Gesù tra i Dottori, 1654. Acquaforte diRembrandt, cm 9,5×14,3. La grande caccia, 1619. Acquaforte diJacques Callot, cm 20×46,7.Tratti in acquaforte ingranditi otto volte.
L'acquaforte è una tecnica incisoria indiretta. Anticamente il termine (inlatinoaqua fortis) designava l'acido nitrico, detto anchemordente.
La tecnica dell'acquaforte è nota fin da tempi antichi, quando veniva impiegata per incidere decorazioni sulle armi. Alcuni dei primi ad utilizzarla per le stampe d'arte sono statiAlbrecht Dürer inGermania e ilParmigianino inItalia[1].
È una tecnicacalcografica molto diffusa che consiste nel corrodere con un acido una lastra di metallo (zinco, di solito, oppurerame per grandi tirature, come nel passato), per trasporre su un supporto, con degli inchiostri, le immagini così formate (di norma sucarta). Lalastra (dello spessore necessario, 1/1,5 mm) viene ripulita e smussata sui bordi concarta smeriglio, poi sgrassata nella parte lucida conovatta intrisa, per esempio, con bianco di Spagna (carbonato di calcio) sciolto in acqua.
Cosparsa in modo uniforme con un coprente a protezione dall'acido (cera,asfalto,gomma,mastice...), viene affumicata con delle candele. Quindi si incide il disegno nel materiale protettivo con una punta sottile (a mano libera o ripassando una bozza su carta decalcante chiara), per mettere a nudo il metallo in corrispondenza dei segni che appariranno sulla carta grazie all'inchiostratura.
Dopo averne cosparso di coprente la faccia posteriore, si inizia lamorsura, che avviene immergendo la lastra in acido che la corroderà solo dove non protetta. La morsura può essere fatta a più riprese, scoprendo man mano le parti da incidere, per ottenere incisioni con profondità variabili. Giudicata completa la lastra, la si lava con un solvente (benzina oacquaragia). La stampa avviene altorchio calcografico su carte poco collate e appositamente inumidite, costipando la lastra di inchiostro grasso, trasferito per mezzo di un tampone di pelle, e scaldandola un poco per favorire la penetrazione della tinta nei solchi. Dopo averla ripulita nelle parti che dovranno risultare bianche sul foglio stampato, la lastra cederà alla carta soltanto l'inchiostro contenuto nelle parti incise.
La lastra può venire ritoccata, anche più volte apuntasecca o con ulteriori morsure, dopo una o più prove (prove distato) fino a raggiungere gli effettichiaroscurali desiderati o, come un tempo, aggiungendovi dei testi o delledidascalie.
Particolari su strumenti e tecniche sono nel classico trattato diAbraham Bosse (XVII secolo).
Sembra pressoché certo che la tendenza ad incidere il metallo con acidi sia stata introdotta dagliarmaioli con il preciso scopo di decorare armi earmature, e il primo a servirsi di questo metodo per ottenere una stampa si ritiene sia stato il tedescoDaniel Hopfer, diAugusta, in attività tra la fine del Quattrocento e i primi decenni delCinquecento. La prima acquaforte di cui si possiede una datazione è quella realizzata dall'orafo svizzeroUrs Graf nel1513. Anche il celebre artista tedescoAlbrecht Dürer incise un buon numero di acqueforti su lastre di ferro tra il1515 e il1519. In Italia, gli allievi delParmigianino seguirono le indicazioni del maestro e raggiunsero un livello di grande maturità artistica e tecnica, come nel caso dell'Annunciazione diFederico Barocci, e nel giro di pochi decenni si misero in evidenza artisti comeGuido Reni e ilGuercino.
Nel Seicento l'acquaforte raggiunse un elevato livello di tecnica e di raffinatezza artistica, grazie al contributo diRembrandt, con le sue oltre trecento incisioni. Anche il franceseJacques Callot e lo spagnoloJosé de Ribera si misero in evidenza in questo secolo, così comeAntoon van Dyck. In Italia, nel XVIII secolo, soprattutto aVenezia, sorse una produzione di ottima qualità: basti ricordare la serie deiCapricci delTiepolo, delleVedute delCanaletto, nei quali all'abilità tecnica si associò una grande inventività mentre, in Europa,Francisco Goya raggiunse livelli di pregevole qualità.
Agli inizi dell'Ottocento, l'opera diBartolomeo Pinelli chiuse un'epoca, quella dello specialismo, visto che in seguito l'acquaforte passerà nelle mani di artisti che vi si cimenteranno in modo saltuario[2]. Nonostante questa perdita di interesse nei riguardi della tecnica, dopo la seconda metà dell'Ottocento l'acquaforte visse un breve e nuovo periodo di floridezza, soprattutto inFrancia grazie aEdgar Degas,Édouard Manet e all'americanoJames Whistler.[3]