| Agro nocerino-sarnese | |
|---|---|
| Stati | |
| Regioni | |
| Province | |
| Località principali | 14 |
| Fiume | Sarno |
| Superficie | 188,1km² |
| Cartografia | |
| Sito web | |
| Modifica dati su Wikidata ·Manuale | |
L'Agro nocerino-sarnese, collocato a metà strada traNapoli eSalerno, è un territorio che comprende 14comuni dellaprovincia di Salerno, per una superficie complessiva di188,1 km² e quasi 300 000 abitanti, con una densità di popolazione pari a 1 807 abitanti per km².
La dizione "agro sarnese-nocerino", anche se comunemente accettata, è in realtà impropria. L'agro nocerino e l'agro sarnese sono state sempre due aree distinte, sebbene adiacenti: l'agro nocerino corrispondeva alle terre tra, Nocera, Pagani, Sant'Egidio, Corbara, Angri e Scafati, e Roccapiemonte, Castel San Giorgio, Siano e Bracigliano; l'agro sarnese corrispondeva alle terre tra Sarno, San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Poggiomarino e Striano. La dizione "agro sarnese-nocerino" nasce negli anni venti del XX secolo all'indomani della fusione dei consorzi di bonifica dell'agro nocerino e dell'agro sarnese.
L'area comprende una porzione dellavalle del Sarno ed è geograficamente racchiusa anord-est daimonti Picentini, che la separano dallaprovincia di Avellino; a nord-ovest confina, invece, con ilnolano e a ovest con ilvesuviano, aree dellacittà metropolitana di Napoli. Asud ne è confine la barriera naturale deimonti Lattari.
Fanno parte dell'Agro i comuni diAngri,Bracigliano,Castel San Giorgio,Corbara,Nocera Inferiore,Nocera Superiore,Pagani,Roccapiemonte,San Marzano sul Sarno,San Valentino Torio,Sant'Egidio del Monte Albino,Sarno,Siano,Scafati.
Circa il clima, l'Agro risente della benefica influenza del mare. Le escursioni termiche non sono notevoli e qualora il termometro scende al disotto dello zero, non vi permane a lungo. La grandine è piuttosto rara. I venti dominanti sono ilMaestro del nord e loScirocco del sud.
Lepiogge sono abbondanti inautunno,inverno eprimavera; scarse o quasi nulle nell'estate. Sebbene le piogge difettino nei mesi estivi, l'umidità relativa dell'aria si mantiene piuttosto alta.
L'assetto idrogeologico dell'Agro è fortemente instabile. Oltre ai fenomeni di alluvioni occasionali e ciclici (la storia ne ricorda diverse, anche funeste), il territorio è soggetto a frane. Precipitazioni di carattere eccezionale possono portare a colate di fango dalle conseguenze spesso mortali.
Particolarmente grave fu l'alluvione del 5 maggio 1998, quando una terribile frana colpì duramente l'Agro e il confinanteVallo di Lauro facendo 137 vittime nella solaSarno e altre decine nei centri limitrofi diQuindici,Bracigliano eSiano.
La furia della montagna mise in ginocchio i paesi colpiti, spazzando via interi quartieri e distruggendo per sempre la tranquilla vita di numerose famiglie. Questa grande tragedia commosse l'Italia intera, giunsero infatti sul posto centinaia di giovani da ogni parte del Paese per aiutare nelle operazioni di soccorso e per dare una mano alle popolazioni colpite.
L'ultimo fenomeno si verificò il 4 marzo2005, quando una frana in località Santa Croce (al confine tra i comuni diNocera Inferiore eNocera Superiore) causò la morte di tre persone. In passato una frana di dimensioni minori interessò il tratto nocerino dell'A3, travolgendo alcune auto in transito causando un morto.
Il territorio è circoscritto da due catene montuose (imonti Lattari e iPicentini), in questa zona la vetta più alta è quella del monte Cerreto (1316 m s.l.d.m comune diTramonti) Ad ovest la valle è chiusa dal Vesuvio.
La piana è dominata dalSarno, alimentato principalmente dall'Alveo Comune Nocerino, formato a sua volta dai torrentiCavaiola eSolofrana.
Il territorio è stato abitato sin dallaPreistoria. Le testimonianze più antiche risalgono alBronzo Antico.
La cosiddetta Cultura delle Tombe a Fossa della Valle del Sarno è cronologicamente inquadrabile nell'Età del Ferro. Si tratta di una facies fino a pochi anni fa nota soltanto per le ampie e ricche necropoli.
La recente scoperta del villaggio diPoggiomarino ha mostrato l'ubicazione e l'organizzazione di uno dei primi insediamenti di questa popolazione[1].
Le necropoli principali sono note tra i comuni diSan Valentino Torio (e nella confinanteStriano),San Marzano sul Sarno ePagani.
Le origini storiche del territorio sono state in parte documentate, grazie a leggende tramandate e rielaborate oralmente nel corso dei secoli, ad una parte dellastoriografia latina, rappresentata dalpoeta efilosofo delI secolo a.C.Virgilio[2], dall'avvocato epoetalatino delI secolo d.C.Silio Italico[3] e da un'importante scoperta archeologica fatta nel 2000 in localitàLongola, nel comune diPoggiomarino. Infatti durante i lavori per il depuratore del fiume Sarno, gli operai s'imbatterono in alcuni reperti archeologici che diedero il via a una serie d'indagini che hanno permesso con il tempo di fare più luce su quest'area ancora poco conosciuta.
Secondo le fonti antiche le popolazioni che abitavano queste aree erano note col nome sarrastri (o sarrasti). Isarrasti erano una tribù che la tradizione fa discendere dallamitica ondata deipelasgi che, nell'altaetà del bronzo (intorno al1600 a.C.) e provenienti dalPeloponneso, si insediarono in gran parte dell'Italia meridionale. Queste popolazioni si stabilirono anche nella valle sarnese, considerata precedentemente spopolata (addirittura senza un nome), e la tribù locale ribattezzò "Sarno" o "Sarro" il fiume ivi presente (in memoria di un altro fiume, il "Saron", che scorreva nella madrepatria da cui essi erano emigrati); questa tribù si autodenominò Sarrasti[4] e con tale nome essi erano conosciuti anche dagliEtruschi.
Servio, citandoConone, ci dice che:
(Servio Mario Onorato,Commentarii in Vergilii Aeneidos libros,ad VII, 738)
Tale colonizzazione, secondo Gennaro Orlando, sarebbe avvenuta 750 anni prima della fondazione di Roma, intorno al 1503 a.C., tuttavia la realtà storica è molto diversa.[senza fonte]
In alternativa, secondo una parte dellastoriografiagreca rappresentata daAntioco di Siracusa nelV secolo a.C.[5], daAristotele nelIV secolo a.C.[6], daPolibio nelII secolo a.C.[7], l'intera zona vesuviana fino alle sorgenti del fiume Sarno era abitata dagliOpici, popolazione di origine indoeuropea, i quali si erano sostituiti ai più antichiAusoni, anch'essi di origine indoeuropea (Antioco,[5] in realtà, considera questi due etnonimi come riferiti a un'unica popolazione).[8][9]
GliOpici erano un antico popolo di ceppo latinofalisco (o proto-latino), estesosi nellaCampania pre-romana in una vasta regione che da loro prese il nome di "Opicia"[10]; tale popolo si insediò nel contesto delprimo processo di indoeuropeizzazione dell'Italia peninsulare, quello che portò all'ingresso nellapenisola deiProtolatini (nelII millennio a.C.). Nei primi secoli delI millennio a.C. gli Opici furono anch'essi sopraffatti e assimilati dall'irruzione nella loro area di unnuovo nucleo diindoeuropei, questa volta di ceppoosco-umbro: il popolo degliOsci.[11] Che gli Opici fossero una popolazione proto-osca distinta e non sovrapposta o confusa con essa è una tesi condivisa da diversi studiosi moderni.[12] La presenza degliOsci in queste zone è tramandata anche da una parte dellastoriografia latina, rappresentata dalloscrittorePlinio il Vecchio[13] e dalgeografoStrabone nelI secolo d.C.[14]. Lo stesso Strabone,[14] tuttavia, nello stesso passo dà conto della presenza pelasgica nel territorio, considerandola successiva a quella osca.
L'abbandono del villaggio diPoggiomarino e degli altri villaggi coevi comportò uno spostamento della popolazione verso luoghi più facilmente difendibili.
Molti ripararono verso la costa, altri verso l'interno dando vita, nel corso delVII secolo a.C., alle città diNuceria ePompei.
Le città furono fondate per volere degliEtruschi, che colonizzarono quest'area (fino aSorrento da un lato eSalerno ePontecagnano dall'altro), per contrastare il dominio deiGreci che avevano colonizzatoIschia eCuma a nord ePaestum edElea a sud.
Con le sconfitte etrusche del474 a.C. e del423 a.C., questa popolazione si ritirò e il territorio entrò a far parte della Confederazionesannitica meridionale, con capitaleNuvkrinum Alafaternum.
Quando, nell'VIII secolo a.C., iniziò la colonizzazione delle coste dellaCampania ad opera di mercanti, contadini, allevatori, artigiani provenienti dalle singole comunità greche delMar Egeo, la navigabilità del fiume Sarno favorì i rapporti di scambio di merci tra le popolazioni osche stanziate nell'entroterra delle valli del sarnese e quelle cosiddette "italiote" delle città greche fondate sulla costa; i traffici maggiori si instaurarono soprattutto con lo stanziamento diPithecusa, fondato sull'isola d'Ischia[15], e in seguito anche conCuma[16].
Intorno al600 a.C. la piana attorno alVesuvio vide il proliferare di insediamenti isolati di Etruschi, provenienti da Nord con base aCapua, principale città stato etrusca in Campania, da essi fondata nelX secolo a.C. La massima espansione etrusca in Campania giunse fino algolfo di Salerno, attraverso tutto il retroterra (la cosiddettamesògaia, cioè terra di mezzo). L'estensione dei traffici dei coloni greci verso l'interno li portò in rotta di collisione con tali stanziamenti etruschi: nel524 a.C. gli Etruschi cercarono di conquistare Cuma in una battaglia terrestre, ma furono battuti dalla cavalleria greca deltirannoAristodemo.
Da quella fallita incursione, col passare del tempo, gli avamposti degli Etruschi nella zona del fiume Sarno rimasero sempre più isolati e andarono indebolendosi definitivamente, specie dopo l'ulteriore pesante sconfitta navale subita nellabattaglia di Cuma del474 a.C.[17][18].
Di tale momento di debolezza approfittò lalega di popoliSanniti che nel423 a.C. conquistòCapua: ad essi gli Etruschi dovettero cedere il dominio anche delle aree di stanziamento poste più a Sud, corrispondenti all'attuale Agro nocerino-sarnese.
Leguerre sannitiche tra ilIV ed ilIII secolo a.C. e leguerre puniche tra ilIII ed ilII secolo a.C. ebbero per teatro l'Italia meridionale eNuceria Alfaterna[19].
Nuceria Alfaterna, infatti, si alleò dapprima con iSanniti eRoma, guidata daQuinto Fabio Massimo Rulliano, la conquistò nel308 a.C. confederandola all'Urbe con tutti i suoi villaggi limitrofi, come ci tramandaTito Livio, storico romano delI secolo a.C.[20].
Alla lotta di Roma controAnnibale parteciparono anche le genti delle vallate dell'Ager Nucerinus in quantoNocera, divenuta nel tempo fedele alleata di Roma, inviò in appoggio soldati raccolti anche dai territori limitrofi che perendo lasciarono a terra anche le loro insegne, a quanto ci riportaSilio Italico[21]. Dopo la vittoriosabattaglia di Canne, Annibale marciò proprio contro Nocera.
Il toponimovalle dell'Orco con cui si designa la valle di Siano alluderebbe proprio alla furia devastante di Annibale, che vi eresse diversi accampamenti durante le operazioni di assedio. Tali presidi erano volti a chiudere ogni via di accesso dei viveri alla città di Nocera.
Quando finalmente, nel216 a.C., dopo due mesi diassedio, il condottiero diCartagine riuscì a vincere la resistenza dei nocerini, la cittadina venne completamente rasa al suolo e i suoi abitanti si dispersero nei boschi intorno, in insediamenti sparsi che divennero poi i nuclei abitativi basilari dei vari siti della successiva epoca romana imperiale, tra cui anche Siano.[22][23][24].
Nocera fu riedificata dopo circa 20 anni per decreto delSenato Romano, a dimostrazione della stima per la fedeltà della sua gente, ma i suoi dintorni vennero nuovamente devastati nel corso dellaGuerra Sociale (91-88 a.C.)[25], quando il sannitaGaio Papio Mutilo volle punirla per il suo schieramento dalla parte dellaRepubblica romana.[26] I Romani penetrarono definitivamente nelle valli interne del Sarno e dell'Irno dopo aver domato Pompei, e si stabilirono nella vallata di Siano presumibilmente intorno all'88 a.C., allorchéLucio Cornelio Silla prevalse nellaGuerra Sociale e decise di elargire terre aiveterani che avevano combattuto al suo fianco. Le terre del circondario vennero così divise tra lecenturie romane ed affidate alla cura delle famiglie che vi si trasferirono.
Da ricordare di questo periodo anche la costruzione da parte dei Romani dellavia Popilia, intorno al132 a.C., la prima della zona con tracciato inbasalto, che favorì lo sviluppo economico e il commercio di tutta la parte dell'agro nocerino da essa attraversata, lungo un percorso il cui terreno fu via via fortemente caratterizzato dallecenturiazioni.
Intorno al73 a.C. il diffuso malcontento dovuto allo strapotere romano fece scoppiare la rivolta deigladiatori che, partita daCapua, si trasformò nella più estesa rivolta servile. Capo di questischiavi egladiatori fuSpartaco e a lui si aggregarono anche tutti quegli uomini del territorio nocerino e nolano i cui poderi e campi erano stati espropriati per passare in proprietà ai legionari di Silla, esasperati dallo stato di povertà in cui erano piombati[27]. Durante la successivaterza guerra servile (73-71 a.C.), l'esercito di ribelli si accampò e saccheggiò in due tornate le campagne e le vallate nei dintorni di Nocera.[28][29]
La tenacia e la fedeltà della gente dell'area procurò presso i Romani stima per la popolazione del luogo, tanto cheAugusto ordinò di dedurre unacolonia dilegionari anziani ai piedi delmonte Iulio, nel territorio della odiernafrazioneAiello nel limitrofo comune diCastel San Giorgio; l'imperatore romano assegnò ad ogni ex legionario quarantasesterzi ed un appezzamento di terreno mediante il quale procurarsi da vivere.
Inetà augustea (63 a.C. –14 d.C.) per la costruzione della vicina tratta dell'acquedotto romano del Serino attraversante l'attuale territorio sangiorgese,acquedotto che serviva a rifornire ilporto commerciale diPuteoli della stazione navale romana diMisenum, si imbastì un grandecantiere di lavoro edile.
Fino alterremoto di Pompei del 62 e allaeruzione del Vesuvio del 79 che seppellìPompei,Ercolano eStabiae, tutta la piana dell'attuale agro attraversò un florido periodo di tranquillità, ricoperta daville rustiche romane dedite all'agricoltura ed in particolare alla produzione divino. Lacenere e ilapilli prodotti da quella storica eruzione distrussero una buona parte deivitigni.
Dall'inizio delI secolo una grave crisi sia economica che culturale investì tutta laCampania, accentuata da alcuni fortiterremoti e devastantiepidemie.
In questo periodo incominciò a diffondersi nella zona il primoCristianesimo. Lafede cristiana si propagò rapidamente anche in quest'area della Campania, sebbene i primi seguaci diGesù si potessero riunire solo in case private, essendo a loro vietato il professare in pubblico la propria fede. Già dalla metà delII secolo il regime agrario dell'intera Campania subì una radicale trasformazione, caratterizzata dal ridimensionamento dell'agricoltura specializzata a vantaggio dellacerealicoltura e dellaviticoltura, funzionarie alle necessitàannonarie dell'Urbe.
Il generalizzato declino economico iniziato nelI secolo portò ad un impoverimento dei proprietari terrieri di tutto l'Ager Nucerinus, e i primi segni di ripresa si videro solo nei decenni finali delIII secolo quando si assistette ad un risveglio della Campania tutta ad opera dell'imperatore romanoCostantino che fu promotore di riforme amministrative, istituzionali e agrarie, specie negli anni conclusivi del suo regno.
Quando con l'editto di Costantino del313 vi fu la pace religiosa, i luoghi di culto pagano nel circondario di Siano furono riadattati alle celebrazioni cristiane.
Nell'agosto del410 iVisigoti, comandati daAlarico, misero asacco Roma; evacuata dopo soli tre giorni la città, Alarico cominciò la marcia verso laSicilia dalla quale passare poi inAfrica per approvvigionarsi delle riserve difrumento dell'impero. Il suo esercito attraversò la zona del nolano e del nocerino, seguendo la consolarevia Popilia e devastandone i territori limitrofi.[30]
Nel455 fu la volta deiVandali diGenserico che dopo aversaccheggiato Roma si spostarono a Sud, razziando l'agro nocerino nel456[31] e ancora nel458[32]. Le scorrerie deiVandali avevano in genere un raggio di azione prospiciente le coste e le penetrazioni verso l'interno erano guidate dalle arterie locali presenti. I Vandali erano soliti razziare a piccoli gruppi e non attaccare direttamente le città fortificate; raggiunto l'Ager Nucerinus miravano agli insediamenti agricoli delle vallate limitrofe, sprovvisti di difesa, ma evitavano quasi sempre di danneggiare le colture.
Il dominio romano della zona durò fino all'invasione barbarica da parte degliGoti alla fine delV secolo: con la deposizione diRomolo Augusto da parte del re barbaroOdoacre avviene formalmente nel476 lacaduta dell'Impero romano d'Occidente. LaCampania tutta passa sotto il dominio deiGoti.
Odoacre fu deposto nel493 daTeodorico il Grande, re degliOstrogoti (la branca orientale dei Goti), che rimase quindi l'unico padrone dell'Italia, pacificando l'intera Campania dopo le incursioni dei Visigoti e dei Vandali.
Anche a causa delle mutate condizioni storiche gli abitanti dell'agro nocerino tornarono a prediligere i siti collinari, più facilmente difendibili.
Con la caduta dell'Impero romano d'occidente l'area dell'agro nocerino ed iloca sarnensis passarono sotto la giurisdizione dei bizantini diNapoli, prima, dei longobardi diSalerno, poi.
Nel553 l'area fu scenario dellabattaglia dei Monti Lattari. Si trattò dello scontro decisivo tra gliostrogoti e ibizantini di Napoli. La sconfitta del reTeia segnò la fine del regno goto in Italia. Il territorio a partire dalVII secolo passò ai Longobardi e fece capo al principato di Benevento, che vi istituì sicuramente una gastaldìa.
L'Urbs nucerina fu distrutta e con essa si spense anche la suaDiocesi. La città diNuceria, come molte altre della Campania di quel periodo, si ridusse nella popolazione e cambiò il sito di ubicazione per ricollocarsi sulla più riparata collina di Sant'Andrea, nel territorio dell'attuale Nocera Inferiore.
Nello stesso periodo Sarno veniva elevata a contea (secolo X), su accordo tra Longobardi di Salerno e di Capua. Il conte estese la propria autorità sui territori precedentemente ricadenti nella circoscrizione della gastaldia sarnese. È in questo periodo, intorno all'VIII-IX secolo, che cominciano a formarsi o svilupparsi concretamente i primi nuclei abitativi delle future città dell'agro, comeAngri,Scafati,Roccapiemonte,Sant'Egidio del Monte Albino.
Tutto il territorio, durante la prima epoca normanna nell'XI secolo, è difeso da un complesso e capillare sistema di castelli e nuclei fortificati che, naturalmente, comprendono anche i comuni che, oggi, non fanno parte dell'Agro Nocerino propriamente detto, comePalma Campania eLettere. Successivamente, intorno all'XI –XII secolo nascerà anche Cortinpiano, il primo nucleo della città diPagani. Durante il basso medioevo le realtà urbane dell'Agro Nocerino sono ormai chiaramente definite.
Nel 1066 vengono definitivamente ridisegnati i confini della Diocesi di Sarno[33], che racchiude il territorio compreso nellaContea di Sarno. Il territorio fu interessato da incursionisaracene e fu, successivamente assoggettato ainormanni. NelXII secolo si svolse in questi luoghi la sanguinosaBattaglia di Nocera. D'ora in poi gli eventi dell'Agro Nocerino saranno direttamente correlati a quelli del capoluogo di regione.
Nel536, per ordine dell'imperatorebizantinoGiustiniano, l'esercito dell'impero orientale guidato dalgeneraleBelisario attaccò gliOstrogoti risalendo la penisola italiana lungo lavia Popilia e passando quindi anche per l'Agro, fino ad assediare primaNapoli e poiRoma[34]. IBizantini non incontrarono troppa resistenza da parte degli abitanti delle zone attraversate, insofferenti com'erano alla eccessiva fiscalità imposta dagli invasoriGoti.
Ciò segnò l'inizio della terzaguerra greco gotica (535-553) che portò alla fine del dominioostrogoto sul territorio dell'agro nocerino[35].
Lo scontro definitivo, passato alla storia come la "battaglia dei Monti Lattari", avvenne nel553 proprio intorno alfiume Sarno, e fu combattuto tra gli eserciti diTeia, re deiGoti, e diNarsete, comandante deiBizantini[36]. I due schieramenti stazionarono per ben due mesi sulle rive opposte del fiume, prima della ritirata gota suiMonti Lattari per mancanza di rifornimenti. Ad essa seguì il disperato scontro finale quando gliOstrogoti, vedendo svanire ogni speranza di vittoria, si riversarono nuovamente dalle protette alture nella pianura sarnese lanciandosi in uno scontro all'ultimo sangue, in cui lo stesso Teia perse la vita[37].
La dominazionebizantina nell'area del salernitano, comprendente lavalle dell'Irno, l'agro nocerino e la zona delfiume Sarno, durò fino alla calata deiLongobardi sul finire delVI secolo: nel571 essi, discendendo la penisola italiana nella loro avanzata, posero base inCampania fondando ilDucato di Benevento conZottone, cui succedette il nipoteArechi I[38].
La difesa dell'Agro Nocerino da parte deiBizantini risultò via via troppo dispendiosa, data la limitata rilevanza economica e demografica rappresentata a quel tempo da quell'area dell'entroterra; essa venne pertanto progressivamente ceduta aiLongobardi beneventani che premevano versoSud per avere uno sbocco sulla costa delgolfo salernitano e accerchiare la zona vesuviana che fu il distretto napoletano dell'Esarcato d'Italia e che sarebbe andata a formare poi ilDucato di Napoli (il quale, pur manifestando una certa autonomia, in realtà sottostava aBisanzio).
Nel596 d.CArechi I aveva già presoNola e minacciavaAmalfi[39]; nel601 ancheNuceria e tutto il suo comprensorio, caddero definitivamente in mano longobarda[40].
Per avere un riconoscibile centro abitato bisognerà attendere la metà dell'Alto Medioevo, allorquando si assistette alla moltiplicazione di ville rustiche conseguenti alla messa acoltura sistematica dei terreni del fondo valle. Nell'VIII secolo infatti, in pienadominazione longobarda, si realizzarono numerosi pozzi per sfruttare al massimo l'acqua nella produzione agricola.
In quest'epoca il territorio, seguendo l'organizzazione deldiritto longobardo, era retto da un "guastaldo" (il governatore locale avente sede in uno dei vicini centri di comando), la cui persona rappresentava il potere politico, amministrativo e giudiziario per conto delDucato di Benevento; da qui il nome digastaldato (oguastaldato) per l'unità base territoriale longobarda.
Dalla prima metà delVII secolo alla prima metà delIX secolo, il potere longobardo della zona aveva base a Rota (com'era denominata fin dai tempi dei Romani l'odiernaMercato San Severino), il cui castello fu costruito proprio daiLongobardi prima dell'anno800: allora Rota estendeva la sua giurisdizione fino aSerino,Forino,Bracigliano, Siano,Calvanico,Pellezzano eBaronissi.
Tutta l'area campana fu colpita da un devastanteterremoto nell'844[41].
Il periodo di dominio longobardo beneventano durò ben due secoli e mezzo, fino all'849, quando l'imperatoreLudovico II sancì la ripartizione delDucato di Benevento in dueprincipati: ilPrincipato di Salerno (oPrincipato citeriore) e ilPrincipato di Benevento[42]; Rota fu allora eretta agastaldato delPrincipato citeriore con tutto il suo territorio di influenza, la cura religiosa fu affidata alvescovo di Salerno.
Nell'anno851 il territorio confluì nel formatosiPrincipato di Salerno, ma passò alla giurisdizione della potente provincia diNocera in seguito ad una riorganizzazione del potere. Durante tutto ilIX secolo lavalle, ancora rurale nello sviluppo, rientrava pertanto nella sfera di dominio dellacontea di Nocera, che si estendeva allora per quasi tutta l'area dell'attuale Agro, daAngri fino aSiano, passando perRoccapiemonte eCastel San Giorgio[43].
Durante la seconda parte delIX secolo i principati diBenevento eSalerno non disdegnarono, alternativamente, di far leva sulle periodiche incursioni deiSaraceni nell'altro territorio, i quali ebbero libertà di saccheggiare quanto trovavano sulla loro strada una volta sbarcati sulla costa. In genere, nei decenni precedenti, i Saraceni sbarcavano improvvisamente sul litorale campano, razziavano quanto potevano e poi si dileguavano altrettanto velocemente di come erano comparsi. Con tale atteggiamento di non opposizione quando l'altro principato era attaccato, la loro presenza divenne in un certo senso "legalizzata", dando loro la possibilità e l'audacia di spingersi in profondità fino alle vallate interne come quelle dell'agro nocerino nel corso delle loro scorribande. Fu in questo periodo che cominciarono a sorgere per difesa i castelli medioevali longobardi che si vedono ancora sulle montagne che incorniciano l'Agro nocerino-sarnese.
Nell'871 è documentato un memorabile sbarco da parte di un corposo contingente di oltre 12.000Saraceni ad assediareSalerno, con a capo il condottieroAbdila; essi, giunti a bordo delle loro sottilissimenavi chiamate "sagene", prima di attaccare la città fortificata perpetrarono una violenta razzia nei suoi dintorni[44]. Nel corso del lungoassedio, i guerrieri saraceni si spingevano sovente in profondità nell'interno dellavalle dell'Irno.
Le invasioni settentrionali, le scorrerie deiSaraceni, le guerre civili durante tutto ilIX secolo fecero sì che le terre dell'Agro via via si irreggimentassero. Le famiglie nobili dei varigastaldati iniziarono a fortificare con mura, torri e fossi le loro residenze e a pretendere diritti sui limitrofi possedimenti; questi ultimi divennero sempre più frammentati, trasformandosi ben presto in titoli di signoria e quindi in veri e proprifeudi. I signori locali si ersero ben presto come gli unici efficaci difensori delfeudo contro le scorribande dei predoni, non potendo gli eserciti dei Principi essere costantemente stanziali su tutto il territorio[45].
Questo aspetto sancì la nascita e l'affermazione delfeudalesimo anche nell'area dell'Agro, come nel resto d'Italia. Sul finire delIX secolo, le lotte per il potere tra i diversifeudatari elevarono la frammentazione della proprietà terriera nelPrincipato di Salerno; da questo fenomeno si originarono icognomi locali, diffusisi poi nell'intera area del nocerino. All'inizio essi emersero come derivazione dall'appellativo dalle proprietà dei varifeudi, per identificarne univocamente il signore che la possedeva oppure per riferirsi ad un membro di una certa famiglia citando il nome del suo più noto esponente[46].
Nel926 vi fu la strana invasione degliUngari che, sebbene riuniti in un'orda poco numerosa ed indisciplinata, sbarcarono con successo prima inPuglia, dove rasero al suoloTaranto, e poi si spostarono inCampania, agendo con ferocia addirittura superiore a quella saracena: le devastazioni daCapua si estesero fino a raggiungere le zone del circondario diSarno[47].
Tra ilX e ilXIII secolo, l'Agro è inquadrato nellacircoscrizione amministrativalongobarda indipendente dettaActus Apudmontis, che comprendeva i comuni diRoccapiemonte,Castel San Giorgio, la parte diNocera Superiore corrispondente alle attuali frazioni diMaterdomini,Iroma eCroce Malloni, ed infine le attuali frazioni diMercato San Severino, di Sant'Eustachio ePiazza del Galdo;Actus Apudmontis era chiaramente identificato e confinava aSud con la circoscrizioneActus Nuceriae (con centroNocera) e adEst con laActus Rotensis (referente aMercato San Severino, l'antica Rota romana), due circoscrizioni deldominio longobardo più estese ed antiche[48].
Nel971 fu creata lacontea di Sarno che, con il suo circondario, fu concessa adIndolfo[49]. Nel981 si tramanda di una tremendaeruzione delVesuvio, proprio nel giorno del solenne funerale del principePandolfo Capodiferro[50].
Nel periodobasso medioevale, i secoli successivi alX secolo, l'Agro seguì le vicende storico-politichenormanno-sveve edangioine-aragonesi della zona: nei primi anni dell'XI secolo faceva parte dellacontea diNocera[51].
INormanni erano abitanti della spondabaltica dellaNorvegia, emigrati verso Sud per la sterilità dei suoli nordici a partire dall'anno1000 circa. Inizialmente prestarono i loro servizi per vari compiti, come la protezione a pagamento dei fedeli che si recavano in pellegrinaggio. Successivamente furono ingaggiati come mercenari nella difesa delle città costiere dagli attacchi dei pirati. Nel1018 un gruppo di 40Normanni di passaggio aSalerno organizzarono le genti dell'entroterra agricolo dell'agro nocerino contro iSaraceni che assediavano la città, avendola vinta alla fine[52].
INormanni conquistarono dapprima laPuglia, stabilendovi una primasignoria divenuta poi laContea di Puglia nel1043, e distribuendo le città conquistate ai capitani degli eserciti, organizzandole inbaronie[53]. Mediante battaglie, alleanze e matrimoni con le famiglie dei principi longobardi, iNormanni assunsero via via il dominio dellaCalabria e dellaSicilia, fino a porre le loro brame sui Due Principati longobardi diSalerno e diBenevento, lambendo così il territorio delloStato Pontificio.
Il duca normannoRoberto il Guiscardo assediò definitivamenteSalerno nel1074 fino a conquistarla nel1076, rovesciando l'ultimo principe longobardoGisulfo II, tra l'altro suo cognato, avendo egli infatti impalmato nel1058 sua sorellaSichelgaita, figlia del precedente principeGuaimario IV. A partire dall'ultimo quarto del secolo, quindi, Siano e tutto l'Agro passarono stabilmente sotto il dominio normanno[54].
Roberto il Guiscardo, per sdebitarsi verso i suoi cavalieri distintisi in battaglia, concesse loro privilegi su diverse parti del neo-conquistato principato salernitano[55]:
Nei primi decenni delXII secolo, i territori sianesi erano sotto la proprietà della potente famiglia normanna deiBudetta, che si stabilì nella parte orientale dell'agro nocerino, impossessandosi di tutto quel tratto compreso tra le attuali Siano,Castel San Giorgio,Lanzara,Roccapiemonte eMaterdomini. Agli apici della loro potenza, i Budetta estesero i loro possedimenti fin anche afeudi inAmalfi,Napoli eAversa, possedimenti maggiori con cui Siano iniziò dei rapporti di scambio di beni agricoli.
Nel1111 la città diNocera[57] (con tutte le terre e i casali nel suo agro[58], ad esclusione del casale di Siano) fu portata in dote da Gaitelgrima (figlia, pare[59], diSergio II,duca di Sorrento dal1090 al1135) a suo maritoGiordano, futuroprincipe di Capua (dal1120).
Nella prima metà delXII secolo, ilCasalis Siani ebbe quindi una stabile signoria propria, rimanendo autonomo sia dallacontea diNocera che dalgastaldato diSan Severino.
Nel1132Ruggero II d'Altavilla, re diPuglia e diSicilia, si accampò nelle contrade limitrofe diNocera e combatté anche una battaglia sulle rive delfiume Sarno. Nel1136 egli annetté i Due Principati e ilDucato di Napoli al suo regno, rimanendo padrone dell'intero Meridione d'Italia e fondando ilRegno di Sicilia nel1139[60].
Per effetto del privilegio diCarlo I d'Angiò del 30 agosto1274, Andriotto Riccardi e sua moglie Giovanna risultavano proprietari legittimi delfeudo del Casale di Siano.
Nel1436 ilfeudo diventò baronia passando ai baroniDenticola, alleati deiSanseverino, che lo tennero fino al1486, quando il reFerrante d'Aragona spodestòTommaso Denticola della proprietà del Casale, investendoneLudovico De Rynaldo, soprannominato "Mosca" e già signore della vicinaRoccapiemonte, come premio alla sua fedeltà e servigi alla corte reale. ISanseverino, nella figura del principeAntonello II, avevano infatti ordito la cosiddettacongiura dei baroni fallita disastrosamente nel1486, scatenando la furia vendicativa di Ferrante d'Aragona[61].
IlRinascimento segnò una svolta importante anche culturale dell'area. Con l'opera nella zona di importanti pittori, comeAndrea Sabatini, che hanno adornato con le loro opere i principali edifici religiosi.
Gli Orsini aSarno, i Doria adAngri ed i Carafa aNocera dei Pagani, sono le principali famiglie della zona, alle quali si debbono non poche opere di munificenza come ilConvento di Sant'Andrea a Nocera Inferiore.
In quegli anni, glispagnoli successero agliAragonesi e ilRegno di Napoli fu annesso allaSpagna nel1504, perdendo il "titolo" e diventando così, per due secoliVicereame di Napoli, in quanto governato da un viceré in rappresentanza del re di spagnolo.
Nella prima metà delSettecento nelRegno di Napoli, si osservò l'ascesa sul palcoscenico sociale di una nuova classe intesa ad occupare gli spazi economici esistenti tra il popolo-contadino e il feudatario: imprenditori, artigiani e operai, forti dell'impulso dato dalla politica economica adottata daCarlo III di Borbone fin dal suo insediamento sul trono delRegno di Napoli eSicilia nel1735, si adoperarono nella creazione di una diffusa rete di attività di produzione e commercializzazione. Come conseguenza dell'espansione dei traffici, le famiglie dei commercianti e dei trasportatori locali si trovarono a godere di migliori condizioni economiche, rispetto a quelle della massa contadina.
Nel 1806Giuseppe Bonapartere di Napoli e fratello diNapoleone abolì la feudalità e gli antichi regimenti municipali. Nacque così ilcomune di Siano.
Sono i secoli in cui si accentuano i particolarismi che porteranno alla nascita, tra cittadine praticamente attaccate, dei forti dissidi che tuttora possono sfociare in occasioni di violenza (specie legati ad incontri di calcio).
Angri, ad esempio, perde a favore di Scafati la chiesa della Madonna dei Bagni (foriera di miracoli meta di pellegrinaggi), a causa delle decurtazioni che subisce il territorio della città vicina quando viene costituito il comune diPompei.
Nocera dei Pagani viene smembrata nel1806, per dare vita a cinque comuni autonomi (Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Corbara e Sant'Egidio del Monte Albino).
La città di Nocera Inferiore assurge al ruolo dicapitale ideale, catalizzando ospedali (civili e militare), la maggior parte delle scuole, le caserme militari.
Il prolungamento dellaNapoli-Portici porterà nell'Agro i treni dal capoluogo fin dal1844. Durante la prima metà dell'Ottocento il territorio era parte della provinciaPrincipato Citra delRegno delle Due Sicilie, sotto la dinastia reale deiBorboni.
Terra martoriata dal sacco edilizio e dalla criminalità, l'Agro sta pian piano vivendo una nuova primavera per l'opera di riqualificazione urbanistica avviata in alcune delle principali città, grazie a contributi regionali o per mezzo di fondi provenienti dalPatto Territoriale per l'Agro Nocerino.
Stravolta dallo sregolato sviluppo industriale deglianni cinquanta esessanta, che ha lasciato in eredità essenzialmente le ciminiere degli altiforni che ancora costellano il territorio, l'agro sta cercando di tornare alle tipicità della sua naturale vocazione agricola.
L'area dei comuni dell'Agro nocerino-sarnese conta circa 13.000 imprese, per un totale di circa 50.000 addetti.Tuttavia resta ancora molto alto il valore medio della disoccupazione che presenta un tasso del 39,67% (contro il 32,60% dellaprovincia, il 38,40% dellaregione ed il 17,80% della media nazionale).
Mai approvato, anche per le resistenze di non pochi comuni dell'area, ildisegno di legge numero 3032/XIII del1999, che prevede l'istituzione di una Provincia con capoluogo Nocera Inferiore, della quale avrebbero fatto parte 14 comuni dell'area a nord della provincia di Salerno, per un totale di oltre 280 000 abitanti.
La circoscrizione della provincia dell'Agro nocerino-sarnese avrebbe compreso i comuni di: Angri, Bracigliano, Castel San Giorgio, Corbara, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Sant'Egidio del Monte Albino, Sarno, Scafati, Siano[62].



L'ambito territoriale vede come comune capofila la città diNocera Inferiore[63].
Fanno parte dell'Agro nocerino-sarnese i seguenti comuni:
| Comuni | Abitanti | Superficie | Densità ab./km² | Altitudine | Sindaco | Coordinate | |
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Angri | 34 058 | 13,77 | 2 473,35 | 32 | Cosimo Ferraioli(Lista civica) | 40°44′35″N 14°34′10″E | |
| Bracigliano | 5 546 | 14,41 | 384,87 | 327 | Antonio Rescigno(Lista civica dicentro-sinistra) | 40°49′N 14°42′E | |
| Castel San Giorgio | 13 740 | 13,59 | 1 011,04 | 90 | Paola Lanzara(Lista civicaImpegno civico) | 40°47′N 14°42′E | |
| Corbara | 2 535 | 6,73 | 376,67 | 167 | Pietro Pentangelo(Lista civicaAlba Corbarese) | 40°43′N 14°36′E | |
| Nocera Inferiore | 45 857 | 20,95 | 2 188,88 | 43 | Paolo De Maio(PD) | 40°45′N 14°38′E | |
| Nocera Superiore | 24 255 | 14,66 | 1 654,5 | 70 | Gennaro D'Acunzi(Liste civiche) | 40°44′30″N 14°40′20″E | |
| Pagani | 35 834 | 11,98 | 2 991,15 | 35 | Raffaele De Prisco (centro-sinistra) | 40°05′N 15°34′E | |
| Roccapiemonte | 9 015 | 5,31 | 1 697,74 | 86 | Carmine Pagano(Lista civicaRocca al centro) | 40°45′42″N 14°41′36″E | |
| San Marzano sul Sarno | 10 205 | 5,19 | 1 966,28 | 20 | Andrea Annunziata(PD) | 40°46′10.93″N 14°35′40.78″E | |
| Sant'Egidio del Monte Albino | 8 942 | 7,25 | 1 233,38 | 65 | Antonio La Mura(Lista civicaLa Mura Sindaco per Sant'Egidio) | 40°44′25″N 14°35′40″E | |
| San Valentino Torio | 10 313 | 9,16 | 1 125,87 | 22 | Michele Strianese(Lista civica) | 40°47′27.92″N 14°36′11.99″E | |
| Sarno | 31 497 | 40,00 | 787,43 | 30 | Giuseppe Canfora(PD) | 40°49′N 14°37′E | |
| Scafati | 50 787 | 19,94 | 2 546,99 | 12 | Angelo Pasqualino Aliberti(Centro-destra) | 40°44′50″N 14°31′40″E | |
| Siano | 9 403 | 8,57 | 1 167,79 | 126 | Giorgio Marchese (Lista Civica "Siano Al Centro") | 40°48′09″N 14°41′40″E | |
| Totale | Agro Nocerino-Sarnese | 292 592 | 191,51 | 1 527,82 | |||
| Comuni | N° di frazioni e/o località | Frazioni | Località |
|---|---|---|---|
| Angri | 0 | ||
| Bracigliano | 0 | ||
| Castel San Giorgio | 11 | Aiello,Campomanfoli,Castelluccio,Cortedomini,Fimiani,Lanzara,Santa Croce,Santa Maria a Favore, Taverna/Casalnuovo,Torello,Trivio | |
| Corbara | 2 | Acquapendente, Piazza | |
| Nocera Inferiore | 10 | Caiano,Fiano,Fosso Imperatore,Montalbino,Montevescovado, Padula, Rosto, Santacroce, Zeccagnuolo,Case Sparse | |
| Nocera Superiore | Camerelle, Casa Milite, Citola,Croce Malloni,Materdomini,Pareti,Pecorari, Pizzone,Porta Romana,Pucciano,San Clemente,San Pietro, Starza, Taverne, Uscioli | Casa Milite, Citola, Citola II,Rione Pareti,Petraro Pucciano, Starza,Case sparse, | |
| Pagani | 1 | Torretta | |
| Roccapiemonte | 3 | Casali, San Potito | San Pasquale a Codola |
| San Marzano sul Sarno | 0 | ||
| Sant'Egidio del Monte Albino | 2 | Orta Loreto,San Lorenzo | |
| San Valentino Torio | 2 | Casatori e Sciulia | |
| Sarno | Episcopio (alle pendici del monte Saro), Lavorate (a sud est), | Foce (la parte più occidentale, dove nasce uno dei rami del fiume Sarno: il nome della zona deriva dal termine latinofaux, bocca), Quattrofuni (nei pressi di Lavorate), Serrazzeta (a sud-est, ai confini con la frazione Casatori diSan Valentino Torio; prende il nome probabilmente daSarrastes, l'antica popolazione che abitava il territorio), San Matteo-Terravecchia (sul colleSaretto), Masseria della Corte (a sud-ovest, versoStriano), San Vito e Sant'Eramo (queste ultime due sul monte Saro, nella parte nordorientale del territorio). | |
| Scafati | Bagni, Contrada Cappelle/Ferrovia, Marra-Zaffaranelli,San Pietro, San Vincenzo, Sant'Antonio Vecchio, Trentuno, Ventotto. | ||
| Siano | Bosco Borbone: in direzione sud/sud-ovest, sovrastante il territorio urbano, si identifica col versante nord/nord-ovest del monte Torre del Gatto, compresa tra una quota variabile da 180 a480 m; Casa D'Andrea: ormai completamente integrata nel territorio urbano, è situata a ovest ai margini della villa comunale; Casa Leo: anch'essa integrata nel territorio urbano, è situata a nord, guardando verso sinistra del monte Le Porche; Chivano: integrata nel territorio urbano, è situata a nord del paese; Cetronico (o Citronico): in direzione nord-est, è contigua e successiva alla insellatura della "Madonna del Carmine" che immette a Bracigliano, a quota240 m; Cognulelle: guardando a nord-est, fuori del territorio urbano, comprende anche il versante sud dell'omonimo colle, con quota variabile da 150 a260 m; Cortemeola: ai margini del territorio urbano, situata è a nord-ovest verso il monte Le Porche; Donice: a nord-ovest, sottostante alla insellatura de "La Cappella", guardando a sinistra del versante sud del monte Le Porche, fuori del territorio urbano, immediatamente al di sotto della Strada Provinciale 7 Bracigliano-Sarno e, ancora, a sinistra della località "Petrarola", ad una quota di circa260 m; La Cappella: insellatura a quota300 m, in direzione ovest verso Sarno, posta tra il monte Le Porche e il Colle Borbone del monte Torre del Gatto; Madonna del Carmine: insellatura a quota240 m, in direzione nord-est, guardando verso Bracigliano, posta tra il Colle Vavere del monte Le Porche a sinistra e il Colle Cognulelle del monte Iulio a destra; Montagnelle: a nord, fuori del territorio urbano, al centro del versante sud del monte Le Porche, immediatamente al di sopra della Strada Provinciale 7 Bracigliano-Sarno, ad una quota di375 m; Orneto: posta in direzione est, fuori del territorio urbano, si estende dal fondo valle fino a metà del versante ovest del monte Iulio, sotto il cosiddetto Poggio Caviglia, con quota variabile da 120 a400 m; ai piedi corre Via Orneto, un antico sentiero interpoderale visibile già nelle mappe ottocentesche, una volta sterrato ora strada asfaltata, che collega Siano a Campomanfoli di Castel San Giorgio; Palazzo: località integrata nel territorio urbano, situata a nord del paese, è una specifica zona del quartiere storico "Chivano" posta nelle immediate vicinanze dell'antico Palazzo Marchesale; Petrarola: a nord, fuori del territorio urbano, guardando a sinistra-centro verso il versante sud del monte Le Porche, immediatamente al di sotto della Strada Provinciale 7 Bracigliano-Sarno e sotto la località Montagnelle, ad una quota intorno ai230 m; Piè del Pozzo: integrata nel territorio urbano, è al centro nelle immediate vicinanze delle pendici della propaggine monte Torello del monte Torre del Gatto; San Vito: ai margini del territorio urbano, situata a nord-est in prossimità dell'antico quadrivio, che continua poi salendo a Bracigliano, e del cimitero comunale; Santa Maria delle Grazie: ai margini del territorio urbano, situata a ovest, e compresa tra la località Cortemeola a nord e il bosco del versante nord del monte Torre del Gatto che la sovrata da sud; Sant'Angelo: in direzione nord/nord-ovest, molto fuori dal territorio urbano in un'area montagnosa sul fianco del monte Le Porche che volge verso Sarno, ad una quota di700 m; Starze di Valesana: sita a fondo valle all'ingresso da Castel San Giorgio, è delimitata dall'asse viario formato da Via Valesana di Sopra / Viale Kennedy / Strada Comunale Valesano a est e da Via Zambrano / Viale Europa a ovest; Verdaglio Vigna Pelosa: è posta in direzione sud, fuori del territorio urbano, si estende sul versante nord/nord-est del monte Torello, e sovrasta il paese con quota variabile da 140 a200 m; Vignolia: inizia appena fuori del territorio urbano a nord di Cortemeola e continua ascendendo il monte Le Porche in direzione nord-ovest, verso Donice e Petrarola e fino a una quota massima di 200 m. |
url (aiuto).Altri progetti
| Comuni delParco regionale del fiume Sarno | |
|---|---|
| Angri,Castellammare di Stabia,Nocera Inferiore,Poggiomarino,Pompei,San Marzano sul Sarno,San Valentino Torio,Sarno,Scafati,Striano,Torre Annunziata |
| Pagani | |
|---|---|
| Generale | Agro ·Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ·Distretto telefonico 081 |
| Storia | Storia di Barbazzano ·Storia di Cortimpiano ·Storia di Nocera dei Pagani ·Storia di Pagani |
| Urbanistica | Urbanistica di Barbazzano ·Urbanistica di Pagani |
| Contrade | Barbazzano |
| Luoghi di interesse | Museo Alfonsiano ·Pinacoteca |
| Palazzi | Castello di Cortimpiano ·Palazzo Gatto ·Palazzo San Carlo · (altro) |
| Edifici religiosi | Basilica di Sant'Alfonso ·Santuario della Madonna delle Galline ·Chiesa del Santissimo Corpo di Cristo · (altro) |
| Trasporti | Stazione FS ·Ferrovia Napoli-Salerno · (altro) |
| Sport | Stadio Marcello Torre ·Paganese Calcio 1926 ·Pallacanestro Folgore |
| Eventi | Festa della Madonna delle Galline |
| Personalità | Persone legate a Nocera dei Pagani ·Persone legate a Pagani |
| Prodotti tipici | Pomodoro ·Cipollotto ·Patata novella ·Casatiello ·Tortano ·Struffoli ·Pastiera |
| Pagine correlate | Duca di Nocera ·Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue |
| Sarno | ||
|---|---|---|
| Generale | Provincia di Salerno ·Agro nocerino-sarnese ·Fiume Sarno ·Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ·Distretto telefonico 081 | |
| Storia | Storia di Sarno ·Contea di Sarno ·Battaglia di Sarno ·Alluvione di Sarno e Quindici del 1998 | |
| Luoghi di interesse | Museo archeologico della Valle del Sarno ·Parco regionale del fiume Sarno · (altro) | |
| Edifici religiosi | Duomo di Sarno · (altro) | |
| Trasporti | Stazione FS di Sarno ·Stazione FS di Lavorate ·Stazione Circumvesuviana di Sarno ·Ferrovia Cancello-Avellino ·Ferrovia Napoli-Ottaviano-Sarno · (altro) | |
| Impianti Sportivi | Stadio Felice Squitieri ·Stadio comunale Eleno Aniello Viscardi ·PalaFinamore ·Circuito internazionale di karting Napoli | |
| Società sportive | Calcio (Sarnese 1926 · U.S.D. Intercampania · A.S.D. Lavorate Calcio · Angels Episcopio) · Basket (Virtus Sarno) · Calcio a 5 Femminile (Progetto Sarno Futsal) | |
| Personalità | Mariano Abignente ·Filippo Abignente jr ·Francesco Coppola ·Giovanni Battista Amendola ·Giovanni Amendola ·Lucia Annunziata ·Angelo Crescenzo ·Abel Ferrara ·Giuseppe Squillante ·Aldo Trione ·Vincenzo Trione | |
| Prodotti tipici | Pomodoro ·Casatiello ·Frittata di Maccheroni ·Struffoli ·Pastiera ·'O pere e 'o musso | |
| Voci correlate | Conti di Sarno ·Duchi di Sarno ·Canale Conte di Sarno | |