Akira Kurosawa nacque il 23 marzo 1910 a Ōimachi, nel distretto Ōmori diTokyo,[2][3] ultimo di otto fratelli concepiti da Shima (1870-1952), proveniente da una famiglia di mercanti diOsaka,[3] e Isamu (1864-1948), discendente di una nobile famiglia dellaprefettura di Akita che annoverava fra gli antenati il celebresamurai Sadatō Abe (1015-1062); fu tra i primi laureati dell'Accademia Imperiale Toyama e un apprezzatissimo insegnante di arti marziali.
Il regista nella sua autobiografia[4] ricorda l'influenza che il padre esercitò su di lui: oltre a promuovere l'esercizio fisico - Akira era il capitano del club di kendo della sua scuola - Isamu Kurosawa era aperto alle tradizioni occidentali, considerava il teatro e il cinema educativamente preziosi e Akira vide i suoi primi film all'età di sei anni. Grazie a un insegnante di scuola elementare, il signor Tachikawa, fu incoraggiato nella passione per il disegno. Alla scuola elementare incontra anche un amico che gli sarà caro per tutta la vita, Keinosuke Uegasa, che diventerà scrittore e collaborerà ad alcuni suoi film.
Un altro importante influsso sulla sua formazione lo esercitò Heigo, il fratello più grande di quattro anni. Con lui scoprì il piacere di discutere di letteratura e l'amore per i grandi classici giapponesi ma anche occidentali comeShakespeare eDostoevskij. All'inizio degli anni Venti Heigo trovò lavoro comeBenshi nelle sale cinematografiche di Tokyo. Akira inizierà a formarsi una eccellente cultura cinematografica vedendo tutti i film importanti segnalatigli dal fratello. Ma l'avvento del cinema sonoro mise in crisi il lavoro di commentatore dei film muti e Heigo si suicidò nel1933 all'età di ventotto anni.[5]
Akira Kurosawa (a sinistra) nel 1937 durante le riprese del filmValanga (雪崩?,Nadare), diretto daMikio Naruse (a destra) per il quale nell'occasione fu assistente alla regia.
Nel1935, Akira che ormai cominciava a pensare di non avere futuro come pittore, lesse sul giornale che lo studio cinematografico Photo Chemical Laboratories, noto come P.C.L. (che in seguito divenne il grande studio Toho), assumeva assistenti alla regia. Partecipò alle prove e fu assunto. Durante i suoi cinque anni come aiuto regista, lavorò con numerosi registi, ma la figura di gran lunga più importante per lo sviluppo del suo talento fuKajirō Yamamoto. Dei suoi 24 film come assistente, 17 furono di Yamamoto che lo promosse da terzo assistente alla regia a vicedirettore dopo un anno. L'ultimo film in cui Kurosawa fu assistente di Yamamoto fu Horse (Uma, 1941).Yamamoto disse a Kurosawa che un buon regista doveva padroneggiare la sceneggiatura e Kurosawa si rese presto conto che i potenziali guadagni dalle sue sceneggiature erano molto più alti di quelli che gli venivano pagati come aiuto regista. In seguito scrisse le sceneggiature di quasi tutti i suoi film e spesso fornì sceneggiature ad altri registi.[6]
Primi film fino al successo internazionale (1942-1951)
Locandina del filmI sette samurai del1954, uno dei film più noti del regista
Kurosawa cercò una storia adatta ad avviare la sua carriera da regista. Verso la fine del 1942, circa un anno dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbor, il romanziere Tsuneo Tomita pubblicò il suo romanzo di judo ispirato a Musashi Miyamoto, Kurosawa convinse la Toho di assicurarsi i diritti del film e iniziò le riprese. La produzione procedette senza intoppi, ma il film incontrò le resistenza dell’ufficio di censura: l'intervento del registaYasujirō Ozu fu determinante affinché fosse accettato.Sanshiro Sugata fu un successo sia critico che commerciale. Il film successivo ebbe come tema le lavoratrici di guerra: l'attrice che interpretava il capo delle operaie della fabbrica, Yōko Yaguchi divenne la moglie del regista nel 1945. Poco prima del matrimonio, Kurosawa fu convinto dallo studio a dirigere un sequel del suo film d'esordio,Sanshiro Sugata Parte II. Dopo la guerra il primo film realizzatoNon rimpiango la mia giovinezza (1946), Il successivo,Una meravigliosa domenica, fu presentato per la prima volta nel luglio del 1947 ed ebbe recensioni contrastanti. Fu la prima collaborazione con l’attoreToshirō Mifune.L'angelo ubriaco è considerato il primo grande lavoro del regista.
Kurosawa, con il produttore Sōjirō Motoki e i colleghi registi e amici Kajiro Yamamoto, Mikio Naruse e Senkichi Taniguchi, formarono una nuova unità di produzione indipendente chiamata Film Art Association (Eiga Geijutsu Kyōkai). Per il primo film per gli studi Daiei, Kurosawa scelse una commedia contemporanea di Kazuo Kikuta e, insieme a Taniguchi, l'adattò per lo schermo,Il duello silenzioso. Nelle sale nel marzo del 1949 fu un successo al botteghino. Il suo secondo film del 1949, prodotto anche dalla Film Art Association e distribuito da Shintoho, fuCane randagio, un film poliziesco. Fu la prima collaborazione del regista con lo sceneggiatore Ryuzo Kikushima, che in seguito avrebbe contribuito alla sceneggiatura di altri otto film di Kurosawa.Scandalo (Shubun) uscì nell'aprile del 1950. Kurosawa fu avvicinato dagli studi di Daiei per fare un altro film per loro. Le riprese diRashomon iniziarono il 7 luglio 1950 e, dopo un lungo lavoro di localizzazione nella foresta vergine di Nara, terminarono il 17 agosto. il film finito fu presentato per la prima volta al Teatro Imperiale di Tokyo il 25 agosto. Il film in Giappone fu accolto da recensioni tiepide, ma ottenne il Leone d'oro alla mostra cinematografica di Venezia.[7]
«Rashomon fu la porta attraverso la quale entrai nel mondo del cinema internazionale.»
«Certi critici dividono le mie opere in due categorie (sempre questa mania di schematizzare): film in costume (Jidai geki) e film contemporanei (Gendai geki). Personalmente non vedo differenze tra queste due “categorie”. È il soggetto che impone la forma in cui verrà trattato. Alcuni li si può svolgere meglio e con più libertà ambientandoli nel passato. È il caso diBarbarossa che descrive la miseria del Giappone odierno alla stessa stregua diDodes'ka-den. In un Jidai geki è più facile sottrarsi ai ricatti della censura produttiva e distributiva. In genere dopo un film moderno, soprattutto se impegnativo, sento l'esigenza di cambiare aria e mi cimento con soggetti più avventurosi e disinvolti (dopoVivere ho giratoI sette samurai). Il genere storico offre altri vantaggi: la spettacolarità, l'avventura, elementi essenziali al cinema, ne costituiscono lo charme. In un film sul presente l’elemento avventuroso si colloca su un piano, come dire, metafisico, o morale, o sociale, mentre nel genere storico è azione, spettacolo puro. Io amo il cinema d'azione, mi piace raccontare storie.»
(Koichi Yamada,L'Empereur: entrétiens avec Kurosawa Akira (Intervista ad Akira Kurosawa), in Cahiers du Cinéma, n. 182, settembre 1966, pp. 34-42)
Nel 1970, insieme aMasaki Kobayashi,Kon Ichikawa eKeisuke Kinoshita, fondò la casa di produzione indipendente Yonki-no-Kai. L'unico film prodotto dalla società fuDodes'ka-den, film a episodi incentrati sui disadattati e gli emarginati della società giapponese, che non fu apprezzato.[8]
Carattere peculiare della poetica di Kurosawa è la convivenza tra la tradizione culturale giapponese e l'influenza della cultura occidentale:
Tradizione culturale giapponese: tutta l'educazione di Kurosawa avviene nell'ambito della cultura giapponese, la sua famiglia discende da antichi samurai e il padre, severo custode del galateo dei samurai,[13] ne trasmette al figlio valori e etica. Frequenta la scuola di kendo divenendo molto bravo; da bambino assiste spesso e con grande interesse agli spettacoli teatrali dei cantastorie e più grande quelli del teatro Kabuki eNō che formano il suo gusto estetico. Legge e conosce in modo approfondito i classici della letteratura e della poesia giapponese.[14]
Influenza della cultura occidentale: molti suoi film, pur essendo giapponesi nello stile, hanno derivazioni europee e si ispirano aDostoevskij e aPirandello, alla tragedia greca e ai dramma shakespeariani; altri nascono in collaborazione con stranieri (Dersu Uzala è una coproduzione nippo-sovietica,Kagemusha eSogni sono stati realizzati grazie all’intervento del cinema statunitense); nei film in costume l’azione è condotta secondo i ritmi tipici del film d’avventura americano e Kurosawa dichiara più volte di considerareJohn Ford un grande maestro.[15]
People's Honour Award: "Con i suoi numerosi capolavori duraturi, ha lasciato un segno brillante nella storia del cinema mondiale e ha commosso profondamente il popolo giapponese."Giappone, 1998.[18]
^Autobiografia fino al 1951 di Akira Kurosawa,Gama No Abura: Jiden No Yo (Olio di rospo: qualcosa come un'autobiografia), Tōkyō: Iwanami Shoten, 1981; tradotto prima da Audie Bock per l'editore newyorkese Knopf col titolo Something Like an Autobiography (1982) e poi in italiano da Roberto Buffagni con il titoloL'ultimo samurai. Quasi un'autobiografia, editore Baldini-Castoldi, Milano 1995. Più recentemente il libro è stato pubblicato nella traduzione di Anna Pensante col titoloUn'autobiografia o quasi, collana Sol levante n. 63, editrice LUNI,ISBN 9788879846066.
^L'ultimo samurai. Quasi un'autobiografia, da pag. 23 a pag. 130.
^L'ultimo samurai. Quasi un'autobiografia, da pag. 128 a pag. 170.
^L'ultimo samurai. Quasi un'autobiografia, da pag. 171 a pag. 248.
^ Aldo Tassone,Akira Kurosawa, Il Castoro Cinema, Firenze 1981, pp. 47-83
^Aldo Tassone,Akira Kurosawa, Il Castoro Cinema, Firenze 1994
^D. Richie, J. Mellen,The films of Akira Kurosawa, Berkeley 1996
^S. Galbraith,The emperor and the wolf: the lives and films of Akira Kurosawa and Toshiro Mifune, London 2002
Akira Kurosawa,L'ultimo samurai. Quasi un'autobiografia, a cura di Aldo Tassone, traduzione di Roberto Buffagni, Milano,Baldini&Castoldi, 1995,ISBN88-8089-850-7.
Akira Kurosawa,Un'autobiografia o quasi, traduzione di Anna Pensante, collana Sol levante n. 63, editrice LUNI, Milano 2018,ISBN 978-8879846066.
Gian Piero Brunetta (a cura di),Akira Kurosawa. Radici e ponti, ETR Edizioni, Firenze 1988.