L'Albania è chiamata dai suoi abitantiShqipëri.Sami Frashëri nella sua opera "Shqipëria ç'ka qënë, ç'është e ç'do të bëhet" (1899), dice che gli antenati degli albanesi si facevano chiamare arbën, parola questa documentata almeno dal II secolo d.C. che però subisce un cambiamento: da arbën in arbër per via dell'abitudine che hanno i toschi (abitanti del sud dell'Albania) di cambiare la lettera "n" in "r". Arbër o Arbën cioè coloro che lavorano la terra, da "Ar" che vuol dire terra, campo e "bër" o "bën" che si traduce con "fare lavorare".
Sami Frashëri collega la parola Shqipëri al nome dell'“uccello benedetto”, cioè l'aquila (shqipe,shqiponja nella lingua albanese). Frashëri considera l'aquila una vera divinità e scrive che gli antenati degli albanesi l'adoravano come se effettivamente lo fosse e, un tempo, l'animale era raffigurato anche sulla loro bandiera (all'epoca della pubblicazione del libro, l'Albania era una provincia dell'impero ottomano e non aveva una bandiera propria). Tuttavia, lo studioso conclude che la parola shqipëri sembra non essere molto antica, perché gli albanesi che si trasferirono in Italia e in Grecia non la conoscevano affatto e per questo utilizzavano la parola Arbër. Il nome Albania deriverebbe dalla città illirica di "Albanopolis", dal nome di una tribù illirica; da lì è derivato il nome Albania utilizzato dagli stranieri europei per indicare i territori dell'Albania. Fino al XV secolo era chiamata dagli albanesiArberia, e tutti gli albanesi si identificavano con il nome diarbëreshë. Ingreco bizantino, il nome del paese èAlbania, con le sue variantiAlbaētia,Arbanētia.[10]
Il termine "Albania", così come altritoponimi europei e mediterranei, ad esempioAlpi eAlbione, può avere due possibili etimologie, entrambe plausibili: dalla radiceprotoindoeuropea*albho-, che indicava il "bianco",[11] oppure dalla radice, sempre protoindoeuropea,*alb-, ovvero "collina". Nel II secolo a.C.,Polibio nelle sueStorie menziona una tribù di nomeArbon nelle zone centrali dell'odierna Albania. Gli abitanti di quelle zone venivano chiamatiAlbanoí eArbanitai.[12]
Un'altra ipotesi suggerisce che il toponimo derivi dalla tribùIllirica degli Albani registrata daTolomeo, che disegnò una mappa nel 150[13] molto significativa per la storia dell'Illiria. Questa mappa mostra la città diAlbanopolis[14] (situata a nordest di Durazzo), che fu in seguito chiamata Albanon e Arbanon, benché non sia sicuro che si tratti della stessa città.[15] Un'ulteriore ipotesi è quella che considera il toponimo come derivato dallaAlbania caucasica nella vecchia Armenia, all'incirca corrispondente con il territorio dell'Azerbaigian eDaghestan meridionale.[16]
Nelle sueStorie scritte nel 1079-1080, lo storico bizantino Michele Attaliate fu il primo a riferirsi agliAlbanoi per aver preso parte ad una rivolta controCostantinopoli nel 1043, e agliArbanitai, come popoli assoggettati dal duca diDurazzo.[17] Fantasiosamente, richiamando la bandiera nazionale, simbolo araldico di Giorgio Castriota, il paese è chiamato "terra delle aquile".[18]
Le prime indagini formali e la inventariazione dei monumenti archeologici dell'Albania iniziò conFrançois Pouqueville, console generale di Napoleone presso la corte diAli Pascià, eWilliam Martin Leake agente britannico presso la stessa corte. Una missione francese, guidata da Len Rey, lavorò in Albania nel 1924-1938 e pubblicò i risultati inCahiers d'Archéologie, d'Art et d'Histoire en Albanie et dans les Balkans (Quaderni d'Archeologia, arte e storia in Albania e nei Balcani).
Il territorio albanese è stato abitato fin dalla preistoria, come dimostrano i ritrovamentiarcheologici e gli studiantropologici su campioni di resti umani del medio-tardopaleolitico, risalenti a un periodo compreso tra 100 000 e 10 000 anni fa, rinvenuti presso la località di Xare e nelle caverne diSanta Marina aSaranda, nel sud del paese. La presenza umana ha origini antiche in questa area geografica e numerosi ritrovamenti ne testimoniano la presenza nei millenni passati.
Alcuni studiosi ipotizzano che gli albanesi sarebbero discendenti degli antichiPelasgi[20][21] e successivamente sarebbero stati chiamati col nome di Illiri da scrittori antichi greci e romani.
Sulla storia antica dell'Albania, le antiche fonti letterarie offrono poche e vaghe notizie. Intorno alVI secolo a.C. gli stessi Illiri, grazie ad un rapido sviluppo economico agricolo e produttivo artigianale determinato dallametallurgia — per uso civile e militare — del bronzo e del ferro, svilupparono una forte identità comune, rafforzando il predominio sul territorio con il commercio e, molto spesso, con atti dipirateria.[22] Fondarono alcuni centri abitati tra cuiScutari (Shkodër), sulla costa mediterranea. Si estendeva nei Balcani occidentali a sud delDanubio ed era formata da una serie ditribù evolute che vivevano attorno allecittà stato, a capo delle quali c'era un unico re.
Con il reGlauco, il paese aveva raggiunto il massimo dell'evoluzione, il suo erede fu Agron che aveva tendenze militari, e secondo il racconto diStrabone, nessuno dei suoi predecessori aveva reso tanto potente il paese dal punto di vista bellico; dopo la morte di Agron andò al trono la reginaTeuta che, durante il suo regno, stipulò molti trattati e alleanze. Dopo che un membro di ambasceria romana fu ucciso,Roma attaccò l'Illiria con ingenti forze, e dopo uno scontro cruento, le due parti decisero unatregua con condizioni giudicate disonorevoli dalla regina Teuta, che si suicidò. Venne sostituita dal reGenzio, diplomatico e naturalista.
Genzio decise di fondare la città di Shkodra (Scutari), nel nord dell'Albania attuale, capitale dell'Illiria; accrebbe il potere centrale e ordinò che solo Scutari potesse batteremoneta. Non tutte le città-stato illiriche accettarono questa mossa e la crescente pressione romana rese sempre più debole e vulnerabile la confederazione illirica.
Dopo il tradimento di Genzio che si fece coinvolgere abbastanza avventatamente in una allenza con laMacedonia, che dopo averlo utilizzato contro i romani lo lasciò al suo destino, Roma mosse una terza guerra contro l'Illiria, che divisa ed indebolita, venne conquistata senza particolare sforzo nel168 a.C.
Nell'odierno territorio albanese erano presenti tre importanti colonie greche:Apollonia,Epidamnos-Dyrrachion (attualeDurazzo) eLissos (attualeAlessio).[23]
L'invasione dell'esercito romano nelII secolo a.C., come altrove, comportò l'integrazione e l'assimilazione delle popolazioni locali, in particolare sulle coste. Il territorio fece in seguito parte dellaprovincia romana dell'Illiria (Illyricum), all'epoca diGaio Giulio Cesare. È aDurrachium (odiernaDurazzo) infatti che Cesare combatté controGneo Pompeo Magno.
Con la divisione in due dell'Impero romano, nel395 d.C., alla morte di Teodosio, l'Illiria si ritrovò sotto il dominio dell'impero romano d'oriente (o bizantino) e subì le invasioni da nord di popolazioni quali iGoti, gliAvari e gliSlavi, fino all'arrivo deiBulgari nel VII secolo.[24] Tali invasioni indebolirono i centri urbani romano-bizantini. Solo le zone costiere rimasero in mano bizantina, compresaDyrrachium.[25]
Nel IX secolo l'imperatore Teofilo riconquistò alcuni territori creando il thema di Dyrrachium. Le zone interne dell'Albania vennero riconquistate dall'imperatore Basilio II, dopo la distruzione completa dell'impero bulgaro, nei primissimi anni del X secolo d.C. Nel 1081 Dyrrachium fu presa dai Normanni, ma successivamente fu riconquistata dall'imperatoreAlessio I Comneno.
La storia dell'Albania medievale come Stato unitario iniziò nel 1190, quando l'arconteProgon di Kruja fondò ilPrincipato di Arbanon con capitaleKrujë. A Progon succedettero i figli Gjin e Dhimitri, quest'ultimo che raggiunse l'apice del regno. Dopo la morte di Dhimiter, l'ultimo membro della dinastia Progon, il principato passò sotto il greco-albaneseGregory Kamonas e in seguitoGolem di Kruja.[26][27][28]
Nel XIII secolo il principato fu sciolto.[29][30][31]Dal 1204 l'Albania entrò a far parte deldespotato d'Epiro, quarant'anni dopo Giovanni Vatatse imperatore di Nicea conquistò le zone settentrionali inclusa Durazzo. Con la restaurazione dell'impero bizantino nel 1261, la parte meridionale restò sotto il dominio del despotato d'Epiro (vassallo dei bizantini). Durazzo fu presa daCarlo I d'Angiò, mentre il rimanente fu ripreso dall'impero bizantino.
Arbanon è considerato il primo nucleo di uno Stato albanese, che ha mantenuto uno statuto semi-autonomo come l'estremità occidentale di un impero, sotto ildoukai bizantino dell'Epiro o iLaskaridi diNicea.[32]
Pochi anni dopo la dissoluzione di Arbanon,Carlo I d'Angiò concluse un accordo con i governanti albanesi, promettendo di proteggere le loro antiche libertà. Nel 1272 stabilì il regno di Albania e riconquistò le regioni dal Despotato dell'Epiro. Il regno rivendicò tutto il territorio dell'Albania centrale daDyrrhachium lungo la costa del Mar Adriatico fino aButrinto. Una struttura politica cattolica era alla base dei piani papali di diffusione delcattolicesimo nella penisola balcanica. Questo piano trovò anche il sostegno diElena d'Angiò, cugina diCarlo I d'Angiò, che a quel tempo governava i territori dell'Albania settentrionale. Circa 30 chiese e monasteri cattolici furono costruiti durante il suo governo, principalmente nell'Albania settentrionale.[33] Dal 1331 al 1355, l'impero serbo lottò contro l'Albania. Nel 1367 diversi sovrani albanesi fondarono ilDespotato di Arta. In quel periodo furono creati diversiprincipati albanesi, tra cui Balsha, Thopia, Kastrioti, Muzaka e Arianiti. Nella prima metà del XIV secolo, l'Impero ottomano invase la maggior parte dell'Albania e laLega di Lezhë (la Lega dei popoli albanesi) venne fondata sotto Skanderbeg come governante, che divenne l'eroe nazionale della storia medievale albanese.
Il Principato d'Albania e la resistenza anti-turca
Forze albanesi guidate da Scanderbeg attaccano un campo turco-ottomano nel 1457Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, eroe nazionale albanese (1405–1468)
Nel1478 il territorio del Principato dell'Albania, dopo un'ardua difesa durata ventiquattro anni, guidata daGiorgio Castriota (Gjergji Kastrioti) detto "Scanderbeg", nobile e principe d'Albania e re dell'Epiro, cadde inesorabilmente sotto il dominioturco-ottomano.
Giorgio Castriota, l'eroe albanese, aveva sfidato il sultanoMurad II, che furioso inviò contro gliAlbanesi un potente esercito guidato da Alì Pascià, alla testa di 100 000 uomini. Le forze di Scanderbeg, tutte le tribù dell'Arbër erano notevolmente inferiori (non superavano i 25 000 uomini), ma grazie alla sua tattica militare i Turchi riportarono una cocente sconfitta. Il sultano ordinò un'altra spedizione contro gli Albanesi,Firuz Pascià partì quindi con un altro esercito, ma Scanderbeg ne uscì anche questa volta vittorioso, guadagnando dalle cancellerie europee e dalPapa Callisto III gli appellativi di "'Athleta Christi'" eDefensor Fidei (Atleta di Cristo e Difensore Impavido della Fede).
Murad II non si rassegnò, dispose agli ordini diMustafà Pascià due eserciti per un complessivo di 25 000 uomini, di cui ben la metà cavalieri, che si scontrarono con gli Albanesi, l'esito fu disastroso per i Turchi, si salvarono solo pochi di loro e a stento Mustafà Pascià stesso. Le imprese di Skanderbeg, tuttavia, preoccupavano iVeneziani, che vedendo in pericolo i traffici nel frattempo stabiliti con i Turchi, si allearono con il sultano per contrastare Skanderbeg e lo attaccarono. La battaglia vide la dura sconfitta dei Veneziani. Nella primavera del1449, Murad II in persona intervenne contro l'Albania alla testa di 100 000 soldati. Tra scontri e assedi i Turchi persero metà dell'esercito e il comandante Firuz Pascià venne ucciso personalmente da Scanderbeg.
Nonostante questo, continuarono i tentativi di conquista del dominio di Scanderbeg da parte dei migliori condottieri turchi, con spedizioni ripetute contro il castello diKrujë, nessuna di queste però ne uscì vittoriosa. La pervicacia dell'Impero ottomano nei confronti di Castriota era pienamente comprensibile, se si considera che ogni velleità di espansione verso l'Europa da parte dell'Impero era inammissibile finché fosse rimasta attiva la spina nel fianco dello Scanderbeg, o peggio la sua presenza alle spalle come inquietante incognita.
La fama di Scanderbeg era incontenibile, i principati europei erano continuamente aggiornati circa la sua accanita resistenza contro l'espansione ottomana. Nel 1458 si recò inItalia per aiutareFerdinando I, re diNapoli, figlio del suo amico e protettoreAlfonso d'Aragona nella lotta contro il rivaleGiovanni II di Lorena e del suo esercito. Intanto, altre due armate turche comandate daHussein Bey eSinan Bey, nel febbraio del1462, mossero contro gli Albanesi costringendo Kastrioti a rientrare in tutta fretta nella sua patria, per guidare il suo esercito. Ci fu una battaglia pressoSkopje che vide la spedizione turca annientata. A questo punto Sceremet-Bey fu incaricato di muovere contro gli Albanesi ma i Turchi furono nuovamente sconfitti. Il Papa ipotizzò addirittura una crociata contro gli Ottomani guidata da Skanderbeg, ma morì senza riuscire a portare a termine il progetto.
In seguito alla morte del Papa e allo scongiurato pericolo della crociata, il Sultano intravide la possibilità di farla finita finalmente con Skanderbeg, mise insieme un poderoso esercito affidandolo a un Albanese, connazionale quindi di Skanderbeg, che era stato addestrato dai turchi come lo era stato lo stesso Skanderbeg:Ballaban Pascià. Ma anche quest'impresa fallì; l'esercito turco fu messo in fuga dalle forze albanesi. Ancora una volta, nella primavera del1466, l'Impero ottomano riunì forze imponenti, mosse contro gli Albanesi e cinse d'assedioKrujë e una serie di scontri furiosi, nel corso dei qualiBallaban Pascià stesso fu ucciso, portarono Skanderbeg ad un'ennesima vittoria.Maometto II ostinatissimo, nell'estate del1467, pose nuovamente l'assedio a Krujë, ma, dopo ripetuti innumerevoli tentativi di assalto, dovette rassegnarsi e ritirarsi.
Finché Giorgio Castriota Scanderbeg rimase in vita, i Turchi non riuscirono a conquistare l'Albania. Ma l'Atleta della Cristianità morì dimalaria adAlessio il 17 gennaio1468. Da lì in poi, molti albanesi, ai tempi chiamatisiarbëreshë, dovettero lasciare la propria terra per trovare rifugio in terra straniera, in particolare modo nella vicinaItalia, soprattutto nella zona meridionale (Basilicata,Calabria,Molise,Puglia eSicilia), in modo che potessero mantenere e continuare così a professare la loro fede cristiana.Croia, l'eroica cittadina di Castriota, con l'intera Albania, caddero in mani turche dieci anni dopo.
La presa diCroia da parte dei turchi del 1478 segnò la fine dell'Albania medievale e l'inizio della sua storia moderna.L'Albania rimase sotto il controllo ottomano come parte della provincia di Rumelia fino al 1912, quando fu dichiarata l'Albania indipendente.
Con lo stanziarsi degli Ottomani avvennero numerosissime migrazioni, quella che rappresentò prima storicadiaspora albanese. Le ondate migratoriealbanesi, nell'alloraRegno di Napoli e in generale in tutta l'Italia centro-meridionale, furono otto (1399-1409; 1416-1442; 1461-1470; 1470-1478; 1533-1534; 1646; 1744; 1774). La loro storia non lineare delle ondate migratorie e la molteplicità degli insediamenti in Italia, fornisce una giustificazione alla dispersione in un vasto territorio che, ancora, copre quasi tutto il meridione.
L'arrivo degli ottomani portò anche alla conversione di una parte della popolazione albanese all'Islam.Il processo diislamizzazione fu progressivo, a partire dall'arrivo degli Ottomani nel 14º secolo (fino ad oggi una minoranza di albanesi sono cristiani cattolici o ortodossi, sebbene la maggioranza della popolazione sia comunque musulmana). I titolari diTimar, la base del primo controllo ottomano nel sud-est dell'Europa, non erano necessariamente convertiti all'Islam, e occasionalmente si ribellarono; il più famoso di questi ribelli fu Skanderbeg (la sua figura sarebbe divenuta più tardi, nel XIX secolo, componente centrale dell'identità nazionale albanese). L'impatto più significativo sugli albanesi fu il graduale processo di islamizzazione di una larga maggioranza della popolazione. Inizialmente confinato nei principali centri urbani diElbasan eScutari, a partire dal XVII secolo anche la popolazione rurale iniziò ad abbracciare la nuova religione. I motivi per la conversione erano vari, a seconda del contesto. La mancanza di materiale storiografico non aiuta a indagare su tali problemi.[34]
Come musulmani, alcuni albanesi raggiunsero importanti posizioni politiche e militari all'interno dell'impero ottomano e contribuirono culturalmente al più vasto mondo musulmano. Albanesi potevano essere trovati in tutto l'impero ottomano, in Iraq, Egitto, Algeria e in tutto il Maghreb, come elementi di riserva militari e amministrativi.[35] Ciò era in parte dovuto al sistema deldevşirme. Godendo di posizione privilegiata nell'impero, gli albanesi musulmani detenevano varie alte cariche amministrative, con oltre due dozzine digran visir di origine albanese, come il generaleKöprülü Mehmed Pascià, che comandava le forze ottomane durante leguerre ottomano-persiane; il generaleKöprülü Fazıl Ahmed, che guidò gli eserciti ottomani durante laguerra austro-turca; e successivamenteMuhammad Ali Pasha dell'Egitto.[36]
Durante il XV secolo, quando gli Ottomani stavano conquistando una posizione solida nella regione, le città albanesi furono organizzate in quattrosanjak principali. Il governo promosse il commercio stabilendo una consistente coloniaebraica di profughisefarditi in fuga dalle persecuzioni cattoliche in Spagna. La città diValona vide passare attraverso i suoi porti merci importate dall'Europa come velluti, cotone,mohair, tappeti, spezie e cuoio diBursa eCostantinopoli. Alcuni mercanti di Valona avevano partner commerciali in tutta Europa.[36]
Il Rinascimento nazionale albanese (Rilindja Kombëtare) iniziò nel 1870 e durò fino al 1912, quando gli albanesi dichiararono la loro indipendenza. LaLega di Prizren (Lidhja e Prizrenit) venne costituita nel giugno 1878, nella città vecchia diPrizren, in Kosovo. All'inizio le autorità ottomane appoggiarono la Lega, la cui posizione iniziale era basata sulla solidarietà religiosa dei proprietari terrieri musulmani e delle persone legate all'amministrazione ottomana. Gli ottomani favorirono e protessero la solidarietà musulmana e invocarono la difesa delle terre musulmane, compresa l'attuale Bosnia-Erzegovina. Questa fu la ragione per nominare la lega "Il comitato dei veri musulmani" (Komiteti i Myslimanëve të Vërtetë).[37] La Lega emanò un decreto noto comeKararname. Il suo testo conteneva una proclamazione secondo cui i popoli del nord dell'Albania, dell'Epiro e della Bosnia "sono disposti a difendere" l'integrità territoriale "dell'Impero ottomano con tutti i mezzi possibili contro le truppe dei regni bulgaro, serbo e montenegrino", che fu firmato da 47 deputati musulmani della Lega il 18 giugno 1878.[38]Circa trecento musulmani parteciparono all'assemblea, inclusi i delegati della Bosnia e il mutasarrif (sanjakbey) delSanjak di Prizren come rappresentanti delle autorità centrali, ma nessun delegato delvilayet di Scutari.[39]
Gli ottomani ritrassero il loro sostegno quando la Lega, sotto l'influenza diAbdyl Bey Frashëri, si concentrò sul lavorare verso l'autonomia albanese e chiese la fusione dei quattro vilayet ottomani di Kosovo, Scutari, Monastir e Ioannina in un nuovo vilayet dell'Impero ottomano, il Vilayet albanese. La lega usò la forza militare per impedire che le aree annesse diPlav eGusinje fossero assegnate alMontenegro dalCongresso di Berlino. Dopo numerose battaglie di successo contro le truppe montenegrine come aNovsice, sotto la pressione delle grandi potenze, la Lega di Prizren fu costretta a ritirarsi dalle regioni contese di Plav e Gusinje e in seguito la lega fu sconfitta dall'esercito ottomano inviato dal Sultano.[40] Larivolta albanese del 1912, la sconfitta ottomana nelle guerre balcaniche e l'avanzata delle forze montenegrine, serbe e greche in territori dichiarati albanesi, portarono alla proclamazione dell'indipendenza dell'Albania da parte diIsmail Qemali a sud diValona, il 28 novembre 1912.
Anche la classe intellettuale albanese avverte che ormai è arrivata l'ora dell'indipendenza dai turchi e nel 1911 si riuniscono nell'attuale territorio del Montenegro adottando un memorandum in dodici punti, con il quale chiedono ad Istanbul di riconoscere al proprio popolo la nazionalità, l'autogoverno e l'insegnamento della lingua e della cultura albanese nelle scuole. Nel frattempo, infatti, anche tra gli albanesi è cresciuto e si è consolidato un movimento di identità nazionale, favorito anche dall'aiuto e dall'esperienza degli albanesi della diaspora, in particolare quelli delle comunitàalbanesi d'Italia, che hanno partecipato a pieno titolo e con particolare dedizione alRisorgimento italiano e alla costituzione del nuovo stato unitario.
Il palazzo sede della Lega Indipendentista Albanese anti-turca aPrizrenCelebrazione del primo anniversario di indipendenza aValona il 28 novembre 1913
Nel1912 una coalizione tra ilRegno di Serbia,Regno di Grecia,Regno di Bulgaria eRegno del Montenegro, già proclamatosi indipendenti, muove guerra contro l'impero, sconfiggendolo in pochi mesi. La conclusione di questaprima guerra balcanica vede quindi rafforzarsi ed estendersi i giovani stati balcanici di Serbia, Bulgaria e Grecia, che cercarono di ingrandire i loro rispettivi confini sui rimanenti territori albanesi. L'Albania fu così invasa dalla Serbia nel nord e dalla Grecia nel sud, cosa che limitò il paese a solo un pezzo di terra intorno alla città costiera meridionale diValona.
Il 28 novembre 1912, aValona,Ismail Qemali dichiarò l'indipendenza dell'Albania, a cui seguì la formazione di ungoverno provvisorio, che tuttavia esercitò la sua autorità solo in luoghi nelle immediate vicinanze di Valona. Altrove, il generale ottomanoEssad Pascià formò un "Senato centrale albanese" aDurazzo, mentre i membri più conservatori delle tribù albanesi ancora speravano in un ripristino della sovranità ottomana.[41]
Ilprincipato di Albania fu stabilito il 21 febbraio1914. La nascita del principato fu fortemente voluta sia dall'Austria che dall'Italia, che aveva a capo del governo un oriundo albanese,[42] per smorzare il desiderio serbo di conquista delle coste, che li avrebbe rafforzati. Le grandi potenze designarono il principeGuglielmo di Wied, un nipote della reginaElisabetta di Romania, come sovrano della nuova Albania indipendente. Un'offerta formale, che egli accettò, fu presentata da 18 delegati in rappresentanza dei 18 distretti d'Albania il 21 febbraio 1914. Guglielmo d'Albania veniva appellatoprincipe al di fuori dell'Albania, ma in Albania era denominato "mbret" (re), in modo da non sembrare inferiore al re del Montenegro.
Il principe Guglielmo d'Albania arrivò in Albania nella sua capitale provvisoria di Durazzo il 7 marzo 1914 insieme con la famiglia reale. La sua sicurezza era affidata ad una gendarmeria comandata da ufficiali olandesi. Il principe Guglielmo d'Albania lasciò il paese il 3 settembre 1914 a seguito di una rivolta pan-islamica guidata daEssad Pascià e poi ripreso daHaji Kamil il comandante militare dell'Emirato d'Albania localizzato attorno a Tirana. Tuttavia non rinunciò mai alla sua pretesa al trono. Al posto di Guglielmo il Senato di Durazzo elesse pochi giorni dopo principe d'AlbaniaMehmed Burhaneddin Efendi, figlio dell'ex sultano ottomanoAbdul Hamid II, che rimase in carica fino al 1919.
Diversi governi si succedettero nel tentativo di sviluppare unostato laico, indipendente edemocratico.Tali tentativi furono appoggiati dalle élite intellettuali, da parte della piccola e mediaborghesia nazionalista urbana, da parte della nobiltà e dei rappresentanti dei ceti elevati delle famiglie albanesi nazionaliste e dalla comunità legata alladiaspora albanese inEuropa e negliStati Uniti d'America, con il supporto e l'intervento dellaSocietà delle Nazioni negli anni venti[senza fonte].
La delimitazione dei confini del nuovo Stato lasciò alcune comunità albanesi fuori dell'Albania. Questa popolazione fu divisa in gran parte tra il Montenegro e la Serbia (che all'epoca comprendeva anche parte della Repubblica di Macedonia). D'altra parte una rivolta nel sud del Paese, dai Greci locali, portò alla formazione di una regione autonoma denominata "Repubblica Autonoma dell'Epiro del Nord" all'interno dei suoi confini (1914), zona che rimase sotto il controllo greco fino al 1916.
Durante laprima guerra mondiale parte del territorio divenne unProtettorato italiano. Gli italiani lasciarono il paese solo il 2 agosto1920, soprattutto a causa dellaRivolta dei Bersaglieri, moto popolare scoppiato il 26 giugno 1920 adAncona e nato in seguito al rifiuto di un reggimento di soldati di partire per l'Albania. Il moto poi fu appoggiato dalla popolazione civile e si diffuse in altre città. Represso nel sangue, convinse però ilgoverno Giolitti a rinunciare all'occupazione ed a firmare un patto con l'Albania in cui si prevedeva che soloSaseno sarebbe rimasta italiana.[43][44]
Il processo di riforma democratica e laica fu interrotto dalcolpo di Stato politico-militare guidato da Ahmet Zogu, che diede vita alRegno albanese, autonominatosi re col nome diZog I. Nel periodo1924-1939 si svilupparono intensi rapporti bilaterali economici traRegno d'Italia ed Albania.
Il regime monarchico fu rovesciato nel 1939, quandol'Albania fu occupata dall'esercito italiano.Mussolini, infatti, sentiva il bisogno di controbilanciare le azioni dell'alleato tedesco che nel marzo del 1939 aveva occupato la Cecoslovacchia ("Ogni volta che Hitler prende uno stato, mi manda un messaggio," disse aCiano). Vi erano inoltre supposte collaborazioni tra Re Zog e i governi anglofrancesi. Con un'invasione-lampo, il 7 aprile 1939 l'esercito italiano disarmò la debole resistenza albanese quasi senza colpo ferire.[45] Re Zog riparò subito in Grecia. Il 16 aprile, l'Albania venne accorpata al territorio metropolitano italiano eVittorio Emanuele III di Savoia venne proclamato Re d'Albania.
Nel novembre del 1940, dopo il disastrosoattacco italiano alla Grecia, un terzo del territorio albanese fu occupato dai greci. Alcuni battaglioni albanesi nelle divisioniVenezia eGiulia vennero distrutti dai greci mentre proteggevano la ritirata italiana. Il colonnello Pervizi (rappresentante del comando albanese) decise allora di sottrarre la brigataTomorri al rischio di una seconda strage, abbandonando a sorpresa il campo di battaglia. Badoglio parlò di "tradimento degli albanesi" e decise il ritiro del loro esercito. In seguito all'intervento della Germania - subentrata nel 1941 in sostegno all'Italia - la Jugoslavia e la Grecia passarono sotto il controllo delle forze italo-tedesche, mentre ilKosovo e l'Epiro del nord furono annesse all'Albania. La situazione cambiò nuovamente dopo la firma dell'armistizio con gli angloamericani da parte del governo Badoglio (armistizio di Cassibile), che spinse i tedeschi ad invadere l'Albania.
Si formò così un movimento composto da gruppi nazionalisti e di resistenzapartigiana (formato principalmente dai componenti dal partito nazional-comunista guidato daEnver Hoxha). Ci fu anche il contributo degli ex militari italiani che formarono laformazione partigianaBrigata Gramsci. La resistenza antinazista riuscì a prendere il controllo del paese nel novembre1944, quando i tedeschi se ne andarono per non restare ivi insaccati dopo la resa di Romania e Bulgaria. I nazionalisti e i patrioti antifascisti albanesi si organizzarono nellaL.A.N.Ç. -Lufta Antifashiste Nacional Çlirimtare.
L'Albania è l'unico paese dove tutti gliebrei furono salvati dalle persecuzioni durante la presenza dell'occupazione nazista[46] (per maggiori dettagliStoria degli ebrei in Albania). Nel corso del conflitto, infatti, il numero degli ebrei aumentò; molti vi emigrarono per salvarsi dalle persecuzioni razziali di altri Paesi. Le autorità dello Stato albanese rifiutarono di consegnare la lista degli ebrei presenti nel paese. Contrariamente alle norme imposte, nessun ebreo fu consegnato ma furono nascosti nelle abitazioni od a volte momentaneamente negli edifici dei patrioti albanesi. Gli ebrei erano concentrati soprattutto nelle zone centrali traTirana eDurazzo e nelle città diValona eBerat (quest'ultima contava da sola 600 ebrei alla fine della guerra); spesso per nascondere i perseguitati gli albanesi hanno usato metodi di "mimetizzazione", procurando loro documenti falsi,[47] infatti come fa notare lo storico italianoMichele Sarfatti « [...] l’Albania, Paese che all’epoca era il più musulmano e forse il più povero d’Europa, e Paese che fu controllato prima dall’Italia fascista e poi dalla Germania nazista, spicca nel continente proprio per la sua non collaborazione allo sterminio».[48]
Dal1946 al1990 l'Albania fu uno Statosocialista estremamenteisolazionista,stalinista eantirevisionista, che dedicò poche energie alla cooperazione politica anche con gli altri stati comunisti delPatto di Varsavia dominato dall'Unione Sovietica, in quanto quest'ultima, con l'ascesa al potere diNikita Kruscev, aveva assunto una forte opposizione al culto della personalità diStalin, dopo la pubblicazione del rapportoSul culto della personalità e le sue conseguenze.
Il nuovo governo fu scelto tramite le elezioni democratiche tenute verso la fine del1945, che confermarono vincitore, con un'assoluta maggioranza, il gruppo del Fronte Democratico, d'ispirazione comunista. Il nuovo governo prese il potere nei primi mesi del 1946 (sebbene fin dalla fine dell'occupazione tedesca nel 1944 il paese fosse egemonizzato dal partito comunista), avendo come capo dello StatoEnver Hoxha, un comunista che era stato attivo nella guerra antifascista. Hoxha concentrò la politica dello Stato intorno alPartito Comunista, unico partito legale. Come Primo Segretario generale delPartito Comunista dell'Albania, eliminò inizialmente i suoi rivali storici, tra cui collaborazionisti con gli occupanti e persone provenienti da famiglie nobili e borghesi. Ben presto tutti i beni e proprietà vennero confiscati e diventarono proprietà pubblica, cosa inizialmente apprezzata dai ceti meno abbienti.
Nei primi anni del nuovo regime, lo Stato di Hoxha aveva buone relazioni diplomatiche ed economiche con laJugoslavia, facendo di quest'ultima il principale partner commerciale. Ma le intenzioni non trasparenti degli jugoslavi non piacquero al dittatore, il quale ruppe tutte le relazioni politiche a partire dal1948. Secondo le dichiarazioni unilaterali albanesi ciò avvenne per un presunto tentativo dellaJugoslavia di incorporare politicamente l'Albania privandola della sua indipendenza. Dopo questo importante fatto, il piccolo paese intensificò le sue relazioni con l'Unione Sovietica, e di fatto, dipese anche economicamente da quest'ultima. Il Partito Comunista dell'Albania mutò il suo nome inPartito del Lavoro, seguendo un suggerimento di Stalin. Neglianni sessanta, irritata dalle valutazioni critiche di Nikita Sergeevič Chruščёv sulla personalità di Stalin, l'Albania raffreddò i suoi rapporti con l'Unione Sovietica. Visto che l'Albania intendeva proseguire lo sviluppo verso una società marxista mantenendo l'eredità stalinista, e che invece i paesi dell'area sovietica intendevano aderire alla revisione critica fatta da Kruscev, non solo Hoxha interruppe tutte le sue relazioni con l'URSS (1960), ma uscì ufficialmente dalPatto di Varsavia nel1968, per protesta contro la repressione dellaPrimavera cecoslovacca. Dopo aver fallito nuovamente l'amicizia traCina e Albania (1960-1978), il paese si ritrovò isolato dal resto dell'Europa e del mondo per molto tempo, dato che il regime ritenne di essere l'ultima, unica, fortezza marxista al mondo.
Dal 1967 al 1990 vengono messe fuori legge dal regime di Hoxa tutte le confessioni religiose nel Paese, rendendo l'Albania il primo e unico Statoateo del mondo prevedendo anche la reclusione per reati di propaganda religiosa: nell’articolo 37 della Costituzione viene sancito che «lo Stato non riconosce alcuna religione e supporta la propaganda atea per inculcare alle persone la visione scientifico-materialista del mondo».[49]
Il governo ha attuato riforme volte alla modernizzazione economica e ha raggiunto risultati significativi in industrializzazione, sviluppo agricolo, istruzione, arte e cultura, che hanno contribuito ad un aumento complessivo del tenore di vita. D'altra parte, politicamente, l'Albania è stato l'unico paese comunista a rifiutare la destalinizzazione e ad imporre una severa dittatura.[50]
Enver Hoxha morì nel1985, lasciando il potere al suo fedelissimoRamiz Alia. Quest'ultimo, a causa di massicce proteste e del clima di insopportabile pressione, concesse le prime elezioni libere nel1991; l'esperienza comunista, complice anche la grave situazione economica, era da tempo in grave crisi, e - con la concessione delle elezioni e la negoziazione del debito estero[51] - era da considerarsi formalmente conclusa.
Il movimento di protesta e di rivolta che portò alla rinascita delliberalismo e al ripristino del multi-partitismo neglianni novanta sorse in seguito al desiderio di rinnovamento, seguito alla caduta delMuro di Berlino e ai cambiamenti che stavano avvenendo negli altri paesi dell'Est europeo; fu guidato dagli studenti e dai docenti universitari diTirana, da intellettuali moderati e da tecnici delle fabbriche.
Il paese soffriva di molti problemi legati al limitato sviluppo socioeconomico. Furono tantissimi gli albanesi, in questi anni, che decisero di partire alla volta dell'Italia e si riversarono via mare sulle coste dellaPuglia, lungo il litoralesalentino traBrindisi eOtranto.
Il 29 giugno1997 si tenne, contemporaneamente alla grave crisi politico-economica e sociale albanese, unreferendum istituzionale per decidere se restaurare lamonarchia conLeka (figlio di Zog I) o mantenere laRepubblica parlamentare, la seconda opzione vinse col 66% dei voti.
In Albania la prima riforma legislativa riguardò la nuovaCostituzione e la transizione ad un sistema politico ed economico di tipo liberalistico; in particolare la gestione statale dei beni venne sostituita con il ripristino dellaproprietà privata. Successivamente venne intrapresa la lunga strada verso l'adeguamento ai programmi europei delPatto di stabilità e crescita secondo il protocollo delTrattato di Maastricht.
I monti del centro d'Albania, vicinoCroiaPianura nelle Alpi albanesi
Il territorio è formato da una piccola porzione di terreno pianeggiante e agricolo, mentre la gran parte del territorio è collinare, montuoso e molto impervio. La vetta più alta è ilMonte Korab, che confina con la Macedonia del Nord e raggiunge i2764 m di altezza. Il clima nell'entroterra è principalmente di tipocontinentale, mentre la fascia costiera è caratterizzata da unclima mediterraneo.
Le sue coste, bagnate dalMare Adriatico, misurano in totale427 km. Le pianure occidentali si affacciano sul mare, in particolare sulCanale d'Otranto, che separa l'Albania dallaPuglia; in tale canale l'estremo oriente delSalento costituito daCapo d'Otranto dista dalle coste albanesi circa72 km.
I laghi dell'Albania sono tre: il lago diScutari,Ocrida ePrespa.Illago di Scutari costituisce confine con il Montenegro, illago di Ocrida costituisce confine con laMacedonia del Nord, e illago di Prespa con la Macedonia del Nord e con la Grecia.
Trovandosi ad una latitudine soggetta a diverse caratteristiche climatiche durante le stagioni estiva e invernale, e avendo la costa affacciata sui mari Adriatico e Ionio e le regioni montuose appoggiate all'elevata massa dei Balcani, l'Albania ha un elevato numero di regioni climatiche considerata la sua modesta superficie.
Le pianure litoranee hanno tipicamente unclima mediterraneo, le regioni montuose hanno un clima continentale. Sia nelle pianure che nell'interno, il clima varia marcatamente da nord a sud. Le pianure hanno inverni miti, con una temperatura media di7 °C. D'estate la temperatura media è di24 °C con un'alta percentuale di umidità. Nelle pianure del sud, le temperature medie sono di circa cinque gradi più alte durante tutto l'anno. La differenza è più marcata durante l'estate.
I territori etnico-linguistici e dialettali albanesi
La lingua ufficiale in Albania è l'albanese (nome nativoGjuha Shqipe /ˈɟuˌha ˈʃciˌpɛ/, storicamentegluha arbëreshe), parlata in Albania da poco meno di 3 milioni di persone.
Storicamente l'albanese è parlato da comunità costituenti minoranze linguistiche di vecchia data in Croazia, Bulgaria, Romania, Crimea, Turchia, Egitto, Italia (l'arbëreshe, parlato in zone dell'Italia meridionale e inSicilia). Per via delle migrazioni più recenti del XX secolo l'albanese ha numerosi locutori sparsi in Europa e nelle Americhe.
L'albanese costituisce un gruppo a parte dellafamiglia linguisticaindoeuropea. Alcuni studiosi suggeriscono che sia l'unico sopravvissuto delgruppo illirico parlato un tempo nella penisola sud-orientale dell'Europa. Altri suggeriscono che possa essere imparentato più con l'anticodaco, un tempo parlato inMesia e inDacia (Romania).
Una piccola parte della popolazione dell'estremo sud parla ilgreco moderno.[52][53] Una minoranza linguistica nell'est parla ilmacedone e un'altra minoranza linguistica nel nord parla ilserbo-croato (dialettoiecavo)[54] e l'arumeno. Le lingue straniere più conosciute sono l'italiano, parlato dal 40-50% della popolazione,[55] e l'inglese, parlato da circa il 40%.
Secondo altre fonti, nel 1989 la popolazione vivente in Albania di origine greca oscillava dall'1% (statistiche ufficiali del governo albanese) al 12% (statistiche di una organizzazione greca).[56] Esistono inoltre altre minoranze quali ibosgnacchi,[58] gliashkali detti ancheegiziani albanesi,[59] ivalacchi (oarumeni), igorani, e irom. Vi sono anche una piccola comunità armena e unaebraica aTirana.
Ladiaspora albanese, avvenuta col definitivo controllo turco-ottomano dei territori abitati dagli albanesi, ha riguardato molti paesi e in particolare l'Italia. Si calcola che la più antica e massiccia migrazione fu quella che riguardò un cospicuo gruppo di famiglie (fis) e interi villaggi (katund) e città (qytez ohorë) che esuli dalle diverse parti d'Albania, specialmente l'Epiro, così come la Morea e l'Attica, si rifugiarono nelRegno di Napoli e nellaRepubblica di Venezia. I loro discendenti sono glialbanesi d'Italia (arbëreshët), che conservano ancora lingua, rito religioso, usi e costumi d'origine, e vive dislocata in un'area geografica (Arbëria) sparsa in sette regioni delsud Italia (soprattutto inCalabria e inSicilia, così come inMolise,Basilicata,Puglia,Campania edAbruzzo).
Antica chiesa cattolica di Sant'Antonio aRodon,Durazzo
Nel periodo1967-1990, durante il regimenazional-comunista diEnver Hoxha, tutte le religioni erano proibite per legge in quanto l'ateismo di Stato era stato assunto a principiocostituzionale e imposto con la forza. Nel1976, nella Costituzione albanese, l'Albania si proclamava atea. Oggigiorno è stata ristabilita la libertà di culto. La Costituzione del1998, all'articolo 10, afferma la laicità dello Stato e sancisce l'uguaglianza dei vari culti. Inoltre, l'articolo 3 pone la coesistenza religiosa tra i principi fondanti dello Stato.[60] Lo Stato riconosce come giorni festivi le feste delle quattro confessioni tradizionali, ovvero le comunità che registrano una presenza storica nel paese.
Le religioni più praticate in Albania sono l'islam e ilcristianesimo.[61] Nella storia dello Stato non si sono registrati particolari fenomeni di estremismo religioso e le varie confessioni normalmente convivono senza problemi. Il matrimonio interreligioso è da secoli considerato socialmente accettabile.[62][63] Il Dipartimento di Stato americano stima nel 25/40% la parte della popolazione che partecipa attivamente alle funzioni religiose.[64]
Secondo il censimento del 2011, la popolazione era costituita da un 58,8% di musulmani (56,7% seguaci delsunnismo e 2,1% delbektashismo), un 16,7% di cristiani (10%cattolici e 6,7%ortodossi), mentre il 13,8% della popolazione non aveva risposto, il 5,5% si dichiaravano credenti senza religione, il 2,5%atei, e lo 0,2% seguaci di altre religioni.[65]
Secondo il censimento del 2023, la popolazione era costituita da un 50,5% di musulmani (45,7% seguaci del sunnismo e 4,8% del bektashismo), un 15,6% di cristiani (8,4% cattolici e 7,2% ortodossi), mentre il 19,4% della popolazione si dichiaravano credenti senza religione, il 10% non aveva risposto, il 4% si dichiaravano atei, e lo 0,5% seguaci di altre religioni.[66]
Il numero totale delle confessioni religiose registrate è di 245 (189 cristiane e 56 islamiche od orientali). La mappa religiosa ha mantenuto nel tempo la distribuzione storica. I cattolici si trovano principalmente nell'Albania del Nord, i musulmani hanno una zona più ampia con forte presenza nelle zone centrali e rurali, mentre gli ortodossi appaiono nelle zone meridionali del Paese dove è stata forte in passato la presenza della chiesa cattolica di rito greco. La migrazione interna intanto ha fatto sì che si creassero molte zone dove la popolazione includa più comunità religiose e confessioni.
Per quanto riguarda le comunità cristiane, il problema principale è la mancanza di sacerdoti e di suore di nazionalità albanese nei diversi ordini religiosi. Un problema di natura giuridica è invece la restituzione delle proprietà immobiliari degli ordini religiosi in Albania, confiscate dai governi durante il regime comunista. Tuttavia, in un accordo con laSanta Sede del 2002, il governo albanese si è impegnato a ripristinare le proprietà dellaChiesa cattolica (Articolo 9).[67]
Gli abitanti dell'antico territorio d'Illiria praticavano ritipagani e credevano nei miti della guerra, della natura e degli animali. Due figure importanti dell'antica mitologia e religione albanese sonoDrangùe, ossia una figura divina alata semi-umana e protettore dell'umanità, associata al tempo e alle tempeste, che lotta e combatte controKulshendra, enorme demone e drago serpentino femminile con diverse teste responsabile dei disastri contro l'umanità. Il cristianesimo si diffuse nelle terre illiriche durante ilI secolo.San Paolo scrisse di aver predicato anche nelle province romane dell'Illiria, e leSacre Scritture narrano di una sua visita aDurazzo: l'apostolo conobbe l'Albania grazie ai suoi viaggi via terra dallaGiudea aRoma, durante i quali ci si imbarcava a Durazzo per raggiungere lapenisola italiana.[69]
L'opera di cristianizzazione fu portata avanti, in seguito, anche daimissionari cristiani attraverso l'anticaVia Egnatia e il territorio dell'antica Illiria, dove si fondano le prime comunità e chiese cristiane illiriche. In alcune città costiere del territorio dell'Albania sorsero anche alcune piccole comunitàebraiche. Le comunità cristiane rimasero legate allaChiesa cattolica grazie alla presenza di capi spirituali e alla volontà dei principi albanesi dei clan degli Arianiti, Kastrioti, Balshaj, Topiaj, Gjon Markaj, Dukagjini, e Muzakaj.
In seguito alla divisione dell'Impero romano inImpero d'Oriente (bizantino) eImpero d'Occidente nel395, l'Albania venne posta sotto la giurisdizione dall'Impero d'Oriente, ma in termini ecclesiastici rimase dipendente daRoma. Nel732 l'imperatore bizantino,Leone l'Isaurico, assoggettò l'area alPatriarcato di Costantinopoli. Per secoli l'Albania divenne arena delle lotte ecclesiastiche traRoma eCostantinopoli. Molti degli albanesigheghi che vivevano a nord del fiumeShkumbini (area comprendente l'odiernaDurazzo-Apollonia-Elbasan fino aKorca e l'area diScutari, la pianura compresa fra ilMare Adriatico e illago di Scutari) eranocattolici ditradizione latina, mentre gli albanesi toschi che vivevano fra le regioni montuose del sud-est e le regioni sud-occidentali a sud del fiumeShkumbini praticavano il rito greco-bizantino, seppur in comunione con la Santa Sede. La comunità cristiana greco-cattolica, sotto il regime politico-militare dell'Impero bizantino, si divise, e parte di essa passò sotto l'autorità diCostantinopoli.
In seguito all'invasione dell'Impero ottomano, avvenuta nel1478, ebbe inizio una lenta conversione all'islam del popolo albanese, favorita specialmente dai vantaggi sociali ed economici che la nuova religione assicurava all'interno della società ottomana. Una consistente minoranza, tuttavia, continuò a praticare il cristianesimo in segreto in modo da evitare le pesanti tassazioni che erano previste per coloro che non accettavano l'islam come religione.
Nel1912 gli albanesi riuscirono a divenire indipendenti e, dopo un breve regno, durato fino al 1939, e l'occupazione italiana, si instaurò un regime a caratterecomunista che impose l'ateismo di Stato e proibì ogni attività religiosa. In seguito alla caduta del regime la pratica delle religioni è tornata legale e tuttora esistono nel Paese due grandi comunità musulmane e cristiane, e altre minoranze. Le diverse religioni, a differenza di altri paesi, hanno sempre convissuto pacificamente.
Il Kanun è il codice d'onore che sancisce i principi della vita di un albanese: secondo la tradizione bisogna assolutamente avere a cuore l'accoglienza dello straniero, l'onore e lavendetta. Il Kanun specie nel nord dell'Albania ancora oggi è causa di numerosi omicidi e faide familiari: per questo il governo da decenni sta cercando di eliminare il Kanun.[70]
Il sistema politico dell'Albania si basa sulla divisione del potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Il potere legislativo è esercitato dal parlamento unicamerale, l'Assemblea di Albania, composto da 140 deputati (uno ogni circa 25 000 persone), eletti secondo un sistema semi-proporzionale, ogni 4 anni, in base alle 12 contee in cui è diviso lo Stato. Un progetto di legge può essere proposto da un membro dell'Assemblea, oppure da qualsiasi cittadino che raccolga 20 000 firme di votanti. In altri casi di importanza nazionale, una raccolta di 50 000 firme concede l'ultima parola ad un referendum.Ottenuta l'approvazione dal Parlamento, il progetto di legge viene indirizzato al Presidente della Repubblica, il quale ha il diritto di veto, con la dovuta giustificazione, e può rimandare la legge in una seconda votazione, o coinvolgere la Corte costituzionale, che ne stabilisce la legittimità, nel caso il capo dello Stato ritenga che la Costituzione sia stata violata. LaCostituzione dell'Albania, attualmente in vigore, è stata adottata ufficialmente il 28 novembre 1998, dopo l'esito di un referendum. Nel 1997 l'Albania è stata riaffermata, con circa il 65% dei voti,repubblica parlamentare, da un referendum che aspirava alla creazione di unamonarchia parlamentare.
Il presidente in carica èBajram Begaj, in carica dal 24 luglio 2022.
Il Presidente ha il potere di garantire il rispetto della costituzione e di tutte le leggi, manda messaggi all'Assemblea e altri organi statali, opera come Comandante Supremo delle Forze Armate (mosse con la fiducia del parlamento), e altri poteri, in maggior parte formali e cerimoniali.
Il Presidente, con la proposta del leader del partito o coalizione di partiti che detiene la maggioranza nell'Assemblea, nomina ilPrimo Ministro, il quale propone al Presidente i membri delConsiglio dei ministri. L'intero Consiglio poi viene approvato dal voto dell'Assemblea.
Ilpotere esecutivo viene esercitato dalConsiglio dei ministri. Il presidente del Consiglio è nominato dal Presidente; i ministri sono anch'essi nominati dal Presidente sulla base di raccomandazioni del Primo Ministro. L'Assemblea del Parlamento dà l'approvazione definitiva alla composizione del Consiglio. Il Consiglio è responsabile sia della politica interna che esterna. Dirige e controlla l'attività dei Ministeri e di altri organi delloStato.[71]
In Albania ci sono università di diritto pubblico statali e private che sono nella fase di sviluppo deicurricula accademici per il riconoscimento del titolo di studio conECTSEuropean Credit Transfer System, con obiettivo l'integrazione nel sistema accademico e universitario dell'Unione Europea, secondo il processo della dichiarazione di Bologna.
Molte hanno sedi aTirana, come l'Università di Tirana, la prima università fondata in Albania, nel 1957, (in precedenza "Università statale di Tirana" e "Università di TiranaEnver Hoxha"), l'Università Politecnica di Tirana, l'Università statale Agraria, Accademia statale delle Belle Arti e della Musica, l'Università dello Sport (Istituto statale unico per la Ricerca in Medicina Sportiva, l'Educazione Fisica e per lo Sport), l'Università statale degli Studi Militari, l'Accademia statale della Polizia, le due ultime in collaborazione (per la riforma dei curricula accademici) con le strutture di formazione dellaNATO,PAMECA (missione dell'Unione Europea in Albania), e con specializzazioni nelle accademie dell'Esercito Italiano eCarabinieri inItalia.
L'Università di Dyrrachium (Universiteti Mesjetar i Durrësit[72] o Università Medievale diDurazzo), stabilita verso il 1380 - la prima università medievale nei Balcani - può rappresentare ancora oggi un riferimento universitario storico dell'Albania nel medioevo.
Ci sono 35 università private costituite come Società a responsabilità limitata (S.r.l.); di queste (S.r.l.), 10 sono proprietà di investitori privati albanesi, 1 turco, 2 greco-cipriota, 1 greco-americana, 1 italiana di educazione a distanza (e-learning). L'offerta delle università private in Albania è invece maggiormente concentrata sulle facoltà di economia finanziaria e commercio,giurisprudenza,medicina,odontoiatria, ingegneria elettronica, edile e architettura.
Il servizio sanitario base in Albania viene effettuato dai medici di famiglia, i quali coprono un'unità amministrativa. Questo servizio viene offerto nei cosiddetti ambulatori, che corrispondono ad un unico quartiere. Il medico di famiglia possiede le cartelle mediche con dati sulle malattie e la condizione di salute delle persone di età sopra i quattordici anni, invece i minori vengono seguiti dai pediatri e anche loro negli ambulatori. Nei casi particolari in cui i pazienti non possono essere portati in ambulatorio, per motivi di salute, il servizio viene erogato nel loro domicilio.
Questo modo di fornire il servizio sanitario pubblico in Albania, tramite il medico di famiglia, è relativamente nuovo ed è cominciato negli anni novanta, dopo i cambiamenti democratici nel paese. Il medico di famiglia tratta i cittadini secondo lo schema dettato dall'Istituto delle Assicurazioni della Salute Pubblica, ossia effettua le visite mediche su richiesta del paziente, rilascia ricette mensili per i malati cronici e inoltre indirizza i pazienti verso gli specialisti se bisognosi di visite più accurate. I medici specialisti sono raggruppati in ambulatori particolari, che coprono due o tre unità amministrative e non sono ancora stati inclusi nello schema dell'Istituto delle Assicurazioni, infatti vengono pagati dal Ministero della Salute.
Il servizio medico, per tutti i cittadini non assicurati, viene effettuato lo stesso dai medici di famiglia, sotto il compenso di circa 1,6 euro per visita medica, che va poi consegnato all'Istituto delle Assicurazioni. Si pensi che ogni medico offre servizi a circa 2 000 persone, dei quali solo un certo numero è assicurato e gli altri invece sono disoccupati o sotto l'età minima per lavorare, e in base al numero di assistiti riceve un aumento insignificante sullo stipendio.
Per i pensionati, e alcune altre categorie, i medicamenti vengono rimborsati al 100%,[senza fonte] questa scelta rischiò di portare negli anni passati al fallimento dello schema dettato dall'Istituto delle Assicurazioni che però si riuscì a salvare grazie all'intervento di numerosi fondi del budget pubblico.[senza fonte] Tale schema però funziona a malapena, cosa che tra l'altro viene riflessa anche nella qualità dei servizi offerti agli assicurati e nel bassissimo stipendio dei medici di famiglia, i quali, ad esempio, con 25/30 anni di esperienza, ricevono non più di 250 euro mensili.
Si sta parlando di una riforma totale del servizio base di salute in Albania, che si pensa possa riuscire a portarlo a livelli confrontabili a quelli dei paesi più sviluppati dell'Europa,[senza fonte] ma niente di concreto è stato fatto. Da un paio di anni, il governo sta investendo notevolmente sulle strutture sanitarie del paese cercando di adeguarle agli standard europei ed il miglioramento è notevole. Nonostante ciò, il sistema sanitario statale soffre ancora di mancanze di tipo materiale e organizzativo nelle zone più arretrate del paese.
Le forze armate albanesi sono supervisionate dal Quartier Generale dello Stato Maggiore e consistono in forze armate di terra (esercito), commando forza navale (marina),difesa aerea, commando di dottrina e formazione e commando logistico. Nel 2002 le forze armate albanesi hanno lanciato un programma di riforma di dieci anni sponsorizzato e supervisionato dalDipartimento della Difesa degli Stati Uniti per perfezionare e modernizzare significativamente le proprie forze armate; l'esercito impiega più di 25 000 soldati. Nell'aprile 2008 l'Albania e la Croazia hanno ricevuto un formale invito di adesione alla NATO e ne sono diventati membri effettivi il 4 aprile 2009.[73]
L'esercito albanese partecipa a missioni di pace sia inAfghanistan, sia inIraq.
L'Albania ha condotto con l'Unione europea il percorso di adesione alla stessa Unione. Negli ultimi anni ha fatto registrare progressi più o meno ampi nel rispetto di tutti i criteri di adesione: democrazia, stato di diritto, economia. Queste le tappe già percorse:
28 aprile2009: l'Albania si candida ufficialmente ad entrare nell'UE.
16 novembre2009: l'UE sottopone al vaglio della Commissione europea la richiesta di adesione dell'Albania.
15 dicembre2010: l'UE esenta i cittadini albanesi dall'obbligo di dover presentare i visti di ingresso alla UE.[75]
10 ottobre2012: l'UE concede lo status di paese candidato all'Albania condizionato a riforme ancora incompiute del sistema giudiziario e della legge elettorale.
19 luglio2022: il Consiglio europeo approva la decisione del Consiglio: l'Albania diventa ufficialmente candidata all'adesione.
15 ottobre 2024: si tiene la seconda conferenza intergovernativa tra UE e Albania e si apre ufficialmente il primo gruppo di capitoli contenenti cinque capitoli (5,18, 23, 24, 32).[76]
Lalingua italiana è la lingua straniera più conosciuta in Albania.[77][78] Diverse generazioni e gruppi etnici sociali, anche grazie alle trasmissioni dei diversi canali radio televisivi italiani, che raggiungono la maggior parte del territorio albanese via satellite o terrestre, hanno permesso un ampliamento della conoscenza della lingua italiana.[77] I rapporti culturali tra Italia e Albania sono di antica data, non solo per la conoscenza linguistica dell'italiano in Albania, ma soprattutto per la storica presenza della minoranzaalbanese d'Italia (arbëreshët), che dalXV secolo vive nelMezzogiorno d'Italia. Negli ultimi anni i progetti culturali fra i due Paesi si intrecciano con maggiore intensità.
Lo studio e la conoscenza dell'italiano è sostenuta, inoltre, dal "Programma Illiria" (convenzione politica ottenuta conaccordi bilaterali dei governi italiano e albanese), che offre la possibilità di studiare la lingua italiana a diversi alunni delle scuole pubbliche statali del primo ciclo fino alle medie superiori nelle sessioni bilingue in Albania e a studenti albanesi di studiare anche in Italia. Il programma di Protocollo Scientifico Italia-Albania prevede anche la formazione continua di docenti, professori, insegnanti e traduttori albanesi, anche nell'ambito del Dipartimento di Italianistica della Facoltà delle Lingue Straniere e del Dipartimento di Scienze Pedagogiche e di Psicologia della Facoltà delle Scienze Sociali dell'Università di Tirana.
Altre note riguardo ai rapporti culturali fra Albania e Italia:
nel 2004 viene istituita l'Università "Nostra Signora del Buon Consiglio", con sede a Tirana ed Elbasan. Ente promotore è un Istituto religioso italiano fondato da padre Luigi Monti. L'Università ha attivato sette corsi di laurea in convenzione con tre Atenei statali italiani (Bari, Roma Tor Vergata e Milano), potendo così rilasciare diplomi validi anche in Italia. Nel 2010 sono 500 i docenti italiani che vi tengono interi corsi, contribuendo a fare di questa iniziativa il più grande progetto culturale-universitario italiano all'estero.[79]
Nel 2006, nelle scuole pubbliche statali e regionali paritarie in Italia studiano circa 70 000 alunni albanesi.[80]
nel 2008 nelle università italiane risultavano iscritti più di 11 397 studenti universitari albanesi.[81]
l'Istituto Italiano di Cultura a Tirana organizza eventi di promozione culturale dedicati all'arte, alla musica e alla letteratura italiana che coinvolgono artisti italiani, europei e albanesi.
Anche in Italia esiste dal 2011 il Centro di Cultura Albanese che organizza eventi di promozione culturale dedicati all'arte e alla cultura albanese che coinvolgono artisti e intellettuali albanesi e italiani.
L'Albania si articola in 12prefetture o "contee" (il termine ufficiale èqark/qarku, ma viene usato ancheprefekturë/prefektura),[82] a loro volta suddivise in 36distretti (rrethe in albanese) prive però di rilevanza amministrativa, e 61comuni.
I centri diDulcigno in Montenegro,Pristina in Kosovo,Skopje,Tetovo eBitola in Macedonia del Nord,Giannina eArta in Grecia, rimasti fuori dai confini nazionali, sono abitati in gran parte da gente albanese, i quali in diverso modo mantengono contatti con gli albanesi d'Albania e lo Stato schipetaro.
Le quattro provincie albanesi durante l'Impero ottomano (1878)
L'Albania confina con ilMontenegro a nord (per287 km), con ilKosovo e con laMacedonia del Nord a nord-est (151 km), e con laGrecia per282 km a sud. Ad eccezione della linea costiera, tutti i confini dell'Albania sono convenzionali, stabiliti in linea di principio durante laConferenza degli Ambasciatori del1912-1913 aLondra, dopo la proclamazione dell'indipendenza.[83]
LaConferenza degli Ambasciatori lasciò l'Albania con un territorio esiguo in cui viveva solo il 30% degli albanesi, mentre gli ampi territori della Kosova eCiamuria furono inglobati rispettivamente dalla Serbia e dalla Grecia; in realtà soltanto l'intervento diplomatico dell'Italia, preoccupata dell'influenza slava e greca sull'Adriatico evitò il completo smembramento dello Stato; per questo motivo re Zog I si proclamò Re degli albanesi e non Re d'Albania.[84]Il paese venne occupato, durante laprima guerra mondiale, dagli eserciti diItalia,Serbia,Grecia eFrancia, ma i confini stabiliti nel 1913 furono essenzialmente riaffermati dalle potenze vincitrici nel1921.[85]
L'Albania comprendente le zone lasciate fuori dai confini nazionali dallaConferenza di Londra (1912)
Alcune variazioni sono state accordate per salvaguardare le situazioni economiche locali, ad esempio per impedire la separazione di un villaggio dalle sue zone di pascolo o i mercati dalle relative zone di produzione. Le pressioni politiche inoltre furono un fattore importante nelle trattative, ma il risultato fu condizionato dall'approvazione delle Potenze, che avevano interessi più astratti, soprattutto mantenere l'equilibrio delle forze piuttosto che specifiche ambizioni economiche.Dopo la seconda guerra mondiale la Grecia espulse tutte le comunità albanesi dellaCiamuria, accusate di aver appoggiato i fascisti italiani, prendendo pieno controllo del territorio e troncando sul nascere ogni possibile rivendicazione.[86]
La divisione della regione dei laghi fra tre nazioni richiese che ciascuno di essi avesse una parte delle pianure nelle vicinanze. Questa decisione artificiale, una volta presa, condizionò necessariamente i confini settentrionale e meridionale. Il confine che si estende dai laghi generalmente verso nord, sebbene segua le creste delle alture orientali, rimane distante dai 16 ai32 km dallospartiacque. Poiché i negoziatori al congresso di Londra si rifiutarono di utilizzare lo spartiacque come confine nordorientale del nuovo Stato dell'Albania, la popolazione albanese del Kosovo fu incorporata nella Serbia.[83]
Nell'estremo nord e nelle regioni montagnose del nordest dell'Albania, il confine segue le creste delle montagne attraverso le in gran parte inaccessibiliAlpi Albanesi settentrionali, conosciute localmente comeBjeshkët e Namuna. Per la maggior parte, non esiste un confine naturale dalle alture all'Adriatico, anche se illago di Scutari (Shkoder) e una parte del corso delfiume Buna a sud del lago sono stati usati per contrassegnare il confine nord-occidentale dell'Albania. A sud e sud-ovest, tra la regione dei laghi e ilMar Ionio, il confine sudorientale del paese non segue lo spartiacque ma attraversa alcune creste montuose.
Il sistema socioeconomico dell'Albania è considerato quello di un "Paese in via di sviluppo", secondo la metodologia delFondo monetario internazionale (IMF) e delleNazioni Unite (UN). La caduta del regime politico comunista del 1990 è infatti avvenuta più tardi e in modo più caotico rispetto agli altri paesi dell'Europa dell'Est, ed è stata caratterizzata da un massiccio esodo di rifugiati politici ed emigranti economici verso l'Italia e la Grecia nel 1991 e nel 1992. I primi tentativi di riforma cominciarono all'inizio del 1992, dopo che il valore reale del PIL era diminuito di oltre il 50% rispetto al picco del 1989.
A partire dagli anni 2000, però, il paese ha fatto passi da gigante e ha finalizzato in maniera molto soddisfacente la transizione verso un'economia di mercato. Gli investimenti sono in continua crescita, in particolare per il settore energetico.
Albania, Cipro e Polonia sono gli unici paesi in Europa ad aver registrato una crescita economica nel 2010 e nel 2011.
Secondo i dati del 2014 il 18,4% delPIL è prodotto dalsettore primario, il 16,3% dalsettore secondario mentre il 65,3% dalsettore terziario. Dal punto di vista occupazionale, il 21,4% della forza lavoro è impiegata nell'agricoltura, il 28,3% nell'industria e il 50,3% nei servizi.
Spiaggia ad Himare
Secondo i dati dellaBanca Mondiale l'Albania ha registrato una crescita economica per il2018 dello 4,2% sulPIL.[87][88]
Una cospicua parte delle entrate nazionali dell'Albania proviene dal turismo. Il turismo, nel 2013, ha rappresentato il 10% del prodotto interno lordo del paese. Nel 2011 l'Albania è stata consigliata cometop travel destination dalla rivistaLonely Planet e nel 2014 è stata nominata la 4º destinazione turistica da visitare dalNew York Times.
L'aumento del numero dei turisti negli ultimi anni è un dato davvero impressionante, in quanto nel 2005 ammontavano a 500 000 visitatori mentre nel 2012 sono stati circa 4,2 milioni, un aumento quindi del 740% in soli 7 anni. Secondo una ricerca del portale sul turismo e le vacanze in Albania, soltanto nel mese di gennaio 2018 sono entrati nel territorio albanese circa 232 000 visitatori, un aumento del 34,5% rispetto a gennaio 2017. Nel 2023 si è visto sul territorio, l’arrivo di 10 milioni di turisti.
Secondo unadichiarazione del premier Edi Rama, soltanto nel mese di Luglio 2024 sono entrati inAlbania più di 1 milione di turisti, cifra che supera di gran lunga il numero dei passeggeri entrati in Albania durante tutto l'anno 2013.
L'industria del turismo è concentrata prevalentemente lungo la costa Adriatica e Ionica ma anche nelle montagne e nei grandi parchi nazionali del nord del paese. Inoltre, l'Albania ospitadiversi siti dell'UNESCO:
La maggior parte dei turisti proviene da altri paesi dell'est Europa, in particolare dallaPolonia e dallaRepubblica Ceca, ma anche da paesi dell'Europa occidentale, quali Italia, Norvegia, Germania, Austria, Paesi Bassi, Francia e altri.
SH2: ingresso a TiranaGiorno dell'inaugurazione del tratto Thumane - Kashar con auto d'epoca.
Tutte le principali città albanesi sono collegate fra loro con strade statali.C'è un'autostrada a quattro corsie che collegaDurazzo aTirana, e un'altra (per la maggior parte ancora da costruire) da Durazzo aValona. Dal 2007 l'Albania sta assistendo alla costruzione di numerose strade.L'opera principale da allora può essere considerata l'inaugurazione dell'"Autostrada della Patria" (a 4 corsie) che collegaPristina conDurazzo, per una lunghezza totale di170 km. Il 26 giugno 2009 è stato inaugurato il tratto dell'autostrada Durazzo-Kukës, per61 km con anche un tunnel di6 km.[89] Importante anche il trattoTirana-Elbasan, che grazie ad un tunnel di 2,4 chilometri ha ridotto notevolmente la distanza tra le due città, e in generale tra la capitale e il sud del paese.[90]
La seconda priorità invece è la costruzione del Corridoio Europeo 8, che collegherà l'Albania allaMacedonia del Nord e allaGrecia.[91][92]
Oltre al Corridoio Europeo 8, è di vitale importanza il Corridoio Blu che attraversa tutta l'Albania da Nord a Sud. Alcuni tratti devono essere ancora realizzati, alcuni invece dovranno essere ricostruiti per potersi adeguare alla categoria stradale richiesta (categoria A - autostrada), per altri tratti sono stati già eseguiti gli studi di fattibilità e sono in corso anche le gare d'appalto. Un tratto realizzato ed inaugurato a giugno 2024 è l'autostrada Thumane - Kashar.[93][94]
L'Albania adotta generalmente la medesima segnaletica utilizzata in Italia, sia nella colorazione (verde per l'autostrada, blu per le strade statali, marrone per le indicazioni turistiche) che nel font utilizzato sia per indicare le località che i numeri sui cartelli indicanti il limite di velocità.
L'Albania aveva un soloaeroporto internazionale: l'Aeroporto Internazionale di Tirana. Si trova a25 km dalla capitale ed è collegato a 30 destinazioni con 13 linee aeree. Attualmente, l'aeroporto di Tirana, si può definire un cantiere aperto poiché è previsto l'allungamento della pista, l'allargamento del terminal e la realizzazione di una stazione ferroviaria.[95][96]
Era in costruzione l'aeroporto internazionale di Valona (VIA) che consentirebbe il collegamento con paesi oltreoceano.[97]
A partire dagli anni novanta, l'aeroporto ha subito una notevole crescita in termini di passeggeri, arrivando, nel 2007, a servire oltre 1 milione di passeggeri.
Treno della linea Tirana-Durazzo nella stazione di KasharRete ferroviaria albanese attualmente esistente e in fase di ricostruzione.
Il sistema ferroviario fu prevalentemente promosso all'epoca del regime diEnver Hoxha: infatti, in quel periodo, l'uso di automezzi privati era vietato.
Leferrovie in Albania sono gestite dallaHekurudhat Shqiptare (HSH) (Ferrovie Albanesi) che, con un totale di circa447 km di linee principali e circa230 km di linee secondarie, a binario unico, collega fra loro le principali città albanesi. La trazione è diesel, prevalentemente basata su locomotive dell'azienda cecaČKD diOstrava.
La rete ferroviaria albanese è di fatto disconnessa dalle reti dei paesi circostanti; nonostante qualche incoraggiante miglioramento in corso, si può considerare in genere gravemente degradata rispetto al livello medio delle ferrovie europee.Molti tratti di linea sono danneggiati, con infrastrutture lesionate e insicure; molti tratti sono di fatto abbandonati o dismessi.La quasi totalità della popolazione albanese, difatti, preferisce trasferirsi da una città all'altra per mezzo di furgoncini passeggeri.[senza fonte]
Nel novembre del 2021, sono iniziati i lavori per la riqualificazione totale della linea ferroviaria Tirana - Rinas (aeroporto di tirana) - Durazzo. Il progetto prevede anche l'elettrificazione della linea.[96][100]
Nel 2025 è prevista l'apertura del cantiere per la riqualificazione totale della tratta Vore - Hani i Hotit, che consentirebbe anche il collegamento con il Montenegro.[101] È in corso anche lo studio di fattibilità della linea Durazzo - Rrogozhine.[102]
L'obbiettivo dell'Albania, con il supporto dell'UE, è di riqualificare nei prossimi decenni l'interna rete ferroviaria esistente e la realizzazione di nuovi tratti per consentire il collegamento con il Kosovo,[103] Macedonia del Nord,[104] Grecia[105] e Montenegro.[101]
IlMuseo Marubi (in albanese: Muzeu Marubi) diScutari è il primo museo di fotografia in Albania ed è considerato uno dei più ricchi della regione deiBalcani, conta infatti un archivio di oltre 500 000 negativi. Nel 2016 è stato incluso in un progetto statale di valorizzazione delle opere storiche. Inoltre l'archivio fotografico Marubi, oggi conservato presso il Museo, è stato riconosciuto patrimonio internazionale dell'UNESCO,[106] costituendo un esempio quasi unico inEuropa per qualità e importanza dal punto di vista documentario.
È possibile individuare nella musica tradizionale albanese due raggruppamenti:
Gegë la cui musica tradizionale popolare si basa su uno strumento a corde dettoçiftelia.
Toskë la cui musica tradizionale popolare, si basa su gruppi di cantanti polifonici, senza strumenti musicali dove uno solo canta, un altro ripete le parole del cantante principale (per simulare una specie di eco) e gli altri cantanti producono un suono costante dettoIso
La musica popolare, di origine molto antica, è stata tramandata oralmente di generazione in generazione ed è accompagnata da balli tipici tradizionali (Shota, Pogonishte, il Ballo dei uomini, per citarne alcuni). E inoltre ricordiamo l'iso-polifonia albanese, inserita nel 2008 nella lista dei patrimoni immateriali dell'umanità dell'UNESCO.
Lo scrittoreIsmail Kadare, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali.
La letteratura albanese moderna nasce in diaspora nel XV secolo; mentre si afferma dal XVIII al XIX secolo con il racconto popolare e le rapsodie.
Tra il XIX e il XX secolo, con la nascita dei moti rivoluzionari d'indipendenza e la nascita della nazione libera e sovrana, una cospicua produzione letteraria vede numerosi religiosi intellettuali, comeGjergj Fishta, autore deIl liuto della montagna (1937), il poema epico nazionale albanese. Tra i contemporanei spiccano i nomi diDritëro Agolli, scrittore, il poetaMillosh Gjergj Nikolla, eIsmail Kadare che ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali con romanzi comeIl generale dell'armata morta (1963), (Booker Prize, nel 2005). Nel XXI secolo si afferma ancheBen Blushi,[108] che col romanzoOtello, Arapi i Vlorës è stato il primo scrittore albanese a vincere, nel 2014, ilPremio letterario dell'Unione europea.
La cucina albanese, in parte a causa della dominazione ottomana che si protrasse per secoli e per un periodo di occupazione italiana, risente della cucina mediterranea e di alcune zone dei Balcani.
Celebrazione della Bandiera e dell'Indipendenza (Dita e Flamurit dhe e Pavarësisë)
Festa della Bandiera (1443), quando ilPrincipato d'Albania sollevò contro i turchi la prima bandiera albanese a Croia, e della Dichiarazione di Indipendenza dall'Impero turco-ottomano (1912).
Ilcalcio è losport più popolare in Albania disciplinato dallaFedercalcio Albanese (Federata Shqiptare e Futbollit, F.SH.F.), creato nel 1930, membro dellaFIFA e membro fondatore dellaUEFA.
AElbasan è in programma la costruzione di un circuito di 4,4 km con l'obiettivo di ospitare ilcampionato mondiale di Formula 1 secondo alcune fonti dal 2027[112] ma per altre non prima del 2030.[113]
^Sino al XVIII secolo, periodo delle ultime migrazioni degli albanesi in Italia (centro-sud), Ucraina (Crimea) e Croazia (Dalmazia), è accertato l'impiego da parte del popolo albanese del toponimoArbëria (gegë: Arbënia) per l'Albania, nonchéarbëreshë/arbërorë per autodefinirsi albanesi.
^(DE) Indogermanisches etymologisches Wörterbuch (Indo-European Etymological Dictionary) 1959 pp. 30–31
^Constantine A. Chekrezi.Albania Past and Present. New York: The Macmillan Company, 1919. p. 116.
^(EN) Madrugearu A, Gordon M.The wars of the Balkan peninsula. Rowman & Littlefield, 2007. p. 146
^Richard Talbert,Barrington Atlas of the Greek and Roman World, (ISBN 0-691-03169-X), map 49 & notes
^The Illyrians di J. J. Wilkes, 1992,ISBN 0-631-19807-5, p. 279, "We cannot be certain that the Arbanon of Anna Comnena is the same as Albanopolis of the Albani, a place located on the map of Ptolemy (3.12)"
^Clements, John (1992),Clements encyclopedia of world governments, Vol. 10. Political Research, Inc. p. 31: "By 1190, Byzantium's power had so receded that the archon Progon succeeded in establishing the first Albanian state of the Middle Ages, a principality"
^ab(EN)Arnawutluḳ (abstract), inEncyclopaedia of Islam, Second Edition, Brill Online, 2012.URL consultato il 15 settembre 2023(archiviato dall'url originale il 21 luglio 2015).
«The position of the League in the beginning was based on religious solidarity. It was even calledKomiteti i Myslimanëve të Vërtetë (The Committee of the Real Muslims) ... decisions are taken and supported mostly by landlords and people closely connected with Ottoman administration and religious authorities..»
«On 10 June 1878, ... The League of Prizren, Alb. Lidhja e Prizrenit, ... On 13 June 1878, the League submitted an eighteen-page memorandum to Benjamin Disraeli, the British representative at the Congress of Berlin»
^(EN) Michal Kopeček, Ahmed Ersoy, Maciej Gorni, Vangelis Kechriotis, Boyan Manchev, Balazs Trencsenyi e Marius Turda,Program of the Albanian League of Prizren, inDiscourses of collective identity in Central and Southeast Europe (1770–1945), vol. 1, Budapest, Hungary, Central European University Press, 2006, p. 347,ISBN963-7326-52-9.URL consultato il 18 gennaio 2011.
«there were no delegates from Shkodra villayet and a few Bosnian delegates also participated. Present was also mutasarrif (administrator of sandjak) of Prizren as representative of the central authorities»
^(EN)Albanian League, subritannica.com, Encyclopædia Britannica.URL consultato il 5 gennaio 2012.
^Ruggero Giacomini,La rivolta dei Bersaglieri e le Giornate rosse: I moti di Ancona dell'estate 1920 e l'indipendenza dell'Albania (Edito dall'Assemblea legislativa della Regione Marche nel 2010).
^Il testo del patto diceva:L'Italia si impegna a riconoscere e difendere l'autonomia dell'Albania e si dispone senz'altro, conservando soltanto Saseno, ad abbandonare Valona.
^ Noel Malcom,Storia del Kosovo, Bompiani, 1999, p. 325.
^Outsider. The Financial Times, 23 dicembre 1991; pg. 12; numero 31.641.
^Questo come processo incessante politico di ellenizzazione degli albanesi ortodossi del centro-sud (già cattolici dirito greco-bizantino e praticanti la lingua greca antica nella liturgia) nell'obbiettivo trasversale dallaMegali Idea di raggiungere almeno culturalmente l'annessione delle regioni settentrionali dell'Epiro.
^ Esmeralda Ademi, Mirjana Bulija e Maurizio Longo,Una quantificazione della penetrazione della lingua italiana in Albania tramite la televisione, inEducation et Sociétés Plurilingues, n. 28, 2010, pp. 53-63.
^Il riconoscimento della minoranza greca in Albania è legata a una spinosa questione territoriale: il sud dell'Albania è stato infatti conteso (e diverse volte occupato militarmente) dalla Grecia, che dopo l'annessione dell'Epiro o Ciamuria, rivendicava anche questa come parte del suo territorio nazionale. Ancora oggi, da quasi un secolo, in Grecia si adopera il termine nazionalistico "Vórios Ipiros" ("ΒÒρειος 'Ηπειρος", Epiro settentrionale) per riferirsi a una parte consistente dell'Albania meridionale, e "vorioipirótes" ("Βορειοηπειρ≈τες") gli abitanti albanesi di fede ortodossa della regione, ritenuti dallo Stato e dalla Chiesa ortodossa greca “etnicamente” greci. L'uso non è limitato ai circoli ultranazionalisti, ma è normalmente impiegato nel linguaggio comune, dalla stampa e dagli organi ufficiali di governo. La definizione del confine è stata oggetto di una lunga disputa diplomatica (e militare) durata oltre un decennio, dal 1913 al 1926, e definitivamente archiviata soltanto nel 1987, quando lo Stato greco ha ufficialmente rinunciato ad ogni pretesa territoriale.
^(EN) "Roma and Egyptians in Albania: From Social Exclusion to Social Inclusion", by Hermine De Soto, Sabine Beddies, Ilir Gedeshi, Paperback April 2005,ISBN 0-8213-6171-6
^ab Maurizio Longo,La lingua italiana in Albania (PDF), inEducation et Sociétés Plurilingues, n. 22, 2007, pp. 51-56.URL consultato il 13 gennaio 2012.
^Missione in Albania, surogazionistisud.rcj.org, Padri Rogazionisti - Provincia Italia Centro-Sud.URL consultato il 13 gennaio 2012.
Maria Adriana Giusti,Albania Architettura e città 1924-1944, MASCHIETTO, FIRENZE, pp. 1–200.
Maria Adriana Giusti,Italia versus Albania. Il Novecento nelle collezioni, negli archivi, nei progetti, In: M.A. Giusti (a cura di), L'amicizia tra Italia e Albania: passato, presente, futuro. Catalogo della mostra (Segreteria Generale della Camera dei Deputati, Roma Complesso di Vicolo Valdina, 21-29 novembre 2006)
Calace, Francesca (a cura di),«Restituiamo la Storia» – dagli archivi ai territori. Architetture e modelli urbani nel Mediterraneo orientale. Gangemi, Roma, 2012 (collana PRIN 2006 «Restituiamo la Storia»).
Romania V.,Farsi passare per italiani, Carocci, Roma, 2004.
Nunzio Dell'Erba,Storia dell'Albania, Newton Compton, Roma, 1997.
Pjeter Hidri,Le Général Pervizi, où l'histoire moderne d'Albanie, Dorian, Bruxelles, 2009.
Lek Pervizi,Gjenrali Prenk Pervizi ne shtypin shqiptar, Bruxelles, Dorian, 2010.
Proletar Hasani,Kush ka drejtuar ushtrine shqiptare, Tirana, 2001.
Vincenzo Dorsa,Sugli albanesi: ricerche e pensieri, Napoli, 1847 (scaricabile sul sitoGoogle books.).
Esmeralda Ademi, Mirjana Bulija, Maurizio Longo,Una quantificazione della penetrazione della lingua italiana in Albania tramite la televisione, in "Education et Sociétés Plurilingues", n. 28, 2010.
^Sotto protettoratoONU (UNMIK), dichiaratosi unilateralmente Repubblica indipendente (riconosciuta dallamaggioranza degli stati ONU), secessionista dallaSerbia secondo cui è una Provincia autonoma