Fu cofondatore e - per quindici anni - direttore delVölkischer Beobachter, organo ufficiale del Partito nazista, nonché unico quotidiano nazionale ammesso dal regime dittatoriale di Hitler.
Rosenberg nacque a Reval (città successivamente ribattezzataTallinn), in Estonia, il 12 gennaio 1893[1] da una famiglia ditedeschi baltici (al tempo l'Estonia faceva parte dell'Impero zarista). Suo padre, Voldemar Wilhelm Rosenberg, era un imprenditore e commerciante impegnato nel settorecalzaturiero, mentre sua madre, Elfrida Karolina Zire, era nata aSan Pietroburgo ed era originaria di una famiglia diugonotti francesi trasferitisi inRussia. Fu con molta probabilità lo scoppio dellaprima guerra mondiale ad accendere nel giovane Rosenberg un odio crescente verso le popolazioni autoctone dell'Estonia e forse per questo motivo iniziò a interessarsi della questione delle radici del popolo tedesco. Nel1911 si diplomò presso laPetri-Realschule di Reval e s'iscrisse alPolitecnico di Riga. Negli anni della prima guerra mondiale, la sede centrale del Politecnico venne temporaneamente trasferita aMosca. Durante il suo anno accademico svolto a Mosca, Rosenberg si trovò coinvolto nellarivoluzione russa e l'anno successivo, il1918, dopo essersi laureato e ricongiunto alla famiglia, fuggì dall'Estonia trovando rifugio prima aParigi e in seguito aMonaco di Baviera.
Nel capoluogo bavarese Rosenberg cominciò a entrare in contatto con alcuni circoli di controrivoluzionari scappati come lui dallaRussia bolscevica. È controversa[2] la sua adesione allaSocietà Thule, circolo che già si era connotato per il suo forteantisemitismo e dove avrebbe avuto modo di conoscere il giovaneAdolf Hitler, entrato poco prima nella medesima società. È interessante notare come Rosenberg, già all'epoca della sua ipotetica entrata nella società di Thule, aveva raggiunto ormai una considerevole notorietà fra i circoli antisemiti grazie ad alcune sue pubblicazioni, in particolar modo con i suoi due trattati antisemiti,Il cammino degli ebrei attraverso i secoli (in tedescoDie Spur des Juden im Wandel der Zeiten) eL'immoralità nel Talmud (in tedescoUnmoral in Talmud), entrambi dati alle stampe nel1919.
Dalla sua ipotetica entrata nella Società Thule avrebbe iniziato la sua rapida ascesa ai vertici del nuovoPartito Nazionalsocialista hitleriano, che proprio dalla Società Thule avrebbe preso le mosse, almeno in parte (se non altro per l'apporto ideologico). Rosenberg, grazie alla sua intensa attività nell'ideologia antisemita, venne immediatamente messo da Hitler a capo del nuovo giornale nazista,Völkischer Beobachter, nel1921 del quale si servì astutamente per far circolare uno dei primi grandi falsi documenti antisemiti su una presunta volontà giudaica di dominare e colonizzare il mondo (il documento, che circolò per molto tempo, era noto comeProtocolli dei Savi di Sion), attraverso speculazioni finanziarie (Rosenberg non era nuovo a questo tipo di teorie antisemite e nel 1919 aveva concepito una teoria su un complotto mondiale giudaico-bolscevico-massonico).
Dal 1942 l'ufficio del ministro per i Territori occupati dell'Est Alfred Rosenberg
Nel1923 prese parte al fallitoPutsch di Monaco a seguito del quale Hitler fu arrestato, il partito sciolto e ilgiornale cessò le pubblicazioni. Hitler, imprigionato, lo designò per rimpiazzarlo temporaneamente alla guida del partito, consapevole che Rosenberg, vista l'assenza di carisma e di personalità, non avrebbe mai potuto intaccare la sua autorità. Dopo il rilascio del Führer riprese la sua attività, divenendo l'intellettuale del partito. Nel1930 venne eletto per la prima volta deputato al Parlamento tedesco. Da questa data sino alla fine della guerra mantenne sempre un ruolo di enorme rilevanza all'interno del partito ma soprattutto nei quadri del nuovo impero tedesco, come dimostrano gli incarichi che Hitler gli affidò nel corso degli anni. Come prima nomina, il nuovo Cancelliere assegnò a Rosenberg il ruolo di "Delegato del Führer per l'educazione e la formazione intellettuale e filosofica del partito Nazionalsocialista" nel1933, incarico che ben rispecchiava la sua figura dileader indiscusso, dopo Hitler, in quanto a dottrina del movimento.
Non solo, sempre dello stesso anno fu la nomina di Rosenberg a "Responsabile Esteri per il Partito" (ruolo che ricoprì sino alla fine della guerra nel1945) e grazie al quale ebbe modo di tessere stretti rapporti con pressoché tutti i partiti fascisti sparsi nel mondo (ruolo che gli dette una notevole visibilità). Nel1939, sempre per la sua forte conoscenza dellaquestione ebraica, fondò su ordine di Hitler l'"Istituto di studi sulla questione ebraica" (Institut zur Erforschung der Judenfrage), il cui compito era sostanzialmente diretto a svuotare archivi, musei e gallerie d'arte ebraica europee a "fini di ricerca scientifica". Con il deflagrare della guerra Rosenberg fondò un suo propriostaff operativo, chiamatoEinsatzstab Reichsleiter Rosenberg (o Commando Rosenberg), che si occupò principalmente (se non in via esclusiva) di trafugare opere d'arte da tutti i territori occupati dell'Europa ma in modo particolare dalla Francia.
Al1941 risale invece la sua ultima nomina politica, quella a Ministro dei territori occupati, ruolo grazie al quale ebbe modo di impegnarsi in prima persona alla realizzazione del piano sullo sterminio di massa della popolazione ebraica.
Durante la prigionia a Norimberga, in attesa del giudizio che lo condurrà alla pena di morte, Rosenberg fu autore di una serie di appunti autobiografici che erano tesi a sminuire la sua figura all'interno del partito (forse un ultimo tentativo di difesa contro la pena di morte), accusando dello sterminio soprattuttoGoebbels,Himmler eBormann, sottolineando di essersi occupato essenzialmente di cultura e di ricerca, tendendo a passare le giornate "isolato nelle biblioteche a leggere mentre gli altri gerarchi erano intenti a tessere fitte reti di rapporti ed estendere la loro influenza" (Letzte Aufzeichnungen, Norimberga, 1945/1946).
Da destra: Rosenberg, Frank e Jodl durante il processo
Essendo stato catturato dagliAlleati alla fine della guerra, Rosenberg sedette in prima fila alProcesso di Norimberga. Fu messo sotto accusa per il suo ruolo politico più che per quello intellettuale.
Durante il processo si isolò dal resto degli imputati, con i quali non era mai stato in buoni rapporti. Non espresse mai pentimento o rimorso per le sue azioni, continuando anzi a sostenere fino all'ultimo la propria fede nel nazismo, sostenendo che i crimini fossero dovuti ad un'errata interpretazione della filosofia nazionalsocialista. Dalle testimonianze degli altri gerarchi emerse inoltre che nessuno di loro aveva letto, se non per poche pagine,Il Mito del XX secolo.
Il corpo di Rosenberg dopo l'impiccagione
Nel suo rapporto medico e psichiatrico sui detenuti, il tenente colonnelloW.H. Dunn scrisse di Rosenberg:
Dava l'impressione di aggrapparsi in modo fanatico e intransigente alle proprie teorie e di essere stato ben poco influenzato, durante il processo, dalla scoperta della crudeltà e dei crimini del partito.[4]
Sempre Dunn riassunse in questi termini il conflitto fra il punto di vista di Rosenberg e il pragmatismo degli altri gerarchi:
Il crudele raggiungimento degli obiettivi del nazismo si rivelò essere non la permeazione della vita dei tedeschi con la nuova ideologia, come Rosenberg aveva sperato, ma la concentrazione delle risorse del partito e dello stato nella guerra totale.[4]
Rosenberg fu riconosciuto colpevole di tutti e quattro i capi d'accusa (cospirazione per infrangere iltrattato di Versailles, attuazione dell'aggressione,crimini di guerra ecrimini contro l'umanità)[5] e condannato a morte per impiccagione. La sentenza fu emessa dal giudice sovieticoIona Nikitchenko il 1º ottobre 1946 e due settimane dopo, il mattino del 16, Rosenberg fu giustiziato. Fu il quarto a salire sul patibolo e l'unico dei condannati a rispondere "No" quando gli venne chiesto se volesse dire qualcosa prima dell'impiccagione. La sua esecuzione fu lenta: Rosenberg impiegò un minuto e mezzo per morire.[6] In seguito, il suo corpo venne cremato nel Cimitero Est diMonaco di Baviera e le ceneri, insieme a quelle di altri 10 imputati, vennero sparse nelWenzbach, un affluente del fiumeIsar, nella medesimacittà.
«Oggi inizia un'epoca in cui la storia del mondo dev'essere riscritta.»
(Inizio del primo capitolo)
Il mito del XX secolo, il libro più celebre di Rosenberg, si rifà alla teoria delpangermanismo e soprattutto all'ideologia razzista propagata daChamberlain (il titolo stesso è un omaggio aI fondamenti del XIX secolo). Le teorie razziali naziste, influenzate anche dalla matriceariosofica esoterica, consideravano gli "Atlantidei" (discendenti diAtlantide) come una razza di esseri superiori nordici provenienti daThule. Rosenberg ebbe a scrivere di unarazza superiore nordico-atlantica la cui civiltà fu perduta per colpa della corruzione interna e del tradimento[8].
Secondo Rosenberg la razza nordica si sarebbe evoluta su un territorio oramai perduto sulla costa occidentale europea, discendente dei mitici atlantidei, migrata poi nell'Europa settentrionale per allargarsi ulteriormente in seguito a sud verso l'Iran e l'India ove fondò le culture ariane dellozoroastrismo e dell'induismo. Come già pensato daMadison Grant e altri, anch'egli sosteneva che l'energia produttiva dei nordici era degenerata a partire dal momento in cui si mescolò con i popoli inferiori.
Nel testo, Rosenberg esamina, tra le altre cose, il cosiddettoCristianesimo positivo, quella che sperava sarebbe divenuta la religione ufficiale del Terzo Reich.
«Oggi Gesù appare a noi come Signore [Herr] sicuro di sé, nel migliore e più alto significato della parola. È la sua vita che per le genti germaniche acquista significato, non la sua morte tormentata, che è l'immagine sua tra i popoli delle Alpi e del Mediterraneo. Il potente vendicatore, incollerito [Zurnende] nel tempio, l'uomo che trascinava i suoi seguaci, è l'ideale che oggi scaturisce risplendente dai Vangeli, non l'agnello sacrificale dei profeti ebraici, non il crocifisso.»[9]
Rosenberg ergevaGesù asuperuomo, simbolo dellarazza ariana. In particolare ne esaltava gli aspetti della vita nei quali, secondo iVangeli, aveva manifestato opposizione nei confronti delle istituzioni ebraiche. Non va tuttavia dimenticato che, nel pensiero di Rosenberg, Gesù non era figlio di Dio, né risorse dai morti (Rosenberg le definisce "leggende"). In pratica, la figura di Gesù viene privata di ogni attributo divino e messianico e viene accostata alle figure di grandi pensatori comeConfucio oMeister Eckhart. A Gesù si riconosce il merito di aver superato la frattura "siriaco-etrusco-giudaica" tra umano e divino, in ciò mostrando perfetta sintonia con il panteismo propagandato dal nazionalsocialismo, ostile all'idea di un Dio personale (il concetto di "Provvidenza" per il nazismo è infatti completamente diverso da quello del monoteismo giudaico, cristiano ed islamico).
Nonostante la diffusione del libro (paragonabile a quella delMein Kampf), le reazioni degli altri gerarchi furono per la maggior parte negative. Molti sottolinearono il conflitto che si sarebbe venuto a creare con gli ambienticattolici eprotestanti, in quanto Rosenberg si opponeva tenacemente a entrambe le religioni, mentre la maggior parte dei gerarchi era seguace di una o dell'altra. Goebbels si rivelò particolarmente critico nei confronti dell'opera e del suo autore, per il quale coniò la locuzionefast Rosenberg (quasi Rosenberg), al fine di indicare qualcuno «quasi in grado di diventare un filosofo, un giornalista o un politico, ma solo quasi»[10]. Hitler stesso, che intendeva apparire come l'unico in grado di salvaguardare il cristianesimo dall'ateismo comunista, definì il libro «illogico e derivativo», ma allo stesso tempo assicurò a Rosenberg che si trattava di un libro «molto intelligente».[10] L'atteggiamento del partito nazista verso "Il mito del XX secolo" fu ambivalente: mentre da un lato le dottrine di Rosenberg erano state dichiarate un'opera privata dal valore non ufficiale, dall'altro quest'ultime venivano invece largamente propagandate dai giornali e dalle associazioni naziste.
Il Vaticano prese le distanze da Rosenberg. Il 7 febbraio 1934 l'Osservatore Romano pubblicò un articolo in cui informava che il libro di Rosenberg era stato messo all'Indice, in quanto «mostra disprezzo per tutti i dogmi della Chiesa cattolica, cioè i fondamenti stessi della religione cristiana e li respinge completamente. Sostiene la necessità di fondare una nuova religione o una chiesa germanica e proclama il principio: "Oggi si sta svegliando una nuova fede, il mito del sangue, la fede nel difendere con il sangue l'essenza divina dell'uomo."». Rosenberg, tra l'altro, oscillante traateismo eneopaganesimo, si era già distaccato dalle Chiese tradizionali nel1933 richiedendo (come fecero ancheHimmler eHeydrich), con un atto ufficiale (Kirchenaustritt), che il suo nominativovenisse cancellato dagli elenchi dei battezzati nella chiesa cattolica.[11] Nonostante le varie controversie inerenti al libro, l'apporto ideologico di Rosenberg alla dottrina nazionalsocialista rimane comunque di primaria importanza.
Il libroDer Mythus des 20. Jahrhunderts, in italianoIl mito del XX secolo è un libro scritto da Rosenberg nel 1930. Il titolo è un riferimento al trattatoI fondamenti del XIX secolo diHouston Stewart Chamberlain. Il mito del titolo è il nazionalsocialismo, descritto dall'autore come "il mito del sangue, che sotto l'egida della svastica scatena la rivoluzione mondiale della razza". Il libroBlut und Ehre ("sangue e onore") si compone di sedici scritti di Rosenberg dal 1919 al 1933, di venti scritti dal 1922 al 1933, di diciassette suoi scritti dal 1920 al 1933 e infine di undici scritti di Rosenberg dal 1925 al 1933. Il libroPortrait eines Menschheitsverbrechers ("Ritratto di un criminale contro l'umanità"), pubblicato postumo, contiene memorie scritte da Rosenberg mentre era in prigione a Norimberga.
edizione italiana: Alfred Rosenberg,Il mito del XX secolo. La lotta per i valori, Roma, Thule Italia editrice, 2010.
(DE)Blut und Ehre (quattro volumi), Franz-Eher-Verlag, Monaco 1936-41
edizione in inglese: (EN) Alfred Rosenberg,Blood and Honor, North Charleston, Createspace Independent Publishing, 2016,ISBN978-15-3090-934-6.
(DE)Portrait eines Menschheitsverbrechers: Nach den hinterlassenen Memoiren des ehemaligen Reichsministers Alfred Rosenberg, Zollikofer, St. Gallen 1947
edizione in inglese: (EN) Alfred Rosenberg,Memoirs, San Francisco, Blurb Inc, 2019,ISBN978-13-8999-797-6.
La figura di Alfred Rosenberg è stata anche oggetto di trasposizioni nella finzione letteraria. Nel libroThe Spinoza Problem del 2012,Irvin D. Yalom, partendo da un evento storico realmente accaduto - il sequestro dell'intero contenuto del museoSpinoza diRijnsburg da parte di unità dipendenti da Rosenberg - immagina una romanzesca vita parallela tra il filosofo ebreo e l'ideologo nazista.[12]
^Si veda in proposito Giorgio Galli,Hitler e il nazismo magico. Le componenti esoteriche del Reich millenario, Milano, Rizzoli, 1989, in particolare p. 106-108
^(EN) Lynn H. Nicholas,Cruel World: The Children of Europe in the Nazi Web, p. 351,ISBN 0-679-77663-X
^abRobert Cecil,The Myth of the Master Race: Alfred Rosenberg and Nazi Ideology
Robert K. Wittman e David Kinney,Il diario perduto del nazismo. I segreti di Adolf Hitler nei diari inediti di Alfred Rosenberg e del Terzo Reich, Milano, Newton Compton Editori, 2016,ISBN978-88-541-8198-4.