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Adriano

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vediAdriano (disambigua).
Adriano
Imperatore romano
Busto di Adriano (Musei Capitolini)
Nome originalePublius Aelius Hadrianus alla nascita;
Publius Aelius Traianus Hadrianus dopo l'adozione;
Imperator Caesar Traianus Hadrianus Augustus da sovrano
Regno11 agosto117
10 luglio138
Tribunicia potestas22 volte: dal dicembre del117 fino alla ventiduesima (XXII) del dicembre del137
TitoliPater Patriae dal128
Salutatio imperatoria2 volte: la prima al momento della assunzione del potere imperiale nel117 e la seconda nel135 al termine della rivolta giudaica.
Nascita24 gennaio76
Italica
Morte10 luglio138 (62 anni)
Baia
SepolturaMausoleo di Adriano
PredecessoreTraiano
SuccessoreAntonino Pio
ConiugeVibia Sabina[1]
Figlinessuno
Adottivi:
Lucio Elio Cesare
Antonino Pio
DinastiaAntonini
PadrePublio Elio Adriano Afro
MadreDomizia Paolina
Tribuno militaredellaLegio II Adiutrix inPannonia inferiore (95); dellaLegio V Macedonica inMesia inferiore (96); dellaLegio XXII Primigenia inGermania superiore (97)
Questuranel101
Vigintiviratofu uno deidecemviri stlitibus iudicandis
Tribunato della plebenel105
Preturanel106
Legatus legionisdellaLegio I Minervia nel106, inGermania inferiore
Consolato3 volte: nel108 (suffectus),118 e119
Legatus Augusti pro praetoredellaPannonia inferiore nel107; dellaSiria nel117
Pontificato maxal momento dell'assunzione del trono nel117
Sacerdoziotra isodales Augustales, prima del112

Cesare Traiano Adriano Augusto, natoPublio Elio Adriano (in latinoCaesar Traianus Hadrianus Augustus;Italica,24 gennaio76Baia,10 luglio138), è stato unimperatoreromano, il terzo della dinastia degliimperatori adottivi; regnò dal117 fino alla sua morte.

Successore diTraiano, fu uno dei cinque "buoni imperatori" secondo lo storicoEdward Gibbon. Colto e appassionato ammiratore della cultura greca, viaggiò per tutto l'impero e valorizzò le province, stando anche attento a migliorare le condizioni dei militari. InBritannia fece costruire un lungo muro fortificato, ilVallo omonimo. Inaugurò una nuova strategia militare per l'impero: all'espansione e alla conquista preferì il consolidamento dei confini e la loro difesa. Delle conquiste del predecessore mantenne intatta solamente l'Arabia mentre cedetteMesopotamia,Armenia che fece tornare al precedente stato diregno cliente "diviso" con l'Impero partico, eAssiria; inoltre, reseclienti anche alcuni territori provinciali dellaDacia nonché il Regno diOsroene. Il suo governo fu caratterizzato datolleranza, efficienza e splendore dellearti e dellafilosofia. Grazie alle ricchezze provenienti dalle province, Adriano ordinò l'edificazione di molti edifici pubblici in Italia e nelle suddette, come terme, teatri, anfiteatri, strade e porti. Nella villa che fece costruire a Tivoli riprodusse i monumenti greci che amava di più e trasformò la sua dimora in museo. L'imperatore lasciò un segno indelebile anche a Roma, con l'edificazione del Mausoleo, laMole Adriana, e con la ricostruzione delPantheon distrutto da un incendio.

Biografia

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«Era ad un tempo serio e gioviale, affabile e contegnoso, sfrenato e controllato, avaro e generoso, schietto e simulatore, crudele e mite, e sempre in ogni cosa mutevole.»

(Historia Augusta[2])

Origini familiari

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Sulla nascita di Adriano le fonti non concordano: alcune (comeElio Sparziano) sostengono che nacque aRoma, dove il padre stava svolgendo importanti funzioni pubbliche; ma la maggior parte degli autori afferma che Adriano nacque aItalica, a7 km da Siviglia, inHispania Baetica, municipio fondato da italici ai tempi diPublio Cornelio Scipione l'Africano. La sua famiglia era originaria della città diHatria, l'attualeAtri. Il padre,Publio Elio Adriano Afro, era imparentato conTraiano. La madre,Domizia Paolina, era originaria diCadice. Adriano aveva una sorella maggiore (Elia Domizia Paolina), una nipote (Giulia Serviana Paolina) e un pronipote (Gneo Pedanio Fusco Salinatore). I suoi genitori morirono nell'85/86, quando Adriano aveva solo nove anni. Grazie alCorpus Inscriptionum Latinarum, sappiamo che Adriano ebbe una nutrice di nome Germana, una schiava di origini germaniche successivamente liberata che gli sopravvisse arrivando a morire a ottant'anni[3].

Giovinezza

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Traiano, che non aveva avuto figli, divenne di fatto iltutore del giovane dopo la morte dei suoi genitori. Anche la moglie di Traiano,Plotina, lo aiutò notevolmente nelcursus honorum, trattandolo come proprio figlio. Inoltre sembra sia stata lei a spingerlo a sposareVibia Sabina, anche lei parente di Traiano. Ilmatrimonio avvicinò ulteriormente il futuro imperatore alle stanze del potere, grazie anche agli ottimi rapporti intrattenuti con la suoceraMatidia. Per il resto il matrimonio fu un fallimento. Dopo che l'imperatoreNerva ebbe nominato Traiano suo successore, presentandolo inSenato nel97, la carriera di Adriano fu notevolmente agevolata.

Cariche ottenute

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Le cariche accumulate nelcursus honorum del futuro imperatore furono numerosissime. Quando Nerva morì nel 98, Adriano si precipitò a informare personalmente Traiano. Fu anchearconte adAtene per un breve periodo, e fu eletto ufficialmente come cittadino ateniese[4]. La sua carriera completa prima di diventare imperatore fu la seguente:

Ascesa al trono

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Lo stesso argomento in dettaglio:Adozione nell'antica Roma.

Al contrario del suo predecessore, Adriano non fu maiadottato ufficialmente, tramite la presentazione in Senato. Su questo punto l'Historia Augusta riporta diverse teorie, una delle quali fa discendere il suo avvento al potere da una presunta nomina diTraiano morente, molto probabilmente una messinscena organizzata daPlotina, che avrebbe orchestrato abilmente l'operazione, d'accordo con il prefetto del pretorioPublio Acilio Attiano. La questione, in realtà, appare assai più complessa. Pare difficile che Adriano possa aver preso il ruolo di successore diTraiano per sola intercessione diPlotina e di alcuni suoi collaboratori. Alcuni conii monetali attesterebbero il titolo diCaesar per Adriano già in un periodo compreso tra il114 e il117.

Sulla scia di tali dati l'adozione di Adriano apparirebbe meno offuscata da dubbi e una deliberata volontà diTraiano. Adriano, salito al trono, allontanò dai luoghi di potere gran parte del seguito e dell'amministrazione di Traiano, non senza ricorrere a metodi brutali (come nella repressione dellacongiura dei consolari), compresi i vertici militari[6]. In ogni caso la ratifica da parte dell'esercito, che acclamò il nuovo imperatore, chiuse la questione.

Principato (117-138)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Monetazione da Nerva ad Adriano.

Il Senato ricevuto un messaggio dal neoeletto, nel quale egli riferiva di non essersi potuto sottrarre alla volontà dell'esercito, si allineò a sua volta. Sia i militari sia i senatori trassero notevoli benefici dalla loro acquiescenza: i primi ricevettero il tradizionale donativo in misura più cospicua che in passato e anche i membri del Senato ebbero dei vantaggi. La fulmineità dell'ascesa al potere, accompagnata dall'eliminazione fisica dei principali potenziali dissidenti o concorrenti, portò a un insediamento rapido, seguito da un continuo rafforzamento che durò per tutto il ventennio in cui Adriano rimase al potere. L'opposizione alneo princeps era costituita da generali che, come lo stesso Adriano, avevano seguito Traiano nelle più importanti battaglie di ampliamento territoriale: tra questi Quieto, la cui morte provocò sommosse di ribellione in Mauretania. Adriano fu uno degli imperatori morti per cause naturali e non assassinati in una congiura. Anche la designazione del successore e il suo insediamento, dopo la morte di Adriano, non furono ostacolati.

Politica interna

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Ritratto di Adriano delMuseo delle Terme aRoma, una delle repliche più fresche del ritratto ufficiale dell'imperatore dopo l'ascesa al trono del117
Tolleranza
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Lo stesso argomento in dettaglio:Rescritto di Adriano a Gaio Minucio Fundano.

Un caposaldo della politica adrianea fu l'idea di ampliare, quando possibile, i livelli di tolleranza. Si fece promotore di una riforma legislativa per alleggerire la posizione deglischiavi, i quali si trovavano in situazioni disumane allorché si verificasse un crimine ai danni deldominus. Anche nei confronti dei cristiani mostrò maggiore tolleranza dei suoi predecessori. Ne rimane testimonianza, intorno all'anno122, in unrescritto indirizzato a Gaio Minucio Fundano,proconsole dellaprovincia d'Asia. In esso l'imperatore, a cui era stato richiesto come comportarsi nei confronti dei cristiani e delle accuse a loro rivolte, rispose di procedere nei loro confronti solo in ordine a notizie circostanziate emergenti da un procedimento giudiziario e non sulla base di accuse generiche.

Riforma dell'editto pretorio
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Un'altra riforma operata da Adriano fu quella dell'editto pretorio. Questo strumento normativo consisteva in un'esposizione di principi giuridici generali, che il magistrato enunciava al momento dell'insediamento. Con l'andar del tempo, questi principi costituirono un nucleo di norme consolidato (edictum vetus otralaticium), al quale ogni pretore aggiungeva le fattispecie che intendeva tutelare. Tecnicamente la finalità dell'editto era quella di concedere tutela processuale anche a rapporti non previsti dalloius civile. Con la riforma adrianea, che l'imperatore affidò algiurista romanoSalvio Giuliano negli anni dal130 al134, l'editto venne codificato, fu approvato da unsenatoconsulto e divenne perpetuo (edictum perpetuum).

Sempre in campo giuridico, Adriano pose fine al sistema ideato daAugusto che, concedendo ad alcuni giuristi loius respondendi ex auctoritate principis, aveva consentito che il diritto si espandesse progressivamente attraverso l'opera creatrice di alcuni esperti scelti dall'imperatore stesso. Adriano sostituì al gruppo di giuristi isolati dello schema augusteo unconsilium principis, che contribuì alla progressiva istituzionalizzazione di questa figura, togliendole l'indipendenza residuata.

Riforma della pubblica amministrazione
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Nonostante avesse seguito personalmente più di una campagna militare (la più impegnativa quella dacica al seguito diTraiano), Adriano si dimostrò, oltre che esperto di cose militari, il che era prevedibile, anche un grande riformatore della pubblica amministrazione. Il suo intervento sulle strutture amministrative dell'impero fu profondo e radicale, dimostrando che era parte di un piano globale che l'imperatore andava applicando, a mano a mano, alla struttura dell'esercito, alla difesa dei confini, alla politica estera, alla politica economica. Adriano aveva una sua visione dell'impero e cercava di uniformare le singole parti al suo disegno.

In luogo deiliberti cesarei diede spazio e importanza a nuovi funzionari provenienti dalla classe dei cavalieri. Essi erano preposti alle varie branche amministrative suddivise per materie: finanze, giustizia, patrimonio, contabilità generale e così via. Le carriere furono determinate, così come le retribuzioni, e la pubblica amministrazione divenne più stabile e meno soggetta ai cambiamenti connessi con l'avvicendarsi degli imperatori. Attento amministratore, Adriano pensò anche a tutelare nel migliore dei modi gli interessi dello Stato con l'istituzione dell'advocatus fisci, cioè una sorta diavvocatura dello Stato che si occupasse di difendere in giudizio gli interessi delle finanze pubbliche (fiscus). Va considerato che in epoca tardo-imperiale l'originaria bipartizione traaerarium (la finanza pubblica di area senatoria) efiscus (la finanza pubblica di competenza delprinceps) era andata scomparendo per l'avvenuta unificazione delle due aree nelle mani dell'imperatore.

I viaggi e la visita di tutto l'Impero
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La Porta di Adriano, adAdalia,Turchia meridionale, costruita per celebrare la visita dell'imperatore avvenuta nel130

Appena il suo potere fu sufficientemente consolidato, Adriano intraprese una serie di viaggi in tutto l'Impero (Gallia, Germania,Britannia, Spagna, Mauritania), per rendersi conto di persona delle esigenze e prendere i provvedimenti necessari per rendere il sistema difensivo efficiente. Nel123 iniziò il lungo viaggio d'ispezione delle province orientali che lo impegnò per due anni. Nel128, ispezionò la provincia d'Africa. Nell'anno seguente si recò di nuovo in Oriente. La sua filosofia risulta evidente dai suoi atti: il ritiro da territori indifendibili, il controllo dei confini basato su difese stanziali, la politica degli accordi con gliStati cuscinetto che facevano da interposizione fra il territorio dell'impero e quello dei popoli confinanti. Durante il viaggio in Egitto nel130 d.C., Adriano si recò a visitare iColossi di Memnone. In età romana molti visitatori, richiamati da uno dei colossi di Memnone per il suocanto al sorgere del sole, erano soliti a lasciare incise sulle gambe della statua le loro osservazioni e le loro dediche. Anche gli accompagnatori di Adriano e dell'imperatriceSabina fra il 20 e il 21 novembre del 130, lasciarono alcuni testi:

Colossi di Memnone
«quando in compagnia dell'imperatrice Sabina fui presso Memnone. Tu Memnone, che sei figlio dell'Aurora e del venerabile Titone e che sei assiso di fronte alla città di Zeus, o tu,Amenoth, re egizio, a quanto raccontano i sacerdoti esperti delle antiche leggende, ricevi il mio saluto e, cantando, accogli a tua volta favorevolmente la moglie venerabile dell'imperatore Adriano.»

In questi lunghi viaggi, nei quali praticamente percorse tutto l'impero, non si occupò solo di questioni legate alla difesa dei confini, ma anche di esigenze amministrative, edificazioni di edifici pubblici e, più in generale, di cercare di migliorare lo standard di vita delle province. Al contrario di altri imperatori, che governarono l'impero senza muoversi praticamente mai da Roma, Adriano scelse un metodo di conoscenza diretta, che poté attuare grazie al consolidamento della situazione interna: allontanarsi dalla sede del potere per periodi così prolungati presupponeva una certezza assoluta sulla tenuta del sistema. Un altro elemento era la curiosità propria del suo carattere e la propensione per i viaggi, che lo accompagnò tutta la vita.

Amò la cultura, l'architettura e la scultura greca. Soggiornò molte volte ad Atene e in tutta la Grecia, attratto da quel mondo pieno di meraviglie artistiche, e le popolazioni locali innalzarono in suo onore molte statue.

Politica estera

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Adriano e le campagne militari
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Lo stesso argomento in dettaglio:Vallo di Adriano ed Esercito romano.
Statua raffigurante l'imperatore Adriano, in veste greca, mentre offre un sacrificio adApollo,marmo, 117-125, proveniente dal tempio di Apollo aCirene, attualmente aLondra,British Museum

Il regno di Adriano fu caratterizzato da una generale pausa nelle operazioni militari. La politica di disimpegno dalle conquiste che erano state condotte con pervicacia e successo da Traiano, inaugurata da Adriano (che aveva posto fine alla guerra partica a prezzo della perdita di Assiria, Mesopotamia e Armenia), suscitò non pochi malumori tra i vecchi vertici militari legati al precedente imperatore, che furono prontamente soffocati. Egli abbandonò le conquiste diTraiano inMesopotamia, considerandole indifendibili, a causa dell'immane sforzo logistico necessario per far giungere rifornimenti a quelle regioni e alla molto maggiore estensione del confine che sarebbe stato necessario difendere[7]. La politica di Adriano fu tesa a tracciare confini controllabili a costi sostenibili. Le frontiere più turbolente furono rinforzate con opere di fortificazione permanenti, la più famosa delle quali è il possenteVallo di Adriano inGran Bretagna. Qui Adriano, dopo aver terminato la conquista del Nord dell'isola, fece costruire una lunga fortificazione per arginare i popoli dellaCaledonia. Anche la frontiera delDanubio fu rinforzata con strutture di varia natura.

Il problema delle strutture difensive era strettamente connesso col territorio e col tipo di difesa che si voleva instaurare. Infatti strutture particolarmente pesanti e durature, oltre a richiedere tempi di realizzazione e costi ingentissimi, mal si adattavano a mutamenti strategici nelle linee difensive. Se un territorio era particolarmente soggetto a incursioni in un determinato periodo, una struttura leggera, formata da fossati, terrapieni e palizzate, poteva fornire una discreta tenuta, dando alle truppe di stanza nelle fortificazioni il tempo di intervenire. Diverso era il caso di incursioni in profondità o di vere e proprie invasioni, che richiedevano strutture molto più resistenti, le quali però, una volta edificate, diventavano definitive e non seguivano le evoluzioni politiche e strategiche del territorio. Molte regioni passavano da situazioni di occupazione vera e propria allo stato di protettorati, i cosiddetti "Stati clienti", il che modificava notevolmente le necessità difensive.

Quando la politica del protettorato si consolidava, si mantenevano in loco le risorse strettamente necessarie, spostando le risorse liberate in zone più calde. Questo sistema, detto dellevexillationes, cioè di distaccamenti prelevati da una legione e comandati altrove, dette ottimi risultati conferendo un'elasticità di manovra notevole. Il sistema dei distaccamenti consentiva anche di non turbare gli equilibri regionali faticosamente raggiunti, perché non si spostava un'intera legione ma singoli reparti. Il che, con il consolidamento di una difesa sempre più stanziale e con i conseguenti legami che s'instauravano tra i legionari e gli abitanti locali, consentiva di mantenere il controllo del territorio, disponendo comunque di una massa di manovra da destinare a operazioni belliche ove fosse stato necessario.

Vibia Sabina

Per mantenere alto il morale delle truppe e non lasciarle impigrire, Adriano stabilì intensi turni di addestramento, ispezionando personalmente le truppe nel corso dei suoi continui viaggi. Poiché non era incline, già dai tempi delle campagne daciche, a distinguersi per lussi particolari, si spostava a cavallo e condivideva in tutto la vita rude dei legionari. Di questa attività rimane memoria nelle cosiddetteIscrizioni di Lambesi[8], che vennero erette dopo una permanenza dell'imperatore nelcastrum omonimo, sede dellaLegio III Augusta di stanza inNumidia. Nel documento viene descritta una serie di esercitazioni molto complesse che la legione svolse con successo nell'anno128, a dimostrazione della nuova dottrina difensiva di Adriano, che intendeva ottenere il massimo dell'efficienza militare anche in quadranti, come quello numidico, abbastanza pacifici.

Da un punto di vista della struttura organizzativa non portò grandi innovazioni nell'esercito, salvo creare nuovi corpi (secondo alcuni rinforzare corpi già esistenti), basati su leva locale, denominatiNumeri, al fine di dare un apporto alle truppe ausiliarie, i cosiddettiAuxilia. I motivi erano diversi, innanzitutto tecnici: si trattava di mettere in linea truppe molto specializzate, ad esempio lanciatori, o destinate a terreni particolari, o equipaggiate in modo non convenzionale (come alcuni corpi di cavalleria pesante). Inoltre i Numeri non fruivano come gli Auxilia del diritto di vedere arruolati stabilmente i loro figli nelle legioni e quindi contribuivano a mantenere gli organici in numero costante.

I Numeri erano molto più vicini degli Auxilia ai gruppi etnici stanziati nei territori che si intendevano controllare e conservavano organizzazione e armamento loro propri. Il tutto a costi nettamente inferiori a quelli che si sostenevano per i legionari regolari, i quali, oltre a una paga di tutto rispetto, fruivano di donativi saltuari e di una liquidazione alla fine del servizio, spesso costituita dal diritto di proprietà di terreni.

La rivolta in Giudea (132-135)
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Lo stesso argomento in dettaglio:Terza guerra giudaica.
L'anticaprovincia romana di Giudea al tempo di Adriano

Il problema della Giudea si era manifestato in tutta la sua gravità fin dai tempi della prima rivolta, nel66, quando le truppe di Cestio Gallo, governatore della Siria, furono duramente sconfitte con perdite rilevantissime (poco meno di seimila uomini, secondoGiuseppe Flavio) e la perdita delle insegne da parte dellaLegio XIIFulminata. Il tutto per opera di truppe che non si potevano tecnicamente definire all'altezza di quelle romane. Il che dimostra la fortissima motivazione dei combattenti Giudei e, in particolare degli Zeloti. La rivolta si protrasse fino alla distruzione diGerusalemme del70, per opera del generaleTito, figlio diVespasiano, e alla caduta della fortezza diMasada avvenuta nel73, conclusasi con la morte per suicidio di tutti i resistenti e dei membri delle loro famiglie.

Nel115, sottoTraiano alla rivolta divampata aCirene, inEgitto e aCipro si unirono anche i Giudei con effetti devastanti. Il problema era strutturale, dato che gli abitanti della Giudea rifiutavano decisamente la romanizzazione, sia per motivi nazionalistici sia, soprattutto, per motivi religiosi. Infatti, professando una religione monoteista che, in quanto tale, non prevedeva l'affiancamento di altre divinità come era avvenuto in tutte le province, l'integrazione diveniva completamente impossibile. Quando Adriano si trovò a dover affrontare la ricostruzione diGerusalemme ripropose i moduli architettonici e urbanistici applicati in tutto l'impero, mentre la popolazione ebraica chiedeva una ricostruzione nella forma precedente alla distruzione del 70

A seguito della visita effettuata alle rovine della città nel 130 cominciò l'opera di ricostruzione permettendo inizialmente la ricostruzione di unTerzo Tempio, ma secondo la testimonianza delMidrash[9] quando gli venne riferito daiSamaritani che ciò sarebbe stato causa scatenante di continuasedizione, parve ricredersi. Di poco seguente, la scelta di far erigere, in luogo di quello ebraico (come accadeva in tutto il resto dell'impero) un tempio al dio romanoGiove sul sito delMonte del Tempio[10], e altre costruzioni dedicate a varie divinità romane in tutta Gerusalemme, tra cui un grande tempio alla deaVenere[11].

Egli fece poi anche rinominare la città la quale divenne cosìAelia Capitolina in onore di sé stesso e diGiove Capitolino, la principale divinità romana. SecondoEpifanio (De ponderibus et mensuris, cap. XIII-XVI.; ed. Migne, II. 259-264), Adriano nominòAquila di Sinope - parente acquisito dello stesso imperatore - come "supervisore dei lavori di costruzione della città"[12]. Si dice anche che operò per mettere un grandeforo, che avrebbe dovuto essere il centro d'incontro sociale primario della nuova città, all'incrocio delle strade principali delcardine e deldecumano, oggi facente parte dell'area quadrata costituita dalMuristan. Presto iGiudei, che avevano sperato in tutt'altro, furono assai delusi dal constatare quanto stava accadendo alla loro terra sacra, cominciarono pertanto sempre più un'opera di opposizione.

Adriano visita la Giudea
HADRIANVS AVG COS III P P - busto laureato di Adriano volto verso destraADVENTVI AVG IVDAEAE, S C in esergo. Sulla sinistra Adriano stante, sulla destra la Giudea, stante, ai cui lati si trovano tre ragazzi.
ÆSesterzio, ca. 117-130 d.C.

Quindi una causa della rivolta fu il nazionalismo degli abitanti della Giudea. Altra causa, secondo una tradizione basata sullaHistoria Augusta, suggerisce che le tensioni siano via via cresciute fino a sfociare in uno scontro aperto quando Adriano volle abolire lacirconcisione rituale dellareligione ebraica (ilBrit milah)[13] che egli, da fine ellenista qual era, avrebbe interpretato come l'esser una pura e semplice mutilazione fisica[14]. Tuttavia su questo specifico punto la revisione moderna ha evidenziato che moltissimi popoli sotto il dominio romano, nell'area nordafricana e mediorientale, la praticavano senza divieti e che quindi appare singolare un divieto specifico; uno studioso, Peter Schäfer, ribadisce che non vi sono mai state prove per affermare una simile ipotesi proibizionista[15][16][17].

Nel132, divampò laterza guerra giudaica, con i ribelli comandati daSimon Bar Kochba (Simone figlio della stella). Le perdite dei Romani furono tanto pesanti che nel rapporto di Adriano al Senato fu omessa l'abituale formula "Io e il mio esercito stiamo bene". Necessitò di ben 12 legioni per reprimere la rivolta, ossia circa cinque sesti di tutta la forza militare dell'Impero: fu la sola volta in cui il Senato rinunciò a far celebrare il trionfo al ritorno dell'Imperatore dopo una vittoria militare[18]. Nonostante le perdite subite, nel135, Adriano riuscì a distruggere la città fortificata diBétar e soffocare la ribellione devastando la Giudea (580 000ebrei rimasero uccisi, 1,5 milioni deportati al Mercato degli Schiavi di Adriano aGaza, 50 città fortificate e 985 villaggi furono distrutti), Adriano tentò di sradicare l'Ebraismo considerandolo la causa delle continue ribellioni. Proibì di seguire lalegge ebraica, di attenersi alcalendario ebraico e mise a morte gli studiosi dellaTōrāh (ilmartirio). I "Rotoli sacri" delle scritture furono formalmente e solennemente bruciati sulMonte del Tempio. Nel tentativo di cancellare la memoria stessa della Giudea, rinominò la provinciaSyria Palaestina (dal nome dei loro antichi nemici, iFilistei, dall'ebraico "Philistim" פְּלִשְׁתִּים che significa "invasori") e agli ebrei da quel momento in poi fu fatto divieto di entrare nella capitale riconsacrata alpaganesimo.

Più tardi si permise loro di piangere la loro umiliazione una volta all'anno a Tisha B'Av. Era evidente che l'impero non poteva permettersi di mantenere in vita un potenziale focolaio di ribellione in un'area così delicata, soprattutto in considerazione della presenza di comunità ebraiche in molti paesi al di fuori della Giudea derivante dalladiaspora avvenuta in seguito ai fatti del70. Quando le fonti ebraiche parlano di Adriano è sempre con l'epitaffio "possano essere le sue ossa frantumate" (שחיק עצמות o שחיק טמיא[19], nell'equivalente aramaico), espressione mai usata neppure nei confronti diVespasiano o del figlioTito che avevano fatto distruggere ilSecondo Tempio.

Statua inporfido ritraente Adriano rinvenuta aCesarea marittima
Nella letteratura rabbinica
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Laletteratura rabbinica è in genere fortemente critica nei confronti della sua politica estera, in particolare riguardo all'intolleranza religiosa che dimostrò verso gli ebrei; le sue politiche infatti sono state viste e intese dairabbini come un attacco alla propria libertà religiosa, di continuare cioè a studiare laTōrāh e di seguire gli insegnamenti dellalegge ebraica. La maggior parte delle storie raccontate dai "Saggi di Israele" riflettono un approccio bifronte del suo operato: in una storia viene raccontato di come punisce un ebreo che non è riuscito a salutarlo in tempo. Alla domanda rivoltagli su quale fosse la logica della sua severità nel colpire gli uomini, Adriano rispose: "Tu vorresti forse darmi consigli su come uccidere i miei nemici?"[20]

In un'altra storia, invece, Adriano scese dal suo carro e s'inchinò davanti a una ragazza ebrea affetta dalebbra. Quando fu interrogato dai suoi soldati sul motivo per cui l'avesse fatto, l'imperatore rispose con un doppio versetto dellibro di Isaia - dimostrando in tal modo di conoscerlo assai bene - in lode della nazione di Israele: "Così dice Dio il redentore di Israele per l'anima degli oppressi davanti alla nazione ripugnante, i re vedranno e scenderanno"[21].

IlMalbim, nel suo commento allibro di Daniele[9] dice come Adriano abbia fatto erigere una statua di sé stesso nel sito della HaMikdash Bet (il luogo ove sorgeva il santoTempio di Gerusalemme) in un giorno per celebrare l'anniversario della distruzione del Tempio da parte di Tito[22]. Secondo i documenti storici ebraici di quel tempo, il famoso rabbino e studioso nonché un contemporaneo di Adriano, il rabbino Yehoshua figlio di Anania, si oppose a qualsiasi intervento militare ebraico contro l'esercito romano di occupazione, a dispetto dei duri decreti di Roma promulgati contro la popolazione, e lo stesso fecero anche molti altri.

Statua colossale di Adriano trionfante con globo in una mano e scettro nell'altra, conservata all'Ermitage

Attività culturali e protezione delle arti

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Lo stesso argomento in dettaglio:Storia della letteratura latina (117 - 192) ed Età traianea e adrianea.
(latino)
«Animula vagula blandula
Hospes comesque corporis
Quae nunc abibis in loca
Pallidula rigida nudula
Nec ut soles dabis iocos»
(italiano)
«Piccola anima smarrita e soave,
compagna e ospite del corpo,
ora t'appresti a scendere in luoghi
incolori, ardui e spogli,
ove non avrai più gli svaghi consueti.»

(Historia Augusta, Adriano, 25, 9. Poesia composta da Adriano poco prima della morte, traduzione diLidia Storoni Mazzolani)

Canopo di Villa Adriana

Adriano è stato descritto, daRonald Syme tra gli altri, come il più versatile degli imperatori romani. Gli piaceva dimostrare di essere versato in tutti i campi intellettuali e letterari; ma soprattutto frequentò e protesse l'arte, essendo egli stesso un fineintellettuale, amante dellearti figurative, dellapoesia e dellaletteratura. Anche l'architettura lo appassionava molto e durante il suo principato si adoperò per dare un'impronta stilistica personale agli edifici via via edificati.

La grandevilla che si fece costruire,Villa Adriana aTivoli (Tibur), è stato il più grande esempio romano di "giardino alessandrino", che ha ricreato un autentico paesaggio sacro al suo interno; andato in gran parte perduto a causa della spoliazione delle rovine per opera delcardinaleIppolito II d'Este il quale utilizzò molto del marmo rimosso per costruire lasua celebre proprietà. La villa di Adriano costituisce l'esempio più notevole di una dimora immensa costruita con passione, intesa come luogo della memoria, intessuto di citazioni architettoniche e paesaggistiche, di riproduzioni, su varia scala, di luoghi come laStoà Pecile ateniese[23] oCanopo in Egitto.

IlPantheon diRoma, costruito daAgrippa, fu restaurato da Adriano

Anche ilPantheon aRoma, originariamente costruito daMarco Vipsanio Agrippa ma andato distrutto a seguito di un incendio nell'80, fu ricostruito proprio sotto l'egida di Adriano nella caratteristica forma a cupola che mantiene ancora oggi; questo è tra i meglio conservati degli antichi edifici della capitale imperiale e la sua struttura ha successivamente influenzato alcuni tra i più grandi architetti delRinascimento italiano e del periodoBarocco. La città fu inoltre ulteriormente arricchita di templi, come iltempio di Venere e Roma e di edifici pubblici. Da già ben prima di salire al trono provava un vivo interesse per l'architettura, ma sembra che questo non sia stato sempre troppo ben accolto.

Ad esempio, sembra che spesso l'imperatore in persona mettesse mano ai progetti il che, secondoCassio Dione, portò a un conflitto conApollodoro di Damasco, famoso architetto di corte ufficialmente investito dell'incarico progettuale delForo di Traiano il quale respinse i suoi disegni e proposte per apportarne modifiche. QuandoTraiano fece chiamare Apollodoro per consultarlo su un problema sorto inerente all'opera, ecco che Adriano l'interruppe per mettersi a dare consigli, per cui Apollodoro rispose così: "Andate via e continuate a disegnare le vostre zucche. Tu non sai niente di questi problemi"[24]. "Zucche" si riferisce ai disegni di Adriano di cupole come ilSerapeo che poi installò nella sua villa. Sempre secondo lo storico una volta che Adriano divenne imperatore, infastidito dalla disistima dell'architetto che lo riteneva poco più di un dilettante, sarebbe arrivato al punto da mandarlo prima inesilio e poi a metterlo a morte.

Anche in questo caso, come già conTacito eSvetonio nei confronti diTiberio,Claudio eNerone, è difficile capire quanto lo storico riferisca fatti reali e non illazioni dettate da animosità nei confronti dell'imperatore. Adriano ha scritto poesie in latino e greco; delle sue varie raccolte, andate completamente perdute, uno dei pochi esempi riusciti a giungere sino a noi è un frammento riportato dallaHistoria Augusta[25][26], che pare avrebbe dovuto essere parte di un poema latino composto, o meglio fatto dettare, sul letto di morte. Ha anche scritto un'autobiografia - apparentemente non un'opera di grande ampiezza o di vasta profondità psicologica, ma progettata perlopiù per inserire varie notizie o fatti importanti della sua vita e spiegare le motivazioni delle diverse azioni da lui compiute durante il suo regno.

Tondo dell'Arco di Costantino raffigurante la caccia al leone di Adriano

Adriano era poi un cacciatore appassionato, e questo fin dai tempi della sua giovinezza, secondo una fonte[27]: nel nord-ovest dell'Asia, avrebbe fondato e dedicato una città per commemorare un'orsa che era riuscito a stanare e uccidere[28]. Si è documentato inoltre il fatto che mentre si trovava in viaggio lungo l'Egitto romano - assieme al suo amato ragazzoAntinoo - uccise un leone[28]. A Roma, otto rilievi caratterizzano l'imperatore in diverse fasi della caccia; essi decorano un edificio che era stato inizialmente progettato come un monumento che doveva celebrare uno di questi eventi[28].

Adriano, benché, sempre secondo Cassio Dione, disconoscesseOmero[29], fu un umanista profondamente vicino all'ellenismo nei gusti; culturalmente aveva familiarità con l'opera dei filosofiEpitteto, esponente dellostoicismo nonché suo amico personale,Eliodoro eFavorino; ma studiò approfonditamente siaPlatone siaEpicuro[30], oltre allalingua greca antica. Vicino anche ai bisogni sociali più concreti ha mitigato laschiavitù nell'antica Roma, dandole un codice legale di regolamentazione più umanizzato proibendo ad esempio latortura sulle persone ridotte inschiavitù. Ha costruitobiblioteche (un esempio è labiblioteca di Adriano adAtene),acquedotti,terme romane eteatri.

La barba di Adriano

Da molti storici è considerato per essere stato saggio e giusto:Schiller ebbe modo di definirlo "primo servitore dell'Impero", e lo storico ingleseEdward Gibbon ha ammirato la sua "vasta e attiva opera di genio", così come la sua "equità e moderazione". Nel 1776 ha affermato che quella di cui anche Adriano faceva parte era stata la "più felice epoca della storia umana". Un altro dei contributi di Adriano alla cultura più "popolare" era costituito dallabarba che portava la quale veniva a simboleggiare anche il suofilellenismo; proprio in omaggio allafilosofia greca, fu il primo imperatore a portarla sempre[31][32].

Fin dai tempi diPublio Cornelio Scipione (detto "l'Africano") era stato infatti di moda tra i Romani essere sempre ben rasati; anche tutti gli imperatori romani prima di lui, con l'eccezione diNerone (non a caso anch'egli un grande ammiratore della cultura greca), erano rasati. La maggior parte degli imperatori dopo Adriano invece sarebbero stati ritratti con la barba. Le loro barbe, tuttavia, non sono state portate tanto quanto un segno di apprezzamento nei confronti della cultura greca ma perché essa, grazie ad Adriano, era diventata di moda; un uso che verrà poi ripreso da molti suoi successori (tra i qualiAntonino Pio,Marco Aurelio,Settimio Severo eFlavio Claudio Giuliano).

Questa nuova moda durò fino al regno diCostantino I[33] e fu ripresa di nuovo solamente dall'imperatore bizantinoFoca all'inizio del VII secolo[34]. Fu anche il primo imperatore romano a essere iniziato al rito greco deimisteri eleusini e, a parteCaligola e Nerone, a interessarsi fortemente alle culture orientali dell'impero, ma allo stesso tempo riaffermò le antiche origini diRoma, valorizzando gli elementi arcaici dell'età regia di Roma eaugustei dellareligione romana, come il richiamo aRomolo eNuma Pompilio[35]. Restaurò il culto diVenere Genitrice, istituito daCesare e poi abbandonato, associandolo a quello delladea Roma, ricostruendo ilTempio dedicato[36].

Ritratto di Antinoo scoperto aVilla Adriana aTivoli e conservato almuseo del Louvre

Relazione con Antinoo

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Lo stesso argomento in dettaglio:Antinoo.

Molto noto è stato il legame sentimentale intercorso tra l'imperatore e un giovanegreco originario dellaBitinia di nomeAntinoo, tanto da essere citato nel corso del tempo come una delle più famose rappresentazioni di "coppie omosessuali" dell'interastoria LGBT; il giovinetto si trovò strettamente a contatto con Adriano per almeno cinque anni e lo seguì in tutti i suoi viaggi fino a quando, appena diciannovenne misteriosamente cadde nelNilo e morì.

Antinoo come Osiride, con ilnemes e l'ureo

Travolto dal dolore, in onore del defunto Antinoo, Adriano fondò la città egiziana diAntinopoli, nella quale fece edificare un tempio dedicato al culto di Antinoo divinizzato, assimilato aldio egizioOsiride e successivamente anche aErmes e aDioniso, nonché come patrono delle colture[37]. Per il resto della vita Adriano commissionò centinaia (se non migliaia) di statue di Antinoo, oltre che farlo ritrarre in busti, monete, gioielli e altri oggetti di artigianato: tutta la passione e la profondità dell'amore di Adriano furono mostrate in queste opere, che sono tra gli esempi più alti dell'arte adrianea e rinvenute ovunque in tutto l'Oriente ellenizzato dell'Impero romano, raffiguranti un giovane uomo dal fascino malinconico, caratterizzato da un volto tondo con guance piene prive di qualsiasi peluria, labbra sensuali, e folta capigliatura a grosse ciocche mosse che ricoprono le orecchie. Uno dei più famosi fra questi oggetti è la cosiddettagemma Marlborough, unasardonica splendidamente incisa e bagnata nell'oro nella parte posteriore, che si riteneva perduta e che fu poi riscoperta in un'asta pubblica londinese nel 1952. Il grande collezionista Giorgio Sangiorgi la riportò poi a Roma, dove è tuttora conservata, quando i duchi di Marlborough dispersero la collezione per mantenere la tenuta di Blenheim.

Adriano e Antinoo, disegno del pittore e incisore francese ottocentescoPierre Bouillon

Antinoo proveniva daClaudiopoli (Bitinia) e Adriano con tutta probabilità lo incontrò durante il soggiorno inAsia minore avvenuto nel biennio 123/24[38]. Per l'ambiente contemporaneo non era tanto l'inclinazione omoerotica dell'imperatore nei confronti degli adolescenti a essere irritante - tali rapporti erano sempre stati evidenti anche nel predecessoreTraiano - quanto l'insolitaapoteosi assegnatagli post-mortem, del tutto simile alculto imperiale e appartenente di diritto solamente alla famiglia reale, nonché l'allontanamento definitivo dalla moglie e la profonda malinconia che caratterizza i suoi ultimi anni di regno, accresciuta anche dalla perdita di lì a breve dell'amata sorella Paulina[39][40] (la quale non ebbe peraltro mai gli onori che furono attribuiti ad Antinoo in quanto pare considerasse l'abbandono sentimentale del fratello sconveniente ed eccessivo[41]).

Immediatamente cominciarono inoltre anche a circolare voci su quelle che in realtà avrebbero dovuto essere state le effettive circostanze dell'incidente occorso ad Antinoo; oltre alla morte naturale cadendo nel fiume per poi annegare subito dopo, sorsero anche interpretazioni alternative per cui si sarebbe suicidato[42][43] perché rischiava di non rimanere ancora per molto nelle grazie dell'imperatore ma si ipotizzò anche l'omicidio da parte della moglie di Adriano o la morte sacrificale a carattere magico-rituale nell'intento di donare la piena salute ad Adriano che in quel periodo era tornata a essere alquanto cagionevole[44].

Busto di Adriano del 132-138 d.C.

Il modello della deificazione postuma dei propri cari - la quale iniziò a verificarsi durante l'ellenismo tra i vari sovrani delVicino Oriente - fuAlessandro Magno, che attribuì egli stesso onori e culto da eroe all'amatissimo compagnoEfestione dopo la sua sopravvenuta dipartita. Ma la portata della venerazione nei confronti di Antinoo fu tale da includere anche ilcatasterismo: Adriano affermò cioè di aver veduto brillare in cielo la stella dell'amato e lo volle pertanto tramutare in unacostellazione col suo nome, quella diAntinoo[45].

La fede nella divinità del giovane uomo morto, risorto e assunto in cielo apparve in varie forme e ottenne ampia diffusione, non solo nella parte più orientale dell'impero, ma anche in Grecia e Asia minore fino a giungere in Italia[46]; avendo un seguito tra le masse popolari che si ricollegavano a lui nella loro stessa speranza in una futura vita eterna, il suo volto iniziò ad apparire anche in lampade, vasi di bronzo e altri oggetti dell'esistenza più quotidiana[47]. Solamente di Augusto e dello stesso Adriano ci sono state tramandate un numero di immagini superiore a quelle che imprimono le fattezze di Antinoo[48].

La morte e il monumento funebre

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Scena di adozione daEfeso (Monumento dei Parti, oggi presso il Museo di Efeso aVienna):Antonino Pio (al centro) con il fanciulloLucio Vero di sette anni (a destra) eMarco Aurelio di diciassette anni (a sinistra, alle spalle). A fianco potrebbe essere Adriano (estrema destra).

Gli ultimi anni di Adriano furono angustiati da una dolorosa malattia e dal problema della successione. Dione riporta l'episodio, non necessariamente vero, di una conversazione al tavolo da pranzo in cui si fecero i nomi di dieci possibili successori,[49] tra i quali sembra che Adriano avesse sceltoLucio Giulio Urso Serviano.Serviano aveva più di novant'anni, ma aveva sposato la sorella di Adriano, e il loro nipote,Gneo Pedanio Fusco Salinatore, allora diciottenne, era l'unico parente di sangue di Adriano. Ma non c'è nessuna prova che Adriano abbia considerato di farlo suo erede, e Serviano era chiaramente troppo vecchio. Oltretutto, forse a causa di una congiura, sia Serviano che Fusco vennero fatti morire in circostanze che a molti senatori ricordarono l'affare dei quattro ex consolari all'inizio del regno: Adriano aveva cambiato presto idea, provocando una certa reazione di Serviano, allora condannò a morte sia lui che il nipote. Prima di suicidarsi Serviano sfogò la sua ira affermando secondo Cassio Dione il desiderio che il già malato «Adriano soffra a lungo, pregando la morte, ma incapace di morire».[50]Già nell'estate del136 Adriano rischiò di morire peremorragia e questi eventi portarono all'esclusione improvvisa di Fusco. Convalescente nellasua villa diTivoli, scelse inizialmente Lucio Ceionio Commodo (conosciuto poi comeLucio Elio Cesare) come suo successore, adottandolo come suo figlio contro la volontà delle persone a lui vicine tra cui non solo Serviano. Era nipote per via materna diGaio Avidio Nigrino, uno dei congiurati del 118. Dopo una breve permanenza lungo lafrontiera del Danubio, Lucio Elio, cagionevole di salute, tornò a Roma per pronunciarvi, il primo giorno del138, un discorso davanti al Senato riunito. La notte prima del discorso, però, si ammalò e morì di emorragia nel corso della giornata. Il 24 gennaio del 138 Adriano scelse allora Aurelio Antonino come suo nuovo successore[51]: si trattava del consolare Tito Aurelio Fulvo Boionio Arrio Antonino, in seguito noto comeAntonino Pio.Questi era genero dell'anzianoMarco Annio Vero e cognato delfiglio omonimo di questi (già deceduto); dopo essere stato esaminato per alcuni giorni, fu accettato dal Senato e adottato da Adriano il 25 febbraio col nome diTito Elio Cesare Antonino. A sua volta, come da disposizioni dello stessoprinceps, Antonino adottò il nipote di Vero, il diciassettenne Marco Annio Vero, futuroMarco Aurelio (che era suo nipote, in quanto figlio del fratello di sua moglieFaustina maggiore) e il giovane Lucio Commodo (futuroLucio Vero), figlio dello scomparso Lucio Elio Cesare. Il giovane Marco Annio Vero mutò il suo nome inMarco Elio Aurelio Vero e Lucio Commodo divenneLucio Elio Aurelio Commodo, nomi che avrebbero mantenuto fino alla loro stessa ascesa. Marco fu fatto fidanzare con la sorella di Lucio Elio,Ceionia Fabia, ma poi, dopo la morte di Adriano, fu reso genero di Antonino che sciolse il fidanzamento facendogli sposare sua figliaFaustina minore, mentre lafiglia di Marco e Faustina divenne la moglie di Lucio. Furono così poste le basi della dinastia Antonina che governò fino al 192.

Ricostruzione del Mausoleo di Adriano, oggiCastel Sant'Angelo

Poco tempo più tardi, Adriano chiese in Senato che Marco, già appassionato di filosofia e cultura greca e di cui il vecchio imperatore aveva intuito le grandi capacità politiche, fosse esentato dalla legge che impediva di diventarequestore prima del ventiquattresimo compleanno. Fu quindi facilitato nel percorso della sua classe sociale attraverso l'adozione decisa da Adriano.[52]

La salute di Adriano intanto continuava a peggiorare tanto da desiderare la morte anche se questa non arrivava,[53] tentando anche ilsuicidio, impedito dal successore Antonino.[54] L'imperatore, ormai gravemente malato, lasciò Roma per la sua residenza estiva, una villa aBaiae, località balneare sulla costa campana. Le sue condizioni però continuavano a peggiorare tanto che Adriano disattese la dieta prescrittagli dai medici, indulgendo in cibo e bevande, morendo infine diedema polmonare il 10 luglio del138, a 62 anni come il predecessore Traiano. Le sue spoglie furono sepolte inizialmente aPozzuoli, per poi essere traslate dopo la cremazione nelmausoleo monumentale che egli stesso aveva fatto costruire a Roma.La successione di Antonino si rivelò ormai stabilita e priva di possibili colpi di mano: Antonino continuò a sostenere i candidati di Adriano ai vari pubblici uffici, cercando di venire incontro alle richieste delSenato, rispettandone i privilegi e sospendendo le condanne a morte pendenti sugli uomini accusati negli ultimi giorni di vita da Adriano. Per il suo comportamento, rispettoso dell'ordine senatorio e delle nuove regole, nonché della memoria del padre adottivo, Antonino fu insignito dell'appellativo "Pio".[55][56] Uno dei primi atti ufficiali di governo (acta) fu la divinizzazione del suo predecessore, alla quale si oppose fieramente tutto il senato, che non aveva dimenticato che Adriano aveva diminuito l'autorità dell'assemblea e ne aveva mandato a morte alcuni membri. Tuttavia l'apoteosi di Adriano fu imposta comunque da Antonino.

Cassio Dione Cocceiano riporta in un brano dellaStoria romana la realizzazione di un monumento equestre di Adriano[57]

«Dopo la morte di Adriano gli fu eretto un enorme monumento equestre che lo rappresentava su unaquadriga. Era così grande che un uomo di alta statura avrebbe potuto camminare in un occhio dei cavalli, ma, a causa dell'altezza esagerata del basamento, i passanti avevano l'impressione che i cavalli ed Adriano fossero molto piccoli.»
Fonte battesimale in Vaticano, la cui vasca in porfido potrebbe essere il coperchio del sarcofago di Adriano

In realtà non è certo che il monumento funebre sia stato iniziato dopo la morte dell'imperatore e molto probabilmente fu iniziato da Adriano stesso nel135 e, dopo la morte, terminato dal successore Antonino Pio. La struttura fu, nei secoli, trasformata ripetutamente e oggi è uno dei monumenti più famosi diRoma:Castel Sant'Angelo, il quale è infatti anche denominato Mole Adriana. Esistono teorie secondo cui il sarcofago inporfido dell'imperatore (in particolare il coperchio) sia stato riutilizzato come vasca del fonte battesimale diSan Pietro in Vaticano[58].

Monetazione imperiale del periodo

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Lo stesso argomento in dettaglio:Monetazione da Nerva ad Adriano.

Rappresentazioni storiche

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  • La perduta autenticabiografia di Adriano fu reinterpretata in forma diautobiografia, basata su accurati studi di fonti originali daMarguerite Yourcenar,Mémoires d'Hadrien (Memorie di Adriano) nel1951 (New York1954).
  • Un'altra rappresentazione di Adriano e della sua corte è il classico scolastico diElizabeth Speller,Following Hadrian: a second-century journey del2003 (Seguendo Adriano: Un viaggio nel II secolo). Il libro mescola racconti di viaggio, finte memorie e autentiche note biografiche, viste dagli occhi della poetessa e storica di Adriano,Giulia Balbilla.
  • Altra rappresentazione di Adriano, ricavata dalleMémoires d'Hadrien di Marguerite Yourcenar, è lo spettacolo teatrale diGiorgio Albertazzi, "Memorie di Adriano" per la regia di Maurizio Scaparro.

Note

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  1. ^Antinoo fu l'amante e il favorito ufficiale dell'imperatore
  2. ^Historia AugustaHadrianus, 14, 11.
  3. ^Whilelm Henzen, Giovanni Battista de Rossi,Corpus inscriptionum Latinarum VI. Inscriptiones urbis Romae latinae p. 1426..
  4. ^Iscrizione in Atene, anno 112 AD:CILIII, 550 = InscrAtt 3 = IG II, 3286 = Dessau 308 = IDRE 2, 365:P(ublio) Aelio P(ubli) f(ilio) Serg(ia) Hadriano / co(n)s(uli) VIIviro epulonum sodali Augustali leg(ato) pro pr(aetore) Imp(eratoris) Nervae Traiani / Caesaris Aug(usti) Germanici Dacici Pannoniae inferioris praetori eodemque / tempore leg(ato) leg(ionis) I Minerviae P(iae) F(idelis) bello Dacico item trib(uno) pleb(is) quaestori Imperatoris / Traiani et comiti expeditionis Dacicae donis militaribus ab eo donato bis trib(uno) leg(ionis) II / Adiutricis P(iae) F(idelis) item legionis V Macedonicae item legionis XXII Primigeniae P(iae) F(idelis) seviro / turmae eq(uitum) R(omanorum) praef(ecto) feriarum Latinarum Xviro s(tlitibus) i(udicandis) //... (testo in greco)
  5. ^H. W. Benario inRoman-emperors.org.
  6. ^Alberto Angela,Impero. Viaggio nell'Impero di Roma seguendo una moneta, Mondadori, 2010
  7. ^Le conquiste di Traiano avevano permesso di acquisire la Mesopotamia e la parte settentrionale della Persia fino al Mar Caspio, ma le nuove conquiste costituivano due aree approssimativamente triangolari con lati piccoli sul fiume Eufrate e aventi come confine gli altri lati.
  8. ^Sul punto si veda: M.A. Levi,Adriano, un ventennio di cambiamento, cit. in bibl. pag. 44 e seg.
  9. ^abMidrash Rabba, Genesis Rabba 64 (end).
  10. ^Cassio Dione,Historia Augusta 69.12.1.
  11. ^Virgilio Corbo,The Holy Sepulchre of Jerusalem (1981)
  12. ^Epiphanius,Treatise on Weights and Measures – Syriac Version (ed. James Elmer Dean), University of Chicago Press, c1935, p. 30
  13. ^(EN)Peter Schäfer,Judeophobia: Attitudes Toward the Jews in the Ancient World, Harvard University Press, 1998, pp. 103-105,ISBN 978-0-674-04321-3.URL consultato il 1º febbraio 2014.
    «[…] Hadrian's ban on circumcision, allegedly imposed sometime between 128 and 132 CE […]. The only proof for Hadrian's ban on circumcision is the short note in theHistoria Augusta: 'At this time also the Jews began war, because they were forbidden to mutilate their genitals (quot vetabantur mutilare genitalia). […] The historical credibility of this remark is controversial […] The earliest evidence for circumcision in Roman legislation is an edict by Antoninus Pius (138-161 CE), Hadrian's successor […] [I]t is not utterly impossible that Hadrian […] indeed considered circumcision as a 'barbarous mutilation' and tried to prohihit it. […] However, this proposal cannot be more than a conjecture, and, of course, it does not solve the questions of when Hadrian issued the decree (before or during/after the Bar Kokhba war) and whether it was directed solely against Jews or also against other peoples.»
  14. ^Mackay, Christopher.Ancient Rome a Military and Political History 2007: 230
  15. ^(EN) Peter Schäfer,The Bar Kokhba War Reconsidered: New Perspectives on the Second Jewish Revolt Against Rome, Mohr Siebeck, 2003, p. 68,ISBN 9783161480768.
  16. ^(EN) Peter Schäfer,The History of the Jews in the Greco-Roman World: The Jews of Palestine from Alexander the Great to the Arab Conquest, Routledge, 2 settembre 2003, p. 146.
  17. ^Historia Augusta,Adriano14.2.
  18. ^Gérard Nahon, ArticleBar-Kokhba, Encyclopaedia Universalis, DVD, 2007
  19. ^La versione aramaica, "שחיק טמיא", viene utilizzata, per esempio, inGenesis Rabbah 78:1.. A ciò fa riferimentoRashi nel suo commento alla frase, "טמא לנפש", nelcommentario a Numeri 5:2.. In altre due occasioni poi Rashi si riferisce poi aBereshit (libro) nel suo commentario, 10:3 e 28:3, utilizzando la versione ebraica, "שחיק עצמות"
  20. ^Midrash Rabba (Lamentations Rabba), section 3
  21. ^midrash HaGadol to dvarim 26:19
  22. ^Malbim to Daniel 9:27
  23. ^ Ilaria Romeo,The Panhellenion and Ethnic Identity in Hadrianic Greece, inClassical Philology, vol. 97, n. 1, gennaio 2002, pp. 21-40.
  24. ^ Cassio Dione,69,4,2(archiviato dall'url originale il 29 marzo 2020).; Traduzione secondoOpper 2009, pag. 102.
  25. ^Hadrian, suHistoria Augusta,penelope.uchicago.edu, vol. 25.9.
  26. ^Antony Birley, p. 301.
  27. ^Adriano, suHistoria Augusta,penelope.uchicago.edu, vol. 2.1.
  28. ^abcFox, RobinThe Classical World: An Epic History from Homer to Hadrian Basic Books. 2006 pg 574
  29. ^Cassio Dione,Storia romana LXIX 4.6: «In ogni occasione ignorò Omero, sostituendolo conAntimaco, il cui nome, in precedenza, era stato per lo più sconosciuto».
  30. ^Plotina[collegamento interrotto] (PDF), supuntoerre.eu.
  31. ^Fündling 2006, Vol. 4.2, pp. 1128–1131
  32. ^Paul Zanker,Die Maske des Sokrates: Das Bild des Intellektuellen in der antiken Kunst, Monaco 1995, pp. 206–221.
  33. ^ A. E. Conway,?, inThe Burlington Magazine for Connoisseurs, vol. 25, n. 138, 1914, pp. 346-349,JSTOR 859783.
  34. ^Facts About the Byzantine Emperors, suweb2.airmail.net, 7 settembre 2001.URL consultato il 7 maggio 2012(archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2012).
  35. ^Galimberti
  36. ^Mario Attilio Levi,L'età delle guerre civili, inLa storia: Roma - Dalle origini ad Augusto, Mondadori
  37. ^Forse simbolico delle speranze di immortalità e rinascita dei princeps (Fündling 2006, Vol. 4.2, pag. 698.)
  38. ^Fündling 2006, Vol. 4.2, pp. 687/689
  39. ^Cassio Dione69,11,4(archiviato dall'url originale il 29 marzo 2020).
  40. ^Fündling 2006, Vol. 4.2, pag. 690.
  41. ^Fündling 2006, pag. 692.
  42. ^Fündling 2006, Vol. 4.2, pp. 692–695
  43. ^Birley 2006, S. 90
  44. ^Cassio Dione69,11,2 f.(archiviato dall'url originale il 29 marzo 2020).;Historia Augusta,Hadrianus 14,6.
  45. ^Fündling 2006, Vol. 4.2, pp. 696/698
  46. ^Fündling 2006, Vol. 4.2, pag. 697
  47. ^Opper 2009, pag. 189.
  48. ^Opper 2009, pag. 186. Con non meno di sette statue di Antinoo provenienti dalla solaTivoli (Fündling 2006, Vol. 4.2, pag. 700).
  49. ^Cassio Dione, 69, 17.
  50. ^Serviano cullava l'idea che il nipote divenisse un giorno imperatore, ed è comprensibile quindi che fosse alquanto contrariato quando, nel 136, Adriano cambiò idea e decise di adottare Lucio Elio Cesare come suo figlio ed erede. La rabbia di Serviano e di Fusco Salinatore fu tale che intesero impugnare l'adozione: Adriano, per evitare contrasti, ordinò la morte di Serviano e del proprio pronipote. Secondo Cassio Dione Cocceiano, Serviano si suicidò esclamando: «la mia unica preghiera è che Adriano soffra a lungo, pregando la morte, ma incapace di morire».
  51. ^Birley 1990, pp. 51-52.
  52. ^Birley 1987, pp. 38-42.
  53. ^Birley 1990, pp. 50-51;Cassio Dione, 69, 22.4;Historia AugustaHadrianus, 25.5-6
  54. ^Sul tentativo di suicidio di Adriano cfr.Cassio Dione, 69, 22.1-4;Historia AugustaHadrianus, 24.8-13.
  55. ^Cassio Dione 69.21.1
  56. ^Birley 1990, pp. 63-66.
  57. ^LXIX, supenelope.uchicago.edu.URL consultato il 31 ottobre 2008(archiviato dall'url originale il 29 marzo 2020).
  58. ^Federico Zeri,Orto aperto, Longanesi, 1990, p. 26.

Bibliografia

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Fonti primarie
Fonti secondarie

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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PredecessoreImperatore romanoSuccessore
Traiano117 -138Antonino Pio
V · D · M
Conquista della Dacia
Conquista della Dacia (101 ~ 106 d.C.)
Eventi e fontiCronologia della conquista della Dacia ·Fonti e storiografia
Scenario geopoliticoImpero romano ·Daci ·Sarmati Iazigi ·Sarmati Roxolani ·Bastarni ·Buri
Battaglie(101 d.C.)battaglia a Tapae · (101/102)Battaglia di Adamclisi · (106)Battaglia di Sarmizegetusa Regia
ProtagonistiRomani: ImperatoreTraiano ·Tiberio Claudio Liviano ·Licinio Sura ·Quinto Sosio Senecione ·Lusio Quieto ·Gneo Pinario Emilio Cicatricula Pompeo Longino ·Adriano ·Decimo Terenzio Scauriano ·Gaio Cilnio Proculo ·Manio Laberio Massimo ·Lucio Giulio Urso Serviano ·Lucio Fabio Giusto
Daci:Decebalo
EsercitiEsercito romano ·Esercito dacico
Monumenti commemorativiTropaeum Traiani ·Colonna Traiana efregio spiraliforme ·Foro di Traiano e relativastatua equestre ·Arco di trionfo di Benevento e diAncona
V · D · M
Campagne partiche di Traiano
Eventi e fontiCampagne armeno-partiche di Traiano (114-117 d.C.) ·Cronologia delle campagne partiche di Traiano ·Fonti e storiografia

Scenario geopoliticoImpero romano ·Impero partico ·Regno d'Armenia
Battaglie(116 d.C.)Assedio di Ctesifonte
ProtagonistiRomani: ImperatoreTraiano ·Lusio Quieto ·Publio Elio Traiano Adriano ·Decimo Terenzio Scauriano ·Quinto Marcio Turbone ·Appio Massimo Santra
Parti:Osroe I
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EsercitiEsercito romano ·Esercito partico
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Imperatori adottivi
Marcia
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Marco CocceioNerva Cesare Augusto
(30 - 98)
Ulpia Traiana
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Gaio Salonio Matidio Patruino
Ulpia Marciana
Cesare Marco Ulpio NervaTraiano Augusto
(53 - 117)
Pompea Plotina
Publio Elio Adriano Afro
Domizia Paolina
Lucio Escribonio Libo Rupilio Frugi
Salonia Matidia
(1)Lucio Vibio Sabino
Cesare Publio Elio TraianoAdriano Augusto
(76 - 138)
Elia Domizia Paolina
Lucio Giulio Urso Serviano
Lucio Fundanio Lamia Eliano
Rupilia Annia
Marco Annio Vero
Rupilia Faustina
Vibia Matidia
Vibia Sabina
Giulia Serviana Paolina
Gneo Pedanio Fusco Salinatore
Fundania
Marco Annio Libone
Marco Annio Vero
Domizia Lucilla
Faustina maggiore
Cesare Tito Elio AdrianoAntonino Pio Augusto
(86 - 161)
Avidia Plauzia
Lucio Elio Cesare
Gneo Pedanio Fusco Salinatore
Marco Annio Libone
Annia Fundania Faustina
Annia Cornificia Faustina
Gaio Ummidio Quadrato Anniano Vero
CesareMarco Aurelio Antonino Augusto
(121 - 180)
Faustina minore
(1) CesareLucio Vero Aurelio Augusto
(130 - 169)
Gaio Avidio Ceionio Commodo
Ceionia Fabia
Plauzio Quintillo
Ceionia Plauzia
Quinto Servilio Pudente
Marco Numidio Quadrato Anniano
Numidia Cornificia Faustina
Gneo Claudio Severo
Annia Aurelia Galeria Faustina
Tiberio Claudio Pompeiano
Annia Aurelia Galeria Lucilla
Tito Aurelio Fulvio Antonino
Cesare Marco AurelioCommodo Antonino Augusto
(161 - 192)
Bruzia Crispina
Vibia Aurelia Sabina
Lucio Antistio Burro
Giunio Licinio Balbo
Servilia Ceionia
discendenza
Marco Petronio Sura Mamertino
Annia Cornificia Faustina minore
Lucio Didio Marino
Annia Aurelia Fadilla
discendenza
Marco Annio Vero Cesare
Marco Peduceo Plauzio Quintillo
discendenza



Nota: la linea tratteggiata indica l'adozione (se verso il basso) o il matrimonio (se laterale)

  • (1) = primo coniuge
  • (2) = secondo coniuge (non mostrato)
V · D · M
Imperatori romani e relative linee di successione
Dinastia giulio-claudiaAugusto (27 a.C.-14 d.C.) ·Tiberio (14-37) ·Caligola (37-41) ·Claudio (41-54) ·Nerone (54-68)


Legenda: * associati
Anno dei quattro imperatoriGalba (68-69) ·Otone (69) ·Vitellio (69)
Dinastia flaviaVespasiano (69-79) ·Tito (79-81) ·Domiziano (81-96)
Principato adottivoNerva (96-98) ·Traiano (98-117) ·Adriano (117-138) ·Antonino Pio (138-161) ·Marco Aurelio (161-180)* ·Lucio Vero (161-169)* ·Commodo (180-192)
Guerra civile (193-197)Pertinace (192-193) ·Didio Giuliano (193) ·Pescennio Nigro (193-194) ·Clodio Albino (193-197)
Dinastia dei SeveriSettimio Severo (193-211) ·Caracalla (211-217)* ·Geta (211)* ·Macrino (217-218) ·Diadumeniano (218) ·Eliogabalo (218-222) ·Alessandro Severo (222-235)
Anarchia militareMassimino il Trace (235-238) ·Gordiano I (238)* ·Gordiano II (238)* ·Pupieno (238)* ·Balbino (238)* ·Gordiano III (238-244) ·Filippo l'Arabo (244-249) ·Decio (249-251)* ·Erennio Etrusco (251)* ·Treboniano Gallo (251-253)* ·Volusiano (251-253)* ·Ostiliano (251) ·Emiliano (253) ·Valeriano (253-260)* ·Gallieno (253-268) ·Claudio il Gotico (268-270) ·Quintillo (270) ·Aureliano (270-275) ·Tacito (275-276) ·Floriano (276) ·Probo (276-282) ·Caro (282-283) ·Carino (283-285)* ·Numeriano (283-284)
Tetrarchia edinastia costantinianaDiocleziano (284-305)* ·Massimiano (286-305)* ·Costanzo Cloro (305-306)* ·Galerio (305-311)* ·Massimino Daia (308-311)* ·Licinio (308-324)* ·Costantino I (306-337)* ·Aurelio Valerio Valente (316-317)* ·Sesto Martiniano (324)* ·Costantino II (337-340)* ·Costante I (337-350)* ·Costanzo II (337-361)* ·Giuliano (360-363)
Gioviano,dinastia valentiniana e Teodosio IGioviano (363-364) ·Valentiniano I (364-375)* ·Valente (364-378)* ·Graziano (375-383)* ·Valentiniano II (375-392)* ·Teodosio I (379-395)*
Dinastia teodosiana (Impero romano d'Occidente)Onorio (393-423)* ·Costanzo III (421)* ·Valentiniano III (425-455)
Ultimi imperatori (Impero romano d'Occidente)Petronio Massimo (455) ·Avito (455-456) ·Maggioriano (457-461) ·Libio Severo (461-465) ·Antemio (467-472) ·Anicio Olibrio (472) ·Glicerio (473-474) ·Giulio Nepote (474-475) ·Romolo Augusto (475-476)
Elenco degli imperatori romani ·Linea di successione degli imperatori romani
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