Agnone è ubicata nell'alto Molise, a nord-est della provincia di Isernia e al confine con l'Abruzzo (provincia di Chieti). Si trova a830 m s.l.m.[8], circondato da un paesaggio montuoso rivestito da boschi, praterie e dalle cascate del fiume Verrino affluente del fiume Trigno[9].
Il paese, posto a 830 metri, gode di un clima mediamente fresco; gliinverni risultano essere rigidi e caratterizzati dapiogge enevicate anche abbondanti, leestati risultano invece gradevoli, con qualche episodio temporalesco e poche giornate di calura.
Particolare del frammento dellaTavola Osca del III secolo a.C. ritrovata a Capracotta ai confini con Agnone
La tradizione vuole che Agnone sia sorta sulle rovine della cittàsanniticaAquilonia distrutta daiRomani durante la conquista delSannio, benché gli storici contemporanei collochino Aquilonia più a sud, al confine con il Lazio. In zona sono stati comunque recuperati diversi reperti archeologici, come lastele funeraria diVibia Bonitas, conservata al teatro Italo Argentino, nel centro storico della cittadina.
Importante centro durante ladominazione longobarda, andò poi decadendo nei secoli immediatamente precedenti il 1000, mentre la Valle del Verrino e le alture circostanti divennero luogo di eremi, piccoli monasteri e piccole colonie agricole.
Alla fine dell'XI secoloAnglone compare tra i principali castelli (oltre cinquanta) che costituivano laTerra Borellense, cioè il vastissimo feudo della famigliaBorrello, posto tra l'Abruzzo meridionale e il Molise settentrionale[10].
Nel 1139 la famiglia dei Borrello, conti diPietrabbondante ecapitani di ventura dellaRepubblica di Venezia, portò sul luogo un notevole numero di soldati e artigianiveneziani, probabilmente provenienti dallecolonie dalmate della "Serenissima" (lo scrittore venezianoAlvise Zorzi propone la provenienza di questo gruppo dalle colonie veneziane della Puglia, ma il riscontro rimane impossibile per assenza di documenti e la questione resta dubbia). Appare però evidente la fondazione veneziana del paese vero e proprio — sorto sul colle arcuato di fronte al Monte Saraceno — a causa dei chiari segni dicultura veneziana osservabili nel quartiere originario, quello della Ripa, altrimenti detto "borgo veneziano".
L'importanza di Agnone andò crescendo nel periodoangioino e anche in quelloaragonese, al punto che durante il regnoborbonico delleDue Sicilie, la città fu tra le 56città regie, direttamente dipendenti dal Re, libere da qualunque altra soggezione di tipo feudale, dotate di alto tribunale, con diritto di infliggere pene capitali.
Appartenente da sempre all'Abruzzo Citeriore, quando il reGiuseppe Bonaparte (fratello di Napoleone) decise di creare la nuova provincia del Molise (1806), Agnone fu lasciata nell'Abruzzo. Ma durante il regno diGioacchino Murat, i maggiorenti del luogo chiesero e ottennero il passaggio al Molise, fondando la richiesta sulla difficoltà geografica dei collegamentiabruzzesi, e sperando di assurgere a un ruolo di dominio nella nuova provincia (1811). La prima delusione colse gli agnonesi subito dopo questo passaggio, giacché i tre distretti in cui il Molise fu diviso, ebbero come centri e capoluoghiLarino,Campobasso eIsernia, escludendo Agnone da ogni ruolo di preminenza amministrativa. Ciò nonostante, fiorente per ampiezza dell'agro e per numero e volume di imprese artigiane,Agnone poté sviluppare, nel corso del XIX secolo un alto numero di menti colte: medici, filosofi, giuristi, teologi, da cui le venne il nome onorifico di "Atene del Sannio".[senza fonte]
La rivoluzione dei prezzi legata al primo sviluppo dell'industria italiana di fine Ottocento, tuttavia, intaccò quest'equilibrio, dando il via al fenomeno dell'emigrazione. Nonostante ciò, Agnone si distinse per spirito di iniziativa economica e culturale. Ad esempio, in pieno spirito positivista, grazie all'azione di alcuni spiriti illuminati tra cui il dottor Giuseppe Maria d'Onofrio, Agnone riuscì nell'impresa di essere elettrificata ben prima di Roma. Difatti risale al 1905 l'inaugurazione della centrale idroelettrica del Verrino, gestita dall'omonima società elettrica, che precedette di ben otto anni la prima centrale elettrica di Roma, la centrale Montemartini.
Dal luglio 1940, nei pressi di Agnone sorse un campo di concentramento per ebrei, oppositori al regime e principalmenterom rastrellati in tutta Italia e nell'area della ex Jugoslavia[11][12]. Il prefetto locale a tale scopo, scelse e ottenne dal vescovo dell'epoca la concessione del convento di San Bernardino[13]. Dopo l'8 settembre il campo venne aperto e le persone internate furono liberate.
La battaglia del Trigno del 1943 tra Tedeschi ed Anglo Americani causò la morte di diversi civili[14]
L'ultima crescita demografica, Agnone la ebbe negli anni quaranta, per poi subire una continua diminuzione a partire dagli anni cinquanta. Parallelamente — e paradossalmente — la cittadina vedeva i segni di un possibile sviluppo socioeconomico, quali la nascita del locale ospedale civile e delle scuole superiori, tra cui illiceo scientifico(primo nella provincia di Campobasso)[15][occorrerebbe una fonte terza], l'istituto tecnico Leonida Marinelli, l'istituto professionale. È poi da menzionare, nel primo dopoguerra, la nascita delteatro Italo Argentino (fondato grazie agli apporti degli agnonesi d'Argentina) chefu a lungo uno dei più ampi dell'Abruzzo-Molise, ed è tornato a esserlo nel marzo 2008 per la chiusura di alcuni grandi teatri delle due regioni[senza fonte].
Lo stemma e il gonfalone del comune di Agnone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 giugno 1994.[16]
«Di rosso, all'ippogrifo d'oro rampante, rostrato e armato di nero, afferrante con gli artigli delle zampe anteriori la lettera maiuscola A, all'antica, d'oro. Ornamenti esteriori da Città.[17]»
La costruzione originale, romanica, risale all'XI secolo ed è connessa alla rifondazione del paese avvenuta sotto il dominio dei Borrello, legati allaRepubblica di Venezia. L'edificio originale fu infatti edificato da veneziani chiamati da Landolfo Borrello. La mancanza di un'abside semicircolare e la presenza del campanile sulla nuda facciata fanno pensare a un'inversione nel senso dell'asse principale in corso d'opera. La pianta è irregolare e la navata è singola e priva ditransetto, mentre sono presenti cappelle laterali. Sono evidenti una serie di contribuzioni di epoche successive: archi in gotico veneziano precedono l'altare principale, mentre il portale è rinascimentale e il soffitto è a cassettoni policromi, in stilebarocco veneziano. Barocchi sono pure gli altari in legno, mentre altri corredi spaziano in varie epoche. Ad esempio una pregevole statua dellaMadonna col Bambino è del XIII-XIV secolo mentre una statua diSan Nicola è dello scultore settecentesco Giovannitti. L'edificio è stato restaurato per opera della soprintendenza alle belle arti regionale.[19]
Lachiesa di Sant'Emidio risale al XIV secolo, con un portale gotico, conserva al suo interno capolavori d'arte diGiulio Monteverde,Giacomo Colombo,Giovanni eAmalia Dupré. Caratteristiche sono le statue lignee dei 12 apostoli, a grandezza naturale, attribuite a scuola napoletana del 1650. Adiacente alla chiesa troviamo la biblioteca Emidiana, ricca di testi antichi dell'XI secolo.
La chiesa possiede una pianta rettangolare, conservando una facciata a capanna con portale trecentesco e rosone a oculo. Il portale presenta strombature e colonne tortili oppure cesellate con motivi vegetali, e si curvano formando un arco a sesto acuto, incassato in una ghimberga a spioventi. Presso la lunetta vi è il rilievo dell'Agnello mistico che porta la croce, e più sopra ancora la facciata la statua di Emidio benedicente, che con una mano regge il modellino della città di Agnone scossa da un terremoto, quella del 1096, che distrusse la primitiva chiesa, ragion per cui nei secoli successivi si provvide a una ricostruzione ex novo. Il campanile è una semplice torre ornata da una cuspide piramidale restaurata di recente in rosso.
L'interno ha due navate, con ampi archi durazzeschi, l'una coperta da soffitto a cassettoni, e l'altra da semplici capriate lignee medievali, ed è la più antica, corrispondente al portale. La navata barocca di destra conserva le tele dellaNatività, Sacra Famiglia, Fuga in Egitto, Cristo tra i Dottori della Chiesa.
Veduta della salita dei gradoni per la chiesa di Sant'Antonio Abate
Si tratta della terza chiesa maggiore di Agnone, facilmente distinguibile per l'imponente mole e per il campanile più grande della città. Fu fondata nel 1128 a ridosso delle mura, con la realizzazione, dal corso Vittorio Emanuele, di una scalinata di 9 gradini, che fu risistemata nel 1965. La chiesa è stata modificata ovviamente nell'era barocca, conservando tuttavia l'impianto e l'esterno medievali a croce latina: la facciata è molto semplice e ha un portale architravato d'epoca rinascimentale. Il campanile è una robusta torre di 30 metri, scandita in livelli da cornici marcapiano, con in cima la cella campanaria. L'interno è a navata unica, occupata da cinque altari per lato; sul fondo c'è l'altare maggiore in stile barocco, rivestito di marmo con la balaustra circostante. La parete di dietro è occupata da un quadro che raffigura laMoltiplicazione dei pani e dei pesci, nonché dai palchi lignei per il coro dei presbiteri. Ai lati del coro ci sono le tele diSan Lorenzo eSan Sebastiano, mentre i dipinti sul soffitto mostrano scene religiose come laCacciata dal Paradiso,Abramo che sacrifica Isacco, ilGiudizio Universale eMosè che riceve le Tavole.
La chiesa dell'Annunziata o del Carmine fu edificata nel 1505, attigua all'antico convento dei Padri Filippini, ultima dimora disan Francesco Caracciolo, morto il 4 giugno 1608. Ha un aspettobarocco anzichérinascimentale, caratterizzata da unafacciata a capanna divisa in due lati dacornice, e verticalmente da quattroparaste per lato, concapitelli dorici. Sia ilportale sia il finestrone centrale sono in linea d'asse, anche se molto semplici; ilcampanile è avela, posto a sinistra, e il coronamento dell'architrave triangolare superiore è a dentellature.
L'altare della Madonna è il secondo a destra, e conserva una statua settecentesca del Colombo, ornata da una corona, mentre con una mano sorregge il Bambino, mentre con l'altra un fiore. L'insieme delle decorazioni della navata unica mostrano fasti barocchi, con colonne aggettanti ornate dacapitelli ionici dorati, e un intonaco misto tra il rosa e il bianco. L'altare maggiore mostra una nicchia con laMadonna incoronata tra Gesù e un santo.
La chiesa fu edificata nel XIII secolo, per onorare l'abate del centro diSan Pietro Avellana, vicino ad Agnone. Al suo interno è stata recuperata una tavoletta in argento, che il popolo chiamaPace di Sant'Amico, del 1520, sulla quale è raffigurata una scena in cui Gesù deposto dalla Croce, viene commemorato dalla Madonna e circondato dalle altre due Marie e dagli apostoli. Fra le varie statue che abbelliscono la chiesa ci sono quella diSan Rocco, inoltre un organo plurifonico che è stato restaurato nel Novecento. La chiesa presenta un aspetto barocco, restaurata quando fu possesso dei Gesuiti, come dice il motto della facciata:ad maiorem dei gloriam. Ha un impianto a croce greca, caso unico per Agnone, con ampio transetto.
Edificio del X secolo, come rivela un documento diMontecassino, anche se oggi ha un aspetto settecentesco. Un documento del 1083, una donazione del conte diSangro Gualtiero Borrello, contiene il nome del priore della chiesa all'epoca, tal Giovanni, che era sacerdote, monaco benedettino e "romito", cioè eremita abitante nell'eremo di Capo del Verrino[21]. La facciata è semplice, in conci di pietra, con un portale decorato da una tiara con le chiavi di San Pietro, con sopra un'iscrizione latina. Il campanile è una torre con cuspide ornata da tegole verdi e gialle. L'interno è a navata unica, costituita da due altari in legno intagliato, più quello maggiore presso il presbiterio. La suddivisione in cappella laterali mostra colonne finte che alternano gli archi, caratterizzate da capitelli ionici dorati. Presso il presbiterio inoltre si eleva una cupola, ornata da affreschi dei quattro evangelisti presso le colonne che la sorreggono.
Chiesa molto semplice, di origine medievale ma rimodellata nel Settecento. Nel 1083 venne assegnata dal conte di Sangro Gualtiero Borrello a Giovanni, priore della chiesa di San Nicola[21]. Ha l'esterno caratterizzato in conci di pietra: la facciata è a salienti, suddivisa orizzontalmente da tre cornici marcapiano, e verticalmente da quattro paraste, che al centro inquadrano in asse portale e finestrone. Il portale conserva l'architrave tardo rinascimentale a timpano spezzato, con un fregio al centro. Il campanile è una classica torre medievale. L'interno è a navata unica. È la più antica chiesa di Agnone.
La chiesa si trova fuori dal centro, inizialmente era dedicata a Santa Maria degli Angeli, successivamente intitolata al santo che la visitò nel 1440, e rimodellata nei secoli successivi, per volere di Beato d'Aragona. Infatti ciò è documentato in una bolla dipapa Niccolò V, e la chiesa fu provvista di un convento. La chiesa dopo il 1861 perse la sua funzione, il cenobio venne però riaperto nel 1926 da monsignor Oddo Bernacchia diLarino, e fu usato come sede estiva per i seminaristi della diocesi diTrivento. Nel periodo fascista, e soprattutto durante la guerra divenne campo di concentramento per i deportati d'Albania. Dopo il 1945 divenne convitto maschile di seminaristi, fino alla soppressione nel 1978, divenendo casa di riposo per anziani, con la chiesa di San Bernardino ancora funzionante.
Dedicata alvescovo martire di Sebaste, nel 1091 fu donata dal castellano di Anglone Carbone di Fuscone a Diodato, abate della chiesa-romitorio di San Nicola[22]. Fu cappella della famiglia Borrello nel XIII secolo. La chiesa ha una sola navata costituita da due altari: un'ampia cappella dove è possibile vedere la statua dellaMadonna della Mercede. I bassorilievi sono molto eleganti, e l'altare ampio e fastoso: vi si accede mediante un arco trionfale, e termina ad abside semicircolare con tre spicchi affrescati, che rappresentano lo Spirito Santo. Sotto vi sono due oculi laterali sempre dipinti, che mostrano alcuni miracoli di San Biagio, e al centro Gesù in maestà. La seconda cappella, gestita dalla confraternita della Mercede, dove si trova la statua, è ornata da due false cupole circolari scandite da ordini di quadretti dorati, che terminano nel fuoco centrale in un cerchio con in rilievo la colomba dello Spirito. L'altare è molto fastoso, decorato in oro, e racchiude la statua dellaMadonna.
Risalente al XIII secolo, fu visitata dasan Giovanni da Capestrano (XV secolo), e oggi ha un aspetto barocco. Sul portale sono stati incisi tre teschi, mentre su quello centrale una croce che simboleggia la vittoria della Vita Eterna sulla Morte. All'interno è possibile vedere due confessionali in noce, al di sopra sono state poste due tele che rievocano il ritrovamento della Sacra Croce da parte diElena imperatrice. Al lato sono visibili due altari ligneo in stile rococò, al centro due dipinti: uno diSan Giovanni da Capestrano con san Bernardino, e l'altro laMadonna del Purgatorio. Anche la cupola presso il presbiterio conserva dei dipinti in affresco: la chiesa è sede della Confraternita dei Morti.
Fu costruita con il convento nel XIII secolo, fuori dalle mura (oggi nel contesto urbano agnonese del corso Vittorio Emanuele) daPietro da Morrone, come tappa stazionaria del cammino di San Francesco, dove inoltre furono conservate una pezza del saio e alcuni capelli del santo. L'ordine dei Francescani fu soppresso nel 1807, e il monastero si ridusse a semplice chiesa. La chiesa ha un aspetto odierno barocco, con prospetto datato 1755: la facciata è divisa da una cornice marcapiano, mantenendo il portale gotico, in asse con un finestrone settecentesco ornato da timpano spezzato. L'interno, a navata unica, conserva dipinti ex voto dell'Ottocento e del Novecento.
Il piccolo monastero sorge sul Monte Sant'Onofrio, lungo la strada perRosello, fondato nel 1700 dal barone Giosuè Bartolini, molto devoto a sant'Onofrio. La chiesa si presenta a pianta classica, in uno stile misto, tra il neogotico e il barocco, e conserva la statua lignea del santo. Essa rappresenta Onofrio con la corona reale, i lunghi capelli e la cintura di foglie attorno ai fianchi. Nella chiesa si celebra l'11 giugno la ricorrenza del santo, molto amato dai cittadini, e la processione parte dalla piccola badia fino ad Agnone, nella chiesa di Sant'Antonio. La chiesa di recente è stata abbellita da una croce stazionaria e da un percorso sul monte della Via Crucis.
Convento e Chiesa di Santa Chiara
Costruita nel XV secolo, la chiesa a navata unica ospita un graticolato in legno dorato in stile roccocò opera dell'agnonese Nicodemo De Simone. Negli anni della seconda guerra mondiale fu usata come ospedale da campo, e subì la distruzione o l'asportazione di molte reliquie.[23]
risalente al XIV secolo[31]Chiesa Vecchia dei Cappuccini
costruita nel 1623, demolita nel 1925 e ricostruita nel 1937[32]
Vecchia Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli[33]
I francescani nel 1605 vennero a piantare la croce ed il 14 settembre dello stesso anno posero la prima pietra, con grande concorso di popolo e con la benedizione del Vescovo di Trivento Mons. Giulio Cesare Mariconda. Il convento fu fondato da P. Bernardino da Asti ad istanza e a spese dei cittadini e con l’intervento della Principessa di Stigliano, padrona di Agnone. La chiesa con l’altare è stata consacrata il 5 agosto 1623 dal Vescovo di Trivento Girolamo Costanzo. Il Convento dopo l’ultima soppressione del 1866, è andato in rovina; l’antica chiesa, rimasta isolata, è stata demolita nel 1925 onde creare degna piazza (il Convento e la chiesa erano ubicati nello spazio dell’attuale villetta comunale) al monumento ai caduti e per esigenze del piazzale della ferrovia. L’edificio, che è poi quello attuale, fu eretto a lato del palazzo Vecchiarelli e dirimpetto alla stazione. Il 7 giugno 1937, un secolo dopo il grande colera, la nuova chiesa, amministrata dalla parrocchia di Sant’Emidio, fu benedetta con molta solennità, da S.E. il Vescovo Giannico e aperta al culto. Il 10 settembre 1954 il Vescovo Giannico concesse ai Cappuccini la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e il 17 ottobre del 1954 i Padri ritornarono ad Agnone accolti con entusiasmo da tutta la città e si sistemarono provvisoriamente nei locali della stazione della scomparsa ferrovia elettrica Agnone-Pescolanciano. Il 20 settembre 1963, accanto alla temporanea dimora, fu posta la prima pietra del nuovo convento e nel febbraio 1979 i frati iniziarono ad abitarlo. Con il ritorno dei Padri Cappuccini ad Agnone fu ripristinata la celebrazione della festa in onore della Madonna.[34]
Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
I frati minori cappuccini, il 18 ottobre 1997, hanno scritto una nuova pagina di storia locale, con la consacrazione della nuova chiesa dedicata a Santa Maria di Costantinopoli, al centro è presente un grande organo a canne[35]
Chiesa dell' Assunta
chiusa per molto tempo, nel 2021 è stata riaperta al culto[36]
In via Alfieri, è un edificio quattrocentesco, usato dai potenti dell'epoca antica, e oggi trasformato in hotel. L'edificio ha un aspetto rinascimentale, caratterizzato alla base da muratura in conci, mentre il resto dell'esterno è intonacato di bianco. Il portale a tutto sesto, ha un'elegante cornice con chiave di volta cesellata a motivi vegetali. Un secondo portale, più arricchito nella cornice, con l'arricchimento di motivi geometrici, immette a un chiostro. Dopo essere stato un carcere e poi la pretura, dal 2024 è un raffinato Hotel[39]
Edificato nel XIII secolo in stile veneziano dai Minutolo, detto anche Palazzo Nuonno. Il palazzo è uno dei più interessanti della città per il suo stile, ma anche per la leggenda di fantasmi che vi aleggia. La camera che sovrasta la bottega orafa era adibita a cella dove venivano uccisi i condannati, e su ciò nacquero numerose leggende di fantasmi: specialmente quella che riguarda il crollo del pavimento del piano superiore, interpretato come simbolo di vendetta dei condannati, oppure il ritrovamento di scheletri e resti di feti umani, frutto di rapporti incestuosi. Dell'epoca antica, dato che il palazzo è stato rimaneggiato, rimane una bifora murata; nel 1796 fu acquistato dalla famiglia Cocucci, che lo possedettero per poco tempo, e fu ricomprato dalla famiglia Nuonno diSant'Angelo del Pesco. Il corredo veneziano mostra leoni lagunari, la bifora murata, e al piano terra vi è una bottega orafa di origine veneziana, ancora intatta.
Il paese, un tempo molto popolato, ha dimezzato la sua popolazione a causa di una costante emigrazione sia all'estero sia in altri centri italiani: la popolazione attualmente si attesta intorno ai 4 579 abitanti ma agli inizi del Novecento ne contava circa 11 000.
Dall'ultimo censimento è emerso che l'età media è di 48 anni, mentre l'etàmediana (che può essere leggermente più rappresentativa del campione) si attesta sui 51 anni[77]. Ci sono tre persone che superano l'età di 100 anni[77].
Al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera residente contava 176 persone, pari al 3,6% della popolazione residente. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano le seguenti:
In occasione dell'Immacolata Concezione l'8 dicembre e il 24 dicembre ad Agnone si svolge la "'Ndocciata", la più conosciuta tradizione del comune: è una sfilata di migliaia di enormi fiaccole costruite artigianalmente. Dal 2000 tale evento si svolge stabilmente anche il giorno dell'Immacolata Concezione. Nel 1996 essa fu portata a Roma al cospetto dipapa Giovanni Paolo II. Questa tradizione, che probabilmente nell'antichità era connessa ai riti della rinascita della luce, oltre che ad Agnone si è conservata, in misura minore, anche a Santo Stefano di Sante Marie (L'Aquila) e ha assunto una diversa valenza legandosi alla festività del Natale. Dal 2022 la 'Ndocciata dell'Immacolata Concezione è stata spostata in via definitiva al secondo sabato di dicembre. Resta invariata, invece, quella della vigilia di Natale.
Nel 2012 le Poste Italiane hanno dedicato un francobollo a questa festa tradizionale.
Ilmuseo internazionale della campana sorge accanto all'anticafonderia pontificia Marinelli, una delle imprese familiari più antiche nel mondo fondata nell'anno 1000[78]. Le antiche fonderie del rame si trovano a pochi chilometri dal centro abitato, nella valle del fiume Verrino: sono delle antiche fonderie a funzionamento idromeccanico nelle quali si producevano dei semilavorati inrame che venivano poi inviati alle oltre 180 botteghe di ramai agnonesi che, da tali semilavorati, producevano tine, caldai e vari oggetti in rame. Tra gli altri musei presenti il museo del sacro[79], il museo civico[80],il museo del rame Francesco Gerbasi[81], le antiche fonderie del rame F.lli. Cerimele[82], il museo della Bilancia artigianato D'Aloise[83],il museo Padre Matteo da Agnone,[84] il museo delle Radio e Tv[85], il museo della moda,[86] il museo della ndoccia[87], il museo di arte casearia e della transumanza[88] e il museo delle scienze naturali.
Le sue origini risalgono alMedioevo, e la fonderia è ricordata per la fabbricazione di campane per edifici di alto rilievo quali la cattedrale della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei e dell'abbazia di Montecassino.
Le prime campane ufficiali fuse dalla fonderia Marinelli risalgono al 1339, per opera del direttore Nicodemo Marinelli, detto "Campanarus". Nei due secoli successivi, quando l'Italia passò nelle mani degliaragonesi, i Marinelli continuarono a fondere campane per le varie chiese e campanili che venivano edificati in tutta la penisola. Nel 1924 ilpapa Pio XI conferì alla famiglia Marinelli l'onore di avvalersi dello Stemma Pontificio perché potessero rappresentarlo nel volto dell'campane che continuavano a fondere copiosamente.
I Marinelli all'inizio del XX secolo furono chiamati da molte chiese di tutta l'Italia perché gli impianti per l'oscillazione delle campane erano ormai obsoleti oppure gravemente danneggiati. Quando nel 1944 gli occupantitedeschinazisti, da un anno in guerra civile con l'Italia, giunsero anche inAbruzzo e in Molise, la fonderia fu chiusa e usata come quartier generale per le missioni di battaglia.
Inoltre le campane che in quel periodo erano in fase di fusione furono distrutte dai nazisti e rifuse per creare dei cannoni da combattimento. Sconfitti i tedeschi daglistatunitensi, nel 1949 la fonderia Marinelli rimase lo stesso famosa per il suo contributo, e il suo nome era ancora sulla bocca di tutti: luogo di riferimento per la fusione di nuove campane. Nelsecondo dopoguerra italiano i Marinelli costruirono il concerto di campane per la cattedrale diMontecassino, distrutta durante la celebre battaglia della seconda guerra mondiale, e così continuano a contribuire fino a oggi, ogni qualvolta venga costruita una nuova chiesa, fondendo le campane necessarie per nuovi concerti.
Il 7 dicembre 2024 l'arte campanaria è stata riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell'Unesco[94].
È un confetto più grande del normale con superficie rugosa. Tenero e friabile. Si consuma fresco e può essere conservato sotto vuoto. Le materie prime sono:zucchero,mandorla di Avola,gomma arabica, aromi naturali. La mandorla di Avola viene cosparsa di gomma arabica per favorire la copertura con lo zucchero. Nella "bassina" (grande calderone in rame), mentre ruota, si versa lo zucchero sciroppato che cristallizzando ingrossa la mandorla e le conferisce la caratteristica forma rugosa.
Nel territorio di Agnone si allevano razze bovine come laBruna Italiana,Frisona Italiana,Pezzata Rossa,Podolica. Il pascolo è libero ed estensivo nei prati montani. Lo scopo di allevamento è per la produzione del latte usato nella produzione di latticini da parte dei caseifici locali.
Nel paese sono presenti diversi caseifici, quasi tutti a conduzione familiare, che producono una vasta gamma di prodotti caseari come scamorze e caciocavalli. Il prodotto di punta del territorio è ilcaciocavallo di Agnone.[95]
È di produzione di origine controllata il vino Tintilia rosso[96][97]; l'amaro Passarè artigianale[98], l'olio di oliva è invece prodotto artigianalmente[99].
«La fiera popolazione agnonese partecipava, con eroico coraggio ed indomito spirito patriottico, alla lotta di Liberazione, offrendo un mirabile esempio di amore per la libertà e per la democrazia. Settembre – Novembre 1943 / Agnone (IS)» — 13 febbraio 2007[101]
Ha sede nel comune la società di calcioPolisportiva Olympia Agnonese che ha militato per 14 anni consecutivi nel campionato di serie D, girone F. Il club granata, nato nel 1967 dalla fusione di Polagno e Olympia Serafica, ha toccato il punto più alto della sua storia nella finale play-off contro la Vis Pesaro (21 maggio 2017) valevole per il ripescaggio in serie C. Attualmente l'Agnonese milita nel campionato di Eccellenza regionale. Le partite si svolgono nello stadio Comunale Civitelle.
È presente la A.S. Pallavolo Agnone, che dopo diverse stagioni nei tornei di serie D, C e B1, raggiunse il suo culmine con la partecipazione al campionato diSerie A2 2002-2003. È in via di ultimazione il nuovo palasport polivalente in località Tiro a Segno che può ospitare incontri di volley fino alla serie A2.
^Anton Ludovico Antinori,Annali degli Abruzzi, vol. 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1971, sub anno 1093 sub voce "Borrello".
^Paola Trevisan, «Le ricerche sull'internamento dei sinti e dei rom in Italia durante il regime fascista», inHannes Obermair, Sabrina Michielli (a cura di),Erinnerungskulturen des 20. Jahrhunderts im Vergleich - Culture della memoria del Novecento a confronto (Quaderni di storia cittadina, 7), Bolzano, Città di Bolzano, 2014,ISBN 978-88-907060-9-7, pp. 189-205, qui p. 200.