Baronia di Fabro: i beni immobili nel centro storico

Castello di Fabro – Catasto Gregoriano (XIX secolo)

Ricostruire i panorami storici del paese di Fabro non è semplice, in mancanza di immagini e descrizioni, ma talvolta gli archivi vengono in nostro aiuto.
Presso l’Archivio di Stato di Roma, infatti, è presente un lungo e interessante documento [1] di metà ‘800 relativo all’acquisto della tenuta di Salci da parte del Signor Massari, con il quale si tentava di dimostrare, per motivi tributari, come questa non facesse parte del Marchesato di Fabro. In questo testo sono riportate numerose informazioni su Fabro e la descrizione dei beni immobili e terrieri della Baronia, o Marchesato.

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Online “Il Paesaggio antico dell’Alto Orvietano”

Finalmente è online la versione digitale del mio volume “Il Paesaggio antico dell’Alto Orvietano. Guida Archeologica del territorio” pubblicato nel 2023 con il contributo del GAL Trasimeno-Orvietano.

Per dare un primo assaggio, questo articolo riporta la prefazione, mentre il link per scaricare il libro completo si trova in calce all’articolo.

PREFAZIONE| Quando si parla di archeologia quasi mai si associa questa parola all’Alto Orvietano poiché questo territorio sembra non aver mai restituito reperti archeologici né indizi della loro presenza. In verità, la zona ha restituito alcune testimonianze sufficienti a ritessere i fili di una storia antica che accomuna tutti e cinque comuni (Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone e Parrano) presenti in questo fazzoletto di Umbria a confine con Lazio e Toscana, noto in passato anche come Val di Chiana Romana.

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La fondazione della Chiesa di San Michele Arcangelo

Chiesa di San Michele Arcangelo

La fondazione della Chiesa di San Michele Arcangelo di Fabro è sempre stata avvolta nelle nebbie del tempo, a causa dell’assenza di notizie certe sulla sua erezione, mancanti anche nei documenti presenti nell’Archivio Diocesano di Orvieto. La sua posizione, all’interno del castello davanti alla casa padronale, e l’intitolazione a San Michele avevano lasciato pensare ad un’antichissima fondazione da parte dei Longobardi, per i quali San Michele era il santo più importante insieme a San Martino. Ipotesi suggestiva, vista la presenza a Fabro della Chiesa parrocchiale intitolata a San Martino, ma completamente fuori strada…

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Personaggi | Angelo Canini: un notaro fabrese nella Roma del ‘600

Notaro Raniero, Quentin Massys (XVI Sec)

Tra i tanti che nacquero o vissero a Fabro nel corso dei secoli, è emersa la figura diAngelo Canini che esercitò la professione di notaio nella Roma della prima metà del ‘600.

Angelo nacque a Fabro nel 1583 dalla famiglia Canini, una delle famiglie più antiche e benestanti del paese. Questa, infatti, è attestata dal punto di vistadocumentalein un consiglio comunale del 1585, insieme aiCorbie aiPaci.
Il giovane Angelo si trasferì a Roma nel 1595, appena dodicenne, dove studiò dai Gesuiti per circa due anni imparando il latino, la lingua ufficiale del notariato e di tutti gli atti pubblici e privati. A 14 anni iniziò l’apprendistato dal notaio capitolino Biagio Cigni che gestiva l’ufficio numero 29.

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Il Castello di Fabro: cuore del centro storico

Un castello é di norma il punto centrale di un centro abitato di origine medievale. Alcune volte, con il passare del tempo lo sviluppo urbano dell’insediamento ne ingloba la struttura, altre volte, invece, questo non accade e l’edificio rimane visibile e distinto dal paese circostante. Quest’ultimo é il caso del castello di Fabro ben definito e distinguibile nel tessuto urbano del centro storico e nel panorama della bassa Val di Chiana. Probabilmente il motivo è da ricercare nella dimensione contenuta del paese e dalla struttura geologica su cui esso si è sviluppato.

Come si è visto in un precedente articolo riguardante l’origine dei castelli dell’Alto Orvietano, il castello di Fabro può essere inserito tra i castelli/insediamenti nati nel primo incastellamento, ossia tra il X e la prima metà del XIII secolo. L’incastellamento è quel fenomeno che vide la popolazione sparsa nelle campagne accentrarsi attorno ad un insediamento sentito come maggiore, guidato da un signore o un gruppo signorile detentore del potere locale.

In questa dinamica, quindi, l’embrionale villaggio di Fabro, che doveva contare poche decine di individui, divenne il punto focale dell’area, diventando nel corso del tempo un vero e proprio insediamento fortificato.

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Una “Croce di Baldassarre” a Fabro

Andando in giro per le strade di campagna di Toscana, Umbria e Alto Lazio, tutti quanti abbiamo incontrato delle solitarie croci di ferro più o meno elaborate collocate su incroci o lungo le strade che escono da paesi e cittadine. Queste croci rappresentano laPassione di Cristo, e infatti, su di esse sono presenti vari oggetti che fanno riferimento al martirio di Gesù sulla croce, come la lancia, le tenaglie o il martello per citare quelle più ricorrenti.

Ed anche a Fabro Paese ne abbiamo una, ai piedi della salita che porta ai giardini pubblici in Via San Basilio. Questa è costituita da un unico nastro di ferro battuto modellato a forma di croce con le estremità trilobate, ed è decorata da cinque simboli inchiodati: un martello, un’asta con globo, una lancia, una tenaglia ed il cartiglio con inciso INRI. La croce è, poi, impostata su un basamento in mattoni la cui cima è modellata a forma di una piccola collina.

Ma chi ha realizzato tutte queste croci dette “di Baldassarre”?

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Il Clanis flumen: croce e delizia della Val di Chiana Umbra

Fiume Chiani tra Ficulle e Parrano

Elemento caratterizzante di tutto il territorio della Val di Chiana è fin dall’antichità ilflumenClanis, oggi in Umbria dettofiume Chiani e in ToscanaCanale Maestro della Chiana. Con il suo corso ha influenzato per millenni lo sviluppo ambientale e umano delle aree da lui attraversate, dalla provincia di Arezzo (dove nasce) a quella di Terni (dove si immette nel fiume Paglia), passando per le provincie di Siena e Perugia, rappresentando una fonte di sostentamento ma anche un “mostro” contro cui lottare periodicamente.

Con il suo corso, infatti, ha sempre costituito un’importante fonte di approvvigionamento d’acqua potabile e di nutrimento, e nell’antichità fu un’importante arteria commerciale. Il fiume in epoca etrusca e romana, infatti, era navigabile, nonostante la lieve pendenza del suo corso rendesse necessari continui lavori di manutenzione.

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