Al-Hakam ibn Hisham | |
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3°Emiro dial-Andalus | |
In carica | 796 – 822 |
Predecessore | Hishām ibn ʿAbd al-Rahmān |
Successore | ʿAbd al-Rahmān II |
Nascita | Cordova, 24 dicembre770 |
Morte | Cordova, 21 maggio822 (51 anni) |
Luogo di sepoltura | alcazar diCordova |
Dinastia | Omayyadi |
Padre | Hishām ibn ʿAbd al-Rahmān |
Madre | Zokhrouf |
Consorte | diverse tra cui Heloa |
Figli | ʿAbd al-Rahmān II altri trentotto figli |
Religione | Islam (Sunnismo) |
al-Hakam ibn Hishām (in araboالحكم بن هشام?;Cordova,24 dicembre770 –Cordova,21 maggio822) fu il terzoEmiroomayyade indipendente dial-Andalus dal796 all'822.
Al-Hakam era il figlio maschio secondogenito del secondo emiro indipendente diCordovaHishām ibn ʿAbd al-Rahmān, della famiglia degliomayyadi e di una moglie o concubina, detta Zokhrouf, come riporta laHistoire de l'Afrique et de l'Espagne[1].
Hishām ibn ʿAbd al-Rahmān era il figlio maschio terzogenito del primo emiro indipendente diCordovaʿAbd al-Rahmān I, della famiglia degliomayyadi e di una moglie o concubina, detta Hulal (o Djemàl), come riportano ilJournal Asiatique Cinquieme Serie Tome.8[2] e laHistoire de l'Afrique et de l'Espagne (Hulal o Djemàl)[3]
Gli ascendenti di entrambi sono citati nellaHistoire des Almohades / d'Abd el- Wâh'id Merrâkechi[4].
Il 17 aprile796, suo padre,Hishām I morì a neppure 40 anni, designando come suo successore il secondogenito Al-Hakam, a scapito del primogenito ʿAbd al-Malik, come riporta laHistoire de l'Afrique et de l'Espagne[5].
Succeduto sul trono diCordova, secondo laHistorias de Al-Andalus, por Aben-Adhari de Marruecos, era stato proclamato il 29 aprile796[6], il giovane Emiro non dovette affrontare le pretese del fratello maggiore ʿAbd al-Malik, bensì quelle di due suoi zii, Sulaymān e ʿAbd Allāh, che tornati in Al-Andalus, intendevano avvalersi dell'antica legge consuetudinariaaraba del cosiddetto "seniorato" che privilegiava non tanto il figlio di chi deteneva una carica bensì il più anziano della famiglia[7].
I due zii avevano già combattuto contro suo padre, Hishām I, e dopo essersi arresi furono generosamente esiliati in Nordafrica[8]; ancheSpagna musulmana e Portogallo: una storia politica di al-Andalus riporta questo avvenimento e inoltre riporta che Sulaymān ricevette dal fratello 60.000dinari e promise di non fare più ritorno in al-Andalus[9].Avuta la meglio nel conflitto dinastico, con la morte dello zio Sulaymān e l'assegnazione all'altro zio, ʿAbd Allāh del governo pressoché esclusivo della città diValencia (tanto da fargli guadagnare lanisba di "al-Balansī", ossia "il Valenciano")[7], in cambio di una dichiarazione in cui riconosceva il nipote emiro legittimo di al-Andalus[10].
al-Hakam dovette presto affrontare le ribellioni della cosiddetta "Marca Superiore" (con capitaleSaragozza), maggiormente prossima ai dominifranchi, della "Marca Centrale" (con capitaleToledo) e di quella Inferiore (con capitaleMérida).
Nella prima i principali signori musulmani erano iBanū Qasī, discendenti di uncomesvisigoto, Cassio o Casi, che si alleò con i musulmani e, convertitosi poco dopo la conquistaislamica, il nome Casius fu arabizzato in Qasi, e dei quali conosciamo il figlio Fortūn (Fortunatus) il nipoteMusa I ed il pronipoteMusa II.
L'azione delle forze lealiste valse a riportare la situazione alla calma, anche nei confronti di talune spinte autonomistiche dei Banū Qasī, e fu in tali frangenti che si costruì la piazzaforte diTudela[7].
Nei confronti della Marca Centrale l'azione di repressione delle forze omayyadi contro i fermenti insurrezionali a Toledo si tradusse nel "Massacro del Fossato" (il "giorno del Fossato" secondo l'abitudine arabo-islamica di indicare un fatto importante con la semplice parola "Giorno",yawm, già in uso nel periodopreislamico).
ʿAmrūs ibn Yūsuf - l'Amorroz delle cronachefranche, un 'muwallad, "adottato", e cioè un convertito, originario diHuesca, che teneva la piazza diTalavera, appena nominato governatore diToledo, conquistata la fiducia dei toledani, fece costruire un castello in centro alla città, per alloggiare le truppe dell'emiro.
Quando, nel797, vi giunsero le truppe, comandate dal principe Abd al-Rahman, i più eminenti cittadini di Toledo furono invitati al castello per un banchetto e furono pregati di entrare uno ad uno. ʿAmrūs fece decapitare nel cortile del castello, il capo dei rivoltosi, ʿUbayd Allāh ibn Khamīr, e gran parte della borghesia cittadina, e le loro teste furono gettate nel fossato: quasi 5.000 uomini che, però, secondo altri storici, tra cuiLévi-Provençal, furono invece 700, come riporta lo storicoRafael Altamira[11].
Nella Marca Inferiore infine l'azione di repressione durò quasi 7 anni e si concluse con la fine delle agitazioni che avevano il loro centro proprio a Mérida, e che, secondo ilDiccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, la sollevazione era stata iniziata nell'806 da un berbero di una nobile famiglia ed era ripresa più volte, richiedendo l'intervento di Al-Hakam alla guida dell'esercito, per ben due volte, e poté considerarsi terminata dopo l'intervento del figlio ed eredeʿAbd al-Rahmān[12].
Il fatto più significativo, oltre al Giorno del Massacro di Toledo, fu però l'insurrezione delrabad (sobborgo)' di Cordova stessa, sorto sulla riva sinistra del fiumeGuadalquivir.
Già un'avvisaglia della rivolta si era avuta già nell'805, allorché 62 persone furono crocifisse per ordine dell'Emiro[12]. I fermenti, ripetutisi l'anno dopo, indusseroal-Hakam I a rafforzare la propria guardia personale: i cosiddetti "muti" (kurs), schiavi cioè (ʿabīd) o mercenari che non sapevano parlare in arabo e che per questo erano ritenuti affidabili per non poter essere coinvolti in eventuali complotti di Palazzo[7]. Fra essi - circa 2.000 - i preferiti erano gli uomini delNarbonese e dellaSettimania e della stessaGalizia; il loro capo, secondoMuslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus era un cristiano, ilkumis (conte) Rabīʿ figlio di Teodulfo, cui era stato affidato anche l'ingrato compito di esigere dai musulmani le tasse extra-coraniche (quelle cioè non riconducibili allazakat), che erano assai pesanti[13].
Nell'818 la violenza esplose a seguito dell'inasprimento delle imposte. Il corteo dell'Emiro, che tornava da una battuta di caccia, fu attaccato e a stento al-Hakam I scampò alla morte. La sua sete vendetta non si placò con l'uccisione da parte della sua scorta di 10 dimostranti che furono subito crocefissi sul posto[7]. Ilrabad fu circondato e cominciò la mattanza da parte delle forze regolari emirali che durò 3 giorni, con un numero di morti incalcolabile[12]. Alle preghiere di fare arrestare il massacro l'Emiro,al-Hakam (che si guadagnò il soprannome dial-Rabadī (quello delrabad) accondiscese purché, dopo l'esecuzione di 300 fra gli abitanti più facinorosi, l'intera popolazione del sobborgo (circa 20.000 persone) partisse per un esilio al di fuori dei confini dell'Emirato omayyade[7].
Gli esiliati si rifugiarono per lo più inMaghreb - doveIdris I, scampato alla repressioneabbaside dopo ifatti di Fakhkh s'era rifugiato e aveva edificato il suo personale dominioidriside - andando ad abitare la neo-costituita città diFès[12]. Un gruppo però si recò adAlessandria d'Egitto ma, allontanati anche da lì, dove costituivano un elemento di disordine e di insubordinazione,conquistarono l'isola di Creta, dedicandosi da quel momento allaguerra di corsa contro il navigliocristiano[12].
La sollevazione e repressione di Cordova è descritta nelMuslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus[14].
Riguardo all'insurrezione di Cordova, esiste un'altra versione che sostiene che avvenne nel maggio814: un soldato uccise un lucidatore che aveva rifiutato di lucidargli la spada, e questo fornì il pretesto per la ribellione del quartiere di Arrabal del Sur, fomentata da studenti efuqaha; un'enorme folla attaccò il palazzo dell'emiro e continuò ad attaccarlo nonostante la cariche della cavalleria; alloraHakam prima ordinò l'esecuzione di alcunifuqahāʾ che erano prigionieri e dato che l'assalto continuava ordinò d'incendiare il quartiere di Arrabal del Sur. I ribelli, come previsto, accorsero in aiuto delle loro famiglie; circondati dai "muti", furono massacrati[11].
Dopodiché ordinò che tutti gli abitanti dell'Arrabal del Sur lasciassero l'emirato entro 3 giorni, pena la crocefissione: circa 8.000 famiglie si stabilirono a Fes inMarocco, mentre circa altre 15.000, passate in Nordafrica, dopo aver combattuto contro i beduini, si impadronirono diAlessandria, vennero sconfitti e cacciati dal generaleabbaside'Abd Allah ibn Tahir, si diressero quindi versoCreta, che venne conquistata e vi fondarono un regno indipendente sotto Abu Hafs Omar al-Balluti[11].
A quel puntoHakam concesse un'amnistia ai fuqaha e li autorizzò a stabilirsi in qualunque parte dell'emirato, ad eccezione di Cordova e dintorni; Yahya ibn Yahya, che era il loro capo riconosciuto già ai tempi diHisham I, riuscì persino ad assicurarsi le grazie del sovrano Hakam I[11].
Dopo 25 anni impegnati a domare tali insurrezioni interne, al-Hakam I riprese anche le offensive contro il regno cristianoasturiano. Il suo generale ʿAbd al-Karīm ibn Mughīt aveva in realtà già colpito nel 796 l'antica Castiglia (al-Qilāʿ nelle fonti arabe) ma fu nell'803 (dopo un rovescio patito nell'801) che i musulmani dial-Andalus tornarono a effettuare incursioni (ṣāʾifa) in profondità, per reiterare le loro azioni nell'808 e, su scala assai maggiore, nell'816, contro ilre delle Asturie,Alfonso II, che nel 798, aveva occupato temporaneamenteLisbona[7].
Nel795, era stata costituita daCarlo Magno lamarca di Spagna, nell'801,Ludovico,re d'Aquitania, aveva occupatoBarcellona, nell'806, Pamplona e la Navarra avevano riconosciuto il dominiofranco, e, nell'811,Tortosa si consegnò aLudovico, come riporta lo storico Gerhard Seeliger[15]; infine Ludovico il Pio, nell'820, decise di riaprire le ostilità contro l'emirato, ma gli annalisti menzionano solo un'incursione, con relativo saccheggio oltre il Segre, nell'822, come riporta lo storico René Poupardin[16].
Uomo di forte carattere, uno dei pochi a bere apertamente vino (la qual cosa gli attirò l'odio deifuqaha dial-Andalus capeggiati da Yahya ibn Yahya che non gli risparmiarono attacchi per tutta la durata del suo regno) fra i sovrani omayyadi di al-Andalus[17], era dotato di ottima cultura letteraria (lui stesso fu poeta non disprezzabile).
Essendo gravemente malato, secondo laHistorias de Al-Andalus, por Aben-Adhari de Marruecos, al-Hakam I, indicò il 6-5-822, in un'adunanza solenne nell'Alcazar di Cordova, il proprio figlio ʿAbd al-Rahmān comewali l-'ahd (erede designato) destinato a succedergli[18].Quindici giorni dopo (21-5-822) l'Emiro moriva nel chiuso del suo Palazzo, accudito dalle donne del suogineceo e dai suoieunuchi a 53 anni[18].
Gli succedette al trono il figlioAbd al-Rahman II ibn al-Hakam[18].
IlChronicon Albeldense riporta che regnò 26 anni e 6 mesi[19].
Secondo il cronistaIbn Hazm (Cordova 7 novembre 994 -Huelva 15 agosto 1063), che fu anche filosofo, teologo, storico e poeta, al-Ḥakam fu il più sanguinario e dispotico di tutti gli emiriomayyadi dial-Andalus.
al-Hakam ebbe trentanove figli (18 maschi e 21 femmine), tra cui il suo successore, nato da una sua moglie o concubina, Heloa, come riporta laHistorias de Al-Andalus, por Aben-Adhari de Marruecos[20]:
Altri progetti
Predecessore | Emiro di al-Andalus | Successore |
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Hishām ibn ʿAbd al-Rahmān | 796 – 822 | ʿAbd al-Rahmān II |
Controllo di autorità | VIAF(EN) 4292986 ·ISNI(EN) 0000 0000 7867 2246 ·CERLcnp00580133 ·GND(DE) 124313280 ·BNF(FR) cb144890456(data) |
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Emiri e califfi omayyadi di al-Andalus | |
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Emiri: ʿAbd al-Raḥmān I b. Muʿāwiya, dettoal-Dākhil (756-788) ·Hishām I b. ʿAbd al-Raḥmān I (788-796) ·al-Ḥakam I b. Hishām I (796-822)
ʿAbd al-Raḥmān IIIal-Nasir li-din Allah (929-961) ·al-Ḥakam II, dettoal--Mustanṣir bi-llāh (961-976) ·Hishām II, dettoal-Muʿayyad bi-llāh (976-1009) ·Muḥammad II b. Hishām II (1009-1010) ·Hishām II (secondo califfato,1010-1010) ·Sulaymān b. al-Ḥakam,, dettoal-Mustaʿīn (1010) ·Hishām II (terzo califfato,1010-1013) interregno hammudide ʿAbd al-Raḥmān IV b. Muḥammad (1018) interregno hammudide ʿAbd al-Raḥmān V b. Hishām (1023-1024) ·Muḥammad III b. ʿAbd al-Raḥmān (1024-1025) interregno hammudide Hishām III b. Muḥammad (1027-1031) |