Alcabizio, inlatino medievaleAlcabitius, conosciuto anche comeAbdelazys,Abdilaziz (nome completo: in araboعبدالصقر القبيصي عبد العزيز بن عثمان?,Abû al-Saqr al-Qabîsî 'Abd al-'Azîz ibn Uthmân; ... –967), è stato unmatematico eastrologoarabo, vissuto intorno alla metà delsecolo X.

Probabilmente nacque aMosul, tuttavia il suo nome viene associato anche alle città diAleppo eSaragozza, dove soggiornò e morì nel967.
Alcabizio è noto principalmente per il suo trattato sull'astrologia giudiziariaIntroduzione all'arte dei giudizi delle stelle,[1] dedicata alsultanoSayf al-Dawla (che regnò tra il 916 e il 967) della dinastia Hamdanide, un'opera che fu molto apprezzata nell'Europa medievale e rinascimentale. Quest'opera, che rese noto all'Occidente il metodo della curva del giorno dial-Battānī, è considerata tuttora un ottimo manuale introduttivo all'astrologia (esclusa la parte matematica). A lui è attribuito il sistema didomificazione più usato nel Medioevo e fino al XVII secolo[2], che è uno sviluppo del metodo diPorfirio e il cuialgoritmo si trova anche nelZij al-Sindhind diMuḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī. Le prime tracce di questo metodo si trovanoTesoro di Antioco, spiegazione e narrazione completa dell’arte dell’astrologia, scritto dall'astrologo bizantinoRetorio, che riprese la domificazione attribuita aTolomeo e ne elaborò una variante.
Una traduzione manoscritta dell'Introduzione all'arte dei giudizi delle stelle di Alcabizio inlatino, riconducibile alla prima metà delXII secolo, diGiovanni da Siviglia (detto anche Johannes Hispalensis) fu stampata nel1473 sotto il nome diAlchabitii Abdilazi liber introductorius ad magisterium judiciorum astrorum (l'opera è conosciuta anche comeLiber isagogicus de planetarum coniunctionibus). Nelsecolo XIII fu ilre di Castiglia eLeónAlfonso X il Saggio (1221-1284) a divulgare questa versione come uno dei testi più utilizzati per l'insegnamento dellescienze dell'Universo quali l'astronomia e l'astrologia, al pari delLiber quadripartitum (Tetrabiblos) e delCentiloquium di Tolomeo con il commento dell'astrologo delCairoAli ibn Ridwan.

Furono proprio questi trattati a ravvivare l'interesse per l'astronomia e l'astrologia nelTardo Medioevo e nelRinascimento.
Tra il 1485 e il 1521 vennero pubblicate undici edizioni con il commento diGiovanni di Sassonia[3] risalente al1331.
La più famosa edizione di tale opera fu quella pubblicata aVenezia nel1503 con il titolo diAlchabitius cum commento. Fu pure tradotto e commentato da Johannes de Stendal nel XIV secolo, da Loys de Langle nel XV e da Valentino Nabod nel XVI[4].
Alcabizio, inoltre, ispirò iltrattatoDe principiis astrologiae, che fu scritto dal poeta/filosofoCecco d'Ascoli.
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