capoverso.
V.Pesce Delfino, E. Vacca, Report of an archaic human skeleton discovered at altamura (Bari), in the “Lamalunga” district in Human Evolution, Volume 9, Issue 1, gennaio 1994, pp 1–9.
E.Vacca, V.Pesce Delfino, Three-dimensional topographic survey of the human remains in Lamalunga Cave (Altamura, Bari, Southern Italy) in Collegium antropologicum, Volume 28, Issue 1, 2004, pp. 113–119.
Il cranio dell'Uomo di Altamura ipotesi di rimozione, documentazione e studio:Giorgio Manzi, Mario Micheli,Giacomo Giacobini, pp. 33–37, rivista del MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI, Direzione per i Beni Culturali e Paesaggistici di Puglia, 2/2010, Edizioni BetaGamma srl Viterbo, stampa Tifernum srl, Città di Castello (PG), novembre 2010.
Francesco Maria De Robertis: “Altamura 1799: puro olocausto o ritorsione di precedente strage?” in Archivio Storico Pugliese LV 2002, pp 7–8.
Sante Cannito, Frammenti di storia altamurana, Ed. Centro Studi Torre di Nebbia, 1994.
Sante Cutecchia,La città di mezzo. Frammenti e testimonianze della storia urbanistica e sociale di Altamura tra XIX e XX secolo (postfazione di Ferdinando Mirizzi), Edizioni Esperidi, Monteroni di Lecce (LE), dicembre 2015.
Giuseppe Pupillo,L'antico casale di Jesce e la sua chiesa ipogea, inAltamura - Rivista storica - Bollettino dell'a.b.m.c., n. 55/57, Bari, Corpo 16 s.n.c, 2014-2016.