| Alberto Picco | |||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Nazionalità | |||||||
| Calcio | |||||||
| Termine carriera | 1915 | ||||||
| Carriera | |||||||
| Squadre di club1 | |||||||
| |||||||
| 1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||
| Modifica dati su Wikidata ·Manuale | |||||||
| Alberto Picco | |
|---|---|
![]() | |
| Nascita | La Spezia, 14 luglio1894 |
| Morte | Monte Nero, 16 giugno 1915 |
| Cause della morte | Caduto in combattimento |
| Luogo di sepoltura | cimitero monumentale di Torino |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | Regio Esercito |
| Corpo | Alpini |
| Grado | Sottotenente di complemento |
| Guerre | Prima guerra mondiale |
| Comandante di | 84ª compagnia,Battaglione alpini "Exilles", del3º Reggimento alpini |
| Decorazioni | vediqui |
| Note | dati tratti daL'eroe del Monte Nero[1] |
| voci di militari presenti su Wikipedia | |
| Manuale | |
Alberto Picco (La Spezia,14 luglio1894 –Monte Nero,16 giugno1915) è stato unmilitare ecalciatoreitaliano.Sottotenente di complemento del corpo degliAlpini, cadde durante la battaglia per la conquista del Monte Nero.
Nacque a La Spezia il 14 luglio del 1894, figlio di Ulrico Picco[1][2], in gioventù praticò numerosi sport, tra i qualinuoto,canottaggio eginnastica.[1]
Quando, il 20 novembre1911,[1] la sezionecalcistica dellapolisportivaSport Club Spezia si costituì in società autonoma, divenendo loSpezia Football Club,[3] egli fu tra i fondatori del sodalizio[4] e comparve nell'organigramma societario con la carica di consigliere e tesoriere. Nelle vesti di calciatore e capitano della squadra, prese parte alla prima amichevole "ufficiale" della squadra, la partita Spezia-Virtus JuventusqueLivorno, disputata il 20 gennaio1912 e terminata con il punteggio di 2-2. Egli fu l'autore del primo gol segnato dalloSpezia. La sua carriera di calciatore fu interrotta dalla chiamata alle armi dopo il conseguimento del diploma diragioniere avvenuto nel1913.[1]
Arruolato nelRegio Esercito fu subito ammesso a frequentare il Corso Allievi Ufficiali di complemento presso il5º Reggimento alpini.[1] Il 1º novembre1914 fu promosso al grado diSottotenente ed assegnato dapprima alla 32ª, e poi all'84ªCompagnia delBattaglione alpino "Exilles" in forza al3º Reggimento alpini.[1]
All'atto dell'entrata inguerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio1915, il suo battaglione[5] inquadrato nella Brigata fanteria "Modena" appartenente all'8ªDivisione, era schierato aMontemaggiore sulleAlpi Giulie. La notte tra il 24 e il 25 maggio il suo reparto varcò il confine dell'Isonzo occupando in poco tempo quota 1450 del Monte Stol, giungendo il giorno 26 ad occupare ilMonte Kozljak.[6] Un contrattacco lanciato dagli austro-ungarici per tentare di riconquistare la posizione il 4 giugno venne respinto.[7]

Nella notte fra il 15 ed il 16 giugno del 1915 con cinque uomini si pose all'avanguardia di un gruppo di 130 alpini al comando delcapitanoVincenzo Arbarello che avevano il compito di conquistare la cima delMonte Nero[8] sulla riva sinistra dell'Isonzo, sopraCaporetto. Il previsto attacco doveva compiersi di notte. Svoltosi in condizioni di visibilità quasi nulla per la notte senzaluna e la nebbia[5], gli italiani attaccarono poco prima dell'alba[9] l'avamposto presidiato dal Nagyvárader Infanterieregiment 4[5] delRegio esercito ungherese[5] appena giuntovi daiCarpazi[5]. Dovendo necessariamente scoprirsi nell'ultima fase dell'avanzata e presentandosi al fuoco nemico a distanza ravvicinata[5], gli alpini si lanciarono in un violento attacco alla baionetta che scompaginò i difensori che si ritirarono in disordine verso il vallone di Planjna Polju, cadendo sotto il fuoco della 35ª Compagnia del Battaglione "Susa" al comando del capitanoVittorio Varese.
Rimasto ferito una prima volta al piede, Picco proseguì nell'azione finché non fu ferito una seconda volta al ventre. Tale ferita si rivelò mortale, e poco prima di spirare chiese di vedere il capitano Arbarello. Una volta che questi giunse sul posto egli lo abbracciò dicendoViva l'Italia e avanti Savoia! Muoio contento di avere servito bene il mio Paese. Il reVittorio Emanuele III di Savoia gli conferì,motu proprio, laMedaglia d'argento al valor militare.[10]
Il suo corpo venne inizialmente sepolto aDresenza e successivamente, il 4 luglio1924, le sue spoglie vennero traslate dal fratello alcimitero monumentale di Torino, dove ancora oggi riposano nel settore C7.[1]

Ogni anno, per la ricorrenza del 16 giugno, i suoi Alpini lo ricordano recandosi sulla cima del Monte Nero, nello stesso luogo in cui era caduto e dove, il 15 settembre1928, era stato eretto un maestoso monumento-rifugio in suo nome, recante la dicituraVictoribus Esto.
Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1951, il rifugio è stato demolito dal governo jugoslavo e sulla sua spianata la Società Alpina diNova Gorica (Planinsko društvo Nova Gorica) ha costruito il Rifugio Gomišček (Gomiščkovo zavetišče)[11].
Il 28 settembre1930 Alberto Picco venne ricordato dal Gruppo Alpini Valchiusella in una cerimonia tenutasi aVico Canavese alla presenza dalla mamma Emma Giono nativa diInverso, un piccolo centro della Valchiusella.
Venne intitolato a suo nome anche loStadio Comunale costruito allaSpezia nel1919, impianto nel quale ancora oggi loSpezia disputa le sue partite casalinghe. Nel1966 è stato inaugurato un monumento in suo onore presso i giardini pubblici della Spezia in occasione dell'adunata annuale degli alpini.
Altri progetti