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Alpeggio

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Bovini al pascolo pressoVedeseta inprovincia di Bergamo

L'alpeggio è l'attivitàagro-zootecnica che si svolge inmontagna durante i mesi estivi; con il terminemalga oalpe si fa riferimento invece all'insieme deifattori produttivi fissi e mobili in cui avviene l'attività dimonticazione, cioè l'inizio dellatransumanza: fabbricati, terreni, attrezzature, animali, lavorazione dellatte prodotto.

Descrizione

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Alpeggio inValle d'Aosta

InItalia si svolge tra un'altitudine minima di 600m s.l.m. e una massima di 2500-2700, inizia con la monticazione, cioè la salita sull'alpe, che avviene tra la fine di maggio e la metà di giugno e termina con lademonticazione, cioè la ridiscesa in pianura che avviene a fine settembre. L'alpeggio passa attraverso varie fasi (tramuti) che si identificano conpascolo e strutture poste a diversa altezza sulla stessa montagna (come ad esempio imaggenghi).

Può avere forme economico-organizzative diverse in base all'organizzazione amministrativa (privata, cooperativa, pubblica di tipo comunale, provinciale o statale, ecc.) e al sistema di conduzione (affitto, conduzione da parte di privati, cooperative, ecc.). Può distinguersi anche in base al tipo di bestiame ospitato: alpeggio perbovini (il più comune), perovini,caprini,equini o per bestiame misto (compresi isuini e gli animali da cortile). Di solito i pascolialpini eprealpini sono sfruttati prevalentemente da bovini (85% nel primo caso e circa 95% nel secondo) mentre quelliappenninici sono sfruttati esclusivamente dagli ovini. Per quel che riguarda le necessità animali, per l'intera durata dell'alpeggio occorrono 1,5-2 ettari per ogni bovino mentre un solo ettaro riesce a nutrire dai 4 ai 6 ovini.

Quando ben fatto porta notevoli vantaggi agli animali da un punto di vista alimentare (maggiorevalore nutritivo che si riflette sia sulla salute che sulla qualità dei prodotti zootecnici), da quello dell'attività fisica (sviluppo della muscolatura, aumento dell'attività circolatoria, respiratoria e della capacità polmonare dovuta alla rarefazione dell'aria e al maggiore sforzo fisico) e da fattori ambientali (qualità dell'aria respirata e aumento delle radiazioni attive con benefici influssi su cute, pelo, attività ghiandolare e metabolismo).

Diffusione passata e attuale

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Alpeggio innevato sopra Tinazzo, pressoBosco Chiesanuova nelParco naturale regionale della Lessinia nel 2013

Una ricerca archeologica di ANISA (Associazione per la ricerca alpina, arte rupestre e insediamenti nelle Alpi)[1] ha constatato tracce di agricoltura alpina (pascoli) dell'età del bronzo, dal 1700 al 900 a.C., attorno al monteDachstein (Austria), in particolare tramite un certo numero di datazioni al radiocarbonio e AMS. Tali alpeggi, dal tipico microclima, furono stabiliti su antichi prati, con fossati, al di sopra del limite del bosco, tra 1500 e 2100 m. Alcuni dei resti di capanne sono ancora riconoscibili dai cerchi di pietra attorno ai pali che servivano da fondamenta. Di tale periodo finora sono stati individuati 28 pascoli alpini, i quali servivano a fornire cibo per la manodopera impegnata nelle miniere di sale attorno aHallstatt. Senza il supporto dell'agricoltura alpina non sarebbe stata possibile l'estrazione mineraria, dall'era preistorica fino all'età del bronzo, in tutta la zona alpina.

Il 22 giugno del 999 d.C. l'Arcivescovo di Milano Arnulfo cede a Lanfredo abate della badia di S. Graciniano di Arona quattro «alpicelle», vocabolo da intendersi alpeggi per il pascolo estivo, che comprendevano la testata della valle ai piedi delmonte Rosa territorio sul quale poi sorseMacugnaga oggi importante centro turistico (pergamena conservata presso l'Archivio di Stato di Torino)[2].

In particolare, nelleAlpi Orobie nord-est — segnatamente nei Comuni diTeglio (SO),Corteno (BS) eSantìcolo (BS), ai quali si riferisce un approfondito studio recente dal titoloLe malghe ritrovate — l'attività estiva dell'alpeggio era assai diffusa già centinaia di anni fa. Ne fa fede un documento-sentenza del 1533, dal titoloTransazione 1533, che cerca di mettere ordine nelle feroci dispute sui pascoli di tali Comuni confinanti.

La pratica dell'alpeggio ha nei secoli passati influenzato profondamente lageografia amministrativa di varie aree montuose; ad esempio l'altaValsessera è tuttora divisa tra i territori comunali dei centri delBiellese centrale i cui allevatori tradizionalmente sfruttano gli alpeggi della valle.[3] La pratica dell'alpeggio vive tuttora, in particolar modo nelle aree delTrentino-Alto Adige e dellaValle d'Aosta. Le malghe presenti sull'Altopiano dei Sette Comuni sono oltre 100 (87 nelle soleUnione montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni,unione montana Marosticense eunione montana Astico[4]) e costituiscono per estensione e per numero il più importante sistema d'alpeggio dell'intero arco alpino.[5]

Nella "piccola" valle delPrimiero fino all'inizio delsecondo dopoguerra c'erano ben 70 malghe che producevano il rinomatobotìro di malga (burro di malga), che veniva esportato a dorso di mulo fino aVenezia.[6] InCadore gli alpeggi sono di proprietàregoliera.

Un grande esempio della risalita a tappe delle montagne è costituita dalMonte Baldo, in particolare la zona dei comuni diBrenzone eSan Zeno di Montagna. Qui il bestiame (vacche e vitelli) viene fatto risalire dopo aver pascolato nell'oliveto (ovviamente dopo la raccolta del frutto) della riviera gardesana lungo le valli che portano al Baldo, passando prima dai casolari di bassa quota (chiamati in genere "cà"), alle baite nelle valli (800-900 m), alle malghe basse (1000-1400 m) alle maghe alte (1400 -2000 m), nelle quali viene posta la maggior parte del bestiame, e infine alle baite d'alta quota (oltre i 2000 m) poste su piccoli prati.

Tipo di alpeggio

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Mandria alpascolo in altura

In genere nel periodo della monticazione avviene il passaggio del bestiame in diverse strutture d'alta quota.

  • dalla partenza in valle si sale fino ai "casolari", ovvero delle stalle con poco pascolo poste dai 700 ai 1000 metri, anche sotto negli altopiani
  • dai casolari avviene la salita nelle "malghe di bassa quota", poste tra i 900 e i 1300 metri con un pascolo sufficiente a contenere tutta la mandria.
  • ora, gli esemplari giovani e adulti, vengono fatti salire ancora fino alle malghe di alta quota (1400-1900 m) e alle baite (in genere oltre i 1900-2000 metri)
  • durante l'alpeggio gli animali sono suddivisi tra le malghe di bassa quota, quelle di alta quota, e le baite. Ogni montagna adibita all'alpeggio, in genere conserva queste tappe di risalita, dai prati dei casolari, alle radure delle malghe e al pascolo alpino delle baite.

Oltre gli alpeggi si trovano in genere le rupi alpestri dove troviamo le capre. L'effetto positivo del pascolo si esplicita nel fatto che le deiezioni bovine (letame o liquami) possono fornire inoltre molti macro e microelementi per la coltivazione dei terreni agricoli,in primis azoto, utile per la crescita delle piante.

L'alpeggio rappresenta una pratica vantaggiosa per molti aspetti:in primis per l'animale, in quanto esso stesso sottoposto ad attività fisica, migliora il suo sistema circolatorio e respiratorio e incrementa anche lo sviluppo della muscolatura. Queste condizioni, conseguentemente, permettono un ampio valore nutritivo che ottimizza la qualità dei prodotti zootecnici.

Impatti ambientali

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Lo stesso argomento in dettaglio:Biodiversità nelle regioni d'estivazione.

LaDirettiva Habitat riconosce come habitat minacciati di scomparire per l'abbandono delle pratiche di allevamento tradizionali diversi tipi di praterie (62-64-65)[7], in particolare 6210Formazioni erbose secche seminaturali habitat prioritario minacciato[8], 6510Praterie magre da fieno a bassa altitudine[9] e 6520Praterie montane da fieno[10].

Note

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  1. ^(DE) Franz Mandl,Almen und Salz, Hallstatts bronzezeitliche Dachsteinalmen (Zwischenbericht) (PDF), Haus i. E., 1º febbraio 2007.
  2. ^https://www.casadellaresistenza.it/sites/default/files/documenti_pagina/11_Alpi.pdf
  3. ^L'Alta Valsessera, sudocbi.it.URL consultato il 1º ottobre 2012(archiviato dall'url originale il 6 agosto 2012).
  4. ^La via delle malghe, sureggenza7comuni.it.URL consultato il 21 luglio 2010(archiviato dall'url originale il 3 agosto 2008).
  5. ^Corriere della Sera:La Montagna celebrata e dimenticata da Tutti, suarchiviostorico.corriere.it.URL consultato il 23 luglio 2010(archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2014).
  6. ^ Andrea Tibaldi,Formaggio Botiro di Primiero di Malga presidio slow food, sucibo360.it.URL consultato il 26 luglio 2022.
  7. ^http://www.pianetapsr.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2258
  8. ^http://vnr.unipg.it/habitat/cerca.do?formato=stampa&idSegnalazione=5
  9. ^http://vnr.unipg.it/habitat/cerca.do?formato=stampa&idSegnalazione=113
  10. ^http://vnr.unipg.it/habitat/cerca.do?formato=stampa&idSegnalazione=114

Voci correlate

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