Localizzazione della fossa delle MarianneLa fossa delle Marianne sulla mappa dell'Oceano Pacifico
Lafossa delle Marianne (in ingleseMariana Trench) è unadepressione dell'Oceano Pacifico nord-occidentale al largo delleisole Marianne a sud-est delGiappone, a est delleFilippine e a nord dellaNuova Guinea.In essa si trova l'abisso Challenger, la cui estremità inferiore, con i suoi−10994m s.l.m., è punto più profondo della fossa stessa e, in assoluto, della superficie terrestre[1].
La fossa, il cui andamento descrive un leggero arco lungo circa2500km, si trova in una zona disubduzione generata dallo slittamento dellaplacca del Pacifico che si insinua sotto quella delleFilippine; i contorni della fossa sono caratterizzati dalla presenza di diversivulcani sottomarini.
Oggetto di esplorazione e di rilevazionibatimetriche fin dalla fine delXIX secolo, fu misurata con relativa accuratezza viasonar a metàXX secolo; la rilevazione più recente della sua profondità, con una precisione di circa40 m, risale al 2011.
Nel 1907 Otto Krummel, in "Handbuch der Ozeanographie", pubblica la prima mappa riportante la profondità della depressione rilevata dalla spedizione Challenger e dalla carboniera Nero
I primi rilievi della profondità di questa zona dell'Oceano Pacifico furono effettuati dallaspedizione Challenger che tra il dicembre 1872 e il maggio 1876 compì quella che è considerata la prima spedizione oceanografica, circumnavigando il globo per 68 890 miglia. Le misurazioni effettuate dalla corvettaChallenger nella zona scoprirono l'esistenza della depressione, rilevando una profondità massima di 4 475braccia, equivalenti a 8 184 m.
Nel1899 la carbonierastatunitenseNero, incaricata di effettuare rilievi idrografici, riportò una profondità massima di 9 636 m (5 269 braccia).[2]
Nel1951 la naveChallenger II dellaRoyal Navy esplorò per la prima volta la zona utilizzando unsonar, scoprendo a11°19′N 142°15′E11°19′N,142°15′E la depressione profonda 10 900 m, in seguito battezzata "Abisso Challenger" in nome della nave che scoprì la sua effettiva profondità. Il rilevamento venne eseguito misurando con un cronometro il ritorno del segnale al ricevitore e, dato che tale misura era effettuata a mano, fu necessario applicare una correzione di circa 40 m, cosicché la profondità venne rettificata a 10 863 m.
Nel1957 la navesovieticaVitjaz misurò una profondità di 11 034 m. Tuttavia, dato che successive spedizioni dell'epoca non avevano potuto ripetere tale misura, essa non venne considerata precisa. Nel1962 la M.V.Spencer F. Baird registrò la più grande profondità dell'epoca, pari a 10 915 m.
Nel1984 la navegiapponeseTakuyo, altamente specializzata, misurò con ilsonar multi-direzionale di cui era dotata una profondità massima di 10 924 m. Il 24 marzo1995, undici anni dopo, laKaiko, un'altra sonda nipponica, ottenne una nuova misura record di 10 916 m.
Nel2009 fu effettuata una misura mediante il robotNereus, che rilevò 10 902 m.[3]
L'ultima misura è stata effettuata il 7 dicembre 2011 mediante mappatura del fondo marino con un sonar scientifico ("echosounder") posto su una nave idrografica; secondo gli autori della ricerca, il punto più profondo (abisso Challenger), si trova a 10 994 ± 40 m sotto il livello del mare.[4][5] Tra l'altro questa misura sarebbe compatibile con quella effettuata dalla nave sovieticaVitjaz (Abisso Vitjaz' I) nel 1957.
23 gennaio1960: il batiscafoTrieste poco prima dell'immersione
In un'immersione senza precedenti ilbatiscafo dellaU.S. NavyTrieste, di progettazione svizzera e produzione italiana, raggiunse la profondità della fossa il 23 gennaio1960 alle 13:06. Sul batiscafo erano presenti il tenente di vascelloDon Walsh eJacques Piccard. Comezavorra vennero usati pellet di ferro, mentre per favorire il galleggiamento fu usatabenzina, più leggera dell'acqua. Il riempimento con benzina aveva anche lo scopo di rendere lo scafo incomprimibile. Gli strumenti di bordo individuarono una profondità di 11 521 m, più tardi rettificati a 10 916 m. Sul fondo della fossa Walsh e Piccard furono sorpresi di trovare delle particolari specie disogliole oplatesse, lunghe circa 30 cm, e anche deigamberetti. Secondo Piccard, «il fondo appariva luminoso e chiaro, un deserto che faceva trapelare diverse forme didiatomee».
Dopo un'immersione di prova effettuata il 7 marzo 2012 nellaNew Britain Trench (Isole Salomone) a oltre 8 000 metri di profondità, il registaJames Cameron il 26 marzo 2012 si è immerso raggiungendo con successo il fondo della fossa (- 10 916 m). Cameron è così diventato il terzo uomo nella storia a compiere l'impresa, il primo in solitaria.
Nel maggio 2019 Victor Vescovo, miliardario texano con la passione per l'esplorazione, è disceso a bordo di un batiscafo nell'abisso Challenger, toccando il fondo alla profondità di 10 924 m.[6]
La depressione deve il suo nome al battello oceanograficoHMS Challenger (1858) che durante la spedizione negli anni 1872-1876 fece le prime misurazioni della sua profondità. È il punto più profondo della superficie terrestre, situato ad una profondità compresa tra i10898m e i 10 994 m sotto il livello del mare. Si trova nell'Oceano Pacifico, in prossimità delleisole Marianne all'estremità sud della fossa delle Marianne (11°22′N 142°36′E). La pressione sul fondale della fossa raggiunge le 1090atmosfere, in base ai calcoli effettuati considerando la densità dell'acqua di mare, cioè 1090 volte superiore a quella che subiamo sulla superficie terrestre a livello del mare. La terra emersa più vicina è l'isola diFais, una delle isole delloStato di Yap, situata289 km a sud-ovest e l'isola diGuam a 306 km a nord-est.
Secondo l'edizione del 2011 del gazzettinoGEBCO (GEBCO Gazetteer of Undersea Feature Names) la posizione e profondità del Challenger Deep sono rispettivamente11°22′24″N 142°35′30″E11°22′24″N,142°35′30″E (Challenger Deep) e10920±10 m.[1][7]
Solo cinque discese sono state compiute.[8] Oltre la discesa delbatiscafo Trieste e delDeepsea Challenger, ci sono state altre discese di veicoli robotizzati, privi di equipaggio e comandati a distanza dagli scafiKaikō nel 1995 eNereus nel 2009.
Il 7 giugno 2020Kathryn Sullivan, astronauta e prima donna della NASA a fare una camminata spaziale, prese parte alla spedizione dell'esploratore Victor Vescovo, diventando anche la prima donna a scendere nel punto più profondo degli oceani.[9][10][11]