Movatterモバイル変換


[0]ホーム

URL:


Vai al contenuto
WikipediaL'enciclopedia libera
Ricerca

Agro nocerino-sarnese

Coordinate:40°45′N 14°33′E40°45′N,14°33′E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento daAgro nocerino sarnese)
Agro nocerino-sarnese
L'agro nocerino-sarnese e la valle del Sarno.
StatiItalia (bandiera) Italia
Regioni  Campania
Province  Salerno
Località principali14
FiumeSarno
Superficie188,1km²
Cartografia
Mappa della Valle
Mappa della Valle
Sito web
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

L'Agro nocerino-sarnese, collocato a metà strada traNapoli eSalerno, è un territorio che comprende 14comuni dellaprovincia di Salerno, per una superficie complessiva di188,1 km² e quasi 300 000 abitanti, con una densità di popolazione pari a 1 807 abitanti per km².

Geografia fisica

[modifica |modifica wikitesto]

Territorio

[modifica |modifica wikitesto]

La dizione "agro sarnese-nocerino", anche se comunemente accettata, è in realtà impropria. L'agro nocerino e l'agro sarnese sono state sempre due aree distinte, sebbene adiacenti: l'agro nocerino corrispondeva alle terre tra, Nocera, Pagani, Sant'Egidio, Corbara, Angri e Scafati, e Roccapiemonte, Castel San Giorgio, Siano e Bracigliano; l'agro sarnese corrispondeva alle terre tra Sarno, San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Poggiomarino e Striano. La dizione "agro sarnese-nocerino" nasce negli anni venti del XX secolo all'indomani della fusione dei consorzi di bonifica dell'agro nocerino e dell'agro sarnese.

L'area comprende una porzione dellavalle del Sarno ed è geograficamente racchiusa anord-est daimonti Picentini, che la separano dallaprovincia di Avellino; a nord-ovest confina, invece, con ilnolano e a ovest con ilvesuviano, aree dellacittà metropolitana di Napoli. Asud ne è confine la barriera naturale deimonti Lattari.

Fanno parte dell'Agro i comuni diAngri,Bracigliano,Castel San Giorgio,Corbara,Nocera Inferiore,Nocera Superiore,Pagani,Roccapiemonte,San Marzano sul Sarno,San Valentino Torio,Sant'Egidio del Monte Albino,Sarno,Siano,Scafati.

Clima

[modifica |modifica wikitesto]

Circa il clima, l'Agro risente della benefica influenza del mare. Le escursioni termiche non sono notevoli e qualora il termometro scende al disotto dello zero, non vi permane a lungo. La grandine è piuttosto rara. I venti dominanti sono ilMaestro del nord e loScirocco del sud.

Lepiogge sono abbondanti inautunno,inverno eprimavera; scarse o quasi nulle nell'estate. Sebbene le piogge difettino nei mesi estivi, l'umidità relativa dell'aria si mantiene piuttosto alta.

Assetto idrogeologico

[modifica |modifica wikitesto]

L'assetto idrogeologico dell'Agro è fortemente instabile. Oltre ai fenomeni di alluvioni occasionali e ciclici (la storia ne ricorda diverse, anche funeste), il territorio è soggetto a frane. Precipitazioni di carattere eccezionale possono portare a colate di fango dalle conseguenze spesso mortali.

Particolarmente grave fu l'alluvione del 5 maggio 1998, quando una terribile frana colpì duramente l'Agro e il confinanteVallo di Lauro facendo 137 vittime nella solaSarno e altre decine nei centri limitrofi diQuindici,Bracigliano eSiano.

La furia della montagna mise in ginocchio i paesi colpiti, spazzando via interi quartieri e distruggendo per sempre la tranquilla vita di numerose famiglie. Questa grande tragedia commosse l'Italia intera, giunsero infatti sul posto centinaia di giovani da ogni parte del Paese per aiutare nelle operazioni di soccorso e per dare una mano alle popolazioni colpite.

L'ultimo fenomeno si verificò il 4 marzo2005, quando una frana in località Santa Croce (al confine tra i comuni diNocera Inferiore eNocera Superiore) causò la morte di tre persone. In passato una frana di dimensioni minori interessò il tratto nocerino dell'A3, travolgendo alcune auto in transito causando un morto.

Orografia

[modifica |modifica wikitesto]

Il territorio è circoscritto da due catene montuose (imonti Lattari e iPicentini), in questa zona la vetta più alta è quella del monte Cerreto (1316 m s.l.d.m comune diTramonti) Ad ovest la valle è chiusa dal Vesuvio.

Idrografia

[modifica |modifica wikitesto]

La piana è dominata dalSarno, alimentato principalmente dall'Alveo Comune Nocerino, formato a sua volta dai torrentiCavaiola eSolofrana.

Storia

[modifica |modifica wikitesto]

Età antica

[modifica |modifica wikitesto]

Il territorio è stato abitato sin dallaPreistoria. Le testimonianze più antiche risalgono alBronzo Antico.

La Cultura delle Tombe a Fossa

[modifica |modifica wikitesto]

La cosiddetta Cultura delle Tombe a Fossa della Valle del Sarno è cronologicamente inquadrabile nell'Età del Ferro. Si tratta di una facies fino a pochi anni fa nota soltanto per le ampie e ricche necropoli.

La recente scoperta del villaggio diPoggiomarino ha mostrato l'ubicazione e l'organizzazione di uno dei primi insediamenti di questa popolazione[1].

Le necropoli principali sono note tra i comuni diSan Valentino Torio (e nella confinanteStriano),San Marzano sul Sarno ePagani.

Le fonti

[modifica |modifica wikitesto]

Le origini storiche del territorio sono state in parte documentate, grazie a leggende tramandate e rielaborate oralmente nel corso dei secoli, ad una parte dellastoriografia latina, rappresentata dalpoeta efilosofo delI secolo a.C.Virgilio[2], dall'avvocato epoetalatino delI secolo d.C.Silio Italico[3] e da un'importante scoperta archeologica fatta nel 2000 in localitàLongola, nel comune diPoggiomarino. Infatti durante i lavori per il depuratore del fiume Sarno, gli operai s'imbatterono in alcuni reperti archeologici che diedero il via a una serie d'indagini che hanno permesso con il tempo di fare più luce su quest'area ancora poco conosciuta.

Secondo le fonti antiche le popolazioni che abitavano queste aree erano note col nome sarrastri (o sarrasti). Isarrasti erano una tribù che la tradizione fa discendere dallamitica ondata deipelasgi che, nell'altaetà del bronzo (intorno al1600 a.C.) e provenienti dalPeloponneso, si insediarono in gran parte dell'Italia meridionale. Queste popolazioni si stabilirono anche nella valle sarnese, considerata precedentemente spopolata (addirittura senza un nome), e la tribù locale ribattezzò "Sarno" o "Sarro" il fiume ivi presente (in memoria di un altro fiume, il "Saron", che scorreva nella madrepatria da cui essi erano emigrati); questa tribù si autodenominò Sarrasti[4] e con tale nome essi erano conosciuti anche dagliEtruschi.

Servio, citandoConone, ci dice che:

(latino)
«Sarrastis populos. Populi Campaniae sunt a Sarno fluvio. Conon in eo libro, quem de Italia scripsit, quosdam Pelasgos aliosque ex Peloponneso convenas ad eum locum Italiae venisse dicit, cui nullum antea nomen fuerit, et flumini quem incolerent, Sarro nomen inposuisse ex appellatione patrii fluminis, et se Sarrastras appellasse. Hi inter multa oppida Nuceriam condiderunt.»
(italiano)
«Popoli Sarrasti. Popoli della Campania, derivano dal fiume Sarno. Conone, in quel libro che scrisse sull'Italia, dice che alcuni Pelasgi e altri forestieri provenienti dal Peloponneso giunsero in quel luogo d'Italia, che prima non aveva nessun nome, e imposero il nome di Sarro al fiume presso il quale si insediarono, dalla denominazione del fiume della loro patria, e si autonominarono Sarrastri. Questi fondarono molte città tra cui Nocera.»

(Servio Mario Onorato,Commentarii in Vergilii Aeneidos libros,ad VII, 738)

Tale colonizzazione, secondo Gennaro Orlando, sarebbe avvenuta 750 anni prima della fondazione di Roma, intorno al 1503 a.C., tuttavia la realtà storica è molto diversa.[senza fonte]

In alternativa, secondo una parte dellastoriografiagreca rappresentata daAntioco di Siracusa nelV secolo a.C.[5], daAristotele nelIV secolo a.C.[6], daPolibio nelII secolo a.C.[7], l'intera zona vesuviana fino alle sorgenti del fiume Sarno era abitata dagliOpici, popolazione di origine indoeuropea, i quali si erano sostituiti ai più antichiAusoni, anch'essi di origine indoeuropea (Antioco,[5] in realtà, considera questi due etnonimi come riferiti a un'unica popolazione).[8][9]

GliOpici erano un antico popolo di ceppo latinofalisco (o proto-latino), estesosi nellaCampania pre-romana in una vasta regione che da loro prese il nome di "Opicia"[10]; tale popolo si insediò nel contesto delprimo processo di indoeuropeizzazione dell'Italia peninsulare, quello che portò all'ingresso nellapenisola deiProtolatini (nelII millennio a.C.). Nei primi secoli delI millennio a.C. gli Opici furono anch'essi sopraffatti e assimilati dall'irruzione nella loro area di unnuovo nucleo diindoeuropei, questa volta di ceppoosco-umbro: il popolo degliOsci.[11] Che gli Opici fossero una popolazione proto-osca distinta e non sovrapposta o confusa con essa è una tesi condivisa da diversi studiosi moderni.[12] La presenza degliOsci in queste zone è tramandata anche da una parte dellastoriografia latina, rappresentata dalloscrittorePlinio il Vecchio[13] e dalgeografoStrabone nelI secolo d.C.[14]. Lo stesso Strabone,[14] tuttavia, nello stesso passo dà conto della presenza pelasgica nel territorio, considerandola successiva a quella osca.

Le fasi protostoriche e pre-romane

[modifica |modifica wikitesto]

L'abbandono del villaggio diPoggiomarino e degli altri villaggi coevi comportò uno spostamento della popolazione verso luoghi più facilmente difendibili.

Molti ripararono verso la costa, altri verso l'interno dando vita, nel corso delVII secolo a.C., alle città diNuceria ePompei.

Le città furono fondate per volere degliEtruschi, che colonizzarono quest'area (fino aSorrento da un lato eSalerno ePontecagnano dall'altro), per contrastare il dominio deiGreci che avevano colonizzatoIschia eCuma a nord ePaestum edElea a sud.

Con le sconfitte etrusche del474 a.C. e del423 a.C., questa popolazione si ritirò e il territorio entrò a far parte della Confederazionesannitica meridionale, con capitaleNuvkrinum Alafaternum.

Quando, nell'VIII secolo a.C., iniziò la colonizzazione delle coste dellaCampania ad opera di mercanti, contadini, allevatori, artigiani provenienti dalle singole comunità greche delMar Egeo, la navigabilità del fiume Sarno favorì i rapporti di scambio di merci tra le popolazioni osche stanziate nell'entroterra delle valli del sarnese e quelle cosiddette "italiote" delle città greche fondate sulla costa; i traffici maggiori si instaurarono soprattutto con lo stanziamento diPithecusa, fondato sull'isola d'Ischia[15], e in seguito anche conCuma[16].

Intorno al600 a.C. la piana attorno alVesuvio vide il proliferare di insediamenti isolati di Etruschi, provenienti da Nord con base aCapua, principale città stato etrusca in Campania, da essi fondata nelX secolo a.C. La massima espansione etrusca in Campania giunse fino algolfo di Salerno, attraverso tutto il retroterra (la cosiddettamesògaia, cioè terra di mezzo). L'estensione dei traffici dei coloni greci verso l'interno li portò in rotta di collisione con tali stanziamenti etruschi: nel524 a.C. gli Etruschi cercarono di conquistare Cuma in una battaglia terrestre, ma furono battuti dalla cavalleria greca deltirannoAristodemo.

Da quella fallita incursione, col passare del tempo, gli avamposti degli Etruschi nella zona del fiume Sarno rimasero sempre più isolati e andarono indebolendosi definitivamente, specie dopo l'ulteriore pesante sconfitta navale subita nellabattaglia di Cuma del474 a.C.[17][18].

Di tale momento di debolezza approfittò lalega di popoliSanniti che nel423 a.C. conquistòCapua: ad essi gli Etruschi dovettero cedere il dominio anche delle aree di stanziamento poste più a Sud, corrispondenti all'attuale Agro nocerino-sarnese.

Leguerre sannitiche tra ilIV ed ilIII secolo a.C. e leguerre puniche tra ilIII ed ilII secolo a.C. ebbero per teatro l'Italia meridionale eNuceria Alfaterna[19].

Nuceria Alfaterna, infatti, si alleò dapprima con iSanniti eRoma, guidata daQuinto Fabio Massimo Rulliano, la conquistò nel308 a.C. confederandola all'Urbe con tutti i suoi villaggi limitrofi, come ci tramandaTito Livio, storico romano delI secolo a.C.[20].

Alla lotta di Roma controAnnibale parteciparono anche le genti delle vallate dell'Ager Nucerinus in quantoNocera, divenuta nel tempo fedele alleata di Roma, inviò in appoggio soldati raccolti anche dai territori limitrofi che perendo lasciarono a terra anche le loro insegne, a quanto ci riportaSilio Italico[21]. Dopo la vittoriosabattaglia di Canne, Annibale marciò proprio contro Nocera.

Il toponimovalle dell'Orco con cui si designa la valle di Siano alluderebbe proprio alla furia devastante di Annibale, che vi eresse diversi accampamenti durante le operazioni di assedio. Tali presidi erano volti a chiudere ogni via di accesso dei viveri alla città di Nocera.

Quando finalmente, nel216 a.C., dopo due mesi diassedio, il condottiero diCartagine riuscì a vincere la resistenza dei nocerini, la cittadina venne completamente rasa al suolo e i suoi abitanti si dispersero nei boschi intorno, in insediamenti sparsi che divennero poi i nuclei abitativi basilari dei vari siti della successiva epoca romana imperiale, tra cui anche Siano.[22][23][24].

Epoca romana

[modifica |modifica wikitesto]

Nocera fu riedificata dopo circa 20 anni per decreto delSenato Romano, a dimostrazione della stima per la fedeltà della sua gente, ma i suoi dintorni vennero nuovamente devastati nel corso dellaGuerra Sociale (91-88 a.C.)[25], quando il sannitaGaio Papio Mutilo volle punirla per il suo schieramento dalla parte dellaRepubblica romana.[26] I Romani penetrarono definitivamente nelle valli interne del Sarno e dell'Irno dopo aver domato Pompei, e si stabilirono nella vallata di Siano presumibilmente intorno all'88 a.C., allorchéLucio Cornelio Silla prevalse nellaGuerra Sociale e decise di elargire terre aiveterani che avevano combattuto al suo fianco. Le terre del circondario vennero così divise tra lecenturie romane ed affidate alla cura delle famiglie che vi si trasferirono.

Da ricordare di questo periodo anche la costruzione da parte dei Romani dellavia Popilia, intorno al132 a.C., la prima della zona con tracciato inbasalto, che favorì lo sviluppo economico e il commercio di tutta la parte dell'agro nocerino da essa attraversata, lungo un percorso il cui terreno fu via via fortemente caratterizzato dallecenturiazioni.

Intorno al73 a.C. il diffuso malcontento dovuto allo strapotere romano fece scoppiare la rivolta deigladiatori che, partita daCapua, si trasformò nella più estesa rivolta servile. Capo di questischiavi egladiatori fuSpartaco e a lui si aggregarono anche tutti quegli uomini del territorio nocerino e nolano i cui poderi e campi erano stati espropriati per passare in proprietà ai legionari di Silla, esasperati dallo stato di povertà in cui erano piombati[27]. Durante la successivaterza guerra servile (73-71 a.C.), l'esercito di ribelli si accampò e saccheggiò in due tornate le campagne e le vallate nei dintorni di Nocera.[28][29]

La tenacia e la fedeltà della gente dell'area procurò presso i Romani stima per la popolazione del luogo, tanto cheAugusto ordinò di dedurre unacolonia dilegionari anziani ai piedi delmonte Iulio, nel territorio della odiernafrazioneAiello nel limitrofo comune diCastel San Giorgio; l'imperatore romano assegnò ad ogni ex legionario quarantasesterzi ed un appezzamento di terreno mediante il quale procurarsi da vivere.

Inetà augustea (63 a.C.14 d.C.) per la costruzione della vicina tratta dell'acquedotto romano del Serino attraversante l'attuale territorio sangiorgese,acquedotto che serviva a rifornire ilporto commerciale diPuteoli della stazione navale romana diMisenum, si imbastì un grandecantiere di lavoro edile.

Fino alterremoto di Pompei del 62 e allaeruzione del Vesuvio del 79 che seppellìPompei,Ercolano eStabiae, tutta la piana dell'attuale agro attraversò un florido periodo di tranquillità, ricoperta daville rustiche romane dedite all'agricoltura ed in particolare alla produzione divino. Lacenere e ilapilli prodotti da quella storica eruzione distrussero una buona parte deivitigni.

Dall'inizio delI secolo una grave crisi sia economica che culturale investì tutta laCampania, accentuata da alcuni fortiterremoti e devastantiepidemie.

In questo periodo incominciò a diffondersi nella zona il primoCristianesimo. Lafede cristiana si propagò rapidamente anche in quest'area della Campania, sebbene i primi seguaci diGesù si potessero riunire solo in case private, essendo a loro vietato il professare in pubblico la propria fede. Già dalla metà delII secolo il regime agrario dell'intera Campania subì una radicale trasformazione, caratterizzata dal ridimensionamento dell'agricoltura specializzata a vantaggio dellacerealicoltura e dellaviticoltura, funzionarie alle necessitàannonarie dell'Urbe.

Il generalizzato declino economico iniziato nelI secolo portò ad un impoverimento dei proprietari terrieri di tutto l'Ager Nucerinus, e i primi segni di ripresa si videro solo nei decenni finali delIII secolo quando si assistette ad un risveglio della Campania tutta ad opera dell'imperatore romanoCostantino che fu promotore di riforme amministrative, istituzionali e agrarie, specie negli anni conclusivi del suo regno.

Quando con l'editto di Costantino del313 vi fu la pace religiosa, i luoghi di culto pagano nel circondario di Siano furono riadattati alle celebrazioni cristiane.

Nell'agosto del410 iVisigoti, comandati daAlarico, misero asacco Roma; evacuata dopo soli tre giorni la città, Alarico cominciò la marcia verso laSicilia dalla quale passare poi inAfrica per approvvigionarsi delle riserve difrumento dell'impero. Il suo esercito attraversò la zona del nolano e del nocerino, seguendo la consolarevia Popilia e devastandone i territori limitrofi.[30]

Nel455 fu la volta deiVandali diGenserico che dopo aversaccheggiato Roma si spostarono a Sud, razziando l'agro nocerino nel456[31] e ancora nel458[32]. Le scorrerie deiVandali avevano in genere un raggio di azione prospiciente le coste e le penetrazioni verso l'interno erano guidate dalle arterie locali presenti. I Vandali erano soliti razziare a piccoli gruppi e non attaccare direttamente le città fortificate; raggiunto l'Ager Nucerinus miravano agli insediamenti agricoli delle vallate limitrofe, sprovvisti di difesa, ma evitavano quasi sempre di danneggiare le colture.

Il dominio romano della zona durò fino all'invasione barbarica da parte degliGoti alla fine delV secolo: con la deposizione diRomolo Augusto da parte del re barbaroOdoacre avviene formalmente nel476 lacaduta dell'Impero romano d'Occidente. LaCampania tutta passa sotto il dominio deiGoti.

Odoacre fu deposto nel493 daTeodorico il Grande, re degliOstrogoti (la branca orientale dei Goti), che rimase quindi l'unico padrone dell'Italia, pacificando l'intera Campania dopo le incursioni dei Visigoti e dei Vandali.

Anche a causa delle mutate condizioni storiche gli abitanti dell'agro nocerino tornarono a prediligere i siti collinari, più facilmente difendibili.

Età medievale

[modifica |modifica wikitesto]

Con la caduta dell'Impero romano d'occidente l'area dell'agro nocerino ed iloca sarnensis passarono sotto la giurisdizione dei bizantini diNapoli, prima, dei longobardi diSalerno, poi.

Nel553 l'area fu scenario dellabattaglia dei Monti Lattari. Si trattò dello scontro decisivo tra gliostrogoti e ibizantini di Napoli. La sconfitta del reTeia segnò la fine del regno goto in Italia. Il territorio a partire dalVII secolo passò ai Longobardi e fece capo al principato di Benevento, che vi istituì sicuramente una gastaldìa.

L'Urbs nucerina fu distrutta e con essa si spense anche la suaDiocesi. La città diNuceria, come molte altre della Campania di quel periodo, si ridusse nella popolazione e cambiò il sito di ubicazione per ricollocarsi sulla più riparata collina di Sant'Andrea, nel territorio dell'attuale Nocera Inferiore.

Nello stesso periodo Sarno veniva elevata a contea (secolo X), su accordo tra Longobardi di Salerno e di Capua. Il conte estese la propria autorità sui territori precedentemente ricadenti nella circoscrizione della gastaldia sarnese. È in questo periodo, intorno all'VIII-IX secolo, che cominciano a formarsi o svilupparsi concretamente i primi nuclei abitativi delle future città dell'agro, comeAngri,Scafati,Roccapiemonte,Sant'Egidio del Monte Albino.

Tutto il territorio, durante la prima epoca normanna nell'XI secolo, è difeso da un complesso e capillare sistema di castelli e nuclei fortificati che, naturalmente, comprendono anche i comuni che, oggi, non fanno parte dell'Agro Nocerino propriamente detto, comePalma Campania eLettere. Successivamente, intorno all'XIXII secolo nascerà anche Cortinpiano, il primo nucleo della città diPagani. Durante il basso medioevo le realtà urbane dell'Agro Nocerino sono ormai chiaramente definite.

Nel 1066 vengono definitivamente ridisegnati i confini della Diocesi di Sarno[33], che racchiude il territorio compreso nellaContea di Sarno. Il territorio fu interessato da incursionisaracene e fu, successivamente assoggettato ainormanni. NelXII secolo si svolse in questi luoghi la sanguinosaBattaglia di Nocera. D'ora in poi gli eventi dell'Agro Nocerino saranno direttamente correlati a quelli del capoluogo di regione.

Alto medioevo

[modifica |modifica wikitesto]

Nel536, per ordine dell'imperatorebizantinoGiustiniano, l'esercito dell'impero orientale guidato dalgeneraleBelisario attaccò gliOstrogoti risalendo la penisola italiana lungo lavia Popilia e passando quindi anche per l'Agro, fino ad assediare primaNapoli e poiRoma[34]. IBizantini non incontrarono troppa resistenza da parte degli abitanti delle zone attraversate, insofferenti com'erano alla eccessiva fiscalità imposta dagli invasoriGoti.

Ciò segnò l'inizio della terzaguerra greco gotica (535-553) che portò alla fine del dominioostrogoto sul territorio dell'agro nocerino[35].

Lo scontro definitivo, passato alla storia come la "battaglia dei Monti Lattari", avvenne nel553 proprio intorno alfiume Sarno, e fu combattuto tra gli eserciti diTeia, re deiGoti, e diNarsete, comandante deiBizantini[36]. I due schieramenti stazionarono per ben due mesi sulle rive opposte del fiume, prima della ritirata gota suiMonti Lattari per mancanza di rifornimenti. Ad essa seguì il disperato scontro finale quando gliOstrogoti, vedendo svanire ogni speranza di vittoria, si riversarono nuovamente dalle protette alture nella pianura sarnese lanciandosi in uno scontro all'ultimo sangue, in cui lo stesso Teia perse la vita[37].

La dominazionebizantina nell'area del salernitano, comprendente lavalle dell'Irno, l'agro nocerino e la zona delfiume Sarno, durò fino alla calata deiLongobardi sul finire delVI secolo: nel571 essi, discendendo la penisola italiana nella loro avanzata, posero base inCampania fondando ilDucato di Benevento conZottone, cui succedette il nipoteArechi I[38].

La difesa dell'Agro Nocerino da parte deiBizantini risultò via via troppo dispendiosa, data la limitata rilevanza economica e demografica rappresentata a quel tempo da quell'area dell'entroterra; essa venne pertanto progressivamente ceduta aiLongobardi beneventani che premevano versoSud per avere uno sbocco sulla costa delgolfo salernitano e accerchiare la zona vesuviana che fu il distretto napoletano dell'Esarcato d'Italia e che sarebbe andata a formare poi ilDucato di Napoli (il quale, pur manifestando una certa autonomia, in realtà sottostava aBisanzio).

Nel596 d.CArechi I aveva già presoNola e minacciavaAmalfi[39]; nel601 ancheNuceria e tutto il suo comprensorio, caddero definitivamente in mano longobarda[40].

Per avere un riconoscibile centro abitato bisognerà attendere la metà dell'Alto Medioevo, allorquando si assistette alla moltiplicazione di ville rustiche conseguenti alla messa acoltura sistematica dei terreni del fondo valle. Nell'VIII secolo infatti, in pienadominazione longobarda, si realizzarono numerosi pozzi per sfruttare al massimo l'acqua nella produzione agricola.

In quest'epoca il territorio, seguendo l'organizzazione deldiritto longobardo, era retto da un "guastaldo" (il governatore locale avente sede in uno dei vicini centri di comando), la cui persona rappresentava il potere politico, amministrativo e giudiziario per conto delDucato di Benevento; da qui il nome digastaldato (oguastaldato) per l'unità base territoriale longobarda.

Dalla prima metà delVII secolo alla prima metà delIX secolo, il potere longobardo della zona aveva base a Rota (com'era denominata fin dai tempi dei Romani l'odiernaMercato San Severino), il cui castello fu costruito proprio daiLongobardi prima dell'anno800: allora Rota estendeva la sua giurisdizione fino aSerino,Forino,Bracigliano, Siano,Calvanico,Pellezzano eBaronissi.

Tutta l'area campana fu colpita da un devastanteterremoto nell'844[41].

Il periodo di dominio longobardo beneventano durò ben due secoli e mezzo, fino all'849, quando l'imperatoreLudovico II sancì la ripartizione delDucato di Benevento in dueprincipati: ilPrincipato di Salerno (oPrincipato citeriore) e ilPrincipato di Benevento[42]; Rota fu allora eretta agastaldato delPrincipato citeriore con tutto il suo territorio di influenza, la cura religiosa fu affidata alvescovo di Salerno.

Nell'anno851 il territorio confluì nel formatosiPrincipato di Salerno, ma passò alla giurisdizione della potente provincia diNocera in seguito ad una riorganizzazione del potere. Durante tutto ilIX secolo lavalle, ancora rurale nello sviluppo, rientrava pertanto nella sfera di dominio dellacontea di Nocera, che si estendeva allora per quasi tutta l'area dell'attuale Agro, daAngri fino aSiano, passando perRoccapiemonte eCastel San Giorgio[43].

Durante la seconda parte delIX secolo i principati diBenevento eSalerno non disdegnarono, alternativamente, di far leva sulle periodiche incursioni deiSaraceni nell'altro territorio, i quali ebbero libertà di saccheggiare quanto trovavano sulla loro strada una volta sbarcati sulla costa. In genere, nei decenni precedenti, i Saraceni sbarcavano improvvisamente sul litorale campano, razziavano quanto potevano e poi si dileguavano altrettanto velocemente di come erano comparsi. Con tale atteggiamento di non opposizione quando l'altro principato era attaccato, la loro presenza divenne in un certo senso "legalizzata", dando loro la possibilità e l'audacia di spingersi in profondità fino alle vallate interne come quelle dell'agro nocerino nel corso delle loro scorribande. Fu in questo periodo che cominciarono a sorgere per difesa i castelli medioevali longobardi che si vedono ancora sulle montagne che incorniciano l'Agro nocerino-sarnese.

Nell'871 è documentato un memorabile sbarco da parte di un corposo contingente di oltre 12.000Saraceni ad assediareSalerno, con a capo il condottieroAbdila; essi, giunti a bordo delle loro sottilissimenavi chiamate "sagene", prima di attaccare la città fortificata perpetrarono una violenta razzia nei suoi dintorni[44]. Nel corso del lungoassedio, i guerrieri saraceni si spingevano sovente in profondità nell'interno dellavalle dell'Irno.

Le invasioni settentrionali, le scorrerie deiSaraceni, le guerre civili durante tutto ilIX secolo fecero sì che le terre dell'Agro via via si irreggimentassero. Le famiglie nobili dei varigastaldati iniziarono a fortificare con mura, torri e fossi le loro residenze e a pretendere diritti sui limitrofi possedimenti; questi ultimi divennero sempre più frammentati, trasformandosi ben presto in titoli di signoria e quindi in veri e proprifeudi. I signori locali si ersero ben presto come gli unici efficaci difensori delfeudo contro le scorribande dei predoni, non potendo gli eserciti dei Principi essere costantemente stanziali su tutto il territorio[45].

Questo aspetto sancì la nascita e l'affermazione delfeudalesimo anche nell'area dell'Agro, come nel resto d'Italia. Sul finire delIX secolo, le lotte per il potere tra i diversifeudatari elevarono la frammentazione della proprietà terriera nelPrincipato di Salerno; da questo fenomeno si originarono icognomi locali, diffusisi poi nell'intera area del nocerino. All'inizio essi emersero come derivazione dall'appellativo dalle proprietà dei varifeudi, per identificarne univocamente il signore che la possedeva oppure per riferirsi ad un membro di una certa famiglia citando il nome del suo più noto esponente[46].

Nel926 vi fu la strana invasione degliUngari che, sebbene riuniti in un'orda poco numerosa ed indisciplinata, sbarcarono con successo prima inPuglia, dove rasero al suoloTaranto, e poi si spostarono inCampania, agendo con ferocia addirittura superiore a quella saracena: le devastazioni daCapua si estesero fino a raggiungere le zone del circondario diSarno[47].

Tra ilX e ilXIII secolo, l'Agro è inquadrato nellacircoscrizione amministrativalongobarda indipendente dettaActus Apudmontis, che comprendeva i comuni diRoccapiemonte,Castel San Giorgio, la parte diNocera Superiore corrispondente alle attuali frazioni diMaterdomini,Iroma eCroce Malloni, ed infine le attuali frazioni diMercato San Severino, di Sant'Eustachio ePiazza del Galdo;Actus Apudmontis era chiaramente identificato e confinava aSud con la circoscrizioneActus Nuceriae (con centroNocera) e adEst con laActus Rotensis (referente aMercato San Severino, l'antica Rota romana), due circoscrizioni deldominio longobardo più estese ed antiche[48].

Nel971 fu creata lacontea di Sarno che, con il suo circondario, fu concessa adIndolfo[49]. Nel981 si tramanda di una tremendaeruzione delVesuvio, proprio nel giorno del solenne funerale del principePandolfo Capodiferro[50].

Basso medioevo

[modifica |modifica wikitesto]

Nel periodobasso medioevale, i secoli successivi alX secolo, l'Agro seguì le vicende storico-politichenormanno-sveve edangioine-aragonesi della zona: nei primi anni dell'XI secolo faceva parte dellacontea diNocera[51].

INormanni erano abitanti della spondabaltica dellaNorvegia, emigrati verso Sud per la sterilità dei suoli nordici a partire dall'anno1000 circa. Inizialmente prestarono i loro servizi per vari compiti, come la protezione a pagamento dei fedeli che si recavano in pellegrinaggio. Successivamente furono ingaggiati come mercenari nella difesa delle città costiere dagli attacchi dei pirati. Nel1018 un gruppo di 40Normanni di passaggio aSalerno organizzarono le genti dell'entroterra agricolo dell'agro nocerino contro iSaraceni che assediavano la città, avendola vinta alla fine[52].

INormanni conquistarono dapprima laPuglia, stabilendovi una primasignoria divenuta poi laContea di Puglia nel1043, e distribuendo le città conquistate ai capitani degli eserciti, organizzandole inbaronie[53]. Mediante battaglie, alleanze e matrimoni con le famiglie dei principi longobardi, iNormanni assunsero via via il dominio dellaCalabria e dellaSicilia, fino a porre le loro brame sui Due Principati longobardi diSalerno e diBenevento, lambendo così il territorio delloStato Pontificio.

Il duca normannoRoberto il Guiscardo assediò definitivamenteSalerno nel1074 fino a conquistarla nel1076, rovesciando l'ultimo principe longobardoGisulfo II, tra l'altro suo cognato, avendo egli infatti impalmato nel1058 sua sorellaSichelgaita, figlia del precedente principeGuaimario IV. A partire dall'ultimo quarto del secolo, quindi, Siano e tutto l'Agro passarono stabilmente sotto il dominio normanno[54].

Roberto il Guiscardo, per sdebitarsi verso i suoi cavalieri distintisi in battaglia, concesse loro privilegi su diverse parti del neo-conquistato principato salernitano[55]:

Nei primi decenni delXII secolo, i territori sianesi erano sotto la proprietà della potente famiglia normanna deiBudetta, che si stabilì nella parte orientale dell'agro nocerino, impossessandosi di tutto quel tratto compreso tra le attuali Siano,Castel San Giorgio,Lanzara,Roccapiemonte eMaterdomini. Agli apici della loro potenza, i Budetta estesero i loro possedimenti fin anche afeudi inAmalfi,Napoli eAversa, possedimenti maggiori con cui Siano iniziò dei rapporti di scambio di beni agricoli.

Nel1111 la città diNocera[57] (con tutte le terre e i casali nel suo agro[58], ad esclusione del casale di Siano) fu portata in dote da Gaitelgrima (figlia, pare[59], diSergio II,duca di Sorrento dal1090 al1135) a suo maritoGiordano, futuroprincipe di Capua (dal1120).

Nella prima metà delXII secolo, ilCasalis Siani ebbe quindi una stabile signoria propria, rimanendo autonomo sia dallacontea diNocera che dalgastaldato diSan Severino.

Nel1132Ruggero II d'Altavilla, re diPuglia e diSicilia, si accampò nelle contrade limitrofe diNocera e combatté anche una battaglia sulle rive delfiume Sarno. Nel1136 egli annetté i Due Principati e ilDucato di Napoli al suo regno, rimanendo padrone dell'intero Meridione d'Italia e fondando ilRegno di Sicilia nel1139[60].

Per effetto del privilegio diCarlo I d'Angiò del 30 agosto1274, Andriotto Riccardi e sua moglie Giovanna risultavano proprietari legittimi delfeudo del Casale di Siano.

Nel1436 ilfeudo diventò baronia passando ai baroniDenticola, alleati deiSanseverino, che lo tennero fino al1486, quando il reFerrante d'Aragona spodestòTommaso Denticola della proprietà del Casale, investendoneLudovico De Rynaldo, soprannominato "Mosca" e già signore della vicinaRoccapiemonte, come premio alla sua fedeltà e servigi alla corte reale. ISanseverino, nella figura del principeAntonello II, avevano infatti ordito la cosiddettacongiura dei baroni fallita disastrosamente nel1486, scatenando la furia vendicativa di Ferrante d'Aragona[61].

Il Rinascimento

[modifica |modifica wikitesto]

IlRinascimento segnò una svolta importante anche culturale dell'area. Con l'opera nella zona di importanti pittori, comeAndrea Sabatini, che hanno adornato con le loro opere i principali edifici religiosi.

Gli Orsini aSarno, i Doria adAngri ed i Carafa aNocera dei Pagani, sono le principali famiglie della zona, alle quali si debbono non poche opere di munificenza come ilConvento di Sant'Andrea a Nocera Inferiore.

Epoca moderna

[modifica |modifica wikitesto]

In quegli anni, glispagnoli successero agliAragonesi e ilRegno di Napoli fu annesso allaSpagna nel1504, perdendo il "titolo" e diventando così, per due secoliVicereame di Napoli, in quanto governato da un viceré in rappresentanza del re di spagnolo.

Nella prima metà delSettecento nelRegno di Napoli, si osservò l'ascesa sul palcoscenico sociale di una nuova classe intesa ad occupare gli spazi economici esistenti tra il popolo-contadino e il feudatario: imprenditori, artigiani e operai, forti dell'impulso dato dalla politica economica adottata daCarlo III di Borbone fin dal suo insediamento sul trono delRegno di Napoli eSicilia nel1735, si adoperarono nella creazione di una diffusa rete di attività di produzione e commercializzazione. Come conseguenza dell'espansione dei traffici, le famiglie dei commercianti e dei trasportatori locali si trovarono a godere di migliori condizioni economiche, rispetto a quelle della massa contadina.

Nel 1806Giuseppe Bonapartere di Napoli e fratello diNapoleone abolì la feudalità e gli antichi regimenti municipali. Nacque così ilcomune di Siano.

Epoca contemporanea

[modifica |modifica wikitesto]

Sono i secoli in cui si accentuano i particolarismi che porteranno alla nascita, tra cittadine praticamente attaccate, dei forti dissidi che tuttora possono sfociare in occasioni di violenza (specie legati ad incontri di calcio).

Angri, ad esempio, perde a favore di Scafati la chiesa della Madonna dei Bagni (foriera di miracoli meta di pellegrinaggi), a causa delle decurtazioni che subisce il territorio della città vicina quando viene costituito il comune diPompei.

Nocera dei Pagani viene smembrata nel1806, per dare vita a cinque comuni autonomi (Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Corbara e Sant'Egidio del Monte Albino).

La città di Nocera Inferiore assurge al ruolo dicapitale ideale, catalizzando ospedali (civili e militare), la maggior parte delle scuole, le caserme militari.

Il prolungamento dellaNapoli-Portici porterà nell'Agro i treni dal capoluogo fin dal1844. Durante la prima metà dell'Ottocento il territorio era parte della provinciaPrincipato Citra delRegno delle Due Sicilie, sotto la dinastia reale deiBorboni.

L'Agro oggi

[modifica |modifica wikitesto]

Terra martoriata dal sacco edilizio e dalla criminalità, l'Agro sta pian piano vivendo una nuova primavera per l'opera di riqualificazione urbanistica avviata in alcune delle principali città, grazie a contributi regionali o per mezzo di fondi provenienti dalPatto Territoriale per l'Agro Nocerino.

Stravolta dallo sregolato sviluppo industriale deglianni cinquanta esessanta, che ha lasciato in eredità essenzialmente le ciminiere degli altiforni che ancora costellano il territorio, l'agro sta cercando di tornare alle tipicità della sua naturale vocazione agricola.

Economia

[modifica |modifica wikitesto]

L'area dei comuni dell'Agro nocerino-sarnese conta circa 13.000 imprese, per un totale di circa 50.000 addetti.Tuttavia resta ancora molto alto il valore medio della disoccupazione che presenta un tasso del 39,67% (contro il 32,60% dellaprovincia, il 38,40% dellaregione ed il 17,80% della media nazionale).

La Provincia dell'Agro

[modifica |modifica wikitesto]

Mai approvato, anche per le resistenze di non pochi comuni dell'area, ildisegno di legge numero 3032/XIII del1999, che prevede l'istituzione di una Provincia con capoluogo Nocera Inferiore, della quale avrebbero fatto parte 14 comuni dell'area a nord della provincia di Salerno, per un totale di oltre 280 000 abitanti.

La circoscrizione della provincia dell'Agro nocerino-sarnese avrebbe compreso i comuni di: Angri, Bracigliano, Castel San Giorgio, Corbara, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Sant'Egidio del Monte Albino, Sarno, Scafati, Siano[62].

I comuni

[modifica |modifica wikitesto]
Veduta da ovest diNocera Inferiore
Sarno
Pagani è il comune con la maggior densità abitativa dell'agro
Piazza Vittorio Veneto,Scafati è il centro maggiormente popolato

L'ambito territoriale vede come comune capofila la città diNocera Inferiore[63].

Fanno parte dell'Agro nocerino-sarnese i seguenti comuni:

Agro nocerino-sarnese
ComuniAbitantiSuperficie

km²

Densità

ab./km²

Altitudine

ms.l.m.

SindacoCoordinate
Angri34 05813,772 473,3532Cosimo Ferraioli(Lista civica)40°44′35″N 14°34′10″E
Bracigliano5 54614,41384,87327Antonio Rescigno(Lista civica dicentro-sinistra)40°49′N 14°42′E
Castel San Giorgio13 74013,591 011,0490Paola Lanzara(Lista civicaImpegno civico)40°47′N 14°42′E
Corbara2 5356,73376,67167Pietro Pentangelo(Lista civicaAlba Corbarese)40°43′N 14°36′E
Nocera Inferiore45 85720,952 188,8843Paolo De Maio(PD)40°45′N 14°38′E
Nocera Superiore24 25514,661 654,570Gennaro D'Acunzi(Liste civiche)40°44′30″N 14°40′20″E
Pagani35 83411,982 991,1535Raffaele De Prisco (centro-sinistra)40°05′N 15°34′E
Roccapiemonte9 0155,311 697,7486Carmine Pagano(Lista civicaRocca al centro)40°45′42″N 14°41′36″E
San Marzano sul Sarno10 2055,191 966,2820Andrea Annunziata(PD)40°46′10.93″N 14°35′40.78″E
Sant'Egidio del Monte Albino8 9427,251 233,3865Antonio La Mura(Lista civicaLa Mura Sindaco per Sant'Egidio)40°44′25″N 14°35′40″E
San Valentino Torio10 3139,161 125,8722Michele Strianese(Lista civica)40°47′27.92″N 14°36′11.99″E
Sarno31 49740,00787,4330Giuseppe Canfora(PD)40°49′N 14°37′E
Scafati50 78719,942 546,9912Angelo Pasqualino Aliberti(Centro-destra)40°44′50″N 14°31′40″E
Siano9 4038,571 167,79126Giorgio Marchese (Lista Civica "Siano Al Centro")40°48′09″N 14°41′40″E
TotaleAgro Nocerino-Sarnese292 592191,511 527,82

Frazioni

[modifica |modifica wikitesto]
ComuniN° di frazioni e/o localitàFrazioniLocalità
Angri0
Bracigliano0
Castel San Giorgio11Aiello,Campomanfoli,Castelluccio,Cortedomini,Fimiani,Lanzara,Santa Croce,Santa Maria a Favore, Taverna/Casalnuovo,Torello,Trivio
Corbara2Acquapendente, Piazza
Nocera Inferiore10Caiano,Fiano,Fosso Imperatore,Montalbino,Montevescovado, Padula, Rosto, Santacroce, Zeccagnuolo,Case Sparse
Nocera SuperioreCamerelle, Casa Milite, Citola,Croce Malloni,Materdomini,Pareti,Pecorari, Pizzone,Porta Romana,Pucciano,San Clemente,San Pietro, Starza, Taverne, UscioliCasa Milite, Citola, Citola II,Rione Pareti,Petraro Pucciano, Starza,Case sparse,
Pagani1Torretta
Roccapiemonte3Casali, San PotitoSan Pasquale a Codola
San Marzano sul Sarno0
Sant'Egidio del Monte Albino2Orta Loreto,San Lorenzo
San Valentino Torio2Casatori e Sciulia
SarnoEpiscopio (alle pendici del monte Saro),

Lavorate (a sud est),

Foce (la parte più occidentale, dove nasce uno dei rami del fiume Sarno: il nome della zona deriva dal termine latinofaux, bocca),

Quattrofuni (nei pressi di Lavorate),

Serrazzeta (a sud-est, ai confini con la frazione Casatori diSan Valentino Torio; prende il nome probabilmente daSarrastes, l'antica popolazione che abitava il territorio),

San Matteo-Terravecchia (sul colleSaretto),

Masseria della Corte (a sud-ovest, versoStriano),

San Vito e Sant'Eramo (queste ultime due sul monte Saro, nella parte nordorientale del territorio).

ScafatiBagni, Contrada Cappelle/Ferrovia, Marra-Zaffaranelli,San Pietro, San Vincenzo, Sant'Antonio Vecchio, Trentuno, Ventotto.
SianoBosco Borbone: in direzione sud/sud-ovest, sovrastante il territorio urbano, si identifica col versante nord/nord-ovest del monte Torre del Gatto, compresa tra una quota variabile da 180 a480 m;

Casa D'Andrea: ormai completamente integrata nel territorio urbano, è situata a ovest ai margini della villa comunale;

Casa Leo: anch'essa integrata nel territorio urbano, è situata a nord, guardando verso sinistra del monte Le Porche;

Chivano: integrata nel territorio urbano, è situata a nord del paese;

Cetronico (o Citronico): in direzione nord-est, è contigua e successiva alla insellatura della "Madonna del Carmine" che immette a Bracigliano, a quota240 m;

Cognulelle: guardando a nord-est, fuori del territorio urbano, comprende anche il versante sud dell'omonimo colle, con quota variabile da 150 a260 m;

Cortemeola: ai margini del territorio urbano, situata è a nord-ovest verso il monte Le Porche;

Donice: a nord-ovest, sottostante alla insellatura de "La Cappella", guardando a sinistra del versante sud del monte Le Porche, fuori del territorio urbano, immediatamente al di sotto della Strada Provinciale 7 Bracigliano-Sarno e, ancora, a sinistra della località "Petrarola", ad una quota di circa260 m;

La Cappella: insellatura a quota300 m, in direzione ovest verso Sarno, posta tra il monte Le Porche e il Colle Borbone del monte Torre del Gatto;

Madonna del Carmine: insellatura a quota240 m, in direzione nord-est, guardando verso Bracigliano, posta tra il Colle Vavere del monte Le Porche a sinistra e il Colle Cognulelle del monte Iulio a destra;

Montagnelle: a nord, fuori del territorio urbano, al centro del versante sud del monte Le Porche, immediatamente al di sopra della Strada Provinciale 7 Bracigliano-Sarno, ad una quota di375 m;

Orneto: posta in direzione est, fuori del territorio urbano, si estende dal fondo valle fino a metà del versante ovest del monte Iulio, sotto il cosiddetto Poggio Caviglia, con quota variabile da 120 a400 m; ai piedi corre Via Orneto, un antico sentiero interpoderale visibile già nelle mappe ottocentesche, una volta sterrato ora strada asfaltata, che collega Siano a Campomanfoli di Castel San Giorgio;

Palazzo: località integrata nel territorio urbano, situata a nord del paese, è una specifica zona del quartiere storico "Chivano" posta nelle immediate vicinanze dell'antico Palazzo Marchesale;

Petrarola: a nord, fuori del territorio urbano, guardando a sinistra-centro verso il versante sud del monte Le Porche, immediatamente al di sotto della Strada Provinciale 7 Bracigliano-Sarno e sotto la località Montagnelle, ad una quota intorno ai230 m;

Piè del Pozzo: integrata nel territorio urbano, è al centro nelle immediate vicinanze delle pendici della propaggine monte Torello del monte Torre del Gatto;

San Vito: ai margini del territorio urbano, situata a nord-est in prossimità dell'antico quadrivio, che continua poi salendo a Bracigliano, e del cimitero comunale;

Santa Maria delle Grazie: ai margini del territorio urbano, situata a ovest, e compresa tra la località Cortemeola a nord e il bosco del versante nord del monte Torre del Gatto che la sovrata da sud;

Sant'Angelo: in direzione nord/nord-ovest, molto fuori dal territorio urbano in un'area montagnosa sul fianco del monte Le Porche che volge verso Sarno, ad una quota di700 m;

Starze di Valesana: sita a fondo valle all'ingresso da Castel San Giorgio, è delimitata dall'asse viario formato da Via Valesana di Sopra / Viale Kennedy / Strada Comunale Valesano a est e da Via Zambrano / Viale Europa a ovest;

Verdaglio

Vigna Pelosa: è posta in direzione sud, fuori del territorio urbano, si estende sul versante nord/nord-est del monte Torello, e sovrasta il paese con quota variabile da 140 a200 m;

Vignolia: inizia appena fuori del territorio urbano a nord di Cortemeola e continua ascendendo il monte Le Porche in direzione nord-ovest, verso Donice e Petrarola e fino a una quota massima di 200 m.

Prodotti tipici

[modifica |modifica wikitesto]

Note

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^Nel2004 fu annunciato, sulla base di prospezioni di superficie, un altro rinvenimento in localitàAffrontata dello specchi nel territorio del comune di Sarno (cfr. D'Angelo in bibliografia). Tuttavia successive prospezioni e carotaggi hanno escluso la possibilità della presenza di un villaggio.
  2. ^Publio Virgilio Marone,Eneide,Libro VII, 733-738.
  3. ^Silio Italico,poema,Punica,Libro VIII, 536-537.
  4. ^Mario Onorato Servio, studioso egrammaticolatino della fine delIV secolo d.C., nel suo commento all'Eneide,Ad Aeneida,Libro VII, 738.
  5. ^abAntioco di Siracusa, frammento 7 Jacoby, inPolibio,XXXIV, 11, 6.
  6. ^Aristotele,Politica, Libro VII, 1329b, 15-20.
  7. ^XXXIV, 11, 6-7, cit. inStrabone,Geografia,V, 4, 3, 242.
  8. ^Ettore Lepore,GliAusoni e il più antico popolamento dellaCampania: leggende delle origini, tradizioni etniche e realtà culturali, in Archivio storico diTerra di Lavoro, V, 1976-1977.
  9. ^Ettore Lepore,Origini e strutture dellaCampania antica, Ed. Il Mulino,Bologna, 1989.
  10. ^Giacomo Devoto,Popolazioni autoctone e stanziamenti allogeni in "Tuttitalia":Campania, Vol. I,Novara, 1962, pag. 22-23.
  11. ^Giacomo Devoto,Gli antichi Italici, 2ª Ed. Vallecchi,Firenze, 1951, pag. 137.
  12. ^Ettore Lepore,La Campania preromana inStoria della Campania,Napoli, 1978.
  13. ^Plinio il Vecchio,Naturalis Historia, Libro III, 60.
  14. ^abStrabone,Geografia,V, 4, 8, 246-247.
  15. ^Marisa Conticello De' Spagnolis,Pompei e la Valle del Sarno in epoca pre-romana: la cultura delle Tombe a Fossa, Roma,2001.
  16. ^Tito Livio,ab Urbe condita, Libro VIII, 25.
  17. ^Diodoro Siculo,Bibliotheca Historica, Libro XI, 51.
  18. ^Pindaro,Pitica I, 140.
  19. ^Silio Italico,op. cit., Libro XII, 420-433.
  20. ^Tito Livio,op. cit., Libro IX, 41.
  21. ^Silio Italico,op. cit., Libro X, 309-320.
  22. ^Valerio Massimo,Factorum et dictorum memorabilium libri IX, Libro IX, 6 ext. 2.
  23. ^Giovanni Zonara,L'epitome delle storie oAnnales, Libro IX, 2, 1.
  24. ^Cassio Dione Cocceiano,Storia romana, Libro XV, frammento 57, 30.
  25. ^Lucio Anneo Floro,Epitone de gestis Romanarum, Libro III, 19.
  26. ^Lucio Vero Appiano dettoAppiano di Alessandria,Storia RomanaDe Bellis Civilibus, Libri XIII – XVII.
  27. ^Plutarco,Vite paralleleCrasso, IX, 3.
  28. ^Sallustio,Storie, III, frammento 97.
  29. ^Lucio Anneo Floro,Sommario della Storia Liviana, II, 8.
  30. ^Paolo Diacono,Historia Romana, Libro 14, 17-18.
  31. ^Paolo Diacono,ibidem.
  32. ^Sidonio Apollinare,Carmina, 5, 385-440.
  33. ^La diocesi di Sarno viene ridefinita dall'arcivescovo Alfano di Salerno nel 1066. La pergamena, originariamente nel duomo sarnese, è ora collocata nelmuseo diocesano di Nocera Inferiore.
  34. ^Procopio di Cesarea,Bellum Gothicum, Libro I, 8-10.
  35. ^Procopio di Cesarea,op. cit., Libro I, 5,4 35-36C.
  36. ^Hans Norbert Roisl,Theia und die versuchte Durchbluchsschlacht in der Ebene des Sarno im Oktober 552, inJahrbuch der österreichischen Byzantinistik Bd. 40, 1990, pag. 75-76.
  37. ^Procopio di Cesarea,op. cit., Libro IV, 35.
  38. ^Paolo Diacono,Historia Langobardorum,Libro III, 32 e ancheLibro IV, 18.
  39. ^Gregorio Magno,Epistola 26, 23 (gennaio 596).
  40. ^Gregorio Magno,Epistola 11, 54 (luglio 601).
  41. ^Massimo Nugnes,Storia delRegno di Napoli, Libro V, Capitolo II, paragrafo XIV, Tipografia De' Gemelli,Napoli, 1840
  42. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro V, Capitolo II, paragrafo XV.
  43. ^Antonio Pecoraro (a cura di),Nuceria Alfaterna e il suo territorio dalla fondazione ai longobardi, Voll. I e II,Nocera Inferiore, 1994.
  44. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro V, Capitolo III, paragrafo XXVI.
  45. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro V, Capitolo V, paragrafo II.
  46. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro V, Capitolo V, paragrafo II-III.
  47. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro V, Capitolo III, paragrafo V.
  48. ^Mons. Mario Vassalluzzo,L'Apudmontem nellaValle del Sarno,Roccapiemonte,1973.
  49. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro V, Capitolo VIII, paragrafo VIII.
  50. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro V, Capitolo IX, paragrafo I.
  51. ^Michaele Morcaldi, Mauro Schiani, Sylvano de Stephano,Codex Diplomaticus Cavensis (CDC), vol. I-VIII, DCXC, A.D.1016, Ed.Milano,Pisa,Napoli, 1873-1893.
  52. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro VI, Capitolo I, paragrafo II.
  53. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro VI, Capitolo IV, paragrafo III.
  54. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro VI, Capitolo VI, paragrafo I.
  55. ^Carlo Carucci,Storia della provincia di Salerno, Capitolo VI, pag. 150.
  56. ^G. Jennaco,Le Frazioni diCastel San Giorgio,Lancusi, 1997, pag. 73.
  57. ^Pietro Giannone,Istoria civile delRegno di Napoli, Volume 8, Editore Italia,Napoli, 1821, pag. 251.
  58. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro VI, Capitolo XII, paragrafo VII.
  59. ^ Fabrizio Guastafierro,L'estensione del Ducato di Sorrento, suIl meglio di Sorrento.URL consultato il 5 settembre 2016.
  60. ^Massimo Nugnes,op. cit., Libro VI, Capitolo XII, paragrafo X.
  61. ^Camillo Porzio,La congiura de' Baroni delRegno di Napoli contra il re Ferdinando I diNapoli, Pe' tipi del Cav.Gaetano Nobile,Napoli,1859.
  62. ^senato.it - Legislatura 14ª - Disegno di legge N. 206 Legislatura 14ª – Disegno di legge N. 206.
  63. ^sito.regione.campania.it,http://www.sito.regione.campania.it/politichesociali/ambiti_territoriali/comuni_capofilaSA.pdf Titolo mancante per urlurl (aiuto).

Bibliografia

[modifica |modifica wikitesto]
  • Federico Cordella,A guardia del territorio: castelli e opere fortificate della Valle del Sarno, Napoli 1998
  • Salvatore D'Angelo,La Sarno protourbana e perifluviale dei Sarrasti, Salerno, 2004
  • Roberto Farruggio,Sulle orme dello Spirito… nel bimillenario cammino della Chiesa Priscana, Angri, 2007
  • Marisa dé Spagnolis,La terra dei Sarrastri, Labirinto Edizioni, 2000
  • Marisa dé Spagnolis,Pompei e la Valle del Sarno in epoca pre-romana: la cultura delle Tombe a Fossa, Roma 2001,ISBN 88-8265-146-0
  • Gennaro Orlando,Storia di Nocera de' Pagani, Napoli, 1888
  • Silvio Ruocco,Storia di Sarno e dintorni, Sarno, 1955
  • Salvatore Silvestri,S. Egidio tra storia e leggenda (appunti, ipotesi e documenti dal 216 a.C. al 1946), 1993
  • Salvatore Silvestri – Salvatore Vollaro,S. Egidio, S.Lorenzo e Corbara (La Storia e le Famiglie), 2001
  • Salvatore Silvestri,Dal Balentino del Codex Diplomaticus Cavensis al San Valentino Torio del Decreto di Vittorio Emanuele II, Editrice Gaia 2006,ISBN 88-89821-14-0
  • Salvatore Silvestri,Dal fundo Marciano a San Marzano sul Sarno. Un viaggio lungo 1500 anni, Editrice Gaia 2006,ISBN 88-89821-20-5
  • Salvatore Silvestri,S. Egidio. Un luogo chiamato Preturo, Editrice Gaia 2010,ISBN 978-88-89821-75-6
  • Giuseppe Centonze,Dal Sarno all'Arno. L'idronimo 'Sarnus' nelle fonti antiche e medievali, inStabiana. Castellammare di Stabia e dintorni nella storia, nella letteratura, nell'arte, Castellammare, Longobardi Ed., 2006,ISBN 88-8090-223-7, pp. 11–47.
  • Giuseppe Centonze,Il Sarno dei poeti, dei miti e delle fiabe, inSpigolature Stabiane. Descrizioni, impressioni, memorie, fantasie, curiosità su Castellammare di Stabia e dintorni nelle pagine di scrittori e viaggiatori, Castellammare di Stabia, Bibliotheca Stabiana, 2011, pp. 31–38.

Voci correlate

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

Collegamenti esterni

[modifica |modifica wikitesto]
V · D · M
Agro nocerino-sarnese
ComuniAngri ·Bracigliano ·Castel San Giorgio ·Corbara ·Nocera Inferiore ·Nocera Superiore ·Pagani ·Roccapiemonte ·San Marzano sul Sarno ·Sant'Egidio del Monte Albino ·San Valentino Torio ·Sarno ·Scafati ·Siano
V · D · M
Comuni delParco regionale del fiume Sarno
Angri,Castellammare di Stabia,Nocera Inferiore,Poggiomarino,Pompei,San Marzano sul Sarno,San Valentino Torio,Sarno,Scafati,Striano,Torre Annunziata
V · D · M
Nocera Inferiore
GeneraleMonumenti ·Urbanistica antica ·Urbanistica moderna ·Diocesi ·Agro nocerino-sarnese
StoriaStoria ·Nuceria Alfaterna ·Battaglia dei Monti Lattari ·Battaglia di Nocera ·Nocera dei Pagani ·Duca di Nocera
PalazziCastello del Parco ·Palazzo Fienga ·Torre Guerritore ·Palazzo ducale ·Caserma Bruno Tofano ·Palazzo del Liceo Classico ·Palazzo Comunale ·Palazzo Gabola ·Palazzo Lanzara ·Palazzo vescovile ·Curia vescovile
ChieseSan Matteo ·Sant'Angelo in Grotta ·San Giovanni in Parco ·Sant'Anna ·Sant'Antonio ·Santa Chiara ·Cattedrale di San Prisco ·Sant'Andrea ·Corpo di Cristo ·Santa Maria dei Miracoli ·San Bartolomeo ·San Nicola ·Santa Maria del Presepe ·Chiesa di Sant'Anna a Fiano
Luoghi e MuseiCorso Vittorio Emanuele II ·Villa Comunale ·Largo Sant'Antonio ·Museo archeologico ·Museo della fotografia ·Museo diocesano ·Pinacoteca ·Tufara di Fiano
ArcheologiaNuceria Alfaterna ·Piazza del Corso
PersonalitàSindaci ·Persone legate a Nocera Inferiore ·Prisco di Nocera
SportNocerina ·Stadio ·Polisportiva Folgore ·Libertas Alfaterna
TrasportiStazione di Nocera Inferiore ·Stazione di Nocera Inferiore Mercato ·Ferrovia Napoli-Salerno ·Ferrovia Codola-Nocera Inferiore ·Circumsalernitana ·Strada statale 266 Nocerina
Suddivisioni
amministrative
QuartieriCapocasale ·Casolla ·Cicalesi ·Grotti ·Merichi ·Montalbino ·Passo dell'Orco ·Piedimonte ·Pietraccetta
RioniArenula ·Borgo ·Capo Fioccano ·Casale del Pozzo ·Casale Nuovo ·Chivoli ·Codola ·Fiano ·Fosso Imperatore ·Liporta ·Marrata ·Mercato ·Pino Secco ·San Matteo ·San Mauro ·Sant'Anna ·Santa Maria a Palo ·Sperandei ·Vescovado
Tutte le voci su Nocera Inferiore
V · D · M
Pagani
GeneraleAgro ·Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ·Distretto telefonico 081
StoriaStoria di Barbazzano ·Storia di Cortimpiano ·Storia di Nocera dei Pagani ·Storia di Pagani
UrbanisticaUrbanistica di Barbazzano ·Urbanistica di Pagani
ContradeBarbazzano
Luoghi di interesseMuseo Alfonsiano ·Pinacoteca
PalazziCastello di Cortimpiano ·Palazzo Gatto ·Palazzo San Carlo · (altro)
Edifici religiosiBasilica di Sant'Alfonso ·Santuario della Madonna delle Galline ·Chiesa del Santissimo Corpo di Cristo · (altro)
TrasportiStazione FS ·Ferrovia Napoli-Salerno · (altro)
SportStadio Marcello Torre ·Paganese Calcio 1926 ·Pallacanestro Folgore
EventiFesta della Madonna delle Galline
PersonalitàPersone legate a Nocera dei Pagani ·Persone legate a Pagani
Prodotti tipiciPomodoro ·Cipollotto ·Patata novella ·Casatiello ·Tortano ·Struffoli ·Pastiera
Pagine correlateDuca di Nocera ·Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue
V · D · M
Sarno
GeneraleProvincia di Salerno ·Agro nocerino-sarnese ·Fiume Sarno ·Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ·Distretto telefonico 081
StoriaStoria di Sarno ·Contea di Sarno ·Battaglia di Sarno ·Alluvione di Sarno e Quindici del 1998
Luoghi di interesseMuseo archeologico della Valle del Sarno ·Parco regionale del fiume Sarno · (altro)
Edifici religiosiDuomo di Sarno · (altro)
TrasportiStazione FS di Sarno ·Stazione FS di Lavorate ·Stazione Circumvesuviana di Sarno ·Ferrovia Cancello-Avellino ·Ferrovia Napoli-Ottaviano-Sarno · (altro)
Impianti SportiviStadio Felice Squitieri ·Stadio comunale Eleno Aniello Viscardi ·PalaFinamore ·Circuito internazionale di karting Napoli
Società sportiveCalcio (Sarnese 1926 · U.S.D. Intercampania · A.S.D. Lavorate Calcio · Angels Episcopio) · Basket (Virtus Sarno) · Calcio a 5 Femminile (Progetto Sarno Futsal)
PersonalitàMariano Abignente ·Filippo Abignente jr ·Francesco Coppola ·Giovanni Battista Amendola ·Giovanni Amendola ·Lucia Annunziata ·Angelo Crescenzo ·Abel Ferrara ·Giuseppe Squillante ·Aldo Trione ·Vincenzo Trione
Prodotti tipiciPomodoro ·Casatiello ·Frittata di Maccheroni ·Struffoli ·Pastiera ·'O pere e 'o musso
Voci correlateConti di Sarno ·Duchi di Sarno ·Canale Conte di Sarno
Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Agro_nocerino-sarnese&oldid=148030685"
Categorie:
Categorie nascoste:

[8]ページ先頭

©2009-2025 Movatter.jp