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Albin Haller

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Albin Haller

Albin Haller (Fellering,7 marzo1849Parigi,29 aprile1925) è stato unchimicofrancese.

La giovinezza e gli studi

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Nato a Fellering, piccolo villaggio deiVosgi inAlsazia, era il primo degli undici figli della sarta Madeleine Hoffmann e del falegname Antoine Heller. Di famiglia modesta, dopo aver frequentato le scuole elementari del paese e le medie nella vicinaHusseren-Wesserling, lavorò per un paio d'anni nella falegnameria paterna prima di entrare nel laboratorio farmaceutico Moehrlin di Wesserling. Il titolare ne fu così ben impressionato che decise di fargli proseguire gli studi raccomandandolo a un amico e collega diMunster, Achille Gault. Grazie alle sue lezioni e poi a quelle del fratello Léon Gault (pure farmacista, aColmar), nel maggio 1870 Haller conseguì la maturità scientifica (bachelier ès sciences) aStrasburgo.

Pochi mesi dopo (luglio 1870), lo scoppio dellaguerra franco-prussiana lo vide arruolato come infermiere all'ospedale diLione e, in seguito all'annessione tedesca dell'Alsazia-Lorena, nel settembre 1871 riparò aNancy dove ritrovò il suo «bon génie»[1] Achille Gault, lì trasferitosi con la sua farmacia. A Nancy era stata ricreata anche la Scuola superiore di farmacia di Strasburgo,[2] che Haller frequentò mentre lavorava nel laboratorio di Gault ottenendo il diploma di farmacista (luglio 1873), la medaglia d'oro della scuola (novembre 1873) e l'abilitazione a insegnare (luglio 1875). Il 20 marzo 1879, infine, conseguì il dottorato allaSorbona discutendo una tesi sullacanfora e i suoi derivati.[3]

La carriera

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Il primo congresso Solvay dedicato alla chimica (Bruxelles, 21-27 aprile 1922):
Albin Haller è seduto in prima fila, accanto allo stessoErnest Solvay (terzo e quarto da destra).

Se lunga e travagliata era stata la preparazione scolastica, al contrario la carriera accademica, accompagnata dalla pubblicazione dei primi lavori, fu rapida e di successo e vide il suo progressivo distacco dall'ambito farmaceutico a favore di quello chimico.Professore aggregato dichimica analitica (1877-1882) e di farmacia chimica (1882-1884) alla Scuola superiore di farmacia di Nancy, dal 1885 al 1889 divenne professore dichimica alla Facoltà universitaria di scienze. Qui fondò e fu il primo direttore dell'Istituto chimico di Nancy,[4] creato con lo scopo di formare gli ingegneri di cui necessitava l'industria chimica francese, allora in rapida espansione produttiva e tuttavia penalizzata dalla carenza di tecnici specializzati.[5]

La nomina alla cattedra dichimica organica della Sorbona di Parigi (1889-1905), dove subentrò al defuntoCharles Friedel, l'elezione fra i membri dell'Accademia nazionale di medicina (1891), l'assegnazione del prix Jecker (1898), l'ingresso nell'Académie des sciences (1900) e nella Società di farmacia (1903), nonché la presidenza della Société chimique de France (1904) lo consacrarono come il più brillante chimico analitico francese dell'epoca (venne anche proposto più volte per l'assegnazione delpremio Nobel). Diresse infine l'École supérieure de physique et de chimie industrielles de la ville de Paris (1905-1925), riorganizzandone l'impostazione degli studi e introducendo i nuovi corsi dichimica fisica e dimeccanica applicata; collaborò anche alla costituzione dell'Istituto di chimica della Facoltà di scienze parigina. Nel 1909 entrò a far parte dell'Accademia d'agricoltura (ne sarà presidente nel 1918).

Nel 1910, rieletto presidente della Société chimique de France, propugnò presso i colleghi ingleseWilliam Ramsay e tedescoWilhelm Ostwald la creazione di un'associazione chimica internazionale che si occupasse soprattutto di stabilire regole internazionali dinomenclatura, di definire gli standard e di armonizzare la pubblicazione dei saggi scientifici e dei loro estratti: l'AISC (Associazione Internazionale delle Società Chimiche) venne istituita il 26 aprile 1911 e Haller ne divenne presidente nel 1914 (dopo laprima guerra mondiale, nel 1919, l'associazione si trasformerà nellaIUPAC).[6]

Nel 1917 vinse laMedaglia Davy e nel 1923 divenne presidente dell'Académie des sciences.

Pubblicazioni

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  • L'industrie chimique, Parigi, Baillière, 1895.
  • Les industries chimiques et pharmaceutiques, in 2 volumi, Parigi, Gauthier-Villars, 1903.

Sotto la sua direzione:

  • Memento du chimiste (ancien agenda du chimiste). Recueil de tables et de documents divers indispensables aux laboratoires officiels et industriels, Parigi, Dunod e Pinat, 1907.
  • Les actualités de chimie contemporaine, in 3 volumi, Parigi, Octave Doin, 1922-1925.

Note

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  1. ^Come lo ebbe a definire lo stesso Haller (in Claude Viel,cit., p. 245).
  2. ^Alcune sintetiche osservazioni di Pierre Bachoffner su "Chimistes et biochimistes en Alsace de 1850 à 1920" e sul ruolo dell'università di Strasburgo si trovano inRevue d'histoire de la pharmacie, 1995, vol. 83, n. 307, pp. 380-383, consultabile su (FR)Perseo riviste.
  3. ^Contribution à l'étude du camphre et d'un certain nombre de ses dérivés.
  4. ^Autorizzato con decreto ministeriale dell'8 settembre 1887 e aperto nel 1890, venne inaugurato ufficialmente dal presidenteMarie François Sadi Carnot il 6 giugno 1892. Con il decreto del 16 gennaio 1947 rientrò fra le "ENSI" e il 27 marzo 1948 assunse l'attuale denominazione di ENSIC: École nationale supérieure des industries chimiques. Per ogni altra informazione se ne può consultare ilsito ufficialeArchiviato il 25 maggio 2011 inInternet Archive..
  5. ^Il confronto (e la rivalità) erano costantemente alimentati dai progressi tedeschi. Ne danno conto sia Pierre Bachoffner,cit., sia (EN) Mary Jo Nye,Science in the provinces. Scientific communities and provincial leadership in France, 1860-1930, Berkeley, University of California Press, 1986, pp. 41 e 52-53.ISBN 0-520-05561-6 (consultabile anche suGoogle libri). Vi accenna anche Édouard Grimaux nella relazione per il conferimento del "Prix Jeker" ad Haller nel 1898, in (FR) Académie des sciences,Comptes rendus hebdomadaires des séances de l'Académie des sciences, 1835-1965, tomo 126 (gennaio-giugno 1898), p. 89 (consultabile anche sul sitoGallica).
  6. ^Una dettagliata ricostruzione storica della nascita dell'AISC e del ruolo svoltovi da Haller si può trovare nel sito ufficiale della (FR)Société chimique de FranceArchiviato il 31 marzo 2014 inInternet Archive..

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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V · D · M
VincitoriMedaglia Davy 1901-1950 (Royal Society)
George Downing Living (1901) ·Svante Arrhenius (1902) ·Pierre Curie /Marie Curie (1903) ·William Henry Perkin, Jr. (1904) ·Albert Ladenburg (1905) ·Rudolph Fittig (1906) ·Edward Morley (1907) ·William A. Tilden (1908) ·James Dewar (1909) ·Theodore William Richards (1910) ·Henry Edward Armstrong (1911) ·Otto Wallach (1912) ·Raphael Meldola (1913) ·William Jackson Pope (1914) ·Paul Sabatier (1915) ·Henri Le Châtelier (1916) ·Albin Haller (1917) ·F. Stanley Kipping (1918) ·Percy Frankland (1919) ·Charles T Heycock (1920) ·Philippe Guye (1921) ·Jocelyn Field Thorpe (1922) ·Herbert Brereton Baker (1923) ·Arthur George Perkin (1924) ·James Irvine (1925) ·James Walker (1926) ·Arthur Amos Noyes (1927) ·Frederick George Donnan (1928) ·Gilbert Lewis (1929) ·Robert Robinson (1930) ·Arthur Lapworth (1931) ·Richard Martin Willstätter (1932) ·William Hobson Mills (1933) ·Walter Norman Haworth (1934) ·Arthur Harden (1935) ·William Arthur Bone (1936) ·Hans Fischer (1937) ·George Barger (1938) ·James William McBain (1939) ·Harold Urey (1940) ·Henry Drysdale Dakin (1941) ·Cyril Norman Hinshelwood (1942) ·Ian Morris Heilbron (1943) ·Robert Robertson (1944) ·Roger Adams (1945) ·Christopher Ingold (1946) ·Linus Pauling (1947) ·Edmund Langley Hirst (1948) ·Alexander Robertus Todd (1949) ·John Simonsen (1950)
1877-1900 ·1901-1950 ·1951-2000 ·2001-2025
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