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Aleksandra L'vovna Tolstaja

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Aleksandra Tolstaja (1908)

Aleksandra L'vovna Tolstàja dettaSaša (Jasnaja Poljana,18 luglio1884New York,26 settembre1979) è stata un'attivistarussanaturalizzatastatunitense, figlia dello scrittoreLev Tolstoj.

Biografia

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Aleksandra da bambina, in braccio alla madreSof'ja, in un ritratto diNikolaj Ge (1886)

Penultima di tredici figli, Aleksandra nacque mentre i suoi genitori stavano attraversando un grave momento di crisi coniugale. Poche ore prima di partorire, la madre aveva visto il marito allontanarsi di casa con una bisaccia sulle spalle.[1] Così ricorderà la scena la sorella maggioreTat'jana:

«Lo vedo ancora mentre si allontana lungo il viale delle betulle. E vedo mia madre seduta sotto gli alberi davanti a casa. Aveva il volto sfigurato dal dolore. Con occhi tristi, spalancati e senza vita, guardava nel vuoto. Doveva mettere al mondo un bambino e sentiva già i primi dolori. Era passata la mezzanotte. Mio fratelloIl'ja le si avvicinò e l'accompagnò premurosamente nella sua camera, fino al letto.[1]»

Tolstoj non andò lontano: sapeva che la moglie stava per partorire, ed infatti alle prime ore del mattino nacque Aleksandra.[1] Ebbe un'infanzia difficile, così ricostruita nelle parole diPietro Citati:

«[...] era la non desiderata, la non amata. Quando l'aspettava, sua madre aveva voluto abortire: Aleksandra lo seppe dalla bambinaia. Quando morì il piccolo Ivan [...] la madre [...] un giorno urlò, fuori di sé: «Perché, perché, doveva essere Vanička e non Aleksandra?» La bambina, che aveva udito quelle parole terribili, crebbe sola, senza carezze, senza tenerezza, senza affetto, con slanci d'amore per le sorelle che non osava manifestare. Chiusa in sé stessa, diventò timida e rigida: la giudicavano caparbia, mentre bastava una parola gentile a farla sciogliere.[2]»

La sorella Tat'jana scriverà che, dal padre, Aleksandra aveva ereditato «profondi occhi blu, luminosi e indagatori. L'ho sempre vista intenta a dedicarsi a qualcosa o a qualcuno»[3]. Nell'ultimo periodo d'attività di Tolstoj, Aleksandra gli fu vicina «senza riserve, con tutte le sue forze di giovane Amazzone, come segretaria, accompagnatrice, copista»[4]. Riferirà ella stessa, riguardo al proprio lavoro accanto al padre:

«Egli stendeva una prima bozza che io copiavo con larghi margini tutto attorno, e gliela portavo alle nove del mattino. All'una, o all'una e mezzo, scendeva a colazione, e io riprendevo il manoscritto rielaborato: non rimaneva più nulla della primitiva stesura. Riscriveva nei margini e fra le righe, senza lasciare il minimo spazio. Io allora ribattevo il testo. Un articolo dovetti rifarlo cinquanta volte.[5]»

Poco prima della fuga del padre, ebbe vivi contrasti con la madre, tanto che andò ad abitare per qualche tempo in una proprietà vicina, tornando aJàsnaja nell'ottobre del1910.[6]

Lo stesso argomento in dettaglio:Lev Tolstoj § La fuga e la morte e Sof'ja Tolstaja § Separati ad Astapovo.
Aleksandra in compagnia del padre

Quando Tolstoj fuggì di casa, Aleksandra tirò fuori la madre, con l'aiuto diValentin Bulgakov, dallo stagno in cui si era buttata[7], e poi raggiunse il padre, accompagnandolo nel suo viaggio fino adAstàpovo, dove lo scrittore si fermò ammalato e morì.[8] La sorella Tat'jana la rimproverò di non essersi tenuta lontano dal dramma dei genitori, perciò i rapporti fra le due restarono a lungo tesi; Aleksandra, a differenza di Tat'jana, non si sposò mai.[9] Come il padre, ella si era avvicinata aMosca al mondo della miseria e della povertà. Frequentò con assiduità gli ospedali, preparandosi a diventareinfermiera.[10] Tolstoj l'aveva nominata unica erede legale delle sue opere, affinché le mettesse a disposizione di tutti.[11]

A Jàsnaja diresse le scuole tolstoiane[12] e organizzò una clinica, partecipando come infermiera agli eventi dellaprima guerra mondiale; per il suo coraggio le furono assegnate tre medaglie dell'Ordine di San Giorgio.[13] Venne a sapere dellarivoluzione di febbraio mentre si trovava ricoverata in ospedale aMinsk persetticemia efebbre tropicale contratte sulfronte turco.[14] Insieme alla madre, alla sorella Tat'jana e al fratelloSergej, fondò tra il disordine generale ilMuseo Tolstoj.[15] Fu arrestata nel luglio del1919 perché sospettata di nascondere unatipografia e di esercitare un'attivitàcontrorivoluzionaria, ma venne rilasciata grazie all'intervento diVladimir Čertkov. Nel marzo del1920 fu di nuovo arrestata e poi reclusa in uncampo di concentramento.[16]

Nella primavera del1921, durante la repressione degli intellettuali da parte diVjačeslav Menžinskij, capo dell'OGPU, Aleksandra subì un processo a Mosca (tra gli accusati c'erano ancheNikolaj Berdjaev eSergei Melgunov); le condanne a morte furono sospese.[17] In settembre, tornata dalla prigionia, riprese ad occuparsi della tenuta di Jàsnaja, che nell'ultimo anno era stata affidata, in sua assenza, alla sorella Tat'jana.[18] Emigrò alla fine deglianni venti, stabilendosi dapprima inGiappone,[12] poi negliStati Uniti d'America, dove giunse «con cinquanta dollari in tasca, e nella valigia disegni ed acquerelli che riproducevano scene di vita e paesaggi russi»[19].

Diede vita allaTolstoj Foundation, che assistette irifugiati[19] aiutando varie personalità della cultura russa – tra cuiVladimir Nabokov eSergej Rachmaninov – a sfuggire alle persecuzioni comuniste e a stabilirsi negli Stati Uniti. D'altra parte, Aleksandra non mancò di rivolgere critiche ad alcuni suoi celebri compatrioti giunti in America, in particolare rimproverandoAleksandr Solženicyn di aver «devastato la vecchia lingua russa» col suo stile letterario, eSvetlana Stalin di comportarsi da «pazza» anziché preoccuparsi dei problemi della Russia.[19] Scrisse due libri su Tolstoj:La mia vita con mio padre eTolstoj mio padre.[20]

Note

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  1. ^abcT. Tolstoj, pp. 244-245.
  2. ^P. Citati, p. 302.
  3. ^T. Tolstoj, p. 250.
  4. ^P. Citati, p. 305.
  5. ^Aleksandra Tolstaja, citata inE. Biagi, p. 48.
  6. ^T. Tolstoj, p. 273.
  7. ^Sof'ja Tolstaja,I diari: 1862-1910, La Tartaruga edizioni, Milano, 2010, pp. 259-260.ISBN 978-88-7738-485-0.
  8. ^I. Sibaldi, pp. CXIX-CXX.
  9. ^Tatiana Albertini,Penso sovente a mia madre, inT. Tolstoj, pp. 285-286.
  10. ^T. Tolstoj, pp. 250-251.
  11. ^T. Tolstoj, p. 267.
  12. ^abI. Sibaldi, p. CXXI.
  13. ^(RU)«Lo spirito umano è libero». Aleksandra Tolstoj, il microfono di Radio Liberty, susvobodanews.ru, Svobodanews, 28 aprile 2008.URL consultato il 9 ottobre 2011(archiviato dall'url originale il 3 maggio 2012).
  14. ^Julia D. Jadovker, nota inT. Tolstaja, p. 23.
  15. ^Julia D. Jadovker, introduzione aT. Tolstaja, p. 9.
  16. ^Julia D. Jadovker, introduzione aT. Tolstaja, p. 10.
  17. ^D. Rayfield, p. 129.
  18. ^Julia D. Jadovker, introduzione aT. Tolstaja, pp. 9 e 11.
  19. ^abcE. Biagi, p. 243.
  20. ^T. Tolstoj, p. 48.
    Del secondo esiste un'edizione in francese:Leon Tolstoi, mon pere, traduzione dal russo di Edmond Cary, Parigi, Amiot Dumont, 1956 (consultabile presso laBiblioteca Sormani di Milano).

Bibliografia

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  • Enzo Biagi,Russia, Milano, Rizzoli, 1977, ISBN non esistente.
  • Tatiana Tolstoj,Anni con mio padre, traduzione di Roberto Rebora, Milano, Garzanti, 1978, ISBN non esistente.
  • Pietro Citati,Tolstoj, Milano, Longanesi, 1983, ISBN non esistente.
  • Tatjana Tolstaja,Lettere dalla Rivoluzione: L'epistolario della figlia di Tolstoj dal 1917 al 1925, traduzione di Giovanna Tonelli, Firenze, Liberal Libri, 1998,ISBN 88-8270-011-9.
  • Donald Rayfield,Stalin e i suoi boia, traduzione di Stefania De Franco, Milano, Garzanti, 2005,ISBN 88-11-69386-1.
  • Igor Sibaldi,Cronologia,in Lev Tolstoj, Tutti i racconti, volume primo, collana I Meridiani Collezione, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2005,ISBN 88-04-55275-1.

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