«Questa non è una pace, è un armistizio per vent'anni.»
(Ferdinand Foch, ufficiale francese al comando delle forze dell'Intesa sul fronte occidentale nella prima guerra mondiale; 1920.)
La firma del trattato di Versailles
Iltrattato di Versailles, anche dettopatto di Versailles, è stato uno deitrattati di pace che posero ufficialmente fine alla prima guerra mondiale. Fu stipulato nell'ambito dellaconferenza di pace di Parigi del 1919 e firmato da 44 Stati il 28 giugno1919 aVersailles, inFrancia, nellagalleria degli specchi del palazzo di Versailles. È suddiviso in 16 parti e composto da 440 articoli.[1]Germania,Austria edUngheria non parteciparono alla "conferenza", ma si limitarono a firmare il trattato finale il 28 giugno, dopo le minacce, da parte dei vincitori, di una ripresa della guerra se non lo avessero fatto.
GliStati Uniti d'America non ratificarono mai il trattato. Le elezioni del 1918 avevano visto la vittoria delPartito Repubblicano, che prese il controllo delSenato e bloccò due volte la ratifica (la seconda volta il 19 marzo1920). Alcuni favorivano l'isolazionismo e avversavano laSocietà delle Nazioni, altri lamentavano l'eccessivo ammontare delle riparazioni. Come risultato, gli USA non si unirono mai alla Società delle Nazioni e in seguito negoziarono una pace separata con la Germania: iltrattato di Berlino del 1921, che confermò il pagamento delle riparazioni e altre disposizioni del trattato di Versailles, ma escluse esplicitamente tutti gli articoli correlati alla Società delle Nazioni.[2]
La Francia aveva sofferto moltissime delle perdite durante la guerra e gran parte di questa era stata combattuta sul suolo francese. La nazione era in rovina, con molti danni subiti da edifici storici e risorse importanti. Georges Clemenceau voleva dalla Germania riparazioni che permettessero di ricostruire e riparare i danni causati dai tedeschi: in tutto, 750 000 case e 23 000 fabbriche erano state distrutte e vennero chiesti i soldi per la ricostruzione di una nazione in brandelli. Nel 1871, Francia e Germania avevano già combattuto unaguerra, eBerlino aveva strappato aParigi la zona dell'Alsazia-Lorena.
Lo statista transalpino intendeva anche proteggersi contro l'eventualità di altri possibili attacchi futuri della Germania: richiese quindi la demilitarizzazione dellaRenania e che truppe alleate pattugliassero quell'area. Questa venne chiamata "zona di sicurezza territoriale". Inoltre la Francia volle anche ridurre drasticamente il numero di soldati dell'esercito tedesco in modo controllabile e, come parte delle riparazioni, chiese che le venisse dato il controllo di molte delle fabbriche tedesche.
Intenzione della Francia non era solo quella di punire severamente lo storico nemico tedesco, ma anche di preservare il proprio impero e lecolonie. Mentre gli USA portavano avanti la politica del"autodeterminazione" etnica o nazionale, Francia e Regno Unito volevano mantenere i loro preziosi imperi. Clemenceau rappresentò abbondantemente la popolazione francese nel suo desiderio di vendetta sulla nazione tedesca: egli voleva anche proteggere dei trattati segreti e permettere blocchi navali attorno alla Germania, così che la Francia potesse controllare le merci importate ed esportate dalla nazione sconfitta. Era il più radicale dei "tre grandi" e fu chiamato "le Tigre" per questa ragione.
LaGran Bretagna giocò un ruolo più defilato, in quanto il suo territorio non era stato invaso. Tuttavia molti soldati britannici morirono sulla linea del fronte in Francia e quindi la popolazione britannica chiedeva una punizione dura per la Germania. Il primo ministro Lloyd George, pur volendo delle riparazioni severe, chiese molto meno dei francesi: egli era conscio che se le richieste francesi fossero state accolte, la Francia sarebbe diventata estremamente potente nell'Europa centrale e un delicato equilibrio si sarebbe spezzato. Pur volendo assicurarsi che questo non accadesse, anche lui voleva che la Germania pagasse. Lloyd George era anche preoccupato dalla proposta di Woodrow Wilson per l'autodeterminazione e, come i francesi, voleva preservare il proprio Impero. Questa posizione era parte della competizione tra i due più grandi imperi del mondo e della battaglia per preservarli. Come i francesi, anche Lloyd George supportò i blocchi navali e i trattati segreti.[4]
Dall'altra parte, Woodrow Wilson aveva punti di vista differenti su come punire la Germania. Aveva già proposto iquattordici punti prima ancora della fine della guerra, che erano molto meno duri di quanto i francesi o i britannici volessero. Poiché la popolazione americana aveva vissuto la guerra solo a partire dall'aprile 1917, sentiva di dover uscire dalla "confusione europea" il più in fretta possibile. Comunque, il presidente Wilson voleva istituire una politica mondiale che assicurasse che niente di simile sarebbe più accaduto. Allo scopo di mantenere la pace, venne fatto il primo tentativo di creare una corte mondiale, la Società delle Nazioni. La teoria era che se le nazioni più deboli venivano attaccate, altre avrebbero garantito loro protezione dagli aggressori.
In cima a tutto ciò, Wilson promosse l'autodeterminazione che incoraggiava le nazionalità (o i gruppi etnici) a pensare, governare e controllare sé stessi. Questa nozione di autodeterminazione ebbe come conseguenza un aumento del sentimento patriottico in molti paesi che erano o erano stati sotto il controllo dei vecchi imperi. L'autodeterminazione era, e continua a essere, una fonte di attrito tra differenti gruppi etnici in tutto il mondo, nel momento in cui ogni gruppo cerca di migliorare la sua posizione globale.
L'accettazione da parte di molti popoli del concetto di autodeterminazione fu l'inizio della fine di questi imperi, compresi quello francese e quello britannico. L'autodeterminazione è in parte la ragione per cui così tante nazioni si formarono nell'Europa orientale; Wilson non voleva contribuire a incrementare le dimensioni di Regno Unito, Francia oItalia. Ci furono anche lotte nelle province orientali della Germania, che erano fedeli all'imperatore, ma non volevano essere parte di unarepubblica: lagrande sollevazione polacca nellaprovincia di Posen e tresollevazioni slesiane nellaSlesia Superiore.
Gli aggiustamenti territoriali vennero fatti con l'obiettivo di raggruppare assieme delle minoranze etniche ai loro stati, liberi dalla dominazione dei potenti imperi di un tempo, in particolar modo quelloaustro-ungarico e quelloottomano. I trattati segreti vennero scoraggiati e Gran Bretagna e Francia acconsentirono controvoglia a una riduzione degli armamenti di tutte le nazioni: questa riduzione supponeva una riduzione indiretta della capacità da parte delle marine di creare dei blocchi.
Il trattato era articolato in diverse parti relative a diversi contenuti, alcuni dei quali sono: il ripristino dei confini territoriali della Germania e dei paesi limitrofi, lo smantellamento dell'impero coloniale tedesco, le riparazioni di guerra e le restrizioni al riarmo da imporre alla Germania, i termini di rilascio dei prigionieri di guerra e la nascita della futura Società delle Nazioni.Il trattato stabiliva inoltre la creazione di una commissione che doveva determinare l'entità delle riparazioni che dovevano essere pagate dalla Germania. Nel1921, con laconferenza di Genova, questa cifra fu ufficialmente stabilita in 132 miliardi di marchi oro[5], cifra il cui pagamento comportò una serie di problemi economici che sono spesso citati come una delle cause che contribuirono alla fine dellaRepubblica di Weimar, all'ascesa delnazionalsocialismo e allo scoppio dellaseconda guerra mondiale.
Tra le disposizioni previste dal trattato di Versailles rientravano la revisione dei confini territoriali tedeschi e la perdita di tutte le colonie della Germania, a beneficio dell'Impero Britannico e della Francia.Per effetto del trattato di Versailles, da un giorno all'altro milioni di cittadini tedeschi si troveranno incorporati all'interno di altri Paesi, come la Polonia e la Francia (vedasi il caso dellaSaar, abitata quasi interamente da tedeschi). Tutto ciò contribuirà a generare tra i tedeschi il sentimento di avere subito una grave ingiustizia, e a creare in tal modo le condizioni per il diffondersi di nazionalismo erevanscismo.
laSaar ad una amministrazione Franco-Inglese sotto l'autorità della Società delle Nazioni.
L'area diMemel temporaneamente sotto il mandato della S.d.N. in attesa di un referendum per decidere se diventare una città libera come Danzica o essere annessa alla Lituania
Territori coloniali tedeschi (in blu) trasformati in mandati amministrati per conto della Società delle Nazioni
L'articolo 119 del trattato imponeva alla Germania di rinunciare a qualsiasi diritto di sovranità sui territori all'esterno dei confini nazionali. Questi territori furono acquisiti tramite mandati da Francia, Impero Britannico,Giappone, Belgio eCina.Nulla fu invece attribuito all'Italia, che pure figurava tra le Potenze vincitrici.
Il trattato stabilì inoltre la cancellazione dei trattati di locazione stipulati tra Germania e Cina alla fine dell'Ottocento relativi alle concessioni diTianjin eHankou, che passarono di nuovo sotto l'amministrazione del governo cinese. La Germania rinunciava anche ai privilegi e ai diritti derivanti dagli accordi siglati con la Cina aPechino nel 1901.[6]Diverso fu il caso della concessione tedesca dellabaia di Jiaozhou (胶州S, Kiautschou nel tedesco di allora) sulla costa meridionale della penisola delloShandong. Gli articoli 156-157-158 del trattato di Versailles trasferirono al Giappone tutti i diritti tedeschi sulla concessione, che era stata acquisita nel 1898 per un periodo di 99 anni.[7] Il Giappone restituì alla Cina il controllo di questi territori nel 1922.
Il trattato di Versailles aboliva la coscrizione militare in Germania ponendo al contempo grosse limitazioni alle forze armate tedesche, che non dovevano superare le 100 000 unità, non potevano avere una forza aerea ed inoltre non potevano avere navi da guerra con dislocamento superiore alle 10 000 tonnellate.
Pagina di copertina del trattato di Versailles in versione inglese.
Quando il trattato di Versailles venne concluso, alla Germania fu imposto il pagamento agli stati dell'Intesa di una indennità di guerra per una cifra fuori dalle possibilità di qualsiasi nazione. La cifra abnorme fu stabilita nel 1921 per 6 600 000 000 disterline (132 miliardi dimarchi oro). Inoltre si chiedeva che la Germania cedesse tutte le colonie, accettasse per sé tutta la colpa per la guerra, riducesse le dimensioni delle sue forze armate (sei navi da guerra, 100 000 soldati e nessuna aviazione) e cedesse territori a favore di altri Stati, tra cui Belgio, Francia, Danimarca e Polonia.[8]
Per la Germania particolarmente pesanti sul piano morale risultarono gli articoli 227, nel quale l'ex imperatoreGuglielmo II veniva messo in stato d'accusa di fronte a un venturotribunale internazionale "per offesa suprema alla morale internazionale" e l'art. 231, in cui "la Germania riconosce che lei e i suoi alleati sono responsabili, per averli causati, di tutti i danni subiti dai Governi Alleati e associati e dai loro cittadini a seguito della guerra, che a loro è stata imposta dall'aggressione della Germania e dei suoi alleati".[9] Quest'ultima clausola (la Germania come unica responsabile del conflitto) viene ancor oggi dibattuta dagli studiosi in seguito all'importante contributo dello storico tedescoFritz Fischer del 1961.
È evidente che l'obiettivo perseguito da anglosassoni e francesi attraverso il trattato fu di ridurre la Germania in una situazione di miseria, in parte come vendetta, ma soprattutto al fine di neutralizzarne, per l'avvenire, il potenziale economico e militare. Una grande Germania, in grado di sfidare il predominio mondiale dell'Impero britannico, non sarebbe dovuta più esistere (cosa che invece poi, paradossalmente, accadde).
l'Italia, da parte sua, fu trattata come una potenza vincitrice di serie B e non fu ammessa al "banchetto" dello smembramento della Germania. In effetti, l'accaparramento e la spartizione delle (numerose) colonie tedesche fu appannaggio esclusivo di britannici e francesi.
Alcune voci coraggiose, come quella dell'economista britannicoJohn Maynard Keynes, criticarono duramente il trattato: esso non prevedeva alcun piano di ripresa economica ed era chiaro che l'atteggiamento punitivo e le sanzioni contro la Germania rischiavano di provocare nuovi conflitti ed instabilità, invece di garantire una pace duratura[10]. Keynes espresse questa visione nel suo saggioThe Economic Consequences of the Peace (Le conseguenze economiche della pace).
La povertà e l'umiliazione del popolo tedesco indotte dal trattato ebbero un ruolo decisivo nel favorire, nei successivi 15 anni, l'avvento del Nazionalsocialismo in Germania.
Parimenti, il trattamento riservato all'Italia genero' nel popolo italiano un sentimento di ingiustizia subìta ("vittoria mutilata"), che contribuì al sostegno popolare al nascente nucleo dei fasci di combattimento (poi fascismo).
Il 3 ottobre2010, in occasione del ventesimo anniversario dellariunificazione tedesca, la Germania ha annunciato di aver estinto, tramite il versamento di un'ultima rata da settanta milioni dieuro, i debiti di guerra imposti dal Trattato di Versailles del 28 giugno 1919. Tale notizia, riportata da vari organi di stampa, risulta tuttavia fuorviante, se non errata. Un esame più attento porta infatti a ritenere plausibile che la Germania non abbia di fatto mai saldato i propri conti con il primo conflitto mondiale - e nemmeno con il secondo.
La Commissione per le riparazioni costituita ad hoc dopo il Trattato di Versailles aveva infatti fissato non solo l'ammontare totale delle riparazioni dovute dalla Germania alle potenze vincitrici, in particolare Francia e Belgio, ma anche modalità e scadenze dei pagamenti. Dopo un primo versamento di 1 miliardo di marchi oro effettuato il 31 agosto 1921, la Germania comunicò nel dicembre dello stesso anno l'impossibilità a proseguire nei pagamenti. Accertata l'inadempienza tedesca, le potenze vincitrici procedettero con l'occupazione della Ruhr nel 1923, alla quale i tedeschi risposero con forme varie di resistenza passiva[11]. Con l'inizio delpiano Dawes, la Germania ricominciò a stornare dal proprio bilancio fondi per le riparazioni di guerra, ma lacrisi del 1929 non tardò a produrre i suoi effetti.
Il 9 luglio 1932 durante laconferenza di Losanna il debito fu alla fine ridotto da 132 000 000 000 di marchi a soli 3 000 000 000, per altro mai pagati dalTerzo Reich. Una cifra che, imposta nel 1919, sarebbe stata ben più facile saldare.[12] Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la conclusione della stessa e l'inizio della guerra fredda, le riparazioni tedesche relative al primo conflitto mondiale finirono in secondo piano e altre ben più gravi urgenze si imposero all'attenzione delle principali potenze mondiali.
Nel 1953 si tenne aLondra un'apposita conferenza per discutere e quantificare il debito estero tedesco; fu fatta un'unica stima tale da comprendere i debiti risalenti agli anni Venti e Trenta, i debiti contratti durante il secondo conflitto mondiale e le riparazioni dovute alle potenze occupanti. Tale cifra, poi ridotta di circa il 60%, è stata liquidata dalla Germania definitivamente il 2 ottobre 2010.
Il trattato sancì la nascita della Società delle Nazioni, uno dei Quattordici punti del presidente degli Stati Uniti d'America Thomas Woodrow Wilson. La Società delle Nazioni era un'organizzazione intergovernativa con lo scopo di arbitrare i conflitti tra le nazioni prima che si arrivasse alla guerra. Il suostatuto, laConvenzione della Società delle Nazioni, occupava i primi 26 articoli del trattato di Versailles.
Il principio della riorganizzazione, su base etnica, della carta dell'Europa, accolto dal trattato in base ai Quattordici punti di Woodrow Wilson, paradossalmente - secondo lo storico britannicoEric Hobsbawm - fornì un pretesto alle successivepulizie etniche e, addirittura, all'Olocausto degli ebrei:Adolf Hitler, applicando sino alle estreme conseguenze i principi nazionalisti, pianificò l'annessione alla Germania di tutti i territori fuori dai confini della madrepatria abitati datedeschi, e avviò lasoluzione finale per l'eliminazione degli ebrei[13].
A conferma di ciò si ricorda che l'art. 1 del programma delPartito Nazista, stilato nel febbraio del 1920, chiede testualmente "La costruzione di unaGrande Germania che riunisca tutti i tedeschi in base al diritto della autodeterminazione dei popoli".
Quanto all'altra possibile fonte di "revisionismo" del trattato, quella sovietica, laconferenza di Genova, che nelle intenzioni dei promotori avrebbe dovuto creare le condizioni favorevoli al rientro di Germania eRussia nel consesso delle nazioni europee, si concluse con iltrattato di Rapallo, che sancì invece l'alleanza fra le due escluse della pace di Versailles. A proposito di questo trattato, gli storici sono più o meno concordi nel ritenere che esso rappresentò il primo passo del governo sovietico verso il superamento dell'isolamento attraverso l'alleanza con la «vinta» Germania, ovvero il primo «esperimento» di coesistenza pacifica con il mondo capitalistico"[14].
(EN) W. Stanley Macbean Knight,The History of the Great European War - Its Causes and Effects, volumi I - X, 1914-1919, Londra, Caxton Publishing Co.
Margaret MacMillan,Parigi 1919 - Sei mesi che cambiarono il mondo (Paris 1919, Random House, New York, 2003), collanaCollezione Le scie, traduzione di A. M. Sioli, Milano, Mondadori, 2003,ISBN978-88-04-55799-9.