Alavivo (latino:Alavivus; ... –377) fu unreiks[1] e un capo tribale goto, coinvolto nell'attraversamento del Danubio nel376, un evento che diede inizio allaGuerra gotica (376-382).
All'inizio del376 era a capo dei GotiTervingi. Essendo il suo popolo colpito da carestia e sotto l'attacco degliUnni,[2] inviò all'imperatore romanoValente un'ambasceria per chiedere che fosse loro concesso l'ingresso in territorio romano, in cambio dell'impegno a comportarsi pacificamente e a fornire reclute all'esercito romano; nell'autunno di quell'anno, Valente permise ai Tervingi di entrare inTracia.[3]
La gestione dei profughi da parte dei comandanti romani fu disastrosa, aggravata dalla scarsità di provviste per sfamare i Goti e dalla cupidigia dei funzionari imperiali. Nell'inverno376-377 il comandante romanoLupicino invitò Alavivo e il suo collegaFritigerno all'interno del proprio campo, posto nelle vicinanze diMarcianopoli, come gesto di buona volontà. Ma tra l'accampamento dei Goti e la città furono disposte le truppe romane; i Goti, esasperati, si scontrarono con la popolazione locale. La reazione di Lupicino fu quella di massacrare la guardia che Alavivo e Fritigerno avevano portato con loro e di prendere in ostaggio i due sovrani; Fritigerno fu poi liberato con lo scopo di convincere i suoi uomini a comportarsi pacificamente, mentre Alavivo rimase prigioniero dei Romani. Di lui le fonti non dicono altro.[4]
Su base onomastica è stata proposta la sua appartenenza alla famiglia deiBalti, probabilmente un parente stretto diAtanarico.[5]