| Alleanza Nazionale | |
|---|---|
| Leader | Gianfranco Fini |
| Presidente |
|
| Stato | |
| Sede | Via della Scrofa, 39 00186Roma |
| Abbreviazione | AN-MSI(1994-1995) AN(1995-2009) |
| Fondazione | 22 gennaio 1994 (lista) 27 gennaio 1995 (partito) |
| Derivato da | Movimento Sociale Italiano |
| Dissoluzione | 29 marzo 2009 |
| Confluito in | Il Popolo della Libertà |
| Ideologia | Conservatorismo[1] Conservatorismo nazionale[2][3] Conservatorismo liberale[1] Post-fascismo[4][5][6][7] |
| Collocazione | Destra[8][9] |
| Coalizione |
|
| Partito europeo | Alleanza per l'Europa delle Nazioni |
| Gruppo parl. europeo | Unione per l'Europa delle Nazioni |
| Seggi massimiCamera | |
| Seggi massimiSenato | |
| Seggi massimiEuroparlamento | |
| Testata | Secolo d'Italia |
| Organizzazione giovanile | Azione Giovani (1996-2009) |
| Iscritti | 250 000 (2004) |
| Sito web | www.alleanzanazionale.it |
| Modifica dati su Wikidata ·Manuale | |
Alleanza Nazionale (AN) è stato unpartito politicoitaliano didestra.
La forza politica fu organizzata nel gennaio 1994, inizialmente come formazione elettorale composta dalMovimento Sociale Italiano - Destra Nazionale e da altre personalità e associazioni minori d'area, in particolare,liberali,democristiani econservatori comeDomenico Fisichella,Luigi Ramponi,Giuseppe Basini,Publio Fiori,Gaetano Rebecchini eGustavo Selva. Nel primo congresso nazionale del gennaio 1995, con la cosiddettasvolta di Fiuggi, scioltosi il MSI-DN, AN si è riconosciuto sulle posizioni della destra classica occidentale di stampo conservatore.
Il partito, pur mantenendo legami storico-culturali con la tradizione del MSI-DN, ha mostrato sempre più una tendenzanazional-conservatrice, con qualche apertura alconservatorismo liberale, riconoscendosi nella leadership diGianfranco Fini, promotore della svolta e leader del partito dalla sua fondazione fino al suo scioglimento, che è avvenuto nel marzo 2009 per entrare a far parte delPopolo della Libertà. A livello europeo ha aderito all'Alleanza per l'Europa delle Nazioni ed al gruppo parlamentare dell'Unione per l'Europa delle Nazioni. Il suo organo ufficiale era ilSecolo d'Italia.
Nel congresso di scioglimento svoltosi nel 2009 il patrimonio culturale e immobiliare fu affidato a unafondazione di diritto privato, costituitasi nel 2011. La sua tradizione politica è stata raccolta daFratelli d'Italia, partito nato nel 2012 da una scissione del Popolo della Libertà.[10]
Nella lunga storia delMovimento Sociale Italiano vi sono stati più momenti in cui il partito ha dato eco anche ad istanze moderate.
Nel febbraio del 1972 il segretario Giorgio Almirante riuscì a formare un'alleanza colPartito Democratico Italiano di Unità Monarchica, una delle maggiori formazioni monarchiche italiane, da cui derivò anche un mutamento di denominazione delpartito, da allora chiamatoMovimento Sociale Italiano - Destra Nazionale. In quegli anni, il MSI-DN fece appassionate campagne, come in occasione delreferendum sul divorzio, sposando quasi appieno le posizioni dellaChiesa cattolica, con l'evidente intento di sottrarre elettorato allaDC.
Nel gennaio 1975 fu creata da Almirante laCostituente di destra per la libertà, cui aderirono in funzioneanticomunista personalità antifasciste, come l'ex deputato DCEnzo Giacchero, che fu il presidente (era stato comandante partigiano[11]) e l'ex parlamentare DCAgostino Greggi, che ne fu segretario.
Nel 1976 nel MSI nacque una componente, che dal 1977 divenne un partito, dettaDemocrazia Nazionale - Costituente di Destra, in cui vi fu una completa fuoriuscita ideologica e programmatica dal fascismo; non ci fu ripudio, ma lo si ritenne una esperienza ormai conclusa ed affidata alla storia. Si sciolse nel 1979 ma successivamente verrà considerato un precursore proprio diAlleanza Nazionale[12].
Oltre un decennio dopo, sulIl Tempo del 19 settembre 1992 il politologo della destra cattolicaDomenico Fisichella lancia un'idea: «se iprogressisti lavorano per unaAlleanza Democratica, sul versante opposto tutti quelli che ne hanno abbastanza delle gioie del progressismo debbono cominciare a lavorare per una Alleanza Nazionale» dove «ci potranno essere liberali, repubblicani, cattolici»[13].

A fine aprile 1993, un articolo sulSecolo d'Italia a firma diFrancesco Storace, allora portavoce del segretario del MSI Gianfranco Fini, rilancia l'idea di una nuovaalleanza nazionale che associasse i missini con altri personaggi o schieramenti di idee conservatrici, come la destra democristiana[14].
Dal 24 aprile 1993 la costruzione di Alleanza Nazionale sembra avviata dal Movimento Sociale Italiano[15]; l'idea nell'immediato viene bocciata[16], ma già a Belluno in giugno si tiene un primo test elettorale[17][18] e poi se ne discuterà per tutta l'estate del 1993[19].
In questa fase Fini presenta AN come «una strategia. Non è un partito nuovo, ma è una politica: chiamare a raccolta tutte quelle categorie, quei ceti economici, quegli spazi della società che oggi sono liberi perché non hanno più dei referenti».Lo stesso Fini si candida a sindaco di Roma: «Presentiamo liste aperte, cioè non solo missine, in molte città, da Cosenza a Pescara a Palermo. ( [...] ) Siamo una forza superiore al 10% nel Centro Sud. Se i dati ci daranno ragione» si potrà così arrivare a «edificare un quarto polo nazionale» (dopo quelli di sinistra, centro e Lega Nord).[20][21]
Secondo ilCorriere della Sera, già in questa fase di AN «fanno parte alcuni intellettuali come il politologo Domenico Fisichella, editorialista deIl Tempo, giornalisti comeAdolfo Urso dell'Italia Settimanale, liberi professionisti comeGaetano Rebecchini, uno dei sette membri dellaConsulta Vaticana. E poi il giudiceAlibrandi, il principeRuspoli (che smentirà, ndr[22]), l'ex comandante dellaGuardia di FinanzaRamponi»[23].
Dopo non essere stato toccato dallo scandalo diTangentopoli, MSI-DN riscuote un ottimo successo alleelezioni amministrative del novembre 1993. AChieti,Benevento eLatina vengono eletti sindaci i candidati del MSI, ma il successo è riscontrato soprattutto aRoma eNapoli: nella capitale il segretarioGianfranco Fini ottiene il 35,5% e a NapoliAlessandra Mussolini il 31,1% ed entrambi accedono al ballottaggio[24][25].
Il 23 novembre 1993 aCasalecchio di Reno l'imprenditoreSilvio Berlusconi inaugurava unsupermercato e, alla domanda di un cronista per chi avrebbe votato a Roma tra Rutelli e Fini, a sorpresa rispose: «Certamente Gianfranco Fini». Al ballottaggio a Roma, forse anche grazie alla frase di Berlusconi, Fini raggiunse il 47%[26].
Il 26 novembre viene meglio presentato ufficialmente il progetto di AN e nascono i primi circoli sul territorio[27][28], ma solo l'11 dicembre successivo il Comitato Centrale missino approverà ufficialmente la prospettiva di dar vita al cartello denominato "Alleanza Nazionale"[29][30][31] con l'astensione di dieci dirigenti vicini aPino Rauti[32].
La sede di AN trova spazio in tre stanze di un appartamento vicino alPantheon, affittate a un prezzo di favore dal principeLillio Sforza Ruspoli[33].

Il 22 gennaio 1994 si apre l'assemblea costituente di AN[34][35] e il 28 viene presentato il nuovo simbolo al XVII Congresso nazionale dell'MSI[36], disegnato dal pubblicitario Massimo Arlechino[37].
Alleanza Nazionale debutta elettoralmente in occasione delleelezioni politiche del 1994: nei collegi uninominali del centro-sud, il partito stringe un'alleanza conForza Italia diSilvio Berlusconi, dando luogo al cosiddettoPolo del Buon Governo; al centro-nord, invece, presenta candidati alternativi a quelli delPolo delle Libertà, coalizione formata da Forza Italia eLega Nord[38]. Nella quota proporzionale della Camera, AN raggiunge uno storico 13,4% dei voti e diviene forza di governo: per la prima volta, esponenti delMovimento Sociale Italiano entrano a far parte di un esecutivo.
I ministri delgoverno Berlusconi I espressi dal partito sono cinque: per il MSIGiuseppe Tatarella in qualità diVicepresidente del Consiglio eMinistro delle poste e delle telecomunicazioni,Altero Matteoli all'ambiente edAdriana Poli Bortone all'agricoltura; per ANPublio Fiori alMinistero dei trasporti e della navigazione eDomenico Fisichella alMinistero per i Beni e le Attività Culturali. Di estrema rilevanza fu il ruolo di Tatarella di mediazione come Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, tant'è che si autodefinìministro dell'Armonia[39][40][41][42][43], e con tale appellativo continua ad essere ricordato tuttora[44].
La coalizione di governo, formata da AN,Forza Italia,Centro Cristiano Democratico,Unione di Centro eLega Nord, collassa dopo solo otto mesi, a causa dell'uscita del partito di Umberto Bossi.
Con la creazione delGoverno tecnico di Lamberto Dini appoggiato dalPDS diAchille Occhetto, dalPPI diRocco Buttiglione e dalla stessaLega Nord di Bossi, si consuma ilribaltone ed AN passa all'opposizione.
Il 22 ottobre 1994 si celebra l'ultimo comitato centrale delMovimento Sociale Italiano, nel quale viene decisa la confluenza in AN. Molto critici sonoPino Rauti eTeodoro Buontempo; critico ma rispettante la linea di Fini èMirko Tremaglia, la cui proposta di chiamare il nuovo soggetto politico Alleanza Nazionale-MSI viene però cassata[45].
Gianfranco Fini afferma che nel nuovo partito non saranno accettati antisemiti[46][47].

Il 27 gennaio 1995, aFiuggi, si svolse l'ultimo congresso del MSI-DN (organizzato dal segretario generale Marco Zacchera) che si aprì con la relazione di Gianfranco Fini che propose lo scioglimento del partito per confluire nel nuovo movimento politico Alleanza Nazionale. Dopo il dibattito, il giorno successivo la decisione fu votata a larghissima maggioranza e il giorno 29 gennaio il congresso continuò come primo congresso di AN cui parteciparono ufficialmente anche iCircoli di Alleanza nazionale il cui coordinatore eraAdolfo Urso. Il congresso elesse Fini primo presidente del nuovo partito, il quale affermò che «oggi finisce in Italia il lunghissimo dopoguerra».[48]
Si consacrò lì la cosiddetta "svolta governista" al partito, allargandolo a cattolici moderati e conservatori, e spingendolo verso ilcentro-destraconservatore eliberale.
Il nomeAlleanza Nazionale non è casuale: fu scelto per definire il partito o coalizione che avrebbe dovuto contrapporsi all'analogaAlleanza Democratica, partito o coalizione che si sarebbe formato a sinistra (in previsione di un sistema a soli due partiti di cui tanto si parlava allora) e che appariva incontrastabile senza un'alleanza nazionale. AD nelle intenzioni dei suoi fondatori avrebbe dovuto rappresentare il contenitore di tutta la coalizione di sinistra, anche se poi questa intenzione naufragò a causa delle divergenze e la coalizione di sinistra finì per chiamarsiAlleanza dei Progressisti nella quale AD finì per confluire, seppur sopravvivendogli ancora per qualche anno.
Domenico Fisichella, al tempo professore ordinario discienza politica all'Università di RomaLa Sapienza, nel 1992, in un articolo apparso suIl Tempo, aveva suggerito al MSI di farsi promotore di una "alleanza nazionale" per uscire dallo stato di ghettizzazione politica in cui versava. Fini, ispirandosi a questa tesi, chiese aGennaro Malgieri, giovane direttore delSecolo d'Italia, di stendere le tesi di un congresso rifondativo. Tra i passaggi più importanti:
Queste posizioni - soprattutto quella sottesa alla seconda delle affermazioni citate - causano la scissione della componente guidata daPino Rauti, suo rivale storico all'interno del MSI-DN e da sempre animatore dell'ala sinistra, il quale decide di abbandonare[49] e di fondare il nuovoMovimento Sociale Fiamma Tricolore.
Nel febbraio 1995 i gruppi parlamentari di Camera e Senato cambiarono nome daAlleanza nazionale - MSI aAlleanza Nazionale[51][52].
La fuoriuscita di Rauti comunque non provocò perdite di consensi, anzi vide AN incrementare alleelezioni regionali del 1995, riuscendo anche a far eleggere un proprio esponente,Antonio Rastrelli, alla guida della regioneCampania e nel 1996Nicola Cristaldi alla presidenza dell'Assemblea regionale siciliana.
È nelle regionali che AN, nella nuova ottica bipolare della politica italiana, partecipa alla costituzione della coalizione dicentro-destra insieme aForza Italia,CCD eCDU, mentre laLega decide di correre da sola, formando ilPolo per le Libertà, col quale ottiene per la prima volta importanti successi anche nelle regionisettentrionali.
Alleelezioni politiche del 1996 si registra la vittoria della nuova coalizione dicentro-sinistra, denominataL'Ulivo e guidata daRomano Prodi.
AN, comunque, si compiace per gli ottimi risultati raggiunti: è il terzo partito italiano, dopo ilPartito Democratico della Sinistra e Forza Italia, con quasi 6 milioni di voti e il 15,7%, raggiungendo il suo massimo storico. Due mesi dopo, alleelezioni regionali in Sicilia, AN diviene il secondo partito dell'isola, eleggendo 14 deputati regionali su 90, ottenendo la presidenza dell'Assemblea regionale siciliana e tre assessori su 12.
Nell'estate del 1996 nasce ufficialmenteAzione Giovani, il movimento giovanile del partito. Viene eletto presidente il sicilianoBasilio Catanoso, espressione della maggioranzatatarelliana, che vince di misura sul candidatoalemannianoAlberto Arrighi[53].
Nel settembre del 1996 Gianfranco Fini sceglie di affiancare aMaurizio Gasparri, coordinatore del partito, altri due coordinatori:Publio Fiori eDomenico Fisichella. Così ai vertici di AN sono rappresentate le tre anime di AN: quella missina, quella cattolica e quella laica-liberale[54]. Gasparri rimane coordinatore dell'esecutivo del partito, Fiori diventa coordinatore per le politiche sociali e Fisichella coordinatore per le politiche istituzionali[55].
In quanto partito d'opposizione, AN ottiene la presidenza dellaCommissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi: viene elettoFrancesco Storace[56].
Dopo l'insuccesso delleelezioni amministrative del 1997 in dicembre Fini revoca i due coordinatori del partito Gasparri e Fiori e nomina due nuovi coordinatori:Alfredo Mantovano per il sud eManlio Contento per il nord[57][58].
Alla fine del 1997 Fini, durante la trasmissione televisivaMoby Dick, prende le distanze dal ventennio e da tutti i totalitarismi, condannando anche laRepubblica di Salò[59]. Nel partito tutti concordano col proprio presidente; uniche voci contrariate sonoMirko Tremaglia eTeodoro Buontempo[60].
Nel corso dellaXIII Legislatura si verificano alcuni episodi di dissenso con Forza Italia, in particolare quando nel 1998 Berlusconi decide di far fallire la commissione bicamerale presieduta da D'Alema, appoggiata invece da AN.
Intanto i governi dell'Ulivo si susseguono: dopo la caduta delGoverno Prodi I nell'ottobre 1998, diventa presidente del ConsiglioMassimo D'Alema, il primo ex comunista alla guida di un governo italiano, episodio che viene visto da AN in maniera negativa. In questo contesto, alleelezioni provinciali di Roma di dicembre, ilPolo per le Libertà vince candidando l'esponente di ANSilvano Moffa, uomo delladestra sociale ed exrautiano, una vittoria che fa comprendere al partito di poter puntare anche sull'elettorato centrista, nonspaventato da un candidato di destra[61].
Due mesi dopo, l'8 febbraio 1999 muoreGiuseppe Tatarella[62], fedelissimo di Fini, uomo chiave delle dinamiche interne al partito e capogruppo alla Camera; nuovo presidente del gruppo parlamentare viene elettoGustavo Selva[63].
Per dare una risposta ai giochi dei piccoli gruppi, capaci di determinare le coalizioni di governo e che hanno portato alla creazione delGoverno D'Alema I, ed al fine di proteggere ilbipolarismo, AN si fa promotrice insieme aMario Segni delReferendum abrogativo del 1999 volto ad abolire la quota proporzionale del sistema elettorale dettoMattarellum, considerata la causa della proliferazione dei piccoli partiti. Il referendum però non raggiunse il quorum per un soffio.
Alleelezioni europee del 1999 AN decide di sperimentare un nuovo progetto elettorale, l'Elefantino: in una stagione caratterizzata oramai da un'aperta competizione conForza Italia, per allargare l'area del centro-destra e ottenere un definitivo sdoganamento, AN presenta una lista unitaria insieme alPatto Segni, il movimento politico diMario Segni epigono dellaDemocrazia Cristiana, con un simbolo elettorale costituito nella parte inferiore dal simbolo di AN e nella parte superiore dalla scrittaPatto Segni con un elefante, a volere richiamare ilPartito Repubblicano americano. Tra i candidati nelle liste anche l'exradicaleMarco Taradash[64]. Fortemente scettico nei confronti dell'alleanza elettorale dell'Elefantino si dimostra all'interno del partitoMirko Tremaglia.[65]
L'alleanza, però, racimola un insuccesso, facendo cadere la forza elettorale complessiva al 10,3% con appena 3 milioni di voti ed eleggendo soltanto 9parlamentari europei[66]. Gli eletti aderiscono al gruppoUnione per l'Europa delle Nazioni.
Dopo la sconfitta Fini dà le dimissioni; tuttavia, in seguito alle numerose manifestazioni di solidarietà in suo favore, le ritira, a patto che il partito si impegni in una raccolta di firme per riproporre lo stesso referendum che in aprile era fallito per poco.[67] In seguito ammetterà che presentarel'Elefantino fu un errore[68].
In occasione delleelezioni regionali del 2000, i partiti del Polo per le Libertà stringono un accordo con laLega Nord e formano una nuova coalizione di centro-destra, laCasa delle Libertà[69].
La CdL vince in otto regioni su quindici, e soprattutto nelle più importanti. Il partito di Fini recupera consensi e si attesta su un 13% complessivo, conquistando la presidenza di due regioni italiane: la regione Abruzzo conGiovanni Pace, e la regioneLazio, storica roccaforte di AN, che va all'esponente delladestra socialeFrancesco Storace[70].
IlGoverno D'Alema II si dimette a seguito del proprio insuccesso elettorale, mentre i partiti del centrodestra, forti della vittoria, si ricompattano superando le precedenti ostilità e si organizzano in vista della campagna elettorale del 2001, accusando i governi dell'Ulivo di aver fallito nel campo della politica economica e sociale.
E nonostante il fallimento deireferendum abrogativi del 2000, tra cui quello per l'abolizione della quota proporzionale fortemente voluto da Fini l'anno prima[71] ma ora osteggiato da Forza Italia[72], ciò non viene vissuto dal partito come una sconfitta, e si conferma l'alleanza con Berlusconi[73].
Alleelezioni politiche del 13 maggio 2001 laCasa delle Libertà, formata daForza Italia, AN,Centro Cristiano Democratico eCristiani Democratici Uniti (poi confluiti nell'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro),Lega Nord,Partito Repubblicano Italiano eNuovo PSI e capeggiata daSilvio Berlusconi vince sull'Ulivo diFrancesco Rutelli.
AN ritorna al governo dopo sette anni, ma stavolta in maniera più stabile e duratura: AN si attesta come quarto partito nazionale ed il secondo partito dellaCasa delle Libertà, che si appresta a governare l'Italia per i successivi cinque anni.
Del nuovo governo entrano a far parte vari esponenti di AN: il presidente del partitoGianfranco Fini comeVicepresidente del Consiglio;Altero Matteoli comeMinistro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare;Maurizio Gasparri comeMinistro delle comunicazioni;Gianni Alemanno comeMinistro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali;Mirko Tremaglia come Ministro per gli Italiani nel mondo. AN ottiene anche tre viceministri:Adolfo Urso alleAttività produttive;Mario Baldassarri all'Economia e finanze;Ugo Martinat alleInfrastrutture e trasporti.
Alla fine del 2001 il parlamento approva laLegge 27 dicembre 2001, n. 459, "Norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero", dettaLegge Tremaglia dal nome del ministro di AN, che consente gli italiani all'estero di partecipare all'elezione del Parlamento, nel quale saranno rappresentati da dodici deputati e sei senatori[74].
Dal 4 al 7 aprile 2002 viene celebrato il secondo congresso di AN:Vince la Patria, nasce l'Europa. Come sede del congresso viene sceltaBologna, città natale di Gianfranco Fini che dal 1999, per la prima volta nella sua storia, è amministrata dal centrodestra diGiorgio Guazzaloca. Gianfranco Fini viene visto ormai come un leader di caratura europea, moderato e riformista, e viene acclamato presidente dal partito. Fini afferma cheAlleanza nazionale non deve più misurarsi con il suo passato ma deve fare i conti con il futuro, deve governare, ma definisce il partito unico del centrodestra una prospettiva attualmente non realistica[75].Fiamma tricolore e Msi restano nel simbolo e dopo il congresso AN si dimostra come una forza di destra moderata con una forte identità[76]. Sul tema dell'immigrazione, allora in fase di studio da parte dei partiti della maggioranza, Fini afferma che il governo sta proponendo una leggegiusta esevera, che lega l'immigrazione al lavoro.
Nel corso dell'azione di governo, infatti, AN si contraddistingue nell'elaborazione di una nuova legge, correlata al mondo del lavoro, per combattere e controllare l'immigrazione clandestina: nel luglio 2002 sarà così approvata laLegge 30 luglio 2002, n. 189, "Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo", dettaLegge Bossi-Fini, che regolamenta le politiche sull'immigrazione e prevede che l'espulsione, emessa in via amministrativa dal Prefetto della Provincia dove viene rintracciato lo straniero clandestino, sia immediatamente eseguita con l'accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. La legge prevede il rilascio del permesso di soggiorno alle persone che dimostrino di avere un lavoro per il loro mantenimento economico ed ammette i respingimenti al Paese di origine in acque extraterritoriali, in base ad accordi bilaterali fra Italia e Paesi limitrofi, che impegnano le polizie dei rispettivi Paesi a cooperare per la prevenzione dell'immigrazione clandestina.
Sul piano economico AN spinge per una maggiore collegialità nelle scelte del governo, trovandosi alle prese col fatto cheGiulio Tremonti (esponente di Forza Italia), disponendo delministero del Tesoro, si ritrova in pratica ad avere l'ultima parola su ogni decisione. La richiesta costante di una "cabina di regia" in materia economica porterà nel 2004 alle dimissioni di Tremonti, sostituito nell'occasione daDomenico Siniscalco.
Nel giugno del 2002 AN partecipa insieme alRassemblement pour la France diCharles Pasqua ed aiRepubblicani irlandesi alla nascita dell'Alleanza per l'Europa delle Nazioni,partito politico europeonazional-conservatore che può contare nelParlamento europeo su circa 30 parlamentari che risiedono nel gruppoUnione per l'Europa delle Nazioni[77].
Nell'estate del 2003 viene nominato come coordinatore del partitoIgnazio La Russa[78].
Nel novembre 2003Gianfranco Fini fa visita allo Yad Vashem, il museo dell'Olocausto diGerusalemme. È la prima volta di Fini inIsraele, un viaggio atteso da dieci anni da quando aveva fondato AN per abbandonare l'eredità fascista e passare al partito di governo, moderato e democratico. Fini ha denunciato gli errori delfascismo e la tragedia dell'Olocausto, definendo le leggi razziali promosse dal regime fascista come «male assoluto delXX secolo». Molti organi mediatici hanno riportato la dichiarazione estendendo il concetto dimale assoluto allo stesso Fascismo.[79]. Il vicepremier afferma inoltre di aver cambiato idea anche suBenito Mussolini: «Il popolo italiano si assume la responsabilità per quanto accaduto dal 1938, quando sono state adottate le leggi razziali. Non c'è condanna senza assunzione di responsabilità"»[80].
Secondo il sondaggistaRenato Mannheimer gli elettori di AN a grande maggioranza si schierano con Fini: le sue esternazioni sono considerateopportune da più del 70% dei votanti attuali per il partito e da una quota ancora maggiore addirittura, il 77%, dell'elettorato potenziale. Inoltre la maggioranza dell'elettorato nel suo insieme e, in misura ancora più elevata, di quello di AN, pensa che le dichiarazioni del presidente di AN costituiscano una svolta per il partito e per la politica italiana[81].
Queste posizioni spingono tuttavia la deputataAlessandra Mussolini, nipote del dittatorefascistaBenito, in AN dalla fondazione, a dimettersi dal partito,[82] fondando un nuovo partito:Libertà di Azione (poi diventatoAzione Sociale).
Il partito è sempre stato molto sensibile al ricordo deiMassacri delle foibe e dell'Esodo istriano, e così s'impegna nell'approvazione dellaLegge 30 marzo 2004, n. 92, "Istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati", detta ancheLegge Menia dal primo firmatarioRoberto Menia, che istituisce ilGiorno del ricordo del 10 febbraio[83].
A giugno 2004 si svolgono leelezioni europee: AN, con circa 3.750.000 voti, si attesta sul risultato dell'11,5% ed elegge 9 parlamentari europei, che aderiscono al gruppo parlamentareUnione per l'Europa delle Nazioni.
Nel settembre 2004 Fini decide di tornare ad occuparsi direttamente del partito ed abolisce la figura delcoordinatore; chi aveva quella carica fino a quel momento,Ignazio La Russa, tornò a svolgere le mansioni di capogruppo alla Camera[84].
A seguito della designazione diFranco Frattini aCommissario europeo da parte del governo italiano, il Presidente di ANGianfranco Fini viene nominato nuovoMinistro degli Esteri[85]. Il 19 novembre 2004, dopo la nomina di Fini a Ministro degli esteri, vengono così nominati tre nuovi vicepresidenti del partito per rafforzare AN:Ignazio La Russa,Altero Matteoli eGianni Alemanno[86].
Alleelezioni regionali del 2005 laCasa delle Libertà subisce un insuccesso clamoroso: su 14 regioni vince soltanto in 2, perdendo Piemonte, Liguria, Abruzzo, Puglia, Lazio e Calabria. Nessuno dei candidati governatori esponenti di AN,Pietro Laffranco in Umbria,Francesco Storace nel Lazio,Italo Bocchino in Campania eGiovanni Pace in Abruzzo, viene eletto.
Alleanza Nazionale come partito, pur nel calo generale dellaCdL, si mantiene sostanzialmente stabile sulle sue più recenti affermazioni elettorali, nonostante la creazione diAlternativa Sociale, coalizione elettorale formata da vari partiti diestrema destra ad opera diAlessandra Mussolini.
IlGoverno Berlusconi II entrò in crisi: AN chiede il rilancio dell'esecutivo, minacciando, qualche giorno dopo l'Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro, di ritirare i suoi ministri dal governo. Berlusconi è costretto a dimettersi e a costituire un nuovo governo il 23 aprile 2005, ilGoverno Berlusconi III, che ritrova l'unità della coalizione puntando ad avviare una serie di politiche per ilMezzogiorno.
Gianfranco Fini oltre alla vicepresidenza del consiglio assume il dicastero degli Esteri, Altero Matteoli, Gianni Alemanno e Mirko Tremaglia rimangono al loro posto;Mario Landolfi prende il posto di Gasparri alle Comunicazioni[87];Francesco Storace, che ha perduto la presidenza della RegioneLazio per pochi punti percentuali, divieneministro della Salute al posto diGirolamo Sirchia.
Un motivo di dibattito all'interno del partito è provocato dai referendum sullaprocreazione medicalmente assistita, che si tengono il 12 e 13 giugno 2005: si tratta di quattro quesiti promossi daiRadicali e da alcuni partiti dellasinistra italiana, che chiedono l'abrogazione di quelle parti dellaLegge n. 40 del 19 febbraio 2004,Norme in materia di procreazione medicalmente assistita che pongono dei limiti all'impiego degli embrioni per la fecondazione e la ricerca scientifica. LaChiesa cattolica si schierò apertamente contro il referendum, invitando i fedeli all'astensione, posizione che trova disponibilità anche da parte di altri partiti della maggioranza, eccettoForza Italia, che vuole lasciare libertà di coscienza agli elettori.
All'interno di AN le posizioni sono molteplici: Gianni Alemanno, Francesco Storace, Altero Matteoli, Maurizio Gasparri eAzione Giovani sono per l'astensione; Adolfo Urso andrà a votare ma dirà quattro No; tre Sì e un No per Italo Bocchino. Gianfranco Fini, nonostante il suo precedente parere contrario in Parlamento, a sorpresa annuncia di voler votare tre Sì (con un No alla fecondazione eterologa), criticando fortemente l'astensione e così spiazzando gran parte del partito[88].
Le posizioni di Fini sui temi etici provocano malumori nel partito. I rappresentanti delladestra sociale, comeGianni Alemanno, criticano duramente Fini per la sua posizione[89], come molto critici sono i cattolici Fiori, Fisichella e Selva[90].Dopo l'esito fallimentare del referendum, che ottiene soltanto il voto del 25% degli aventi diritto, Alemanno si dimette dalla vicepresidenza di AN e Mantovano esce dall'esecutivo nazionale del partito[91].
La frattura si ricompone all'Assemblea Nazionale del 2 e 3 luglio 2005, dove il partito ritrova l'unità compromessa, approvando un documento, presentato da tutte le correnti, che ribadisce quanto sancito dieci anni prima a Fiuggi circa l'identità nazionale, cattolica, sociale e liberale di AN e che priorità sono la preparazione della campagna elettorale in vista del 2006 ed il superamento del correntismo. Fini ne accoglie le critiche, notando che sarebbe stato un metodo migliore discuterne insieme prima di stabilire la libertà di coscienza nel voto referendario, ed ottiene così il rinnovo della fiducia[92].
Il 15 luglio 2005 il giornale romanoIl Tempo pubblica una conversazione privata, ma ascoltata da un giornalista, di Matteoli, La Russa e Gasparri in un bar. I tre esponenti del partito parlano di Fini come di un problema: La Russa che dà del «malato» a Fini; Matteoli convinto che bisognerebbe «prenderlo a schiaffi»; Gasparri che annuisce[93]. Fini, giudicando irriguardosi quei commenti, chiederà le dimissioni dei tre dal partito e, dopo le loro pubbliche scuse[94], la frattura tra illeader e i colonnelli si ricomporrà col passare del tempo. Fini tuttavia ridisegnerà il partito, mettendo suoi fedelissimi:Andrea Ronchi nuovo portavoce,Roberto Menia iniziative esterne,Giovanni Collino eSilvano Moffa per il programma. Dopo le dimissioni da vicepresidente di La Russa e Matteoli nessuno prenderà il loro posto e il nuovo coordinatore lombardo al posto di La Russa saràCristiana Muscardini[95].
Nel settembre 2005 lascia il partito l'eurodeputato e vicesindaco diCataniaNello Musumeci, esponente dellaDestra Sociale, lamentando la poca democrazia all'interno del partito, e ne forma uno proprio: Alleanza Siciliana[96].
A causa delle posizioni ritenutelaiciste del presidente Fini, dopo aver già minacciato le dimissioni dopo il referendum, il senatorePublio Fiori nel novembre 2005 lascia il partito dopo una lunga militanza in AN, aderendo allaDemocrazia Cristiana diGianfranco Rotondi[97].
Uno degli ultimi atti della maggioranza di centrodestra prima delle elezioni è l'approvazione di notevoli riforme costituzionali nel segno della devoluzione dei poteri dalloStato alleRegioni, ilfederalismo. Ladevolution, cavallo di battaglia dellaLega Nord, viene approvata in via definitiva il 17 novembre 2005 con il voto favorevole di AN come di tutta laCdL.
L'approvazione di questa nuova Costituzione suscita le dimissioni dal partito del senatoreDomenico Fisichella, storico fondatore e padre spirituale diAlleanza Nazionale, contrario alla riforma, il cui federalismo considera contrario alla storia della nazione, contrario alla propria storia familiare e personale. La nozione d'interesse nazionale, voluta da AN, Fisichella la considera inutile, in quanto, essendo le questioni inerenti sottoposte al nuovo Parlamento in seduta comune, trovandosi il nuovo Senato federale con particolari connotazioni localistiche, non sarebbe oggetto di un'efficace e obiettiva valutazione[98][99].
Tra gli ultimi atti compiuti daAlleanza Nazionale al governo vi fu anche il decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 272, poi convertito dallaLegge 21 febbraio 2006, n. 49, detta Legge Fini-Giovanardi, che abolì la distinzione fradroghe pesanti e droghe cosiddetteleggere, e con cui i dirigenti di AN si proponevano di ridurre gli effetti ai loro occhi nefasti delreferendum abrogativo del '93, che aveva ottenuto la delegittimazione dell'uso delle droghe con una percentuale diSì di poco superiore al 50%. Questo decreto accolse i favori degli alleati di AN, mentre dai suoi avversari fu visto come un tentativo estremo di ingraziarsi con un'abile mossa il favore dei propri elettori[100].
In vista delleelezioni politiche del 2006, all'interno dellaCasa delle Libertà viene ventilata l'ipotesi di indire elezioni primarie, comequelle del centrosinistra del 2005. Viene poi viene approvata una nuovalegge elettorale (lalegge Calderoli) che, abolendo i collegi uninominali, sollecita i singoli partiti della coalizione a concorrere col proprio contrassegno e non più sotto l'unica insegna della CDL. Il partito, per dare visibilità a tale decisione, nell'assemblea nazionale del 15 gennaio 2006 delibera che nel simbolo da presentare alle elezioni sia presente il nome di FINI, in colore giallo, al di sotto dell'iscrizioneAlleanza Nazionale[101].
L'idea del nome di Fini nel simbolo funziona, facendo incrementare le percentuali elettorali di AN, ma l'intera coalizione perde le elezioni, per soli 24 000 voti allaCamera dei deputati, e per due seggi alSenato, dove pure era risultata vincitrice in termini elettorali. Il risultato diAlleanza Nazionale riconferma la sua posizione di secondo partito della CdL e di terzo partito più votato in Italia, ottenendo 4,7 milioni di voti (12,3%) alla Camera e 4,2 milioni al Senato (12,4%), portando all'elezione di 71 deputati e 41 senatori.
Nella circoscrizione riservata al voto degli italiani all'estero, il ministro uscenteMirko Tremaglia presenta la listaPer l'Italia nel Mondo che si aggiudica l'elezione di un deputato,Giuseppe Angeli;[102] tra i candidati della lista spiccava il nome della cantanteRita Pavone.[103]
Fra i primi atti della XV legislatura vi è l'approvazione dellaLegge 31 luglio 2006, n. 241 "Concessione di indulto" nell'estate del 2006, con il voto contrario diAlleanza Nazionale, insieme allaLega ed all'Italia dei Valori[104].

L'insuccesso alle elezioni politiche, seppur di lievissime dimensioni, spinge ileader dellaCasa delle Libertà a riorganizzare il centrodestra, che molti vorrebbero trasformare in un partito unitario. Alleanza Nazionale, in questo frangente, è protagonista di una particolarissima fase: in un documento programmatico dell'estate 2006, il presidente Fini sostiene la necessità di condurre il partito verso la "famiglia popolare europea" manifestando la chiara intenzione di aderire alPPE, che raggruppa le forze moderate e conservatrici del continente. Questa decisione riceve una conferma dall'assemblea nazionale del partito, nella quale viene riconosciuta l'esistenza di una parte interna che si oppone nettamente a tale scelta paventando derive neocentriste: essa fa capo aFrancesco Storace eCarmelo Briguglio.
Nel dicembre 2006, in Alleanza Nazionale si forma la fondazioneFareFuturo, unthink-tank che, sul modello delle fondazioni conservatrici americane e in particolare su quella di Aznar inSpagna, intende elaborare una politica conservatrice a carattere liberale nella società civile.
In ogni caso, il leader del PPEWilfried Martens si è mostrato scettico sull'ipotesi di adesione di AN,[105] anche se Fini ha guadagnato molta credibilità, nei confronti dei maggiori leader conservatori europei comeNicolas Sarkozy,David Cameron eJosé María Aznar.
A seguito di queste posizioni, il 3 luglio 2007 il SenatoreFrancesco Storace, eletto nelle liste di AN nel Lazio, decide di lasciare il partito e di fondare un nuovo movimento,La Destra.
Il 27 luglio anche il senatoreGustavo Selva, ex europarlamentareDC che nel 1994 aveva aderito al partito, lascia Alleanza Nazionale per passare aForza Italia, a seguito di un episodio nel quale, invitato ad un dibattito televisivo, per evitare di arrivare in ritardo negli studi diLA7 a causa del traffico, aveva finto di avere un malore per farsi trasportare da un'ambulanza del 118. Si era prima dimesso da senatore, ma poco dopo aveva ritirato le dimissioni. In AN, alcuni esponenti tra cuiGianni Alemanno avevano chiesto di adottare un provvedimento disciplinare contro Selva.
Nel novembre 2007 lascia ancheDaniela Santanchè, che aderisce aLa Destra di Storace[106].
I rapporti conForza Italia, intanto, dopo un periodo di grande compattezza esibita il 2 dicembre 2006 in un'imponente manifestazione contro ilgoverno Prodi[107], a cui però non partecipò l'UDC, si deteriorano improvvisamente nel novembre 2007.
Dopo la fallitaspallata aRomano Prodi, che, pur traballante, aveva superato lo scoglio dellafinanziaria, nonostante le assicurazioni di Berlusconi che aveva preannunciato la caduta del governo di centrosinistra[108], i rapporti tra i leader di FI e di AN diventano molto tesi[109]; inoltreForza Italia aveva risposto con lentezza alle richieste avanzate più volte da Fini di fondare con AN un soggetto unico, come si era verificato a sinistra con la nascita delPartito Democratico.
Il 16 novembre 2007 ilCorriere pubblica una lettera di Fini nella quale fa notare come «anziché tirare le cuoia come assicurato da Berlusconi, Prodi tira a campare»[110].
Il 18 novembre 2007 Fini ancora dalla colonne dela Repubblica afferma: «Io voglio rilanciare l'alleanza, sia ben chiaro. Ma non accetto che mi si diano pagelle. [...] Ognuno di noi, in questo anno e mezzo, ha combattuto la battaglia politica. Con modalità diverse, con la presenza assidua dei senatori in aula, con manifestazioni di piazza». E avvisa: «Adesso basta è arrivato il momento in cui o questo centrodestra è in grado di trovare una soluzione unitaria, di ridarsi una missione, di rioffrire al Paese un progetto, oppure si prende atto che la coalizione non c'è più, e ognuno va per la sua strada. Tertium non datur...»[111]; quello stesso giorno, presso il convegnoIl tempo delle scelte organizzato da AN,Italo Bocchino afferma: «C'è Berlusconi dietro la scissione diStorace daAlleanza Nazionale e c'è Berlusconi dietro il passaggio diDaniela Santanchè alla Destra di Storace, c'è una manina...!». Ovazione in sala e fischi all'ospite diForza ItaliaFabrizio Cicchitto[112].
Il 18 novembre 2007, a sorpresa, Berlusconi decise di creare un suo nuovo partito, ilPartito del Popolo della Libertà, fondato da lui personalmente senza consultare gli alleati[113]. Questo episodio provoca la dura reazione dei vertici di AN. Fini parla di Berlusconi affermando:È alle comiche finali[114].
Conclusa l'esperienza dellaCasa delle Libertà, all'interno del partito nasce l'idea di crearne uno nuovo, senza Berlusconi, aperto ai moderati, che si potrebbe chiamareAlleanza per l'Italia[115].

Il 24 gennaio 2008 ilSenato sfiducia ilGoverno Prodi II. L'inizio delle consultazioni da parte delCapo dello StatoGiorgio Napolitano determinano all'unanimità la richiesta di immediate elezioni anticipate da parte dei quattro leader dell'ex Casa delle Libertà, che si trovano concordi anche nel dare pieno sostegno alla candidatura di Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio. Le consultazioni danno esito negativo e il Capo dello Stato indiceelezioni politiche anticipate.
L'8 febbraio 2008 Gianfranco Fini annuncia la fase costituente di un nuovo soggetto unitario al quale AN intende dar vita insieme aForza Italia e ad altre formazioni minori del centrodestra:Il Popolo della Libertà[116].
Il 16 febbraio 2008 la Direzione Nazionale del partito approva all'unanimità la relazione di Fini nella quale spiegava le ragioni del percorso tracciato verso il Popolo della Libertà in vista delle prossime elezioni politiche[117]; Fini ha anche dichiarato che in autunno AN si scioglierà nel nuovo soggetto, a patto che il partito sia concorde. Lo scioglimento avverrà per gradi, e si deciderà alla fine con un congresso nazionale[118].
Così egli spiega perché, dopo essere rimasto alquanto perplesso circa il modo in cui il PdL era nato nel novembre 2007 (all'indomani della cosiddetta "svolta del predellino"), si è poi convinto a farvi aderire AN:
AncheGianni Alemanno ha auspicato in un'intervista che i valori di AN e di Forza Italia abbiano pari dignità all'interno del nuovo partito.
L'idea di unificare i due partiti ha riscosso un buon successo alleelezioni del 13 e 14 aprile: il Popolo della Libertà ha ottenuto, come partito singolo, il 38% dei voti, che rappresenta più della somma dei voti che AN e Forza Italia ottennero nel 2006. Alleanza Nazionale riesce ad eleggere nelle liste comuni 90 suoi deputati e 48 senatori[120]. Alla vittoria delle politiche si aggiunse anche il successo alleelezioni amministrative diRoma, dove era candidato alla carica di sindaco l'esponente di ANGianni Alemanno, che è stato eletto al ballottaggio col 53,7% dei voti. Fini ha dichiarato che la conquista del Campidoglio rappresenta per la destra una "vittoria storica".
In seguito alla vittoria nelle elezioni politiche, il 7 maggio 2008 AN è tornata al governo con quattro ministri:Altero Matteoli alleInfrastrutture e trasporti,Ignazio La Russa allaDifesa,Andrea Ronchi allePolitiche europee eGiorgia Meloni allePolitiche giovanili.Maurizio Gasparri viene nominato capogruppo del PdL al Senato edItalo Bocchino vice-capogruppo vicario del PdL alla Camera.
Ma soprattutto AN accede per la prima volta ad una delle tre cariche più prestigiose delle Repubblica, ottenendo laPresidente della Camera dei deputati a cui va il Presidente del partitoGianfranco Fini.
Come conseguenza, Fini ha ritenuto opportuno lasciare la presidenza di Alleanza Nazionale a causa del ruolosuper partes che gli viene dal fatto di essere presidente della Camera, pur restando comunque leader del partito. Il suo posto è stato preso daIgnazio La Russa che, in qualità diReggente, traghetterà AN verso la nascita del nuovoPopolo della Libertà. All'assemblea nazionale del partito Fini ha inoltre sottolineato che quello di La Russa sarà un ruolo diprimus inter pares;[121] e tracciando un bilancio del percorso intrapreso da Alleanza Nazionale dallasvolta di Fiuggi fino ai recenti successi del 2008 (verificatesi per un gioco del destino nel ventennale della scomparsa diGiorgio Almirante), ha dichiarato:

Nei mesi immediatamente successivi alle elezioni Alleanza Nazionale si è confrontata con la costruzione del Popolo della Libertà come partito. Il Congresso costitutivo è stato fissato per il 27 marzo. In questa fase di transizione sono emerse numerose divergenze tra AN eForza Italia, dovute alla forma da dare al nuovo partito, che ognuno dei due soci fondatori avrebbe voluto modellato su di sé: partito leggero e fortementeleaderistico perForza Italia, partito fortemente radicato sul territorio, con congressi, tesseramenti e dibattito interno per AN. Soprattutto forti sono state le preoccupazioni di AN per un ruolo eccessivamente autocratico di Berlusconi, che rischierebbe di relegare in secondo piano Fini, con una conseguente perdita di importanza per la futura componente ex-"aennina" all'interno delPopolo della Libertà.La conflittualità tra i due leader è stata spesso forte. I rispettivi ruoli istituzionali hanno causato non pochi attriti fra unPresidente del Consiglio decisionista, determinato a sveltire le procedure con frequenti ricorsi agli strumenti del decreto legge e del voto di fiducia, ed unPresidente della Camera che si è fatto fermo garante della centralità del Parlamento.Il punto di massimo scontro è stato dovuto al precipitare della vicendaEluana Englaro, in cui allo scontro istituzionale si sono aggiunte motivazioni di carattere etico, con un Fini su posizioni decisamente laiche in contrasto anche con molti esponenti del suo stesso partito, primo fra tuttiMaurizio Gasparri, che ha avuto col proprio leader un duro scambio di battute.
Il 21 e il 22 marzo 2009 presso laFiera di Roma ha infine avuto luogo il terzo ed ultimo congresso del partito con il mottoNasce il partito degli italiani. Inaugurato dalReggenteIgnazio La Russa e con un palco a forma di ponte, per simboleggiare il passaggio da AN al PdL[122], il congresso ha approvato all'unanimità la confluenza nelPopolo della Libertà. Unica voce critica è quella diRoberto Menia, lamentando che lo scioglimento è avvenuto troppo in fretta[123]. Non partecipa né al congresso di scioglimento di AN né a quello costitutivo del PdL la senatrice lecceseAdriana Poli Bortone, che forma un proprio partitoIo Sud[124].
Ultimo a parlare al congresso è stato il Presidente Gianfranco Fini che, con un lungo e applaudito[125] discorso, sancisce la fine diAlleanza Nazionale e l'avvio della nascita delPopolo della Libertà[126]; il congresso si chiude con l'Inno di Mameli[127].
Per quanto riguarda l'eredità patrimoniale, all'ultimo congresso di AN viene deciso che il patrimonio culturale, nome e simbolo compresi, ed immobiliare del partito verrà gestito da unafondazione, a cui competeranno tutti i diritti dell'associazione AN, da crearsi entro il 2011. Viene costituito quindi un comitato dei garanti presieduto daDonato Lamorte e un comitato di gestione presieduto daFrancesco Pontone;[128][129], in un secondo momento sostituito dall'attuale presidente del comitato di gestioneFranco Mugnai[130].
Il 18 novembre 2011 nasce ufficialmente laFondazione Alleanza Nazionale[131], alla quale il 14 dicembre 2011 i comitati dell'associazione AN ne trasferivano il patrimonio. La Fondazione diventa in tal modo anche socio di maggioranza dellaSecolo d'Italia s.r.l., società che pubblica l'omonimo giornale, che dal 2009 rimane un quotidiano d'area della destra politica e culturale.
Il 7 febbraio 2012, tuttavia, su richiesta degli allora deputatiAntonio Buonfiglio edEnzo Raisi, il Presidente del Tribunale diRoma nomina due commissari liquidatori per l'associazione AN ed il suo patrimonio, stimato in cento milioni di liquidità e immobili per circa trecento-quattrocento milioni[132].

Il 14 dicembre 2013 viene convocata la prima assemblea degli aderenti alla Fondazione, nella quale si contrappongono gli eredi politici del partito, che sono dispersi in più movimenti politici: La Russa, Alemanno, Meloni, Urso e Rampelli presentano una mozione per autorizzare il partitoFratelli d'Italia all'uso dello storico simbolo di AN, con la contrarietà di una componente della Fondazione, facente capo aFrancesco Storace e al suo partitoLa Destra, oltre che di altri esponenti storici comeMaurizio Gasparri; alla fine prevale la mozione La Russa-Meloni-Alemanno, consentendo a FdI di utilizzare il simbolo di AN in associazione al proprio.[133][134]
Al primo congresso a Fiuggi del 1995Alleanza Nazionale è composta da due componenti[135]:
Dopo il primo congressoArea Vasta si divide in tre correnti:.
L'area delladestra sociale del partito si riorganizza in:
Nascono inoltre:
Nel 2001 iliberal del partito si riuniscono in:
Nel 2002 nascono inoltre:
Al secondo congresso diBologna del 2002 le principali correnti sono[143]:
All'assemblea nazionale di AN del 2005, dopo le aspre critiche di La Russa, Gasparri e Matteoli riportate daIl Tempo[144], Gianfranco Fini scioglie ufficialmente le correnti, considerandole dannose al partito[145].
Nel 2006 dall'exDestra Sociale nasce un'associazione alquanto in disaccordo nei confronti diGianfranco Fini:
Attorno al partito gravitavano associazioni e fondazioni:
I soggetti politici staccatisi da AN nel corso della sua esistenza sono i seguenti:
I valori a cui Alleanza Nazionale fa ufficialmente riferimento sono:
Il MSI, a parte l'adesione alGruppo delle Destre Europee dal 1984 al 1989, ha sempre aderito alGruppo dei Non iscritti nelParlamento europeo.
Dal 1994 al 1999 ancheAlleanza Nazionale aderisce alGruppo dei Non iscritti.
Nel 1999 AN, insieme ad altri partiti nazionalconservatori, crea il gruppoUnione per l'Europa delle Nazioni e sulla scia del gruppo nel 2002 il partito europeoAlleanza per l'Europa delle Nazioni. Anche dal 2004 al 2009 aderisce alGruppo UEN.
Con lo scioglimento di AN nel PdL, gli esponenti ex-AN aderiscono alGruppo del Partito Popolare Europeo.
A livello regionale al vertice del partito vi era un coordinatore:
Il movimento giovanile di Alleanza Nazionale eraAzione Giovani. Il movimento nacque ufficialmente a Rieti nel 1996 dalla fusione di vari movimenti giovanili di destra:Fronte della Gioventù,Fare Fronte,Fronte Universitario d'Azione Nazionale e iCircoli giovanili di AN[165].
Primo presidente del movimento è statoBasilio Catanoso[166] ed ultima presidente diAzione Giovani è stataGiorgia Meloni, che è stata eletta durante il congresso nazionale svoltosi aViterbo il 27 e 28 marzo 2004[167].
Dopo la creazione delPopolo della Libertà il movimento si è sciolto per aderire al movimentoGiovane Italia; dopo la scissione diFuturo e Libertà, alcuni hanno lasciato il movimento giovanile del PDL per aderire aGenerazione Futuro.
All'interno di Azione Giovani si individuano due associazioni:
| Elezione | Voti | % | Seggi | |
|---|---|---|---|---|
| Politiche 1994 | Camera | 5.214.133 | 13,47 | 109 / 630 |
| Senato* | 2.077.934 | 6,28 | 48 / 315 | |
| Europee 1994 | 4.124.739 | 12,47 | 11 / 87 | |
| Politiche 1996 | Camera | 5.870.491 | 15,66 | 93 / 630 |
| Senato | NelPolo per le Libertà | 43 / 315 | ||
| Europee 1999a | InAlleanza Nazionale - Patto Segni | 8 / 87 | ||
| Politiche 2001 | Camera | 4.463.205 | 12,02 | 99 / 630 |
| Senato | NellaCasa delle Libertà | 45 / 315 | ||
| Europee 2004 | 3.736.606 | 11,49 | 9 / 78 | |
| Politiche 2006 | Camera | 4.707.126 | 12,34 | 71 / 630 |
| Senato | 4.235.208 | 12,40 | 41 / 315 | |
| Politiche 2008 | Camera | NelPopolo della Libertà | 90 / 630 | |
| Senato | NelPopolo della Libertà | 48 / 315 | ||
| a ListaAlleanza Nazionale - Patto Segni | ||||
* dati di voto relativi al solo Nord Italia e seggi relativi a tutta Italia.
Altri progetti