Indiritto penale, lalocuzione latinaaberratio ictus si riferisce a un'ipotesi d'errore nella fase esecutiva di unreato, che si verifica quando ilreo offende unapersona diversa dalla vittima designata. Esempio: Tizio esplode un colpo d'arma da fuoco contro Caio, ma sbagliando la mira colpisce Sempronio; in questo caso l'evento voluto dal reo (ferimento ouccisione) si realizza nei confronti di un soggetto diverso da quello al quale era diretta l'offesa.[1]
Ilcodice penale italiano disciplina l'aberratio ictus all'art. 82 (Offesa di persona diversa da quella alla quale l'offesa era diretta).
Dalla norma discende la distinzione tra due forme diaberratio ictus.
L'aberratio ictus monoffensiva o monolesiva, descritta dal primo comma, consiste nel cagionare offesasolo alla persona diversa dalla vittima designata. Il reo risponde del fatto come se l'avesse commesso nei confronti di quest'ultima. Nell'esempio sopra citato, Tizio risponderà dunque dell'omicidio o della lesione personale (dolosi) di Sempronio, salva solo l'applicazione dell'art. 60 c.p. (Errore sulla persona dell'offeso), più favorevole al reo, in tema dicircostanze aggravanti eattenuanti.[2]
L'aberratio ictus plurioffensiva o plurilesiva, descritta dal secondo comma, consiste nel cagionare offesa a una persona diversaoltre che alla vittima designata. In questo caso il reo risponde del reato più grave, con un aumento di pena fino alla metà.[3]
La dottrina discute se l'aberratio ictus dia luogo, o no, a un'ipotesi diresponsabilità oggettiva (vietata dall'art. 27 Cost.).
La risposta è negativa se si considera che l'identità della persona offesa non è oggetto deldolo. In caso diaberratio ictus, il reo realizzerebbe un'offesa «normativamente equivalente» a quella voluta: Tizio voleva uccidere un uomo e ha appunto ucciso un uomo, anche se diverso dalla vittima designata.[4][5]
La risposta è invece affermativa se si ritiene che il dolo riguardi non l'evento astratto («uccisione di un uomo»), ma l'evento concreto («uccisione di Caio»).[4] Tizio, che voleva uccidere Caio, ha escluso o non si è neppure raffigurato la possibilità di uccidere al suo posto Sempronio. Se l'art. 82 c.p. non esistesse, egli risponderebbe ditentato omicidio nei confronti di Caio e diomicidio colposo nei confronti di Sempronio; dunque la norma, punendolo peromicidio volontario, prevederebbe in realtà una responsabilità oggettiva.[5]
Per quanto riguarda l'aberratio ictus plurilesiva, invece, è stata proposta una reinterpretazione dell'art. 82 c.p., al fine di renderlo maggiormente conforme ai principi costituzionali in tema dicolpevolezza: il reo dovrebbe rispondere (a titolo di dolo) solo se il suo errore è dovuto almeno acolpa; cioè se si può accertare che un uomo ragionevole, al suo posto, avrebbe potuto essere più prudente e accorgersi della possibilità di colpire una persona ulteriore rispetto alla vittima designata. Il risultato è però paradossale, come se il legislatore prescrivesse al contempo: a) dinon tenere la condotta aggressiva volontaria, ma b) ditenerla nel rispetto delle regole cautelari per evitare l'offesa di persone diverse dalla vittima designata.[4]
Per superare quest'evidente contraddizione, parte della dottrina suggerisce di avere riguardo allaprevedibilità in concreto, da parte del reo, della possibilità di colpire una vittima diversa da quella designata.[4] Ai fini della responsabilità penale, si tratterebbe cioè di accertare un minimo di colpevolezzadiverso dalla violazione di regole cautelari che dà luogo a colpa, e legato invece alla semplice prevedibilità (concreta) dell'evento aberrante.
In giurisprudenza non sono prese in considerazione le questioni di illegittimità costituzionale perorate dalla dottrina, poiché l'aberratio ictus è comunque una volontà di commettere il reato.
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