L'influenza reciproca tra accadico esumero ha reso le due lingue unalega linguistica[4]. I primi ritrovamenti di testi in accadico sono infatti nei testi sumeri e risalgono alXXIX secolo a.C.[5] Dalla metà del terzo millennio a.C. inizia l'apparizione di testi interamente in accadico (paleo-accadico). Risalenti da questo periodo in poi, sono poi stati ritrovati numerosi testi e frammenti in accadico di carattere scientifico, militare, politico e mitologico. Dal II millennio a.C. si riscontrano due varianti dell'accadico: l'assiro e ilbabilonese (che è una delle versioni presenti nelleiscrizioni di Bisotun). Grazie all'espansione dei regnipaleo-babilonese,paleo-assiro e poimedio-assiro, l'accadico si diffuse in tutto ilVicino Oriente antico. Gli ultimi testi accadici ritrovati risalgono al100 d.C. circa[6].
La lingua accadica è attestata per la prima volta in alcuni nomi propri all'interno di testi sumerici dell'età di Fara (circa2800 a.C.), mentre testi redatti completamente in questa lingua si conoscono solamente dalla metà delIII millennio a.C. L'accadico appartiene allelingue semitiche orientali.
Il periodo di vita di questa lingua è dunque compreso fra ilIII millennio a.C. e all'incirca ilI secolo della nostra era, fin quando sopravvive come lingua scolastica e tradizionale. La forma più antica di questa lingua è il paleo-accadico o accadico antico, datato fra il2500 e il1950 a.C. In seguito, la lingua si divide nelle due zone d'influenza dellaMesopotamia, ossia laBabilonia a sud e l'Assiria a nord, con relativi sviluppi differenti. In Babilonia si conoscono il babilonese antico, utilizzato fra il1950 e il1530 a.C., e il babilonese medio, un dialetto differente in uso nel periodo (1530-1000 a.C.). Per l'epoca più recente sono stati identificati il neo-babilonese per l'epoca compresa fra il1000 e il625 a.C., e il babilonese tardo per tutto il periodo fino all'anno zero. Passando alla parte settentrionale, i dialetti principali sono stati categorizzati nell'assiro antico che va dal1950 al1750 a.C., quello medio dal1500 al1000 a.C. e infine il neo-assiro, comprendente le forme più recenti. Un discorso a parte va intrapreso per il "babilonese standard", la lingua "classica" comunemente adottata neidizionari e il cui uso è provato dal1500 a.C.
Nell'impero accadico diSargon la lingua accadica era di fatto la lingua della burocrazia e dell'esercito, mentre il sumero rimase in uso come lingua liturgica. Il nome della lingua deriva dalla città diAkkad, un grande centro della civiltà mesopotamica. La tabella sotto presenta la diffusione dell'accadico e dei suoi dialetti:
Il paleo-accadico si è preservato su tavolette d'argilla del 2600 a.C. circa. Esse sono state scritte incuneiforme, un sistema di scrittura adottato dai Sumeri basato sull'impressione di segni a forma di cuneo sulla superficie dell'argilla fresca. Sumero e accadico, pur condividendo il sistema di scrittura, sono lingue strutturalmente differenti: la prima è infatti decisamenteagglutinante, la seconda invece èsillabica. I simboli in cuneiforme possono avere diversi significati. Possono essere:
logogrammi in sumero (che rappresentano intere parole)
L'accadico, comunque, viene analizzato sotto la sua natura sillabica, facendo così perdere importanza a quella logografica, senza tuttavia snaturarla totalmente. Ad esempio il logogrammaAN può significare "dio" (ilum) ma anche "An/Anu" dio della mitologia sumera.
L'esempio 4 dell'immagine a destra mostra come i segni cuneiformi non hanno un preciso valore fonetico, in questo caso un valore vocalico. Vi sono anche altre particolarità più evidenti: la sillaba -ša- si può rendere sia col segnoŠA sia con il segnoNĪĜ; entrambi sono indifferentemente utilizzati nei testi. Nonostante l'accadico sia una lingua semitica, la sua struttura è prettamente sillabica, cioè la forma CV o VC o CVC (dove V = vocale e C = consonante) è espressa con un unico segno.[7]
Dato che l'accadico si è estinto e non esistono descrizioni della pronuncia, ben poco si può dire riguardo allafonetica e allafonologia. Sulle somiglianze con le altre lingue semitiche, si possono tuttavia fare alcune osservazioni e conclusioni.
La lingua accadica, in certi punti, presenta un'evoluzione rispetto alproto-semitico, di cui si sono persi alcunifonemi. Il suonoglottidale *ʾ, come anche lefricative *ʿ, *h, *ḥ sono tutte consonanti perdute. Leinterdentali e lelaterali fricative alveolari sorde (*ś, *ṣ́) si fondono con le sibilanti come inCananaico, perdendo così 19 fonemi consonantici. La tabella sottostante elenca tutti i suoni consonantici in accadico, con la presunta nella trascrizioneIPA secondo Streck[8].
^abcLe consonanti enfatiche accadiche sono state ricostruite comeeiettive (Hetzron, Robert, "The Semitic languages", Taylor & Francis, 1997, p. 8).
La *š comepostalveolare e le consonanti *z *s *ṣ come fricative, non sono da tutti accettate, come da Kogan e Dolgopolsky,[9] che pongono a sostegno della loro tesi l'assimilazione delle consonanti sordecoronali affricative a *s. Ad esempio, la desinenza possessiva-šu aggiunto alla radice della parolaawat ("parola"), è scrittaawassu ("sua parola") benché ci si aspetti una scrittura conšš otš; il particolare caso resta comunque di natura oscura e non chiaramente spiegabile. Secondo Patrick R. Bennett[10] il fonema *š ha, invece, una natura da sorda alveo-palatale.
Un approccio alternativo alla questione fonologica, è ottenibile assumendo i fonemi *s *ṣ come delle consonanti sorde coronali affricative [t͡s t͡sʼ], *š come una sorda coronale fricativa [s] e *z come sonora coronale fricativa (o affricativa) [d͡z~z]. Su questa base il fonema *š può essere scritto come *s̠, in modo da evidenziare un'articolazione debole del suono. Il succitato esempio diawat-su diventa [awat͡su], in modo da uniformarlo alle altre lingue semitiche. La seguente tabella mostra le corrispondenze fonologiche tra ilproto-semitico, l'accadico, l'arabo e l'ebraico tiberiense.
^abQuesti si distinguono solo dallo Ø (zero) che si riflette in/h/ e in/ʾ/ per mezzo di/e/ - influendo sulla vocale adiacente *a, ad esempio PS*ˈbaʿ(a)l-um ('proprietario') → Akk.bēlu(m) (Dolgopolsky, 1999, p. 35).
Tra le vocali si è anche ipotizzata l'esistenza di una vocale posteriore media/o/, cosa che però non si può confermare dal cuneiforme.[11]
Tutte le vocali e le consonanti possono essere lunghe o corte. Le vocali lunghe sono identificate da unmacron (ad esempio ā, ē, ī, ū), le consonanti lunghe sono invece scritte due volte. Questa distinzione fonemica ha anche risvolti nella grammatica: ad esempioiprusu ("colui che decide") ha diverso significato rispetto aiprusū ("essi decidono").
Non si conosce nulla riguardo l'accento in accadico. Ci sono comunque alcune regole, come nel caso della vocale sincopata, e certe forme in cuneiforme agiscono sull'accento delle vocali (anche se i tentativi di scoprirne il meccanismo hanno dato pochi risultati).
Una delle principali regole sugli accenti è che, in accadico, ogni vocale breve (e, probabilmente, non accentata) posta alla fine di una sillaba cade. Ad esempio la radice della declinazione dell'aggettivo verbalePRS èPaRiS- (dove le vocali segnate in minuscolo cadono). Così fa il nominativo maschile singolare, che èPaRS-um (< *PaRiS-um), anche se al femminile èPaRiStum (< *PaRiS-at-um) dove si assiste alla caduta della vocale sincopata, caratteristica piuttosto comune in accadico.
L'accadico è unalingua fusiva e, come le lingue semitiche, le sue caratteristiche grammaticali sono simili a quelle dell'arabo, presentando laradice semitica. Quest'ultima caratteristica conferisce al lessico accadico radici formate da tre consonanti (i cosiddetti "radicali") ed anche alcune di quattro consonanti (i "quadriradicali"). I radicali sono rappresentati in maiuscolo, ad esempioPRS ("decidere"). Tra i radicali possono essere presentisuffissi,infissi eprefissi, che permette di generare parole di differente significato partendo dalla radice. Le consonantiʔ,w,j en sono detti "radicali deboli", poiché le radici che li contengono danno origine a forme irregolari.
L'accadico ha duegeneri grammaticali, maschile e femminile, reciprocamente collegate dato che il femminile è ottenibile dal maschile con l'aggiunta del suffisso -at.
In accadico sono presenti tre numeri (singolare, duale e plurale) e tre casi (nominativo,genitivo eaccusativo). Però, anche nei primi stadi della lingua, il duale era poco utilizzato e confinato semplicemente ai casi di "coppie naturali" (ad esempio occhi e orecchie); gli aggettivi non sono utilizzati in duale. Al duale e al plurale, il genitivo e l'accusativo si uniscono neicasi obliqui.
L'accadico, a differenza dell'arabo, presenta numerosi plurali regolari (e pochiplurali fratti), sebbene alcune parole maschili presentino plurali femminili, in modo simile all'ebraico. La seguente tabella riporta la declinazione del sostantivošarr-um ("re") e del suo femminilešarr-at-um ("regina"), e dell'aggettivodannum ("forte").
^Il caso obliquo comprende l'accusativo e il genitivo.
Come emerge dalla tabella, gli aggettivi e i sostantivi presentano le medesime desinenza, eccezion fatta per il maschile plurale. Alcuni nomi, spesso inerenti alla geografia, formano con la desinenza-um unlocativo, spesso di funzioneavverbiale (soprattutto neldialetto babilonese preceduto dalla preposizioneina).
Nel tardo-accadico (più spesso nel neo-babilonese) in particolare la-m finale, insieme alla-n finale, scompare in tutti i casi tranne nel locativo. Nello stesso periodo, le desinenze del nominativo e dell'accusativo singolare maschile diventano-u e, soprattutto nel dialetto babilonese, cade la vocale posta in fine di parola. Nei testi accadici tardi sono talvolta utilizzati i casi dell'accadico classico (anche se spesso incorrettamente). È possibile che queste perdite siano state causate dall'influenza dell'aramaico sull'accadico.
^Accado, inTreccani.it –Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.URL consultato il 13 ottobre 2024.
^(EN) John Huehnergard e Christopher Woods,Akkadian and Eblaite, inThe Cambridge Encyclopedia of the World's Ancient Languages, Cambridge, Roger D. Woodard, 2004, pp. 218-280.
^(EN) John Huehnergard e Christopher Woods,Akkadian and Eblaite, inThe Cambridge Encyclopedia of the World's Ancient Languages, Cambridge, Roger D. Woodard, 2004, p. 83.
^(EN)Guy Deutscher,Syntactic Change in Akkadian: The Evolution of Sentential Complementation, Oxford University Press US, 2007, pp. 20-21,ISBN978-0-19-953222-3.
^(EN)[1] Andrew George, "Babylonian and Assyrian: A History of Akkadian", In: Postgate, J. N., (ed.), Languages of Iraq, Ancient and Modern. London: British School of Archaeology in Iraq, pp. 31-71.
^Kogan, Leonid (2011). "Proto-Semitic Phonetics and Phonology". In Semitic languages: an international handbook, Stefan Weninger, ed. Berlin: Walter de Gruyter. p. 68.
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