Esiste una particolarelegatura che deve essere obbligatoriamente utilizzata quando una ʾalif è preceduta dalla letteralām: per evitare di scrivere لـا/لا (grafia errata) viene impiegato il simbolo لا, chiamato appuntolām-ʾalif e pronunciato /lā/.
A differenza delle altre 27 lettere dell'alfabeto arabo, la ʾalif non corrisponde a un suono consonantico, ma è un segno che viene impiegato con diversi usi, tra cui quello di indice di lunghezza della vocalea, oppure come "sostegno" dellahamza.
Quando ha la funzione di allungamento vocalico la ʾalif rappresenta sempre l'allungamento di unafatḥa (vocale breve /a/) che la precede, e viene comunemente trascritta con la grafiaā.
Vi è tuttavia un numero assai ristretto di parole per le quali la ʾalif, pur fungendo da allungamento vocalico e pur essendo regolarmente pronunciata, non risulta a livello scritto nei testi standard (non vocalizzati). Nei testi vocalizzati viene invece riportata miniaturizzata in cima alla consonante che la precede; in arabo viene detta ألف خنجريةʾalif ḫanǧariyya (ʾalifpugnale) o ألف محذوفةʾalif maḥḏūfa (ʾalif omessa).
La ʾalif può anche fungere da sostegno grafico per la همزةhamza (ء), la consonanteocclusiva glottidale sorda che corrisponde al colpo di glottide.
A inizio di parola in particolare la hamza è sempre accompagnata da una ʾalif, indipendentemente dalla vocale che segue, con l'unica differenza che per le vocali /a/ e /u/ la hamza poggia al di sopra della ’alif (أ), mentre per la vocale /i/ la hamza si trova al di sotto (إ). A livello grafico (e anche nelle traslitterazioni in alfabeto latino) tuttavia lahamza in posizione iniziale viene spesso tralasciata.
Un caso particolare riguarda determinate parole, che posizionate all'interno della frase perdono il loro attacco vocalico: in tal caso la ʾalif con hamza non viene utilizzata e al suo posto viene impiegata laʾalif waṣla (v. sotto).
Anche in posizione centrale o finale la ʾalif può sostenere la hamza, ma in questi casi solo nel caso che la vocale che precede o segue la hamza sia una /a/, perché altrimenti le peculiari regole ortografiche di questa consonante impongono l'uso della waw o della yāʾ come sostegno.
Le parole che iniziano con una vocale breve, presentando una ʾalif in posizione iniziale, possono essere precedute da altre che terminano per vocale: nella fattispecie si ha un'aferesi della vocale iniziale e la ʾalif diventa unaʾalif waṣla (ألف وصلة), la quale si scrive ma non si pronuncia. Dal punto di vista grafico, si pone sopra lahamza un piccolo occhiello terminante con un gancio a sinistra che tuttavia viene considerato un mero segno ortografico e quindi segnato solamente nei rari testi vocalizzati (come ilCorano). Foneticamente laʾalif waṣla viene assimilata dal segno grafico che la precede. Laʾalif waṣla è anche chiamata همزة الوصل (hamzatu l-waṣl).
Prendono la’alif waṣla categorie grammaticali ben definite:
1) determinate parole:
Grafia
Traslitterazione
Significato
ٱل
al
il/la/i/le ecc.
ٱبن
ibn
figlio
ٱبنة
ibna
figlia
ٱسم
ism
nome
ٱمرأة
imra’a
donna
ٱثنان
iṯnān
due (m.)
ٱثنتان
iṯnatān
due (f.)
Così, per esempio, la frase ٱبني وٱبنتي (ibnī, "mio figlio" +wa, "e" +ibnatī, "mia figlia") si pronuncia e si traslitteraibnī wa-bnatī anziché *ibnī wa ibnatī. Allo stesso modo, ما ٱسمك ؟ (mā, "come" +ismuka, "il tuo nome": frase standard per dire "come ti chiami?") si pronuncia e si traslitteramā-smuka? e non *mā ismuka?;
2) le forme verbali dalla VII alla X, con i relativimaṣdar. Così, وٱنتظرت (wa, "e" +intaḏartu, "aspettai") si pronuncia e si traslitterawa-ntaḏartu e non *wa-intadhartu;
3) gliimperativi che iniziano con ’alif ehamza (indipendentemente dal fatto che la vocale breve sia /a/, /i/ o /u/). Ad esempio, وٱجلس (wa, "e" +iǧlis, "siediti!") si pronuncia e si traslitterawa-ǧlis e non *wa-iǧlis;
4) l'articoloal-, la cui /a/ cade regolarmente se la parola precedente non termina per consonante. Es. في ٱلفندق (ossiafī, "dentro" +al-funduq, "l'albergo") si pronuncia e si traslitterafī-l-funduq anziché *fī al-funduq.
La professione di fede islamica ošahāda contiene nella sua prima parte (ʾašhadu ʾan lā ʾilāha ʾillā-llāh, "testimonio che non vi è alcun dio all'infuori d'Iddio") ben nove ʾalif, di cui due miniaturizzate (l'immagine non riporta la prima delle due, che andrebbe segnata suilāh)
Laʾalif maqṣūra (الف مقصورة), che significa "’alif accorciata", compare solo in fine di parola e viene pronunciata (e generalmente traslitterata) come ā. Da un punto di vista grafico, la forma è la stessa dellayāʾ finale, ma senza punti. Se seguita da un pronome suffisso, laʾalif maqṣūra si trasforma in ʾalif normale.
Nonostante la somiglianza nella forma del tracciato, non va confusa con layāʾ finale: per quest'ultima lettera però in alcuni paesi arabi è invalsa l'abitudine tipografica di non segnare i due puntini, il che la rende di fatto identica (ma solo dal punto di vista della scrittura) a unaʾalif maqṣūra.
Laʾalif madda (الف مدة), che significa "ʾalif allungata", è invece un segno ortografico che si utilizza per evitare di scrivere due ’alif consecutive. In questo caso la seconda ʾalif viene rappresentata graficamente in cima alla prima e in posizione orizzontale, generalmente sempre scritta; si pronuncia (e traslittera) come /ā/.
La necessità dellaʾalif madda sorge qualora vi sia una ʾalif hamza con vocale breve /a/ seguita da una seconda ʾalif di allungamento vocalico, oppure nel caso la stessa ’alif hamza sia seguita da una seconda ʾalif hamza, questa volta con assenza di vocale.
Ad esempio, la radice del verbo "mangiare" (أكل,ʾakala) contiene nell'ordine le consonantihamza-kāf-lām. Per coniugare il verbo alla prima persona del presente indicativo ("io mangio"), la grammatica araba prevede che alla radice trilittera sia anteposta una ’alif con hamza e vocale breve /a/; ebbene, l'incontro di أكل + أ darebbe luogo a un cacografico *أأكل (*ʾaʾkul), che nella pronuncia è stato semplificato in /ʔa:kul/ (ossia la seconda hamza è caduta e la vocale si è allungata); per riflettere questo fenomeno è stata quindi introdotta laʾalif madda: آكل (ʾākul).