Zalmoxis (ingreco antico:Ζάλμοξις?; anche conosciuto comeSalmoxisΣάλμοξις,ZamolxisΖάμολξις, oSamolxisΣάμολξις), in italianoZalmosside oZalmoxide, è unafigura semi-mitica di riformatore sociale e religioso, successore diDeceneo, considerato l'unico veroDio deiDaci (conosciuti anche tra i traci della tribù deiGeti)[1]. SecondoErodoto[2], i Geti, che credevano nell'immortalità dell'anima, consideravano semplicemente la morte come un viaggio per ricongiungersi a Zalmosside, nella coscienza di acquisire l'immortalità[1].
Diverse etimologie sono suggerite per il nome, ma nessuna di esse è unanimemente accettata[1].Diogene Laerzio (III secolo-IV secolo) affermava che Zalmosside significa "pelle diorso". Nella suaVita Pythagoræ,Porfirio (III secolo) dice chezalmon è la parola inlingua trace per "nascosto".Esichio (V secolo) ritienezemelen -ζέμελεν - una parola inlingua frigia con il significato di "schiavo straniero".
La corretta ortografia del nome è ancora incerta[1]. I manoscritti delleHistoriæ diErodoto ne hanno tutti quattro diverse:Zalmoxis,Salmoxis,Zamolxis,Samolxis, con una preponderanza perSalmoxis. Più tardi gli autori mostrarono una chiara preferenza perZalmoxis.Esichio cita Erodoto usando lalezioneZalmoxis.
La variante-m-l- è favorita da coloro che intendono derivare il nome da una presunta radice trace che significa "terra",zamol (inrusso èzemlya). Sono anche stati fatti accostamenti con il nome di Zemelo e/oŽemelė, deità della terra, unafrigia e l'altra lituana (si noti la correlazione con l'etimo diSemelè, madre di Dioniso trace), e con il diolituano Zjameluks.
Comunque, la variante-m-l- potrebbe anche essere la forma più antica, come indicato dai manoscritti diErodoto. La forma-l-m è sicuramente daco-trace, come inZalmodegikos, il nome di un re deiGeti; come notato prima,Porfirio registra l'esistenza di una parola trace, dal suonozalmon, con il significato di "nascosto".
Erodoto venne a conoscenza dei racconti riferiti dai greci delPonto, secondo cui Zalmosside era veramente un uomo, schiavo (o discepolo) diPitagora, che gli insegnò le "scienze dei cieli" nell'isola di Samo. Zalmosside fu liberato e gli furono affidati molti beni[1]: così ritornò al suo paese eistruì il suo popolo, iGeti, sulle dottrine riguardanti l'immortalità dell'anima. AncheZenone scrive che Zalmosside fu uno schiavo di Pitagora.
Si ritengono immortali in questo senso: non credono di morire, ma che chi muore vada presso Salmoxis, un semidio; alcuni di loro credono che questo stesso semidio sia Beleizis. Ogni quattro anni inviano come messaggero presso Salmoxis uno di loro di volta in volta estratto a sorte, dandogli istruzioni su ciò che in ogni circostanza desiderano. Lo inviano nel modo seguente: quanti ne sono stati incaricati hanno in mano tre giavellotti, altri afferrano per le mani e i piedi l'inviato presso Salmoxis, lo lanciano in aria e lo lasciano cadere sulle punte. Se muore trafitto, pensano che il dio sia propizio; se invece non muore, accusano il messaggero, dicendo che è un uomo cattivo e, dopo averlo incolpato, ne mandano un altro: gli danno istruzioni quando è ancora vivo.»
(Erodoto,Storie, IV, 93-94)
La vicenda della schiavitù pitagorica è guardata con sospetto daErodoto, che non ha fiducia nemmeno nell'esistenza reale di Zalmosside, argomentando che, in ogni caso, Zalmosside dovrebbe essere vissuto molto prima diPitagora.
A un certo punto, Zalmosside viaggiò inEgitto, dove portò mistiche conoscenze riguardo all'immortalità dell'anima,insegnando alla gente che dopo la morte sarebbero passati in un luogo dove avrebbero goduto di tutte le possibili benedizioni per l'eternità.
Per Zalmosside venne quindi costruita una camera sotterranea (secondo altri era una cava naturale) sulla montagna sacra diKogainon (oKogaionon), dove si ritirò per tre anni (in altri resoconti avrebbe vissuto nell'Ade per questi tre anni). La cava si trova nelle montagneBucegi inRomania, e viene chiamata la CavaIalomicioara. Dopo la sua scomparsa, la sua gente lo considerò morto, e lo compianse, ma dopo tre anni, si mostrò ancora una volta aiGeti, che così vennero convinti dei suoi insegnamenti[3]; un episodio che alcuni considerano unaresurrezione (pertanto si può vedere come una "divinità vita-morte-rinascita", comeTammuz).
Platone, nel dialogoCarmide, riferisce che Zalmosside era anche un grande medico che guariva i corpi e le menti con un approccioolistico, non solo il corpo come era credenza deiGreci. In Platone è menzionato come abile nell'arte degli incantesimi[1].
SecondoEric Robertson Dodds,[4] la sua figura è quella di unosciamano o di undaímōn (dal greco anticoδαίμων), mentre è da rigettare come assurda, in sintonia con i dubbi di Erodoto, la vicenda della schiavitù sotto Pitagora.[4] L'origine di quelle tradizioni, secondo Dodds, fu il frutto di un'originale elaborazione deicoloni greci del Ponto, motivata dallo stupore per le analogie con le dottrine sull'immortalità dell'anima dellascuola pitagorica.[4]
Dopo la morte di Zalmosside, il suo culto diede vita ad una religioneenoteistica. Durante il regno diBurebista, il713 a.C., l'anno in cui la tradizione collocava la sua nascita, venne considerato il primo delcalendario dacico.
Aristotele equipara Zalmosside adOkhon deifenici e adAtlas deilibici.
È possibile che Zalmosside siaSabazio, iltraceDioniso, oZeus[1].Mnasea di Patara lo identifica conCrono[1].
Il suo regno come dio non è molto chiaro, in quanto alcuni lo considerano un dio del cielo, undio della morte o deiMisteri.
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