Sant'Alberto Magno
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Dottore della Chiesa | |||
Tommaso da Modena,Sant'Alberto Magno nello studio (1352), affresco;Treviso, ex Convento di San Niccolò,sala capitolare | |||
Titolo | |||
Incarichi attuali | |||
Età allamorte | 74 anni | ||
Nascita | Lauingen 1206 | ||
Morte | Colonia 15 novembre1280 | ||
Sepoltura | Colonia (Germania),Chiesa di Sant'Andrea | ||
Conversione | |||
Appartenenza | |||
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Vestizione | [[{{{aVest}}}]] | ||
Professione religiosa | 1229 | ||
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Consacrazione vescovile | |||
Consacrazione vescovile | 1260 | ||
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Attributi | Baculo pastorale, libro,mitria | ||
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![]() | NelMartirologio Romano,15 novembre,n. 1:
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Sant'Alberto Magno di Bollstädt, conosciuto anche comesant'Alberto il Grande,Alberto di Colonia oDoctor Universalis (Lauingen,1206; †Colonia, 15 novembre 1280) è stato un vescovo,teologo,filosofo e scrittoretedesco . È considerato il più grandefilosofo eteologotedesco delmedioevo sia per la sua grande erudizione che per il suo impegno a livello logico-filosofico nel far coesisterefede eragione applicando la filosofiaaristotelica al pensierocristiano. Fu, inoltre, il maestro disan Tommaso d'Aquino. LaChiesa cattolica lo venera comedottore della Chiesa.
Biografia
Alberto, figlio minore del Conte di Bollstädt, nacque a Lauingen in Baviera nel1205 o nel1206, anche se molti storici indicano quale suo anno di nascita il1193. Nulla di certo è noto della sua istruzione primaria. Da giovane, fu mandato a proseguire i suoi studi presso l'Università di Padova, città scelta sia perché vi risiedeva un suo zio, sia perchéPadova era famosa per la sua cultura dellearti liberali, per le quali il giovane bavarese aveva una speciale predilezione. La data di questo viaggio a Padova non può essere determinata con precisione. Qui conobbe il superiore generale dei domenicani, ilbeato Giordano di Sassonia, che lo avviò alla vita religiosa.
Nel1229 Alberto vestì l'abito dei predicatori e fu mandato a Colonia, dov'era la scuola più importante dell'Ordine. Dove completò gli studi, in seguito insegnò teologia aHildesheim,Friburgo,Ratisbona,Strasburgo eColonia.
Si trovava nelconvento di Colonia, intento nello studio delLiber Sententiarum diPietro Lombardo, quando, nel1245, gli fu ordinato di recarsi a Parigi. Qui si laureò all'università che più di ogni altra veniva celebrata come scuola di teologia. Durante il viaggio da Colonia e Parigi ebbe tra i suoi ascoltatoriTommaso d'Aquino, un giovane silenzioso e riflessivo del quale riconobbe il genio e a cui predisse la futura grandezza. Il nuovo discepolo accompagnò il suo maestro a Parigi e, nel1248, tornò con lui al nuovoStudium Generale di Colonia, del quale Alberto era stato nominato Rettore, mentre Tommaso divenne secondo professore eMagister Studentium.
AlCapitolo Generale dei Domenicani tenutosi aValenciennes nel1250, insieme a san Tommaso d'Aquino e aPierre de Tarentaise, elaborò le norme per la direzione degli studi e per la determinazione del sistema di meriti all'interno dell'ordine.
Quindi, nel1254, fu elettoprovinciale per laGermania, incarico difficile che ricoprì con efficienza e responsabilità, volle essere costantemente presente nelle comunità affidate, percorrendo a piedi le regioni germaniche, mendicando lungo il tragitto il cibo e un ricovero per la notte, come aveva insegnato il fondatore dell'OrdineSan Domenico di Guzmán.
Nel1256 si recò a Roma per difendere gliordini mendicanti dagli attacchi diGuglielmo di Saint-Amour, il cui libro,De novissimis temporum periculis, fu condannato dapapa Alessandro IV il5 ottobre1256. Dal1256 al1257, risiedette a Roma presso laCuria Romana probabilmente in qualita dilector dellostudium romano e colse l'occasione per commentare ilVangelo secondo Giovanni. Nel1257, però, per dedicarsi allo studio e all'insegnamento, rassegnò le dimissioni dall'ufficio di provinciale.
Nell'anno1260 fuconsacratovescovo di Ratisbona.Umberto di Romans, maestro generale dei Domenicani, temendo di perdere i servigi di Alberto, tuttavia, cercò di impedirne la nomina, ma fallì. Alberto, infatti, governò ladiocesi fino al1262, nonostante la carica di prestigio, divenne proverbiale il suo totale distacco dagli agi che l'alta carica poteva assicurargli:Nelle sue casse non c'era uno scudo, non una goccia di vino nella botte e una manciata di grano nel suo granaio. Resse la diocesi due anni soltanto, poi chiese e ottenne di essere esonerato dall'incarico, riprese volontariamente l'ufficio di professore presso loStudium di Colonia.
Nel1270 inviò una memoria a san Tommaso, che si trovava a Parigi, per aiutarlo nella disputa conSigieri da Brabante e gliaverroisti. Questo fu il suo secondo trattato a confutazione della filosofia dell'arabo (il primo fu scritto nel1256 con il titoloDe Unitate intellectus Contra Averroem).
Nel1274 fu invitato dapapa Gregorio X a partecipare ai lavori delsecondo Concilio di Lione, alle cui conclusioni prese parte attiva. L'annuncio dellamorte di san Tommaso nell'Abbazia di Fossanova, durante il viaggio che aveva intrapreso per partecipare ai lavori delConcilio, fu un duro colpo per Alberto, che lo commentò dichiarando cheLa luce della Chiesa si era spenta.
Il suo antico spirito e vigore tornarono a galla nel1277, quando fu annunciato che Etienne Templier,arcivescovo di Parigi, e altri volevano condannare gli scritti di san Tommaso perché li consideravano pocoortodossi. Per tale motivo si mise in viaggio alla volta di Parigi, deciso a difendere la memoria del suo discepolo. Qualche tempo dopo, nel1278 (anno in cui scrisse il suotestamento) ebbe dei vuoti di memoria; la sua forte mente a poco a poco si offuscò, il suo corpo fiaccato da una vita austera di privazioni e di lavoro cedette sotto il peso degli anni emorì nel1280. Fu sepolto nellachiesaparrocchiale disant'Andrea a Colonia.
Culto
Fu beatificato dapapa Gregorio XV nel1622; la suafesta ricorre il15 novembre. Nelsettembre1872, ivescovi tedeschi riuniti aFulda inviarono allaSanta Sede una petizione per la suacanonizzazione. Finalmente, nel1931,papa Pio XI lo elevò agli onori dell'altare e lo proclamò Dottore della Chiesa. Nel1941papa Pio XII lo dichiaròpatrono dei cultori delleScienze naturali.
Opere
Sono state pubblicate due edizioni dell'Opera Omnia di Alberto, la prima aLione nel1651 a cura di Padre Pietro Jammy, O.P., l'altra a Parigi (Louis Vivès) nel1890-99, sotto la direzione dell'Abate Auguste Borgnet dell'Arcidiocesi di Reims. La cronologia delle opere fu stilata da Paul von Loë nella sua "Analecta Bollandiada" (De Vita et scriptis B. Alb. Mag., XIX, XX e XXI). La sequenza logica, invece, fu estrapolata da Padre Mandonnet, O.P., nelDictionnaire de théologie catholique. L'elenco che segue indica gli argomenti dei vari trattati, i numeri si riferiscono ai volumi dell'edizione Borgnet.
- Logica:
- sette trattati (I 2).
- Scienze fisiche:
- Physicorum (3);
- De Coelo et Mundo ("Il cielo e il mondo");
- De Generatione et Corruptione ("La generazione e la corruzione");
- Meteororum (4);
- De Mineralibus ("I minerali") (5);
- De Natura locorum;
- De passionibus aeris (9).
- Biologia:
- De vegetabilibus et plantis ("I vegetali e le piante") (10);
- De animalibus ("Gli animali") (11-12);
- De motibus animalium ("I moti degli animali");
- De nutrimento et nutribili ("Il nutrimento e il nutribile");
- De aetate ("L'età");
- De morte et vita ("La morte e la vita");
- De spiritu et respiratione ("Lo spirito e la respirazione") (9).
- Psicologia:
- De Anima ("L'anima") (5);
- De sensu et sensato ("Il senso e il sensato");
- De Memoria, et reminiscentia;
- De somno et vigilia;
- De natura et origine animae;
- De intellectu et intelligibili ("L'intelletto e l'intellegibile");
- De unitate intellectus contra Averroistas ("L'unità dell'intelletto contro gliAverroisti") (9).
- Philosophia pauperum ("Filosofia dei poveri"):
- Metafisica:
- Metaphysicorum ("Metafisica") (6);
- De causis et processu universitatis (10).
- Metafisica:
- Teologia:
- Commentario suDionigi l'Areopagita (14);
- Commentario alle Sentenze diPietro Lombardo (25-30);
- Summa Theologiae (31-33);
- Summa de creaturis (34-35);
- De sacramento Eucharistiae ("Il sacramento dell'Eucaristia") (38);
- Super evangelium missus est (37).
- Teologia:
- Esegesi:
- Commentari sui Salmi e sui Profeti (15-19);
- Commentari suiVangeli (20-24);
- Sull'Apocalisse (38).
- Esegesi:
- Sermoni:
- De quindecim problematibus ("Su quindici problemi"), edito dal Mandonnet nel suoSiger de Brabant (Friburgo,1899).
- Sermoni:
L'autenticità delle opere seguenti non è stata accertata:
- De apprehensione (5);
- Speculum astronomiae ("Specchio diastronomia") (5);
- Dealchimia (38);
- Scriptum super arborem Aristotelis (38);
- Paradisus animae (37);
- Liber de Adhaerendo Deo ("Il dover accostarsi aDio") (37);
- De LaudibusBeatae Virginis (36);
- Biblia Mariana (37);
- Compendium theologicae veritatis ("Compendio della verità teologica");
- De causis et proprietatibus elementorum ("Le cause e le proprietà degli elementi");
- De erroribus philosophorum ("Gli errori dei filosofi");
- De fato ("Il fato");
- De lapidibus ("Le pietre");
- De praedicabilibus ("Le cose lodevoli");
- De praedicamentis ("Le categorie");
- In categorias Aristotelis ("Nelle categorie diAristotele");
- Super geometriamEuclidis ("Sulla geometria diEuclide").
Influenza di Alberto sui contemporanei e sui posteri
L'influenza esercitata da Alberto sugli studiosi dei suoi tempi e su quelli degli anni seguenti fu, naturalmente, molto grande. La sua fama è dovuta in parte al fatto che fu il precursore, la guida e il maestro di san Tommaso d'Aquino, ma sicuramente è stato grande anche di per sé. È interessante notare come questo frate medioevale in mezzo ai suoi molti doveri di religioso, come provinciale del suo ordine, come vescovo elegato pontificio, come predicatore di unacrociata, pur effettuando molti faticosi viaggi tra Colonia, Parigi e Roma e frequenti escursioni in varie parti della Germania, abbia potuto essere in grado di comporre una vera enciclopedia, contenente trattati scientifici su quasi ogni argomento dello scibile umano, mostrando una conoscenza della natura e della teologia che sorprese i suoi contemporanei e ancora suscita l'ammirazione dei dotti dei nostri tempi. Fu, realmente, unDoctor Universalis. Di lui, i critici moderni hanno scritto: "Sia che lo consideriamo un teologo o un filosofo, Alberto è stato sicuramente, uno dei più straordinari uomini della sua età; si potrebbe dire, uno dei più meravigliosi uomini di genio che sono apparsi in passato " (Jourdain,Recherches Critiques).
Alberto e le scienze sperimentali
Non sorprende che Alberto si fosse basato sulle fonti di informazioni che esistevano ai suoi tempi, in particolare sugli scritti scientifici di Aristotele. Tuttavia egli diceva: "L'obiettivo delle scienze naturali non è semplicemente accettare le dichiarazioni [narrata] degli altri, ma investigare le cause che sono all'opera in natura" (De Mineralibus Libro II, tr. ii, i). Nel suo trattato sulle piante affermò il principio:Experimentum solum certificat in talibus (L'esperimento è l'unica guida sicura in tali indagini). (De Vegetalibus, VI, tr. ii, i). Profondamente versato come era in teologia, egli dichiarava: "Nello studiare la natura non abbiamo a indagare come Dio Creatore può usare le sue creature per compiere miracoli e così manifestare la sua potenza: abbiamo piuttosto a indagare come la Natura con le sue cause immanenti possa esistere" (De Coelo et Mundo, I, tr. iv, x).
Anche se sulle scienze naturali preferiva Aristotele asant'Agostino, egli non esitava a criticare il filosofo greco. "Chiunque creda che Aristotele fosse un dio, deve anche credere che non commise alcun errore. Ma se si crede che Aristotele sia stato un uomo, allora è stato certamente passibile di errori, così come lo siamo noi." (Physic. lib. VIII, tr. 1, xiv). In realtà Alberto dedicò un lungo capitolo a ciò che egli definiva "gli errori di Aristotele" (Sum. Theol. P. II, tr. i, quaest. iv). In una parola, il suo apprezzamento per Aristotele era critico. Egli merita credito non solo per aver portato l'insegnamento scientifico del filosofo greco all'attenzione degli studiosi medievali, ma anche per aver indicato il metodo e lo spirito in cui tale insegnamento doveva essere recepito.
Come il suo contemporaneo,Ruggero Bacone (1214-1294), Alberto fu un infaticabile studioso della natura e applicò la stessa energia allo studio delle scienze sperimentali, con tale zelo che fu accusato di trascurare le scienze sacre (Enrico di Ghent,De scriptoribus ecclesiastici, II, x). In realtà, circolarono molte leggende che gli attribuivano poteri magici. Dr. Sighart (Albertus Magnus) ha esaminato queste leggende e si è sforzato di recuperare la verità da storie false o esagerate. Altri biografi si sono accontentati del fatto che la versatezza di Alberto nelle scienze fisiche poteva essere stato il fondamento su cui si basavano tali storie. La verità, naturalmente, si trova tra i due estremi. Alberto coltivò assiduamente le scienze naturali; era un'autorità nellafisica, ingeografia, inastronomia,mineralogia,chimica (alchimia),zoologia efisiologia. In tutti questi soggetti la sua erudizione era vasta e molte delle sue osservazioni sono tuttora valide.
Meyer scriveva (Gesch. der Botanik): "Nessun botanico che sia vissuto prima di Alberto può essere paragonato a lui, tranneTeofrasto, che non conosceva; e dopo di lui nessuno ha dipinto la natura in tali vividi colori, o l'ha studiata così approfonditamente, fino all'arrivo diConrad von Gesner eAndrea Cesalpino. Tutti gli onori, dunque, vanno tributati all'uomo che ha fatto tali stupefacenti progressi nella scienza della natura, da non trovare nessuno, non che lo sopravanzi, ma che lo eguagli nei tre secoli successivi."
L'elenco delle sue opere pubblicate è sufficiente a scagionarlo dall'accusa di trascurare la teologia e le Sacre Scritture. D'altro canto, egli espresse il suo disprezzo per tutto ciò che sapeva di incantesimo o di arte magica. Egli non ammise mai la possibilità di creare l'oro con l'alchimia o attraverso l'uso dellapietra filosofale; ciò è evidente dalle sue parole: "L'arte da sola non può produrre una forma sostanziale". (Non est probatum hoc quod educitur de plumbum esse aurum, eo quod sola ars non potest dare formam substantialem -De Mineral. Lib. II, dist. 3).
Ruggero Bacone e Alberto dimostrarono al mondo che la Chiesa non è contraria allo studio della natura: la scienza e la fede possono andare di pari passo; la loro vita e i loro scritti sottolineano l'importanza della sperimentazione e dell'indagine. Bacone fu infaticabile e coraggioso nelle indagini, anche se, a volte, la sua critica fu troppo forte. Ma di Alberto disse:Studiosissimus erat, et vidit infinita, et habuit expensum, et ideo multa potuit colligere in pelago auctorum infinito (Opera, ed. Brewer, 327). Alberto rispettava l'autorità e le tradizioni, era prudente nel proporre i risultati delle sue indagini e, di conseguenza, "contribuì molto più di Bacone al progresso della scienza nelXIII secolo" (Turner,Hist. of Phil.).
Il suo metodo di trattamento delle scienze fu storico e critico al tempo stesso. Raccolse in una grande enciclopedia tutto ciò che era noto ai suoi tempi e poi espresse le sue opinioni, principalmente sotto forma di commentari sulle opere di Aristotele. Talvolta, tuttavia, era titubante e non espresse il suo pensiero, probabilmente perché temeva che le sue teorie, che per quel periodo erano piuttosto "avanzate", avrebbero potuto provocare disappunto e commenti non favorevoli.Dicta peripateticorum, prout melius potui exposui: nec aliquis in eo potest deprehendere quid ego ipse sentiam in philosophia naturali (De Animalibus,circa finem).
Nell'opera diAugusta Theodosia Drane "Scuole Cristiane e studiosi" (pagina 419 e seguenti) vi sono alcune interessanti osservazioni su "alcuni pareri scientifici di Alberto che mostrano quanto egli dovette alle sue sagaci osservazioni dei fenomeni naturali e in che misura era in anticipo rispetto alla sua epoca.... Parlando delle isole britanniche, alludeva alla comune idea che esisteva nell'oceano occidentale un'altra isola -- Tile, o Thule --, inabitabile a causa del sua clima, ma che", affermava," forse non era ancora stata visitata dall'uomo". Alberto elaborò anche una dimostrazione della sfericità della terra; qualcuno ha anche sottolineato come le sue idee sull'argomento condussero, in seguito, alla scoperta dell'America (Mandonnet, inRevue Thomiste, I, 1893; 46-64, 200-221).
Si ipotizza infine che Alberto Magno sia stato il primo ad aver isolato l'arsenico nel1250.
Alberto e la filosofia scolastica
Più importante dello sviluppo delle scienze fisiche fu la sua influenza sullo studio della filosofia e della teologia. Egli, più di chiunque dei grandiscolastici che precedettero san Tommaso, diede alla filosofia e alla teologia cristiana la forma e il metodo che, sostanzialmente, si sono conservati fino ai giorni nostri. Nel marcare il sentiero che fu seguito da altri, Alberto condivise la gloria di essere stato un pioniere conAlessandro di Hales (†1245), la cuiSumma Theologiae fu il primo scritto, dopo tutte le opere di Aristotele, a diventare famoso a Parigi. La loro applicazione della metodologia e dei principi aristotelici per lo studio della dottrina rivelata funsero da base per il sistema scolastico, che postulava l'unione di ragione e fede. Dopo Averroè, Alberto fu il principale commentatore delle opere di Aristotele, i cui scritti studiò con la massima assiduità, e i cui principi adottò per sistematizzare la teologia, che intendeva come esposizione scientifica e difesa della dottrina cristiana.
La scelta di Aristotele come maestro provocò forti opposizioni. I commentari ebraici e arabi sulle opere del filosofo avevano originato tali e tanti errori nell'XI, XII eXIII secolo, che per alcuni anni (1210-1225) lo studio della metafisica e della fisica aristotelica furono vietati. Alberto, tuttavia, sapeva che Averroè,Pietro Abelardo,Amalrico di Bennes e altri avevano tratto false dottrine dagli scritti del filosofo; sapeva, inoltre, che sarebbe stato impossibile arginare la marea di entusiasmo a favore degli studi filosofici e così decise di purificare le opere di Aristotele darazionalismo, averroismo,panteismo e altri errori e quindi mettere la filosofia pagana al servizio della causa della verità rivelata. In questo seguì l'insegnamento agostiniano (IIDe Doct. Christ., xl), che sosteneva che le verità trovate negli scritti dei filosofi pagani dovevano essere adottate dai difensori della fede, mentre le loro opinioni erronee dovevano essere abbandonate o spiegate in un senso cristiano. (san Tommaso,Summa Theol., I, Q. lxxxiv, a 5). Tutte le scienze inferiori (naturali) avrebbero dovuto essere al servizio (ancillae) della teologia, che è la scienza superiore.[1]
Contro il razionalismo di Abelardo e dei suoi seguaci, Alberto sottolineò la distinzione tra verità naturalmente conoscibile e misteri (laTrinità e l'Incarnazione), che non possono essere conosciuti senza la rivelazione.[2] Scrisse due trattati contro l'averroismo, che distruggeva l'immortalità e le responsabilità individuali, insegnando che vi è una solaanima razionale per tutti gli uomini. Il panteismo, invece, fu confutato insieme all'averroismo quando la dottrina sugliUniversali, il sistema noto come realismo moderato, fu accettata dai filosofi scolastici.
Sebbene seguace di Aristotele, Alberto non trascuròPlatone.Scias quod non perficitur homo in philosophia, nisi scientia duarum philosophiarum, Aristotelis e Platonis.[3] Per questo erravano quando dicevano che era solo lascimmia (simius) di Aristotele.
Nella conoscenza delle cose divine la fede precede la comprensione della Divina verità, l'autorità precede la ragione[4]; ma nelle materie che possono essere naturalmente conosciute, un filosofo non dovrebbe assumere una posizione che non sia pronto a difendere con la ragione.[5] La logica, secondo Alberto, era una preparazione all'insegnamento della filosofia come la ragione era il mezzo per passare dal noto all'ignoto:Docens qualiter et per quae devenitur per notum a ignoti notitiam.[6]
La filosofia era sia contemplativa che pratica. La filosofia contemplativa abbraccia la fisica, la matematica e la metafisica; la filosofia pratica (morale) è monastica (per l'individuo), domestica (per la famiglia), o politica (per lo stato e la società). Escludendo la fisica, gli autori moderni conservano ancora la vecchia divisione della filosofia scolastica inlogica,metafisica (generale e speciale) edetica.
La teologia di Alberto
In teologia Alberto occupa un posto tra Pietro Lombardo, ilmagister sententiarum e san Tommaso d'Aquino. Nell'ordine sistematico, nella precisione e nella chiarezza superò il primo, ma fu inferiore al proprio illustre discepolo. La suaSumma Theologiae, segnò un passo in avanti rispetto alla consuetudine del suo tempo sia sull'osservazione scientifica, sia nell'eliminazione delle questioni inutili, sia nella limitazione delle argomentazioni e obiezioni; rimanevano, tuttavia, molti degliimpedimenta che san Tommaso considerava sufficientemente importanti da richiedere un nuovo manuale di teologia a uso dei novizi (ad eruditionem incipientium), come il "Dottore Angelico" commentava nel prologo della suaSumma. La mente delDoctor Universalis era così pregna della conoscenza di molte cose che non poteva sempre adeguare le sue esposizioni della verità alle capacità dei novizi nella scienza della teologia. Quindi, addestrò e diresse un alunno che diede al mondo una concisa, chiara e perfettamente scientifica esposizione e difesa della dottrina cristiana. Fu proprio grazie agli indirizzi di Alberto che san Tommaso scrisse la suaSumma Theologiae.
Alberto e la musica
Nel campo dellamusica Alberto Magno è conosciuto per il suo prezioso trattato sulla musica del suo tempo; molte delle sue osservazioni sono contenute nel suo commentario allaPoetica di Aristotele. Tra le altre cose, egli definisce ridicola l'idea dellamusica universale: egli afferma che è impossibile che il movimento degliastri generi un suono. Egli scrisse molto sulle proporzioni nella musica e sui tre differenti livelli soggettivi con cui lamusica liturgica può influire sull'animo umano: purificazione, illuminazione che porta alla contemplazione e conoscenza della perfezione tramitecontemplazione. Di particolare interesse per gli studiosi della musica delXX secolo il fatto che egli consideri il silenzio parte integrante della musica.
Alberto e Dante
Alberto è frequentemente citato daDante Alighieri, che fece della dottrina della libera volontà il fondamento della propria etica. Egli lo pone col suo pupillo Tommaso d'Aquino tra gli "Spiriti Sapienti" nel Cielo del Sole.
Curiosità
Pochi sanno che la piazza parigina di Maubert porta il nome del grande santo domenicano. Maubert deriva da Magnus Albert, Alberto il Grande, il dotto maestro di teologia, di filosofia e di scienze naturali che, per la grande affluenza di studenti alle sue lezioni presso l'università francese, fu costretto a insegnare sulla pubblica piazza, che porta tuttora il suo nome.
Predecessore: | Vescovo di Ratisbona | Successore: | ![]() |
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Alberto I di Pietengau 1247 -1260 | 1260 -1262 | Leo Thundorfer 1262 -1277 | I |
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Alberto I di Pietengau 1247 -1260 | {{{data}}} | Leo Thundorfer 1262 -1277 |
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