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Adelchi Serena

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Adelchi Serena

Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia
Durata mandato31 ottobre1939 –
30 ottobre1940
Capo del governoBenito Mussolini
PredecessoreGiuseppe Cobolli Gigli
SuccessoreGiuseppe Gorla

Podestà dell'Aquila
Durata mandato23 dicembre1926 –
29 gennaio1934
PredecessoreFrancesco Ballero (Commissario prefettizio)
SuccessoreGianlorenzo Centi Colella

Segretario del Partito Nazionale Fascista
Durata mandato30 ottobre1940 –
26 dicembre1941
PredecessoreEttore Muti
SuccessoreAldo Vidussoni

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato24 maggio1924 –
2 marzo1939
LegislaturaXXVII, XXVIII, XXIX
Gruppo
parlamentare
PNF
CircoscrizioneAbruzzi e Molise(XXVII)
Incarichi parlamentari
  • Membro della giunta per il regolamento interno(XXIX)
Sito istituzionale

Consigliere nazionale della Camera dei fasci e delle corporazioni
Durata mandato23 marzo1939 –
2 agosto1943
LegislaturaXXX
Gruppo
parlamentare
PNF

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
(1921-1943)
Titolo di studioLaurea inGiurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Napoli
ProfessioneAvvocato

Adelchi Serena (L'Aquila,27 dicembre1895Roma,29 gennaio1970) è stato unpoliticoitaliano,podestà dell'Aquila,ministro dei lavori pubblici nelgoverno Mussolini e segretario delPartito Nazionale Fascista.

Biografia

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Giovinezza

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Serena apparteneva a una famiglia di piccoli commercianti dell'Aquila e dal 1906 frequentò illiceo ginnasio cittadino, venendo però espulso nel 1911 e dovendo frequentare gli ultimi anni da esterno. Allo scoppio dellaprima guerra mondiale si distinse per le manifestazioni interventiste e partì volontario, venendo però dispensato per motivi di salute, potendosi così diplomare nel giugno del 1915. Fu richiamato alle armi nel 1916 nel corpo deiBersaglieri, scalando i gradi datenente acapitano, ricevendo una croce al merito e venendo congedato nel dicembre del 1919 damaggiore. Alla fine del 1920 conseguì la laurea in giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, anche grazie alle agevolazioni per gli ex militari. Praticò l'attività forense nello studio diVincenzo Speranza, sindaco dell'Aquila, discutendo però un'unica causa nel 1922 e iscrivendosi all'albo solamente nel 1927.

Ritratto giovanile di Adelchi Serena, risalente al 1915 circa

Militanza, incarichi locali e attività podestarile

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Nel febbraio del 1921 si iscrisse alPartito Nazionale Fascista e nel febbraio del 1922 entrò nel direttorio cittadino del partito, ricoprendo la carica di segretario federale del fascio cittadino da quell'anno al 1923. Non partecipò allamarcia su Roma (28 ottobre 1922), durante la quale si trovava a Napoli, ma dopo la riuscita della manifestazione si diresse nella Capitale, partecipando alla sfilata davanti alpalazzo del Quirinale di tre giorni dopo. Nel 1926 fu nominatopodestà della città dell'Aquila, incarico che mantenne fino al 1934.

Come podestà sponsorizzò nel 1927 la nascita dellaGrande Aquila, che previde la soppressione e l'accorpamento al territorio del capoluogo dei comuni diArischia,Bagno,Camarda,Lucoli,Paganica,Preturo,Roio,Sassa e la frazione diSan Vittorino diPizzoli; nel 1947 Lucoli fu il solo che ritornò comune autonomo, a differenza degli altri sette. Fu anche promotore di una rinascita turistica del territorio, facendo realizzare laFunivia del Gran Sasso d'Italia e l'Hotel Campo Imperatore, e della costruzione di una serie di edifici e monumenti cittadini, tra cui loStadio del Littorio, lafontana vecchia dipiazza del Duomo e ilpalazzo della GIL. Sponsorizzò anche la nascita dellasquadra calcistica cittadina, di cui fu il primo presidente.

Dal gennaio del 1928 all'aprile del 1929 fu inoltre segretario federale della provincia, dopo essere riuscito a vincere un confronto interno con ilsulmoneseAlessandro Sardi.

Incarichi nazionali e segreteria

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Dal 1923 eraconsole dellaMilizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale al comando della 130ª Legione "Monte Sirente", assumendo nel 1929 il grado diconsole generale. Alleelezioni politiche del 1924 fu elettodeputato del Regno, venendo riconfermato nelleelezioni del 1929 e inquelle del 1934. Con la trasformazione della Camera dei deputati nellaCamera dei fasci e delle corporazioni nel 1939, ne diventòconsigliere nazionale fino alla fine del regime.

Già dai primi anni 1930 si era trasferito aRoma, dove si era sposato con una donna aquilana di ricca famiglia, potendo in questo modo aumentare il proprio tenore di vita. Dal dicembre del 1932 fu membro del direttorio nazionale del PNF e tra luglio e novembre del 1933 fu commissario straordinario della federazione romana. Nel mese di dicembre di quell'anno diventò vicesegretario nazionale del partito, sotto la protezione diAchille Starace, e, finita l'esperienza di podestà a gennaio del 1934, entrò a far parte delGran consiglio del fascismo.

Tra febbraio e luglio del 1936 diventò segretario nazionale reggente del PNF, mentre Starace era impegnato nellaguerra d'Etiopia, concentrando i propri sforzi soprattutto nellapolitica economica fascista, rivolta all'autarchia e al corporativismo. Nel 1938 non fu tra i firmatari delManifesto degli scienziati razzisti e continuò a far parte degli organi parlamentari nazionali, senza tuttavia emergere in questo ambito. Il 31 ottobre 1939 fu nominatoministro dei lavori pubblici nel quadro del rimpasto ministeriale voluto daGaleazzo Ciano. In questa veste si ritrovò a gestire importanti opere pubbliche e un'ampia parte del bilancio statale.

Nell'ottobre dell'anno successivo rientrò nella politica del partito, diventandone segretario nazionale. Questo ruolo lo vide molto impegnato nella riaffermazione della centralità del PNF nelle istituzioni nazionali, ma le sue politiche non furono pienamente attuate, anche a causa dell'esito sfavorevole all'Italia fascista che stava avendo laseconda guerra mondiale. A questo periodo (29 ottobre 1941) risale una lettera con la quale si lamentava della "troppa libertà in cui vivono gli internati ebrei delcampo di internamento di Campagna" e chiedeva "provvedimenti conseguenti da parte delle forze di polizia del regime".[1] Il suo potere fu indebolito da faide interne al PNF, che lo videro scontrarsi con ilSenato del Regno, il sottosegretarioGuido Buffarini Guidi e il ministroGiuseppe Tassinari; Serena fu quindi costretto alle dimissioni, rassegnate nel dicembre del 1941.

Adelchi Serena (terzo da sinistra) a Roma nel novembre del 1940 insieme aKarl Wolff,Reinhard Heydrich,Heinrich Himmler,Emilio De Bono,Rodolfo Graziani eHans Georg von Mackensen

Subito dopo Serena chiese e ottenne di andare a combattere inCroazia, arrivando al fronte nel gennaio del 1942. Lì guadagnò il grado ditenente colonnello nell'11º Reggimento bersaglieri e venne decorato con laCroce di guerra al valor militare per i fatti bellici del settembre 1942 (decorazione ratificata solo nel 1949). L'8 settembre 1943, data in cui fu annunciato l'armistizio di Cassibile, Serena assunse una falsa identità e rientrò a Roma, non aderendo allaRepubblica Sociale Italiana ma entrando in clandestinità. Non è chiaro il suo rapporto con laResistenza romana, nella quale forse militò con il nome di Alberto Scerni.

Caduta del regime e ultimi anni

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Rifugiatosi presso strutture ecclesiastiche, restò nella clandestinità anche dopo laliberazione di Roma e venne indagato dallacommissione di epurazione e processato in contumacia dallacorte d'assise di Roma. Nel luglio del 1947 fu assolto per il reato di annullamento delle garanzie costituzionali e amnistiato per quello di organizzazione di squadrismo.

Dopo il processo si allontanò dalla politica attiva, ritirandosi a vita privata e declinando proposte di candidatura delMovimento Sociale Italiano. Morì a Roma nel 1970, all'età di 74 anni.

Il suo nome è tornato alla ribalta delle cronache politiche nel 2001, quando l'allora sindaco dell'AquilaBiagio Tempesta, alla guida di una coalizione di centro-destra, suscitando le proteste dell'opposizione gli intitolò la piscina comunale che egli fece costruire;[1] nel 2011 l'edificio ha cambiato intitolazione, venendo dedicato all'atleta olimpicaOndina Valla.[2]

Onorificenze

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Ordine civile di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Assegnato a domanda al comando tattico di un reggimento, effettuava rischiose ricognizioni verso località presidiate da ribelli. In critiche situazioni, sotto il fuoco di armi automatiche e della fucileria, assolveva, con grande sprezzo del pericolo, delicati compiti di collegamento. Sempre di incitamento per i dipendenti e di esempio per ardimento. Studenci (Balcania), settembre 1942.»
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di benemerenza per i volontari della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di anzianità (10 anni) nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della Marcia su Roma - nastrino per uniforme ordinaria

Note

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  1. ^abPiscina alla memoria del gerarca aquilano, inLa Repubblica, 19 dicembre 2000, p. 20.URL consultato il 3 settembre 2009.
  2. ^L'Aquila: "Largo Serena" rimosso dalla giunta; Cavalieri: "un errore", suabruzzoweb.it, 18 giugno 2011.URL consultato il 24 gennaio 2021.

Bibliografia

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  • Emilio Gentile,La via italiana al totalitarismo, La Nuova Italia scientifica, 1995,ISBN 978-88-43002-79-5.
  • Walter Cavalieri e Francesco Marrella,Adelchi Serena - Il gerarca dimenticato, Colacchi, 2010,ISBN 978-88-88676-55-5.
  • Enrico Cavalli,Adelchi Serena nel contesto del regime fascista, inAbruzzo Contemporaneo, 1999.
  • Enrico Cavalli,La grande Aquila: politica, territorio ed amministrazione ad Aquila tra le due guerre, Colacchi, 2003,ISBN 88-88676-03-1.

Altri progetti

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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PredecessoreSegretario delPNFSuccessore
Ettore Muti30 ottobre1940 - 26 dicembre1941Aldo Vidussoni
V · D · M
Segretari deiFasci italiani di combattimento, delPartito Nazionale Fascista e delPartito Fascista Repubblicano
FasciMichele Bianchi,Attilio Longoni (1919) ·Umberto Pasella (1919-1921)Fascio littorio
PNFMichele Bianchi (1921-1923) ·Francesco Giunta (1923-1924) ·Roberto Forges Davanzati,Cesare Rossi,Giovanni Marinelli eAlessandro Melchiori (1924) ·Alessandro Melchiori (1924-1925) ·Roberto Farinacci (1925-1926) ·Augusto Turati (1926-1930) ·Giovanni Giuriati (1930-1931) ·Achille Starace (1931-1939) ·Ettore Muti (1939-1940) ·Adelchi Serena (1940-1941) ·Aldo Vidussoni (1941-1943) ·Carlo Scorza (1943)
PFRAlessandro Pavolini (1943-1945)
V · D · M
Governo Mussolini (31 ottobre 1922 - 25 luglio 1943)
Capo del governo eDuce delFascismoBenito Mussolini
Ministro dell'aeronautica(dal 1925)Mussolini ·Italo Balbo · Mussolini
Ministro degli affari esteriMussolini ·Dino Grandi ·Galeazzo Ciano
Ministro dell'agricoltura(soppresso nel 1923)Giuseppe De Capitani d'Arzago
Ministro dell'agricoltura e foreste(dal 1929)Giacomo Acerbo ·Edmondo Rossoni ·Giuseppe Tassinari ·Carlo Pareschi
Ministro delle colonie(soppresso nel 1937)Luigi Federzoni · Mussolini ·Pietro Lanza di Scalea ·Emilio De Bono ·Alessandro Lessona
Ministro dell'Africa Italiana(dal 1937)Alessandro Lessona · Mussolini ·Attilio Teruzzi
Ministro delle comunicazioni(dal 1924)Costanzo Ciano ·Umberto Puppini ·Antonio Stefano Benni ·Giovanni Host-Venturi ·Vittorio Cini ·Giuseppe Peverelli
Ministro delle corporazioni(dal 1926)Mussolini ·Giuseppe Bottai ·Ferruccio Lantini ·Renato Ricci ·Carlo Tiengo ·Tullio Cianetti
Ministro della cultura popolare(dal 1937)Dino Alfieri ·Alessandro Pavolini ·Gaetano Polverelli
Ministro dell'internoMussolini ·Luigi Federzoni
Ministro dell'Economia nazionaleOrso Mario Corbino ·Cesare Nava ·Giuseppe Belluzzo ·Alessandro Martelli
Ministro dell'Educazione nazionaleBalbino Giuliano ·Francesco Ercole ·Cesare Maria De Vecchi ·Giuseppe Bottai ·Carlo Alberto Biggini
Ministro delle FinanzeAlberto de' Stefani ·Giuseppe Volpi ·Antonio Mosconi ·Guido Jung ·Paolo Thaon di Revel ·Giacomo Acerbo
Ministro della Giustizia e Affari di cultoAldo Oviglio ·Alfredo Rocco ·Pietro De Francisci ·Arrigo Solmi ·Dino Grandi ·Alfredo De Marsico
Ministro dell'Industria e commercioTeofilo Rossi
Ministro dei Lavori pubbliciGabriello Carnazza ·Gino Sarrocchi ·Giovanni Giuriati · Mussolini ·Michele Bianchi ·Araldo di Crollalanza ·Luigi Razza ·Giuseppe Cobolli Gigli ·Adelchi Serena ·Giuseppe Gorla ·Zenone Benini
Ministro della GuerraArmando Diaz ·Antonino Di Giorgio · Mussolini ·Pietro Gazzera · Mussolini
Ministro del Lavoro e Previdenza socialeStefano Cavazzoni
Ministro delle Poste e telegrafiGiovanni Antonio Colonna di Cesarò ·Costanzo Ciano
Ministro della Produzione bellica(dal 6 febbraio 1943)Carlo Favagrossa
Ministro della Pubblica istruzioneGiovanni Gentile ·Alessandro Casati ·Pietro Fedele ·Giuseppe Belluzzo
Ministro degli Scambi e valuteFelice Guarneri ·Raffaello Riccardi ·Oreste Bonomi
Ministro della Stampa e propagandaGaleazzo Ciano ·Dino Alfieri
Ministro delle Terre liberate dal nemico(soppresso il 5 febbraio 1923)Giovanni Giuriati
Ministro del Tesoro(accorpato alle Finanze il 31 dicembre 1922)Vincenzo Tangorra ·Alberto de' Stefani
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