| Santi Nereo e Achilleo | |
|---|---|
Martiri | |
| Morte | c.300 |
| Venerato da | Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa |
| Santuario principale | Catacombe di Domitilla,Roma |
| Ricorrenza | 12 maggio |
| Attributi | palma |
| Manuale | |
Nereo eAchilleo (morti aRoma, probabilmente nellapersecuzione dei cristiani sotto Diocleziano) furono due soldati romani convertiti al cristianesimo, venerati comesantimartiri dallaChiesa cattolica.
Ilpapa Damaso I (366–384) mise nella tomba di Nereo e Achilleo un'iscrizione della quale due frammenti di rilievo sono stati trovatiin situ daGiovanni Battista de Rossi nel1874.[1]
Il testo completo dell'iscrizione era già noto, essendo stato conservato, con indicazione del luogo di appartenenza e dell'identità dei martiri, in diversi manoscritti dell'VIII secolo[2] continenti copie fatte nel VII secolo.[3] Un esempio è un manoscritto diEinsiedeln,[4] che in una sezione intitolataInscriptiones Urbis Romae dice che l'iscrizione si trovavain sepulchro Nerei e Achillei e riguardavaNereus et Achilleus martyres.[5][6] Il testo si trova pure in manoscritti diHeidelberg,Klosterneuburg e Gottwick.[7] La scoperta nel 1874 dell'originale rese ancora più evidente chi erano i martiri elogiati daDamaso.
Questo testo, in cui il pensiero e la terminologia dell'ultimo verso in latino ricordano un'iscrizione damasiana sulla conversione di san Paolo, celebra come simile miracolo brillante di conversione per la potenza di Cristo quella di Nereo e Achille, i quali dovevano essere soldati della guardia pretoria di Roma.[14]
Gli storici ritengono probabile che questi due santi sono stati uccisi nella persecuzione di Diocleziano, diretta inizialmente contro i cristiani dell'esercito (295-298) e poi contro la Chiesa cristiana in quanto tale (a partire dal 303).

Una leggenda tardiva, presentata negliAtti dei santi Nereo e Achilleo (V oVI secolo), rappresenta Nereo e Achilleo non come soldati ma come eunuchicubicularii (camerieri al servizio della camera da letto)[15] della dama nobileFlavia Domitilla, descritta inizialmente come nipote dell'imperatore romanoDomiziano (81–96) e più avanti nello stesso documento come nipote di un certoconsole Clemens, generalmente identificato comeTito Flavio Clemente (console 95), marito di una nipote dello stesso imperatore Domiziano chiamata Flavia Domitilla.
In questa leggenda i due eunuchi convincono la loro padrona Domitilla, la quale sta per sposarsi, che è preferibile la verginità. Il fidanzato piantato ottiene dall'imperatore che Domitilla sia relegata ad un'isola per farle cambiare idea. I due eunuchi l'accompagnano all'isola, dove hanno una disputa con due discepoli diSimone Mago. Continuano a confermare Domitilla nel suo intento di verginità e perciò il fidanzato li fa trasferire aTerracina, torturare duramente e uccidere. Un loro discepolo ruba i loro corpi, e li seppellisce "nellatenuta suburbana di Domitilla nella cripta diarenaria ... sulla via Ardeatina ad un miglio e mezzo dalle mura della città nei pressi della tomba dove era stata sepolta Petronilla, la figlia dell'apostolo Pietro".[16]
Secondo Dennis Trout, si includono simili dettagli allo scopo di collegare il racconto ai martiri sepolti nelle tombe vicine, di aumentare la fiducia dei lettori nella raccomandazione della castità, e di convalidare l'autenticità della tomba di Nereo e Achille, una delle attrazioni principali, insieme a quella di Petronilla, per i visitatori alle catacombe di Domitilla.[16]
Questa leggenda è di almeno un secolo più recente del testo che san Damaso ha fatto incidere in marmo, la più antica testimonianza dell'esistenza e della professione dei martiri Nereo e Achilleo, come confermano Dennis Trout,[16] J.H. Crehan,[17] Everett Ferguson[18] e Johann Peter Kirsch[19]

Si menzionano insieme Nereo e Achilleo, senza metterli in relazione con altri santi, nelle liste del V secolo dei martiri romani, nelMartyrologium Hieronymianum attribuito asan Gerolamo, nelSacramentario gelasiano e negli itinerari utilizzati dai pellegrini del VII secolo in visita alle tombe dei martiri a Roma.[19][20]
Nel IX secolo Nereo e Achilleo vengono per la prima volta associati, come nella leggenda, conFlavia Domitilla: il martirologio diAdone di Vienne li chiama suoi eunuchi (qui fuerunt eunuchi beatae Flaviae Domitillae).[21][22]Giovanni Battista de Rossi accenna alla "varietà. che corre tra il carme damasiano e la leggenda accettata da Adone e indi propagata nei posteriori martirologii".[23] Infatti la menzione di Adone è stata copiata dalMartirologio di Usuardo e, attraverso di questo, dalMartirologio Romano diCesare Baronio. Perciò Henri Quentin ha detto di Adone: "In quasi tutti i luoghi in cui la tradizione dei martirologi ha causato agli storici un serio imbarazzo incontriamo la mano di questo autore... Adone ha avuto sullo sviluppo della letteratura martirologica un incresciosissimo influsso".[24]
Prima della revisione del 2001, ilMartirologio Romano diceva: "A Roma nella via Ardeatina i santi Martiri Nereo ed Achilleo fratelli; i quali prima conFlavia Domitilla (di cui eranEunuchi) essendo stati lungamente confinati nell'Isola Ponza, di poi furono con molte battiture afflitti; finalmente con l'eculeo e le fiamme violentati da Minuzio Rufo Consolare a sacrificare agl'Idoli, e rispondendo essi di esser stati battezzati da San Pietro Apostolo, e perciò di non poter sacrificare agl'Idoli, furono decapitati".[25]
Il decreto di promulgazione dell'edizione 2001 del Martirologio Romano dice: "Secondo quanto disposto dalla costituzioneSacrosanctum Concilium delConcilio ecumenico Vaticano II sulla sacra liturgia, affinché “le passioni o vite dei santi siano riportate alla fedeltà storica” (art. 92 c), è necessario sottoporre al giudizio della disciplina storica e trattare con più diligenza rispetto al passato sia i nomi dei santi iscritti nelMartirologio sia i loro elogi".[26]
Così, questa edizione non presta agliAtti dei santi Nereo e Achilleo alcuna attenzione e fornisce su questi martiri informazioni basate solo sull'iscrizione di Damaso incisa su marmo: "Santi Nereo e Achílleo, martiri, che, come riferisce ilpapa san Damaso, si erano arruolati come soldati e, spinti da timore, erano pronti ad obbedire agli empi comandi del magistrato, ma, convertitisi al vero Dio, gettati via scudi, armature e lance, lasciarono l'accampamento e, confessando la fede in Cristo, godettero del suo trionfo. In questo giorno a Roma i loro corpi furono deposti nel cimitero di Domitilla sulla via Ardeatina".[27]

Nel 1874,Giovanni Battista de Rossi ha portato alla luce nelleCatacombe di Domitilla unabasilica semi-interrata dedicata a questi santi con trenavate,abside enartece.[28]
Questa basilica semi-interrata è stata preceduta da due fasi strutturali sotterranee, che non sono state scavate fino ad ora.[29]
La data della basilica è contestata: Pergola (1982) attribuisce la costruzione diPapa Damaso; De Rossi (1874) allo stesso IV secolo, ma dopo la morte di Damaso, Krautheimer (1967) e Tolotti (1985) a circa l'anno 600.[29] Nel XXI secolo si verifica un crescente consenso per il V secolo o più tardi.[30]
Gli scavi del 1874 hanno scoperto due frammenti dell'iscrizione di Damaso, che conferma l'esistenza dei due santi e la loro professione militare. Hanno inoltre rilevato una colonna di marmo, che serviva per sostenere ilciborio dell'altare della basilica, e che porta la scritta "Acileus" e un bassorilievo raffigurante un uomo con le mani legate dietro la schiena, e dietro di lui un soldato che sta per decapitarlo. Un'altra colonna, trovata rotta, deve aver avuto il nome "Nereus": ne rimane una piccola sezione che mostra i piedi dei due personaggi di una scena simile.[31][32]
IlLiber Pontificalis informa che ilpapa Giovanni I (523-526) ha riparato il "cimitero dei beati martiri Nereo e Achilleo",[33] ma non è chiaro se questo lavoro riguardava la basilica scoperta nel 1874.[34]
La basilica certamente esisteva intorno all'anno 600, quando ilpapa Gregorio I ha predicato in essa la sua omelia 28.[35]
Nell'VIII secolo, in una situazione di insicurezza testimoniata dall'assedio longobardo di Roma nel 756, le reliquie di molti martiri sono state trasferite dalle catacombe a delle chiese all'interno delle mura della città.[36] De Rossi ritiene che le reliquie dei santi Nereo e Achilleo probabilmente sono rimaste nelle catacombe,[37] ma Northcote e Brownlaw considerano più probabile che anche queste famose relíquie sono state portate dentro la città.[38] Non si può escludere la possibilità che le reliquie siano state trasferite allachiesa dedicata ai due martiri prima della fine del VI secolo o, più probabilmente, quando questa chiesa è stata ricostruita dalpapa Leone III nel 814.[39]
Nel 1215, sono state depositate nella chiesa Sant'Adriano al Foro (laCuria Iulia) nelForo Romano delle reliquie di ignota provenienza[40] che sarebbero di Nereo e Achilleo.[41] Nel 1597, queste reliquie, insieme a quelle che sarebbero le reliquie di Flavia Domitilla, sono state trasportate con la massima solennità da questa chiesa allachiesa dei Santi Nereo e Achilleo,[40][42] allora iltitolo cardinalizio diCesare Baronio, che credeva nella leggenda degliAtti dei santi Nereo e Achilleo[43] e che era il primo ad affermare che c'erano due Domitille esiliate da Domiziano, una la moglie e l'altra la nipote diFlavio Clemente.[44][45]
Naturalmente, è possibile che le reliquie siano state asportate quando a una data sconosciuta la basilica è stata spogliata sistematicamente (forse a beneficio di una chiesa di nuova costruzione) dell'altare, dei banchi del clero, degliamboni, del pavimento.[46][47]
La causa della distruzione finale della basilica dev'essere il terremoto dell'897, che ha anche danneggiato gravemente laBasilica di San Giovanni in Laterano,cattedrale delladiocesi di Roma. Le colonne della basilica dei due santi martiri sono state rovesciate e da allora giacevano parallele tra loro fino alla scoperta del 1874.[48]
Oggi, la basilica è ancora una volta una chiesa funzionante con spazio per 500 fedeli.[49]
Nella parete di fronte all'abside è posta la restaurata inscrizione diDamaso, e le colonne cadute somo state rimesse in posizione verticale.[31]
È stato in questa basilica che, poco prima della chiusura delConcilio Vaticano II, un gruppo di vescovi cattolici hanno firmato quello che si chiama ilPatto delle catacombe, impegnandosi ad adottare uno stile di vita semplice e di servizio dei poveri.[50]
Fin dall'inizio, la festa dei santi Nereo e Achilleo è il12 maggio. Già prima delCalendario romano tridentino del 1570 si celebrava insieme ad essisan Pancrazio. Il nome diFlavia Domitilla (la cui festa propria è il7 maggio), è stato aggiunto nel 1595 su richiesta del cardinale Cesare Baronio, ma è stato rimosso nel 1969 perché non appartenente all'antica tradizione romana. Dal 1969 i Santi Nereo e Achilleo hanno nell'attualeCalendario romano generale unamemoria facoltativa distinta da quella di san Pancrazio.[51]
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