GliAtti dei martiri (lat.,Acta martyrum) sono, in senso stretto, i verbali deiprocessi dei primimartiricristiani che si conclusero con la condanna a morte. In senso più ampio, l'espressione indica i racconti dei processi e degli ultimi momenti di vita dei martiri.
Si possono classificare gli «Atti dei Martiri» principali in tre categorie:
La terza categoria è quella in cui rientrano il maggior numero diActa. Anche se in base al contenuto si può discutere molto sull'appartenenza o meno a questa categoria, e anche se studi più approfonditi potrebbero far passare qualcheActa ad una categoria più alta, molti altri sono chiamati con il nome diActa Martyrum, ma la loro storicità è minima o nulla. Sonoromanzi, a volte costruiti attorno ad alcuni fatti veri che sono stati preservati dalla tradizione popolare o letteraria, altre volte lavori di puraimmaginazione, senza nessun fatto vero.
Fra i romanzi storici possiamo citare la storia di Felicita e dei suoi settefigli, che nella sua forma presente sembra essere una variazione di2 Mac 7[2], e ciononostante non ci possono essere dubbi sulla storicità dei fatti soggiacenti, uno dei quali è stato effettivamente confermato dalla scoperta da parte diGiovanni Battista de Rossi della tomba di Januarius, il figlio il più vecchio del racconto.
Secondo critici severi comeM. Dufourcq[3] eHippolyte Delehaye[4], ilLegendarium romano non può essere catalogato in una categoria più alta che questa; cosicché, a parte le tradizioni suimonumenti, laliturgia e latopografia, la maggior parte della testimonianza letteraria sui grandi martiri di Roma è nascosta inromanzi storici.
Può sorprendere il fatto che esistonoActa che non si basano su nessun fatto storico. Ma era quello il tipo di romanzo in voga a quei tempi e vennero presi per storia.Difficilmente queste due categorieromantiche diActa possono essere considerate falsificazioni nel senso stretto del termine. Sono finzioni letterarie, ma per il fatto che furono scritte con l'intenzione di edificare e non di ingannare il lettore, non si possono chiamare "invenzioniagiografiche". Questo termine va usato piuttosto per tutti quegli Atti, Passioni, Vite, Leggende e Traduzioni che furono scritti con lo scopo espresso di corrompere la storia, come per esempio le leggende e traduzioni che legano falsamente il nome di un santo a qualche chiesa o città.
Oltre a questiActa Martyrum distaccati, possono essere menzionati qui altri documenti letterari che hanno a che fare con la vita e la morte dei martiri.
Infine bisogna considerare le raccolte di Vite che sono state scritte per esserelette pubblicamente o in privato. La più importante è laStoria ecclesiastica diEusebio di Cesarea (265-340), così come il suoDe Martyribus Palestinae. Invece non si è conservato il suoMartyron synagoge, la "Raccolta di Atti dei Martiri" alla quale si riferisce nellaprefazione del quinto libro dellaStoria ecclesiastica.
I quattordici poemi diAurelio Prudenzio Clemente, pubblicati nel 404 con il titolo diLiber Peristephanon, celebrano i martiri diSpagna e d'Italia; ma siccome l'autore si permise l'uso dellalicenza poetica non è sempre affidabile.
Gli scrittori delMedioevo sono responsabili di un incremento dell'elemento fittizio nelle storie dei martiri; di fatto essi non fecero un uso corretto del materiale che avevano a disposizione.
Gregorio di Tours fu il primo di questi agiografi medievali col suoDe virtutibus sancti Martini, ilDe gloria Confessorum, ed ilDe vitis Sanctorum.
Simeone Metafraste è ancora meno affidabile; ci si è chiesti se possa aver voluto ingannare consapevolmente.
Ma la raccolta più famosa del Medioevo era laLegenda aurea diJacopo da Varagine, stampato per la prima volta nel1476.
Tutti questi scrittori medievali includono tanto martiri comesanti comuni nelle loro raccolte. CosìMombrizio (Milano,1476),Lipoman (Venezia,1551), eSurio (Colonia,1570).
Lefèvre d'Étaples incluse soltanto martiri nel suoMartyrum agones antiquis ex monumentis genuine descriptos ('"Agonie degli antichi martiri descritte a partire dalle testimonianze genuine",1525), e sono soltanto i martiri le cui feste si celebrano nelmese di gennaio.
GliActa primorum martyrum sincera et selecta ("Atti dei primi martiri scritti in maniera sincera e selezionati") delbenedettinoTheodore Ruinart (Parigi,1689) sono considerati una pietra miliare, e furono frequentemente ristampati (Ratisbona,1858).
Altre raccolte diActa successive a Ruinart sono gliActa Martyrum Vindicata diIlbachio, (Roma,1723), gliActa SS. Martyrum orient. et occ. diS. Assemai (Roma,1748), e leOrigines Antiquitates Christianae diTommaso Mamachi (Roma,1749).
Lo studio critico degliActa Martyrum è stato portato avanti vigorosamente a partire dall'inizio delXX secolo, ed il punto di vista dei critici cambiò notevolmente rispetto a quello che aveva Ruinart quando fece la sua raccolta diActa. MoltiActa che Ruinart consideravasincera ("veridici") non possono più essere considerati tali. D'altro canto, la scoperta di testi antichi e le ricerchearcheologiche delDe Rossi e di altri hanno confermato varie storie di martirio. Ed un risultato generale dell'approccio critico è stato provare i fatti principali, come le cause dellapersecuzione, il numero ed eroismo dei martiri, la popolarità del loroculto e la storicità degli eroi popolari.
Il problema principale, quindi, per gli storici moderni, è scoprire la storia letteraria degliActa che sono pervenuti fino a noi. Non si può negare che furono fatti tentativi di mantenere intatta la storia dei martiri della Chiesa. Di fatto la lettura pubblica degliActa nelle chiese sarebbe una garanzia della loro autenticità; e ciò certamente avveniva inAfrica, se è vero che ilTerzo Concilio di Cartagine (c. 47) permise la lettura dellePassiones Martyrum cum anniversarii dies eorum celebrentur ("quando si celebravano i loro giorni anniversari"). Si praticava anche uno scambio diActa traChiese diverse, come vediamo nelMartyrium Polycarpi e nellaEpistola Ecclesiae Viennensis et Lugdunensis. Ma non si sa che portata avessero quelle pratiche.
Inoltre, durante le persecuzioni diDiocleziano ci deve essere stata una grossa distruzione di documenti, col risultato che la chiesa avrebbe perso i criteri della storia dei suoi Martiri. Ciò sembra essere specialmente vero nel caso di Roma, che nonostante il numero e la fama dei suoi martiri possiede così pochiActa autentici; apparentemente già nella seconda metà delIV secolo i cristiani di Roma avevano perso il filo di queste tradizioni. Ipoemi diPrudenzio, iCalendaria ed anche gli scritti dipapa Damaso indicano che la storia delle persecuzioni era precipitata nell'oscurità. La Roma cristiana aveva i suoi martiri sotto i piedi, celebrava la loro memoria con devozione intensa, e tuttavia conosceva ben poco della loro storia.
In queste condizioni non è improbabile che il desiderio dei fedeli di informazioni più ampie potrebbe essere stato soddisfatto facilmente da narratori che, avendo a loro disposizione solo scarni materiali, avrebbero amplificato e moltiplicato i pochi fatti preservati dalla tradizione, e avrebbero aggiunto storie che secondo loro erano appropriate a nomi storici di persone e di località. E nel corso del tempo queste leggende sarebbero state messe per iscritto, e sono pervenute fino a noi come ilLegendarium romano. A supporto di questa critica severa si allega che gliActa romani sono in maggior parte non anteriori alVI secolo (Dufourcq), e che certamente esistevanoActa spuri durante quel periodo. Di fatto ilConcilio romano del494 condannò la lettura pubblica degliActa[5], e quest'atteggiamento romana era già stato anticipato dalVI Concilio di Cartagine del401 il quale vietò il culto di martiri il cui martirio non era sicuro[6]. E anchesant'Agostino aveva scritto: "Sebbene per altri martiri difficilmente possiamo trovare racconti che si possano leggere nelle loro feste, laPassione di santo Stefan è in un librocanonico"[7].
In seguito, nel692, ilConcilio Trullano diCostantinopoliscomunicò color che erano responsabili della lettura diActa spuri.
Alla luce di tutto questo, la supposizione che si sta facendo sull'origine delle leggende romane non è improbabile.
Sfortunatamente, i martiri romani non sono gli unici per i quali gliActa sono inattendibili. Delle settantaquattro Passioni distinte incluse da Ruinart nei suoiActa Sincera, ilbollandistaDelehaye ne mette solamente tredici nella prima o seconda categoria, come documenti originali. Ulteriori studi di qualche particolareActa potrebbero, chiaramente, elevare questo numero; ed è possibile che si scoprano altriActa originali.
Il lavoro di critici come Gebhardt, Aubé,Franchi de' Cavalieri,Le Blant,Conybeare,Harnack, i bollandisti e molti altri, hanno infatti spinto in questa direzione, e allo stesso tempo hanno collezionato un'estesa bibliografia su parecchiActa. Questi critici devono quindi essere valutati secondi i rispettivi meriti.
I cristiani ritengono normalmente che livelli critici alti sono pericolosi quando si applicano agliAtti dei Martiri così come quando sono usati per lesacre scritture.
Gli argomenti per affermare la storicità possono essere dedotti dalla struttura formale del documento, dalla sua accuratezza in date, nomi, etopografia, ed argomenti ancora più forti possono venire da quella che si può chiamare la struttura informale data incoscientemente dall'autore del documento. Ma per quello che riguarda la struttura formale, questa può essere imitata, ed è perciò pericoloso cercare di stabilire la storicità da tale argomento. È ugualmente pericoloso presumere che il carattere probabile di un racconto, o la sua semplicità, sono una prova che è genuino. Anche le cose improbabili possono contenere più fatti di storia che un racconto che si presenta sobrio e breve. Neppure si può affermare che la concisione è una prova sicura che un documento è di una data anteriore. Lastruttura informale è più affidabile; lafilologia e lapsicologia sono prove migliori che date egeografia, perché hanno bisogno di un romanziere più intelligente, capace di identificarsi così pienamente con i suoi eroi da condividere i loro pensieri e le loroemozioni. E comunque, anche con queste concessioni a un criticismo più alto, rimane vero che il critico è su terra più sicura quando ha potuto stabilire il passato del suo documento a partire da evidenze esterne.
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