Bargia (1 401 m), Chialvetta (1 494 m), Chiappera (1 614 m), Colombata (1 576 m), Frere (1 196 m), Gheit (1 372 m), Lausetto (1 510 m), Ponte Maira (1 404 m), Pratorotondo (1 639 m), Saretto (1 533 m), Villaro (1 375 m), Viviere (1 713 m)
Acceglio è l'ultimo paese dellaValle Maira: è circondato da alte vette, facenti parte delleAlpi Cozie, a volte superiori a 3000 m (come ilBrec de Chambeyron), alcune poste sullo spartiacque con la confinanteFrancia. Il comune è situato sulle sponde del fiume da cui prende nome la valle, là dove va ampliandosi, suddividendosi in una serie di valloni circostanti.
Secondo alcuni studiosi deriverebbe dal latinoad cilium o da forme preceltiche tipoocelum ooscelum, il cui significato è molto probabilmente "posto in alto". Per la prima volta lo troviamo menzionato con il nome diCilio in un documento del 1028, un elenco di terre dellaValle Maira donate dalmarchese di TorinoOlderico Manfredi II almonastero di Caramagna.
Agli inizi del XIII secolo il comune entra a far parte dei possedimenti delmarchesato di Saluzzo, costituendo con i dodici comuni della valle superiore di Macra una specie di repubblica libera. Formalmente la comunità riconosceva la protezione del marchese, cui pagava i tributi, ma a essa venivano concessi lefranchigie e di volta in volta confermate le libertà e i diritti che derivavano dallebuone consuetudini, di fatto consentendole una notevole indipendenza.
Nel XVI secolo il comune venne a far parte del dominio francese, assieme all'intero marchesato, divenendo uno dei centri più importanti delcalvinismo. Con il pretesto del sorgere e del dilagare "dell'eresia calvinista", il ducaCarlo Emanuele I di Savoia si impadronì del territorio e dopo condanne a morte da parte dell'inquisizione, assedi e sollevazioni popolari, riuscì a costringere la maggior parte della popolazione all'abiura e gli irriducibili all'esilio. Qualche anno più tardi il duca darà il borgo incontado alla famiglia Taffini diSavigliano.
Fin dai tempi più remoti la maggior parte dei rapporti avveniva con le vallate d'oltralpe. Non solo quelli, visto che l'intendente dei Savoia, nel 1753, lamentava di non poter porre fine ai "commerci in frode" esercitati dai circa 2000 accegliesi dell'epoca "perché troppe sono le strade che conducono fuori dal paese".
Lo sviluppo e la storia del comune hanno sempre avuto un ruolo importante grazie alla sua posizione di confine, che raramente è stato considerato tale e quasi sempre in occasione di scontri militari: lo fu sia in occasione nellaguerra tra Spagna e Francia che durante lecampagne napoleoniche e tornò a esserlo nel 1940 quando l'artiglieria alpina salì alColle del Maurin per contrastare le truppe francesi. Ancora nel 1944 venne superato dai partigiani italiani e daimaquis francesi che si incontrarono nella frazione diSaretto per firmare un trattato di alleanza.
Nonostante gli sconquassi e le devastazioni del passato, Acceglio ha mantenuto intatto il suo impianto medioevale: così a Chialvetta, Chiappera, Unerzio, Villaro, Ponte Maira e Saretto, si ritrovano le mura in pietra, i tetti inlose sostenuti da grosse travi inlarice e case unite spesso da passaggi coperti, con soffitti in legno, che servivano a proteggere i percorsi quotidiani e offrire riparo durante il lungo periodo invernale.
Vi si possono ritrovare preziosi e antichi portali, finestre in pietra, spesso scolpite, fontane contêtes coupées[5], affreschi votivi, presenti anche nelle località più piccole ed isolate.
Lo stemma e il gonfalone del Comune di Acceglio sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 dicembre 1955.[6] Lo stemma comunale si presenta troncato: il primoritroncato, a) d'argento, alla banda d'azzurro, b) d'oro, all'aquila di nero, al volo abbassato; il secondo d'azzurro, al castello d'argento, merlato alla guelfa e munito di tre torri, quella centrale più elevata. Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di azzurro.[7]
Il centro di Acceglio, chiamatoLa Villa, è il luogo che più di ogni altro nella zona ha subito nel tempo le diverse distruzioni e rimaneggiamenti e che ha conservato meno delle sue origini medioevali; qui sorge lachiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta. Su una roccia sopra l'abitato sono individuabili i ruderi del castello quattrocentesco, detto anche "forte della torre", per via di una massiccia torre quadrata, così come di ruderi, assai pochi, del convento dei Cappuccini, fondato per combattere il dilagare delcalvinismo nel borgo. L'adiacente chiesetta di San Defendente tuttora non è più officiata.
Si nota ancora la traccia di antichi e signorili palazzi con bifore e capitelli scolpiti; un edificio che è giunto fino ai giorni nostri in buon stato di conservazione è la seicentesca chiesa della Confraternita dell'Annunziata, con tutti gli arredi eparamenti sacri utilizzati nelle funzioni religiose. In una nicchia posta sotto l'altare è possibile osservare un affresco raffigurante laPietà, la cui collocazione fa ipotizzare l'esistenza di un'antica cappella inglobata successivamente nella costruzione.
Frazione di Chiappera dall'altoFrazione di ChiapperaFrazione di ChiapperaFrazione di SarettoLapide che ricorda la visita diAlberto I del Belgio
All'inizio del secolo XX, a causa di un'emigrazione dapprima stagionale e successivamente definitiva, Acceglio venne ulteriormente impoverito di un'economia di montagna che già di per sé era poco florida.
Attualmente l'economia locale pone le sue basi sull'allevamento e sul commercio delbestiame, come ai tempi della grande fiera medioevale d'ottobre, e sullo sfruttamento di alcunecave dimarmo nero e verde. Grazie ai paesaggi con grandi boschi diconifere, gli ampipascoli e glialpeggi, la ricchezza dei fiori e delle acque, questi luoghi sono diventati mete frequentate dai cultori deltrekking e dell'en plein air.