Tra i suoi scritti più famosi ed influenti figurano soprattuttoIḥyāʾ ʿulūm al-dīn eMaqāṣid al-falāsifa[4]; quest'ultimo trovò successo anche inEuropa ed è stato uno dei primi libri ad essere tradotto dall'arabo inlatino[4].
al-Ghazālī nacque nel1058 aTus, una città situata nella provincia diKhorasan, inPersia. Suo padre, un seguace della correntemisticasufi, morì quando al-Ghazali era ancora giovane. Insieme a suo fratello minore,Ahmad Ghazali (che diverrà assai noto come teorico dell'amore mistico), furono seguiti, per alcuni anni, da un amico del padre.
Nel1070 i due fratelli si trasferirono nella persianaGorgan, capitale delGolestan, ove per un periodo di sette anni, studiarono nelle scuole religiose (madrasa) locali la giurisprudenza coranica (fiqh), prima di ritornare a Tus.
Intorno al1080 si trasferì aNishapur, nel nordest dell'Iran, dove intraprese gli studi in una apprezzata scuola musulmana.
Terminati gli studi, iniziò la carriera di professore presso la rinomata università musulmana diBaghdad dellaNizāmiyya, dal nome del celebrevisirselgiuchideNizam al-Mulk, che fu suo promotore e protettore.
Improvvisamente nel1095, pare a seguito di una profonda crisi spirituale, abbandonò la sua carriera di docente per dedicarsi all'approfondimento dei temi della mistica (tasawwuf). Intraprese ilpellegrinaggio allaMecca e successivamente si recò in visita aDamasco,Gerusalemme eMedina. Infine, ritornò nella sua città natale, per trascorrervi gli ultimi anni di vita attendendo al completamento del suo opus magnum, laIḥyāʾʾ ʿulūm al-dīn (Rivivificazione delle scienze religiose) considerato la summa del sapere teologicoislamico nelMedioevo.
al-Ghazālī contribuì in modo decisivo alla sistematizzazione delle dottrine del sufismo e alla sua accettazione ed integrazione nel corpo dell'ortodossia islamica. Era uno studioso dell'islam sunnita, appartenente alla scuola di dirittosciafeita e alla scuola diteologiaasharita. Ricevette molti titoli comeSharaf al-aʾimma ossia "onore degli imam" (in araboشرف الائمه?),Zayn al-dīn ovvero "ornamento della fede" (in araboزین الدین?),Ḥujjat al-Islām, cioè "prova dell'Islam" (in araboحجة الاسلام?).
Collocabile nell'alveo della influente scuola teologica asharita (fondata nel X secolo da al-Ash'ari) se ne differenziò per alcuni aspetti, soprattutto riuscendo a infondervi una marcata sensibilità mistica.[5]
al-Ghazālī nacque nella città diTūṣ (Khorasan) o in un villaggio vicino, in una famigliapersiana di mezzi modesti, alcuni dei quali erano noti per la loro competenza e passione per il misticismosufi.
Era ancora giovane quando suo padre morì, dopo aver incaricato uno dei suoi amicisufi di occuparsi dell'educazione dei suoi due figli. L'amico in questione adempì all'incarico fino all'esaurimento dei fondi lasciati dal padre: a quel punto, consigliò ai due fratelli di entrare in unamadrasa, in cui gli allievi seguivano vari corsi ed erano materialmente mantenuti. al-Ghazālī avrebbe iniziato verso l'età di sette anni con lo studio dellaLingua araba e dellaLingua persiana, delCorano e dei principi della religione islamica. Dopo la madrasa, frequentò un ciclo di studi secondari superiori, che comportavano lo studio delfiqh (giurisprudenza islamica) e dell'esegesitafsīr del testo coranico e deiḥadīth (tradizioni giuridicamente rilevanti).
Verso l'età di 15 anni si stabilì aGorgan, centro fiorente del sapere all'epoca, situato a 160 km da Tūṣ, per studiare (secondo Subkī) ilfiqh con l'Imam al-Ismāʿīlī (1084).[6] Questo tipo di "viaggio alla ricerca della conoscenza" (ṭalab al-ʿilm) al fine di seguire l'insegnamento dei maestri famosi del momento, era una delle tradizioni educative dell'Islam. Ritornò l'anno seguente a Tūṣ, dove rimase tre anni, dedicati a memorizzare e meglio comprendere ciò che aveva trascritto dell'insegnamento dei suoi maestri.
Poi si recò aNaysabur (Nishapur), dove soggiornò dal 1081 al 1085. Qui studiò ilfiqh, la teologia dogmatica (kalām) e la logica, così come, gli elementi di filosofia, dall'ImamAbu al-Ma'ali al-Juwayni, il giureconsulto di ritosciafeita più celebre dell'epoca. al-Ghazālī aveva allora 23 anni. Durante i cinque anni che seguirono, fu allievo e assistente dell'Imam al-Juwaynī, e cominciò a pubblicare alcuni lavori e a studiare ilsufismo con un altroshaykh,Abū ʿAlī al-Fārmadhī.
1308 Edizione persiana dell'Alchimia della felicità
Anche se la tradizione gliene attribuisce più di 400[4], al-Ghazālī in realtà scrisse 50[4] libri, trattanti diversi campi di studio (scienza, filosofia, sufismo ecc.). Il suoL'incoerenza dei filosofi (Tahāfut al-falāsifa) dell'XI secolo segnò una svolta nellaepistemologia islamica, ove al-Ghazali sviluppò alcuni aspetti delloscetticismo filosofico che sarebbe entrato nella filosofia occidentale solo grazie aCartesio,George Berkeley eDavid Hume. L'incontro con lo scetticismo portò al-Ghazālī ad abbracciare una forma dioccasionalismo teologico, nel credere che tutti gli eventi e le interazioni causali non fosseroo prodotte da circostanze materiali ma siano espressioni immediate e tangibili della volontà di Dio.
L'Incoerenza segnò anche un punto di svolta nella filosofia islamica con il forte rinnegamento diAristotele ePlatone. Il libro aveva come bersaglio polemico lafalāsifa («filosofia», termine arabo dal trasparente etimo greco), coltivata dai filosofi musulmani dall'VIII all'XI secolo (i più famosi dei quali eranoal-Kindi,Avicenna eal-Farabi) che si rifacevano agliantichi greci. al-Ghazālī denunciò i filosofi greci come non-credenti ed etichettò coloro che utilizzavano la loro dottrina come corruttori della fede islamica, salvo poi, nell'introduzione a quest'opera, iMaqāṣid al-falāsifa (Le intenzioni dei filosofi), esporre senza accenno di confutazione le tesi dei filosofi da lui contestati, finendo così paradossalmente con l'essere annoverato tra questi già nella cultura latina delXII eXIII secolo.
I temi principali sviluppati in quest'opera erano: la negazione della teoria dell'eternità del mondo, l'affermazione della conoscenza da parte di Dio delle cose particolari e non solo delle leggi generali del creato, la denuncia dell'incapacità dei filosofi di provare l'esistenza di Dio, la confutazione della tesi dei filosofi tendente ad assegnare a Dio il ruolo di costruttore del mondo, privato, però, nello stesso tempo degli attributi divini (l'idea delDemiurgo), l'inabilità dei filosofi a dimostrare sia l'unità di Dio, sia la spiritualità dell'anima, quest'ultima esistente in modo indipendente dal corpo.[7]
Ultima pagina dell'autobiografia di al-Ghazālī in MS Istanbul, Shehid Ali Pasha 1712, datataA.H. 509 =1115-1116.
Nel secolo successivo,Averroè scrisse una lunga refutazione dell'Incoerenza chiamandolaIncoerenza dell'Incoerenza (Tahafut al-Tahafut), tuttavia il corso epistemologico del pensiero islamico era già marcato.
L'opera capitale di al-Ghazālī è l'Iḥyāʾ ʿulūm al-dīn (La rinascita delle scienze religiose oLa rivivificazione delle scienze religiose), risalente agli inizi del XII secolo, divisa in numerosi libri che configurano una vera e propria enciclopedia del sapere teologico nell'Islam medievale. Vi sono trattati, in modo sistematico e organicamente organizzato, la giurisprudenza (fiqh), la teologia (kalām) e la mistica ispirata alsufismo. Contiene quattro sezioni principali: un quarto (Rubʿ) è dedicato agliAtti di fede (Rubʿ al-ʿibādāt), un quarto alleNorme di vita quotidiana (Rubʿ al-Adatāt), un quarto alleStrade della perdizione (Rubʿ al-Muhlikāt) e un ultimo quarto alleStrade della salvezza (Rubʿ al-Munjiyāt). Nei secoli sono stati redatti numerosi commenti ai libri dell'Iḥyāʾ:«Se tutte le scienze islamiche dovessero scomparire, si potrebbero ricreare nuovamente dall'Iḥyāʾ ʿulūm al-dīn». Di quest'opera al-Ghazali scrisse un ampio riassunto inpersiano con il titoloAlchimia della felicità (Kīmyā-ye saʿādat).
Al-Ghazālī si distinse anche per i suoi incisivi studi sulla teoriaatomistica, che prendendo spunto dalle precedenti teoriegreche eindiane, rilevava negli atomi l'unica sostanza perpetua, presente nell'universo.[8] Nell'opera citataIḥyāʾ ʿulūm al-dīn, si pronunciò a favore dellamedicina, valutata come una disciplina scientifica lodevole, seppur non religiosa, mentre condannò le praticheastrologiche. Nei suoi scritti appoggiò l'uso della dissezione e lo sviluppo degli studi dianatomia, in quanto evidenziavano agli occhi dei ricercatori le meraviglie del creato e quindi l'esistenza e la bontà dell'opera divina.[9] Nel settore dellacosmologia al-Ghazālī sostenne la teoria, appoggiata daiteologi efilosofi medievali, di un universo dal tempo non infinito e avente avuto un inizio, in opposizione ai filosofi greci che ritenevano il contrario.[10] La sua produzione nel campo dellapsicologia fu di notevole spessore, basti ricordare i suoi studi sulsé e sui moti psicologici dell'individuo (desideri erabbie); fu uno dei primi studiosi a suddividere le originisensoriali, in cinque sensi esterni e in cinque interni (immaginazione, riflessione, pensiero, associazione, dissociazione), di cui cercò di localizzare la sede nel cervello.[11]Discusse se laconoscenza sia innata o acquisita e delineò le differenze intercorrenti fra animali e uomini, oltre a quelle fra malattia fisica e spirituale.
La Haruniyye (Khorasan), dove è sepolto al-Ghazālī
L'opera di al-Ghazālī ha influito sia sui filosofi musulmani che sui filosofi cristiani delMedioevo, i quali cominciarono a conoscerlo dall'XI-XII secolo attraverso le traduzioni latine compiute soprattutto inSpagna presso il celebre collegio dei traduttori diToledo.
«Non vi sono dubbi che le opere di al-Ghazali furono tra le prime ad attirare l'attenzione degli studiosi europei»
(Margaret Smith,Al-Ghazali: The Mistic, Londra 1944[12])
La prima opera diRamon Llull fu la traduzionecatalana dellaLògica d'Algatzell (1271).
La stessa Margaret Smith sottolinea:
«Il più grande degli scrittori cristiani fusan Tommaso d'Aquino (1225-1274), che studiò gli scrittori arabi ed ammise di esserne grande debitore. Studiò all'Università di Napoli, dove l'influenza della letteratura e della cultura araba al tempo era predominante.»
(Margaret Smith,Al-Ghazali: the Mistic, Londra, 1944)
L'influsso di al-Ghazali è stato comparato con l'opera di san Tommaso d'Aquino per la teologia cristiana, ma i due differiscono grandemente nel metodo e nella fede. Mentre Ghazali respinge i filosofi non islamici come Aristotele e dice di non accettare i loro insegnamenti in base al loro non essere credenti, l'Aquinate considera tutti e incorpora il pensiero greco e latino nella sua filosofia.
^R.M. Frank,Al-Ghazali and the Ash'arite School, Duke University Press, Londra, 1994
^al-Subkī (Ṭabaqāt al-Shāfiʿiyya al-Kubrā, ed. A.F. Helo e M. M. Tanji, Maṭbaʿat al-Ḥalabī, VI, p. 196) parla di Abū Naṣr al-Ismāʿīlī, ossia Muḥammad b. Aḥmad b. Ibrāhīm b. Ismāʿīl (m. 1014), confondendolo con il cugino (e vero maestro di al-Ghazali) Ismāʿīl b. Masʿada b. Ismāʿīl b. Aḥmad b. Ibrāhīm b. Ismāʿīl (m. 1084).
^"La filosofia medievale" a cura di François Châtelet, ediz. BUR Rizzoli, 1976 (alle pagine 83, 84 - voce «Al-Ghazali»)
^Emilie Savage, "Attitudes Toward Dissection in Medieval Islam",Journal of the History of Medicine and Allied Sciences, vol. 50 (1995), pp. 67-110.
^William Craig, "Whitrow and Popper on the Impossibility of an Infinite Past",The British Journal for the Philosophy of Science, vol. 30 (giugno 1979), pp. 165-170.
^Amber Haque, "Psychology from Islamic Perspective: Contributions of Early Muslim Scholars and Challenges to Contemporary Muslim Psychologists",Journal of Religion and Health, vol. 43 (2004), pp. 357-377.
^Margaret Smith,Al-Ghazali: the Mistic, Londra, 1944, 220 pagg.
Paolo Nicelli,Al-Ghazâlî. Pensatore e maestro spirituale, Milano, Jaca Book, 2013,ISBN978-88-16-41183-8.
Paolo Nicelli, Al-Ghazali:Theologian and Spiritual Master,Encounter, 283 a. (2002) Rom, 35 S. 11089. HAMBURGER, Mechthild (Red. www.interrel.de/biblio12.htm - 353k).
Farouk Mitha,Al-Ghazali and the Ismailis: A Debate on Reason and Authority in Medieval Islam, I. B. Tauris, 2002ISBN 1860647928
Massimo Campanini,Postfazione, in al-Ghazālī,Le luci della sapienza, a cura di Massimo Campanini, collanaConoscenza religiosa, Milano, SE, 2017[2012], pp. 155-171,ISBN9788867236725.