I nomi propri sono dati inlingua italiana quando ne esiste già in uso una forma corrente; in caso contrario vengonotrascritti secondo il criterio fonetico comune nella forma linguisticamente più giusta.
I segni diacritici relativi a un dittongo sono segnati sul secondo elemento nel testo originale, mentre (se è necessaria una traslitterazione) sono applicati al primo elemento del testo traslitterato.
^Quando "α" ha il segno di iota sottoscritto si traslittera come "ā"; quando è presente, oltre a iota sottoscritto, anche l'accento circonflesso, il segno di vocale lunga si omette; talvolta il segno di vocale lunga è omesso anche altrove nella traslitterazione non scientifica.
^abNella traslitterazione comune in italiano si usa scrivere "gh" prima di "ε", "η", "ι" e "υ" per evidenziare la pronuncia [ɡ], mentre nella traslitterazione scientifica si scrive sempre "g"; fanno eccezione i digrammi "γγ", "γκ", "γξ" e "γχ" che sono traslitterati rispettivamente come "ng", "nk", "nx" e "nch" per riflettere la pronuncia [ŋ].
^abIl segno diacritico di vocale lunga è omesso nella traslitterazione quando "η" o "ω" ha l'accento circonflesso; talvolta il segno di vocale lunga è omesso anche altrove nella traslitterazione non scientifica.
^Nella pronuncia italiana del greco antico "th" generalmente è reso [θ] (come nell'inglese "thunder").
^abcdIl dittongo (o "dittongo spurio") "ου" si traslittera regolarmente "ou" e si pronuncia [uː].
^Si traslittera "rh" a inizio di parola, "r" altrove.
^Nella pronuncia italiana del greco antico generalmente l'aspirazione della "ρ" a inizio di parola non è resa.
^Nel caso in cui la sigma sia finale, si utilizza ilgrafemaς, altrimenti si usa il grafemaσ.
^abSi traslittera "u" nei dittonghi "αυ", "ευ", "ου" per riflettere la pronuncia [u̯]; si traslittera "y" altrove o quando non forma dittongo e si pronuncia [y] o [yː] (come la "u" francese).
^Nella pronuncia italiana del greco antico "ph" generalmente è reso [f].
^Nella pronuncia italiana del greco antico "ch" generalmente è reso [x] (come nel tedesco "Bach").
^abLo spirito aspro si traslittera con "h" scritta prima della lettera se si tratta di una vocale e si pronuncia [h]; si traslittera con "h" scritta dopo la lettera se si tratta di una "ρ" e il digramma "rh" risultante si pronuncia [rʰ], che di solito nella pronuncia italiana del greco antico è reso semplicemente [r].
^abcIn italiano non esiste l'accento tonale per cui di solito la pronuncia degli accenti del greco antico è resa con [ˈ] senza distinzione tra i tre.
^abcSi noti che l'accento va messo sempre sulla vocale segnata dall'accento stesso in conformità alla grafia, anche quando non corrisponda esattamente alla pronuncia ricostruita, come sui dittonghi.
^Il segno diacritico di vocale lunga è omesso nella traslitterazione quando l'accento circonflesso si trova su "η" o "ω"; tale accento non è mai presente su "ε" e "ο" e di conseguenza non ci possono essere ambiguità.
^La combinazione "ϋ" significa che la "υ" non fa dittongo e dunque si traslittera "ÿ" anche dopo "α", "ε" e "ο".
^La "i" va scritta dopo la lettera segnata. Se iota è sottoscritto a "α" si aggiunge il segno diacritico di vocale lunga alla "a" nella traslitterazione: "ᾳ" si traslittera "āi" e così via; se è presente anche l'accento circonflesso, il segno di vocale lunga si omette: "ᾷ" si traslittera "âi" e così via. La traslitterazione di iota sottoscritto è spesso omessa quando la traslitterazione serve principalmente per evidenziare la pronuncia.