Piccolo comune alpino di una delle treValli di Lanzo (dà il nome allaVal d'Ala), composto da diverse frazioni, situate soprattutto sulla riva sinistra del torrenteStura. In particolare le frazioni sono le seguenti : Pertusetto, Mondrone, Prussello (la piazza centrale e le borgate annesse), Martassina, Canova, Croce, Villar e Pian del Tetto.
È un centro turistico molto frequentato: il paese è dotato di molti impianti sportivi, soprattutto invernali, tra cui una seggiovia e moltiskilift per la risalite sciistiche aPunta Karfen, e ciò rende la località frequentata sia in estate sia in inverno. I turisti, nella stagione estiva, superano gli abitanti.
Nella frazione di Mondrone si trova una cascata formata dallaStura chiamataGorgia, al cui primo salto di 10 metri, dopo aver superato una strettissimaforra, ne segue uno di 65.
Vi sono solo diverse ipotesi: che derivi dalcelticoall, (alto), oppure lo si crede originato dalla forma di ala distesa che le cime delle vette offrono alla vista e che la circondano. L'ipotesi più attendibile invece lo fa originare dalla voce dialettalepiemonteseala, il cui significato ètettoia coperta destinata allo svolgimento di riunioni, a sua volta derivante dal tedescohalla, in italianoportico.
Le origini del borgo e del suo nome non sono note con esattezza: si sa solo che esisteva già nell'alto Medioevo e apparteneva alvescovado di Torino che lo aveva concesso inenfiteusi alMonastero di San Mauro. Il documento più antico nel quale è nominato è un atto risalente al 1267, quandoGuglielmo di Monferrato concesse le miniere della zona ad un certo Barizelo diGerola.
Dal 22 gennaio1341 fu di proprietà deiDuchi di Savoia, e nel corso dei secoli successivi venne dato infeudo a diverse famiglie, fra cui il 14 aprile 1577 gli Este di San Martino, nella persona del marcheseFilippo I d'Este[4]. Il marchese Sigismondo Francesco d'Este riconsegnò il feudo il 31 luglio 1715[5]. Nel 1724 venne concesso aimarchesi di Compans dei Brichanteau, signori diOrio.
La storia di Ala di Stura segue le vicende dellevalli di Lanzo. La loro notorietà si deve principalmente all'interesse della marchesaGiulia Falletti di Barolo e dello storico e ministroLuigi Cibrario, quando tutta la valle divenne un centro di richiamo turistico.
Dal1873, dopo la costruzione dellaferrovia che collegaTorino conCeres, il comune si impose rapidamente come luogo e stazione di villeggiatura di fama internazionale. Tale attività spinse il comune a fornire, già a partire dal1890, un serviziotelegrafico, mentre nel decennio successivo la località venne dotata di luce elettrica.
Nonostante tali impulsi innovativi per l'epoca, il comune subì l'inevitabile fenomeno dello spopolamento, tipico di tutte le valli alpine. Alla fine del XIX secolo Ala contava più di 800 abitanti, ma già nel1911 scesero a 722, mentre nel1993 se ne contavano circa 500.
Il ponte delle Scale, che unisce Ala a Ceres era una delle più importanti testimonianze artistiche presenti nel comune. Costruito nel1585 inpietra a duearchigotici, venne ricostruito nel1617 dopo essere stato distrutto da una piena. Ancora demolito nel1685, venne nuovamente ricostruito nel1688, ma questa volta ad un solo arco. Il ponte è crollato durante l'alluvione del 2000, alluvione che ha duramente colpito la provincia di Torino.
La chiesa di San Nicolao venne edificata fra il XIV e il XV secolo, ma attualmente sopravvive solo il campanile in stile lombardo. Nel1727, al suo posto venne edificata l'attuale chiesa dei Santi Nicolao e Grato. In essa è conservata un'icona risalente al1616, originariamente situata presso l'altare maggiore della chiesa distrutta, rappresentante laMadonna assisa fra i due santi ai quali è dedicata la chiesa.
Nel centro abitato sorge una torre delXV secolo, alta 12 metri, chiamataTorre della Dogana sulla quale sono stati dipinti affreschi che riproducono le armi deiSavoia assieme ad alcunifregi.
Su unpilone situato lungo la strada che porta alla borgata Croce si trova unaffresco raffigurante ilCrocefisso, realizzato nel secolo scorso daFrancesco Gonin. Inoltre in molte delle diverse frazioni sono presenti altri affreschi.
Nella frazione Martassina si trova ilSantuario dellaGrotta di Lourdes edificato nel1912. Al suo interno si trova una statua dellaVergine realizzata dallo scultoreLeonardo Bistolfi.
Caratteristica originale del comune è la presenza, nelle numerose e piccole frazioni, di tanti affreschi opera di artisti per lo più anonimi, tra il XVI e il XVII secolo. Tra di loro spiccaGiovanni Oldrado Perini, della cui vita poco si conosce, tranne che era unmonaco dell'Abbazia di Novalesa, attivo nella seconda metà del Cinquecento. I suoi affreschi risalgono al periodo1577-1588 e non solo ad Ala, ma anche aCorio eCeres. In stile prettamentegotico, hanno avuto l'effetto di creare una vera e propria tendenza conservatrice, tipica delle valli alpine, e di farla giungere pressoché intatta, fino al XVIII secolo. Non tutti i suoi affreschi sono stati conservati : fra quelli attualmente esistenti si può ammirarne uno che risale al luglio1577 che si trova su una parete di una casa privata nella frazione Villar e rappresenta una Madonna con Bambino, San Maurizio e la Santissima Trinità. Il successo del Perini spinse un altro pittore,Giovanni Venoti di Ceres, a riprenderne lo stile realizzando nel1634 gli affreschi della Cappella di San Rocco a Ceres e nel1641 quelli dellaCappella di San Giuseppe ad Ala.
Le festività di questo piccolo borgo delle valli di Lanzo sono molto particolari. La festa tradizionale è nei giorni di ferragosto; all'interno del paese si addobbano le strade con bandiere tricolore e oggetti tipici della cultura piemontese. Durante i giorni di ferragosto il paese è in festa, la sera si esibiscono band musicali, per il paese girano i ragazzi alesi vestiti secondo la tradizione a vendere le coccarde tricolore. Il giorno di ferragosto la banda sveglia la cittadina suonando lungo tutto il percorso del paese e fermandosi in vari punti per balli. Dopo la messa la banda accompagna la processione fino al Villar e durante tutta la giornata suona per il borgo. Interessante è anche la festa dei mestieri che si celebra ogni 3 anni ad inizio settembre nella frazione del Villar. Lungo le caratteristiche vie del borgo gli abitanti si mettono all'opera per far sembrare che la città viva come 100 anni fa, con rappresentazioni di falegnami, mercanti, pastori, cartomanti e riproduzioni di antiche botteghe.