Il repertorio latino di base consiste oggi di 26grafi (comunemente chiamati caratteri o lettere), di seguito rappresentati in maiuscolo e minuscolo:[3]
Lettere maiuscole
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
Lettere minuscole
a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z
Questa in realtà è la versione moderna ed estesa del repertorio latino originario, ossia quello utilizzato per lalingua latina. Gli antichiRomani infatti usavano solo 23 grafi, non conoscendo laW, di origineanglosassone, mentre le lettereU (primaV) eJ (primaI) fecero la loro comparsa nelRinascimento.
Vista l'insufficienza di caratteri per rappresentarne tutti ifonemi, molte lingue hanno poi affiancato a questi caratteri altri caratteri aggiuntivi, formati o per aggiunta di segni diacritici (tilde,cediglia,háček, soprallineature, trattini di taglio, etc.) o per legature (es.:ß) o per importazione da alfabeti precedenti (es.:þ) o ancora considerando convenzionalmente gruppi di caratteri come un'unica entità (es.ll och).
L'alfabeto latino nasce nell'VIII secolo a.C. da quelloetrusco, a sua volta derivato da quello greco arcaico deiCalcidesi[4], inizialmente introdotto in Italia[4] aIschia,Pithecusa,Cuma[5][6] e, soprattutto,Rhegion, che è il centro principale della cultura calcidese occidentale mantenendo tale scrittura fino al IV sec. a.C.
Il più antico alfabetario in lingua latina arcaica, di derivazioneetrusca, giunto sino ai nostri tempi, si trova aLanuvio, dove i gruppi di frammenti sono conservati ed esposti nel Museo Civico di Lanuvio. È stato rinvenuto nel 2000 in una collezione privata nel santuario diGiunone Sospita.[7]
In origine era composto di 20 caratteri, passati presto a 21 attorno al 230 a.C. con l'aggiunta della lettera⟨G⟩ da parte delliberto del consoleSpurio Carvilio Massimo Ruga; le lettere⟨J⟩,⟨U⟩,⟨W⟩,⟨Y⟩ e⟨Z⟩ erano sconosciute. Durante l'epoca repubblicana, con il crescere dell'influenza greca su Roma, furono introdotte due ulteriori lettere, la⟨Y⟩ e la⟨Z⟩, per riportare in latino i corrispondenti caratteri dell'alfabeto greco. L'alfabeto latino arrivò così a 23 lettere. I grafemi⟨W⟩ e⟨J⟩ furono introdotti nelMedioevo per scrivere varie lingue nazionali (in particolare il primo fu introdotto dagli anglosassoni nel VI secolo, il secondo si diffuse nelle lingue romanze occidentali e anche in italiano) mentre la distinzione tra⟨u⟩ e⟨v⟩ è tarda, in quanto risale agli umanisti.
Consisteva inizialmente delle solelettere maiuscole; fu solo nelMedioevo che entrarono nell'uso anche le lettere minuscole, derivate dalla scrittura corsiva.
Il maiuscolo fu mantenuto per scritture formali e per enfasi; da qui l'uso ancora corrente di utilizzare un'iniziale maiuscola per aprire paragrafi e frasi, nonché per i nomi propri.
Tramite le conquiste imperiali romane, l'alfabeto adottato nellalingua latina si diffuse daRoma nelle regioni bagnate dalmar Mediterraneo. Mentre le regioni orientali dell'impero romano continuarono a usare ilgreco come lingua franca, illatino si impose nelle regioni occidentali e il suo alfabeto venne trasmesso alle lingue neolatine che ne derivarono. L'espansione nell'Europa settentrionale e centrale avviene attraverso la diffusione delCristianesimo.L'alfabeto latino fu adottato anche da popoli di lingua non indoeuropea, quali ilbasco, ilfinlandese, l'estone e l'ungherese.
In verde scuro le nazioni dove è usato solo l'alfabeto latino; in verde chiaro quelle dove all'alfabeto latino è affiancato un altro alfabeto.
Nel1492 l'alfabeto latino risulta in uso nelle nazioni cattoliche (sia di lingua neolatina sia di lingua slava) d'Europa; i popoli slavi orientali, di religione ortodossa, usano ilcirillico e i greci ilgreco. Nel mondo islamico si usa l'alfabeto arabo, anche in stati di lingua non araba quali la Turchia e laPersia. In Asia si usano alfabeti di origine indiana o cinese.
Successivamente alle spedizioni europee nelleAmeriche e inOceania, l'alfabeto latino si diffonde nel mondo intero, dove viene adottato nei territori conquistati da inglesi, francesi, spagnoli, portoghesi e olandesi.
L'alfabeto latino è anche l'alfabeto ufficiale adottato dalleFilippine, dall'Indonesia e da molte lingue nei paesi dell'oceano Pacifico.
Nel1928, tra le varie riforme intraprese daKemal Atatürk, anche laTurchia rimpiazza l'alfabeto arabo con quello latino.
Nel 1991, dopo il collasso dell'Unione Sovietica anche gli stati di lingua affine al turco (Azerbaigian,Uzbekistan eTurkmenistan) sostituiscono l'alfabeto cirillico con quello latino, e la repubblica russa delTatarstan lo affianca al cirillico.
Durante ilprimo decennio delXXI secolo, nelMontenegro e inMacedonia del Nord si è proposto il duplice uso dell'alfabeto cirillico e latino. InBosnia ed Erzegovina si usa l'alfabeto latino nella zona croato-musulmana, mentre in quella serba si usano sia l'alfabeto latino sia il cirillico. InSerbia viene usato sia l'alfabeto cirillico (l'alfabeto ufficiale) sia quello latino, diffuso almeno quanto il primo.
Oggi neiBalcani solo laBulgaria e laGrecia usano esclusivamente un alfabeto non latino, anche se ufficialmente accettano l'uso dell'alfabeto latino nellalingua della loro minoranza turca.
Un esempio di espansione: I Balcani e l'ex Jugoslavia
Dopo la divisione della Jugoslavia nel1992, laSlovenia e laCroazia usano solamente l'alfabeto latino, mentre nellaBosnia croato-musulmana viene imposto quasi ufficialmente. Nel recentemente indipendenteKosovo si vuole eliminare il cirillico e ufficializzare l'esclusivo uso dell'albanese, scritto in alfabeto latino. NelBanato e nella parte serba della Bosnia l'alfabeto latino viene usato maggioritariamente, mentre nelMontenegro lo si usa al 50% assieme al cirillico. Solamente nellaSerbia vera e propria e nellaMacedonia del Nord il cirillico viene usato in maggioranza, anche se le locali comunitàvalacca (della Serbia nord-orientale) e albanese (della Macedonia del Nord occidentale) usano l'alfabeto latino.
Nuovi alfabeti nel mondo derivati da quello latino
Nell'ultimo secolo sono numerosi gli alfabeti derivati dall'alfabeto latino, a riprova della vitalità espansiva del latino e del suo alfabeto nel mondo contemporaneo.
Il caso più notevole inEuropa avvenne negli anni venti nell'Unione Sovietica, dove si volle sostituire l'alfabeto cirillico con quello latino[8]. Altri casi riguardarono laBielorussia con ilLacinka e l'Ucraina con l'Euro-Ukrainian (Latynka).
InNordafrica è notevole il tentativo recente della comunità intellettuale berbera di crearsi un proprio alfabeto, basato su quello latino, allo scopo di ottenere un certo grado di indipendenza dallalingua araba dominante: ilBerbero latino sta ottenendo un certo successo nelMaghreb, anche se limitato ai ceti più elevati e ai berberi emigrati in Europa. Per l'Algeria, dove il berbero nelle scuole è una realtà dal1995 ed è attualmente lingua ufficiale assieme all'arabo, sembra affermata una trascrizione a base latina, elaborata nel tempo da diversi autori (in particolareMouloud Mammeri) e messa a punto in diversi congressi scientifici internazionali.[9] Tuttavia altri studi berberi stanno invece cercando di riutilizzare l'antico alfabetotifinagh, revisionandolo nel più modernoNeo-tifinagh, elaborate dall'Accademia berbera, inFrancia, e dall'Istituto Reale della Cultura Amazigh, inMarocco.
L'alfabeto latino viene usato in tutto il mondo per latinizzare le diverse lingue, scritte con altri alfabeti, allo scopo di facilitare la comunicazione tra le nazioni dell'umanità. Questo processo, dettoromanizzazione linguistica, consiste nellatrascrizione o nellatraslitterazione di sistemi di scrittura che usano un repertorio di elementi grafici diverso da quello latino: ad esempio, viene dettoromanizzazione la trasposizione da sistemi di scrittura come ilcirillico, l'alfabeto arabo, l'alfabeto greco. Questi sistemi hanno spesso un insieme di norme ufficiali nazionali o internazionali (normeISO). Si parla anche diromanizzazione per la trascrizione delle lingue logografiche, come il cinese (Pinyin) o il giapponese, benché questo processo generalmente sia ditrascrizione, più che ditraslitterazione, dato che lo scopo è quello di trascrivere i suoni e non ilogogrammi.
Di seguito un esempio diromanizzazione (usato principalmente dalleNazioni Unite) dell'alfabeto del greco moderno, russo cirillico, ebraico, arabo, persiano, giapponese katakana e coreano hangul:
Alfabeti latino, greco, fenicio, ebraico e arabo a confronto
^Riconoscendo l'ambiguità e l'uso comune dei termini, in questa voce si useranno indistintamente "lettera" e "carattere" per indicare un grafo e "alfabeto" per indicare lo scritto (piuttosto che il sistema di scrittura vero e proprio).
^abMauro Cristofani (a cura di),Etruschi, Giunti Gruppo Editoriale, 1984, p. 211.
^Enrico Benelli, Formazione delle scritture alfabetiche in Italia centrale. Riflessioni sul caso dell’etrusco e alfabeti connessi. Pag. 104