La città, una delle principali dellaSardegna e quinta della regione per numero di abitanti, è una delle porte di accesso all'isola, grazie all'aeroporto che sorge nelle vicinanze diFertilia. Già capoluogo di provincia nel corso dell'800 e dicircondario fino alla soppressione di tali enti, oggi è considerata lacapitale dellaRiviera del Corallo, nome che deriva dal fatto che nelle acque della suarada è presente una grande quantità dicorallo rosso, pescato da corallari subacquei, attività che con la lavorazione e la vendita, da secoli ha avuto una grande importanza di carattere economico e culturale, tanto che un ramo di corallo è inserito nello stemma della città.
Alghero è situata nella parte nord-occidentale dellaSardegna, all'interno dell'omonima rada. La maggior parte del territorio a nord dell'area urbana è occupato dalla pianura dellaNurra. Nell'estrema frangia a nord-ovest si ergono i sistemi carsici diCapo Caccia,Punta Giglio eMonte Doglia. Procedendo a sud della città si osserva un territorio formato per lo più da vulcaniti che vanno a formare gli altopiani diVillanova Monteleone eBosa, dall'ultimo del quale hanno origine alcuni corsi d'acqua che hanno favorito l'agricoltura.
Ilclima mediterraneo di Alghero è sicuramente mite per la presenza del mare che soprattutto in inverno ne mitiga le temperature. A nord della città sono presenti anche dueosservatori meteorologici, dove vengono effettuate previsioni a breve e medio termine per l'intera parte settentrionale della Sardegna; viene inoltre rilevata ora per ora la situazione meteo ed inviata ai principali organi d'informazione nazionali e regionali (Teletext,Radio, TV, altri centri meteo). Dalpunto di vista legislativo il comune di Alghero ricade nella fascia climatica C in quanto igradi giorno della città sono 1001, dunque limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 10 ore giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo.
Il nome della città ha derivazioni incerte, ma l'ipotesi più accreditata è che provenga daAleguerium (alga), per la notevole quantità diPosidonia Oceanica che si deposita sul suo litorale sabbioso.
«Il nome di Alghero sembra provenga da aliga (“alga, erba marina”), che sarebbe stato trasformato in S'Alighera (“Luogo dell'Alga”), che è il nome della città nella lingua dei paesani dei dintorni. Costoro parlano ordinariamente il dialetto sardo del Logodoro, un po' alterato; ma gli abitanti della città, senza essere ormai dei Catalani “purosangue”, ne hanno nondimeno conservato il linguaggio più o meno intatto; è questa lingua, circoscritta alle mura di Alghero, che parlano tra loro, pur comprendendo e conoscendo tutti la lingua sarda.»
Risulta invece destituita di qualsiasi fondamento un'altra tesi che suppone l'origine dall'araboalgèr e dalla sua similitudine conAlgeri, capitale dell'Algeria, fatta risalire al fatto che i pirati musulmani (che avevano in Algeri una loro roccaforte) storicamente hanno frequentato anche le coste della Sardegna con frequenti incursioni e scorrerie, durate fino alla fine del Settecento[9].Infatti i saraceni, nonostante i molti tentativi, non sono mai riusciti ad insediarsi in Sardegna.
Non è da scartare un'altra etimologia che ne accosta il nome al terminesardoaliga[10], ossia spazzatura, con riferimento proprio all'odore delle alghe marcescenti.L'etimologia delsardoaliga è tuttavia la stessa di quella di Alghero, come indicato dal DES (Dizionario etimologico sardo) diMax Leopold Wagner, quindi è più probabile una comune derivazione dei due termini dal nome dato alle alghe.
Il territorio di Alghero inizia la sua storia durante ilneolitico.La Grotta Verde, grotta sommersa sul promontorio diCapo Caccia, è stata oggetto di frequentazione a partire dal neolitico antico (VI-V millennio a.C.): le ceramiche rinvenute appartengono allafacies locale detta di "Filestru-Grotta Verde", con vasi globulari o piriformi con fondo convesso e con decorazione impressa, in parte del tipocardiale.[11] Altri frammenti ceramici appartengono allacultura di Bonu Ighinu, del neolitico medio (V-IV millennio a.C.).[11]
Nell'età nuragica il territorio algherese è intensamente popolato con 90nuraghi individuati (densità di 0,40 per km²), circa un terzo dei quali ormai scomparsi. La maggior parte sono a singola torre e tutti sono costruiti in pietra locale, comecalcare,arenaria etrachite. Sono inoltre presenti diversi villaggi, per la maggior parte collegati ai nuraghi, dove sono state rinvenute ceramiche protocorinzie e fenicie, a testimonianza dei rapporti commerciali intrattenuti con le altre regionimediterranee. Per le sepolture sono invece scarse letombe dei giganti, solo cinque forse a seguito del riutilizzo delle più anticheDomus de Janas.[14] A questa fase appartengono le necropoli ipogeiche dinecropoli di Santu Pedru e la prosecuzione di quella di Anghelu Ruju, e i villaggi nuragici diPalmavera e diSant'Imbenia.
La presenzafenicia è scarsa, legata alla necropoli punico-romana di Sant'Imbenia, come in tutto il nord della Sardegna e in etàromana la vita continua senza apparente soluzione di continuità. Alcuneville rustiche sono testimoniate in prossimità dei nuraghi, come la villa romana di Santa Imbenia. Ex-voto di epoca romana e vasche inopera cementizia attestano la continuazione del culto presso un pozzo sacro nuragico in località "La Purissima". Il ponte romano diFertilia sul canale che unisce lostagno di Calich al mare, in origine a 24 arcate, collegava il Ninpheus Portus con la stazione romana di Carbia e venne ristrutturato in epoca medievale.[15]Nel 2007, alle pendici di monte Carru, collina adiacente alla località La Purissima, è venuta alla luce una necropoli con oltre 400 tombe databili tra il periodo repubblicano ed imperiale.
La nascita dell'odierna città di Alghero viene tradizionalmente fatta risalire ai primi delXII secolo, quando alla nobile famigliagenovese deiDoria venne concesso di fondarne il primo nucleo storico nella costa sguarnita dellacuratoria di Nulauro nelGiudicato di Torres. È incerto se fosse presente qualche insediamento precedente, magari legato alle vicende delleincursioni saracene.[16] Secondo alcuni studiosi, tra cui l'archeologo dell'Università di SassariMarco Milanese, la fondazione della città da parte dei Doria sarebbe tuttavia da postdatare di circa 150 anni, intorno alla metà delXIII secolo.[17]
La posizione strategica e la presenza di una ricca falda acquifera, testimoniata dai pozzi ancora presenti in alcune case, permise la crescita della città e ne accrebbe l'importanza strategica. Per circa un secolo, restò nell'orbita dellarepubblica marinara[18]; nel1283, ipisani riuscirono a conquistarla e la tennero fino al 1284, quando, all'indomani dellasconfitta pisana della Meloria, i Doria rientrarono ad Alghero[19].
Piazza Sulis e l'omonima torre.Interni in stilegotico catalano della chiesa di San Francesco
Cessata la terribile epidemia dipeste nera che colpì anche la Sardegna nel1347, nel1350 alcuni discendenti deiDoria vendettero i propri diritti aPietro IV d'Aragona, che stava realizzando territorialmente il neonatoRegno di Sardegna, mentre i restanti discendenti cedettero i propri diritti allaRepubblica di Genova nel1353[20]: questo portò inevitabilmente a uno scontro fra le due fazioni,aragonesi da un lato,genovesi, in seguito alleati con gliarborensi, dall'altro.[16]
Il 27 agosto del1353, gli aragonesi ebbero la meglio nellabattaglia navale nella baia diPorto Conte, tanto che il 30 agosto il comandanteBernardo de Cabrera poté entrare trionfalmente ad Alghero[20]. Questa vittoria fu tuttavia effimera perché già il 15 ottobre dello stesso anno i Doria la riconquistarono[21]. Il 22 giugno del1354, vi fu uno sbarco in forze condotto daPietro il Cerimonioso, che pose sottoassedio la città. L'assedio non diede i risultati sperati; tuttavia, il 16 novembre, a margine delle dure condizioni di pace imposte daMariano IV d'Arborea, che era sceso in guerra al fianco dei Doria, Pietro IV riottenne con la diplomazia il controllo della città, che quindi vide senza ulteriori scontri la sostituzione della popolazione sardo-ligure originaria, deportata nellapenisola iberica e nelleBaleari come schiavi[22], con nuovi colonicatalani[16][N 3] allettati dai privilegi concessi loro dalla Corona d'Aragona; ciò fece nascere in questi un forte sentimento di coesione etnica e, allo stesso tempo, di alterità nei confronti dei sardi autoctoni che, a partire dalXVI secolo in poi, sarebbero entrati a far parte della città. A questa data risale la nascita dall'odierna identità culturale di Alghero e deldialetto cittadino, varietà delcatalano orientale ancora parlato.
Nel1355, la città ottenne lo stemma comunale. In quello stesso anno, a causa di un periodo di crisi economica ed alimentare la città fu interessata da traffici commerciali che la rifornivano: tra i mercanti coinvolti in questa attività anche il noto scrittoreGiovanni Boccaccio[23]. Nel1372 venne respinta una sollevazione che culminò con l'espulsione degli ultimi abitanti ribelli.[24] Alghero, comeCagliari, non fu mai espugnata dalle armate giudicali nel corso dei numerosidecenni di guerra. Nella notte fra il 5 e il 6 maggio1412 l'ultimogiudice di ArboreaGuglielmo III di Narbona tentò di conquistare la città con un manipolo di uomini, ma venne respinto. Nel1492, come negli altri territori appartenenti alle corone iberiche, per via delDecreto di Alhambra venne espulsa, con gravi ripercussioni economiche, la localecomunità ebraica di cui sono ancora visibili alcuni resti archeologici.
Dall'agosto del1495, il reFerdinando il Cattolico, con un provvedimento dato aTarazona, autorizzò il consiglio civico algherese a concedere la cittadinanza anche ai non catalani. Questo diede il via a un consistente flusso migratorio disardi,còrsi, liguri eprovenzali, che si riversarono nella città.[25]
Nel1541, l'imperatoreCarlo V venne in visita accompagnato dall'ammiraglioAndrea Doria, constatando le qualità che la resero così appetibile nel passato, e coniando forse la famosa espressione "todos caballeros".
Nel1652, Alghero fucolpita nuovamente dalla peste, portata nella città da una nave catalana. Alcuni algheresi emigrarono verso altre zone dell'isola sperando di salvarsi, ma ottennero l'effetto di diffondere in tutto il territorio la pestilenza, che colpì duramente la Sardegna per ben quattro anni. Nel1720 ilRegno di Sardegna passò allaCasa Savoia, senza che questo avesse apportato mutamenti alla tradizione culturale e linguistica di Alghero.
Durante laseconda guerra mondiale, Alghero e dintorni vennero bombardati. Molti algheresi, dopo aver perduto la propria abitazione durante ibombardamenti alleati, vennero alloggiati nel collegio deiGesuiti retrostante la chiesa di San Michele, allora abbandonato, che venne pesantemente modificato per ricavarne abitazioni.
Neglianni sessanta, la città visse, come del resto tutta Italia, un momento di forte ripresa, accompagnato però da una forte speculazione edilizia. Hanno la loro prima edizione diversi eventi mondani tra cui la manifestazione "Meeting del cinema italiano" che premiava film, attori e registi con il premio "Il Riccio d'oro".[27] e l'elezione diLady Italia eLady Europa, con la partecipazione ed il coinvolgimento di famose personalità del mondo dello spettacolo.[28][29] Il1960 è l'anno del "Retrobament", il reicontro culturale e linguistico fra Alghero e laCatalogna, celebrato ogni anno.
Il complesso di Santa Chiara nel 2013 è divenuto sede della Facoltà di Architettura, su progetto diGiovanni Maciocco e dell'archeologo Marco Milanese. Dopo alcuni anni di lavori passati per le giunte Sechi, Tedde e Lubrano, è stato inaugurato dall'Ambasciatore di IsraeleNaor Gilon.
Lo stemma della città di Alghero è uno scudo racchiuso da due fronde di palma e sormontato da unacorona comitale con nove perle visibili. Lo stemma è così descritto:d'azzurro, alloscoglio di nero, sormontato da un rametto di corallo; alcapo d'Aragona (ossiad'oro, a quattropali di rosso).[31] I cosiddettipali d'Aragona si ritrovano in molti altri emblemi come lasenyera, labandiera della Catalogna, e nello stemma dell'Ordine di Santa Maria della Mercede. Il gonfalone municipale si presenta con sfondo giallo e quattro bande verticali rosse; nella parte superiore trova spazio lo stemma comunale; su una striscia diagonale campeggia la dicitura "Fedelissima Città di Alghero", acquisita nel1501 per le lotte sostenute a favore della Spagna.
Chiesa di Sant'Antonio Abate - Regione Gutierrez, strada perSanta Maria La Palma
Chiesa di Santa Chiara, sconsacrata, dopo restauro divenuta sede della biblioteca comunale di Alghero e della Biblioteca della Facoltà di Architettura dell'università di Sassari
Nelle campagne circostanti esistono altri luoghi di culto, come ilsantuario di Nostra Signora di Valverde (Nostra Segnora de Baluvirde insardo, Nostra Senyora de Vallverd inalgherese) delXVII secolo, a circa 7 km dal centro e meta di pellegrinaggi, la chiesa di Sant'Agostino vecchia (XIV secolo), quella di Sant'Anna (Sant'Ana de fores inalgherese) risalente alXV secolo e Sant'Agostino nuova (XVI secolo).Una curiosa leggenda avvolge la Madonna di Valverde: pare che fosse stata ritrovata una Madonna da alcuni pescatori, che la portarono nel duomo, ma che il giorno dopo scomparve; ritrovata nello stesso posto si decise di costruire un santuario dedicato a lei, e da allora la Madonna di Valverde rimane nel santuario, dove vengono deposti numerosiex-voto.
Si segnalano anche Palazzo Bolasco, Palazzo Serra, l'ex seminario, la Scuola Elementare del Sacro Cuore, il Palazzo Chiappe, il Mercato Civico, Villa Mosca e le ville in Stile Liberty che sorgono sul lungomare Dante, nonché Villa Las Tronas, che sorge su un piccolissimo promontorio davanti al lungomare. Le rovine dell'abitazione diGiuseppe Manno (nome del primo storico algherese) sono state invece da pochi anni demolite.Un cenno va fatto all'Ospedale vecchio, sito nelcentro storico cittadino, area per anni tenuta in stato di abbandono e rovina che, dopo un restauro iniziato nella seconda metà del 2006, è ora divenuta sede del Dipartimento di Architettura, Design e urbanistica di Alghero dell'Università di Sassari.
Il primo sistema di fortificazioni della città risale alXIII secolo ed è quello dell'impianto urbano genovese. Dal1354 la città viene occupata dai catalani, i quali restaurarono e ampliarono il sistema difensivo, trovato, sempre nel 1354 in pessime condizioni.Dellacortina muraria genovese-catalana, rimane solo qualche tratto: la maggior parte delle fortificazioni visibili, infatti, risalgono alXVI secolo e furono realizzate per espressa volontà diFerdinando il Cattolico il quale, reputando le strutture difensive in condizioni di degrado tali da non garantire più la protezione della città, ne ordinò la ricostruzione. Lungo le mura si contano 7 torri e 3 forti.
Numerosi i siti archeologici extra urbani: lanecropoli di Anghelu Ruju (dove è possibile visitare le domus de janas) la collina diSantu Pedru, la villa di epoca romana (Santa Imbenia), il sito della Purissima (dove si crede sorgesse la città scomparsa diCarbia) e i complessi nuragici delnuraghe Palmavera e diSanta Imbenia, oltre a vari nuraghi più o meno conservati sparsi su tutto il territorio, più una tomba nobile, la Tomba Aragonese.
Capo Caccia - Escala del CabirolCapo Caccia - Grotte di Nettuno
Alghero conta un panorama naturale molto vario, dalle spiagge con sabbia fine alle scogliere con sassi piatti o molto frastagliati: è apprezzabile soprattutto la vista dal mare, in quanto si riesce a cogliere la varietà della sua costa mista alla vegetazione, la tipicamacchia mediterranea e alla pineta che spesso fa da contorno; molto apprezzato per il suo panorama è il promontorio diCapo Caccia, con la sua ormai conosciuta falesia a forma di gigante addormentato che è divenuta una dei simboli di Alghero, insieme al pregiatocorallo rosso. La zona diCapo Caccia con la prospicienteIsola Piana e del golfo diPorto Conte è sito di primario interesse naturalistico, in cui è stata costituita l'Area naturale marina protetta Capo Caccia - Isola Piana. La particolare conformazione geologica (origine carsica) rende la zona famosa per la presenza delle numerosegrotte e caverne, oggetto di numerose esplorazioni e studi da parte dei vari gruppi speleologici, geologi e ricercatori universitari. Insistono proprio qui le famoseGrotte di Nettuno, accessibili sia dal mare sia da terra (tramite la famosa Escala del Cabirol, di 656 gradini), e che offre al suo interno un panorama di sale e piscine, come la piscina del gigante, e stalattiti e stalagmiti di forme particolari, come l'organo. Sul versante orientale di Capo Caccia si aprono a strapiombo sul mare la Grotta dei Pizzi e Ricami, raggiungibile solo via mare, e la Grotta Verde, raggiungibile con una scalinata; nella prima numerose concrezioni davano origine a dei ricami di calcare, ora però è completamente devastata e le concrezioni sono sparse dappertutto, mentre nella seconda si possono ancora notare i resti di alcuni graffiti risalenti alPaleolitico, ormai quasi perduti a causa di atti vandalici e passati tentativi di "strappo". La Grotta Verde in tempi recenti è stato oggetto di lavori ancora non completati per renderla fruibile alle visite turistiche.[32]
L'isola Foradada vista dal belvedere di Capo Caccia.
Un'altra area protetta in cui è possibile fare del trekking è l'Arca di Noè, situata poco distante dalla frazione di Tramariglio: qui nidificano ancora sul ciglio delle scogliere ilgrifone, e altri uccelli protetti, come ilfalco pellegrino, ilgheppio, ilcormorano (che predilige la prospicienteIsola di Foradada) e ilgabbiano corso, ma è possibile vedere anche esemplari dipernice,daino,cavallino della Giara e dicinghiale, oltre a numerose specie vegetali protette, come laCentaurea horrida. L'area è molto vasta e comprendemonte Timidone, punta Cristallo, dove è possibile ammirare il volo dei grifoni e la splendida cala d'Inferno, dove il mare riparato e cristallino permette di fare dello snorkeling. Altri punti consigliati per lo snorkeling sono la cala Dragunara, Punta Giglio, le due grotte dell'isola di Foradada e Porto Conte, il più grande porto naturale del mediterraneo, dove la nacchera (Pinna nobilis), protetta da anni contro la pesca abusiva, è finalmente visibile con molteplici esemplari.
Il corallo rosso con i polipi espansi nel soffitto di una grotta sommersa
Numerose anche le possibilità per gli amanti delle immersioni con svariati km di falesie calcaree a picco sul mare e le innumerevoli grotte carsiche, ambienti tra i più spettacolari del Mediterraneo che offrono una grandissima varietà di fauna e flora marine. Sono visibili già a pochi metri di profondità colonie dicorallo rosso, simbolo della città di Alghero, vari tipi di crostacei tra i quali spiccano l'aragosta, astici e cicale, e poimurene, gronghi, ed esemplari dicernia bruna che animano di nuovo i fondali del luogo. Il sito più famoso è lagrotta di Nereo, considerata la più grande grotta marina d'Europa, con profondità che vanno dai -30 a -6 m circa, ma non meno conosciute sono la grotta di Falco e quella di punta Giglio, rinominata dei "Cervi" per l'incredibile scoperta effettuata nel '95 dal Busdraghi, un subacqueo del posto, di un giacimento fossile dicervi del tipo Megacero Cazioti Algarensis risalenti a circa 100.000 anni, ormai estinti, lagrotta dei Fantasmi, anche questa scoperta dallo stesso che ha così nominato per la particolare conformazione delle rocce, e poi ancora le grotte del Sommergibile, della Madonnina e del Portico di Punta Salinetto.
Nei pressi della frazione diFertilia, si trova poi lo stagno d'acqua salmastra del Calich (in catalano "Càlic"), con le rovine del ponte romano, dove un tempo facevano la loro comparsa i fenicotteri rosa durante il periodo delle migrazioni; per chi ama addentrarsi all'interno un punto di riferimento è illago di Baratz (unico lago di acqua dolce naturale della Sardegna) con la pineta circostante, lago in cui durante la ritirata l'esercito tedesco immerse armi e munizioni.
La costa algherese, delimitata a sud dacapo Marrargiu e a nord daPorto Ferro, si estende per oltre 80 km, assumendo diversi nomi. Partendo da sud, si trovano:
In conformità ai principi accolti dalla Comunità nazionale ed internazionale (UNESCO e Comunità Europea) e in base allo spirito e alla lettera della Costituzione della Repubblica Italiana, il Comune si propone di tutelare, promuovere e diffondere la conoscenza della storia, della lingua catalana nella variante algherese e della cultura e delle tradizioni locali, attivando contemporaneamente il confronto con le altre realtà presenti in città, al fine di garantire spirito di collaborazione e tolleranza.
In particolare si propone di dare supporto a tutte le iniziative dirette alla conoscenza e l'uso della lingua catalana, nella sua variante algherese.
Nel territorio del Comune la toponomastica in algherese è equiparata alla toponomastica in lingua italiana e il Comune ne garantisce l'uso contestuale.
Il Comune è l'organismo istituzionale referente per la politica linguistica e sostiene, nei limiti delle possibilità di bilancio, con contributi finanziari le Associazioni che operano a favore dell'algherese e di altre espressioni linguistiche e culturali secondo apposito regolamento.»
(Statuto comunale di Alghero, articolo 9, comma 1, 2, 3 e 4[36])
Monumento alla Unitat de la llengua in via Vittorio Emanuele.
In accordo con le politiche dell'Unione europea e dellaRepubblica Italiana, nonché della Regione Autonoma della Sardegna in fatto di salvaguardia e valorizzazione delle realtà linguistiche locali, il Comune di Alghero ha deciso di adottare quale lingua ufficiale, insieme all'italiano, ildialetto algherese delcatalano.Tutti gli atti pubblici sono pertanto redatti in italiano e catalano.[senza fonte] Anche il sito istituzionale del comune è consultabile in versione bilingue (italiano-catalano).
«Non sono più in Sardegna, ho l'impressione di essere in Catalogna: tutto concorre a rendere più completa questa sensazione, i volti, le case, il suono delle voci, la lingua stessa. Vedo alcune "manolas" con il provocante tirabaci, dai capelli corvini con i riflessi turchini, l'occhio scintillante e con un garofano appuntato sul corpetto, vedo donne vecchie sdentate, tipici "chaperons". Alcuni uomini passano, con aria un po' altezzosa, una mano sul fianco come se stessero tenendo il pomo di una spada.
Mi rivolgo a queste persone nella loro lingua, il catalano; sono contenti di conversare con uno straniero che suppongono appartenere alla loro razza...»
(Gaston Charles Vuillier,"Les îles oubliées. Les Baléares, la Corse, la Sardaigne. Impressions de voyage", Paris, 1891)
Non va però dimenticato che oltre all'italiano e al catalano, in città, dopo il continuo e progressivo spostamento di molti abitanti dell'interno dell'isola e soprattutto dei paesi circostanti, parte della popolazione parla anche lalingua sarda nelle sue diverse varianti. Storicamente, inoltre, l'uso del catalano era limitato alla città intra moenia e a parte della costa (frequentata dai pescatori algheresi), visto che l'agro è sempre statologudoresofono (come dimostrano i toponimi: es. Sa Londra, Sa Segada, Pirastru, etc.): in passato la diffusione del catalano e del sardo nel territorio algherese rispecchiava, cioè, la dicotomia professionale tra catalanofoni pescatori e sardofoni agricoltori e pastori.
L'importanza del catalano è tale che nel2004 e nel2008 sono nate rispettivamenteCatalan TV e La Televisió de L'Alguer, che trasmettono contenuti nelle 2 lingue. Di contro, nella realtà, l'uso comune dell'algherese viene mantenuto ancora in vita dalle persone che realmente hanno vissuto nel contesto sociale tipico della città fino agli anni sessanta/settanta, quindi generalmente gli anziani e le generazioni cresciute in quegli anni.Infatti non sussistono più le condizioni di vita simili a quelle che hanno mantenuto viva la lingua in epoca precedente, dove praticamente chiunque era costretto a parlare l'algherese se voleva adeguarsi alla vita della città. L'italiano veniva usato solo per rivolgersi ai turisti o ai forestieri che ancora non si erano adeguati ed ovviamente a scuola, dove la lingua ufficiale era quella italiana.Un altro aspetto per l'accelerazione del processo di perdita dell'uso della lingua algherese è stato la ricerca di stili di vita ed un benessere maggiore poiché l'uso della lingua richiamava nel popolino una vita piena di stenti e ricordava le terribili condizioni di miseria vissute soprattutto nel dopoguerra. "No volguerà que mon fill parlaria la llengua de los pobres" (pron.No vulgarà chi mun fil pallaría la gliengua de lus probas) erano solite dire le molte mamme algheresi che definivano l'algherese la lingua dei poveri e della fame, imponendo ai figli solo l'uso dell'italiano.
Per tentare di tener vivo l'uso di questo dialetto, vi sono alcune azioni attuate a livello cittadino sia dalla Pubblica Amministrazione, sia dalle attive associazioni culturali che si adoperano in questo senso: si segnala l'insegnamento dell'algherese nelle scuole primarie, nonché l'insegnamento gratuito dello stesso per i privati cittadini. Inoltre esistono alcune iniziative editoriali quali periodici (primo fra tutti il periodicoL'Alguer) e quotidiani on-line (Alguer.cat), scritti in algherese. In seguito ad un accordo tra Comune, il Ministero dell'Istruzione, il Provveditorato regionale e l'ente governativo catalano, è arrivata l'effettiva ufficializzazione di bilinguismo paritario, essendo l'algherese previsto come materia scolastica obbligatoria dall'anno scolastico 2012-2013 in poi[38] (obiettivo, finora, non ancora raggiunto nel caso delsardo stesso e dellealtre lingue parlate nell'isola).
Alghero è sede delladiocesi di Alghero-Bosa. Nel territorio del comune sono presenti 16parrocchie e 14 chiese non parrocchiali, distribuite tra il centro cittadino e l'hinterland.
La locale comunità, facente parte del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, si riunisce nella chiesa di Santa Barbara Megalomartire, nel cuore del centro storico cittadino.
Sono presenti due chiese evangeliche, una appartenente alle Chiese cristiane pentecostali A.D.I., Assemblee di Dio in Italia, e l'altra dellaChiesa cristiana evangelica dei fratelli.
Fino al decreto di espulsione del 1492, Alghero fu sede insieme a Cagliari della più ricca e importante comunità ebraica della Sardegna. Nel porto rimane l'imponente torre degli Ebrei, costruita dagli ebrei locali.[39]
Nel comune di Alghero hanno sede 10 scuole dell'infanzia, 11 scuole primarie e quattro secondarie di primo grado. Vi si trovano inoltre l'istituto d'istruzione superiore "G. Manno" (con indirizzi classico, linguistico e artistico), il liceo scientifico "E. Fermi", l'istituto di istruzione superiore "A. Roth" (con indirizzi costruzioni, amministrazione, amministrazione sportiva, turismo e elettrotecnica), l'istituto di istruzione superiore "Don Minzoni" (con indirizzi IPSIA e IPA) e l'istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione "E. Lussu".
il Dipartimento di architettura, design e urbanistica, con corsi di laurea triennali e specialistici in architettura e pianificazione territoriale, urbanistica ed ambientale;
Nell'ambito scientifico, grande interesse desta sicuramente la sede delCNR (Consiglio nazionale delle ricerche) sita in localitàTramariglio, (S.P. 55 "Porto Conte-Capo Caccia" km 8,400). Tale struttura, gestita dalla Porto Conte Ricerche Srl è la base operativa dell'Istituto di genetica delle popolazioni[41] (IGP), ma anche sede distaccata dell'Istituto di genetica molecolare (IGM), dell'Istituto di chimica biomolecolare (ICB) e sede operativa dell'Area marina protetta "Capo Caccia - Isola Piana".
La cucina algherese si basa soprattutto sul pesce e i crostacei, in particolare sulla famosaaragosta algherese conosciuta e apprezzata in tutto il mondo; alcuni piatti tipici sono l'aragosta all'algherese, la coppazza e gli spaghetti ai ricci di mare e gli spaghetti allabottarga, lemonzette sotto sale cotte al forno e lapaella algherese, che si accompagnano poi ai piatti e ai prodotti tipici della cucina sarda del nord; tra i dolci alcuni dei più tipici sono lacrema bruciata e ilbiancomangiare, meglio noto col nome catalano,menjar blanc. Tra le verdure ricordiamo il pomodoro corallino, il pomodoro camona e i cardi.
Il vino di questa zona, l'AlgheroDOC, viene per la maggior parte prodotto dalla tenutaSella & Mosca, di cui è possibile visitare le cantine e che ha un ecomuseo del vino al suo interno; un pregiato vino sardo prodotto esclusivamente in questa zona è l'Anghelu Ruju, in quanto le vigne sono attorno al sito archeologico.
Importante anche la produzione di olio d'oliva, che proviene dagli oliveti del territorio algherese.
Il centro storico, il porto e villa Las Tronas visti dall'immediata periferia sud della città
LaSetmana Santa è la più importante manifestazione religiosa di Alghero: è la celebrazione dellaPasqua di origini spagnole e vede la partecipazione della quasi totalità della popolazione. Si porta in processione una statua delCristo e si segue un calendario preciso per tutti i giorni: il martedì c'è la «processione dei misteri dolorosi», il giovedì la celebrazione dellaVia Crucis, il venerdì il rito del discendimento del Cristo dalla croce e la sua deposizione nella culla, il sabato giorno di veglia e la domenica di Pasqua la resurrezione; la processione è molto suggestiva, in quanto si sfila tenendo in mano candele con la tipica lanterna di carta intorno.Altre manifestazioni importanti sono la processione della Nostra Signora di Valverde, la messa a mare per il Santo Cristo della Costiera del Corallo e le commemorazioni legate ai santi Francesco, Anna, Cecilia e Barbara.
La prima settimana di agosto si svolgono poi i festeggiamenti in onore di Nostra Signora della Mercede, titolare dell'omonima chiesa, con una suggestiva processione a mare alla quale partecipano migliaia di fedeli.
La fiera di San Giovanni, con i suoi stand gastronomici e commerciali, oltre che segnalare ilsolstizio d'estate, segna l'inizio di un evento artistico denominatoLos Pintores de La Muralla. Sui bastioni Magellano, angolo suggestivo della città sarda, i numerosi pittori dell'Associazione Culturale No ProfitAlguerArte, armati di pennelli e colori, realizzano le loro opere davanti agli occhi ammirati e curiosi di numerosi turisti e cittadini locali, fino ad ottobre.
A luglio si svolge il Grand Prix Corallo Città di Alghero, serata spettacolo con la premiazione di sportivi, giornalisti,fiction con tema sportivo e film, organizzata in collaborazione conRai,Sky e le televisioni catalane TV3 e IB3.
Ogni anno si svolge inoltre il premio nazionale "La degustatrice di olio di oliva" nell'ambito della manifestazione "L'oro di Alghero", concorso al quale possono partecipare non solo degustatrici professioniste, ma anche semplici estimatrici. Il comprensorio di Alghero è infatti rinomato per la coltivazione della qualità Bosana e la produzione di un eccellente olio extravergine di oliva.
Vi sono numerose manifestazioni sportive, come la gara automobilisticaAlghero-Scala Piccada, le regate veliche, le maratone di nuoto e il free climbing sul promontorio diCapo Caccia; la sagra più nota è quella delbogamarí (riccio di mare), che si tiene tra gennaio e febbraio, il periodo in cui il riccio di mare è più saporito e carnoso.
Altri importanti avvenimenti sono acarnevale, quando sfilano anche carri in cartapesta provenienti daBarcellona.
Piazza Civica oPlaça de Pou Vell.Indicazione dei toponimi nel centro storico.
Nelle strade cittadine, soprattutto in quelle del centro storico, accanto alla dicitura in italiano deitoponimi si affianca spesso la dicitura catalana. Se nella parte "nuova" della città i toponimi sono semplicemente tradotti in catalano, stessa cosa non si può dire del centro storico, nel quale le diciture rimandano alla tradizione culturale algherese; la centralissima via Carlo Alberto, per esempio, in un suo tratto prende il nome catalano diCarrer de Sant Francesc (strada/via di san Francesco), proprio in corrispondenza dell'omonima chiesa. Possiamo poi individuare zone tematiche, nelle quali i nomi si riferiscono a varie categorie: troviamo la zona delle regioni (Calabria,Toscana, ecc. nella zona di Maria Pia), dei grandi scrittori (Carducci,Pascoli,Dante, o altri nella zona della Mercede), dei musicisti (Mozart,Liszt, e altri nella zona del Parco Hemmerle), delle subregioni sarde (Barbagia, Gallura, Goceano, ecc. nel Quartiere della Pivarada), dei politici (Togliatti,Giolitti,Don Sturzo,Matteotti,De Gasperi (nel quartiere popolare di Sant'Agostino), degli artisti catalani (Miró,Espriu, ecc. alla Taulera), e di quelli algheresi (Sari, Giglio, ecc. al Carmine).
Il centro abitato di Alghero presenta uno sviluppo di tipo costiero; si possono individuare due maxiblocchi urbanizzati: il primo occupa la parte centro-meridionale della città e ne costituisce il nucleo principale. Se osservata dal satellite si può notare la forte differenza che intercorre tra il tessuto delcentro storico (situato in una pseudo-penisola naturale) e quello circostante, di realizzazione successiva ed in ulteriore sviluppo sulle direttrici sud (strada per Villanova) ed est (strada per Ittiri/Olmedo). Il secondo maxiblocco è situato a nord della città ed è il fulcro delle residenze turistiche. La sostanziale suddivisione in blocchi urbani è ascrivibile alla presenza, sulla linea immaginaria che dalla spiaggia di San Giovanni porta alla zona del liceo scientifico, dell'ex depuratore e del cimitero; quest'ultimo infatti ha limitato lo sviluppo edilizio in tale area in quanto sottoposta a vincoli cimiteriali. Negli ultimi decenni sono nati numerosi nuovi quartieri (Taulera e Caragol per citarne alcuni) spesso slacciati, per vari motivi, alla città stessa: la zona di Caragol per esempio, si trova a circa 800-900 metri dagli ultimi fabbricati della città, sulla direttrice est, mentre la zona di Monte Carru, situata proprio fuori dal centro e alle prese con lavori di costruzioni di edifici, è destinata a diventare un vero e proprio centro abitato.
Gli amministratori che si sono alternati dagli anni cinquanta fino al ventunesimo secolo, non hanno mai pianificati strumenti urbanistici adeguati e non hanno tenuto conto di problematiche future, come per esempio la mancata programmazione di parcheggi e zone verdi destinate allo svago e ai giovani, mancano inoltre quasi completamente strutture essenziali quali musei ed impianti sportivi all'altezza della importanza della città. Ha prevalso la cultura imprenditoriale speculativa finalizzata alla costruzione di palazzi e alla vendita di appartamenti senza considerare le esigenze delle persone e le problematiche della viabilità[senza fonte]. Le strade per la maggior parte sono strette e quasi tutte a senso unico per permettere la sosta delle auto.Un'analisi degli esperti del settore ha confermato che tale tendenza sia destinata a prevalere nonostante non ci sia una reale necessità, essendo l'incremento demografico fermo da diversi anni[senza fonte].
Calabona: il quartiere più a sud della città; consta principalmente di edifici residenziali.
Caragol: nucleo abitativo posto all'entrata est, in prossimità della zona artigianale Galboneddu.
Carmine: situato sull'arteria che dall'ingresso est della città porta verso la Pietraia (cfr.), anch'esso popolare.
Carrabuffas: quartiere in ampliamento.
Centro storico: (l'Alguer vella in algherese) il cuore della città, presenta indubbie bellezze architettoniche quali chiese, torri, bastioni. Ad una zona commerciale se ne affianca un'altra residenziale.
Cuguttu: regione compresa tra l'ospedale civile e il largo dello Sperone, confinante con i quartieri del Lido e della Taulera
Cunetta: raffinata zona residenziale, situata a sud-est.
Lido: formato prevalentemente da seconde case, si trova nella zona a nord della città ed è particolarmente dinamico nel periodo estivo.
Maria Pia: zona a nord che può essere suddivisa in una zona residenziale e in un'altra ove trovano spazio numerosi impianti sportivi (calcio, baseball, tennis, rugby, atletica, football e nuoto) e spazi verdi. Il suo nome deriva dall'azienda agricola inaugurata dalprincipe di Piemonte nel settembre del1934, e dedicata, appunto aMaria Pia di Savoia[50].
Mercede: zona centralissima, prende nome dall'omonima chiesa; in esso si trovano i giardini pubblici Tarragona.
Nucleo San Michele: adiacente alla zona di Calabona, consta di edifici di epoca moderna. Zona in pieno ampliamento.
Pietraia, in algherese La Pedrera: quartiere popolare senza dubbio tra i più popolosi della città, si sviluppa lungo la via Don Minzoni, è sede di numerose attività commerciali e dellastazione di Alghero Sant'Agostino
Pivarada: quartiere situato nelle vicinanze del cimitero, dello stadio Mariotti e del depuratore dismesso. Molto popoloso. Deriva il nome dal fatto che nella zona erano presenti in passato numerosebisce viperine. Era una zona rurale fino agli anni 60/70 del XX secolo.
San Giuliano: nucleo abitativo situato alla periferia sud-est della città, nei pressi della località Carrabuffas.
Sant'Agostino: prende nome dall'omonima chiesa; sono presenti edifici residenziali privati, case popolari, attività commerciali.
Scaletta, in algherese l'Escaleta: nuovo quartiere residenziale, posto all'uscita sud della città.
Taulera: altra zona di moderna costruzione, è formata da edifici popolari e villette residenziali.
Panorama della zona nord di Alghero dalla borgata di Fertilia
Icodici di avviamento postale di tutte le frazioni sono stati modificati da una riforma nel settembre2006. Pertanto tutte le frazioni comunali di Alghero hanno lo stesso CAP del capoluogo del comune, 07041. Le uniche frazioni nomenclate nell'elenco dei CAP sono: Fertilia,Maristella-Porto Conte, Santa Maria La Palma e Tramariglio.
La borgata di Guardia Grande, sorge alle pendici del monte Doglia, e dista circa 22km dal centro cittadino. La chiesa parrocchiale della frazione è intitolata a Nostra Signora della Guardia.
I piani è una località situata lungo lastrada provinciale 42 dei Due Mari. Nelle sue vicinanze sorgono importanti aziende quali l'azienda vitivinicolaSella&Mosca, nonché la zona Industriale di San Marco.
Loretella, frazione rurale che sorge a nord di Alghero, dista 8 chilometri dal centro. La chiesa parrocchiale è intitolata a Nostra Signora di Loreto.
Sa Segada è una borgata rurale localizzata a nord della città, compresa tra lastrada statale 291 della Nurra e lastrada provinciale 42 dei Due Mari. Dista 2km in linea d'aria dall'aeroporto. Nell'area della frazione si trova il campo di calcio a 11 sede per anni della squadra del Loretella e il campo di calcio a 5 dell'A.S.D. Sporting Sa Segada.
Tramariglio è una località turistica nei pressi diCapo Caccia e dista da Alghero poco più di 20 km. In essa trova sede l'azienda speciale Parco di Porto Conte (Villa Gioiosa, ex colonia penale in seguito riqualificata). La locale chiesetta è intitolata al Santissimo Crocifisso. Si trova inoltre il centro ricerche "Porto Conte ricerche".
La frazione diVillassunta sorge vicino allago di Baratz, ai confini del comune. La borgata fa parte sia del comune di Alghero che di quello diSassari.
Il comune ha una forte vocazione turistica ed è una delle principali mete nell'isola; nel 2012 è stata la 10ª città italiana più visitata dai turisti stranieri.[51]
Il corallo rosso lavorato artisticamente da un'abile artigiana locale
L'artigianato algherese è legato soprattutto alla creazione di gioielli incorallo rosso, per cui la riviera è famosa, ma anche per la cesteria (la tradizione è legata soprattutto alla pesca e alle nasse, fatte di giunco e polloni di olivastro, utilizzate fino agli anni settanta per la pesca all'aragosta, regina della tavola algherese) e alla tipica produzione di artigianato sardo.
Strada statale 291 della Nurra, che da Fertilia giunge sino a Sassari, oggetto di rinnovamento con il progetto del collegamento veloce Alghero-Sassari, finora compiuto solo nel tratto compreso tra ilcapoluogo turritano eOlmedo, ma che vedrà presto il suo completamento con la prosecuzione fino ad Alghero, la realizzazione della circonvallazione e il collegamento Alghero-Aeroporto. L'arteria è inoltre stata segnalata dal Ministero dei trasporti come strada di grande comunicazione, e proprio a questo proposito è stata inserita nel progetto a lungo termine che vedrà l'adeguamento agli standard autostradali degli assi: Alghero-Olbia (SS 291,SS 597 eSS 199), Cagliari-Sassari-Porto Torres (SS 131) e Abbasanta-Nuoro (SS 131 d.c.n.);
La stazione di Alghero, già Alghero Sant'Agostino, nel quartiere della Pietraia
Strada provinciale 105 Alghero-Bosa, arteria panoramica che ha inizio dall'estrema periferia sud della città e che giunge fino aBosa; lungo il suo tracciato transita di fronte al poligono militare di Poglina (facente capo alSISMI[52]) e alla chiesetta campestre intitolata alla Madonna della Speranza.
Alghero è stata sede della cosiddetta"Grande Partenza" delGiro d'Italia nell'edizione del2017, con il via ufficiale della corsa dato il 5 maggio dalla banchina Ammiraglio Millelire alla volta diOlbia, dove si concluse la prima tappa con la vittoria dell'austriacoLukas Pöstlberger.[56] L'evento rimane l'unico in cui la città è statasede di tappa della "Corsa Rosa".[56]
^Alcuni[Chi?] sostengono fossero per la maggior parte graziati delle carceri spagnole e prostitute,ma questa tesi non ha per ora credito se non dalla stessa popolazione algherese[senza fonte].
^abc Francesco Cesare Casula,La Storia di Sardegna, Sassari, Carlo Delfino Editore, marzo 1998,ISBN88-7741-760-9.
^Marco Milanese,Alghero. Archeologia di una città medievale, Sassari, 2013.
^Giuseppe Meloni,Alghero tra Genova, Arborea, Milano, Catalogna. Nuovi documenti, in "Atti del convegno su Alghero, la Catalogna, Il Mediterraneo, Alghero, 30 ottobre - 2 novembre 1985", Sassari, 1994.
^Tonino Budruni, Breve storia di Alghero pag. 37, ed. Iniziative culturali, 1981
^Tonino Budruni,Breve storia di Alghero, dal 1478 al 1720, vol II, Edizioni del Sole, Alghero, 1989, pagina 27. Il titolo compare in un documento emanato aGranada dai sovrani Ferdinando e Isabella in cui si stabilivano le nuove disposizioni sulla nomina dei consiglieri civici.
^Secondo le regole araldiche, lo stemma andrebbe più correttamenteblasonato:di azzurro, al ramo di corallo di rosso, nodrito su uno scoglio al naturale, movente dalla punta; al capo d'oro, a quattro pali di rosso. Cfr. Sergio Serra,Araldica catalana: lo stemma della Città di Alghero (PDF), p. 70.
^ Mario Salvietti,Carlo Quinto in Alghero. La relazione di Johan Galeaҫo nell’originale trascritto, tradotto e commentato, Alghero, Edizioni del Sole, 1991.
Francesco Floris (a cura di),La grande enciclopedia della Sardegna: eventi storici, politici e culturali, artistici, letterari, sportivi, religiosi, soldati e attori, gastronomia, costumi e bellezze naturali dalle culture prenuragiche fino ai grandi avvenimenti del nostro secolo, Roma - Cagliari, Newton & Compton - Edizioni della Torre, 2002,ISBN978-88-8289-748-2,OCLC879899382.