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William Godwin

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Henry William Pickersgill,William Godwin,National Portrait Gallery diLondra
Firma di Godwin

William Godwin (Wisbech,3 marzo1756Londra,7 aprile1836) è stato unfilosofo,scrittore epoliticolibertariobritannico.

Pensatore del tardoIlluminismo nonché ispiratore di parte delRomanticismo del Regno Unito, specialmente la "seconda generazione romantica" comprendenteJohn Keats, il generoPercy Bysshe Shelley eGeorge Gordon Byron,radicale erepubblicano, è considerato uno dei primi teorizzatorianarchici moderni[1]. L'opera più celebre di Godwin è il saggioInchiesta sulla giustizia politica in cui esprime un ideale dianarchismo filosofico.[2]

Sua moglie fu la scrittriceMary Wollstonecraft, antesignana delfemminismo di tipoliberale e dei diritti delle donne nonché autrice diRivendicazione dei diritti della donna. Dalla loro unione nacqueMary Godwin, nota, dopo il matrimonio con il poetaPercy Bysshe Shelley, come Mary Shelley, autrice del celebre romanzoFrankenstein[3].

Biografia

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William Godwin,olio sutela diJames Northcote,1802,National Portrait Gallery,Londra

Giovinezza

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William Godwin apparteneva ad una famigliacalvinista dipuritano-presbiteriani e il padre eraministro di culto della chiesa locale, aGuestwick, nelNorfolk, e membro della congregazione deidissenzienti.[4] Godwin nacque a Wisbech, in Cambridgeshire, da John e Anne Godwin, settimo di tredici figli. Gli abitanti del luogo, e i suoi antenati, avevano partecipato allaRivoluzione inglese al fianco diOliver Cromwell, contribuendo a organizzare il movimento degli indipendenti e dando ascolto agli insegnamenti deiLevellers ("livellatori"), che erano favorevoli a una societàegualitaria all'interno della nuovarepubblica delCommonwealth.[5] Il padre morì giovane, senza destare grande dispiacere in William, che aveva un rapporto conflittuale con lui; con la madre, nonostante le notevoli differenze di opinione, ci fu sempre un grande affetto, fino alla morte di lei, avvenuta in un'età avanzata.

All'età di 11 anni, divenne l'unico allievo diSamuel Newton, che era discepolo diRobert Sandeman. Godwin parlerà di lui come di "un celebre apostolo del nord del paese, il quale, dopo cheCalvino dannò novantanove uomini su cento, ideò un sistema per dannare novantanove su cento dei seguaci di Calvino".[5] Newton era un personaggio potente tra i dissenzientipuritani di Norwich, ma Godwin lo descrisse anche come un "piccolo tiranno" e "simile a un macellaio in pensione, pronto tuttavia a viaggiare per cinquanta miglia per il piacere di ammazzare un bue". L'avversione contro la violenza di Newton provocò in lui un odio verso la coercizione che sarebbe durato per tutta la vita.[6]

Godwin frequentò il Presbyterian College di Hoxton, al fine di apprendere la stessa professione del padre. Qui studiò con il biografoAndrew Kippis, e il dr. Abraham Rees, uno degli autori dellaCyclopaedia.[7] Cominciò a esercitarsi nella professione di ministro calvinista a Ware, Stowmarket e Beaconsfield. A Stowmarket lesse per la prima volta gli autoriilluministi, in particolareJohn Locke,David Hume,Voltaire,Helvétius,d'Holbach,Diderot e, soprattutto,Rousseau, rimanendone estremamente colpito.[8] Sotto l'influsso delle sue letture abbandonò la fede e prese la decisione di lasciare la carriera ecclesiastica, per dedicarsi al giornalismo e alla trattatistica. Rischiò l'arresto per aver criticato il primo ministroWilliam Pitt il Giovane. Fu dapprima, dal punto di vista religioso, un calvinista, unsociniano, poi undeista, per divenire poi apertamente miscredente eateo, ed infine in età matura approdare ad un vagoteismo aconfessionale.[9]

Godwin filosofo

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Jean-Jacques Rousseau

Godwin si trasferì a Londra nel 1782, ancora nominalmente come ministro, con l'intento di rigenerare la società con la sua penna. Egli adottò i principi degli enciclopedisti francesi, ponendosi come obiettivo il rovesciamento completo di tutte le istituzioni politiche, sociali e religiose esistenti.[10] Egli riteneva, tuttavia, che solo una tranquilla discussione fosse l'unica cosa necessaria e utile per apportare il cambiamento, e dall'inizio alla fine della sua carriera sconsigliò ogni approccio alla violenza. Godwin da questo momento fu un filosofo radicale, nel senso più stretto del termine.[11]

Nelle prime opere fa ancora riferimenti alla religione: sebbene fosseateo, facendo parlare un personaggio afferma che: "Dio stesso non ha il diritto di essere un tiranno".[12] Introdotto da Andrew Kippis, cominciò a scrivere nel 1785 per il Nuovo Registro Annuale e altri periodici, scrivendo anche tre romanzi che non lasciarono il segno. I suoi principali contributi per il "Registro Annuale" erano gli "Schizzi di storia inglese" che scriveva annualmente, riassunti annuali di affari politici nazionali ed esteri. Fece parte di un club chiamato "i rivoluzionari", assieme a Lord Stanhope, Horne Tooke e Holcroft.[13]

Si avvicinò all'ala sinistra delpartito liberale inglese (Whig) e, sull'onda dell'emozione suscitata dallaRivoluzione francese, sentì la necessità di prendere posizione, scrivendo e pubblicando nel1793 il famoso trattato "An Enquiry Concerning Political Justice and its Influence on General Virtue and Happiness", noto comeInchiesta sulla giustizia politica oGiustizia politica. Godwin concepì il saggio come un sostegno aI diritti dell'uomo diThomas Paine, e una risposta critica aRiflessioni sulla Rivoluzione in Francia, delconservatoreold whigEdmund Burke.[10] Pur essendo unpacifista, sostenne le ragioni di fondo e i meriti della Rivoluzione francese, condannando però lostatalismo deigiacobini diMaximilien de Robespierre, conclusosi nelRegime del Terrore, e condividendo più le idee diJacques Roux eFrançois-Noël Babeuf, pur non essendo d'accordo con i metodi.[14] Del pensiero di Thomas Paine fu un profondo conoscitore.Giustizia politica contiene in pratica tutta la dottrina anarcofilosofica di Godwin.

Partecipò attivamente ai dibattiti della "Constitutional Society" e la sua casa divenne frequentata da intellettuali e artisti tra cuiWilliam Wordsworth,Samuel Taylor Coleridge,Walter Scott.[10]

Il matrimonio e la morte della prima moglie

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Diario di William Godwin che riporta la data di nascita di Mary (sulla colonna sinistra, quarta sezione)"Birth of Mary, 20 minutes after 11 at night"

Nel1796 iniziò un rapporto sentimentale con la scrittricefemministaMary Wollstonecraft creando scandalo perché lei rimase incinta della figliaMary.

Godwin aveva conosciuto la Wollstonecraft qualche anno prima, quando lei era intervenuta nel dibattito rivoluzionario contro Burke, conRivendicazione dei diritti dell'uomo, seguiti daRivendicazione dei diritti della donna. La Wollstonecraft aveva attraversato un brutto periodo in cui aveva tentato il suicidio, ma fu salvata. Finì per liberarsi della depressione e tornò a lavorare nella Casa editrice Johnson e a frequentare il vecchio circolo intellettuale dove erano presenti, in particolare,Mary Hays,Elizabeth Inchbald,Sarah Siddons e dove ritrovò William Godwin. Questi aveva letto le sueLetters written in Sweden, Norway, and Denmark, e aveva commentato che quello «era un libro che poteva far innamorare un lettore della sua autrice. Parla dei suoi dolori, in un modo che ci riempie di malinconia, e ci scioglie l'animo in tenerezza, e al tempo stesso ci rivela un genio che esige tutta la nostra ammirazione».[15]

Mary Wollstonecraft

Fra di loro iniziò una relazione e decisero di sposarsi dopo che Mary rimase incinta. Il fatto che Mary fosse una «madre nubile» e che si sposasse quando già aspettava un bambino, poteva scandalizzare la società dell'epoca, non certo Godwin che, non a caso, nel suo scrittoPolitical Justice, si era dichiarato favorevole all'abolizione dell'istituto matrimoniale.[16] Si sposarono soltanto per far cessare, per quanto possibile, i pettegolezzi e l'ostracismo della società londinese verso Mary: infatti, dopo il matrimonio celebrato il 29 marzo1797, andarono ad abitare in due case adiacenti, in modo da conservare ciascuno la propria indipendenza.[17]

La loro unione durò pochi mesi: il 30 agosto 1797 Mary diede alla luce la figlia,Mary Godwin Wollstonecraft, nota futura scrittrice, ma le conseguenze del parto furono fatali alla madre, che morì il 10 settembre disetticemia. William scrisse al suo amicoThomas Holcroft: «credo fermamente che non esistesse una donna eguale a lei al mondo. Eravamo fatti per essere felici e ora non ho la minima speranza di esserlo mai più».[18] Godwin fu così lasciato solo con la piccola Mary eFanny Imlay, figlia primogenita della Wollstonecraft, nata da una relazione con l'americanoGilbert Imlay, alla quale decise di dare il proprio cognome[19] crescendola come fosse figlia propria. Un anno dopo la morte della moglie Godwin pubblicòMemorie dell'autrice della Rivendicazione dei diritti della donna (1798), con cui intendeva rendere omaggio al ricordo della moglie. Il contenuto dell'opera fu tuttavia considerato immorale a causa delle relazioni extraconiugali e dei figli illegittimi della Wollstonecraft, ripercuotendosi così sulla fama e sulle opere dell'autrice. Mary Godwin leggerà queste memorie e le opere di Mary Wollstonecraft, il che contribuì a rinsaldare l'affetto di Mary nei confronti del ricordo della madre.[20]

La famiglia Godwin

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Albero genealogico della famiglia Godwin-Wollstonecraft-Shelley

Godwin, una volta rimasto vedovo, nel1801 si risposò con Mary Jane Clairmont, che aveva già due figli, Jane, nota poi come Claire, e Charles, e da cui ebbe il figlio William: Godwin infatti era spesso indebitato e, convintosi di non essere in grado di badare da solo a due bambine, cambiò le sue idee sul matrimonio decidendo di contrarne un secondo[21]; dopo due proposte fallite di matrimonio a due conoscenti[19] Godwin convinse la vicina di casa, Mary Jane Clairmont, una casalinga con due figli illegittimi avuti probabilmente da due diversi compagni[22], Charles Gaulin Clairmont eClaire Clairmont.[23]Per mantenere la numerosa famiglia intraprese un'attività editoriale in Skinner Street, fra ingenti difficoltà finanziarie.[24]

Molti degli amici di Godwin disprezzavano la nuova moglie, descrivendola spesso come una persona crucciosa e litigiosa[25], ma Godwin le era devoto e il matrimonio ebbe successo;[26]la piccola Mary Godwin invece detestava la sua matrigna.[27] Il biografo di Godwin, C. Kegan Paul, suggerì che forse la signora Godwin favoriva i propri figli su quelli della Wollstonecraft.[28]

Nel1805, dietro suggerimento della moglie, i coniugi Godwin fondarono una casa editrice per bambini, laJuvenile Library, che pubblicò opere comeMounseer Nongtongpaw (opera attribuita a Mary Shelley) eTales from Shakespeare diCharles Lamb, oltre che le opere stesse di Godwin scritte sotto lo pseudonimo diBaldwin.[19] La casa editrice però non fruttò guadagno, al punto che Godwin fu costretto a prendere in prestito una sostanziale somma di denaro per tirare avanti.[29] Godwin continuò a farsi prestare soldi per cercare di rimediare ai debiti contratti, peggiorando così la propria situazione finanziaria. Dal1809 i suoi affari fallirono e lui si sentì "vicino alla disperazione".[30] Si salvò dalla prigione grazie ad alcuni sostenitori delle sue teorie filosofiche tra i qualiFrancis Place, che gli prestò una considerevole somma di denaro.[31]Da allora Godwin si dedicò quasi interamente all'educazione della figlia. Sebbene Mary Godwin avesse ricevuto poca istruzione formale, suo padre contribuì alla sua formazione anche in vari altri campi. Spesso portava i figli in viaggi di istruzione, dava loro libero accesso alla biblioteca di casa e li faceva assistere alle visite di alcuni intellettuali, comeSamuel Taylor Coleridge (Mary e Claire assistono alla lettura da lui fatta deLa ballata del vecchio marinaio[32]) e il futuro vicepresidente degliStati UnitiAaron Burr.[33]

Godwin ammise di non essere d'accordo con le concezioni educative di Mary Wollstonecraft presenti nell'operaRivendicazione dei diritti della donna (1792); nonostante ciò Mary Godwin ricevette un'istruzione inusuale e avanzata per una ragazza del suo tempo. Ebbe infatti una governante, un tutore ed ebbe l'opportunità di leggere i manoscritti dei libri per bambini redatti dal padre sullastoria greca eromana.[34] Nel1811 Mary frequentò per un periodo di sei mesi un college aRamsgate.[35] All'età di quindici anni suo padre la descriveva come "straordinariamente audace, piuttosto imperiosa e attiva di mente. Il suo desiderio di conoscenza è grande e la sua perseveranza in tutto ciò che intraprende quasi invincibile".[36]

Nel giugno del1812, Godwin mandò Mary a risiedere dalla famigliaradicale di William Baxter, suo amico, vicino aDundee, inScozia.[37] A Baxter scrisse: "Voglio che lei cresca (...) come un filosofo, anzi come uncinico."[38] Vari studiosi hanno ipotizzato che il motivo di questo viaggio avesse a che fare con problemi di salute di Mary (Muriel Spark nella sua biografia di Mary Shelley ipotizza che la debolezza al braccio di cui Mary soffriva in certi periodi potesse derivare da motivi nervosi dati dai cattivi rapporti con la Clairmont[39]), per allontanarla dalla sgradevole situazione finanziaria della famiglia, oppure per introdurla alle idee politicheradicali.[40] Mary Godwin trascorse momenti felici a casa Baxter; il soggiorno fu però interrotto dal ritorno a casa con una delle figlie di Baxter nell'estate del1813; sette mesi dopo però Mary vi ritornò, accompagnando l'amica, restandovi poi per altri dieci mesi.[41][42]

Godwin e Shelley

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Richard Rothwell, ritratto diMary Shelley, figlia di Godwin (particolare), 1840 esposto allaRoyal Academy, accompagnato dai versi di dedica del poemaLa Rivolta dell'Islam diPercy Shelley in cui Mary viene definita"Child of love and light".[43]

Le idee politiche di Godwin ebbero un'influenza determinante su alcuni autori contemporanei, come i grandi poetiromanticiPercy Bysshe Shelley eLord Byron. Shelley, ribelle e anticonformista, autore deLa necessità dell'ateismo, tradusse in poesia la filosofia godwiniana, in opere comeOzymandias,La rivolta dell'Islam,Prometeo liberato,Inno alla bellezza intellettuale,Ode al vento dell'Ovest e molte altre.[44] Divenne molto amico di Shelley, ma i loro rapporti divennero difficili dopo che egli si innamorò della figlia sedicenne Mary e scappò con lei (Mary era incinta di una figlia che morì poco dopo la nascita, e Shelley era già sposato, e con due figli piccoli, di cui uno nato quasi in contemporanea con la figlia di Mary), e dopo che non restituì a Godwin numerosi prestiti ricevuti (anche se Shelley stesso aveva prestato a Godwin alcune somme).[45] Godwin, un tempo sostenitore dell'amore libero, per un certo periodo non volle avere rapporti con la figlia e il futuro genero, sentendosi deluso per essere stato abbandonato da Mary e dal suo discepolo.[46]

Percy Bysshe Shelley

Nello stesso lasso di tempo morìsuicida la figlia adottiva Fanny, avvelenandosi con dellaudano, ma Godwin diffuse la voce che era morta di malattia inIrlanda.[47] Le radicali idee di Godwin erano ormai in contrasto con la sua ricerca della "rispettabilità borghese" che dimostrò nelle occasioni del fidanzamento di Mary e della morte di Fanny. In realtà le idee di Godwin non erano cambiate di molto, ma riteneva di dover tenere un profilo basso e una buona apparenza sociale, in quanto i conservatori non perdevano occasione per screditare lui e i suoi scritti, riducendolo sul lastrico con una famiglia da mantenere.[48][49] Essendo inoltre il suicidio considerato un reato all'epoca[50], Godwin volle proteggere la reputazione della figliastra ed evitare problemi giuridici alla famiglia, con la dichiarazione fittizia e rimuovendo il nome "Fanny Godwin" dalla lettera d'addio (secondo altri fu la stessa Fanny ad aver rimosso perlomeno il cognome, per rispetto a Godwin e alla famiglia).[51] L'altra figliastra, Claire, era invece scappata anche lei con Mary e Percy, ed avrà una bambina, Alba, poi detta Allegra, da un altro dei giovani amici di Godwin,Lord Byron.[52]Nel1816-1817 Mary scrisse ilromanzo gotico, pubblicato l'anno dopo a nome di Percy,Frankenstein o il Prometeo moderno, dedicato proprio a Godwin.[53]

Godwin si riconciliò infine con gli Shelley alla nascita del nipote William, chiamato così in suo onore, poco dopo il ritorno dal viaggio nel continente intrapreso dai due giovani.[54] Al suicidio della moglie Harriet, trovata annegata nel lago diHyde Park, poiché non condivideva l'ideale di amore libero di Percy e fu da questi lasciata[55], Shelley sposò Mary, atto consigliatogli per avere la custodia (che comunque perderà) dei due figli avuti dalla prima moglie. Per evitare problemi a Shelley, anche il suicidio di Harriet (forse di nuovo incinta al momento) non venne rivelato pubblicamente.[56] La cerimonia di matrimonio tra Mary e Percy avvenne alla presenza dei coniugi Godwin.[57] Durante un secondo e più lungo viaggio nel continente, in Italia, William e Clara Everina (l'altra figlia di Mary, nata da poco), i due nipoti di Godwin, morirono di malattia (Clara nel1818 e William nel1819) e la stessa Mary rischiò la vita per un aborto spontaneo. AFirenze nascerà invece, sempre nel1819, Percy Florence, l'unico figlio di Mary e Shelley a sopravvivere ai genitori.[58]

Gli ultimi anni

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L'8 luglio1822 Percy Shelley morì annegato in mare pressoViareggio, e Mary ritornò l'anno seguente nelRegno Unito, riavvicinandosi molto al padre: nel1823 lei e il figlio vissero, per breve tempo, al numero 195 delloStrand, nell'appartamento di Godwin e della moglie.[59]Gli ultimi anni di Godwin, che continuava la sua attività letteraria, furono sereni, nonostante la morte del figlio William jr. nel1832, trascorsi con la seconda moglie e le frequenti visite di Mary e del nipote Percy Florence, che erediterà dal nonno paterno il titolo dibaronetto.[60] Anche Claire, la cui figlia, affidata al padre Lord Byron, era morta da tempo in un convento italiano, tornerà a vivere a Londra (Byron stesso finì invece la sua vita aMissolungi, inGrecia, colpito dalla malaria). Il figliastro Charles Clairmont diverrà invece un letterato e istitutore, e sarà uno dei precettori del futuroimperatore d'AustriaFrancesco Giuseppe.[61]William Godwin morì ottantenne, colpito da unabronchite, il 7 aprile1836, e venne sepolto, come da sua richiesta, accanto a Mary Wollstonecraft nel cimitero della chiesa di Old St. Pancras a Londra; alcuni anni più tardi (1851), per volontà del nipote Percy Florence e della moglie di questi, Mary St. John, i resti mortali della coppia verranno spostati nel Sagrato di Bournemouth e sepolti a fianco della figlia Mary Shelley, morta in quello stesso anno.[62]

Il pensiero

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IlPolygon, la casa londinese di Godwin dove scrisse quasi tutte le sue opere

Godwin è considerato uno tra i principali pionieri del pensieroanarchico.[1]Deluso dallaRivoluzione francese e dalla dittatura giacobina, elaborò un ordinamento sociale fondato sul decentramento amministrativo e giudiziario, sulla costruzione di libere comunità indipendenti e sull'abolizione del governo centrale: un mutamento graduale di liberazione della società dallo Stato, fondato sulla maturazione di un'etica insieme individualista e comunitaria.[63]

La ragione come guida

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La base del suo pensiero è di taglio illuminista: laRagione è la luce che illumina il cammino umano ed è il faro da seguire. La società può cambiare, sebbene gradualmente, quanto più la mente degli uomini si apre alla ragione.[63]L'assunto politico fondamentale è che tutte le forme di potere non si basano sulla ragione ed impongono leggi che non nascono dalla libera volontà dei membri della società: anche la forma migliore di governo (la democrazia) si basa sulla forza dei numeri, e quindi sulla demagogia.[63]

William Godwin, ritratto da Henry William Pickersgill (particolare)

Contro il contrattualismo liberale

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Godwin contesta la teoria contrattualista di scuola liberale: il patto sottoscritto originariamente tende ad eternizzarsi, facendo sì che le generazioni successive siano costrette ad obbedire alla volontà di quelle che le hanno precedute, e quand'anche i cittadini di oggi fossero chiamati a rinnovare il patto, comunque "patti e promesse non costituiscono il fondamento della morale" e non garantiscono il successo della ragione.[63]

Il mantenimento dell'ordine e l'anti-autoritarismo

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Godwin critica in modo così radicale il principio d'autorità da contrapporvi l'opposto principio di anarchia: "ciascuno è abbastanza saggio da governarsi da solo" e "nessun criterio soddisfacente può porre un uomo, o un gruppo di uomini, al comando di tutti gli altri".[63]Le istituzioni devono soltanto limitare il male, poiché l'uomo non è perfetto: il miglioramento della società, la creazione di una civiltà di liberi e uguali, tuttavia, elimineranno gradualmente le "cause del delitto" rendendo superflue le istituzioni repressive, poiché il carattere dell'uomo non è dato dalla natura ma dalla società (cosiddetta "perfettibilità dell'uomo"). Godwin conclude la suacriminologia libertaria, anticipatrice di quella anti-lombrosiana diPietro Gori, non chiedendo l'abolizione immediata dellapolizia, ma un graduale superamento tramite una guardia meno coercitiva, fino a che ce ne sarà bisogno, ma sostenendo che i malfattori devono essere rinchiusi solo come espediente temporaneo e trattati con il massimo di rispetto e cortesia possibili.[63]

La democrazia diretta

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Nel frattempo, poiché il completo superamento di ogni Governo può avvenire solo con la maturazione di un'alta coscienza civile, si deve cercare un sistema sociale basato sulla partecipazione popolare.[63]

Da qui Godwin parte per teorizzare lademocrazia diretta, il decentramento ed ilfederalismo, difendendo una forma dicomunitarismo: una ricetta applicabile ad ogni società, poiché il dato unificante e comune a tutti è la ragione; l'amore patrio, pertanto, è ingannevole, perché separa arbitrariamente gli uomini e pone gli interessi degli uni contro gli interessi degli altri. Allo stesso modo, anche laguerra offensiva e ilcolonialismo sono immorali, così come lo sfruttamento dei lavoratori.[63]

L'esistenza umana e l'etica

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Per GodwinRagione,Giustizia eFelicità coincidono: poiché la ragione è universale ne deriva anche l'universalità della giustizia, la quale a sua volta conduce alla felicità individuale e collettiva e alla veralibertà. Aderisce inoltre alsensismo e all'utilitarismo, sostenendo anche unapedagogia libertaria, ricavata in parte da Rousseau. Pur ribadendo la centralità dell'individuo come soggetto dei diritti, da cui derivano tutti i diritti della società, egli sostiene lafilantropia.[63]Negli ultimi anni si dedicò anche allafantascienza, ipotizzando scoperte scientifiche in grado di far ottenere l'immortalità all'essere umano; si ritiene che l'interesse di Godwin per questi argomenti abbia influenzato anche la figlia Mary Shelley per la stesura del suoFrankenstein.[64] Godwin e il suo circolo intellettuale (Shelley in testa) vedono inoltre con interesse idiritti degli animali e ilvegetarianismo.[65]

La giustizia politica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Giustizia politica (saggio filosofico).
Frontespizio diGiustizia politica

Godwin cominciò a pensare all'Inchiesta sulla Giustizia politica nel 1791, dopo la pubblicazione deI diritti dell'uomo (Rights of Man) diThomas Paine in risposta alleRiflessioni sulla Rivoluzione in Francia (Reflections on the Revolution in France) diEdmund Burke (1790). Tuttavia, a differenza della maggior parte delle opere che spuntarono sull'onda del lavoro di Burke durante la cosiddettacontroversia rivoluzionaria, quella di Godwin non si rivolgeva agli eventi specifici del tempo, ma affrontava i principi filosofici sottostanti.[2] La sua lunghezza e il suo prezzo (costava oltre 1 sterlina) la resero inaccessibile al pubblico popolare deI diritti dell'uomo e probabilmente protessero Godwin dalla persecuzione che altri scrittori come Paine sperimentarono.[2] Nondimeno, Godwin divenne una figura onorata tra iradicali e iprogressisti e fu visto come una guida intellettuale tra i loro gruppi.[2] Uno dei modi in cui ciò avvenne fu attraverso le molte copie non autorizzate del testo, gli estratti stampati dai giornali radicali e le conferenze tenute daJohn Thelwall sulla base delle sue idee.[2]

Pur essendo pubblicata durante laRivoluzione francese, leGuerre rivoluzionarie francesi e gli eventi che condussero aiprocessi per tradimento del 1794 in Gran Bretagna, laGiustizia politica sostiene che l'umanità inevitabilmente progredirà, schierandosi a favore della perfettibilità e dell'illuminazione umana.[2] McCann spiega che "laGiustizia politica è ... prima di tutto una critica delle istituzioni politiche. La sua visione della perfettibilità umana è anarchica in quanto vede il governo e le relative pratiche sociali come il monopolio sulla proprietà, il matrimonio e la monarchia frenare il progresso dell'umanità."[2] Godwin crede che il governo "si insinui nelle nostre inclinazioni personali e trasmetta impercettibilmente Il proprio spirito alle nostre transazioni private".[66] Invece, Godwin propone una società in cui gli esseri umani usano la loro ragione per decidere la migliore linea di condotta. La stessa esistenza dei governi, anche di quelli fondati attraverso il consenso, dimostra che le persone non possono ancora regolare la loro condotta in base ai dettami della ragione.[2]

Godwin sosteneva che il legame tra la politica e la moralità era stato reciso e voleva ripristinarlo. McCann spiega, citando frasi del saggio, che, nella visione di Godwin, "come l'opinione pubblica si sviluppa in accordo con i dettami della ragione, così dovrebbero cambiare anche le istituzioni politiche finché, alla fine, non appassiranno del tutto, permettendo alla gente di organizzarsi in quella che sarebbe una democrazia diretta."[2] Godwin credeva che il pubblico potesse essere razionale; scrisse: "L'opinione è il motore più potente che si possa portare dentro la sfera della società politica. La falsa opinione, la superstizione e il pregiudizio, sono stati finora i veri sostenitori dell'usurpazione e del dispotismo. L'inchiesta e il miglioramento della mente umana, stanno ora scuotendo al centro quei baluardi che hanno così a lungo tenuto l'umanità in schiavitù."[66]

Godwin non era un rivoluzionario del tenore di John Thelwall e dellaLondon Corresponding Society.Anarchico filosofico, egli credeva che il cambiamento sarebbe giunto gradualmente e che non vi fosse alcun bisogno di una rivoluzione violenta.[2] Egli sostiene che "il compito che, attualmente, dovrebbe occupare il primo posto nei pensieri dell'amico dell'uomo è l'inchiesta, la comunicazione, la discussione."[66] Godwin credeva così nel desiderio degli individui di ragionare in modo sincero e veritiero l'uno con l'altro.[2] NelXX secolo,Jürgen Habermas sviluppò ulteriormente questa idea.[2]

Tuttavia, paradossi e contraddizioni affiorano in tutta laGiustizia politica. Come osserva McCann, "una fede nella capacità dell'opinione pubblica di progredire verso l'illuminazione, basandosi sul proprio esercizio della ragione, è costantemente annullata dalle forme effettive dell'azione pubblica e della vita politica, che per Godwin finiscono pericolosamente per includere l'individuo nel collettivo."[2] Ad esempio, Godwin critica i discorsi pubblici perché fanno leva sul sentimento anziché sulla ragione e la stampa perché può illuminare ma anche perpetuare il dogma.[2]

Illustrazione di William Godwin (1820), opera di George Steuart Mackenzie

Ricezione del pensiero

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Il più grande divulgatore del pensiero di Godwin fu il generoPercy Shelley, con la sua poesia. Il pensatore inglese influenzerà l'opera di Herbert Spencer.

NelFrankenstein o il moderno Prometeo (già nel titolo appare il tema deltitanismo romantico) della figlia Mary è stata notata anche una forte influenza del padre e delle sue idee anarchiche[67]: William Godwin inPolitical Justice sostiene che istituzioni come il governo, la legge o il matrimonio, seppur positive, tendano a esercitare forze dispotiche sulla vita della gente; egli aspira a un nuovo ordine sociale basato sulla benevolenza universale, contraddicendo la visione seicentesca diThomas Hobbes di una società essenzialmente egoista. In stile rousseauiano, sono le istituzioni e il comportamento altrui a rendere, nella maggioranza dei casi, l'uomo preda di istinti malvagi. LaCreatura, completamente estraniata dalla società, si considera come un demone malefico e chiede giustizia proprio in senso godwiniano:«Do your duty towards me» ("Fa il tuo dovere verso di me"), dice il Mostro aVictor Frankenstein che lo ha messo al mondo, abbandonandolo poi per l'orrore che gli suscitava; Frankenstein rifiuta e il Mostro, come ha promesso in caso di diniego (e come ha già fatto dopo essere stato abbandonato e ripudiato da tutti), si vendicherà uccidendo i suoi amici e la sua famiglia, poi conducendo alla morte lo scienziato stesso; infine si suiciderà però per il rimorso. Non a caso come epigrafe è posta la citazione diAdamo delParadiso perduto diJohn Milton (rivoluzionario cristiano radicale come gli antenati di Godwin):«Ti ho forse chiesto io, Creatore, di farmi uomo dall'argilla? Ti ho forse chiesto io di trarmi fuori dall'oscurità?».

C'è inFrankenstein, più in generale, una reminiscenza di stile e personaggi del repertorio di Godwin, e la morale che implica un ritorno del male fatto o del bene omesso, come punizione sul responsabile, prima o poi; il Mostro nasce infatti buono (generoso, ragionevole e perfinovegetariano, una sorta dibuon selvaggio), ma è reso estremamente malvagio dal disprezzo degli uomini verso di lui; Frankenstein stesso, avendolo creato sfidando le leggi della natura e avendolo poi rifiutato nonostante fosse suo "figlio", ne è responsabile. Il Mostro si trasforma quindi in una sorta di feroce vendicatore di sé stesso:

«Tu devi creare per me una femmina (...) Tu solo puoi fare una cosa simile, e io te la chiedo come un diritto che non puoi rifiutarmi. (...) Sono perfido perché sono infelice; non sono forse evitato e odiato da tutta l'umanità? (...) Dovrei forse rispettare l'uomo che mi disprezza? Che egli viva con me in termini di mutua bontà e, invece di fargli del male, lo colmerò di attenzioni (...) Ma ciò non può essere: i sensi umani sono una barriera insormontabile alla nostra convivenza. Ma la mia non sarà l'abietta sottomissione dello schiavo. Mi vendicherò delle offese subite: se non posso ispirare affetto, diffonderò il terrore, e a te soprattutto, mio arcinemico perché mio creatore, giuro odio inestinguibile. Bada bene: lavorerò alla tua distruzione e cesserò solamente quando ti avrò straziato il cuore tanto da farti maledire il giorno in cui sei nato.»

(Mary Shelley,Frankenstein, capitolo 16)

AncheRobert Owen riprenderà i suoi concetti.[63]Proudhon, invece, cita Godwin solo una volta[63], e ancheBakunin non vi fa molto riferimento.Marx, lettore di Shelley, lo ignora in quanto pensatore utopistico, secondo la sua visione. Sarà solo nelXX secolo che rinascerà l'interesse per il suo pensiero, anche se alcune sue idee si troveranno già tra i rivoluzionari dellaComune di Parigi, pure se Godwin si era manifestato contro le insurrezioni.[68] Interessati al suo pensiero furono anchePëtr Alekseevič Kropotkin e, fuori dall'ambito anarchico,John Stuart Mill.

Le opere principali

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  • Inchiesta sulla giustizia politica (Enquiry concerning political justice), (1793), trattato pubblicato in polemica col pensiero diEdmund Burke, è la sua opera più sistematica: l'autore evidenzia come la felicità umana e il benessere della società rappresentino gli unici scopi dell'esistenza; diversamente daJean-Jacques Rousseau, la cui influenza è fortemente presente, Godwin auspica però una graduale dissoluzione di tutte le forme di governo per arrivare all'anarchia. Al sentimentalismo e alla religiosità di Rousseau, viene contrapposta la ragione. Legge, governo, proprietà, matrimonio e disuguaglianza devono esse progressivamente aboliti.
  • Le avventure di Caleb Williams (1794)
  • Sulla popolazione (On Population), (1820), è un trattato in cui prevede che l'evoluzione tecnologica riuscirà in futuro a creare una società senza più poveri. Si tratta di una risposta al famoso libro diMalthusSaggio sul principio di popolazione (1798).
  • Tra le sue ultime opere (tutte di narrativa) si ricordano:Mandeville (1817),Cloudesley (1830) eDeloraine (1833).

Note

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  1. ^abJohn P. Clark,The Philosophical Anarchism of William Godwin, Princeton University Press, 1977.ISBN 0-691-07217-5,ISBN 978-0-691-07217-3
  2. ^abcdefghijklmnMcCann, "Enquiry Concerning Political Justice". Traduzione italiana:La Giustizia Politica, tradotto e curato da Mauro Cotone, Sambuceto, Trimestre, 1990.
  3. ^Spark, pp. 10-21.
  4. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 13-14.
  5. ^abL'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 14.
  6. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 14-15.
  7. ^Cedric J. Robinson (1980). The terms of order: political science and the myth of leadership. SUNY Press. p. 171.ISBN 978-0-87395-411-2
  8. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 16-17-18.
  9. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 17; 19-20.
  10. ^abcL'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 19-20.
  11. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 20.
  12. ^Peter H. Marshall (1984). William Godwin, Philosopher, Novelist, Revolutionary. Yale University Press. p. 240.ISBN 978-0-300-10544-5. "Coleridge also introduced Charles Lamb to Godwin. Lamb had shown some sympathy for the New Philosophy but the arguments of Coleridge and his own religiosity and common sense quickly turned him against it. He was particularly repelled by Godwin's atheism."
  13. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 20-21.
  14. ^Jacques Roux e gli Arrabbiati
  15. ^William Godwin,Memoirs of the Author of A Vindication of the Rights of Woman. Eds. Pamela Clemit and Gina Luria Walker. Peterborough: Broadview Press, 2001.ISBN 1-55111-259-0; pag. 95
  16. ^C. Tomalin, cit., 245-273.
  17. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 23-24.
  18. ^Paul C. Kegan,William Godwin: His Friends and Contemporaries, 1876, cap. X.
  19. ^abcSpark, p. 22.
  20. ^St Clair, pp. 179-188;Seymour, pp. 31-34; Clemit, "Legacies of Godwin and Wollstonecraft" (CC), 27–28.
  21. ^St Clair, pp. 199-207.
  22. ^Corrado, p. 32.
  23. ^il nome di Claire era Mary Jane, ma quest'ultima decise di cambiarlo nel 1814 in "Claire", con cui poi fu conosciutaSpark, p. 32.
  24. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 24-26.
  25. ^Seymour, 47–49; St Clair, 238–54.
  26. ^St Clair, p. 243–44, 334;Seymour, p. 48.
  27. ^Letter to Percy Shelley, 28 ottobre 1814. Selected Letters, 3;St Clair, p. 295;Seymour, p. 61.
  28. ^St Clair, p. 295.
  29. ^St Clair, pp. 283-87.
  30. ^St Clair, p. 306.
  31. ^St Clair, pp. 308-9.
  32. ^Corrado, p. 36.
  33. ^Betty T. Bennett,Mary Wollstonecraft Shelley: an Introduction, 16–17.
  34. ^Sunstein, 38–40;Seymour, p. 53; vedi anche Clemit, "Legacies of Godwin and Wollstonecraft" (CC), 29.
  35. ^Seymour, p. 61.
  36. ^"(...) singularly bold, somewhat imperious, and active of mind. Her desire of knowledge is great, and her perseverance in everything she undertakes almost invincible."Corrado, p. 37; traduzione daSpark, p. 24.
  37. ^Seymour, pp. 74-75.
  38. ^Citato inSeymour, p. 72;Spark, p. 25; traduzione Spark, 25.
  39. ^Spark, p. 23.
  40. ^Seymour, pp. 71-74.
  41. ^Spark, pp. 26-27;Seymour, pp. 73-76.
  42. ^Nella prefazione diFrankenstein del 1831 Mary, ricordando con nostalgia quel periodo, scrisse: "A quel tempo scrivevo, ma nello stile più banale. Era sotto gli alberi del parco attorno alla nostra casa o sui pendii squallidi delle brulle montagne poco distanti, che le mie vere composizioni, i voli aerei della mia fantasia nascevano e crescevano." "I wrote then—but in a most common-place style. It was beneath the trees of the grounds belonging to our house, or on the bleak sides of the woodless mountains near, that my true compositions, the airy flights of my imagination, were born and fostered." (M. Shelley, introduzione all'edizione del 1831 diFrankenstein)
  43. ^Seymour, pag 458
  44. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 26-27.
  45. ^St Clair, pp. 329–35; 355; 358; 373;Spark, pp. 27; 31-32;Seymour, pp. 88-89 94–96, 100 115–16;Corrado, p. 47.
  46. ^St Clair, pp. 355; 358; 373.
  47. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp.27-28.
  48. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 26-27;.
  49. ^St Clair, p. 413 ;Seymour, p. 175;Spark, p. 67;Corrado, p. 55.
  50. ^ Columba McLaughlin,Suicide-related behaviour understanding, caring and therapeutic responses, Chichester, England, John Wiley & Sons, 2007, p. 24,ISBN 978-0-470-51241-8.
  51. ^Spark, 65-66.
  52. ^Spark, 60-62.
  53. ^Seymour, pp. 195-196.
  54. ^Seymour, pp. 130-131.
  55. ^St Clair, p. 413;Seymour, p. 175;Spark, p. 67;Corrado, p. 55.
  56. ^St Clair, pp. 414-415;Seymour, p. 176.
  57. ^Spark, p. 68;Seymour, pp. 176-177.
  58. ^Spark, p. 72.
  59. ^Spark, p. 121.
  60. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 29-30.
  61. ^Mario Praz, riportato in Introduzione a Frankenstein, edizione BUR, 2010
  62. ^L'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 30.
  63. ^abcdefghijkL'eutanasia dello stato - antologia di scritti di Godwin, Prefazione, pp. 31-68.
  64. ^Godwin, William (1756–1836) – Introduction, suGothic Literature, enotes.com, 2008.URL consultato il 31 marzo 2016(archiviato dall'url originale il 28 agosto 2008).
  65. ^Frank Palmeri,Humans and Other Animals in Eighteenth-century British Culture: Representation, Hybridity, Ethics, Ashgate Publishing, Ltd., 2006; pag. 139
  66. ^abcCit. in McCann, "Enquiry Concerning Political Justice".
  67. ^Introduzione alFrankenstein, edizioni Newton and Compton, 2010
  68. ^Godwin su Anarchopedia, suita.anarchopedia.org.URL consultato il 13 gennaio 2014(archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2014).

Bibliografia

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  • William Godwin (antologia, a cura di Peter Marshall),L'eutanasia dello stato, Eleuthera, 1997. (Versione digitale)
  • Martin Garrett,Mary Shelley, Londra, The British Library, 2002.
  • Miranda Seymour,Mary Shelley, New Tork, Grove Press, 2000.
  • Muriel Spark,Mary Shelley, Firenze, Le Lettere, 2001.
  • William St Clair,The Godwins and the Shelleys: The Biography of a Family, London, Faber & Faber, 1989.
  • Adriana Corrado,Mary Shelley donna e scrittrice. Una rilettura, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2000.
  • Pietro Adamo,William Godwin e la società libera,Torino, Claudiana, 2017.

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