Aleppo (in araboحلب?,Ḥalab) è unacittà della Siria settentrionale, capitale dell'omonimo governatorato e deldistretto di Jabal Sam'an. Per la sua importanza è spesso soprannominata la "Capitale del Nord".[2] Seconda città per popolazione della attuale Siria, dopo la capitaleDamasco, essa fece a lungo parte dellaJazira (oggi non più esistente come entità statale),[3] mentre nel 2010 aveva una popolazione di almeno4600000 abitanti (agglomerato urbano).[N 1] Dopo lo scoppio dellaguerra civile siriana il numero è sceso, secondo stime del 2022, a2098000 abitanti.
È una delle più antiche città del mondo,[4] complice la posizione strategica a metà strada tra ilMar di Levante e il fiumeEufrate. Secondo ritrovamenti archeologici la fondazione della città risale alI millennio a.C.[5], anche se è verosimile che la città risalga alIII millennio a.C., ed essa è stata abitata ininterrottamente da allora. Lacittadella, delimitata da una cinta muraria, è stata inserita tra ipatrimoni dell'umanità dall'UNESCO nel 1986. Distante pochi chilometri dal confine con la Turchia, la popolazione includearabi,armeni,curdi,circassi eturchi, mentre dal punto di vista religioso, accanto a una maggioranza di religioneislamica, Aleppo è la terza maggiore cittàcristiana delmondo arabo, dopoBeirut eIl Cairo.
Nell'anno 2006 Aleppo è stata la prima città a fregiarsi del titolo di "Capitale culturale del mondo islamico". A partire dal 2012, Aleppo è stata coinvolta nellaguerra civile siriana, diventando il centro di una prolungatabattaglia, conclusasi nel 2016, che ha provocato oltre 31.000 morti devastando l'intera città, che viene talvolta definita la "Stalingrado di Siria".[6]
Il nome arabo della città,Ḥalab, deriva dall'accadicoḪalap oḪalab. La città viene citata inoltre nelle fontiegiziane comehlp, e in quelleugaritiche earamaiche comehlb. Nell'età antica Aleppo fu nota anche comeBeroea oBerya[7].
L'origine del toponimo è oscura ma vi sono diverse ipotesi al riguardo: nella linguaamorritaHalab significametallo di ferro orame di cui il luogo era importante fornitore nell'antichità; in linguaaramaica significabianco come il colore del marmo abbondante nell'area, mentrelatte si dice in arabo حليب, ossiaḤalīb, parola la cui radice è la stessa del toponimo.Ḥalab Ibrāhīm significherebbe fantasiosamente(lui)Abramo allatta la (mucca) bianca secondo il viaggiatoreIbn Baṭṭūṭa, che scrive che il patriarca, soggiornando nel luogo e avendo un gregge numeroso, sarebbe stato solito distribuirne ai poveri.[8]
La città è anche nota come "la grigia" (al-Shahbāʾ)[9], in riferimento al colore dellepietre calcaree con cui sono costruiti lacittadella e buona parte degli edifici.[10]
La porta di accesso alla CittadellaZona storica di Aleppo
La città appare nei documenti ritrovati negli archiviIttiti diMari edEbla, risalenti alII millennio a.C., che la descrivono come capitale del regnoamorreo diYamkhad. Fu conquistata dal re ittitaMuršili I, nel 1600 a.C., lasciando un vuoto politico nel nord della Siria sino all'inizio delXV secolo a.C., quando viene annessa al regnohurrita diMitanni. Il re ittitaShuppiluliuma nel 1473 a.C. riconquista la città, che diventa sede religiosa dell'Impero ittita. Nel 1274 a.C. il re di AleppoTelepinu partecipa con le forze ittite alla famosabattaglia di Kadesh svoltasi sulle rive dell'Oronte, non distante dalla città. La battaglia segnò la fine dell'espansione verso nord degliEgiziani.
Dopo la caduta dell'Impero ittita con l'invasione deiPopoli del Mare (1190 a.C.), Aleppo forma uno dei piccoli stati neo-hittiti, mentre l'elemento arameo aveva il sopravvento tra la popolazione, come in tutta la Siria del nord; infatti più tardi Aleppo diventa capitale di un regnoaramaico.
Tiglatpileser I, nell'XI secolo a.C., invade l'Impero ittita e fonda l'Impero assiro, nel quale viene definitivamente inclusa con la vittoria diSalmanassar III nellabattaglia di Qarqar (853 a.C.), la città di Aleppo, che da quel momento conserva come unico motivo di prestigio il celebre ed antico santuario del dio della tempesta,Hadad.
Icaldei o neo-babilonesi si sostituiscono brevemente agliAssiri nel 612 a.C., e a loro volta sono sconfitti daCiro II di Persia (539 a.C.), fondatore dell'Impero achemenide. Viene istituito il sistema amministrativo dellesatrapie.
Nel 540, la città venne distrutta dal resasanideCosroe I e fu riedificata e fortificata dall'imperatoreGiustiniano.
Con l'avanzata della potenzaaraba nelVI secolo, gli aleppini aprono le porte della città aKhalid ibn al-Walid nel 637. Sotto gliOmayyadi la città prospera, per poi declinare quando gliAbbasidi spostano la capitale delcaliffato aBaghdad e distruggono tutte le opere degli Omayyadi (resta solo l'impianto della grande Moschea). La dinastia degliHamdanidi, iniziata conʿAli Sayf al-Dawla, che rese Aleppo indipendente dal califfo, regna dal 944 al 1003 e, proprio con ʿAli Sayf al-Dawla, ancora oggi ricordato ad Aleppo, difende la città contro gli attacchi dell'imperatore bizantinoNiceforo Foca che, nel 962, riesce a saccheggiare la città ma non a conquistarne la Cittadella.
In seguito la città cadde sotto il controllo deiFatimidisciitiismailiti nel 1015, di alcune tribù beduine nel 1024, della famiglia dei Banu ʿAqīl nel 1080, dei turchiSelgiuchidisunniti nel 1086 e della dinastiaurtuchide nel 1117.
Durante lecrociate la città viene assediata, senza esito, dai cristiani nel 1098 mentre, nel 1124, arriva in aiuto della città l'atabeg selgiuchide diMosul, il turcoʿImād al-Dīn Zangī. ConNur al-Din Zangi (1128 – 70), figlio di Zangi e atabeg diMosul, Aleppo diventa il fulcro della reazione islamica contro i crociati e, alla morte di questi, passa alcurdoSaladino, già sottoposto di Norandino e poi fondatore della dinastia degliAyyubidi, che riuniva sotto un'unica guida diverse realtà istituzionali islamiche delle aree dellaSiria,Iraq,Jazira,Egitto eAnatolia e pose fine vittoriosamente allaterza crociata. Il figlio di Saladino,al-Zahir Ghazi, fece scavare il fossato e ricoprì di pietre la scarpata della Cittadella.
Nel 1138 la città subisce gravissimi danni a causa di unterremoto catastrofico che causa circa 250.000 vittime.
La città viene conquistata e devastata durante leincursioni mongole in Palestina del 1260. IMamelucchi nel 1292 ricostruiscono la Cittadella che nuovamente viene distrutta nel 1400 con l'invasione diTamerlano.
Aleppo. Tavola tratta daTravels through different cities of Germany, Italy, Greece, and several parts of Asia, as far as the banks of the Euphrates, 1754
Nel 1516 Aleppo passa sotto gliOttomani conSelim I, che sconfigge iMamelucchi diSiria edEgitto. Vi si stabilisce la residenza di unWali (governatore), e nei quattro secoli che seguono la città resta uno degli scali commerciali più importanti al mondo, confluendovi le vie carovaniere dell'Asia e dell'Arabia con i collegamenti alMar Mediterraneo nei porti diTripoli eAlessandretta. È tappa obbligatoria nei pellegrinaggiislamici allaMecca.
Nel 1822, un terribile terremoto uccide il 60% della popolazione della città, che in pochi decenni si risolleva e alla fine di quel secolo raggiunge nuovamente i centomila abitanti.
In esecuzione deltrattato di Sèvres nel 1920 viene imposto il protettorato francese nel territorio compreso negli stati diSiria,Libano eIsraele, oltre alla zona di Alessandretta, che viene ceduta arbitrariamente dai francesi al nuovo StatoTurco, privando così Aleppo del suo porto storico.
Nel 1946 laSiria si autoproclama repubblica indipendente.
Le misure di nazionalizzazione del 1958 (costituzione dellaRepubblica Araba Unita), inasprite nel 1963, determinano la partenza di numerosi industriali e commercianti con un conseguente rallentamento della crescita economica, mentre numerosi finanziamenti pubblici attivano l'industrializzazione della capitale,Damasco.
Aleppo comunque resta la seconda città della Siria e può vantare negli ultimi anni un considerevole sviluppo in campo industriale, commerciale ed agricolo.
Piazza Saadallah Al-Jabiri dopo essere stata colpita dalFronte al-Nusra nell'ottobre 2012La Chiesa Presbiteriana Nazionale di Aleppo dopo essere stata colpita il 6 novembre 2012
Il 12 agosto 2011, pochi mesi dopo lo scoppio delle prime proteste nel resto del Paese, nel contesto dellaprimavera araba, decine di migliaia di manifestanti antigovernativi manifestarono in vari distretti della città. Nel corso di queste dimostrazioni, le forze di sicurezza spararono e uccisero almeno due persone.[13] Due mesi dopo, dimostranti filo-governativi manifestarono inpiazza Saadallah Al-Jabiri, in centro città. In particolare, l'11 ottobre 2011, vaste folle si riunirono per esprimere il proprio sostegno al presidenteBashar al-Assad.[14]
All'inizio del 2012, le forze governative iniziarono a bombardare la città in reazione a una rivolta. Il 10 febbraio 2012, due autobombe esplosero accanto a due edifici governativi, provocando 28 morti (tra i quali quattro civili) e 235 feriti.[15] Il 18 marzo 2012, un'altra autobomba in un quartiere residenziale uccise due membri del personale di sicurezza e una donna civile e ferì 30 residenti.[16][17]
Nel luglio 2012, gli eventi ad Aleppo degenerarono quando i ribelli lanciarono una prima offensiva dalle campagne circostanti.[18][19] La città fu colpita da devastanti bombardamenti.[18] Nel corso degli ultimi mesi del 2012 proseguirono i combattimenti casa per casa tra i ribelli e le forze governative e nella primavera del 2013 le linee del fronte si stabilizzarono con le forze governative raccolte nella parte occidentale della città e le forze di opposizione nella parte orientale.[18] Secondo una stima effettuata da un'organizzazione umanitaria, nei primi mesi, i combattimenti provocarono circa13500 morti,1500 dei quali sotto i 5 anni di età, e23000 feriti.[18] Le locali stazioni di polizia, utilizzate come basi delle forze governative, furono al centro dei combattimenti.[20][21] I combattimenti provocarono la distruzione di vaste sezioni dell'Al-Madina Souq, dellagrande moschea di Aleppo e di vari altri edifici storici.[22][23]
Il conflitto si trascinò in una situazione di stallo per quattro anni fino al luglio 2016, quando le forze governative bloccarono, con il sostegno degli attacchi aerei russi, l'ultima linea di rifornimento per i ribelli, che lanciarono controffensive infruttuose tra settembre e ottobre che non riuscirono a rompere l'assedio; a novembre, le forze governative intrapresero una campagna decisiva. I ribelli accettarono di evacuare la città nel dicembre 2016.[24] Il 22 dicembre, l'evacuazione fu completata e le forze governative presero possesso del settore orientale della città.[25][26] La vittoria del governo siriano venne ampiamente considerata come un potenziale punto di svolta nell'ambito dellaguerra civile siriana.[27][28]
In seguito alla fine dei combattimenti, circa500000 rifugiati tornarono ad Aleppo.[29] Molti settori della città che sono stati colpiti sono in fase di ricostruzione.[29] A partire dal febbraio 2018, le locali forze delloYPG abbandonarono il quartiere di Sheikh Maqsud, da essi precedentemente controllato, e si trasferirono adAfrin per fronteggiare l'operazione Ramoscello d'Ulivo lanciata dal governoturco. Come conseguenza, l'esercito siriano prese possesso del distretto.[30] Nel febbraio 2020, le forze governative catturarono le ultime aree controllate dai ribelli nella periferia occidentale di Aleppo, ponendo così fine a un conflitto iniziato in città otto anni prima.[31][32]
La varietà culturale e religiosa della città viene pienamente rispecchiata negli edifici religiosi che vi sorgono, importanti sedi sia della religioneislamica, come lamoschea degli Omayyadi, checristiana. Durante laguerra civile siriana diversiminareti della città, tra cui quello della grande moschea, sono andati distrutti, mentre le cattedrali e chiese cristiane sono state abbandonate, salvo poi esser restaurate o riaperte dopo il 2016.
In originecattedrale bizantina (conserva ancora le colonne concapitellibizantini delV secolo) che la tradizione vuole fondata daSant'Elena, madre dell'imperatoreCostantino il Grande; confiscata, nel 1124, per le atrocità commesse daicrociati. Il nome dellamadrasa deriva dahulw (dolce), perché al tempo diNur al-Din Zangi venivano distribuiti dolciumi alla popolazione. La madrasa, restaurata, è usata ancora oggi come scuola coranica.
L'importanza, soprattutto commerciale della città, si riflette pienamente sulle architetture civili che hanno attraversato i diversi secoli di storia della città; nel dettaglio si possono ancora ammirare: sedicicaravanserragli, ossia grandi edifici con cortile interno volti ad ospitare le carovane itineranti, due imponentibimaristan, ossia ospedali islamici talvolta utilizzati comemanicomi, ottohammam oltre che svariate residenze tradizionali,mausolei emadrase.[33] Inoltre isuq di Aleppo sono considerati i più estesi delVicino Oriente con circa 12 km complessivi.
La massiccia porta è rafforzata da due grandi bastioni esagonali eretti dal nipote delSaladino, il figlio di al-Zahir Ghazi, al-Nasr Yūsuf II, della dinastia degliAyyubidi. Da qui partiva la strada perAntiochia, e da questa porta i musulmani entrarono pacificamente ad Aleppo nel 637. L'iscrizione più antica che è riportata nelle pietre della struttura risale al 1016-1018.
Al-Jdayde era l'insediamento cristiano "fuori le mura" vicino alla Bāb al-Faraj (Porta della Gioia), risalente alXV secolo, dopo la devastazione operata da Tamerlano, ed ora a pieno titolo i quartieri di al-Jadīda[N 2] e al-Tadrība sono inseriti nei giri storico-turistici della città. Nei due quartieri si trovano alcune case tradizionali arabe dei secoliXVII-XVIII, come ilPalazzo Ghazaleh, con all'esterno alte mura di protezione; nel passato, di notte, i tre cancelli d'ingresso venivano chiusi e presidiati da guardie. Detto anchequartiere cristiano oquartiere armeno, vi si trovano quasi[N 3] tutte le chiese della città:
lachiesa Ortodossa Armena della Vergine Maria, delXV secolo, con un monumento, nel cortile, che ricorda il massacro degli Armeni operato dai Turchi Ottomani, nel 1915. Oggi è un museo d'arte religiosa;
lachiesa Cattolica Armena, ricavata dall'abitazione della famiglia Qara Ali, nel 1830;
lamelchita, come lachiesa Greca Cattolica, del 1843, decorata all'interno in stilemamelucco, con pietre bianche, nere e gialle;
lagreco-ortodossa, come la chiesa dedicata alla Vergine Maria, con una splendida collezione di icone di scuola aleppina, restaurata, nelXIX secolo;
laChiesa cattolica sira, come lachiesa Siriana cattolica, già esistente, nelXVI secolo e ricostruita, nel 1825, oggi ospita un seminario;
Nel 1901 la popolazione di Aleppo contava 108.143 abitanti, dei quali76329 musulmani (70,58%),24508 cristiani (22,66%) e7306 ebrei (6,76%).[34] La comunità cristiana è aumentata in seguito all'arrivo di rifugiati armeni all'inizio del XX secolo, in particolare dopo ilgenocidio armeno nel 1915. Nel 1922 la popolazione contava156748 unità, tra le quali97600 musulmani (62,26%),22117 nativi cristiani (14,11%),6580 ebrei (4,20%),2652 cittadini europei (1,70%),20007 rifugiati armeni (12,76%) e7792 membri di altre minoranze (4,97%).[35][36] Nel 1944, la popolazione cittadina aveva raggiunto i325000 abitanti, dei quali112110 (34.5%) erano cristiani.
Nel 2004, Aleppo, con i suoi2132100 abitanti, costituiva la città più popolosa della Siria.[37] Nel corso dellabattaglia di Aleppo, nell'ambito dellaguerra civile siriana, i quartieri orientali, nelle mani delle forze di opposizione, hanno visto perdere gran parte della popolazione, che si è rifugiata altrove; nel 2015, la sezione orientale della città ospitava40000 abitanti.[38]
Aleppo ospita una delle popolazioni più variegate delMedio Oriente; la maggioranza della popolazione è costituita daarabi; vi sono minoranze dicurdi,armeni,circassi eturcomanni, oltre a gruppi diceceni e di musulmani balcanici, qualibosgnacchi,albanesi,greci ebulgari. La maggioranza della popolazione è di fedemusulmanasunnita, mentre oltre300000 cristiani appartenenti ad una decina di confessioni fanno di Aleppo la terza maggiore città cristiana del mondo arabo dopoIl Cairo eBeirut. A partire dalla seconda metà delXX secolo, la storica comunitàebraica di Aleppo è emigrata in massa a causa di fattori politici legati alconflitto arabo-israeliano ed economici, mentre diverse migliaia didrusi,alauiti eismailiti dal resto della Siria si sono stabiliti in città.
La maggior parte della comunità cristiana aleppina era costituita da cattolici fino al XX secolo. Le comunitàcristiane ortodosse incrementarono con l'arrivo di immigrati armeni dallaCilicia, in seguito al genocidio armeno, e diarabigreco-ortodossi dalSangiaccato di Alessandretta. Comunità armene sono presenti in città fin dal XII secolo, originatesi dalla Cilicia. LaCattedrale dei Quaranta Martiri, fondata nel 1491, costituisce la cattedrale armena più antica della città. Tra il 1923 e il 1925, in seguito alla ritirata delle truppe francesi dalla Cilicia, oltre40000 rifugiati armeni raggiunsero Aleppo, giungendo a formare un quarto dei210000 abitanti nel 1925.[39][40] Nel 1944, gli armeni contavano60200 dei112110 cristiani aleppini. Numerosi armeni cominciarono ad emigrare verso l'Armenia sovietica a partire dalla seconda metà degli anni 1940, nel processo conosciuto come "rimpatrio armeno".
La città è stata sede di un'antica comunità ebraica. Lagrande sinagoga di Aleppo, costruita nelV secolo, ospitò per secoli ilCodice di Aleppo. A partire dalXV secolo, la città ricevette immigratisefarditi. All'inizio del XX secolo, la comunità ebraica aleppina era concentrata nei quartieri di Al-Jamiliyah, Bab Al-Faraj e vicino alla grande sinagoga. Le tensioni inPalestina portarono a una rivolta nel dicembre 1947 che colpì violentemente la comunità.[41] Gran parte dei6000 ebrei abbandonarono la città.[42] Nel 1968, rimanevano ad Aleppo 700 ebrei.[43] Nel 1992, il governo siriano autorizzò l'emigrazione dei rimanenti4500 ebrei nel Paese.[44] L'ultima famiglia ebraica della città emigrò in Israele nell'ottobre 2016.[45]
Museo Nazionale di Aleppo, dove si trovano le seguenti sale:
al piano terra, sala dei reperti della zona diJazīra, sala diMari, sala diHama, sala diUgarit, sala diTell Halaf, sala di Arsian Tash, sala di Tell Ahmar ed infine una sala con reperti provenienti da siti diversi
al piano superiore vi sono reperti del periodo preclassico e interessanti testimonianze del periodo romano e bizantino;
Museo delle Tradizioni, con arredi che ricreano l'atmosfera di una sontuosa residenza dell'Aleppo delXIX secolo;
Aleppo è famosa nel mondo arabo per la varietà e la raffinatezza della sua cucina.Piatto tipico di Aleppo è ilkebab alle ciliegie, per la cui preparazione si utilizza una varietà di ciliegie specifica e tipica della zona. Altra tipica preparazione è la confettura di rose, di lunga tradizione condivisa con la città diDamasco, ma non è possibile provvedersene neisuq locali in quanto viene preparata solo per uso familiare e non è prodotta in quantità sufficienti per il commercio.
^Il che la rendeva la città più popolosa della nazione.
^"Jdeydé" è il diminutivo dialettale di "al-Jadīda", che di per sé significa "la Nuova": quindi "La piccola Nuova".
^La "Chiesa Latina", dedicata aSan Francesco (i francescani si trovano ad Aleppo sin dal 1233, quando un accordo tra ilpapa Gregorio IX e il figlio delSaladino,al-Zahir Ghazi, permise loro di assistere i Crociati prigionieri ad Aleppo) è stata costruita nel 1939, e si trova fuori da Jdeydé
J. Sauvaget,Alep: essai sur le développement d'une grande ville syrienne des origines au milieu du XIXe siècle, Parigi, 1941.
Julia Gonella, Wahid Khayyata, Kay Kohlmeyer,Die Zitadelle von Aleppo und der Tempel des Wettergottes, Rhema-Verlag, Münster 2005,ISBN 978-3-930454-44-0.
(FR) Abdallah Hadjar,Monuments historiques d'Alep, trad. par Madeleine Trokey, Automobile et Touring Club de Syrie (ATCS), Aleppo, 2005
Alfonso Anania - Antonella Carri - Lilia Palmieri - Gioia Zenoni,SIRIA viaggio nel cuore del Medio Oriente, Polaris, 2009, pp. 377–405
Giulia Annalinda Neglia,Aleppo. Processi di formazione della città medievale islamica / Processes of Formation of the Medieval Islamic City, PolibaPress, Bari 2009.