Storia degli Ebrei
Lastoria degliEbrei si dipana lungo circa gli ultimi 40 secoli, facendone uno dei popoli che da più tempo calca la scena storica del mondo.
Le indicazioni cronologiche degli eventi più antichi sono ipotetiche, data la scarsità delle fonti.[1]
Fonti storiche
Nella sua fase più antica, dalle origini nel XVIII secolo a.C. conAbramo fino alla definitiva diaspora del 75 d.C., la storia del popolo ebraico coincide in larga parte con i testi dellaBibbia, che ne rappresenta la fonte storica principale, spesso unica. Dato l'incontro-scontro degli Ebrei con i grandi imperi dell'antichità (Egizio,Assiro,Babilonese,Persiano,Macedone), è possibile rintracciare nei loro documenti alcuni cenni su questo popolo.Per il periodo attorno all'inizio dell'era cristiana, in concomitanza con l'incontro-scontro con l'Impero Romano, sono preziosissimi gli scritti diGiuseppe Flavio.
In seguito la storia degli Ebrei si intreccia con quella dell'occidente cristiano e con la sua storiografia oppure con la storia dei territori occupati dagliArabi o dei popoli presso cui gli Ebrei si sono dispersi (vedi sotto:Diaspora).
Patriarchi (XVIII-XVII secolo a.C.)
![]() | Per approfondire, vedi le vociPatriarca (ebraismo),Abramo,Isacco,Giacobbe eGiuseppe (patriarca) |
La storia del popolo ebraico viene solitamente fatta iniziare conAbramo. L'unica fonte storica disponibile a lui relativa e ai patriarchi suoi discendenti è illibro della Genesi, redatto definitivamente nel V secolo a.C.
Abramo era un "arameo errante" al quale, secondo la Genesi,YHWH chiese di spostarsi daUr deiCaldei (precisazione valida per l'età dei composizione del testo, non per Abramo stesso) all'incirca verso Nord, aHarran (nell'attualeSiria), per poi scendere fino nella terra diCanaan (attualePalestina-Israele), laterra promessa.In Canaan muore Abramo e qui si svolgono le vicende di suo figlioIsacco e di suo nipoteGiacobbe, poi rinominatoIsraele. Tra i figli di Giacobbe-Israele risalta in particolareGiuseppe, che, venduto dai fratelli come schiavo e portato in Egitto, dopo colorite vicende riesce a diventare vicerè del Paese. Riappacificato coi fratelli, invita il clannomade di Giacobbe-Israele a stabilirsi in Egitto, nellaterra diGosen (probabilmente la parte orientale del delta).
Il periodo storico nel quale vengono tradizionalmente collocati i Patriarchi è attorno al 1800-1700 a.C. (con notevoli variazioni nelle proposte tra il 2000 a.C e 1200 a.C.). Data la relativa mancanza di fonti storiche extrabibliche relative ai personaggi e agli eventi narrati nellaGenesi, è molto difficile ricostruire un preciso quadro storico everificare queste narrazioni. D'altro canto, il poco che sappiamo del mondo nomade nelVicino Oriente del II millenio a.C. conferma indirettamente diversi elementi:[2] nomi geografici, di persona (lo stesso nome Abramo), contratti, usi e costumi della vita seminomade descritta nella Genesi trovano numerose similitudini nelle altre fonti storiche[3]. Anche la nomina di un immigrato semita ad un'alta carica statale egizia, come nel caso diGiuseppe, trova conferma nelle fonti egizie.
Circa questo periodo della vita seminomade è stata proposta l'identificazione del popolo ebraico con un clan degliHabiru (o Hapiru), termine indicante dei generici nomadi (spesso con senso dispregiativo) attestato da diverse fonti dell'anticamezzaluna fertile. L'identificazione comunque non è sicura.
Altrettanto suggestiva ma del tutto ipotetica è l'identificazione degli Ebrei con un clan semita che si sarebbe insediato in Egitto in occasione dell'invasione degliHyksos (circa 1648 – 1540 a.C.).
Cattività ebraica in Egitto (XVII-XIII secolo a.C.)
La Genesi termina con l'ingresso degli ebrei in Egitto e l'insediamento inGosen, nella parte orientale deldelta del Nilo. Secondo laGenesi15,13 e gliAtti degli Apostoli7,6, il soggiorno in Egitto sarebbe durato 400 anni. La cifra sembra essere simbolica e, come anche il numero40, ricorre spesso nella Bibbia per indicare un generico lungo periodo.
Secondo illibro dell'Esodo, durante questo soggiorno gli Ebrei vissero in pace e prosperarono fino a quando sorse un nuovo re (tradizionalmente identificato conRamses II, forse 1290-1224 a.C.) che li oppresse, obbligandoli ai lavori forzati nella costruzione delle città diPitom eRamses. Grazie aMosè e all'intervento miracoloso di Dio con le cosiddette "dieci piaghe", il popolo poté uscire dal paese (Esodo) passando il "Mare di Giunco", normalmente identificato colMar Rosso. L'Esodo è tradizionalmente collocato attorno al 1250-1230 a.C.
Come per la Genesi, non è possibile trovare una diretta conferma nelle fonti egizie circa il soggiorno e la fuga degli Ebrei. Comunque la presenza di gruppi nomadi semiti in particolare nella zona del delta è attestata nelle fonti egizie. Anche la costruzione delle città diPitom eRamses, che le fonti egizie attribuiscono a lavoratori forzati, appare concordare con la narrazione del libro dell'Esodo.
Esodo e soggiorno nel Sinai (fine XIII secolo a.C.)


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R. De Vaux ha ipotizzato due differenti esodi, un esodo-espulsione, nel quale gli egiziani avrebbero espulso un gruppo "imparentato" con gli Ebrei, seguito dall'esodo-fuga di Mosè. L'intento è quello di armonizzare alcune diversità presenti nel libro dell'Esodo, in particolare relativamente all'itinerario seguito dagli Ebrei. L'ipotesi, accolta p.es. nelle note inEs7,8;11,1;13,17 dellaBibbia di Gerusalemme curata dallo stesso De Vaux, non gode attualmente di largo consenso.
Mosè, intermediario con Dio, fornì il popolo ebraico di norme religiose, sociali e giuridiche. Sono ricordate numerose tappe del viaggio, ma la memoria toponomastica di queste si è persa, per cui è impossibile una ricostruzione geografica del viaggio. Le uniche tappe note con certezza sono l'inizio (Pitom eRamse) e la fine (Kades-Barnea).IlLibro dei numeri14,39-45 riferisce di un tentativo da parte di Mosè di lasciare il Sinai e penetrare nella terra di Canaan da sud, attraverso la via più breve, che vide però la sconfitta degli Ebrei da parte degliAmaleciti aCorma.
![]() | Per approfondire, vedi la voceStele di Merneptah |
Anche in questo caso la pressoché unica fonte relativa a questo periodo sono i racconti dei libri biblici. Preziosissima è la testimonianza dellastele di Merneptah (o Stele d'Israele), datata intorno al 1220 a.C., nella quale si legge tra l'elenco dei nemici sconfitti dal faraone anche il nomeysrỉr, unito al suffisso indicante un popolo nomade: se l'identificazione tradizionalmente proposta dagli studiosiysrỉr - Israele è corretta, si tratta della più antica testimonianza extrabiblica relativa a eventi biblici.
In questo periodo di soggiorno nel Sinai si colloca la cosiddetta "ipotesi kenita" (Gressmann 1913): il gruppo di fuoriusciti ebrei dall'Egitto si unì a popolazioni madianite (o kenite) formando un popolo unico, seppure con identità diverse, e assumendo da questi il culto aYHWH. Ma anche questa ipotesi non gode di largo credito.
Conquista della Palestina (XII-XI secolo a.C.)
![]() | Per approfondire, vedi le vociGiosuè (Bibbia),Giudici biblici eDodici tribù di Israele |

Secondo il racconto del biblicoLibro di Giosuè, alla morte diMosè la guida del popolo ebraico passò aGiosuè. Questi guidò gli Ebrei alla conquista militare delle piccole città-stato della terra diCanaan passando da est, attraverso ilfiume Giordano, in seguito al precedente fallito tentativo di ingresso da sud.
Secondo il differente racconto del biblicoLibro dei Giudici, dopo l'iniziale e non completa campagna di Giosuè, gli Ebrei, organizzati autonomamente per gruppi sociali e territori nelledodici tribù, convissero in stato di continuo conflitto con la popolazione locale. Saltuariamente alcune tribù si alleavano per far fronte comune ad alcuni nemici, soprattutto re cananei locali ma anche popoli limitrofi (Filistei,Madianiti), sotto la guida deigiudici, una sorta di capi militari temporanei.
La ricostruzione storica della conquista della Palestina è particolarmente problematica a partire dallo stesso resoconto biblico. Secondo ilLibro di Giosuè, gli Ebrei agirono in maniera concorde, con tutte le tribù a formare un vero e proprio esercito, e la conquista del paese fu totale. Secondo invece ilLibro dei Giudici, la conquista fu lenta e frammentaria, si sarebbe limitata alle zone scarsamente popolate lasciando inizialmente intatte le città cananee delle pianure e avrebbe visto in azione singole (o gruppi di) tribù. Sono stati proposti diversi scenari:
- conquista militare unitaria, come descritto dalLibro di Giosuè (W.F. Albright). A favore vi sono scavi archeologici che hanno mostrato la distruzione violenta di diversi insediamenti palestinese intorno al 1250-1200. D'altro canto queste distruzioni possono essere dovute ad altri motivi (lotte cananee, incursioni egizie...), e soprattutto alcune delle città che Giosuè avrebbe conquistato erano in quel periodo disabitate:Arad,Ai e soprattuttoGerico, città con la quale si apre la campagna di Giosuè. Per questo l'ipotesi non gode attualmente di largo consenso.
- infiltrazione graduale e pacifica almeno nella fase iniziale, come descritto dalLibro dei Giudici (A. Alt; M. Noth). A favore vi sono scavi archeologici che documentano la nascita, attorno al 1200, di almeno 250 nuove piccole comunità soprattutto nelle regioni montuose, tra le quali probabilmente anche quelle degli Ebrei. La cultura di questi insediamenti non si differenzia da quella cananea: se si tratta di insediamenti di Ebrei, questi hanno assimilato la cultura cittadina locale.
- rivoluzione di classi sociali contadine (G.E. Mendenhall, N.K. Gottwald). In tal caso gli Ebrei non sono un gruppo immigrato ma autoctono palestinese. L'ipotesi godette di notevole diffusione negli anni sessanta e settanta, in concomitanza col prosperare delcomunismo.
La seconda ipotesi è pertanto quella che attualmente gode di maggiore consenso, suggerendo un insediamento inizialmente lento e pacifico poi anche conflittuale, solitamente datato tra il 1200-1050 a.C.
Monarchia (1030-933 a.C.)
![]() | Per approfondire, vedi le vociRegno di Giuda,Regno di Israele,Saul,Davide (Bibbia) eRe Salomone |
Secondo ilPrimo libro di Samuele, soprattutto per motivi di difesa dai nemici esterni, gli Ebrei chiesero alprofeta Samuele di nominare un re. La scelta, guidata da Dio, cadde suSaul, che fu quindi il primo re degli Ebrei. La cronologia, la capitale, l'estensione del dominio e la gestione interna del regno non sono chiari: probabilmente regnò attorno al 1030-1010 a.C. (l'indicazione di 2 anni delTesto Masoretico del1Sam13,1 è inverosimile e variamente corretta dalle varie traduzioni bibliche), probabilmente principalmente sulle tribù del nord, e ancora probabilmente il suo regno non sancì la nascita di un vero e proprio stato centralizzato burocratico e amministrativo ma fu limitato alla conduzione di campagne militari di difesa.
A Saul seguìDavide, "re di Giuda e re d'Israele", l'archetipo del re degli Ebrei, descritto nelPrimo eSecondo libro di Samuele. Nel suo regno, tradizionalmente datato attorno al 1010-970, Davide conquistò la cittàgebusea diGerusalemme che stabilì come capitale essendo intermedia tra le tribù del nord e quelle del sud. Organizzò uno stato centralizzato sul modello egizio con funzionari, esercito (prevalentemente mercenari), tasse. Combatté vittoriosamente i popoli vicini (filistei,moabiti,ammoniti,edomiti,aramei diDamasco) riducendoli in stati vassalli o tributari e creando un forte regno "dall'Eufrate fino all'Egitto", approfittando della relativa debolezza di Egitto e Assiria per i quali rappresentò una sorta di comodostato cuscinetto.

Alla morte di Davide il regno passò a uno dei suoi figli,Salomone il cui lungo regno, descritto nelPrimo libro dei Re, è tradizionalmente datato tra il 970-933 (o 931). Diversamente dal padre fu un re prevalentemente pacifico. Costruì iltempio aGerusalemme (probabilmente restaurando un tempio cananeo preesistente), stabilì rapporti diplomatici e commerciali con i popoli confinanti creando anche un porto sulMar Rosso, perfezionò il sistema statale centralizzato abbozzato da Davide, creò un sistema di tassazione e dicorvées che generarono malcontento, fortificò diverse città del regno. Durante il suo regno si ribellarono e riottennero la piena indipendenzaDamasco edEdom. Cedette anche al re diTiro parte dellaGalilea.
Israele e Giuda
Nel 933 (o 931 o 926), alla morte diSalomone, le tensioni sempre presenti tra le tribù del nord e quelle del Sud (Simeone, la maggior parte diBeniamino e soprattuttoGiuda) si acuirono per la pesantezza dellecorvées, fino a giungere alla scissione del regno: le tribù del nord non accettarono come reRoboamo (933-916), figlio di Salomone, e si impose il regno diGeroboamo (933-911). A nord si costituì così ilRegno d'Israele, con capitale aTirza, mentre nel sud continuò a regnare da Gerusalemme la dinastia davidica sulRegno di Giuda. La storia dei re del nord e del sud è descritta dalPrimo eSecondo libro dei Re. I due regni furono profondamente diversi. Il rapporto tra essi fu prevalentemente conflittuale, sebbene questi conflitti siano stati poco più che scaramucce di frontiera.
Regno d'Israele (933-722 a.C.)
![]() | Per approfondire, vedi la voceRegno di Israele |
Ilregno d'Israele, più vasto, ricco e popolato, era collocato sulle principali vie di comunicazioni internazionali e dunque più aperto agli influssi culturali e religiosi stranieri. Il primordiale culto monoteistico di YHWH si fuse già conGeroboamo con culti cananei. Dal punto di vista politico fu caratterizzato da una forte instabilità: i 19 re finirono spesso assassinati o deposti con colpi di stato militari. Numerosi furono gli scontri con gli Aramei. I principali re furono:
- Omri (885-874). Trasferì la capitale aSamaria, probabilmente fondata ex-novo. Durante il suo regnoMoab riguadagnò l'indipendenza, come testimoniato anche dallastele di Mesha, ritrovata nel 1868 in Giordania e datata al 842-840.
- Acab (874-853). Guidò una coalizione antiassira di re palestinesi con rinforzi egizi dalla quale ne uscì sconfitto aQarqar. Da allora il regno divenne un vassallo tributario dell'Assiria. Il fatto non è riportato dalla Bibbia ma testimoniato da una cronaca assira.
- Geroboamo II (783-743). Riportò il regno a un relativo benessere e riconquistò alcuni territori in transgiordania. Di esso testimonia un sigillo ritrovato a Meghiddo di "Shema, funzionario di Geroboamo".
Nel 734 il rePekach, alleato con Rezin re di Damasco, cercò di coinvolgere il regno di Giuda in una coalizione antiassira, e al rifiuto organizzò una "spedizione punitiva" nota comeguerra siro-efraimita. Il re assiroTiglat-Pileser III nel 733 attaccò il regno e ne annesse una parte, insediando un certo Osea (732-722) e deportando parte della popolazione in Assiria (2Re15,29;1Cr5,26). Quando Osea si ribellò agli assiri intervenne il reSalmanassar V che nel 722 distrusse Samaria. Deportò gran parte della popolazione israelita in varie zone del nord della mesopotamia (2Re17,6), dove si fusero con le altre popolazioni (vediDieci tribù perdute d'Israele), e deportò nella neoistituita provincia assira di Samaria popolazioni di diverse origini (2Re17,24).
Nel regno del nord furono attivi diversi profeti:Elia (c.a 850);Eliseo (c.a 800);Amos eOsea (c.a 750).
Regno di Giuda (933-587 a.C.)
![]() | Per approfondire, vedi le vociRegno di Giuda eAssedio di Gerusalemme (701 a.C.) |
Diversamente dal nord, la popolazione del piccoloRegno di Giuda è più omogenea e riunita attorno aGerusalemme e altempio, centro della fede inYHWH. La posizione è decisamente marginale e isolata. I re di Giuda furono tutti della dinastia di Davide. I principali re furono:
- Acaz (735-716?). Nel 734 rifiutò di partecipare alla coalizione anti-assira del re d'IsraelePekach e del re di Damasco Rezin, subendo laguerra siro-efraimita. Chiese aiuto aTiglat-Pileser III facendo del regno un vassallo tributario degli assiri.
- Ezechia (716-687). Attuò una riforma religiosa eliminando i culti cananei, sconfisse iFilistei. Nel 705 si ribellò all'Assiria alleandosi con l'Egitto. Nel corso di una campagna nell'occidente, nel 701 il re assiroSennacherib annesse parte della Giudea eassediò Gerusalemme. L'assedio fu però interrotto: ilSecondo Libro dei Re35-36 ci rivela che fu una miracolosa liberazione da parte di Dio, ma probabilmente si trattò di un'epidemia di peste, oppure motivi politici interni che richiedevano il ritorno del re nella capitale, oppure un pesante tributo versato da Ezechia e taciuto nella Bibbia (il successivo reManasse risulta tributario dalle cronache assire). Comunque il regno del sud non subì la conquista e la deportazione come avvenne per quello del nord.
- Manasse (687-642). Ristabilì il pluralismo religioso precedente a Ezechia e passò alla storia come il re empio per eccellenza.
- Giosia (640-609). Crollata l'Assiria (Ninive fu conquistata daiBabilonesi nel 612) divenne vassallo dell'Egitto. Nel 622 intraprese un'importante riforma religiosa in base al ritrovamento nel tempio di un "libro della legge" (verosimilmente ilDeuteronomio o parte di esso, composto probabilmente da leviti provenienti dall'inviso nord e per l'accettazione del quale fu inscenato il ritrovamento). Morì nel 609 in uno scontro aMeghiddo col faraoneNecao, dal quale sperava di riscattarsi con l'aiuto della nuova potenza babilonese.
In seguito allabattaglia di Karkemish del 605 traegiziani ebabilonesi, vinta da questi, la regione siro-palestinese cadde sotto il dominio babilonese. Nel 601 il re di GiudaIoakim (609-598) si ribellò confidando nell'aiuto egiziano. Il re babiloneseNabucodonosor mosse contro Giuda e conquistòGerusalemme il 16 marzo 597. Deportò il reIoiachin (598-597) e parte della classe dirigente del regno e nominò reSedecia (597-587). Nonostante il parere contrario delprofeta Geremia e diBaruc, che consigliavano realisticamente la sottomissione a Babilonia, Sedecia si ribellò contro Babilonia nel 589, eNabucodonosor tornò in Giudea e conquistò Gerusalemme nel luglio-agosto del 587. Il tempio fu distrutto e gran parte della classe dirigente e della popolazione esiliata.
Nel regno del sud furono attivi diversi profeti:Isaia (c.a 750-700);Michea (c.a 750);Naum (c.a 660);Sofonia (c.a 630);Geremia (c.a 626-587);Ezechiele (c.a 593-571).
Esilio babilonese (587-538 a.C.) e diaspora
![]() | Per approfondire, vedi le vocidiaspora ebraica eesilio babilonese |
Con la deportazione di Nabucodonosor del 587 il baricentro del popolo ebraico si spostò presso Babilonia. Tuttavia gli strati più poveri della popolazione rimasero in Giudea. A questi due nuclei bisogna aggiungerne un terzo, seppure di minore entità, dato dalla cosiddetta diaspora egizia.
Giudea
Dopo la conquista di Gerusalemme e la deportazione del luglio-agosto 587, i babilonesi affidarono la Giudea a un certoGodolia, una sorta di governatore generale. Il popolo rimasto era costituito prevalentemente da agricoltori e la produzione era limitata a una mera economia di sussistenza. Godolia venne assassinato poco dopo (settembre-ottobre 587) da un certoIsmaele, di discendenza davidica, che aveva probabilmente l'intento di ripristinare la monarchia. Il tentativo non ebbe successo e Ismaele fuggì in Egitto con un altri e costringendo ilprofeta Geremia a seguirli. Nel 582/581 vi fu una terza e minore deportazione.
Sugli anni della Giudea prima del ritorno dei rimpatriati le fonti storiche non trasmettono nient'altro. Una descrizione poetica e tragica è trasmessa dal biblicoLibro delle Lamentazioni.
Diaspora babilonese
I Giudei deportati in più fasi tra il 597 e il 582 a.C., probabilmente in totale circa diecimila, furono insediati dai babilonesi a Tel-Aviv, presso il fiume Chebar, non distante da Babilonia. Ilprofeta Ezechiele, anch'egli deportato, secondo quanto testimoniato dall'omonimo libro biblico deve aver tenuto desta la speranza di un ritorno in Giudea.La situazione dei deportati comunque fu caratterizzata da una relativa libertà e tranquillità, al punto che al momento del successivo rimpatrio diversi decisero di restare a Babilonia. Nella città mesopotamica diNippur sono stati ritrovati gli archivi di una sorta di banca risalenti al 450-400 a.C., e i nomi di alcuni possidenti locali erano ebrei.
Nella diaspora babilonese viene solitamente collocato l'inizio dellasinagoga.
L'opera di riflessione degli esiliati sulla storia del popolo ebraico ha probabilmente dato inizio alla stesura dei testi del Pentateuco, terminata poi nel successivo rientro in Giudea.
Diaspora egizia
Nel V secolo, al tempo della accennata fuga di un gruppo di Giudei con Geremia in Egitto, sono testimoniati in questo paese alcuni insediamenti ebraici. Non è chiaro se queste comunità fossero state fondate dai profughi o se questi si aggiunsero a nuclei preesistenti. I profughi con Geremia si stanziarono a Tahpanes, Dafne in greco (Ger43,7), mentre sono citate comunità ebraiche anche a Migdol e Menfi (Ger44,1).
Particolarmente significativo era l'insediamento diElefantina, nell'alto Egitto, non testimoniato dalla Bibbia ma da fonti egizie, nel quale era presente un tempio nel quale si adorava oltre a YHWH altre due divinità. L'ultimo testo relativo a questa comunità isolata risale al 399 e non è chiaro che fine abbia fatto.
Dominazione persiana (539-332 a.C.)

Nel 539 a.C.Ciro, re deiPersiani, conquistòBabilonia. Uno dei primi provvedimenti del re (538) fu quello di permettere il ritorno in patria delle popolazioni forzatamente esiliate dai Babilonesi, tra i quali anche i Giudei. IlLibro di Esdra riporta integralmente il testo di due decreti regali rivolti agli Ebrei inaramaico (Esd1,1-4;6,1-12), lingua ufficiale dell'impero, la cui storicità è verosimile. Anche ilcilindro di Ciro conferma (indirettamente) tale disposizione.
SecondoGiuseppe Flavio, che scrive però secoli dopo, gran parte degli Ebrei preferì restare a Babilonia. Il ritorno degli esiliati avvenne sotto la guida di un certoSesbassar (Esd1,8). In seguito il reDario nominò governatore della GiudeaZorobabele, al quale si affiancò il sommo sacerdoteGiosuè.
Attorno al 520-515 fu ricostruito, o meglio restaurato, iltempio di Gerusalemme.In questo periodo furono attivi i profetiAggeo,Gioele eZaccaria che testimoniano la forte speranzamessianica di una restaurazione della monarchia nella figura di Zorobabele, speranza poi non adempiuta. Questa speranza è all'origine del cosiddetto movimento apocalittico, nel quale si collocano le redazioni delle diverse apocalissi, fino al II secolo.
Nel 445 arrivò a GerusalemmeNeemia, inviato daArtaserse I, che fece ricostruire le mura della città e impedì i matrimoni misti con donne pagane. Cercò anche di incrementare la popolazione della città. Nel 398 arrivò a GerusalemmeEsdra, sacerdote anch'egli inviato dal reArtaserse II, che riaffrontò la questione dei matrimoni misti. Con un decreto del re laTorah, la cui compilazione definitiva era probabilmente già stata terminata al tempo diNeemia, divenne legge statale per gli Ebrei (Esd7,12-16).
Le uniche fonti storiche sul periodo della dominazione persiana in Giudea sono i libri diEsdra eNeemia, che però forniscono solo le informazioni qui indicate, in un intervallo cronologico limitato.
Dominazione ellenista: i Maccabei (332-134 a.C.)
Nel 332 a.C.Alessandro Magno, diretto verso l'Egitto, occupò la Palestina e con questo gli Ebrei in Giudea vennero quindi a contatto con la culturaellenista. Come anche per gli altri territori conquistati Alessandro assicurò libertà di culto e riconobbe l'autorità del sommo sacerdote. Secondo Giuseppe Flavio è in questo contesto che si creò lo scisma con i samaritani, quando Alessandro concesse loro il permesso di costruire il tempio sul monteGarizim.
Alla morte di Alessandro nel 323, in accordo alle direttive dellaSpartizione di Babilonia, la Giudea passò sotto il dominio dei reTolomei d'Egitto, i quali proseguirono la politica di tolleranza.
Nel 200 a.C. la Palestina fu conquistata daAntioco III, reseleucide diSiria, anche con l'aiuto degli Ebrei. Il re per ringraziamento garantì notevoli privilegi fiscali. I rapporti tra Ebrei e re ellenisti cominciarono a incrinarsi dal 187 quandoSeleuco IV, in difficoltà finanziarie, saccheggiò il tempio di Gerusalemme (2Mac3 riferisce però che il tentativo fu mandato a vuoto da un intervento miracoloso di Dio).
È però col successoreAntioco IV Epifane (175-164) che si arrivò all'aperta rottura. Nel 169 saccheggiò il tempio. Nel 167 ordinò la costruzione di un altare a Zeus nel tempio e proibì lacirconcisione e la celebrazione delle feste ebraiche, incluso il sabato, pena la morte. In questa opera di ellenizzazione forzata trovò appoggio in un forte partito filoellenista che comprendeva tra l'altro il sommo sacerdote.
Questa persecuzione antigiudaica scatenò l'opposizione degli Ebrei tradizionalisti che si definironohasidim, i "pii". Da questi gruppi derivarono probabilmente ifarisei. La rivolta antiseleucide scoppiò aModin, per opera di un sacerdote di nomeMattatia, un cui antenato si chiamavaAsmoneo. Suo figlioGiuda, soprannominato Maccabeo (martello), divenne capo della resistenza e riuscì a conquistare Gerusalemme nel dicembre del 164. Il 18 dicembre di quell'anno riconsacrò il tempio, evento ricordato nella festa ebraica dellaHanukkah (dedicazione).Antioco V (164-162), successore di Antioco IV, concesse un editto di tolleranza.
Il nuovo reDemetrio I (162-150) riprese la lotta uccidendoGiuda Maccabeo nel 161. A questi successe suo fratelloGionata (161-143) che ottenne nel 152 dal pretendente al trono seleucideAlessandro Balas l'autonomia per la Giudea e la carica di sommo sacerdote. In reazione a quest'ultima nomina si costituì probabilmente il gruppo degliesseni attorno al sommo sacerdote legittimo. Gionata fu ucciso a tradimento nel 143 e capo del movimento divenne un terzo fratello,Simone (143-134), anch'egli sommo sacerdote e governatore.
La guerra d'indipendenza dei fratelli maccabei è dettagliatamente raccondata nelPrimo eSecondo libro dei Maccabei. Accenni si trovano anche inGiuseppe Flavio e altri storici romani.
Diaspora ellenista
L'ellenismo vide anche il fiorire delle comunità ebraiche delladiaspora, in particolare in Egitto, in particolare nella città diAlessandria dove arrivò a contare circa 40.000 individui, forse 1/5 della popolazione. In questa città venne tradotta la Bibbia in greco (Septuaginta).
Filone di Alessandria (c.a 13a.c-45 d.C.) cercò di armonizzare la religione ebraica con la cultura e i concetti greci.
Dinastia Asmonea (134-63 a.C.)
Sebbene la Giudea raggiunse l'indipendenza già nel 164 a.C. con la liberazione di Gerusalemme da parte diGiuda Maccabeo, è solo con il regno diGiovanni Ircano I (134-104), figlio diSimone Maccabeo, che ebbe inizio la vera e propria dinastia asmonea. Sotto il regno di Iracano vennero conquistati e convertiti forzatamente gliIdumei e si consolidarono i gruppi deisadducei,farisei e forse ancheesseni. Nel 128 distrusse il tempio dei samaritani sul monte Garizim. Successori:
- Aristobulo (104-103), figlio di Giovanni. Conquistò laGalilea.
- Alessandro Ianneo (103-76), fratello di Aristobulo. Scontratosi con i farisei, ne fece crocifiggere qualche centinaio attorno a Gerusalemme.
- Alessandra Salomé (76-67), vedova di Alessandro.
Alla sua morte si scatenò una lotta di successione tra i figliIrcano II eAristobulo II. Ircano si rivolse a Roma ePompeo occupò Gerusalemme nel 63 a.C.
Dominazione/protettorato romano (dal 63 a.C.)
![]() | Per approfondire, vedi le vociErode il Grande,Giudea (provincia romana),Prima guerra giudaica,Seconda guerra giudaica eTerza guerra giudaica |
Nel 63 a.C.Pompeo confermòIrcano II nel ruolo di sommo sacerdote e spedìAristobulo a Roma prigioniero. La Giudea divenne uno stato vassallo di Roma senza un re ufficiale, guidata dal sommo sacerdote. Attorno al 50 a.C. l'idumeoErode Antipatro (m.43) ottenne la carica di governatore della Giudea daGiulio Cesare.
Nel 40Antigono, figlio diAristobulo II, conquistò Gerusalemme con l'aiuto deiParti e diventò re e sommo sacerdote.
Nel 37Erode, poi soprannominato "il Grande", figlio diErode Antipatro, conquistò Gerusalemme con l'aiuto di Roma e venne riconosciuto come re dei Giudei fino alla morte (4 a.C.). Per consolidare il potere fece uccidere buona parte del Sinedrio, il cognato Aristobulo, la moglieMariamme, la suocera Alessandra, i figli Alessandro, Aristobulo e Antipatro. Attorno al 20/19 a.C. intraprese il restauro e l'ampliamento deltempio di Gerusalemme. Fece costruire o ricostruire diverse città e fortezze:Samaria,Cesarea Marittima, l'Erodium,Macheronte,Masada, laFortezza Antonia.
Alla sua morte, secondo la sua volontà il regno fu diviso tra i sui figli:
- Erode Archelao (4 a.C. - 6 d.C.) fu etnarca (titolo inferiore a quello di re) diGiudea eSamaria. Nel 6 d.C. l'imperatore Augusto esiliò forzatamente Archealo inGallia in seguito alle proteste di una delegazione di Ebrei giunti a Roma. LaGiudea divenne unaprovincia romana legata allaSiria con capitale aCesarea Marittima.
- Erode Antipa (4 a.C. - 39 d.C.) fu tetrarca (titolo inferiore a re ed etnarca) diGalilea ePerea (cioè laTransgiordania), regnando daTiberiade.
- Erode Filippo (4 a.C. - 34 d.C.) fu tetrarca della parte nord-orientale del regno di Erode, regnando daCesarea di Filippo.
Alcune zone e città minori godettero di statuto autonomo e/o furono incorporate nella provincia dellaSiria. Nonostante l'autonomia formale, tutte le entità politiche della Palestina erano sottomesse a Roma.
Durante il regno di Erode e dei suoi successori i Vangeli collocano la vita diGesù (c.a 7/6 a.C. - 30 d.C.).
Alla morte diErode Filippo nel 34 l'imperatore Caligola nominò successoreErode Agrippa I. Nel 39 riuscì a far esiliare Erode Antipa, ottenendo anche la Galilea e la Perea. Nel 41 Claudio gli affidò anche il territorio della Giudea: tra il 41 e il 44, anno della sua morte, regnò sull'intero territorio palestinese che fu del nonno Erode il Grande. Alla sua morte la Giudea tornò a essere una provincia romana.
Sotto la dominazione romana scoppiarono tra gli Ebrei numerose rivolte:
- nel 6 d.C., quando fu istituita la provincia romana diGiudea, il governatore della SiriaQuirinio indisse dietro indicazione di Augusto un censimento per valutare il patrimonio diArchelao(vediCensimento di Quirinio). Questo scatenò la rivolta diGiuda il Galileo, prontamente repressa.
- nel 66 scoppiò una nuova rivolta (Prima guerra giudaica), contrastata prima daVespasiano poiTito, che portò alla conquista diGerusalemme e alla distruzione e saccheggio deltempio nel 70. Fu sedata definitivamente nel 74 con la presa diMasada. I morti complessivi tra gli Ebrei furono circa 600.000, circa metà della popolazione palestinese.
- tra il 115-117 insorsero diverse comunità ebraiche delladiaspora (soprattuttoCirene,Alessandria d'Egitto,Cipro con alcuni focolai inMesopotamia). È conosciuta comeSeconda guerra giudaica.
- nel 132 insorsero nuovamente gli Ebrei in Giudea, guidati daSimone Bar Kokheba ("figlio della stella") che si proclamò Messia e fu riconosciuto come tale anche daRabbi Aqiba. La rivolta, nota comeTerza guerra giudaica fu sedata nel 135. Secondo le fonti storiche i morti tra gli Ebrei furono circa 850.000, cifra probabilmente esagerata. L'imperatore Adriano vietò l'ingresso a Gerusalemme ai Giudei, "rifondando" la città col nome diElia Capitolina. Da allora gli Ebrei vissero principalmente nelladiaspora (=dispersione), fuori dalla Palestina.
Diaspora
![]() | Per approfondire, vedi le vociDiaspora ebraica,Sefarditi,Ashkenaziti,Ghetto eShoah |
Al tempo diAugusto gli Ebrei nell'impero romano erano circa 4,5 milioni (circa il 7% della popolazione), dei quali solo 1 milione in Palestina.Con la presa e distruzione di Gerusalemme del 135 gli Ebrei vissero dispersi nelle varie regioni prima dell'impero romano poi dell'Europa.
Tuttavia, nel corso dei secoli, non è mai venuta meno la speranza di tornare a popolare Gerusalemme e dintorni: del resto, la zona, chiamata dai Romani Palestina, era spopolata, tanto che anche Sultani (come Saladino) e Califfi (come Solimano il Magnifico) invitarono al ritorno gli Ebrei. In effetti, un flusso di rientro in Palestina, ossia in Terra di Israele, non è mai venuto a mancare del tutto. Tra i "rientrati" famosi si può citare ad esempio il rabbinoObadiah di Bertinoro (Bertinoro, pressoForlì, 1455 – Gerusalemme, 1516). Sicché nel 1876, ad esempio, a Gerusalemme vivevano circa 25 mila persone, approssimativamente così distribuite: 49% Ebrei, 29% Musulmani e 22% Cristiani.
In Occidente, se nell'Alto Medio Evo i rapporti tra Cristiani ed Ebrei furono complessivamente buoni, a partire dall'XI secolo dopo Cristo andaroo aumentando le tensioni, che la Chiesa cercava però di stemperare, speso proteggendo gli Ebrei da eventuali violenze.
Storicamente furono particolarmente importanti le comunità di Ebrei della penisola iberica (Sefarditi), dalla quale furono però espulsi nel 1492, e dell'Europa centro-orientale (Ashkenaziti), concentrata in particolare inPolonia. GliAshkenaziti si caratterizzarono per la culturaYiddish e nel 1931 costituivano il 92% della popolazione ebraica mondiale.
Nelle principali città europee gli Ebrei vissero solitamente in appositi quartieri che dal XIV secolo cominciarono a chiamarsi "ghetto" sul modello di Venezia. Il termine era inizialmente neutro.Nel1555Papa Paolo IV istituì ilGhetto di Roma ed emise la bolla "Cum nimis absurdum" che forzava gli ebrei a vivere in un'area specificata e prevedeva una serie di restrizioni.
Le comunità ebraiche in Europa lungo i secoli furono saltuariamente oggetto di persecuzioniantisemite (v. in particolare iPogrom in Russia). Durante laSeconda guerra mondiale furono sconvolte dal sistematico sterminio attuato dal regimenazista tedesco, noto comeShoah (=tempesta, uragano).
Storia dello stato d'Israele
![]() | Per approfondire, vedi le vociSionismo eStoria d'Israele |
Dalla fine del XIX secolo, pur con alcuni prodromi nel Settecento e incoraggiato anche dall'unificazione italiana[4], nacque e si diffuse in particolare tra gli Ebrei europei laici e spesso secolarizzati ilSionismo, cioè il movimento di pensiero che mirava a ricostituire uno Stato ebraico inPalestina, cioè nella tradizionale terra dello Stato di Israele e di Giuda.
Il14 maggio1948, fu fondato lostato d'Israele in Palestina che accolse milioni di profughi Ebrei.
Note | |
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